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Pestaggi su ordine del governo?

Scoppia lennesima bufera politico-giudiziaria in Montenegro per le scottanti rivelazioni diffuse da un ex agente di polizia Dopo 23 anni di potere assoluto, Milo Dukanovic, premier montenegrino per la settima volta, si trova a dover navigare su acque mai cos tormentate e nonostante finora sia riuscito a scansare accuse, scandali e grane giudiziarie, secondo molti analisti e giornalisti la sua eclissi politica sarebbe sempre pi vicina. Troppe, infatti, le crepe che rischiano di far crollare lenorme potere del primo ministro e la recente crisi politica, scatenata ad agosto dalla decisione del partito alleato Sdp di non votare la revisione sul bilancio, isola ancora di pi Dukanovic e i suoi uomini. A preoccupare il governo, per, soprattutto lultimo scandalo scoppiato a fine agosto, proprio quando si stava sgonfiando la bufera politica sorta ad aprile, in piena campagna presidenziale, per le registrazioni audio di varie riunioni interne al partito di Dukanovic (Dps) che hanno rivelato un capillare sistema di clientelismo sfrenato riconducibile al movimento e ai suoi vertici con un abuso evidente delle risorse statali. Lennesimo terremoto politicogiudiziario stato scatenato dalle gravissime rivelazioni di Brajusko Brajuskovic, ex agente di polizia dellunit speciale anti-terrorismo, diffuse il 21 agosto dal quotidiano Vijesti, uno dei pochi giornali indipendenti in Montenegro. Definire scottante il resoconto di Brajuskovic, affidato dopo una settimana alla Procura di Podgorica che a distanza di oltre un mese non ha ancora aperto uninchiesta, dire poco in quanto lo scenario che ne emerge risulta davvero inquietante e apre un importante varco sulla delicata questione delle numerose violenze subite dai giornalisti montenegrini, ma mai approfondite con indagini dagli organi competenti. Ununit segreta della polizia montenegrina, soprannominata Triade nera, sarebbe stata messa in piedi e coordinata addirittura da Veselin Veljovic - a capo dellunit anti-terrorismo dal 1995 al 2005, direttore della polizia fino al 2011 e attualmente consigliere del presidente Filip Vujanovic in materia di difesa e sicurezza - per intimidire, minacciare, terrorizzare e aggredire fisicamente gli avversari di Dukanovic e giornalisti, scrittori e intellettuali apertamente critici con il suo operato. Accuse di fuoco, quelle di Brajuskovic, secondo le

quali avrebbero fatto parte della squadra punitiva gli agenti dellanti-terrorismo Slavko Djurovic, Vlado Lazovic e Dragan Kalezic guidati da Miljan Petrovic, direttore del penitenziario Spuz e uno degli uomini pi vicini a Veljovic che sarebbe stato posto al comando della Triade nera. Pur elencando i vari crimini commessi dalla squadra, le accuse di Brajuskovic non appaiono esattamente circostanziate poich non sono state rivelate con precisione le identit degli autori dei pestaggi. A quanto ha riferito lex agente pentito, comunque, lepisodio pi grave attribuibile alloperato della Triade nera sarebbe lomicidio di Dusko Jovanovic, ex redattore capo del quotidiano Dan, avvenuto nel 2004 e tuttora senza colpevoli poich i giudici si limitarono alla condanna per complicit di Damir Mandic, il quale sta scontando nel carcere di Podgorica una pena di 18 anni. Lelenco dei pestaggi e delle aggressioni fisiche compiute secondo Brajuskovic dalla squadra , invece, chilometrico e tra le vittime figurerebbero Zeliko Ivanovic, direttore di Vijesti, Gojko Mitrovic, proprietario dellemittente televisiva Elmag Tv, il poeta Momir Vojvodic, il leader del Partito radicale serbo Vojislav Seselj, la giornalista di Vijesti Olivera Lakic. Come previsto, le accuse di Brajuskovic rilanciate dai due quotidiani pi critici, Vijesti e Dan, hanno innescato unincredibile escalation di smentite da parte delle persone coinvolte e un vortice di commenti indignati provenienti dalla polizia e dal governo. Veljovic ha immediatamente respinto ogni accusa, sostenendo che Brajuskovic da tempo si occupava di trafficare cocaina ed per questo motivo che sarebbe stato licenziato, mentre 80 agenti dellunit anti-terrorismo hanno firmato unappello affinch lagente pentito venga indagato per falsa testimonianza, diffamazione e calunnia. Intanto, i media indipendenti e le ong nazionali e internazionali che da anni denunciano le insostenibili pressioni sui giornalisti da parte del potere, culminanti nelle aggressioni fisiche, sperano che lultimo scandalo possa condurre finalmente a una svolta. "Questultimo bubbone politico-giudiziario costituisce unottima possibilit per i media montenegrini di ottenere un maggior grado di libert", ha sostenuto Esad Kocan, capo redattore del settimanale Monitor, in unintervista concessa al sito internet Southeast Europe Times. I giornalisti fanno solo il loro lavoro, la gente deve capirlo. Noi dovremmo avere un maggiore sostegno pubblico proprio perch fungiamo da controllori del potere.

sbagliato appaltare tutto il lavoro alla magistratura, che del resto in Montenegro fa parte del sistema e non si azzarderebbe mai ad avviare unindagine contro gli uomini di Dukanovic, ha precisato Kocan. "Indipendentemente dai dettagli della storia, il punto essenziale indagare in modo trasparente in tutti i casi di aggressioni fisiche in cui i responsabili non vengono scoperti. Ci normale in ogni Stato democratico e mi aspetto che avvenga anche in Montenegro, ricordando che le indagini giudiziarie devono essere condotto solo e soltanto nellinteresse dei cittadini, ha spiegato Oliver Vujovic, segretario generale dell'Organizzazione con sede a Vienna South East Europe Media (SEEMO). Deve essere chiaro che un attacco contro i giornalisti nasconde in verit un affronto fatto a tutto il Paese visto che i cronisti sono impegnati in attivit di rilevanza pubblica, come il governo o la magistratura. Voglio ricordare, inoltre, che nel nostro Paese ci sono tutte le leggi necessarie a proteggerci. Tuttavia, come ovvio, nessuna di queste leggi viene rispettata, ha affermato Marko Dralovic, giovane cronista 28enne di Podgorica. Se le autorit continuano a non individuare i responsabili degli attacchi ai giornalisti, sia gli esecutori materiali che i mandanti, non smetteremo di avere un enorme problema. Inoltre c il rischio che il clima di terrore e paura vissuto ogni giorno costringa i giornalisti a ricorrere allautocensura", ha detto Vujovic.

Budapest contro i senzatetto


Nonostante il governo stia cercando di svelenire il clima razzista e antisemita, lultimo provvedimento scatena le proteste internazionali Da tempo lantisemitismo e il razzismo nellUngheria del primo ministro Viktor Orban hanno superato ogni limite di guardia, e il governo in questi giorni sta cercando di svelenire il clima con dichiarazioni concilianti. Marted, infatti, il vicepremier Tibor Navracsis si impegnato in prima persona a dedicare ogni sforzo contro la deriva di intolleranza che rischia di investire il Paese. Abbiamo imparato dal passato e non permetteremo che accada di nuovo, questa democrazia caccer chiunque voglia incitare allodio, ha dichiarato Navracsis. Nonostante un rinnovato intento

democratico e tollerante da parte dellesecutivo, continuano per le offensive ultra-nazionaliste. Il parlamento di Budapest ha appena varato un nuovo provvedimento legislativo che vieta il pernottamento nelle strade e piazze del Paese. Ogni comune potr liberamente individuare le aree urbane off limits per i clochard e in seguito proceder al fermo di tutti coloro che dovessero infrangere la legge. Quanto alle pene previste dal provvedimento, si va dalle multe pecuniarie (in verit difficili da esigere) fino allarresto. Continua, dunque, lapproccio ultra-nazionalista di questo governo che ha frequentemente manifestato la propria avversione nei confronti delle minoranza. In base a una stima diffusa dallOnu, riportata dallagenzia Reuters, il numero dei senzatetto sparsi per le strade ungheresi tocca i 35 mila e secondo Magdalena Sepulveda, funzionaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, limpegno dellesecutivo ungherese dovrebbe concentrarsi nel miglioramento dellassistenza sociale, un settore sempre snobbato dal governo. Il divieto fortemente voluto da Orban - spiega la Sepulveda - non far altro che danneggiare la parte pi debole della popolazione e non risolver affatto i problemi. Infatti i ricoveri istituiti nelle citt ungheresi non appaiono sufficienti ad accogliere tutti i senzatetto e con la devastante recessione economica i piani di finanziamento per i nuovi alloggi sono rimasti chiusi nei cassetti governativi, nonostante le autorit affermino di aver investito 30 milioni di euro in nuovi dormitori. Ad ogni modo la squadra di governo assolutamente convinta della bont del provvedimento: La legge stata approvata nellinteresse stesso dei senzatetto, ha dichiarato il primo ministro. La nuova disciplina che si propone di risolvere la drammatica piaga dei senzatetto basata sullordinanza varata nella primavera del 2011 dal sindaco di Budapest Istvan Tarlos, secondo la quale i senzatetto non potevano pernottare in strade e piazze della citt. La sorte futura che attende la nuova legge di Orban potrebbe essere a tinte fosche se la Corte europea dei diritti delluomo accoglier la richiesta di abrogazione prestata da un folto gruppo di associazioni ungheresi.

Bosnia, accordo su Bruxelles

Raggiunta una prima intesa fra i leader politici della Bosnia ed Erzegovina per riprendere il percorso europeo stato siglato il primo accordo a Bruxelles fra i leader politici della Bosnia Erzegovina, per riuscire a rimettere il Paese in carreggiata nel sentiero di integrazione europea. In occasione del terzo round del dialogo di alto livello Ue-Bosnia sono stati presi alcuni impegni fondamentali in questa direzione: definire nuove regole elettorali che rispondano alle preoccupazioni di tutte le comunit presenti nel Paese, oltre che agli standard internazionali, e mettere in piedi un meccanismo di coordinamento interno sulle questioni legate all'Unione europea. Per raggiungere tali obiettivi la scadenza fissata al prossimo 10 ottobre, data in cui si svolger la nuova riunione del dialogo ad alto livello e che si attende come risolutiva, a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto annuale della Commissione europea sui progressi compiuti dai Paesi candidati o aspiranti tali nel cammino di riforme e allineamento agli standard europei, alla base di un futuro processo di adesione. Abbiamo avuto una buona discussione e abbiamo fatto importanti passi in avanti", ha dichiarato il commissario europeo all'allargamento, Stefan Fule, dopo l'incontro con i leader della Bosnia Erzegovina a Bruxelles. Abbiamo deciso di sospendere questa terza sessione del dialogo ad alto livello e di riprenderla il 10 Ottobre. E' stata una riunione produttiva, dove tutti partecipanti hanno dato un enorme contributo, ha concluso Fule. Se non dovesse rispettare questi impegni, per il 2013 la Bosnia Erzegovina in totale rischia di perdere 47 milioni di fondi europei, oltre la met di quelli stanziati quest'anno.

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