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Intervista a Semir Zeki, il profeta della neuroestetica

Capita poche volte di parlare con uno studioso che ha fondato una nuova disciplina. Tanto meno con un professore deciso a riprendere, dopo anni di ricerca, i risultati dei suoi studi e a reinventarsi artista.

Semir Zeki, neurobiologo allo University College di Londra, uno di questi. Dopo la specializzazione in anatomia, con i suoi studi sul cervello e la percezione visiva ha iniziato un nuovo filone di ricerca. La neuroestetica usa test psicofisici, ricerche anatomiche e encefalogrammi per comprendere i segreti dellarte e in che modo il bello agisca nella nostra mente. Si tratta, come spiega lui stesso, di una ricerca filosofica attraverso strumenti scientifici.

Per diffonderla, oltre alle tante pubblicazioni scritte, Zeki ha aperto nel 2001 un istituto dedicato alluniversit di Berkeley in California. Lultimo dei suoi libri usciti in Italia Splendori e miserie del cervello (Codice, 2010), in cui indaga la creativit umana spaziando da Wagner e Mann a Freud.

La notizia per unaltra. Oggi, 26 maggio, nello spazio milanese del Museo Pecci di Prato (Ripa di Porta Ticinese 113, ore 18), Semir Zeki debutta con la mostra Bianco su bianco. Oltre Malevich . Insieme allartista Vijay Patel, il professore firma sotto il nome di Mondocromatico un percorso di immagini e illusioni ottiche, in cui riprende parte delle sue osservazioni sulla visione umana. Lattesa alta, per uno studioso imprestato allarte definito dagli organizzatori come il profeta della Neuroestetica. una definizione che Zeki trova opportuna?

Be, in effetti si pu dire che la neuroestetica lho fatta partire io

Ce la pu spiegare in poche parole? una disciplina sperimentale, che studia i meccanismi del cervello coinvolti nellapprezzamento artistico e nella creativit. Lobiettivo comprendere le basi

neurologiche della bellezza.

In che modo? Mi interessa capire cosa succede nel cervello di una persona quando guarda qualcosa di bello. Osservando il cervello, abbiamo capito che le varie sensazioni che riceviamo sono direttamente proporzionali allattivit in alcune aree.

Encefalogrammi e test sono davvero necessari quando si parla darte? Tutta larte viene compresa attraverso la percezione. Non si pu fare ricerche di estetica senza studiare gli organi che sono fisicamente coinvolti.

Larte come qualcosa da vedere pi che da capire, allora. No, il fatto che si capisce soltanto quel che si vede. In questo senso, lo studio dellarte ci aiuta a comprendere meglio come funziona il cervello. Finora questa presa di coscienza era a una sola direzione, con lanalisi estetica che aiutava gli studi neurologici. Quel che facciamo oggi a Milano dare indietro allarte parte di quel che abbiamo imparato.

Ci d unanticipazione? Ci saranno delle sculture bianche contro un muro bianco, illuminate da una luce bianca o di un colore solo. E questa scultura produrr ombre di vari colori. Labbiamo chiamata Bianco su bianco a partire dal lavoro del pittore russo Malevich, ma quel che per lui era significato la fine della pittura per noi invece un inizio.

Ci pu spiegare come possibile? Il meccanismo fisiologico rimane sconosciuto ma c unarea del cervello, la V4, che risponde specificamente al colore prodotto dalle ombre. Quel che sappiamo che la visione funziona per opposizioni. Quando guardi un ombra bianca illuminata da una luce rossa, si vede ad esempio del verde.

Che reazioni vi aspettate nel pubblico? Vogliamo suscitare due reazioni. La prima che i visitatori si divertano e rimangano impressionati. La seconda che inizino a pensare alla realt e a quel che si pensa sia la realt.

Ma esiste davvero, la realt? Lunica realt che abbiamo la realt che percepiamo, quella che il cervello ci permette di vedere. A differenza delle api, ad esempio, noi non percepiamo gli ultravioletti e quindi non rientrano nella nostra realt. Poi, per, quando ci si alziamo da sotto il sole li notiamo Lunica realt insomma quella del cervello.

Edoardo Bergamin Riproduzione riservata

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