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. .

' II corpo umano non dimentica diceva Thrse Bertherat quan-


do elaborava, ormai pi di quindici anni fa, il suo metodo di antigin-
nastica. Le esperienze frustranti o negative, l'immagine che assumia-
mo di fronte al mondo esterno, i blocchi dell'emotivit si riflettono sul
corpo in tensioni e contrazioni muscolari che tendono a diventare cro-
nici insieme allo stress e alle tensioni della vita psichica.
Questa ginnastica dolce, non ripetitiva n affaticante, antiginnasti-
ca appunto, si prefigge di sciogliere le tensioni muscolari del nostro
corpo per restituirgli l'originaria armonia. L'autrice, psicologa, gi al-
lieva della Bertherat, ci insegna come raggiungere questi obiettivi at-
traverso alcuni semplici esercizi di antiginnastica, e soprattutto ci aiu-
ta a trovare una chiave di lettura per individuare i nodi e le tensioni che
appartengono alla nostra storia personale e che vanno ascoltati e rico-
nosciuti per pqter essere sciolti. " '
Antonella Fracasso noto nel 1955 o Padova, dove si laureato in psicologia. Si di-
plomato o Parigi 0110 scuola di Thrse Bertherat e nell'81 ho portato in Italia l'Antiginna-
stica. Vive e lavoro o Milano, dove ho fondalo il centro II Ginnasio, un centro di tera-
pie psicocorporee.
ISBN
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L. 25.000 (I.i.) 9 7
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ANTONELLA FRACASSO
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RITROVATO
MANUALE 01 ANTIGINNASTlCA
,LA TERAPIA-FATIA DI PICCOLI MOVIMENTI ,
CHE AIUTA A SCIOGLIERE LE TENSIONI MUSCOLARI
E A TROVARE L'EQUILIBRIO PSICO-FISICO,
ARMENIA
Antonella Fracasso
IL CORPO RITROVATO
ARMENIAll.. EDITORE
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All'interno disegni di Stefano Bianchi
l . Arme.n'il
Viale Ca' Granda, 2 - Milano
Prefazione
L'argomento di questo libro l'antiginnastica, che ho impara-
to a Parigi alla scuola di Thrse Bertherat.
Questo metodo costituisce da dieci anni la base del mio lavo-
ro terapeutico, il quale, per sua stessa natura, mi ha portata di
volta in a percorrere le strade che mi si sono presentate
d.avanti, straqe in cui la vita personale e lavorativa non si pote-
e non si dovevano distinguere.
Scrivere questo libro ha costituito un'esperienza molto appas-
sionante, attraverso la quale mi sembrato di poter raccogliere
i frutti di dieci anni di vita intensissimi.
Ho cercato di descrivere pi chiaramente e pi fedelmente pos-
sibile il metodo dell' antiginnastica cosi come stato codificato
da Thrse Bertherat, ma mi sono accorta che esso ha preso una
forma personale, forgiandosi completamente sulla mia specifica
esperienza. In questi anni, infatti, il mio lavoro ha progredito .
sviluppando sia i risvolti psicologici, ai quali questo metodo e la
mia stessa formazione mi indirizzavano, sia le problematiche della
gravidanza, della maternit e della salute nel suo insieme. Que-
sti argomenti hanno trovato quindi molto spazio nel libro.
i
Avrei potuto sviluppare maggiormente temi quali quelli del mo-
vimento o dell' eziologia somatica dello squilibrio muscolare. Ho
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preferito viceversa concentrarmi sul nocciol d'
che l' dei legami che
.quale 1'antiginnastica, e la vita u::ei
SIeme, cos come lO II ho sperimentati.
Avrei potuto dare maggi t . .
'. . ore s rutturazlOne scIentifica alle mie
ma Il mio lavoro mi ha portata . il' l
che e verticali tra i fatti della vit:
e ogiC e e orizzontali, chiamate dalla scien
za u ICI a e. -
Milano, gennaio 1991
Introduzione
L' antiginnastica nata e cresciuta in Occidente ed dedicata
a chi in Occidente ci vive, a chi abituato a parole come stress,
tensione, difesa, deformazione, perch fanno parte, ormai da mol-
to tempo, della cultura e della realt dell'uomo occidentale.
Il terreno di base su cui si muove 1'antiginnastica quello dei
muscoli, considerando l'individuo nella sua interezza. Dato che
la forma del corpo di una persona fortemente determinata dal-
stato dei suoi muscoli, le si propone di vivere il corpo piena-
mente, facendo dei movimenti che non hanno come obiettivo n
1'allenamento, n il fare fatica. Tali movimenti sono stati stu-
diati per tonificare o allentare la muscolatura, per creare una si-
tuazione in cui la persona sia facilitata ad entrare in contatto con
se stessa ed ascoltare la storia che il suo corpo le racconta:
Questi movimenti, chiamati preliminari, non sono ripetiti-
vi, dato che la ripetizione, comune alle ginnastiche in genere, ten-
de a produrre estraniamento da s piuttosto che ascolto ed at-
tenzione.
Un obiettivo anche quello di riacquistare la forma. In questo
l'antiginnastica in antitesi con l'opinione corrente nel mondo
occidentale, e cio con il fatto che per essere in forma siano
necessari un incessante allenamento e molta fatica. Per essere in
forma basta che il nostro corpo riprenda il suo originale equili-
brio muscolare, in cui la catena posteriore non accorciata e il
diaframma libero di muoversi. Questa una buona partenza
per divenire agili al punto di poter praticare 1'alpinismo, o essere
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cantanti in grado di usare il diaframma e la gola per fare uscire
la voce e scoprirne con emozione la potenza e la bellezza.
Ma proprio vero che siamo nati tutti in forma? Salvo han-
dicap genetici, congeniti o traumatici, tutti, da bambini, aveva-
mo muscoli forti ed elastici. La schiena era lunga e diritta, la re-
spirazione libera, il torace mobile e flessibile, il collo lungo, i piedi
avevano una forma armoniosa e non erano doloranti. Lo sguar-
do era vivo, il riso e il pianto non venivano trattenuti.
Detto questo non proponiamo ora di ripercorrere tappa per
tappa tutto il cammino che abbiamo fatto sino a deformarci, an-
che se sarebbe possibile, attraverso i muscoli, leggere la nostra
storia. Non proponiamo nemmeno di interpretare, dal punto di
vista simbolico e psicologico, tutte le nostre tensioni, ma di pren-
derne coscienza prima di tutto ascoltando quello che il corpo ci
dic,e qui ed ora.
E possibile superare queste tensioni, allentandole e ascoltan-
do quello che ci vogliono segnalare; senza contrastarle ed osta-
colarle come se fossero qualcosa di diverso da noi.
Voglio che lei mi faccia passare il mal di schiena una frase
ricorrente che sentiamo nel nostro lavoro. Come se il mal di schie-
na fosse un' entit separata, un disturbo da eliminare senza mo-
dificare nient'altro di s.
Non possibile che qualcuno ci faccia passare il mal di schie-
na, ma possibile per ascoltarlo, sentendo che deriva da un' ec-
cessiva tensione della muscolatura della schiena. Se allentiamo
questa tensione possiamo assumere una posizione diversa, abban-
donando gradualmente quella che lo provocava.
Cambiare posizione vuoI dire anche cambiare struttura, vuoI
dire essere disponibili nei confronti di noi stessi, mettersi in di-
scussione. VuoI dire cambiare qualcosa della propria vita in mo-
do che la nostra schiena non abbia pi bisogno di farsi sentire.
lO
Capitolo I
L'antiginnastica
!
,. I
Thrse Bertherat ha messo a punto il suo lavato negli anni
Settanta, a Parigi, e l'ha chiamato antiginnastica. E un' attivit
che si svolge prevalentemente in gruppo, con la guida di un tera-
peuta, ma anche in sedute individuali.
Arrivai da lei dopo aver letto il suo libro. Mi trovavo in un
momento particolarissimo della mia vita perch, da poco laurea-
. ta in psicologia, ero in cerca di un lavoro ma ero anche terroriz-
zata all'idea di trovarlo. Da un lato infatti avevo la consapevo-
lezza che l'universit era stata una grossa esperienza culturale,
un' intensa scuola di vita e un' appassionante stagione di lotte po-
litiche. Dall'altro lato per non avevo imparato un metodo di ap-
proccio terapeutico che mi consentisse di intraprendere la mia
professione con un minimo di tranquillit d'animo. Inoltre non
mi ero ancora sottoposta a una terapia personale e avevo delle
forti resistenze ideologiche all'idea di intraprenderla. Partii per
Parigi dunque, pensando sia alla possibilit di imparare un lavo-
ro, sia con una aspettativa personale ben precisa: avevo mal di
schiena e mi sembrava un po' troppo presto rispetto all'et che
avevo! Mi accorsi in seguito, con l'esperienza professionale, che
invece comunissimo avere mal di schiena non solo a 24 anni,
come era il mio caso, ma anche molto prima. Voglio sottolineare
meglio questo punto perch costituisce una delle caratteristiche
pi originali dell' antiginnastica. Questo metodo infatti, ha il gran-
de pregio di rivolgersi a tutti coloro che, sentendo un disagio,
vogliono prenderne coscienza per cambiare e stare meglio. Que-
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sto significa che non necessario essere classificati come malati
per occuparsi di se come spesso invece siamo portati a fa-
re nella nostra socIet. E su questo che poniamo l'accento nei
gruppi di il che non vuoI dire che le persone ma-
late o con dIsagI non frequentino i nostri gruppi. Le une
sono spesso presenti accanto agli altri perch, come vedremo me-
glio pi tutti i malesseri di tipo posturale, (ma anche tut-
te le malattie In generale) hanno un comune denominatore. Per-
amo nei gruppi, persone molto eterogenee per
eta, estraZIOne socIale, sesso, salute e professione perch pi
stimolante, sia per me che per loro.
Uno dei pi grandi meriti di Thrse Bertherat quello di aver
proposto un metodo di cura e guarigione privo di connotazioni
mediche o Questo aspetto mi appassion tantissi-
n:o quando conobbI l'antiginnastica a Parigi, forse perch allora
una mia costituzionale esigenza di oppor mi alla me-
dlcma uffIcIale. Ma a tutt'oggi, con pi consapevolezza di me
stessa e del mondo che. circo,:da, penso sia comunque un aspet-
to fondamentale e ongmale di questa terapia.
A seconda di chi conduce il gruppo, l'antiginnastica pu assu-
mere le caratteristiche di una terapia, perch tende alla guarigio-
attraverso l.a:rescita e il cambiamento delle persone, oppure
dI. lavoro dI in cui si tende ad impartire de-
mseg-?amenuutili al benessere e alla salute dei partecipanti
al gruppI.
. le. .di antiginnastica si compiono dei movimen-
ti 1 quali SI contatto cn le sensazioni corporee
e le tenSIOnI muscolari. E infatti inutile cercare di rilasciare una
tension,e se non si nemmeno in grado di sentire dove essa si-
E dunque favorire nelle persone la concentra-
ZIOne su dI s la presa di coscienza, il sentire. Questo impor-
tante c:ll partenza, che di per s gi un buon risultato,
no,: lo SI raggIunge attraverso ricette preconfezionate automati-
smI o uguali per tutti. La:" coscienza del co;po infatti,
nasce mnanzitutto dalla volont di concedersela e non esiste nes-
sun che: ce la possa garantire. I piccoli-
grandi mOVImentI dell antlgmnastIca, tendono a favorire questa
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coscienza, ma sarebbe pericoloso accostarcisi passivamente, pen-
sando di ottenere da essi, quindi dall' esterno, qualcosa che dob-
biamo invece cercare attentamente in noi stessi.
I Preliminari
I movimenti dell' antiginnastica sono chiamati <<preliminarh> per-
ch secondo la definizione di Thrse Bertherat, sono quei mo-
virdenti che preparano il corpo e tutta la persona a vivere
in modo pieno. Essi non producono un rilaSCIamento
o distensione ma tendono ad allentare le tenSIOnI nella muscola-
tura posterio;e e ad attivare la muscolatura anteriore: L'obietti-
vo quello di creare un equilibrio tra queste due partI del
un equilibrio che tutti abbiamo alla nascita, salvo deformaZIonI
congenite o traumi, ma che P?i perdiamo nel cor-
so degli anni. La parte posterlOre del corpo
pi forte ed insieme alla forza acquista CO?,-
tratture muscolari. Quella anteriore, al contrano, e sempre plU
deb-ole, indifesa e rilassata.
Tutto ci insito nella natura stessa dell'uomo. Siamo fatti
cosl. Tutti, chi pi chi meno, vanno incontro a questo
vo squilibrio. Dobbiamo cercare per questo no,:\ Cl porti a
situazioni di disagio e malessere ecceSSIVI, dato che plU aumenta
la disparit tra le nostre due e q.uella
posteriore, pi saremo soggettI a deformarcI e a soffnre dI una
vasta gamma di mali. ." . .
L'antiginnastica propone un nequilibno attraverso mOVImen-
ti che distendono e allungano il dietro per far recuperare forza
e tonicit al davanti del nostro corpo. Infatti quando sottopo:
niamo un muscolo ad una tensione, un allungamento anche dI
soli 100 grammi, questo muscolo inibit?, non P? contrar-
si: a questo punto entrano in azione altn muscoli dettI antago-
.
Cosl se allunghiamo la schiena, il ventre, suo antagonista, SI
contra:r senza dover fare nulla di pi.
Nei movimenti ogni persona viene lasciata libera di sperimen-
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.\ .1
tare i propri ritmi ed i propri tempi. In questo lavoro cerchiamo
di imparare a ritrovare dei movimenti economici e giusti per ri-
creare un'intelligenza muscolare in cui la parte anteriore del cor-
P? in maniera completa e solidale con il resto. Se per esem-
pIO voglIamo sollevare la testa per guardarci i piedi stando diste-
si a te.rra, all'ix:izio pu essere molto faticoso. Non sentiamo quali
sono I muscoh che sollevano la testa, o pi spesso crediamo che
siano quelli della nuca o della regione lombare perch ci fanno
Ma queste contratte sono invece quelle che ci impe-
m?VImento. un certo tempo di pratica, se
arrIVIamO a SCIOglIere le tenSIOnI della nuca e della schiena riu-
sollevare la testa non solo con queste, ma anche con
I muscoh del ventre, ed in seguito con quelli delle cosce. Tutti
i muscoli anteriori si associano per sollevare la testa ma c' biso-
gno di ritrovare questo modo di organizzarsi, perch la maggior
parte di noi l'ha perduto. Ma di questo antagonismo tra la mu-
scolatura anteriore e quella posteriore, scoperto e sperimentato
da Franoise Mzires, parler meglio in seguito.
In Occidente purtroppo abbiamo generato un grande abisso che
la mente dal corpo. Il lavoro corporeo diventato spesso
fme a se Il corpo una macchina da allenare con pesanti
stratagemmI che a volte, come nel caso del body building asso-
migliano pi ai lavori forzati che a esercizi fisici che
portare Molto spesso questo maltrattamento avviene
ax:che a dei I genitori, ossessionati dal bisogno
dI li a fare ogni tipo di ginnastica e
sport, afhnche il loro corpo SIa corretto, raddrizzato e irrobustito.
A questo proposito voglio parlare di una persona che ho in-
contrato durante un seminario da me tenuto.
. B. un u?mo di 40 anni, illustratore di libri per bambi-
n: e dI nuoto. Arriv da me dopo aver letto i libri
dI e aver gi messo in pratica i preliminari in
deSCrIttI. MI dIsse che era entusiasta del metodo e che lo ap-
plIcava regolarmente, da tempo, ai suoi allievi nuotatori.
La cosa farebbe rizzare i capelli alla Mzires e alla Bertherat
da sempre a ogni sport che non sia camminare. lo
ascoltaI CUrIosa.
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In pratica Enzo incominci a fare ai al!i
evi
dei
preliminari, perch vedeva troppe lordosl, tropp.e CIfOSI sa-
peva non sarebbero state migliorate dal nuoto, il quale; stimo:
lando fortemente tutti i muscoli posteriori, soprattutto 1 dorsali
e gli spinali non fa altro che la Il successo
stato talmente evidente che ora il nuoto e dIventato un prete-
sto. O meglio, alle persone che vanno lui. a nuotar.e per
forzarsi e per raddrizzarsi, Enzo non dIce dI no, ma I tempI del
preliminari all' asciutto si allungano sempre di pi rispetto a quelli
del nuoto vero e proprio.
Enzo ha avuto l'idea di chiamare l'antiginnastica anche ante-
ginnastica. E anch'io la considero un preliminare assolutamente
indispensabile a qualsiasi tipo di sport e di ginnastica.
Il lavoro di gruppo
Nelle sedute di antiginnastica ognuno pu servirsi dei compa-
gni di gruppo come specchio pu servirsi del tera:
peuta per essere guidato verso il cambIamento e soprattutto puo
comunicare le proprie sensazioni, derivanti
ch; possono essere immagini, emozioni, atteggIamenti pSicologI-
ci, abitudini, comportamenti. . .
Nel liberare le tensioni muscolari si possono provare mfattI
sensazioni che non sono solo corporee, ma anche psichiche, per-
ch tutto in noi collegato: il corpo una manifestazione della
nostra psiche e viceversa.
Lo stimolo a comunicare le sensazioni ci rende pi attenti ver-
so noi stessi. Il saper collegare alle sensazioni corporee immagini
ed emozioni ci aiuta a ristabilire quei canali di comunicazione
che abbiamo spesso disattivato. .favorisce
la salute l'intuizione, l'intelligenza. Un buon equihbno musco-
lare si traduce anche in un migliore invio di impulsi ner-
vosi al cervello e viceversa. Ignoriamo che potremmo aumenta-
re le nostre capacit intellettuali se scoprissimo come ci orientia-
mo nello spazio, come organizziamo i movimenti No?
ci viene neppure in mente che aumentando la velocita e la preCi-
17
!
I
"
l
sione degli stimoli nervosi tra cervello e muscoli, miglioriamo an-
che il funzionamento del cervello.1
Se la grande rivoluzione di Franoise Mzires stata quella
di ribaltare i metodi dell' ortopedia classica, scoprendo che la mu-
scolatura posteriore non va rinforzata ma rilassata, la rivoluzio-
ne di Thrse Bertherat quella di aver creato con le sue sedute
di antiginnastica un momento in cui persone - che non neces-
sariamente rientrano nel novero dei malati - si possono occu-
pare attivamente della propria salute senza rivolgersi al medico.
L'antiginnastica si indirizza infatti a coloro che sono alla ri-
cerca di loro stessi, che soffrono o che stanno per soffrire, e non
solo a persone forzatamente individuate gi come malate dalla
medicina ufficiale.
I movimenti dell' antiginnastica, insegnando a muoversi con
scioltezza e grazia naturali, tipiche di quando non si trattenuti
dalla tensione muscolare, ci fanno sperimentare l'esperienza del-
lo stare bene. Essi non servono a dare il benessere solo nel mo-
mento in cui si compiono, ma permettono di integrare la nuova
libert di movimento in tutti i gesti quotidiani.
Pu succedere che durante una seduta di antiginnastica una
persona faccia un certo movimento, servendosi per esempio di
una palla di gommapiuma, e questo movimento pu induda a ri-
lasciare, anche solo per poco tempo, la tensione nella zona lom-
o nel tratto compreso tra le scapole, in modo che, per la
pnma volta questa persona sappia che la sua schiena pu posarsi
a terra i.q tutta la sua lunghezza senza provare dolore. Il diafram-
ma, non pi trattenuto dalle contratture del dorso, diventa allo-
ra mobile e consente di respirare meglio ed insieme ad esso an-
che la schiena pu espandersi e respirare.
Si possono fare tante e'sperienze di questo genere fino ad inte-
grare questi piccoli cambiamenti di volta in volta nel proprio cor-
po, nella giornata, nella vita. Un piede massaggiato con l'aiuto
di una pallina, o lavorato in modo da distenderne i muscoli che
1. Thrse Bertherat. Guarire con l'antiginnastica. Edizioni Mondadori.
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lo rendono sar sempre pi, difficile da rinchiudere i.n
una scarpa appuntid o con tacco alto che lo deforma, deforman-
do di conseguenza, tutto il corpo. .
Nel corso delle sedute si fanno piccolissimi esperimenti. Alcu-
ni producono uno choc, altri vengono piano piano. So:
no cambiamenti millimetrici che richiedono al nostro corpo dI
organizzarsi in una maniera completamente nuova. Magari per
pochi secondi impariamo una possibilit di movimento che non
conoscevamo, perch ci siamo serviti di muscoli diversi, che nor-
malmente sono inattivi. Abbiamo la possibilit cosi di scoprire
il nostro corpo, come se fosse la prima volta. In questa scoperta
siamo lasciati liberi: non dobbiamo conformarci a nessun pro-
gramma, dobbiamo trovare da soli quello che conveniente al
nostro benessere, senza aspettare dall' esterno un' approvazione.
Spesso per per arrivare al benessere bisogna passare attraverso
brutti momenti: quelli in cui si scopre che si impossibilitati a
compiere certi gesti, a causa di blocchi muscolari di lunga
Ci si trova impotenti, rigidi di fronte ad un malessere che abbIa-
mo sempre cercato di evitare, deformandoci. In questi momenti
critici il paziente pu assumersi la responsabilit di affrontare
il malessere per cambiare, ma pu anche desistere, e rifiutare im-
plicitamente di guarire per non cambiare. Per questo a volte si
pu uscire da una seduta pi a disagio di quando si arrivati.
Ma se riusciamo a superare l'immediata negativit delle nostre
sensazioni potremo trasformarle in uno stimolo per cambiare. Il
disagio in s non certo positivo, ma pren?e:ne
scienza, possiamo sentirne la causa e questo puo serVIrCI a eVI-
tarlo e a trovare l'equilibrio. '
Antiginnastica non dunque rilassamento e sollievo, ma un
lavoro intenso e sconvolgente, che pu certo portare a stare me-
glio, ma attraverso un cammino che pu essere lungo, tortu,0so
e pieno di pericoli, perch in ogni rigidit ,eh: va
a visitare o a dissolvere contenuta una stona e un slgmfIcato
che si liberano. . .
L'innovazione dell'antiginnastica quella di fornire un luogo,
un modo per affrontare se stessi in piena libert, facendo dei mo-
vimenti di allungamento e di presa di contatto con il proprio cor-
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po, mirati ad abitarlo meglio, a esserne padroni e consapevoli sen-
za esserne i controllori e i censori.
Questo intervento su di s ci fa prendere coscienza che lo sta-
' re bene una nostra responsabilit, dunque ci stimola ad essere
attivi e autonomi rispetto .glla nostra salute.
A influire positivamente sul nostro stato psicofisico non sono
le mani del terapeuta) non sono le medicine del medico ai quali
ci rivolgiamo spesso con lo stesso spirito di quando portiamo 1'au-
tomobile dal meccanico: guardi che cos'ha e ci pensi lei a ripa-
rarla (o ripararlo, se il corpo). Quante volte ho constatato que-
sto atteggiamento grezzo e ignorante anche e soprattutto in per-
sone di pretesa sapienza e levatura intellettuale!
I benefici conseguibili mediante il semplice massaggio del ventre
sono un esempio di quanto il contatto e la confidenza con se stessi
siano importanti e benefici.
Nelle sedute di antiginnastica infatti, oltre a fare movimenti
volti al riequilibrio muscola're, si fanno movimenti e automassaggi
volti all'esplorazione e alla consapevolezza. Proponendo di mas-
saggiarsi il ventre con una sequenza particolare che favorisce i
movimenti peristaltici intestinali e lo scorrimento dell'energia,
le persone hanno spesso reazioni di meraviglia: Ma come? duro
qui sotto! oppure: morbido!. Oppure di piacere, o ancora
di dolore o di insofferenza. C' anche chi ha un vero e proprio
rifiuto a toccarsi dicendo che ha una sensazione di sgradevolez-
za e di fastidio. Quasi sempre per, subito o dopo un certo tem-
po, le persone scoprono che massaggiandosi provano benesse-
re, sollievo al dolore, beneficio per la stipsi, tanto che riescono
a utilizzare il massaggio in ogni momento in cui ne sentono l'esi-
genza.
Sembra la Scoperta dell'acqua calda ma quante volte stipsi osti-
nate, aerofagie, crampi e gonfiori si sono risolti cos, con un ge-
sto semplice ma che sottende calore, contatto con s, autorassi-
curazione e autonomia.
20
I
FRANOISE MEZIERES
. . metodo Thrse Bertherat partita
N elio il M'" 'res di leggere il corpo umano
dalla proposta dI FJan

?I:& quella anteriore e


come composto da ue tIpI d mu . temi contrapposti interagentl
la posteriore, che forman? ue SIS
tra di f : t pista francese nasce nel 1947 da
La teona. dI questa lS10 ma a dir poco geniale: la mu-
un'osservazIOne. forte e tendenzialmente ac- _
scolatura postenore e il po a disegnare delle lordosi,
corciata, . tanto. c?e costnnge l cor hezza. Quella anteriore per
cio deglI archI, In tutta sua .ung debole L'occasione per fare
contro tendenzialmente una afflitta da un'e-
questa verifica fu data cl MeZleres t da due anni un corsetto di
norme gobba. Questa onna por nessun beneficio. Mzi-
cuoio e ferro che non Pffsioterapista si adoper per mesi
res, che era allora ,-:na SI' Cl' ma risultati. Ebbe al-
li . t on 1 meto 1 c as , .
su a paZlen -e c . - l aziente a terra supina per applat-
lora l'idea di far dlstenddere a Pf Ile spalle vidi che mentre
bb P n o con orza su .
tire la go a. reme . no appena la zona lombare SI
-. Il d Il d na SI muoveva ,
re spa e e a on
Q
, d i le piegai le ginocchia sul ventre,
inarcava a ponte. ua? o. po la testa si rovesciava all'indie-
l b si appIattiva ma
la zona. om are l' l Il o di questa donna era sconcer-
tro con Il verso li ahto: secondo le indicazioni clas-
me' 1 musco c e In eo , .
tante per. . f are si comportavano Invece co-
siche, avremmo dovuto nn trdalla' testa ai piedi e come se questo
me se esistesse U!; solo mufco Ripetei pi volte l'esercizio e ot-
muscolo fosse gla or . Chiamai una collega, ed ella con-
tenni lo stesso
d
e i muscoli dorsali si comporta-
venne che bIsognava e l he erano troppo forti e troppo
vano come un solo e t'n
1
nCl'0' a trattare i suoi pazlen-
. A nto Mezleres InCOHil . l
tI. questo. pU
f
'
l
d Il . tUl' zione ed i risultati furono ta _
. - d il 1 o e a sua In . di 1
tI seguen o .. b ndon completamente 1 meto c as-
mente incoraggIantI che ab a t Il metodo Mzires nacque
sici per elaborare la scoperda. he rl'balto' tutti i concetti
. r 'd uesta onna c
cosl, dalla Ita Id
q
t con grande precisione una tec-
dell'ortopedIa, metten o a pun o _
21
nica che guarisce quasi tutto ci che normalmente COnSll..<-i ato
incurabile. Vederla lavorare assolutamente appassionante: 'co-
me se vivesse le stesse Cose che vive il suo paziente, ed sempre
conquistata da quello che sU,ccede durante il suo trattamento, co-
me se fosse la prima volta. E una donna piccolina, energica" con
il viso rotondo, gli occhi azzurri vivaci e curiosissimi, quasi da
bambina, un caschetto di capelli bianchi e liscissimi.
Osservando il corpo umano dal punto di vista dell' anatomia,
infatti, possiamo constatare come tra la faccia anteriore e la fac-
cia posteriore ci sia gi una grossa differenza: i muscoli posterio-
ri sono pi numerosi ed hanno maggiore massa e densit rispetto
a quelli anteriori.
Nella zona lombare e in quella cervicale, che per la maggio-
ranza delle persone rappresentano dei veri e propri punti ne-
vralgici, i muscoli posteriori sono 22 nella zona cervicale con-
tro 2 anteriori, e 10 nella zona lombare contro, nella parte ante-
riore, i soli muscoli addominali.
Oltre a ci i muscoli posteriori sono poliarticolari, cio fissati
da pi tendini e collegati spesso non solo ad una ma a due artico-
lazioni. Quelli anteriori invece oltre ad essere inferiori di nume-
ro sono monoarticolari e spesso isolati l'uno dall'altro. (Vedi fi-
gure 1 e 2).
Accorciamento posteriore
Cosl, mentre la parte posteriore, ben collegata in tutti i suoi
muscoli, una vera e propria catena che pu contrarsi tutta in-
sieme come un solo muscolo, la parte anteriore costituita da
una linea muscolare tratteggiata, che sembra continuamente in-
terrompersi.
Secondo Mzires, l'accorciamento muscolare posteriore la
vera causa di ogni deformazione, salvo traumi o deformazioni
congenite. All'osservazione di come la muscolatura posteriore sia
sempre contratta ed agisca come un solo muscolo, segue un'altra
importantissima osservazione: l'allungamento di uno qualsiasi dei
muscoli posteriori provoca 1'accorciamento del resto della mu-
22
Fig. 2
Fig. 1
23
scolatura posteriore nel suo insieme. Cosa che conferma la gran-
de solidariet che c' tra i muscoli posteriori nel cercare di resta-
re sempre contratti, come un esercito in difesa: se uno dei solda-
ti cede, gli altri lo rimpiazzano.
Se per esempio la zona lombare si allunga, subito il collo si
accorcia. Se si allunga invece la zona tra le scapole favorendo l'in-
sorgenza della gobba, subito le zone di schiena inferiori e su-
periori ad essa si accorciano inarcandosi. Nel caso di cifosi (la
cosiddtta gobba) e quindi di convessit della schiena, che appa-
rentemente sembrerebbe causata da una muscolatura troppo de-
bole, se andiamo a guardare la persona nel suo insieme, notere-
mo che in qmilche punto della schiena o nel suo collo, i muscoli
sono talmente contratti da costringere ad una iperlordosi.
TI nostro occhio attirato dalla gobba che appare come il di-
fetto pi macroscopico, ma essa solo la conseguenza di un ec-
cessivo inarcaniento, dovuto alla tensione dei muscoli posteriori
che si trovano pi in alto o pi in basso della gobba. (Vedi fi-
gura 3).
Dato che dobbiamo mantenere lo sguardo parallelo all' orizzonte
non potremo certo solo inarcarci, perch finiremmo con il guar-
dare per aria. Ad ogni arco dunque siamo costretti a compensare
con una gobba per mantenerci ,diritti. La cosa ben visibile
in queste due figure (4 e 5).
Ad un accentuarsi della lordosi, dovuta all' accorciamento po-
steriore,. consegue un accentuarsi della cifosi.
Antagonismi
Il ventre, a causa della concavit posteriore, viene spinto al-
l'infuori. Per questo assurdo pretendere, come si fa comune-
la pancia con la normale ginnastica: la pan-
CIa promInente e provocata senz' altro dal rilassamento dei mu-
scoli addominali, ma finch non riusciremo a rilassare i loro an-
tagonisti, situati nella zona lombare, essi non potranno mai con-
trarsi perch sono inibiti dalla forza eccessiva dei posteriori.
Questo stesso meccanismo si ripete in tante altre zone del cor-
24
Fig. 3
25
po: nel collo, per esempio, la muscolatura posteriore spesso trop-
po contratta, tanto da costringere il. collo a diventare un arco.
I muscoli anteriori, sternodeidomastoidei, sono poco tonici e la-
sciano che i loro antagonisti posteriori eseguano tutto il lavoro
di sostentamento della testa e sono da questi inibiti. Solo rila-
sciando la parte posteriore potremo attivare quella anteriore.
Cosi avviene anche nelle gambe: finch i bicipiti (posteriori)
non si rilasciano i nostri quadricipiti (anteriori) saranno molto
inibiti e molli.
In qualsiasi tipo di attivit corporea bisogna dunque tener conto
di questo principio degli antagonismi: inutile fare tanta fatica
per fortificare gli addominali con movimenti che interessano an-
che la schiena invece di rilasciarla e allungarla: otterremo addo-
minali solo un po' pi tonici, ma avremo poi una schiena talmen-
te contratta da crearci dei problemi.
Un'altra osservazione di Franoise Mzires che la lordosi
si sposta lungo la colonna (e anche pi in gi), come un anello
lungo una corda: se eliminiamo la lordosi nella zona lombare que-
sta passer pi in alto, nella zona cervicale, o riapparir tra le
sca,pole, o ancora sotto le ginocchia.
E inutile occuparsi quindi della 10rdosi solo 11 dove essa ci ap-
pare: per correggerla e quindi per allentare la tensione dei mu-
scoli che ne sono responsabili, dovremo occuparci del corpo in
tutto il suo insieme. Solo allungando tutta la muscolatura poste-
riore possiamo eliminare la tensione di un tratto di essa. Altri-
menti, dato che i muscoli posteriori costituiscono un insieme mol-
to ben collegato e solidale, ogni tensione eliminata in basso ri-
comparir in alto e viceversa.
Mzires dice che l'accorciamento posteriore causa di ogni
deformazione perch sono i muscoli che contraendosi o rilascian-
dosi fanno prendere alle ossa determinate posizioni che sono spes-
so causa di deformazione, infiammazione e dolore. Un esempio
semplice e diffuso quello della famosa artrosi cervicale: le ver-
tebre del collo a poco a poco, a causa della tensione muscolare
che le tira e le sposta, si avvicinano e si usurano provocando gran-
de sofferenza. Solo se eliminiamo la causa dello spostamento po-
tremo avere dei benefici: allentando perci la tensione posterio-
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re, non solo localmente, ma nell'insieme della muscolatura e atti-
vando la tensione anteriore per sorreggere adeguatamente la testa,
le vertebre potranno allontanarsi . una dall'altra senza farci soffrire .
. dunque influenzare la nostra postura e quindi la po-
SIZIone delle nostre ossa attraverso 1'azione sulla muscolatura. Le
ossa da sole infatti, non sono causa dei nostri malanni, come nor-
malmente si ritiene.
Rotazione interna degli arti
La catena posteriore, grande causa di deformazioni, ha poi dei
compli.ci: i n;uscoli rotatori interni degli arti, che agiscono in per-
fetta smtoflla con la muscolatura posteriore pur non facendone
sono della rotazione interna di spalle e
gmocchia. QuestI muscoli, come i pettorali per quanto riguarda
le spalle, e gli adduttori per le ginocchia, non fanno parte della
catena posteriore, ma agiscono di co'mune accordo con essa.
Nelle posture Mzires, per ritrovare l'equilibrio muscolare
si tiene conto perci anche delle compensazioni dei muscoli
tatori interni. Inutile per esempio allungare collo, schiena e gambe,
se nello stesso momento le spalle o le ginocchia ruotano all'inter-
no. La nostra postura subirebbe una modificazione momentanea
per ritornare poi come prima.
La respirazione
L' ori,ginalit di Mzires per quanto riguarda la respirazione
sta che essa non va appresa, ma liberata. Essa in-
fattI e poco ampIa e insufficiente perch il diaframma quasi
sempre bloccato nella fase inspiratoria. Poich il diaframma si
alle sempre comunque a causa della ten-
muscolI postenori che esso trattenuto e impedisce al-
I ana dI entrare ma soprattutto di uscire liberamente. Questo,
a andare, produce la deformazione della gabbia toracica,
perche e come se essa fosse una scatola che si deve adattare ad
un coperchio, costituito dal diaframma, che tende a disporsi obli-
quamente.
28
Non si tratta dunque di imparare dei movimenti respiratori
particolari, ma di rilasciare la tensione poste-
riore nel suo insieme, sempre durante l espIraZIOne, In modo da
sbloccare il diaframma. .. .
Espirare a fondo, a bocca aperta, il solo di a:vvIcmarsi
alla forma perfetta del torace e del ventre. DI qUi un
tissimo caposaldo del metodo Mzires: la forma determma la
funzione e non viceversa.
La forma determina la funzione
Si crede spesso che se una persona non in grado di
un certo movimento (come pu essere appunto la
basti farglielo compiere pi volte fino a Per
res invece se una persona non sa o non puo fare un :nOVI-
mento perch la sua struttura non glielo permette ..
la tensione che costringe la persona a una postura rIgIda, SI puo
dunque far cambiare la struttura corporea, e fa si ch.e la
funzione venga recuperata. Se
scomp aiono le gobbe, le .le aSImmetrIe degh e
ci ci fa compiere dei mOVImentI che fmo a quel Cl sem-
bravano impossibili. La modificazione della cattIva forma, agen-
do sulla struttura, fa recuperare la perduta.
C' poi un'interazione evidente di. questo tIpo anc?e per quanto
riguarda la digestione: agendo sul dIaframma e al
race la forma corretta, si pu recuperare una buona funZIone dI-
gestiva.
Rilassare la muscolatura posteriore non significa solo rilassarsi
Rilasciare la muscolatura posteriore significa liberare i
li anteriori antagonisti e farli lavorare, quindi non un semplice
rilassarsi e liberare tensioni. . .,
Rilassando un qualsiasi muscolo l ac-
corciamento dell'insieme dei nostri muscolI posterIOrI: dunque
29
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mentre ci rilassiamo e ci allunghiamo dobbiamo tener conto del
nostro corpo in tutto il suo insieme, eliminando le possibili com-
pensazioni .quali sono le contratture di altri muscoli posteriori,
le rotazioni interne degli arti, il blocco della respirazione.
Il rilassamento posteriore un lavoro durissimo e non una pra-
tica rilassante, anche se pu esserci questo effetto rilassante, do-
vuto ad un migliore equilibrio muscolare ed energetico.
La portata delle scoperte di Mzires
Le scoperte di Mzires, hanno portato ad un metodo, prati-
cato quasi esclusivamente da fisioterapisti, che costituisce un' e-
norme rivoluzione nel campo dell' ortopedia. Con questo meto-
do si pu arrivare a trattare moltissimi tipi di patologie, alcune
delle quali sono considerate ancora incurabili, salvo intervenire
chirurgicamente: dalla comune lombalgia alla scliosi, passando
per artrosi, periartriti, alluci valgi, ginocchia vare, piedi piatti,
sciatiche, ernie ecc. Dato che non si capaci di guarire allora
si opera, dice Mzires.
Non occorrono macchinari o attrezzature speciali: basta 1'oc-
chio sapiente di chi pratica la fisioterapia mezirista.
Questo tipo di terapia purtroppo non molto diffusa. Accet-
tarla e praticarla significa infatti mandare all'aria gli studi tradi-
zionali e la visione dell'uomo su cui essi si basano. Essa inoltre
mal si accorda con la fretta e la frammentariet dei nostri meto-
di terapeutici tradizionali. Sono necessarie infatti sedute indivi-
duali di almeno un'ora, con frequenza settimanale, per tempi ab-
b ~ t n z lunghi.
E una terapia che non fornisce stampelle o momentanei tam-
ponamenti, ma cambiamento e guarigione. Quest'ultima spesso
non ammissibile n per le istituzioni sanitarie che finirebbero
per non avere pi senso, n per i pazienti stessi che hanno spes-
so bisogno delle loro malattie . Per tutti coloro che invece sono
disponibili alla guarigione, il metodo Mzires costituisce una via
d'uscita, che pu essere l'inizio di un percorso di crescita.
La terapia mezierista infatti concepisce una visione del corpo
30
assolutamente particolare per il nostro mondo occidentale: sia per-
ch tiene conto dell' essere umano nella sua globalit, quindi si
collega ad un concetto olistico dell'uomo e della salute, sia per-
. ch prevede due sistemi contrapposti (la muscolatura anteriore
e quella posteriore) che interagiscono tra di loro, in una dinami-
ca simile a quella yin e yang della medicina cinese.
Forse non a caso Franoise Mzires nata in Vietnam pur
lavorando e appartenendo al mondo occidentale! Grazie infatti
alla scoperta della correlazione tra forma, struttura e funzione
ha saputo elaborare una terapia globale, pi simile a quelle orien-
tali sintetiche e funzionali, che a quelle occidentali analitiche e
frammen tarie.
Un giorno, durante un seminario tenuto da Mzires, dopo tan-
to sentir parlare di accorciamento posteriore, mi venne sponta-
nea una domanda e gliela posi: Perch questo accorciamento po-
steriore nella razza umana?. Mi rispose un po' seccata che l'a-
veva gi spiegato e ricominci a spiegarmelo, ma io la interruppi
dicendole che le cause le avevo capite, quello che non capivo era
il senso di tutto questo. Cio perch certe persone erano cos ac-
corciate e altre no, e soprattutto perch gli uomini, in quanto
razz; , presentavano questa caratteristica. Rispose che non cono-
sceva il motivo, che gli uomini forse sono cos perch lavorano,
studiano. Oggi, per esempio, voi tutti siete stati per ore qui se-
duti nella stessa posizione, un altro animale non l'avrebbe mai
fatto, perci ci si deforma!. In effetti avevo cercato con la mia
domanda di farla parlare di qualche cosa di cui non ha mai volu-
to interessarsi: la relazione tra muscoli ed emozioni. Mzires
molto semplicemente si definisce una meccanica, affermando
che le interessa principalmente ridare la forma perfetta alle per-
sone che si presentano da lei: se poi questo produce anche uno
stato di benessere mentale, tanto meglio, ma cercare le corrispon-
denze per lei utile come cercare di fabbricare l'aria fritta!
31
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Capitolo II
L'unit psicosomatica
..
Nell'uomo i pensieri si manifestano, devono manifestarsi in
parole ed azioni. Per contro se alcuni dei nostri muscoli sono pe-
rennemente contratti, non possiamo pi esprimerci con libert.
Partiamo dall'affermazione di Mzires che, come abbiamo vi-
sto, dice che la forma a condizionare la funzione e non vicever-
sa. Arriviamo cos1 al nocciolo dell' antiginnastica, la quale dopo
aver accolto la teoria e la pratica mezieriste, le ha elaborate in
u ~ : esperienza diversa, nel corso della quale le persone hanno l'op-
portunit di sperimentare la totalit corpo-mente. .
Relazione tra muscoli e comportamento
Dicevamo dell'uomo e dei suoi pensieri: aggiungiamo le emo-
zioni e proviamo ad immedesimarci ... Quando lasciamo via libe-
ra ad un pensiero o ad un' emozione ci ritroviamo a compiere un
movimento, un'azione conseguente. Se questo non avviene per-
ch in qualche punto del nostro corpo questo fluire dell' energia
mentale viene fermato. A questo scopo ci serviamo di qualche
muscolo che, anzich rendere in altra forma il nostro pensiero,
si contrae e resta contratto per impedire che il pensiero sia espresso
mediante un' azione. Vorremmo correre ma stiamo fermi e le no-
stre gambe, invece che lasciarci andare, ci frenano contraendosi.
Amiamo qualcuno, ma non lo manifestiamo; il petto e il torace
invece che assecondare i palpiti del nostro cuore si irrigidiscono
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per rinchiuderli. Siamo arrabbiati, ma nessuno se ne deve accor-
gere; vogliamo parlare ma stiamo zitti, le nostre mascelle allora
si contraggono spasmodicamente per trattenere la rabbia e le pa-
role.
In pratica impegnamo la nostra forza per impedire al corpo
di inscenare quello che la psiche ci comnica. La fatica enorme
perch dobbiamo continuamente contrastare e mascherare il fluire
dell' energia mentale.
Il blocco dell'energia
Ll dove i nostri muscoli sono impegnati in questo sforzo, il
flusso dell' energia si interrompe e ci rende impacciati e bloccati
perch non possiamo pi utilizzare questi stessi muscoli per com-
piere altro che questa resistenza. .
Thrse Bertherat paragona la muscolatura posteriore a una ti-
gre, un animale feroce nascosto nel nostro corpo. Passiamo la no-
stra vita ad azzuffarci con lei diventando rigidi e sentendoci fre-
nati nei nostri gesti, invece di fare amicizia accettando la nostra
muscolatura rispettandola.
1
T ornando ai muscoli, a furia di bloccarli, contraendoli peren-
nemente, diventiamo rigidi e non siamo pi in grado di compie-
re il percorso inverso. Non possiamo utilizzare la nostra musco-
latura per fare dei movimenti armonici che ci diano un senso di
benessere psichico. Se il corpo infatti tutto impegnato a funge-
re da gabbia per la mente, non riuscir nemmeno a percepire i
segnali che provengono dall' ambiente circostante.
Se camminiamo con gambe e piedi perennemente contratti,
come fossero dei trampoli, non riusciremo a percepire dal suolo,
1. Lo stesso tipo di meccanismo lo ritroviamo nella depressione. Quando
una persona depressa talmente, apatica, rinchiusa nel suo guscio che sem-
bra non avere energia. Se andiamo per a fondo del problema ci accorgiamo
che spesso questa apatia in realt una spossatezza, un'enorme! stanchezza
che le proviene sempre da un conflitto in corso, Nello sforzo di tenere a fre-
no qualcosa che non vuole accettare (per Thrse Bertherat la tigre!), la
persona non ha pi forza ed energie a disposizione per vivere.
36
amico, .le informazioni che ci permettono di
,:olt.a In volta d! adattare il nostro movimento per trovare l'equi-
.hbno, usufruendo della forza e dell'energia del rimbalzo. Non
utilizzando questa energia di ritorno dobbiamo per forza spen-
dere sempre e solo la nostra, senza mai ricaricarci.
Acquisire consapevolezza
L'antiginnastica fornisce un metodo, l'acquisizione di consa-
pevolezza, che preliminare a qualsiasi attivit. un percorso
di conoscenza in cui riallacciamo i canali del corpo con quelli della
mente per rimetterli in comunicazione. Questo lavoro avviene
rilasciando le zone di tensione del corpo che sono situate soprat-
la posteriore, dando alle persone la pos-
slbilita di sentire quello che sta loro succedendo e lasciando che
esse comunichino le sensazioni che via via si presentano.
La strada per acquisire consapevolezza passa sicuramente at-
traverso il riequilibrio della muscolatura, ma prosegue poi nel crea-
re 1() spazio affinch la persona sia messa nella condizione di ascol-
tarsi e sia stimolata a comunicare di volta in volta le sensazioni
e i mutamenti che intervengono.
Elaborando con l'aiuto del terapeuta queste sensazioni, che
spesso derivano da emozioni e azioni trattenute vedendo ne le
CO? i comportamenti che spesso stereotipa-
ti, meCCanICI, pOSSIamo far sl che la mappa corpo-mente si ricom-
ponga e che l'energia torni a fluire in tutte le direzioni.
Antiginnastica come preliminare
Nella mia pratica terapeutica ho visto come la consapevolezza
sia propedeutica a qualsiasi tipo di azione. Alcuni musicisti che
in questi anni hanno partecipato ai miei gruppi mi hanno segna-
lato che l'armonia muscolare che avevano acquisito dava loro
oltre a una maggiore scioltezza nel produrre la musica, anche
minor bisogno di esercizio e allenamento.
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Anche chi fa dello sport, dopo qualche momento di smarri-
mento, si accorge di possedere un corpo intelligente che non ha
bisogno di essere allenato o domato, e riesce ad acquisire una con-
sapevolezza che gli permette di fare movimenti pi armoniosi e
con minor fatica.
Ecco perch anti-ginnastica: perch non vero che il movi-
mento faccia bene incondizionatamente. Se non siamo in equili-
brio nel nostro corpo-mente faremo a comando dei movimenti
incompleti, utilizzando solo una parte dei muscoli, quelli pi forti
e contratti. Cosl, credendo di conquistare il benessere il nostro
squilibrio aumenta: la parte forte diventa sempre pi forte, quella
pi debole resta tale. Il lavoro muscolare, tanto salutare e piace-
vole in condizioni di armonia con se stessi e con l'ambiente cir-
costante, pu rivelarsi un nemico della salute se svolto in condi-
zioni di stress e di tensione.
Non vogliamo condannare lo sport e la ginnastica ma segnala-
re che qualsiasi esercizio fisico pu fare bene a patto che sia pra-
ticato in modo consapevole, senza automatismo, senza separa-
zione o allontanamento della mente e del corpo. Possiamo con-
trarre i muscoli di cui abbiamo bisogno ma poi dobbiamo rila-
sciarli quando non serve. Pi spesso invece ci deformiamo poi-
ch non riusciamo a lasciare la tensione e ripetiamo all'infinito
lo stesso movimento. Senza rendercene conto, per esempio, cor-
riamo con le spalle contratte, e la corsa invece che darci benesse-
re accentua la nostra posizione di stress: le spalle, il trapezio sem-
pre pi contratti, 'il collo incassato, ildiaframma bloccato. Op-
pure nuotiamo con il collo e la zona lombare sempre in tensione:
allora le curve della spina dorsale si accentuano sempre pi per-
e! ; 1111111<:0/; pOlilcr;"ri Iii accorciano c tirano le vertebre, arcuando
la colonna cervicale e lombare.
La resistenza al cambiamento
Abbiamo difficolt ad abbandonare le pasture che conoscia-
mo bene, che ci sono utili in certe situazioni e con le quali abbia-
mo familiarit. Siamo portati un po' alla volta ad attribuire ad
38
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I
esse sicurezza e a lasciare che ci rappresentino. Pensiamo che uno
stesso atteggiamento, gi noto e rassicurante, vada in
le situazioni. Lo facciamo nostro a tal punto da sentIrC! perduti
se lo abbandoniamo. Ma cosl un po' alla volta ci deformiamo,
perdiamo la capacit di flessibili! di adeguarci alle situa-
zioni, e insieme a ci perdIamo anche il nostro vero centro, la
nostra identit.
Un esempio tra i tanti possibili: in questi anni ho
che gli avvocati spesso assumono una lu.ngi da
voler generalizzare, ho definito. del pe?a-
listi: il torace tutto proteso In avantI, e rIgIdo ed Immobile.
Lo sterno in fuori, anche q!:lando si distendono a Il re-
spiro ovviamente bloccato. E.come se dovesse:-o
te andare all' attacco senza mal poter accusare I ColPI,
mento che effettivamente deve essere utile nel momento In CUI
si trovano in tribunale. .
Ma fuori dal tribunale? Nella vita privata, intima? ESSI
bero poter avere un'altra postura e di quella avvocatI;
zia solo quando necessaria, per lo e
senza cosl confondere i piani e finire con In una
posizione da <danda in.resta chiacchierando
con un amico davantI a un pIatto dI spaghettI. . . .
Non deve stupire questo ritornare sempre agh stes,sl
anche se sono fonte di tensione o dolore. Il fenomeno e gia noto
da molto tempo ed stato descritt,o ,da Freud .. Si della
. zio ne a ripetere, cio della ripetIzlOne dI una SI:
tuazione che ha prodotto in co.nflitt? che none mal
stato risolto. La persona ,si mette contInUaZlOne ne?a
situazione perch spera dI poterla ma. e
le solo quando vengono alla coscien,za l m.eccat?-lsml.
ci che producono il conflitto. Altrlmentlla sltuazlOne VIene tl- '
prodotta ma non viene
Un terreno fertile per 1 conflitti e quello familIare, ed e l e-
sempio pi semplice e diffuso di come si la a
ripetere. Ad esempio, la persona che ha avuto del problemI a causa
di un genitore che per le pi svariate ragioni era assente o n?n
era disponibile, se non ha vissuto coscientemente questa perdIta
39
, ii '
, ;1
o questo. conflitto, cercher di ritrovarsi nella stessa situazione
che ha VIssutO. La sua famiglia infatti, per quanto fonte di dolo-
re, la sua prim,a ,esperienza affettiva, o per lo meno la pi coin-
volgente, perche e quella attraverso la quale si cresciuti. Quan-
do allora questa persona prese con la scelta del partner
per costrUlre una nuova famIglIa, tender ad innamorarsi di chi
stesse caratteristiche del genitore, in modo da consentirgli
la stessa Finch non c' la presa
dI COSCIenza del ft?che il conflitto non viene supe-
sara attratta dallo stesso tipo
dllndividUl. corpo a:rviene la stessa cosa: assumiamo la po-
st;ura c.h.e C?nOscI.amo meglio perch, anche se si pu rivelare fonte
dI sqUlhbno o dI dolore, quella che ci ha aiutato a difenderci
a o a superare dolori, delusioni, paure. '
Le reSIstenze che abbiamo nell' abbandonarla sono le resisten-
ze che la maggior parte delle persone ha quando deve separarsi
d.a qualcosa? qualcuno che, pur nel conflitto, stato loro vi-
per anm. istir:,tivamente a preferire quello che
e nostr.o lo gIa, e pensiamo che non possa esi-
stere dI meglio. Per non cambIare, pOI, facciamo di tutto per man-
ten.ere lo e. spesso siamo anche abilissimi a nasconde-
re il nostro disaglQ dIetro a pretesti o ad alibi dI' f
L 1 di erro.
a una professione avviene spessissimo in base a que-
sto crlteno, come vedremo anche in seguito Com f'
. . unque aCCla-
mo un esempIO, torna?do agli avvocati: possibile che una per-
sona, che per sopraVVIvere ad una situazione familiare dolorosa
ha as.sunto una pastura di attacco, con petto in fuori, tenda poi a
.u? hoc, dove questo atteggiamento ben noto
SIa .e qUlndl possa essere inosservato. L'aula del tribu-
nale un e diventa allora il luogo ideale per mante-
nere il atteggIamento stereotipato. TI nostro avvocato pu
'resta,re per anni di questo meccanismo, fino a quan-
do SI rendera conto che il suo, atteggiamento non una scelta
h
2
. Interessante, a questo proposito, il libro di Robin Norwood Do
c e amano troppo, Edizioni Feltrinelli. ' nne
40,
vantaggiosa ma una costrizione. una mashera che si porta die-
tro in tutte le circostanze, anche in quelle in cui non utile, per-
ch non pi necessario avere il controllo della situazione. La
vita sentimentale pu essere una di queste. Se egli non si lascer
andare, infatti, non potr n amare n essere amato e ne nascer
un conflitto. Affiorer allora la sofferenza che tanto aveva cer-
cato di evitare.
noto che ci sono anche persone che durante la vita non arri-
vano mai veramente alla crisi, al dubbio, alla consapevolezza dei
propri meccanismi di difesa. Ma pagano comunque il prezzo del-
la propria situazione di squilibrio perch vanno facilmente in-
contro a seri problemi di salute. Non voglio per dare luogo a
fraintendimenti: non che l'atteggiamento difensivo sia sbaglia-
to o dannoso di per s: lo diventa quando non alternato ad un
opposto atteggiamento di rilasciamento. Il modello potrebbe es-
sere quello di un guerriero nella foresta: sta in tensione nel mo-
mento del pericolo, ma poi si distende per recuperare le forze
per poter affrontare un altro pericolo.
Il.pensiero in azione
"
Assistendo a spettacoli teatrali quali quelli dell'Odin Thatre
di Eugenio Barba o delle compagnie dirette da Peter Brook, so-
no stata conquistata dal fatto che gli attori si muovono, cantano
e parlano armoniosamente manifestando un flusso omogeneo di
movimenti in cui il testo, l'azione, il sentimento e il suono si cor-
relano senza freni o separazioni. La loro presenza scenica cos
forte perch la rappresentazione stessa del pensiero in azione.
Un esempio chiarir meglio quello che voglio dire. Assistevo ad
uno spettacolo costituito da un dialogo tra un prete e Dio. Era
un monologo perch c'era un unico protagonista. L'attore era abi- ,
lissimo nel passare da un ruolo all' altro. Lo spettacolo era rap-
presentato in un chiostro e ad un certo punto mentre 1'attore stava
parlando nel ruolo di Dio al prete, entr un pipistrello che inco-
minci a svolazzare al di sopra della scena e del pubblico. L'atto-
re fin il suo discorso e immediatamente cambi ruolo, divent
prete e, dopo aver indicato il pipistrello, disse a Dio: E adesso
41
I
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,"
se sei cosl bravo come dici di essere, fallo uscire!. Poi come
Dio rispose: Non so se ci riesco! Non c'era stato un
attimo di interruzione o di imbarazzo, non solo perch r attore
un p:ofessionista di ,altissimo .livello, ma perch la sua rappre-
sentazIone era un tutt uno con il tempo e lo spazio che stava vi-
ven?o in que! il, pipistrello usc dopo poco; egli disse
a DIO: GrazIe! e contInuo senza che ci fosse mai stato un cam-
biamento di tono o di ritmo . .!
nel campo della musica, dal rock alla lirica, ci sono spet-
tacolI che sembrano delle speculazioni intellettuali e altri in cui
quello che si vede, si ode e le emozioni che vengono trasmesse
sono un tutto omogeneo. Guardando e ascoltando certi musici-
sti o cantanti, si ha la percezione della musica che fluisce dallo-
ro corpo allo strumento e dallo strumento a noi, in un'unica azio-
ne. Il loro corpo si muove in armonia, la musica e la voce non
trovano intoppi nel loro fluire, la loro pastura non rigida, il
collo e la nuca sono lunghi, le braccia sono libere, il petto e le
spalle sono mobili.
Una reazione difensiva esemplare: il freddo.
Per capire meglio come il nostro corpo si comporti in modo
stereotipato di fronte a una situazione di sforzo o di stress e irri-
gidisca elettivamente le zone pi rigide per proteggere quelle pi
deb?li, vi .far un esempio banale e semplice: il freddo. Quando
a1;>bIamo freddo, come quando subiamo un'aggressione, ci difen-
varie posizioni. Per esempio ci sfreghiamo le
o le braccia. Ho notato per che ognuno di noi
reagIsce In modo del tutto personale. Possiamo trovare chi alza
le spalle, chi stringe i denti, chi si rannicchia, chi invece si mette
a corsetta. A ognuno questa reazione sembra sempre la
plU .ovvia e Se osserviamo meglio invece vediamo che
ogm persona rISponde al freddo come a qualsiasi altra aggressio-
3. Lo spettacolo era Il mare in tasca di e con Csar Brie.
42
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ne, irrigidendo e bloccando i muscoli gi contratti e forti, atti-
vando cio comportamenti stereotipati. Se siamo presi alla sprov-
vista e ci dobbiamo difendere useremo i comportamenti che ci
sono pi familiari. Tendiamo a metterci nelle posizioni che co-
nosciamo meglio e che ci fanno sentire pi al sicuro. Come nel
caso del freddo, anche in tutte le altre situazioni in cui si presen-
ta, la tensione pu avere una sua utilit, quella di proteggerei da
qualche cosa che noi avvertiamo come pericoloso. Pu anche non
essere pi un pericolo, ma pu esserlo stato un tempo, quando
eravamo pi piccoli e indifesi. Resta il fatto che come se per
noi suonasse un campanello d'allarme e finch non ne prendia-
mo coscienza, continuiamo a comportarci nella maniera che co-
nosciamo meglio e che ci ha permesso o di evitare o di non senti-
re il pericolo.
L'utilit della tensione
importante che ogni persona possa sperimentare che ogni
tensione ha una sua utilit. Invece di combatterla come qualche
di estraneo da s, ognuno pu invece accoglierla e mettersi
in contatto con essa. Fa parte di noi, della nostra storia, della
nostra vita. Se riusciamo a collegarla a certi comportamenti e si-
tuazioni che ei si presentano, possiamo anche coglierne le corri-
spondenze, non tanto per e risalire
magari alla causa, ma per venhcare In pIeno l eqUIvalenza corpo:
mente e prenderne coscienza, per poi quello.che e
diventato un vecchio comportamento npetItlvo e stereotIpato,
che non ci sta pi bene, come un vestito diventato troppo stret-
to. In questo modo la persona, in con una
parte di s, pu comprendere e spenmenta;e la proprIa
le ed esclusiva relazione corpo-psiche. Va ncordato che l obIettI-
vo del nostro lavoro non quello di eliminare tensioni e rigidit
muscolari come fossero nemici da abbattere. Un tale programma
comporterebbe dei pericoli, perch, come abbi.amo visto, ten-
sioni fanno parte di noi, sono una nostra creaZIOne e, che SIa ve-
ro o no, ci proteggono. Se le perdessimo senza nemmeno render-
43
. -." .: ..-:
o": I
I
i
cene conto, senza che sia avvenuto un processo di cambiamento
cosciente e di assimilazione del nuovo modo di essere, potrebbe
essere traumatico perch ci ritroveremmo certo senza tensioni
e dolori, ma anche senza protezione.
Dobbiamo quindi far sl che ogni persona sia capace di accet-
tare e rispettare la propria rigidit o la propria tensione, perch
lei che la produce e ne ha un tornaconto, un'utilit nell' econo-
mia e nell' equilibrio personali. Eventualmente si pu cercare di
allentare la tensione per ascoltare che cosa racchiude. Si pu af-
finare l'ascolto e mettersi in contatto con se stessi e sentire che
cosa succede. Allora magari possibile scoprire che non pi
necessaria la tensione e la si pu abbanqonare, assieme al com-
portamento corrispondente, per vivere pienamente e manifesta-
re il proprio essere nel mondo in tutte le direzioni.
44
- .. .. -. ,
Capitolo III
La riappropriazione della salute
nella sua globalit
'. '
; ~
Affinare l'ascolto di s :
L'antiginnastica, come altre terapie corporee, tende ad affi-
nare l'ascolto di s attraverso i sensi. Questa importante
funzione, che si sperimenta in un primo tempo sul piano musco-
lare, porta a disimparare le cattive abitudini ed a rispettare il pro-
prio corpo. Se una persona impara ad affinare le proprie perce-
ed a rendere pi viva l'attenzione, sar pi disponibile ad
accogliere i messaggi che provengono dall'interno, imparando a
non ignorarli, ma al contrario a dare l'importanza e lo spazio che
meritano. Eviter cos1 di lasciare che i segnali, a lungo trascura-
ti, si amplifichino sino a tramutarsi in malattia. Perch la malat-
tia si presenta allora come un accidente inaspettato e inspiega- .
bile, rispetto al quale non si dispone di un' autonoma capacit di
comprensione e reazione. L'ascolto v'a esercitato, altrimenti ten-
de gradualmente a diminuire e, quindi, a necessitare dimessaggi
sempre pi potenti. . . '
La scienza medica uHiciare non ci educa a porre in relazione .
certi segnali allo stato di salute o di malattia. In genere si atten-
de che il sintomo si trasformi in una patologia definitiva e loca-
lizzata, che diventa l'oggetto specifico della terapia.
Vediamo di proporre esempio, come il valgismo del-
l'alluce, volgarmente chiamato la cipolla. Si tratta di una de-
formazione dell' articolazione metatarsica dell' alluce, dovuta a pro-
cessi di accorciamento della muscolatura posteriore. Il fenome-
47
no oggetto di intervento solo quando diviene talmente invali-
dante, da non poter pi essere trascurato. L'intervento consiste
nell' asportazione della parte ossea calcificata. In realt si potrebbe
intervenire prima che la gravit del fenomeno renda obbligato
l' intervento chirurgico. Una terapia orientata a conseguire un rie-
quilibrio muscolare, se attuata per tempo, pu scongiurare un cos
traumatico intervento.
Un altro esempio comune quello del mal di testa, sporadico
o periodico, Le cause sono spesso: tensioni muscolari, squilibri
ormonali, intossicazione di organi, come i reni, il fegato, la cisti-
fellea, l'intestino, La terapia proposta dalla nostra medicina uf-
ficiale inesistente. Le persone non hanno altra scelta che con-
sumare analgesici, i quali non fanno che peggiorare l'int<?ssica-
zione, facendo insorgere il mal di testa sempre pi frequentemen-
te, Si stabilisce cos un circolo vizioso, .
Se invece siamo portati a vedere il mal di testa come un sinto-
mo, saremo spinti a cercare di migliorare il nostro stato di salu-
te, in modo che questo sintomo tenda a scomparire, E molto uti-
le per esempio cercare di vedere in che situazione compare il mal'
di testa e individuarne la causa. Si pu procedere poi a riequili-
brare il sistema ormonale mediante adeguati integratori alimen-
tari naturali o a disintossicare gli organi interessati mediante cu-
re erboristiche od omeopatiche, Si pu allentare la tensione mu-
scolare, riposarsi, dormire, fermarsi. Un grande beneficio pu es-
sere dato anche dalla pratica della terapia shiatsu, La persona che
affina l'ascolto di s non aspetter la comparsa del male per cor-
rere ai ripari, perch gi molto prima della comparsa del sintomo
si resa conto che qualcosa non va. Prendendo quindi le dovute
misure terapeutiche (lo pu essere anche una bella dormita!) gli
attacchi di mal di testa diventeranno meno frequenti e via via
diminuir anche l'intensit del male,
Un altro' esempio pu essere quello di certe malattie della pel-
le che dipendono quasi sempre da un'intossicazione profonda do-
vuta al cattivo funzionamento dei polmoni e dell'intestino,
La corrispondenza pelle-polmoni-intestino non difficile da
individuare: di solito chi soffre di eczemi, psoriasi o altri sfoghi,
accusa anche raffreddori da fieno, ha alle spalle malattie polmo-
48
nari con antibtotici durante l'infanzia, o ha l'intestino che
ben,e, che intervenendo con antibiotici
cortlsorucI, lo sfogo cutaneo, che rappresenta il
tentatIvo corpo di e!iminare le tossine portandole all' ester-
no, regredIsce, Esse pero restano all'interno d ll' ,
11 'l'b ' e orgamsmo co-
s ., o I no aumenta e pu manifestarsi in altre malattie' ben
pIU gravI. .
, ,Gli esempi proseguire all'infinito, ma quello che
e Importante sottolIneare che l'ascolto dI' se' 'l' ' ' .,
h' Il l ' e umca VIa SIcura
d
c, e'dCI Plorta a a sa ute, 11 migliore e pi economico check-up in-
IVI ua e.
Assumersi la responsabilit della propria salute
l l,I se, noi sappiamo ascoltarlo, sa darci dei segnali e del-
t, In tcazIOm interpretati, ci portano
a e all au.to-guangIOne,. SIamo noi stessi prima anco-
ra, e il
me
ICO e deglI clinici, a conoscere nei incon-
nostro stato dI salute o di malattia
, II pr?fondo con il nostro corpo' porta, oltre ad una
anche a un maggior rispetto per se stessi
c SI con un accomodamento, un cambiamento di
dI se necessario, sia con la scelta di cure e ri-
medI non InvaSlV1. Questo rispetto la miglior m d' ,
tiva La p 'll e ICIna preven-
. ne a nostra societ, si limita infatti a sot-
toporre la popolaZIone a ,vaccinazioni o a periodiche analisi e
Quest? modo dI fare espressione di totale derespon-
del individui rispetto alla propria salute che
v.lene . e eg,ata al medICO, Questa delega produce a sua volta la
rInunCIa all ascolto e alla presa a carico dI' se' e dI'
D' I 11 e proprIO corpo '
, a tra parte ne a nostra societ tutto il problema della s I t'
vlene affrontato in questi termini La persona dI' a u e
. l d' ' e ega In tutto e
per tutt,o a e,d alle istituzioni il proprio corpo ed essi lo
I
1
dlvlduo e lo gestiscono in maniera impersona-
e,ISO an o o a contesto e facendolo a pezzi, per oceu arsene
un pezzo alla volta. Il contatto tra il medico ed il pazie!e ri-
49
. ,.
dotto al minimo, perch il medico, per rassicurare se stesso, ten-
de ad usare macchinari sofisticati che lo sostituiscono ed ai quali
egli a sua volta delega il problema della salute del suo paziente.
Cos1 facendo il medico perde la capacit di osservare la persona
nel suo insieme. Disimparando a guardare sapr vedere sempre
meno e perder anch'egli la fiducia in se stesso. Nessun macchi-
nario pu sostituire la capacit umana di guardare il tutto. Assi-
stiamo invece ad una proliferazione di tests, esami e misurazio-
ni, come se nella quantit e nella precisione di rilevazioni fram-
mentarie e specialistiche potessimo trovare un sostituto alla sag-
gia visione intuitiva e sintetica dell'insieme.
Ma perch cosi difficile assumersi la responsabilit di se stessi
e della propria salute? Perch molto difficile ascoltarsi. Il non
ascolto fa sl che si attutisca la sensibilit ai segnali. La soglia del-
la percezione si alza. La persona si indurisce. Per certi versi ac-
quisisce il vantaggio di elevare la soglia del dolore. Per contro
si accorge di un fattore di sofferenza solo quando questo ha pro-
dotto forme patologiche gravi.
Sul piano sociale questa propensione individuale ha compor-
tato la formazione di istituzioni che sono in grado di far fronte
momentaneamente alle ricbieste di aiuto, di protezione, di rassi-
urazione, di compagnia. E comodo affidarsi a chi dimostra co-
noscenze superiori alle nostre, per facile sprofondare nella per-
dita di consapevolezza che fa s1 che malattia, nascita e morte sia-
no eventi sempre pi estranei a noi, alla nostra comprensione,
e quindi lontani ed inafferrabili.
D'altronde la nostra societ industriale impone ritmi serratis-
simi. L'uomo non ha materialmente il tempo di fermarsi per ba-
dare a se stesso, perch spinto sempre pi a lavorare e a pro-
durre per poter consumare. Il tempo della cura, cos1 necessario
alla salute e alla sopravvivenza, non previsto. La malattia vi-
sta come qualcosa di estraneo all'individuo, una specie di fasti-
dioso imprevisto, completamente inutile, ed perci da scongiu-
rare. Per questo ci si orienta sempre pi verso una politica cosid-
detta di prevenzione. Cannonate di antibiotici sparate a bambi-
ni sani contro innocue influenze, vaccinazioni a tappeto, esami
clinici, radiografie.
50
L'obiettivo quello di stroncare il male al suo insorgere, me-
glio, ancora prima che si manifesti. Questa strategia viene attua-
ta con strumenti e procedimenti che producono esiti contrari a
quelli sperati: non si muore pi di TBC o di infezione; peccato
per che si muoia di . cancro e di AIDS.
Nella nostra societ dai ritmi forsennati ammalarsi non
visto, potrebbe distoglierci dal ecco allora che la ma-
lattia diventa un tab. :Analogamente un tab la morte nel mo-
mento in cui essa rappresenta la possibilit di sottrarsi al potere
di un sistema di produzione, fondato sulla reificazionee l'alie-
nazione del lavoro llmano.
Malattia e salute
Ammalarsi invec'e, se vissuto consapevolmente, costitpisce un
momento di riflessione e di crescita per ogni persona. E l'occa-
sione per risanarsi, ed un percorso di apprendimento. La salu-
te non assenza di malattia, ma equilibrio dinamico tra malat-
risanamento. Ammalarsi fa parte della vita.
Ogni inverno mi trovo a constatare come molte persone, quan-
do si trovano alle prese con le classiche da raffredda-
mento, siano incapaci di darsi il tempo necessario alla cura e alla
guarigione. Molto spesso sono orgogliose di dire che non sono .
capaci di starsene a letto con l'influenza, il mal di gola o il
freddore.
Si sentono forti e dinamiche e pensano che stare a casa amma-
lati sia inutile e improduttivo. Non badano poi al fatto che !'in-
fluenza, invece che scomparire, si ripresenta anche due o tre volte
durante lo stesso inverno, o compaiono al suo' posto altri sintomi
come stanchezza, stress, depressione.
L'inverno la stagione dell'ibernazione e del letargo, la natu-
ra a riposo. Un tempo il contadino in questo periodo si riposa-
va, mentre paradossalmente in estate, stagione in cui noi siamo
soliti riposarci andando in vacanza, egli era nel pieno dell'attivi-
t, in accordo con tutto il resto della natura. Anche se ora l'uo-
mo organizzato diversamente, questo non vuoI dire che. non
51
;'1.: ,!
o,':, .
ii:. i
.;. I
senta pi l'influenza dei cicli biologici stagionali: in inverno ten-
ad pi dormire e di riposarsi, di isolarsi e
dI Non SI tratta dI.camb!are le nostre abitudini o di pas-
sare l mverno a letto, ma dI consIderare le malattie da raffredda-
mento come un'occasione per realizzare queste necessit vitali.
Ignorarle stroncarle con i medicinali pu essere molto perico-
loso a lungo andare pu far crescere questo bisogno di
letargo fmo a provocare malattie pi gravi o la depressione.
vano pensare c?e ci si pu in un' altra stagione: si pu
farlo, !Ila non rItroveremo malIa stessa qualit del riposo inver-
nale. E come quando si dorme di giorno invece che di notte.
La malattia, in quanto espressione di una situazione di con-
flitto o di un'aggressione non respinta (pi in genera-
le e.spresslone dI un momento di crisi psico-fisica), va accettata
e VIssuta come l'occasione per una riflessione su se stessi e sul
proprio destino. .
Ri.muovere la malattia significa perdere la preziosa possibilit
del tlsanamento, che consiste nel prendere contatto con la realt
per crescere e fortificarsi.
. Un e!fettivo pr?cesso di risanamento coincide con l'acquisi-
ZIOne dI una conoscenza degli elementi che hanno pro-
dotto .la malattIa .. co.nsente p.ersona di cambiare per
non rIprodurre plU glI stessI meccamsmi patogeni.
Paola, un esempio di processo di risanamento
. una ,donna e? elegante. Mi appare un po' austera, non
sorrIde. E molto mfelice a causa del suo matrimonio. Sembra es-
se:e in una gabbia d'oro che disprezza e odia, co-
stitUIta dal matrimonio con un uomo professionalmente arrivato
e da un ambiente sociale che vede corrotto e disumano.
Arriva da me inviata da una mia paziente, sua amica, la quale
sl?e,ra che, c0D: la di affr.ontare dei problemi di dolori e rigi-
dita muscolarI, SI deCIda ad affrontare altri nodi della sua vita
La iscrivo in un gruppo e Paola sembra trovare a sprazzi
u? ora un po' di colore e di vitalit, alternati a momenti
dI apatIa e depressione. . .
52
Poi, per un mese, non la vedo e non la sento: scompare. Quando
mi richiama mi dice che ha sublto una mastectomia.
Rimango sconvolta.
Il giorno seguente la vedo e le parlo in privato. Le chiedo cosa
sia successo. Mi dice che era da tempo che sentiva che
non quadrava. Si era fatta visitare dal medico e poi dal gineco-
logo. Aveva scoperto un piccolo nodulo al seno che si era subito
rivelato un tumore maligno. Di qui, operazione, chemioterapia,
vacanze per ritemprarsi.
Invece di consolarla o confortarla le comunico quello che sen-
to: un grande freddo. Paola allora si apre e piange consapevole
che non pu trovare calore se continua a trattare se stessa e gli
altri con freddezza.
Dopo qualche tempo si decide finalmente a chiedere aiuto: non
vuole pi fare la. chemioterapia perch la fa stare troppo male
e, dice: Non sono pi disposta a soffrire cosi. Le parlo, per
la verit senza troppa speranza di riuscire a coinvolgerla, di una
clinica svizzera dove curano i malati di cancro con metodi natu-
filli e medicina omeopatica. Paola scompare un' altra volta: in se-
guito mi avverte che stata in questa clinica, ha fatto le cure
ed ora continua a praticare l'euritmia, un'attivit corporea basa-
ta sulla filosofia steineriana, la stessa su cui si basano le cure del-
la clinica svizzera.
La incontro casualmente in vacanza due anni dopo, sorriden-
te e serena. Mi ringrazia per il consiglio che le ho dato. La sua
vita, mi dice, cambiata profondamente. Ha trovato pace, sere-
nit. Ora lavora, ha aperto una galleria d'arte, un sogno che si
portava dentro senza mai riuscire a trovare le energie positive
per metterlo in pratica.
Ricevo periodicamente gli inviti alle mostre che si tengono nell.a
sua galleria e ogni volta mi ritrovo commossa.
Penso che per lei la volont di cambiamento fosse iniziata gi
nel momento in cui era venuta ad iscriversi al gruppo di antigin-
nastica e sia proseguita acquisendo maggiore consapevolezza e
contatto con s stessa, cosa che ha fatto s1 che i campanelli d'al-
larme della malattia siano stati sentiti molto precocemente, tan-
to da accorgersi del male al suo primo insorgere. La malattia
53
stata poi uno strumento di crescita, maturazione e cambiamento
che ha coinvolto la sua vita anche negli aspetti pi profondi.
Salute e assenza di malattia
Non dobbiamo fare confusione tra salute e assenza di malat-
tia. Spesso si crede che le due cose coincidano. In realt l'assen-
za di una chimera. come immaginare un mondo di
solo senza notte, di nascite senza morti, di sorrisi senza
rabbIe.
Viceversa,' abbiamo gi detto come la salute consista nella ca-
pacit ?i e cambiamento, nel procedere attraver-
so stati dI malattIa e dI guarigione.
cultura si su di uno schema di ragionamen-
to dI tIpo: la malattIa VIene considerata come un elemen-
to negatIVo, da mettere fuori per poter essere combattuto
e come fosse qualcosa di esterno e diverso da s
. E talmente difficile ammettere e riconoscere l'esistenza
di s, di. sentimenti o elementi negativi, che pi
. SI e. propensI a a noi estranei, isolandoli e scinden-
.doh persona. Questo processo, detto schizofrenico
paranolde ne1linguaggio psicologico, sta alla base di tutta la cul-
tura medica dominante.
Una .volta. il male, si POSSO?O seguire due tipi di
attI a debellarlo. Il prImo SI attua successivamen-
te de! male ed costituito dalla soppressione siste-
n:atlca del SIr;ttoml. Un caso tipico, oltre a quelli citati all'inizio
dI qu.esto capItolo, quello della cura della sciatica e dell' ernia
del dIsco, cosi come viene praticata dalla nostra medicina ufficiale.
Il secondo procedimento si attua invece preventiva mente e si
propone di impedire l'insorgere del male, come avviene nel caso
della vaccinazione di massa .obbligatoria.
54
Intervento a posteriori: l'ernia del disco
Una persona ha i sintomi della sciatica: una .gamba dolente
a partire dal gluteo e dall'alto della coscia, fino alla punta del
piede. Si dice comunemente che la causa il nervo sciatico in-
fiammato e si prescrivono anti-infiammatori e analgesici locali
o per bocca. A breve termine si ottiene un effetto calmante, ma
i farmaci di per s intossicano l'organismo e possono anche au-
mentare l'infiammazione.
Questa patologia pu essere esaminata da un pi ampio punto
di vista. Nella maggior parte dei casi chi soffre di sciatica pre-
senta anche o una rotazione dell'ultima vertebra lombare o uno
schiacciamento della medesima vertebra sulla prima sacrale.
Dato che il nervo sciatico passa proprio tra queste due verte-
bre, se proviamo ad allentare la tensione della muscolatura po-
steriore, che il fattore determinante i fenomeni di rotazione
o di schiacciamento, vedremo che le vertebre ritroveranno la lo-
ro giusta distanza ed il nervo sciatico ne otterr beneficio.
Per ottenere questo risultato abbiamo avuto bisogno solo di
la persona tutta intera e di agire s'n un esteso insie-
me di fattori, e non solo su quelli direttamente collegati al sin-
tomo.
Per questa via possibile ottenere una soluzione pi stabile
del problema. Infatti soltanto i paraocchi ci portano ad infierire
con farmaci chimici sul povero nervo sciatico, il quale, costretto
tra le due vertebre, continua ad essere sempre pi
ed in pi intossicato.
Pochi per sanno di dover allentare la muscolatura posteriore,
perci continuano ad irrigidirla.
Le vertebre vengono lasciate nella condizione di avvicinarsi
ancora di pi fino a far fuoriuscire il disco intervertebrale, nello
stesso punto in cui si presentava lo schiaccia mento o in un altro.
Dopo la sciatica dunque la volta dell'ernia del disco. A que-
sto punto, sempre se non si interviene con un riequilibrio mu-
scolare, c' l'operazione chirurgica, che consiste nell'ablazione
del disco. .
Un vero trionfo per il medico che crede di estirpare la causa
55
di sofferenza, Una vera atrocit per il paziente che speri-
mentera:
1) Un ,taglio ?i e terminazioni nervose e quindi un'inter-
ruzIone dI cIrcolazione sanguigna, energetica e nervosa La
par,te rester pi isolata dal resto del corpo e quindi
pIU a riammalarsi. Se noi pensiamo che
m il taglIo viene fatto nella zona lombare vici n '
ed alla ancora peggio, perch dal df
ella !a sciatica, si accompagna proprio
a squilI,bno dI questI due mendiani,
2) pn dovuta agIi anestetici ed ai calmanti, la qua-
e ISI oltre al resto, anche sui nervi e quindi anch
su nervo SClatlco, e
3) Un to, pu ,durare su per gi da qualche me-
un palO dI an01, segUito quasi invariabilmente da una

un disco in genere fuoriesce, dato che le con-


IZlOO1 generalI non sono mutate,
4) delle difese immunitarie, dovuto
e ,chirurgico, Questo accresce ancor
dI plU la posslbihta della ncomparsa dei sintomi dell . ' ,
ca dato che ,,' d' a SCIatl-
" , essa e gla l per s un segno di depressione im
mu01tana. l -
Intervento a priori: le vaccinazioni
Pu sembrare criticare oggi le vaccinazioni di mas-
chI ,rIsolto problemi gravi come il diffondersi
I ma a.ttle la poliomielite, la difterite ecc
VaccInare sIg01ftca 100culare elementi microbicl' . l"
sicit att t o VIra I a tos-
b' enua a 'provocare una leggera malattia in generale
e eVI ente che, facendo scattare nell' or a .
raettazioneddllifensivla, immunizzarlo contro
acco e a ma attla stessa. ,
1. M. Deotto Salimei na' l ' , . .
SA VAI. ' ,.. .tlra t per steropostttvit e AIDS, Edizioni
56
I
Il problema che la stimolazione dei processi immunitari pu
essere pericolosa e ancora molte cose devono essere scoperte in
questo campo.
Le reazioni alle sostanze inoculate non sempre sono protetti-
ve; in un numero di casi disgraziatamente troppo alto, esse sono
nocive: provocano lesioni cellulari e tessutali che si manifestano
nell' organismo per tutto il tempo in cui la sostanza estranea vi
petmane. ,
E noto purtroppo che molto spesso si verificano, in seguito
alle vaccinazioni, casi di meningite, sclerosi a placche, polinevri-
ti, psoriasi, herpes e addirittura le stesse malattie contro le quali
si voleva vaccinare. Non esistono statistiche ufficiali a questo ri-
guardo, perch non si vuole mettere in relazione la vaccinazione
con il verificarsi della malattia, ma esistono associazioni di me-
dici e genitori o pazienti, che cercano di sensibilizzare l'opinio-
ne pubblica diffo'ndendo statistiche e casi verificatisi.
Un' altra osservazione paradossale questa: se guardiamo at-
tentamente le statistiche ufficiali ci rendiamo conto che le varie
sono regredite sia nei paesi <<vaccinati che in quelli non
vaccinati, quindi attribuire la regressione delle malattie alla vac-
cinazione obbligatoria errato. Bisogna considerare altri fatto-
ri, quali ad esempio il miglioramento delle condizioni igienico-
sanitarie, i quali concorrono a far regredire le malattie. Le vacci-
nazioni, infatti, anche se praticate sistematicamente su intere po-
polazioni non hanno impedito il ritorno delle epidemie.
Attenzione per: spesso le statistiche, a causa dei grossi inte-
ressi economici che stanno alla base delle vaccinazioni obbliga-
torie, vengono alterate o manipolate. Ecco alcuni esempi: vedi
grafici a pago 58.
In pratica vaccinando permettiamo che vengano immesse del
le tossine nel nostro organismo e ancor peggio in quello dei bam-
bini piccolissimi, iI cui sistema immunitario si deve ancora stabi-
lizzare. Queste tossine, che l'organismo non ha la forza di espel-
lere, restano in circolo, e la malattia rimane latente nell'indivi-
duo e quindi nell'intera popolazione, indebolendola.
La vaccinazione ha per un grosso potere tranquillizzante per
la popolazione: ci sono campagne-stampa propagandistiche mar-
57
Cantone dt Ginevra
Cantone di Vaud
(vaccinato)
(non vacclnalo)
dal 1932 al 11140
dal 1932
\
,
\
\ 130 \
100 \
\
\ tOO
\
\ \
\
\
,\ \
\ \
50
\
,
\ 50 \
40 \ \
\ 40 \
\ \
30 \
30
\
, ,
\ \
20 \
20
\
\
Declino comparato della dilt '/ l d"
(non vaccinato) Casi I.Gmevra (vaccinato) e in quello di Vaud
. . ,ogantmlca. '
30
tIN tlOO ttoS tllO tltI tm
Ica
obbIlgatotlo
t.2S t.. tm tNO tNS tlSO tlSS IMa loe.s
Declino della tubm:olosi in Norvegia. LA arte nel . ,. ,
n: dalla propagandd a favore dell<: vacci p. . nquadrod,.1 presa In considera:lio-
del declino della TBC. naZIOnt, permette I attribuire al BCe il merito
58
tellanti, che promettono il solito debellamento del male, attri-
buendo alle vaccinazioni la scomparsa di alcune malattie_ In realt
il problema si solo spostato: non ci si ammala pi di malattie
come vaiolo, TBC, poliomielite, anche perch esse sono in re-
gressione spontanea (non forse regredita anche la peste nel 1400
senza nessuna vaccinazione?), ma per si assiste auna diffusione
massiccia di altre malattie come CANCRO e AIDS.
Queste ultime, entrambe positivamente e strettamente corre-
late ad una perdita delle difese immunitarie, sono ora il nuovo
bersaglio da colpire. "
L'assurdo che, invece di preoccuparsi di salvaguardare il si-
stema immunitario della popolazione per rafforzare le difese in
caso di malattia, evitando le sostanze cancerogene disperse nel-
l'ambiente e i veleni nei cibi, si ripone tutta la speranza di sal-
vezza e si concentra tutta la ricerca scientifica di nuovo sullo stu-
dio di un vaccino contro CANCRO e AIDS.
Aggrappandosi a questa speranza alquanto remota 'e assurda,
perch qualsiasi vaccino non farebbe che aumentare la deficien-
zi' immunitaria e quindi aumenterebbe la diffusione di queste ma-
lattie, la popolazione si sente protetta dall' angoscia della malat-
tia. Chi ci governa, inoltre, si sente la coscienza tranquilla e non
si preoccupa di proibire la diffusione di sostanze nodve nell' am-
biente. Le case farmaceutiche infine continuano a produrre e a
vendere nuovi vaccini che la popolazione ben contenta di farsi
somministrare gratuitamente!
Che dire poi riguardo alla recente tendenza di vaccinare i bam-
bini anche contro le malattie esantematiche e l'influenza? La ma-
lattia esantematica infatti, se non si complica per altri fat tori,
una tappa di crescita che ogni bambino deve attraversare. At tra-
verso di essa il bambino espelle tossine e reagisce con tutto l' or- .
ganismo a un fattore aggressivo esterno. Il sistema immunitario
impara a funzinare e si rafforza. Ogni madre infatti pu con-
statare che, superata la malattia, il suo bambino pi sano, pi
forte e pi maturo di prima.
Le complicazioni gravi, in queste malattie', si verificano ormai
molto raramente e in caso di individui dalla salute gi seriamen-
te compromessa, o in popolazioni lontane da noi.
59
, Abbiamo perci, bamb,in,i che, ,vaccinati, non si ammalano pi
dI fastIdIOsa e Impegnativa soprattutto per chi
assIsterlI, ma, avran?o in una notevole predispo-
SI,ZI?ne alle malattIe respIratone e alle bronchiti croniche. Bam-
che non, si ammalano di morbillo ma facili a soffrire di ecze-
mI, e cos1 vIa.
Delega della salute e perdita dell'autonomia
Una conseguenza catastrofica delle vaccinazioni ma anche delle
pratiche diffuse nella nostra s'ociet, queIla
dI proteggere l IndIVIduo della malattia facendogli
credere che la speranza dI vIta e dI salute dipende da elementi
che stanno al di fuori di lui.
p:rsona rinuncia cos1 a vegliare sul proprio corpo e la sua
passlv.1ta tende ad aumentare. Smette di sentirsi responsabile deIla
proprIa salute e avverte la malattia come una fatalit. Perdendo
la r,esponsabilit della salute, perde anche la propria autonomia
ed e p.ronta a commettere altri errori che si traducono in un sac-
cheggIo del proprio capitale di salute (alimentazione eccessiva
alcool, tabacc?, lavoro eccessivo, sonno insufficiente etc.). '
persona e messa perennemente nella condizione di scinde-
re il male, da s, perch esso possa essere sconfitto da strumenti
sono dal di fuori e da altrL Essa portata a sentirsi
Inadeguata e Impotente a provvedere alla propria salute e si tro-
quindi a dipendere in tutto e per tutto dal medico e dall'i-
stItuzIOne.
La perdita del buon senso comune
. Credo base tutto ci siano sicuramente forti interes-
SI economICI,. bIsogno dI efficienza e di controllo sociale, ma an-
c?e u?a perdIta generale di comune buon senso e di saggezza ori-
gInarIa.
Massimo A., il giovane pediatra dei miei figli, raccontava: Ven-
60
go subissato da telefonate di madri che mi chiedono che mate-
rasso devono comperare per il loro bambino, che cuscino, che
giocattoli. Sembra che sta ormai venuta a mancare quella saggez-
za popolare, che anche una conoscenza profonda della vita, che
un tempo veniva tramandata di madre in figlia. Cos1 non aven-
do altri punti di riferimento, si chiede tutto al pediatra.
La donna, isolata nella famiglia mononucleare che la societ
impone, ha bisogno di aiuto, assistenza e consiglio. A causa del-
l'ipermedicalizzazione non incoraggiata ad essere autonoma e
a fidarsi del proprio buon senso, nemmeno per quanto riguarda
le questioni pi comuni.
La generale perdita di buon senso constatabile ovunque. Ba-
sta pensare alla lenta distruzione cui stiamo sottoponendo il no-
stro pianeta, consumando via via le zone verdi, inquinando, uc-
cidendo, modificando profondamente l'equilibrio ecologico.
Non solo un problema di sfruttamento economico dei mon-
di pi ricchi su quelli pi poveri; sembra proprio che manchi un
programma a lungo termine per l'umanit.
"1 padri non pensano al futuro dei figli. Chi detiene il potere
sembra essere preoccupato solo dal profitto immediato, anche a
costo di compromettere con questo atteggiamento la sopravvi-
venza stessa del pianeta e quindi, in definitiva del proprio patri-
monio e degli eredi.
La perdita della saggezza originaria
Nella filosofia steineriana c' un'interpretazione di questo pro-
blema ed in questi termini: l'uomo possedeva anticamente una
saggezza odginaria istintiva sulla quale regolava la propria vita . .
Viveva in stretto rapporto con la natura, da cui dipendeva stret-
tamente, e la osservava traendone insegnamento e sapienza .
L'uomo d'oggi ha perso questa saggezza originaria, meno le-
gato ai ritmi biologici. Se questo da un lato costituisce una per-
dita generale di buon senso, dall'altro permette all'uomo una mag-
giore libert. .
La saggezza ,non gli viene pi dall' esterno, egli se la deve con-
61
I;
I :
' !
quistare. Non avendo pi uno stretto rapporto con la natura egli
meno sottomesso ai ritmi cosmici ma per libero di conqui-
stare il proprio sapere attraverso il lavoro. .
Nella mia esperienza l'antiginnastica costituisce anche questo:
, uni occasione per ritrovare all'interno di se stessi la saggezza
ed il buon senso perduti. .
Far un esempio per chiarire questo legame.
Una raccomandazione tipica dei pediatri di oggi quella di te-
nere i neonati a pancia in gi fin dai primi giorni di vita, Le spie-
gazioni che vengono date sono le seguenti:
1) il piccolino, stando bocconi, non soffoca se ha un rigurgito
2) quando inizia a sollevare la stando sempre bocconi, rin-
forzer i muscoli del collo e della schiena
I
3) se ha difficolt digestive questa posizione gliele allevier
lo so invece che:
1) i neonati hanno un riflesso istintivo per il quale ruotano la
testa se qualcosa (come appunto un rigurgito di latte) impedi-
sce loro di respirare. Il problema quindi non che se stanno
a pancia in su rischiano di soffocare, ma che soffocano se c'
un impedimento a ruotare la testa (come pu essere un cuscino)
2) i muscoli posteriori del collo e della schiena non hanno alcun
bisogno di essere cosl precocemente sviluppati, dato che la
loro eccessiva tensione causa di problemi posturali. Infatti
la posizione prona che gi favorisce l'accorciamento muscola-
re posteriore, blocca il movimento del diaframma e la respi-
razione di pancia che invece nei bambini naturalmente
presente
3) molto spe.sso il pianto del neonato non dovuto al mal di pan-
cia, come spesso preferisce pensare, ma ad un bisogno di
contatto umano. E quindi senz'altro pi salutare, piuttosto
che lasciare il bambino solo e bocconi, prenderlo in braccio
e se mai, accertato effettivamente il mal di pancia, massag-
giargli delicatamente il ventre.
Il problema a questo punto sta sia nell'ignoranza dei medici,
che ci danno informazioni scorrette, che nella mancanza di buon
senso delle madri.
Ho constatato molte volte, guardando all'interno delle carroz-
62
zine, la presenza di neonati messi rigorosamente a in gi
e costretti a guardare il bordo della propria carrozzma. A volte
sono bambini di sei o sette mesi che si sforzano di guardare il
mondo circostante inarcando la spina dorsale di fronte a madri
imperterrite che li lasciano fare, di fare il loro
Pazienza l'ignoranza, ma dove sta il buon senso? POSSIbIle che
una madre non senta la necessit di far vedere al bimbo il cielo,
gli alberi, il proprio volto, il paesaggio quanto
sar sempre pi interessante del bordo ImmobIle e plasuflcato
di una carrozzina?
Invece la persona che ha sperimentato su di s che la muscola-
tura posteriore sempre fin troppo forte e non ha alcun bisogno
di rinforzarsi, avr l'occhio pi attento oltre che per s anche
per il proprio bimbo e gli impedir di inarcarsi. .
A questo tipo di madre, abituata al contatto rassicuramente
con il proprio corpo, sembrer naturale rassicurare nella stessa
maniera anche il neonato in lacrime a causa di una, spesso fanto-
matica colica intestinale. Abituata a dare ascolto alle proprie esi-
'capir che il piccolo le colori!
piuttosto che star.e ?ella degli
animali. L'uomo mfatU, a dIfferenza degli ammali, e pm adatto
a stendersi supino, per contemplare, come dice Steiner, il cielo.
I! rispetto che acquisiamo per noi stessi, non possiamo fare a
meno di trasferirlo e trasmetterlo ai nostri figli anche se questo
va contro corrente rispetto agli usi e costumi dei nostri tempi.
Non possiamo, una volta trovata la strada da percorrere, ab-
bandonarla, per omologarci ai criteri dettati da un sapere total-
mente avulso dalla realt e dall'uomo.
63
I
I
I
Capitolo IV
Collegamenti
i
' I
I
I
Nella nostra societ, fortemente organizzata sul ritmo produt-
tivo, occuparsi della propria salute costituisce una rottura degli
schemi, una perdita di tempo.
La persona che frequenta un gruppo di antiginnastica in cui
ci si dedica all'ascolto di s, alla riappropriazione del corpo, alla
ricerca dell'equilibrio, portata invece a fare tesoro delle espe-
r ~ n z fatte in questo senso e a trasferirle anche al di fuori della
situazione terapeutica. Ascoltare i segnali del corpo, prendere co-
scienza dei propri bisogni, induce spesso a cercare di soddisfare
questi ultimi e da alle persone un maggiore rispetto di s.
Chi si rende conto che il mal di schiena si pu risolvere solo
se visto nel contesto di tutta la propria persona e non interve-
nendo in situ, portato a trasferire questa nuova mentalit nel-
l'intero campo della propria salute.
Molto spesso la frequentazione di un gruppo di antiginnasti-
ca, per cercare di guarire da un disagio a livello muscolare, di-
venta l'occasione di conoscere anche altre discipline olistiche.
Quando infatti nell' ambito del terreno muscolare si arriva a com- .
prendere che il sintomo 1'espressione di un disagio e di uno squi-
librio di tutto l'essere e non solo della parte malata, si sa anche
che controproducente sopprimerlo e si tender a comportarsi
nella stessa maniera anche nell'ambito delle altre malattie.
Le persone si sentono spinte ad abbandonare spontaneamente
la medicina allopatica perch essa interviene, nella quasi totalit
. dei casi, sui sintomi e non sulle cause: ma se un sintomo viene
67
soppresso, esso tender a ripreseritarsi invariabilmente dopo qual-
che tempo, nella stessa o in altra forma, in una stessa o in altra
zona del corpo. Per questo le persone intraprendono un percor-
so che le porta a conoscere e a sperimentare anche altre terapie
alternative, che hanno la stessa caratteristica di rispetto nei con-
fronti della persona e dell' ambiente.
Omeopatia
L'omeopatia si basa sulla scoperta del medico tedesco Hahne-
mann: Similia similibus curentur.
una terapia che rivoluziona completamente il concetto della
medicina allopatica, la quale sostanzialmente coincide con la me-
dicina ufficiale ed utilizza sostanze che contrastano la causa o
gli agenti che hanno provocato l'infermit.
Nell'omeopatia invece si ricorre, per curare un malato, alla stes-
sa sostanza che in un individuo sano provocherebbe la malattia.
I rimedi omeopatici sono presi dal regno minerale, vegetale,
animale o da tossine, e vengono opportunamente diluiti nell'ac-
qua decine, centinaia o migliaia di volte.
Se per esempio vogliamo curare un individuo nervoso, iperec-
citato ed insonne, possiamo somministrargli Collea, caff dilui-
to, che nell'individuo sano provocherebbe appunto ipereccitabi-
lit, insonnia e nervosismo.
Se vogliamo curare una intossicazione che si manifesta con acne,
psoriasi o eczema possiamo usare, se il caso ce lo suggerisce, Thuja.
Si tratta di una pianta ornamentale il cui estratto, a grosse dosi,
abortivo e velenoso. La diluizione omeopatica trasforma inve-
ce la velenosit nel suo contrario.
L'omeopatia reintroduce sul piano energetico e spirituale quel
principio la cui assenza, su tale piano, provoca il suo manifestar-
si sul piano fisico. Un conflitto non risolto a livello della coscien-
za si esprime sul piano corporeo, generando forme di alterazione
e patologie.
In seguito a trattamento omeopatico i sintomi possono miglio-
rare subito oppure, come succede molto spesso, tendono in un
68
primo tempo a peggiorare. Il male tende a spostarsi dall' alto ver-
so il basso e dall'interno verso l'esterno. La velocit della guari-
gione dipende sia dalla profondit della malattia che dall' atteg-
giamento e dalla presa di coscienza del paziente.
Anche in questo campo si tratta di prendere atto del proble-
ma che coinvolge globalmente il paziente e di aiutarlo a cambia-
re. Anche l'omeopatia uno stimolo al cambiamento e non uno
strumento con cui sostituire la medicina tradizionale.
Non si tratta nemmeno di espiare o percorrere a ritroso le tap- .
pe compiute nell'ammalarsi. Nel mio lavoro mi sono trovata spesso
davanti a persone che sapendo di aver passato tanto tempoa ir-
rigidirsi pensano di doverne passare altrettanto a rilassarsi. Lo
stesso atteggiamento l'ho trovato a volte in pazienti e anche in
qualche medico omeopatico o naturista, come se si dovessero
espiare o pagare le cattive abitudini precedenti. Ma il tempo della
guarigione non prevedibile, perch dipende per ogni persona
essenzialmente dalla fiducia in s e dalla disponibilit al cambia-
mento. Anche praticando antiginnastica possibile che i sinto-
Q1i delle persone migliorino subito o che tendano a peggiorare.
0uesto di solito, cos1 come in omeopatia, un buon segno: vuoI
dire che la persona sta reagendo alla cura.
Anche sul piano muscolare, durante il risanamento, i sintomi
tendono a spostarsi dall' alto verso il basso. Quando una tensio-
ne scompare in un punto per riapparire in un altro, pi in basso,
un buon segnale: vuoI dire che c' mobilit.l che il male non
cos1 cronicizzato e radicato come si credeva. E anche un segna-
le che invita a distogliere l'attenzione dal sintomo per rivolgerla
anche alle altre parti o, meglio ancora, all'insieme. .
Il farmaco omeopatico un validissimo aiuto per mobilitare
le energie dell'individuo a risanarsi. .
anch'esso in definitiva un'energia, una forza attiva fissata
nei granuli di glucosio di cui costituito. .
I granuli devono essere sciolti in bocca perch la forza attiva
possa essere assorbita dalla saliva la quale li invia al sangue.
Sembra paradossale, dal momento che nella medicina allopa-
tica avviene il contrario, che la potenza di un rimedio omeopati-
co sia tanto maggiore quanto minore la quantit di materia in
69
esso contenuta. Nell'omeopatia infatti maggiore diluizione signi-
fica che il principio attivo della pianta o del minerale rimasto
pi a lungo a contatto con la sostanza diluente. La sostanza di-
luente l'acqua, la quale, stato scoperto anche dagli scienziati
dei nostri giorni, possiede la capacit di memoria. Pertanto no-
nostante nelle diluizioni elevate i farmaci omeopatici non o ~
tengano nemmeno pi una molecola della sostanza originaria, essi
hanno una memoria maggiore e quindi un'azione pi forte.
Shiatsu
Lo shiatsu uno stimolo alle difese naturali dell'organismo che
riequilibra l'energia vitale. Uno stimolo esercitato con la pres-
sione dei pollici, delle mani, dei gomiti o delle ginocchia sui pun-
ti e lungo i canali energetici (i meridiani) che collegano tra loro
gli organi interni.
Quest' arte nasce in Giappone agli inizi del secolo, ma la scuo-
l ~ che la ispira quella della medicina tradizionale cinese, ricca
dI quattromila anni di sapienza e di ricerca medica che postula
che le capacit del corpo possono stimolare l'autoguarigione. Que-
ste doti innate nel corpo sono espresse dall'energia vitale (KI),
che circola nell'organismo seguendo canali individuabili.
Lo shiatsu agisce direttamente sull'energia attraverso la pres-
sione: Pressione e ritmica per richiamare nel corpo l'equilibrio
dei ritmi dell'universo; pressione profonda per raggiungere l'in-
conscio ed aiutare la persona ad accedere o a sviluppare le risor-
se di cui ha bisogno; pressione reciproca, tra due persone, per-
ch lo shiatsu innanzitutto relazione umana. Quando questo av-
viene si percepisce una sensazione di benessere e vitalit, perch
l'equilibrio all'interno si ripristinato. Oggi pi che mai anche
la medicina occidentale considera importante tenere conto di tutta
la complessit della persona e non solo dell'organo malato. Rin-
forzare la naturale capacit'di difesa dell'organismo nel suo in-
sieme un modo sano di pensare alla prevenzione di tutti quei
disturbi sintomatici dello stress a cui quotidianamente siamo sot-
toposti.
70
. Shiatsu e antiginnastica si compensano molto bene.
interessante vedere come a volte lo squilibrio muscolare si
sommi a quello energetico. Alcune zone di forte tensione mu-
scolare corrispondono anche a zone di pieno (o vuoto) energetico.
, Agendo con lo shiatsu sui meridiani energetici ne ricaviamo an-
che una ridistribuzione della tensione muscolare.
Viceversa un riequilibrio muscolare come quello dell' antigin-
nastica migliora anche l'equilibrio energetico dei meridiani. Per
esempio le contratture e i dolori alla parte posteriore delle gam-
be possono essere trattati nell'antiginnastica allungando e disten-
dendo i muscoli posteriori e contraendo quelli anteriori. Spesso
per questi dolori sono dovuti anche a uno squilibrio dei meri-
diani reni-vescida che passano proprio lungo la parte posteriore
delle gambe. .
Agendo con lo shiatsu si migliora il funzionamento di questi
organi che, scaricando meglio lungo i percorsi dei meridiani, pro-
vocano un beneficio a livello della tensione muscolare. Parimen-
ti agendo con l'antiginnastica sulla tensione muscolare dei glutei
-.....e della parte posteriore delle gambe si provoca un beneficio an-
' che agli organi reni-vescica.
Un altro collegamento importante che ho verificato in questi
anni di pratica terapeutica la corrispondenza tra visione YIN-
YANG e quella della muscolatura anteriore e posteriore. Nel sim-
bolo della medicina cinese (vedi figura a pi pagina) lo Yin e lo
Yang contengono ciascuno anche il principio opposto. L'ideale
l'alternanza dell'uno e dell'altro. La stimolazione eccessiva di
71
uno dei due provoca la crescita del suo opposto, che anche il
suo complementare.
Lo schema concettuale muscolatura anteriore-posteriore ana-
logo. Nori si pu pensare di agire su una sola delle due catene
o che in una sola delle due ci sia la forza e nell' altra la debolezza.
L'eccesso di forza pu far insorgere la debolezza. Per esempio
una spalla troppo contratta o una caviglia troppo forte fanno si
che la persona possa facilmente cadere proprio da quella parte,
che quella che oppone pi resistenza. La caviglia e la spalla si
fratturano per eccesso di forza e diventano di conseguenza deboli!
Nella forza contenuta in embrione la debolezza e viceversa.
Un eccesso di debolezza, per esempio nei muscoli del ventre, sca-
tena una grande forza nella schiena. Un eccesso di forza nella
zona lombare provoca debolezza del tratto muscolare superiore
adiacente che a sua volta provoca la forza di quello ancora supe-
riore e ad esso adiacente.
Nella concezione della medicina orientale assume grande im-
portanza il susseguirsi delle ore del giorno e delle stagioni. Du-
rante la giornata, cos1 come durante il corso dell'anno, ogni or-
gano ha un'ora e una stagione in cui la sua attivit massima
(vedi tabella 1).
Tab. 1
Corrispondenza tra sfere funzionali
e ore di massima attivit
SFERE FUNZIONALI
Ore di massima attivit
polmoni
3- 5
intestino crasso 5- 7
stomaco
7- 9
milza-pancreas
9-11
cuore
11-13
intestino tenue
13-15
vescica
15-17
reni
17-19
pericardio
19-21
triplice riscaldatore
21-23
cistifellea
23- 1
fegato
1- 3
72
Considerato questo, ognuno di noi pu osservare il suo stato
di salute e di forza in una determinata ora del giorno o in una
determinata stagione dell' anno, e pu trarne degli insegnamenti
per sapere quale organo curare.
Se per esempio vediamo che la nostra energia ha un calo bru-
sco verso le cinque del pomeriggio e ci sentiamo sempre stanchi,
allora dobbiamo rinforzare i reni. Se viceversa vediamo che di
notte ci svegliamo sempre alla stessa ora, per esempio tra l'una
e le tre, dovremo curare il fegato. Se ci svegliamo sempre tra le ..
cinque e le sette l'intestino che suona un campanello d'allar-
me. Praticamente l'organo, nella sua ora di massima attivit, ha .
bisogno di tutte le sue forze, e, se queste sono carenti, le rube-
r al resto del corpo. La persona avvertir cos1 un senso di stan-
chezza o, di notte, si sveglier per mobilitare tutte le sue energie.
Cosi avviene anche per le stagioni: dobbiaino far attenzione
al fegato se in ptimavera siamo stanchi, o ai reni se la nostra sta-
gione critica l'inverno. Naturalmente meglio curarsi un po'
in anticipo rispetto alle ore o alle stagioni problematiche.
~ Nella tabella 1 vengono illustrate le corrispondenti ore di mas-
sima attivit degli organi, meglio detti sfere funzionali nella
terminologia della medicina orientale.
Nella tabella 2 vengono illustrate le cinque categorie di organi
in accordo ai cinque elementi.
Tab. 2 - Le 5 categorie di cose in accordo ai 5 elementi
ELEMENTO SFERA STAGIONE FASE DI
FUNZIONALE TRASFORMAZIONE
legno fegato-cistifellea primavera germinazione
fuoco . cuore-i ntesti no estate crescita
tenue
terra milza-stomaco fine estate trasformazione
metallo polmoni-intestino autunno raccolto
crasso
acqua reni-vescica inverno conservazione
73
Digiuno
una pratica antichissima che consiste nel sostituire i cibi so-
lidi con decotti, infusi o acqua non gassata.
Si beve, ma non si mangia per una quantit di tempo variabile
in genere dai sette ai venti giorni. .
L'effetto pi evidente del digiuno quello di disintossicare l'or-
ganismo dalle scorie. Praticamente, non ricevendo pi niente di
solido dall'esterno, il corpo costretto a consumare le sue riser-
ve. Vengono liberate ed espulse le tossi ne contenute negli orga-
ni" nel sangue, nel sistema nervoso, nei tessuti ecc.
E un' esperienza che bene fare non prima del compimento
del ventic,inquesimo anno di et. Si fa generalmente una volta
all'anno. E una specie di riposo per tutto l'organismo che viene
stimolato a compiere un' energica pulizia interna. Pur non essen-
do prevedibile quale sar la reazione individuale, in genere i giorni
pi difficili sono i primi, in cui incomincia la grossa disintossica-
zione con i relativi sintomi: sonnolenza, fiacca, lingua patinosa
ecc. In questa fase bene cercare di riposare quando se ne sente
la necessit, ma svolgere anche delle attivit che favoriscano l'e-
liminazione delle tossine.
Abbiamo sperimentato che yoga, antiginnastica, shiatsu e una
leggera attivit sportiva possono giovare tantissimo. Pi in fret-
ta si eliminano le tossine e prima subentra il benessere psicofisi-
co legato al digiuno. .
Chi digiuna tende in genere ad avere un certo distacco nei con-
.delle cose materiali e questo pu portare a vedere la pro-
prIa VIta sotto un aspetto completamente diverso.
Cambia anche la qualit del sentire: i suoni, gli odori, i profu-
mi, i sentimenti sembrano amplificati, i ritmi vengono rallentati
e ognuno tende ad assumere quello che pi gli si conf.
Per questo in genere si preferisce fare il digiuno lontano dalla
citt, in modo da non doverne subire l'inquinamento e i rumori.
Un altro grande beneficio' del digiuno quello di permettere
di diventare consapevoli del proprio stato di salute attraverso i
che compaiono: infatti le reazioni che subentrano parla-
no SIa dello stato generale di intossicazione sia di quello dei vari
74
organi. Qualcuno pu accusare dolori ai reni, al fegato o allo sto-
maco: terminato il digiuno dovr quindi curare quel determina-
to organo. Oppure si pu manifestare nervosismo, depressione,
ansia: ci significa che in seguito si dovr curare il sistema ner-
Voso. Possono comparire durante il digiuno anche sintomi di vec-
chie malattie mai guarite.
In genere i giorni pi difficili e dolorosi sono i primi sette, men-
tre in seguito subentra un. maggior benessere.
Durante il digiuno, contrariamente a quello che si pu pensa-
re, raro avere fame perch lo stomaco non secerne succhi ga-
strici. Si ha pi fame e si pi frustrati quando si mangia poco,
facendo per esempio una dieta.
Inoltre digiunando si dorme benissimo, riposandosi
mente e rigenerandosi.
Per quanto riguarda la mia esperienza, il digiuno non richiede
nessun particolare tipo di assistenza medica e non presenta con-
troindicazioni salvo che per i malati di cuore, gli intossicati gra-
vi !alcolisti o tossicodipendenti), o gli epatopatici gravi.
E bene fare per il digiuno quando se ne profondamente con-
vinti, quando non si hanno timori e non farne partecipi le perso-
ne che non ne conoscono i benefici.
Nella nostra cultura, infatti, si tende a pensare che non man-
giare significhi morire: perci le persone tendono a riversare su
chi digiuna, o dice di volerI o fare, tutte le proprie ansie e fru-
strazioni legate al cibo, che, oltre ad essere una cosa vitale per
l'uomo, lo coinvolge molto profondamente con la figura mater-
na e anche con la morte.
Quindi il digiuno anche sotto questo aspetto un' esperienza
importante perch ci pu rivelare anche altri aspetti della nostra
personalit. Una fase delicata poi la rialimentazione che
ne ovviamente per gradi, introducendo via via i vari cibi a: co-
minciare da,i cereali e dalle verdure.
In questa' fase interessante sperimentare l'effetto che ogni
cibo ha sul nostro organismo: essendo disintossicati siamo anche
pi sensibili e pi reattivi e i cibi che ingeriamo hanno un effet-
to pi potente e quindi ci rimandano a prendere in seguito le pre-
cauzioni pi opportune.
75
Integrazione alimentare e alimentazione naturale
Anche quando si affronta un' alimentazione equilibrata, con
cibi nutrienti e variati, sempre pi difficile che essi apportino
all'organismo tutto quello di cui esso ha bisogno. Forse non sap-
piamo pi coltivare bene come una volta i prodotti agricoli, o
forse dipende dal terreno che non pi in equilibrio, o dal fatto
che elaboriamo e conserviamo i prodotti alimentari in modo in-
naturale. In ogni caso necessario sempre pi spesso introdurre
nella nostra dieta delle sostanze di cui siamo carenti, i cosiddetti
integra tori alimentari, che non possiamo trovare nei cibi.
Calcio, magnesio, sali minerali e vitamine sono sempre meno
presenti nei nostri cibi non solo quando questi sono troppo raf-
finati e quindi impoveriti, ma anche in quelli freschi che vengo-
no coltivati su terreni sempre pi poveri e raccolti ancora acerbi.
Il risultato pu essere una cronica carenza di calcio che, anche
se ingerito in forma sintetica o attraverso cibi che normalmente
lo contengono, non viene poi fissato dall'organismo. opportu-
no assumerlo perci in forma naturale, in modo cio che sia gi
disponibile ad essere assimilato dall' organismo, come nel caso della
polvere d'ossa o di alcuni preparati che si trovano in commercio
nelle farmacie omeopatiche o nelle erboristerie.
Lo stesso vale anche per il magnesio, di cui le verdure sono
sempre pi carenti, perch ormai il terreno stesso ad esserne
impoverito. Bisogna cercare di assumere il magnesio sia attraverso
sali (come il cloruro o 1'aspartato di magnesio), che attraverso
preparati a base di lieviti vivi ed estratti di piante.
Per quanto riguarda i cibi da scegliere, al di l di ogni tenden-
za dietetica, sicuramente preferibile mangiare cibi coltivati senza
pesticidi e concimi chimici, verdura e frutta fresche e di stagione.
Importantissimo per 1'abbinamento dei cibi che ingeriamo
durante lo stesso pasto.
Se infatti mangiamo contemporaneamente cibi alcalini e aci-
di, il processo digestivo richieder tempi pi lunghi e ci appe-
santir lo stomaco, affaticher il fegato, e far ammalare l'inte-
stino. Nello stesso pasto bene non mescolare i cibi del primo
a quelli del secondo gruppo (vedi tabella).
76
Vediamo perci che non tanto questione di escludere certi
cibi perch dannosi, ma di saperli abbinare opportunamente. An-
che qui bisogna andare oltre le credenze pi diffuse secondo le
quali ad esempio, per stare leggeri bisogna mangiare in bian-
co. peggio mangiare pasta in bianco e bistecca che non uno
solo dei due cibi, ma cucinato in maniera pi appetitosa.
Tabella dei gruppi alimentari
I gruppi dividono i cibi alcalini da quelli ad di. In uno stesso
pasto bene mangiare cibi di uno stesso gruppo.
Primo gruppo - pane, grissini, fette biscottate, past a, riso, po-
lenta, fiocchi e chicchi di cereali, torte, dolci e pasticcini, gelato, '
semifreddo, miele, marmellata, banane, frutta cotta, patate (ra-
ramente), verdure (esclusi cavoli e verze fatti a piatto uriico per-
ch pesanti), olive, olio, margarina, burro, panna, yogurt, ma-
scarpone, ricotta, spruzzata di parmigiano, tuorlo d'uovo, ~
cetta, lardo, caff, surrogati di caff, t e tisane di erbe, funghi ,
mandorle, creme, budini, maionese e senape.
Secondo gruppo - carni bianche e rosse, pesce, latte, salumi (ra-
ramente), formaggio, yogurt, uova intere, olio, margarina, fagioli,
lenticchi, ceci, vini, liquori, verdure (escluse le patate),frutta cru-
da e cotta (escluse le banane), macedonia di frutta, stimolanti
(capperi, sottaceti, olive .. . ), qualche grissino o qualche fetta bi-
scottata (o crakers), piccola razione di riso, creme o budini (con
questo gruppo ingerire meno farine possibili), minestroni, mine-
strine, brodi, passati di verdura, t e tisane di erbe, limonate,
succhi di frutta, funghi, mandorle, noci, maionese, senape.
1
.
1. Mercedes D. Salimei, Alimentazione, disintossicazione ed altro, Edizioni
.Saval.
77
Malattia e destino
Una teoria particolarmente interessante quella di Thorwald
Dethlefsen,
2
secondo la quale il corpo, la malattia,
mette in scena quello che la psiche rifiuta di accettare come par-
te della persona. .
Per esempio una persona che non vuole affrontare i propri con-
flitti sar particolarmente soggetta alle infezioni, che sono la messa
in scena di un conflitto: esse sono infatti determinate da batteri
che aggrediscono il corpo e anticorpi che li contrastano, come
in uno scontro tra due eserciti nemici.
Se la persona cercasse di vivere a livello cosciente il conflitto
che le si presenta, non avrebbe bisogno di inscenarlo material-
mente nel terreno del suo corpo. .
Cosi Thorwald Dethlefsen spiega tutte le malattie: la scoliosi
la manifestazione di umilt non vissuta. La persona per non
piegarsi coscientemente nel corso della vita, lo fa attraverso iI
corpo. .
Gli incidenti, le fratture sono una maniera di effettuare dei
cambiamenti che non si vogliono fare volontariamente.
Le malattie della pelle sono una maniera di andare oltre i pro-
pri confini, costituiti appunto dall'involucro dell'epidermide.
Quando non si osa farlo con la coscienza lo si fa uscendo dalla
propria pelle, attraverso eczemi, psoriasi, acne. Queste malattie
rappresentano dunque una difficolt ad uscire da se stessi per
andare gli altri. Sono in generale, dunque, una difficolt
a rapportarsi con il prossimo. .
Il corpo, essendo la parte pi sana e sincera di noi, ammette
e rivela quello che la psiche non vuole. Esso rivela le nostre zo-
ne d'ombra che non vogliamo facdano parte della nostra co-
SCIenza.
In pratica esso ci mantiene in equilibrio mediante la malattia.
Se non avviene questa compensazione infatti c' lo squilibrio men-
2. Thorwald Deth1efsen, Malattia e destino, Edizioni Mediterranee.
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tale, perch la zona d'ombra, che poi non altro che l'incon-
scio secondo la psicanalisi, non trova modalit di espressione e
viene scissa dalla persona o le viene rivolta contro.
La malattia realizza dunque il destino della persona quando
la persona coscientemente non riesce a capire di doverlo realizzare.
79
!
I
L'antiginnastica durante la gravidanza
Tutto il periodo della gravidanza favorisce nella donna 1'at-
tenzione verso i cambiamenti che avvengono nel proprio corpo
e quindi l'ascolto di s e dei segnali che provengono dall'inter-
no. Ecco perch un periodo molto favorevole per svolgere un
tipo di lavoro corporeo come il nostro. Secondo uno studio sugli
ormoni/ durante la gravidanza entra in circolo un'enorme
-...,
'- quantit di progesterone che, favorendo nella donna la calma e
il benessere, facilita anche la concentrazione su di s, la proteg-
ge dagli stimoli esterni se questi sono troppo forti e violenti e
garantisce tranquillit alla nuova vita che si sta sviluppando nel
ventre.
Un lavoro come il nostro, che gi favorisce una pausa di rifles-
sione e di ascolto, molto indicato e facilitato in un momento
cosi ricco e fecondo come quello della gravidanza.
Visto che ci poniamo sempre nell'ottica di accogliere le sensa-
zioni e i sintomi, e non di sopprimerli, pu essere molto utile
usare quest' approccio in gravidanza, perch cosi le modifiche cor-
poree che avvengono a mano a mano che il bambino cresce e oc-
cupa posto tella pancia della madre, vengono vissute con gioia
e serenit.
1. Maggie Scarf, La fatica di crescere donna, ed. Longanesi, pp. 148 e segg.
83
Se la donna incinta si ascolta, percepisce il cambiamento e ac-
coglie i segnali che provengono dal bambino, anche capace di
imprimere alla sua vita un accomodamento, un cambiamento di
ritmo che le serve sia per la propria salute che per quella del suo
bambino. Per vivere, in definitiva, di pari passo con l'evento
straordinario che sta accadendo. Comincia anche da qui, ed una
grande opportunit che ci viene offerta dalla natura, il percorso
- a volte faticoso - che ci fa essere genitori. Voglio dire che
se si ben disposti verso i cambiamenti e i segnali che provengo-
no prima di tutto da noi stessi e in seguito dai nostri figli, sar
pi difficile trovarsi impreparati nelle varie tappe della crescita.
Anche rispetto alla gestione della salute dei nostri figli e alle
cure che possiamo prestare loro, fondamentale cogliere sempre
i pi lievi cambiamenti, osservando con i nostri occhi piuttosto
che delegando questo compito al sistema sanitario.
La tendenza a ipermedicalizzare la gravidanza
A questo punto ritengo importante fare' una considerazione:
abbiamo visto come ai giorni nostri si verifichi la tendenza a per-
dere il buon senso, nel campo della salute in particolare, e in
generale per tutto quello che riguarda la vita sulla terra. Nel campo
della gravdanza e della crescita dei figli questo ancora pi evi-
dente e tangibile. .
Se si seguisse un iter sanitario normale, la donna incinta inco-
mincerebbe fin dal terzo mese a sottoporsi ad una quantit in-
credibile di accertamenti, visite, esami, ecografie. La paura che
qualcosa possa non essere normale prende il sopravvento, sia da
parte del medico che della gestante, la quale diventa improvvisa-
mente una paziente.
Se da un lato fondamentale che una donna con problemi di
salute si sottoponga a visite ed t:sami per rassicurare se stessa e
le persone che le vivono accanto, quando questo avviene per rou-
tine, a spese della donna sana, assume una connotazione perversa.
L'evento della gravidanza fisiologico nella grande maggio-
ranza dei casi e come tale va vissuto. Il sottoporsi a ripetuti con-
84
trolli ginecologici una prassi in voga nel nostro e in altri Paesi,
che, invece di rassicurare, aumenta la paura nelle donne e il red-
dito di chi li esegue.
2
Visto poi che ci siamo abituati a non fidarci pi n dei nostri
occhi, n delle nostre sensazioni, aumentiamo l'uso degli stru-
menti che devono stabilire il nostro stato di salute. Cosl, dopo
un' ecografia e in base ai risultati degli esami del sangue e delle
urine, e non grazie all'occhio attento del medico sulla persona
che gli sta davanti, una donna si sentir dire che il suo bambino
cresce un po' al di sotto o al di sopra della media, o che il peso
della madre un chilo di troppo. O ancora che la testa del bam-
bino troppo grande o troppo piccola.
Purtroppo nella pratica del mio lavoro mi sono trovata davan-
ti a troppi casi in cui tutto questo succedeva a sproposito: per
esempio a donne.'minute con partner minuti venivano diagnosti-
cati bambini iposviluppati che dopo vari accertamenti, e quindi
stress e angosce, risultavano essere dei bimbi sanissimi, certo pic-
c;olini, ma n pi n meno del padre e della madre. Stesso discor-
s nel caso opposto: madri grandi e grosse che tendono a fare
figli simili a loro. .
Penso che quando un medico non usa attentamente il proprio
occhio esperto, e una donna non si fida di s e delle proprie sen-
sazioni, si arriva ad uno snaturamento sempre maggiore e di con-
seguenza ad un bisogno sempre maggiore di intervento sanitario
anche violento.
Ognuno di noi unico: nasce vive e muore con tempi deter-
minati da leggi che noi non possiamo stabilire e soprattutto in
maniera diversa dal proprio simile.
Ogni gravidanza viene vissuta da ciascuna donna come unica e '
irripetibile. Non possibile omologare questo tipo di evento che
ha in s un c r ~ t t e r e di sacralit e di solennit. Voler riportare
tutto alle tabelle delle medie un' operazione assolutamente per-
2 . .In Olanda le visite ginecologiche durante la gravidanza prima del setti-
mo mese sono vivamente sconsigliate. In questo Paese l'incidenza dei parti
cesarei bassissima.
85
versa: produce ansiet, paura, distacco da quello che si sta vi-
vendo.
l
.
Questo non volersi confrontare con il mistero della vita e del-
la morte, con tutto quello che comporta, fa s1 che oggi prevalga
un di delega verso istituzioni che impiegano la tec-
nologIa come strumento di estraniazione e rassicurazione. La tec-
nologia viene proposta come dominio di procedure e strumenti, :
con valore oggettivo, e legittima sia la deresponsabilizzazione del
paziente che quella del medico e dell'istituzione sanitaria. Ne con-
segue che il supporto terapeutico assume una forma rituale scan-
dita da tappe diagnostiche che tendono ad essere tanto pi fre-
quenti e tanto pi indifferenti alle specificit della situazione in-
dividuale, quanto pi forte sono l'attitudine alla deresponsabi-
lizzazione e l'assenza di un atteggiamento di ascolto e di fiducia
verso le proprie risorse. . .
Incidere su quello che un normale e fisiologico decorso di
gravidanza comporta degli interventi spesso violenti e per la ma-
dre e per il figlio. Se questi possono, a volte, essere giustificati
dalla buona causa di salvare una vita, nella maggioranza dei casi
sono dettati solo dall'incompetenza, dalla fretta e dalla paura,
Vi sono anche casi in cui, invece, la medicalizzazione della gra-
vidanza inevitabile, a fronte di una situazione di partenza for-
temente Oggi possibile portare a compimento delle
gravidanze che in altre epoche o contesti sarebbero state impos-
sibili. Ma questo sar vantaggioso per l'umanit? Bisognerebbe
poter stabilire se tutti questi recenti stratgemmi che consento-
no a donne e uomini sterili o anziani, a donne vergini e a uomini
impotenti di generare figli siano alla lunga convenienti o meno,
Il problema in termini generali pertanto quello dell'acquisi-
zione di una coscienza di s che porti la persona a gestire auto-
nomamente la propria salute.
3. Il valore medio un valore originato da un calcolo sulla base dell'insie-
me dei valori rilevati con riferimento ad un campione, Come tale non fa rife-
rimento a nessun caso concreto e non ci c()nsente di conoscere i valori di va-
rianza , cio quelli che esprimono la specificit delle realt individuali di
cui solo casi-limite assumono forme patologiche. '
86
Il cdrpo che cambia
Attraverso l'antiginnastica, che parte da movimenti previsti,
volti al riequilibrio della muscolatura e. all' ten-
sioni, possiamo intraprendere un camnuno Cl df porre
l'attenzione su noi stessi, molto in profondit, stImolandocI a fare
dei cambiamenti laddove urgente e necessario,.. .
Vediamo ora che cosa si pu fare dal punto dI VIsta pratIco
per adattarsi meglio al corpo che , .
La conseguenza pi diretta della graVIdanza e pancI.a che
cresce e che imprime un cambiamento alla postura:
si ha la tendenza ad inarcare la schiena per sostenere la panCIa
e pei non cadere in avanti. .. .
Abbiamo visto per che ognuno dI nOI ha, nel corpo" determI-
nate zone d'ombra o di tensione, che vengono solleCItate elet-
tivarhente a sopport;re i pesi e le Perci avr g,i una
certa tendenza alla lordosi lombare, InsIster, se SI trova In una
certa situazione di stress, ad la tensione e
pr.Qprio Il nella zona lombare, con la aumentare
il bIocco del diaframma che si lega, come abbIamo VIstO, alle ver-
tebre lombari, Chi ha Invece tendenza ad inarcare collo o a
ruotare gIirti all'interno, risponder nella mamera an,che
durante la gravidanza e cos1 via, Insomma SI tratta dI al-
leggerire il carico di gran parte nella
responsabile deUe tensioni e della plU del dolOrI dI CUI
soffrono le donne incinte, La conseguenza sara un,a
pi elastica e duttile che meglio sapr sopportare il camb,Iamen-
to, potendo distribuire maggiormente, lo sforzo nelle
del corpo, Anche il diaframma sar dI plU mo?ile,
ed interessante notare che in questo perIodo il dIaframma e, na- .
turalmente spinto verso l'alto a causa del del
Questo in modo eccezionale la e tI mOVI-
mento del perineo, Lo sanno bene le cantanulltlche durante
la gravidanza hanno una voce pi rotonda e pi potente, In quanto
sostenuta automaticamente dal ,
. In pratica, contrariamente a ,gue,llo che SI dtre
n<!>n si tratta di imparare la respIraZIOne per partonre, perche se
87
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lasciamo libera la schiena dalle tensioni, il diaframma e il peri-
neo si muovono per effetto naturale molto pi del solito. Anche
qui la natura ci viene incontro: si tratta solo di prestare attenzio-
ne e di assecondare quello che gi sta avvenendo nel nostro corpo.
Nei gruppi di antiginnastica abbiamo riservato comunque un
lungo tempo alla respirazione, onde sentire meglio il peri neo e
renderlo pi elastico e pronto ad adattarsi al momento in cui il
bambino uscir dalla vagina.
Un'altra parte importante del lavoro quella sul bacino e le
sue articolazioni (vedi figura sottostante).
Articolazioni sacro-iliache
88
importantissimo lavorare le che uniscono. il sa-
cro al bacino (sacro-iliache), il sacro al COCCIge (sacrO-COCCIgea),
il pube e la sinfisi del pube. , .
Spesso questa zona risulta essere un'p0 sofferente SIa per
solita tensione della muscolatura posterIOre, con conseguenza dI
una maggiore rotazione delle ginocchia all'interno, sia per la con-
gestione di tutta la cintura pelvica, provocata dal peso del bam-
bino e del liquido amniotico.
Le articolazioni del bacino sono per loro stessa natura molto
poco mobili e questa scarsa mobilit accentuata dalla
dei muscoli posteriori che praticamente le rendono ancora plU
chiuse e rigide.
interessante notare che le articolazioni sacro-iliache hanno
per la possibilit di aprirsi durante la grav.idanz.a per in modo
che il bacino diventi pi comodo per ospItare il bambmo. Men?
tensione ci sar e pi queste si potranno muovere. Anche per il
coccige vale la stessa cosa: pi sar sciolta la tensione
lazione sacro-coccigea pi il coccige potr allontanarsI dal pube
e 1asciare spazio al bambino. . .
A questo proposito voglio raccontare un fatto mteressante suc-
cesso qualche anno fa in una seduta
sacro-iliache. A met del lavoro una mIa paZIente SCOppIO a pIan-
gere disperatamente. Disse che le affiorato il ricordo di un'e:
sperienza vissuta qualche tempo prIma e per la quale credeva dI
non avere sofferto: un aborto cosiddetto spontaneo.
Conclusioni
Per concludere vorrei sottolineare come sia importante nel la-
voro con le donnt: in gravidanza condurle ad una
za maggiore di se" stesse e del loro corpo, facendo acqulSlre
fiducia nelle proprie sensazioni interne, per conqUIstare la capa-
cit fondamentale di accogliere questi segnali e dare ascolto alle
esigenze proprie e a quelle del .. fa l'
tonomia la stima di s e la capacita dI gestire la propna graVI-
danza ed il momento del parto in modo autonomo. Sar pi dif-
89
ficile allora perdere la testa nel momento del dolore, e lasciare
che altri intervengano con scelte dettate dalla fretta e dalla pau-
ra, dal calendario, ricorrendo, all'ossitocina quando non ce n'
bisogno, o facendo l'episiotomia per prassi. Mentre sar del tut-
to facile vivere appieno e senza interferenze questo momento so-
lenne e magico, in cui si assiste alla del proprio figlio.
Basta solo predisporre il corpo e la mente affinch lascino che
il bambino venga al mondo per tonto suo.
Cosa fare nella pratica
Vorrei ora consigliarvi tre preliminari chel potete eseguite o
molto tempo prima di essere incinte o dal quarto mese in poi.
Nei prmi tre mesi di gravidanza, a meno che non si abbia gi
praticato questo lavoro, meglio non fare l'antiginnastica, per-
ch spesso le tensioni accumulate nella muscolatura posteriore
si spostano in avanti e possono compromettere, se la situazione
lo consente, la gravidanza stessa.
Viceversa questo lavoro molto indicato nel caso di mestrua-
zioni dolorose perch le pu alleviare. Non dunque necessario
essere incinte per fare questi preliminari: tutti, uomini e donne,
li possono sperimentare.
1) Stendetevi a terra su un pavimento confortevole (legno, mo-
quette, oppure su un tappeto).
90
Piegate le ginocchia e appoggiate i piedit a terra, alla distanza
del vostro bacino. I talloni sono sotto'la p'iega delle ginocchia.
Ascoltate la vostra respirazione, lasciate che il corpo pren-
da contatto con il suolo poco per volta, senza forzature. Ap-
poggiate bene le spalle, le braccia lungo il corpo, lasciate la
bocca socchiusa e il mento vicino al
Dopo qualche minuto appoggiate sotto l'bsso sacro una palla
di gomma piuma del diametro di 10-15 centimetri (anche un
cuscinetto pu andare bene).
Continuate a respirare lasciando uscire l'ari dalla bocca
aperta e inspirando con il naso.
Lasciate che la schiena scenda tranquillamente verso il pa-
vimento e continuate a tenere la bocca aperta, le mascelle de-
contratte.
Ora provate ad espirare pi a lungo, diciamo il doppio del
tempo che impiegate ad inspirare, ma senza forzare.
Espirate un po' meno aria ma pi a lungo.
Mentre espirate guardatevi le ginocchia un 'po'
di pi il mento al collo. Guardate la vostra gabb1a toraC1ca,
il petto, lo sterno, e cercate di abbassarli mentre espirate;
Attenzione per! Non sollevate le spalle per abbassare 11
petto! . ., . . .
Continuate cos1 espirando il plU a lungo poss1bile e fate m
modo che alla fine dell'espirazione tutta l'aria sia uscita co-
me quando tossite o ridete.
Le gambe sono rilassate, la schiena ha preso una forma ro-
tonda come se foste sdraiati su un' amaca.
Ora togliete la palla.
Osservatevi ascoltatevi, sentite com' il contatto con il suo-
lo. Potete lentamente le gambe, stirarvi un po' e
girarvi su un lato per mettervi a sedere. .
Alzatevi adagio e fate qualche passo per sentire ..
2) Stendetevi su un lato e andate ad esplorare il vostro osso sacro.
l'osso piatto e largo che unisce, in alto,. alla zona lom-
bare e, in basso, al coccige. E da cmque
tutte unite tra loro (guardate la figura. E come un tr1angolo
isoscele con la base rivolta verso l'alto).
Ora cercate il grande osso del bacino, percorretene i con-
torni andando a massaggiare bene con il pollice, penetrando
al di sotto del bordo. Potete andare fino al pube e tornare
indietro. Ora quando siete di nuovo verso l'osso sacro
te il punto preciso in il.bacill:0 si unisce. sacro .. E
il punto dve situata 1 artlCOlaZlOne sacro-il1aca. Massaggla-
tela bene. '
Ora appoggiate a terra la CO? le.gamb.e flesse e do-
po qualche istante ponete proprIo una ,Pal-
lina di sughero o di gomma dura del dIametro dI un centlme-
tro e mezzo circa (la grandezza di una noce).
91
Se provate dolore non bloccate il respiro, ma cercate di la-
sciarvi andare.
Ad ogni espirazione cercate di immaginare di aprire la vo-
stra sacro-iliaca, di calmarla.
Continuate espirando bene come nel primo preliminare, per
qualche tempo.
Se continuate a soffrire a causa della pallina, toglietela e
passate al terzo preliminare. Evidentemente in u ~ s t momen-
to c' troppa tensione ed meglio non insistere. E inutile for-
zare la cosa perch controproducente: vi irrigidireste anco-
ra di pi.
Se invece dopo un po', non vi ricordate nemmeno pi di
avere la pallina, continuate ad espirare a lungo guardandovi
le ginocchia e poi toglietela.
Confrontate una parte del vostro corpo con l'altra, alzate-
vi adagio e fate qualche passo per sentirvi.
Potete poi ripetere l'esercizio dall'altro lato del corpo. Po-
tete poi mettere la pallina sotto l'altra articolazione e ripete-
re il preliminare.
3) Siete in piedi. Tenete i piedi paralleli alla distanza del vostro
bacino.
92
Cercate le sacro-iliache e massaggiatele un po'. I piedi re-
stano ben appoggiati a terra, sempre paralleli. Quindi atten-
zione, le punte non devono divergere!
. li peso distribuito su tutta la pianta del piede, anche le
dita sono allungate e ben appoggiate, cariche di peso. La schie-
na non troppo inarcata. .
Ora provate a ruotare le vostre ginocchia e le cosce all' e-
sterno, espirando. Proprio cosi: le rotule devono dirigersi verso
l'esterno. Ripetetelo ad ogni espirazione. Come se fossero due
occhi che guardano all'esterno.
Attenzione! Sentite che cosa succede sotto le vostre dita:
le spine iliache, le rotule e l'asse del piede devono essere sulla
stessa linea (vedi fig. IO}.
Non c' un piccolo movimento?
Cercatelo, se non lo trovate subito vedrete che fra qualche
tempo verr. Si tratta solo di rilasciare la zona lombare e di
Fig. 10
93
permettere alle ginocchia di non essere rivolte sempre all'interno.
Ora rilasciate le braccia lungo il corpo e continuate la rotazio-
ne delle ginocchia all'esterno.
Se il bordo interno del piede si solleva, cercate di impedirglie-
lo, anche questo un segno dell' accorciamento della muscolatu-
ra posteriore, ma pu cambiare!
Ora di nuovo a terra, di nuovo su un lato, il destro. L' orec- .
chio sinistro il pi possibile vicino a terra, la bocca socchiusa.
Le cosce formano un angolo retto con il busto le gambe sono
ad angolo rispetto alle cosce. '
I bordi interni dei piedi sono uno sull' altro, uniti.
Ora immaginate che l'aria entri ed esca soltanto nella met de-
stra ?el il quale si espande e si restringe come una fisar-
mOnIca, qumdl contemporaneamente sia davanti che dietro: le
costole possono allargarsi nella stessa misura sia anteriormente
che posteriormente!
Quando inspirate spingete il movimento fino in basso, al ba-
cino, e gonfiate sia la pancia che la zona lombare allontanan-
do il bacino dalle costole. Quando espirate la gabbia
toracica e riavvicinate il bacino alle costole.
Dopo qualche tempo, tenendo i piedi uniti con i bordi che si
toccano, portate in avanti la coscia e il ginocchio destri. Arretra-
te poi il ginocchio destro rispetto al sinistro. Andate avanti e in-
dietro dolcemente lungo la linea delle vostre cosce lasciando che
il giriocchio trascini la coscia e 1'anca destre, striscIando sulla co-
scia sinistra e sul ginocchio sinistro.
Il busto, le braccia sono fermi, la spalla sinistra ferma e ben
appoggiata a terra, cos come tutto il profilo sinistro del torace.
Solo l'anca, la coscia e il ginocchio destri continuano a sfregare
lungo la coscia sinistra in un movimento andando avanti e indie-
tro.
U? picc.olo movimento, non pu essere molto ampio, ma cer-
di da dove che beneficio vi porta e quale sen-
saZIone VI provoca. Non ritmate il movimento con la respirazio-
ne, lasciate che dopo un po' compaia un ritmo vostro.
Fermatevi.
Ritornate sulla schiena e confrontate un lato all'altro.
94
Giratevi su un lato per sedervi, alzatevi e. fate qualche
Con i piedi paralleli alla larghezza del ora, senza mar-
care la schiena, toccate le vostre due sacro-iliache e provat: ruo:
tare le ginocchia all' esterno. Sono le rotule che devono dmgersl
all'esterno, ma il movimento parte dall'alto delle cosce o ancora
pi su. all" . . d' . . ali' l'l'
Attenzione! Come InIZIO non mgete l t om verso n-
terno e non sollevate i bordi interni dei piedi. Paragonate una
sacro-iliaca all' altra, una met del corpo all' altra.
Rilassate le braccia e continuate: ad ogni espirazione ruotate
le ginocchia all' esterno. . .
Ora fermatevi. Potete incominciare a lavorare sul lato smlstro.
95
Capitolo VI
La pratica dell' antiginnastica:
i preliminari
.vi descrive: ora qualche preliminare, da eseguire da soli
o lO compagma.
Mettetevi su un pavimento di legno o di moquette o su un tap-
peto non troppo folto.
Indossate abiti caldi che vi consentano piena libert di movi-
mento.
-..." I piedi saranno preferibilmente scalzi, ma potete anche indos-
" sare dei calzettoni. Gli abiti devono essere caldi, perch spesso
i movimenti dell' antiginnastica possono indurre reazioni di freddo,
brividi, sonnolenza. Se vi dovesse succedere, non spaventatevi:
il sistema neurovegetativo che si riequilibra, insieme ai musco-
li che modificano il loro tono.
In certi casi avrete bisogno di alcuni oggetti, ma, poich so
che spesso si attribuisce loro molto potere come se fossero capa-
ci intrinsecamente di dare benessere, vi dico subito che non so-
no molto importanti e se non li possedete potete benissimo so-
stituirli con qualche cosa di simile che possedete gi.
Una palla di gommapiuma del diametro di 10 cm pu essere
sostituita con un cuscinetto, un animaletto di peluche, un picco-
lo asciugamabo piegato, tutte cose che, una volta compresse, sia-
no di uno spessore di circa 5 cm.
Una pallina di sughero di 2 cm di diametro pu essere sosti-
tuita da un sassolino o da una biglia o da una noce della stessa
dimensione.
Un salsicciotto di stoffa pieno di sabbia, di cm 2 di diametro
99
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e lungo circa un metro, pu essere sostituito da un asciugamano
. arrotolato e cosi via.
Per i preliminari non vi sono tempi precisi da rispettare. Ognu-
no libero di sperimentarli a seconda dei propri desideri: im-
portante che ciascuno determini i propri ritmi.
Potete eseguire un preliminare per volta o tutti insieme, o sce-
gliere voi stessi una vostra personale sequenza.
1) Stendetevi a terra, supini e con le gambe flesse. Cercate di
prendere contatto con il pavimento. Provate a respirare e a
vedere se effettivamente la vostra schiena se la sente di scen-
dere sul pavimento (vedi fig. 6).
Spesso ci sono zone contratte che non si appoggiano mai.
La zona lombare una di queste. Mettete una mano sotto
la zona lombare e vedete se il vostro caso.
Pu succedere anche che invece della zona lombare vi fac-
cia male un solo punto dell' osso sacro o del coccige, quello
su cui si concentra tutto il peso.
Fig. 6
100
In questo caso, invece che stare a terra tutti inarcati, cer-
cate di respirare un po' con tutta la schiena e di lasciare che
la zona lombare si riempia un pochino, che lo spazio che
la separa da terra si riduca almeno di un po'.
La testa deve essere ben appoggiata, il collo lungo. Lungo
significa lungo dietro, non inarcato. Per fare ci dovete por-
tare il mento verso il collo. Non preoccupatevi del momenta-
neo doppio-mento che ne uscir: brutto al momento, ma
vi serve per trovare la lunghezza posteriore del collo che
quella che vi manca. Quando la troverete, questo vi far ave-
re un migliore portamento della testa, eliminando anche quel-
l'antiestetico doppio-mento.
Ora posate la palla di gomma piuma sotto il gluteo destro.
Continuate a respirare lasciando che la zona lombare trovi
un equilibrio, come se la palla non ci fosse.
Prendete' il ginocchio destro con la mano destra e tira tela
un pachino verso il petto, ogni volta che espirate. Questo mo-
vimento va eseguito quattro o cinque volte. Poi incominciate
a imprimere al ginocchio un movimento circolare" La mano
lo conduce a compiere piccoli cerchi concentrici. E come se
la gamba non avesse possibilit di muoversi, la vostra mano
che la conduce. La spalla sta tranquillamente appoggiata a. ter-
ra. La testa sempre al centro, la bocca socchiusa, i denti
non sono stretti. Ora lentamente incominciate ad allargare
questi cerchi, ogni tanto invertite il senso del giro. Continuate
ad allargare mantenendo sempre come asse centrale la linea
del vostro seno destro. Poi incominciate a stringerli ritornan,
do al punto di partenza.
Ora posate il piede a terra e togliete la palla. Ascoltatevi, .
paragonate una parte e l'altra della vostra schiena; poi allun-
gate lentamente le gambe, stiratevi e sbadigliate.
e t t e t ~ v i a sedere lentamente passando prima sul lato. Ora
fate qualche passo per sentire, poi mettete i piedi paralleli e
lentamente piegatevi in avanti. Risalite, lasciando la testa per
ultima.
Quando siete pronti potete lavorare anche il lato sinistro.
101
2) Sedetevi a terra con le gambe allungate. Dovreste stare con
la schiena diritta, perpendicolare al pavimento, ma dato che
questo difficile a causa della tensione posteriore che vi tira
indietro, potete mettere una palla di gommapiuma a met sotto
l'osso sacro: vi dar quei centimetri di lunghezza che vi aiu-
tano a stare diritti, senza cio dover inarcare la schiena o il
collo, e cos1 potrete comodamente tenere lo sguardo parallelo
all'orizzonte (Figg. 7-8).
Toccatevi la testa e andate a cercare la vostra fontanella
posteriore, un punto in cui le ossa del cranio non sono ben
saldate: avVertirete una speeie di fessura, un po' pi molle
102
del resto del cranio. La fontanella posteriore si trova circa al-
la sommit del capo, ed chiamata dagli orientali porta del
cielo poich da qui entrano l'energia solare e cosmica. Mas-
saggia tela bene e stimolatela, tirando i capelli, o la pelle che
trovate su di essa. A noi il riferimento della fontanella poste-
riore serve anche per metterei perpendicolari al pavimento o
al soffitto, per trovare la verticalit.
Respirate alcune volte dirigendo la fontanella verso l'alto.
Per capire bene in che direzione dovete andare potete pren-
dere una ciocca di capelli sulla fontanella e tirarla verso l'al-
103
104
to, come foste un burattino tirato da una cordicella.
?ra movimento espirando, senza pi tira-
re I maru appoggiate alle cosce. Le spalle so-
no rilassate, il collo .lungo, attenzione a non stringere tra
le scapole, a non aVVICInarle una all' altra. I muscoli anteriori
delle cosce, al contrario, bene che siano contratti: li avete
sotto le mani, dunque provate a sentire se possibile farli la-
vorare .
. O.g?i volta che espirate, espirate a lungo, cercando sempre
dI dmgere la fontanella verso 1'alto e di mettere in moto la
e della parte anteriore delle cosce per
tenerVI dIrIttI. PratIcamente dovete cercare di crescere a
partire dalla fontanella posteriore, facendo in modo che la
schiena si metta diritta, la nuca si allunghi. Ma fate attenzio-
ne: spesso si crede di allungare il collo spostando il naso e gli
?cchi verso 1'alto, ma cosl non siamo noi a crescere, solo
il nostro sguardo. La nuca lunga e in buona posizione quan-
do base del naso e le orecchie si trovano sullo stesso piano.
Partite dunque da questo punto di riferimento quando vole-
te allungarvi.
Ora con pollice e indice di ogni mano, andate a cercare la
base del cranio. Pizzicate tutto il bordo del cranio e poi an-
date ad afferrare i due muscoli a forma di cordoni che fuorie-
scono dal e. si verso il basso, accompagnando
la colonna. Ttrateli, espIrando a bocca aperta. Poi fate la stessa
cosa scegliendo due punti un po' pi bassi e cosi via fino alla
base del collo, scendendo progressivamente con la presa delle
vostre dita.
3) Prima di affrontare questo preliminare bene aver gi speri-
me'ntato il precedente. Siete seduti con le gambe allungate.
T enete una pallina di sughero alla vostra destra. Piegate la
gamba destra, mettendo il piede ben appoggiato a terra. Il
tallone all'incirca sotto la piega del ginocchio, le dita sono
ben allungate e appoggiate a terra. La fontanella rivolta verso
l'alto, il respiro non bloccato.
Incominciate a massaggiare la mano destra con la pallina,
premendola con la mano destra aperta e facendole compiere
dei cerchi sul pavimento. Insistete bene vicino al polso e so-
prattutto nella zona che collega il polso al pollice. Massaggia-
te bene verso la punta di ogni dito.
Ora fermatevi. Mettete la pallina sotto il piede destro, al
centro della parte anteriore del piede. Con le mani andate a
cercare i tendini che avete sotto la piega del ginocchio
e massaggiilteli, prendendoli tra il pollice e l'indice, da tutti
e due i lati del ginocchio. Cercate di ammorbidirli.
Ora, sempre tenendo i tendini del ginocchio, espirate pre-
mendo con il piede sulla pallina. Ripetetelo per qualche vol-
ta. Togliete la pallina, allungate la gamba destra vicino all'al-
tra. Stendetevi a terra.
Fate scivolare una mano sotto la schiena e andate ad esplo-
rare la scapola destra. Percorretene il bordo e andate a cer-
carne l'angolo inferiore. Quest'angolo spesso un po' spor-
gente a causa della tensione che c' tra le due scapole.
Individuate la colonna e individuate il lungo muscolo che
corre lungo il lato destro della colonna. Questo muscolo na-
sce nel collo e accompagna la colonna, sia sul lato destro che
su quello sinistro, fino all' osso sacro. ,
Mettete la pallina proprio tra la colonna e l'angolo inferio-
re della Piegate le gambe, appoggiando i piedi a ter-
ra alla distanza del bacino. Appoggiatevi bene con la schiena
sulla pallina, espirando. Pu essere molto doloroso, ma pi
vi lascerete andare, pi i vostri muscoli contratti si allente-
ranno e accoglieranno la pallina. Se il dolore veramente in-
sopportabile, non fate l'errore di resistere, perch vi induri-
reste ancora pi della pallina e questo non nel nostro pro-
105
106
gramma. Piuttosto spostate un pochino la pallina facendola
scorrere lungo lo stesso muscolo, fino a trovare un punto me-
no dolente.
La testa bene al centro, la bocca aperta e il mento si
avvicina al collo. Restate abbastanza a lungo in questa posi-
zione. Infine togliete la pallina e osservate: una spalla rispet-
to all'altra, una gamba, un piede rispetto all'altro, un occhio,
la mano e una parte della schiena rispetto all' altra.
Lentamente giratevi su un lato per sedervi. Dico sempre
di girarsi su un lato prima di sedersi perch cosl ci si mette
a sedere con l'aiuto delle braccia e non con la forza della
schiena .
. Ora alzatevi in piedi. Fate qualche passo. Mettetevi a pie-
di paralleli e lentamente piegatevi in avanti, lasciando la te-
sta pesante, il collo libero. Sentite e osservate le vostre due
mani, le braccia, le due met della schiena. Forse il lato de-
stro pi lungo, tira meno.
Potete passare al Iato sinistro, riprendendo dall'inizio que-
sto preliminare, ma potete anche restare cosl, nella vostra asim-
metria e lavorare il lato sinistro un'altra volta.
4) Siete distesi a terra sulla schiena. Le gambe flesse rendono
questa posizione meno per la lombare
poich le permettono dI scendere meglIo sul paVImento.
Ascoltate il vostro respiro, guardatevi il torace: si muove mentre
respirate? Soprattutto quando espirate, si abbassa per far uscire
l'aria? Di solito siamo bravissimi a far risalire il torace mentre
inspiriamo, anche perch ci aiutiamo arcuando la schiena.
Quello che invece ci interessa ora l'espirazione perch,
a causa delle contratture posteriori che tengono il diaframma
bloccato essa non mai abbastanza efficace e completa.
Vi un trucco, che ho imparato studiando canto li-
rico. Provate a tossire, a ridere o a sbadigliare ascoltando be-
ne che cosa avviene all'interno del vostro torace.
Guardatevi lo sterno: sicuramente mentre state ridendo o
dando un colpo di tosse, esso si perch il diaframma
risalito per spingere fuori l'aria. E un movimento raro e pre-
zioso, estremamente benefico per la salute. Dovrebbe essere
possibile farlo ogni volta che espiriamo, ma questo non av-
viene quasi mai. Avveniva sicuramente quando bam-
bini... ma ora, come ho gi detto molte volte, la tenslOne mu-
scolare della schiena ce lo impedisce. .
Ascoltate dunque che cosa succede mentre ridete o tossi-
te, anche a livello della schiena: come si modifica l'appbggio
a terra? Che cosa fa la testa? Le spalle?
Osservate bene e cercate di riprodurre questa specie di spin-
ta che avvertite ai vostro interno, che dovuta al diaframma
che si muove.
Questa spinta si chiama appoggio e viene usata da can-
tanti ed attori per far uscire la voce pi potent. ..
Noi lo usiamo per liberarci dalle contratture posterIOrl e
per assumere una postura pi bella, perch il nostro torace
sia pi IIl.?bile.. ,.
Continuate ad espuare facendo l appoggIO, se avete sco-
perto che cos', se invece potete
semplicemente tossire alla fme di ogru espIraZIone. Vedrete
che presto lo imparerete.
107
Ora attenzione: se la testa fa un piccolo movimento
v,a. deve essere lasciata libera, ma se invece il collo
SIlOarca e il naso va verso l'alto, vuoI dire che i vostri musco-
li posteriori sono un po' contratti e per compensare l'allunga-
mento della schiena si accorciano nel collo. Se questo accade
non permettetelo e cercate di guardare le ginocchia in modo
che la nuca resti lunga.
Continuate ancora un pochino, soHermandovi soprattutto
sensa,zioni d:insie,me che vi arrivano facendo questo mo-
VImento. E una liberta nuova che vi potete concedere, se lo
volete.
Ora prendete un salsicciotto e appoggiatelo sotto la schie-
na, dove finiscono le scapole, di traverso rispetto alla colonna.
Dopo qualche momento, che vi serve per adattarvi a que-
sta nuova posizione e a sperimentare l'appoggio, unite i piedi
e le cosce.
Ogni volta che inspirate, stringete con forza una coscia con-
tro l'altra e ogni volta che espirate rilassatele e lasciate che
si un pochino. Durante l'espirazione fate anche l'ap-
pOggIO.
Continuate: i denti non sono stretti, la bocca aperta, le
braccia sono lungo il corpo.
Non dovete assolutamente respirare ad un ritmo pi velo-
di quello abituale, anzi, cercate di respirare meno spesso,
allungando il tempo dell'espirazione.
Ora fermatevi e togliete il salsicciotto. Ascoltatevi bene.
La sensazione di larghezza e di libert cosi particolare che
pu sembrarvi sconvolgente all'inizio, ma vi ci abiturerete pre-
sto e non sarete pi disposti a sacrificarla.
108
5) Siete a terra o seduti con le gambe flesse, la nuca lunga.
Prendete con una mano i muscoli del collo e massaggiateli,
cercando di scollarli, come fareste prendendo un gatto per il
coppino. Tutta la mano fa il movimento, non solo le dita.
Continuando a massaggiare, muovete la testa facendo dei
piccoli cenni affermati,,:i. L'important: in moyimento
insistere e soffermarsI nel momento 10 CUI portate il mento
verso il. collo e non quando lo sollevate dal collo.
Poi provate a fare anche dei piccoli cenni di diniego, sem-
pre trattenendo saldamente la nuca con la mano. Sono en-
trambi dei piccoli movimenti da compiere senza troppa enfa-
si. Togliete la mano. Fermatevi, la bocca aperta, e ascoltate.
Protendete le labbra in avanti. Le labbra si allungano, co-
me per schioccare un sonoro bacio a qualcuno che lontano
da voi. Il mento invece non proteso. Distinguete bene le
labbra dahnento.
Insistete in questo movimento. Contribuisce a distendere
la nuca e la mascella.
Ora tirate fuori la lingua e dirigetela in avanti, verso il na-
so. Guardatela. Rimettetela dentro. Tiratela fuori di nuovo
allungandola bene. Fatelo parecchie volte. Ora fermatevi, fa-
te delle smorfie con tutto il viso, cercando di muovere tutto, .
anche le orecchie. Stiratevi, sbadigliate.
109
Capitolo VII
Incontri
Esperienze con le persone
VINCENZO
Vincenzo mi viene inviato da una mezierista che cura i suoi
genitori. un bel r ~ g z z o di 25 anni, che da poco uscito dalla
-.., tossicodipendenza. E sieropositivo. Ha l'aria un po' imbambola-
\.
ta e assente. Lo sguardo lontano. Non fa parola del suo passato
di tossicodipendente n con me in privato, n con i suoi compa-
gni di gruppo. Frequenta le nostre sedute settimanali CO!! pun-
tualit, cercando un sollievo per il suo mal di schiena. E per
molto chiuso e restio a parlare anche della pi piccola sensazio-
ne, rifugge da qualsiasi approccio o conversazione, non sorride
mai. Sembra terrorizzato dalla possibilit di sentire qualche cosa
nel suo corpo.
Dopo qualche mese di lavoro, c' la pausa dell'estate. Vincen-
zo si ripresenta al rientro dalle vacanze dicendo che vuole conti-
nuare a lavorare con me, ma individualmente. Sembra cambia-
to, pi vivace, il suo sguardo sembra essere pi vivo. Nel grup-
po, dice, nt)11 ha voglia di raccontare i fatti suoi. Accetto di fare
delle sedute individuali e rispetto il suo bisogno di non avere con-
tatti con gli altri. La sua paura di dover rispondere a domande
e di tradire la condizione di diverso anche una maniera di
potersi rifare un'identit. Un po' alla volta Vincenzo si apre, trova
il coraggio di lasciarsi andare.
113
seduta .in cui le sensazioni corporee si erano fat-
te plU VIve, pIange mI racconta, assieme alla sensazione di pau-
ra che ha provato, il suo segreto (la passata tossico dipende n-
per volta riesce a percepire senza censurarle, le sensa-
ZIOru del suo corpo e sembra rifiorire. Ogni volta che ritorna da
me per fare delle sedute sembra un'altra persona.
O.ra lavo!a, fa il ha una fidanzata. La paura di
tanto rlafflora, ma viene anche subito sdrammatiz-
zata. E .m di vivere pi intensamente e responsabilmente
la sua VIta. Puo affro.ntare il p,eric?lo di sentirsi, senza troppa
pau:a, s.enza dover rIcorrere ne all anestetico-droga, n alla di-
della sua sensibilit. Grazie poi alle cure di Merce-
des Salimei, da consigliategli per la sieropositivit, recupera
forze e sembra rInascere. Forse non nemmeno pi sieroposi-
Uvo.
114
ENZO B.
Di Enzo B. ho gi parlato nel secondo capitolo, .maj
meglio, sono a del
si. E tornato per parteCIpare ad un altro mIO semmarlo:
Dopo un anno di antiginnastica (che pratica da solo) .dIce che
il suo torace ha decisamente cambiato forma. La tensIOne che
aveva tra le scapole si sciolta, lasciandogli posi-
zione pi aperta delle spalle e del petto, con delle eVIdenti !Iper-
cussioni nei suoi rapporti con gli altri. Sente che, avendo libera-
to questa tensione gli permesso di respirare megli? ed ha molta
pi forza. Corre senza pi irrigidirsi ed ha,una reSIstenza molto
maggiore di quella che aveva a vent' anni. .
Non pi disposto a nuova sClOlt:zza nem-
meno stando seduto a dIsegnare, attIvlta che credeva Importan-
te fino a poco tempo fa. Si accorto infatti che solo
per poter dire di esse:e un che la cosa pero
te di tensione. Ora SI sente ben defInIto facendo ,solo mae-
stro di nuoto. Naturalmente un maestro di nuoto molto partico-
perch, come ho gi detto, fa prima eseguire ,ai suoi
i preliminari di antiginnastica all' Sarei curiosa rlve-
derlo dopo un anno dal nostro ultimo mcontro. Ho capIto che
perfettamente in grado di autoguarirsi. Gli servo, e ne sono
ben contenta, per fare il punto della situazione.
115
ALBERTA
un medico anestesista. Tende con humour a parlare di s
peggiorandosi. Mi sembra esilarante quando, raccontandomi per-
ch vuole fare antiginnastica, mi dice: sono asimmetrica, ho una
spalla pi bassa, la sinistra. La causa stata un lungo fidanza-o
mento. Era un ragazzo molto pi alto di me, cosi quando cam-
minavamo lui mi cingeva le spalle, stando sempre alla mia sini-
stra. lo ero dunque costretta a tenere bassa la mia spalla sinistra
sotto il suo braccio. La spalla destra oltre a stare pi in alto do-
veva portare il peso della mia borsa a tracolla. Ecco perch cosi
contratta. Rido, ma vedo che lei mi guarda stupita. Crede dav-
vero che questa sia stata la causa della sua deformazione. Le spiego
che tutti noi tendiamo a proteggere le nostre tensioni, perci as-
sumiamo le posizioni pi comode, quelle in cui possa essere
mantenuto lo status quo, lo stato di squilibrio posturale che coin-
cide anche con la nostra maniera di difenderci da situazioni sco-
mode o dolorose.
Dunque la sua asimmetria pre-esisteva al fidanzamento e sem-
mai il fidanzamento servito a mascherarla e a fornirle un alibi
per lasciarla immutata. Vedo che Alberta mi guarda esterrefatta
e non accetta quello che le dico. Lei scientifica, ha bisogno
di prove tangibili. Le dico che lavorando insieme queste prove
le trover, ma lei imperterrita prosegue nel suo ragionamento dI-
cendomi che anche le sue anche sono asimmetriche a causa del
suo studiare sempre per dieci anni seduta sul tallone destro, con
la gamba ripiegata in sotto. Le dico che anche questo non ca-
suale: avr avuto un buon motivo per stare seduta cosi, sar sta-
ta una posizione comoda proprio a causa della disparit tra le sue
anche. Mettendo il piede come supporto sotto quella pi bassa
si sar sentita pi equilibrata. '
In effetti molto spesso si confondono le cause con gli effetti.
Si ritiene che un certo sport o un certo lavoro possano deforma-
re la nostra struttura, ma la deformazione spesso preesiste e sia-
mo noi che inconsciamente cerdamo il mestiere o l'attivit che
ci diano 1'alibi per mantenerla. il caso, per esempio, del tennis
che, si dice, sviluppa solo la parte destra, dando contratture mu-
116
scolari alla spalla. Spesso per' le sono gi. parten.za di-
verse e viene scelto il tennis, o qualsIaSI altra atuylt che .SI svol-
ge asimmetricamente, proprio per mantene.rle tali. vero
che una persona asimmetrica peggiora se gIoca a tenms, ma una
persona equilibrata resta tale. . .. .
Cos1 per la maggior parte delle il mesUere che
facciamo, quando non ne siamo scelto per. te-
nere nascoste le nostre imperfezloru. Scegliamo dI fare lo p.sleo-
logo perch, poter 1 no-
stri conflitti psicologICI. Se temIamo molto e la morte
scegliamo la professione di medico che credIamo Cl possa proteg-
gere, possa esorcizzare e la paura. Se che ,:en-
gano a coscienza le pro!onde che fanno sceglIere
una professione questo non Cl portera, tantI cam-
biare lavoro, ma semmai a svolgerlo meglIo. InfatUI che
investiamo per tenere nascosti i motivi della dI nuo-
vo disponibili e utilizzabili per con pIU e sen;
za doverci irrigidire. Nessuna attlvlta o profeSSIone : per
causa di tensione: siamo sempre noi che la strumentalizzIamo m
tal senso. . al
Claudia, una massaggiatrice, lame.nta ?c:lla .
collo e alle braccia. Questa tenSIone, dIce, e mevltabIle, vlsto.il
lavoro che fa. Ma quante altre massaggiatrici tranquil-
lamente il loro lavoro senza irrigidire del c?rpo, o
semmai, accusando fastidi completamente
se Claudia concedesse a se stessa il suo deSIderIO dI
di occuparsi del corpo di un neonato, non avrebbe dI
massaggi alle persone e, soprattutto, a farh
senza problemi di contratture. Il corpo mfattl" c?me ho. detto
parlando della teoria di Thorward Dethlefsen, e mconSClO allo
stato tangibile. Tutto quello che la nostra mente non vuolc:,o n?n
pu accogliei diventa visibile nel corpo, il qual.e plU Slll:
cero, accetta le nostre zone d'ombra, i nost:l conflItti
e li riporta alla luce, per il nostr<? e il
T ornando ad Alberta, che pOI parteCIpo ad uno ffilel
pi per due anni, la era. sempre qu.ella dI parlare. dI se
in prima persona. Non diceva mal per esempIo: lo ho sentito ...
117
ma L'esercizio mi piaciuto. Oppure La palla mi faceva ma-
le e non Provavo dolore mentre la palla era sotto di me. Era
come se tutto fosse sempre determinato dall' esterno. Cosl quan-
do veniva da me c'erano momenti in cui tutto andava bene per-
th le facevo fare delle cose per lei piacevoli, ed altre in cui an-
dava male perch le cose non le piacevano.
Quando le proponevo di mettersi al centro del discorso, di par-
lare in prima persona e di pensare che era lei che veniva a fare
delle cose da me, si arrabbiava e tentava di riportare tutto su
un piano scientifico, razionale, di causa-effetto. Come se i preli-
minari di antiginnastica avessero in s dei poteri che invece nori
hanno: essi sono solo un mezzo per arrivare alla presa di coscien-
za e al cambiamento.
Una delle tante volte in cui gliel'ho fatto notare, le ho detto
di usare la prima persona singolare nel descrivere le sue sensa-
zioni; ho anche aggiunto che questa anche la maniera di pren-
dersi la responsabilit di quello che sente, e quindi di se stessa.
Mi ha risposto, seccata, che lei gi si prende abbastanza respon-
sabilit nel lavoro, quindi anche se non se le .prendeva in questo
campo era meglio. Da questo momento Alberta ha cominciato
a diradare le sedute, dicendo che doveva utillzzllre questo tem-
po per studiare' in vista di un concorso. "
Un giorno tornata e mi ha parlato a lungo del suo lavoro,
dell'angoscia che provava ogni volta che anestetizzava una per-
sona. Mi ha raccontato che nel suo lavoro il rischio di mortalit
altissimo, imprevedibile e spesso non proporzionale all'impor-
tanza dell'intervento. .
Le ho detto che la capivo bene, perch mi capitato di parlare
con altri anestesisti che dicevano di essere traumatizzati per lo
stesso motivo: a volte per un intervento banalissimo, magari di
chirurgia estetica, il paziente aveva rischiato,. di morire.
Le ho consigliato di provare ad occuparsi di agopuntura, pote-
va essere una buona cosa. Conosco un'anestesista che lavora in
una struttura pubblica ma usa con successo knch l'agopuntura,
quando l'intervento chirurgico e il paziente glielo consentono.
Alberta mi ha invece guardata con sfiducia,dicendo che no,
lei alla sua et (40 anni!) nori se la sarebbe mai sentita. Da quel
118
.j.
I
r
i
\
momento non l'ho pi vista n sentita. al
A distanza di tempo penso che per lei di fondament b
im ortanza essere scontenta. li suo lavoro dl r
7
sponsa l-
le d l'alibi per non prendersi la responsabilit dl se stessa.
Coslla soluzione che le avevo era troppo av;venta-
ta avrebbe costituito per lei una forzatura.
, .
119
BIANCA
la madre, psicologa, che mi subissa di telefonate dicendomi
che sua figlia ha molto bisogno di venire da me ma non ha tem-
po di telefonarmi.
Quando finalmente Bianca arriva, vedo una ragazza dall'aria
un po' arcigna e superba che mi dice di essere un'aspirante attri-
ce, in quanto ha fatto la scuola del Piccolo Teatro.
Le chiedo come sia arrivata da me: mi risponde che stata
la madre a consigliarglielo. Le chiedo di che cosa abbia bisogno.
Mi dice che vuole fare lo stesso tipo di ginnastica, lo stretching,
che faceva alla scuola del Piccolo Teatro.
Le spiego che il lavoro che faccio non esattamente quello che
forse intende lei. Mi dice che comunque ha sentito parlare di an-
tiginnastica e che pu andare bene lo stesso.
Le chiedo allora di parlarmi un po' di quello che cerca per s
stessa venendo a fare questo lavoro. Mi guarda incredula e gira
la testa da un'altra parte: Beh, questa poi! Non credevo che per
iscriversi ad un corso di ginnastica bisognasse subire degli inter-
rogatori.
Il mio non un interrogatorio, ma una maniera di vedere se
possibile lavorare insieme. Ribatte con tono seccato: Voglio
semplicemente un po' di stretching. Non penso di dover parlare
dei fatti miei. Quando le ripeto che io non faccio stretching, ma
antiginnastica e che se vuole lavorare con me ho bisogno di par-
lare con lei, per cominciare a conoscerla e per verificare se i no-
stri obiettivi coincidono, si scatena la tempesta. Mi annuncia che
lei vuole solp fare ginnastica e che io invece la costringo a fare
la psicanalisi, Cose da pazzi!.
Ecco, se lo scopo del colloquio era verificare la possibilit di
lavorare insieme, questa possibilit sta sfumando perch non ci
intendiamo assolutamente l'una con l'altra.
<<Allora, mi dica che lei non vuole lavorare con me!.
Si, le dico, confesso che 'non ne ho nessuna voglia. Mi ag-
gredisce con un fiume di parole e di improperi che non ricordo
nemmeno pi.
So di aver pensato che mi dovevo difendere perch probabil-
120
t on ero
esattamente io la destinataria di tutta ag-
men e n h' al . f S r stata
. ., N n mi interessava sapere c 1 trl osseo a .
gresslvlta. o . .. h I enlS
forse la madre, psicologa, che tanto aveva mSIstlto perc e v -
se da me? d'f' l . So-
Cos1 ho calato una specie di parete l ensiva tra el me.
no rimasta zitta per un po'. L'ho lasciata parlare,. po:,
ancora Bianca si sfogava, mi sono e, sempre m o
aperto la porta del mio studio. Allora SI e alzata IdI e,
do mi ha orto una mano che io non ho stretto, . Icen om!: c-
co: credo adesso lei si senta una grande pSicologa, vero?.
121
BARBARA
una carissima amica, compagna,di universit. da sempre,
da 'quando la conosco, molto rigida. E molto impegnata in politi-
ca' nell' area della sinistra. Ha sempre rifiutato i coinvolgimenti
emotivi e sentimentali.
Pur facendo la psicologa non ha mai voluto intraprendere al-
cun tipo di terapia personale.
Ha sempre lasciato, o si fatta lasciare dai suoi numerosissimi
fidanzati, quando la relazione diventava compromettente.
Dopo qualche anno di fidanzamento, ha lasciato anche l'ulti-
mo fidanzato, senza provare apparentemente nessun dolore.
. Dopo qualche tempo mi chiede consiglio su che cosa fare per
la sua schiena. Praticando l'alpinismo, infatti, ha fatto una brut-
ta caduta che le ha lasciato una forte lombalgia. Questo dolore
persiste ormai da qualche mese. La indirizzo quindi da una fisio-
terapista, che le pratica con buoni risultati delle sedute di meto-
d Mziies. .
La vicenda non mi aveva particolarmente colpita finch, dopo
qualche mese, sentendo Barbara al telefono, apprendo che sta
attraversand una grossa crisi depressiva.
Mi stupisco, perch in tanti anni, non l'ho mai sentita nem-
meno parlare di cose cos1 intime e Mi dice infatti,
che si .innamorata di nuovo del suo fidanzato, il quale nel frat-
si,stava sposando con un'altra. Da qui sorta la depres-
SlOne. ,
. Quando la rivedo Barbara in effetti molto cambiata. co-
me se tutto il fiume dei suoi sentimenti, per anni rimasto prigio-
nie,ro, si fosse liberato impetuosamente.
E profondamente depressa e sofferente e sarebbe disposta a
fare di tutto per ristabilire il rapporto con il suo fidanzato.
Pur pagandone pericolosamente il prezzo, disposta per la pri-
ma volta ad amare e a dire eli amare.
Ha completamento invertito la rotta della sua vita: non pi
cosi rigida nel corpo, nei sentimenti, nelle convinzioni politiche
e nel lavoro.
Ricupera persino dei buoni rapporti con la sua famiglia.
122
Capisco ora che la sua rovinosa caduta in montagna stata in
realt un tentativo inconscio di rompere la sua spessa. cor.azza.
stata la scusa per potersi occupare di s, per mettere In dlSCUS-
. sione la sua struttura rigida. . .
Le sedute Mzires, facendo sl che Barbara
tura le hanno brutalmente rivelato l'abisso della sua ngldlta e,
allo 'stesso tempo, la possibilit di camb!are. .
La conseguente pur pericolosa depresslOne, le ha
proseguire nel cambiamento t.anto ora Barbara ha deCISO dI
affrontare finalmente una pSIcoterapIa.
123
MARIA
Quando arriv da me era una graziosissima venticinquenne,
madre di una bimba di due anni. Aveva un'importante scoliosi
che per anni i medici hanno cercato di curare con busti, cor-
setti e ginnastiche correttive. Poi; ad un certo momento, ha vo-
luto smettere di curarsi ed ha fatto tutto quello di cui aveva
voglia. Sport,danza, stravizi, senza che la scoliosi per questopeg-
giorasse ri migliorasse.
Qualche tempo dopo il suo arrivo in un gruppo di antiginna-
stica, la invio anche da un meziersta, pensando che sia molto
indicato nel suo caso fare questo tipo di sedute. Ma lei non le
sopporta. Perch dice quando esco di n mi sento diritta, ed
orribile. Mi stupisco, ma mi dichiaro d'accordo con lei. In ef-
fetti a volte, penso, io sono vittima della mia fretta e del pensare
che in un caso cos1 grave il mio lavoro non possa essere suffi-
ciente.
Maria frequenta da anni i miei gruppi, con passione, entusia-
smo e grande responsabilit verso se stessa. Si accorta che pu
cambiare, partendo dall'interno, per sua scelta, e che la sua schiena
lentamente si raddrizza. Si accorta che c' una grande diffe-
renza tra quello che lei e ci che invece ha voluto apparire con-
formandosi a quello che gli altri volevano che lei fosse. In questi
anni ha acquisito una profonda coscienza di s, una sensibilit
particolarissima per il suo corpo. sempre presente a se stessa
in ogrii momento della giornata e questo le consente di perfezio-
nare sempre pi la sua pastura.
Questo potere che ha scoperto in se stessa la rende pi forte
e sicura di s, tanto che si sta scoprendo e accettando, senza paura,
diversa da quello che ha sempre pensato e pensato di dover essere.
124
Conclu'sioni
In questo ultimo capitolo ho
di personaggi che ho incontrato m questi dIecI anru dI
za professionale. Li ho scelti tra i tanti, senza troppo.
Sono persone alla cui crescita ho potuto a volte e parte-
cipare. A volte, come avete potuto constatare VOI stessI, non ho
avuto questa possibilit. Una cosa per certa: io sono
cresciuta un po' con loro, anche con coloro che ho
dei casi falliti. Essi sono stati, comunque, inconsapevolmente del
maestri di vita, e di questo li ringrazio.
Mi piacerebbe allora poter parlare e ringraziare, .visto che questo
anche l'ultimo capitolo, anche le persone che mI sono con-
sapevolmente maestre di vit.a e mIa
dre che mi ha prestato il pnmo libro sull ArrIvo
poi a che la sua
mi il suo metodo preZIOSO, mI ha consentlto, partendo antl-
ginnastica, ih primo luogo di e. se-
condariamente di avvicinarmi alla mIa scelta orlgmana, la pSICO-
"-: terapia, in una maniera che mi in
Threse una donna cunOSlSSlma e recettlva, che ama reVI-
sionare continuamente le sue acquisizioni. Ha avuto una vicen-
da personale molto drammatica, in cui si accorta
del vuoto e dell' assurdo di cui il sistema sanitario costltUltO.
Credo che questo abbia fortemente connotat? le scelte. suc-
cessive. Infatti puravendo avuto, per necessIt dI sopraVVIven-
za una formazione di fisioterapia classica, ha poi frequentato la
di Franoise Mzires, dove tutte le conoscenze apprese
sono state, come abbiamo visto, capovolte. E se per cer-
ti versi il suo metodo si pu considerare un'emanazlOne del
todo Mzires, per altri versi ne il contra.rio. vede:e
il legame tra;)' organizzazione gh la. materl.a
corporea e l'organizzazione pSlchlca, l mtellettualita, affettI,
significa che non ha pi senso lavor.o come il.m<;todo
Mzires che si ostina a prendere m consIderaZIone solo il livello
muscolare mantenendo il rapporto con il paziente su un piano
e classicamente medicale. Riporto, a questo propo-
125
sito, un frammento di un'intervista che le feci anni fa, per una
rivista italiana: Mi sembra impossibile non sviluppare il lavoro
in profondit, perch, anche quando si vuole restare tranquilla-
mente nell'organizzazione muscolare, ci si accorge che le emo-
zioni arrivano, che il comportamento cambia, che le persone in-
cominciano a pensare diversamente e poi a pensare al rapporto
con gli altri, diversamente. E se in quel momento siamo capaci
di vedere il cambiamento e di aiutarli a prendere coscienza della
differenza, della loro differenza di comportamento, contempo-
raneamente alle emozioni sollevate, il lavoro va" dieci volte pi
veloce, decuplicato, possiamo andare ancora pi in profondit
e arrivare a dei risultati molto pi duraturi. Credo che restare
unicamente nei muscoli, come fanno in genere i fisioterapisti, sia
molto pi comodo - in fondo un comfort capisci? - ma non
si pu restare n per essere onesti. Si tratta di capire quello che
succede, invece, di pensare che le persone, quando si mettono
a piangere, hanno delle idee bizzarre che passano per la testa,
o, quando si mettono a tremare, sudare, che sono delle reazioni
... e poi sedersi e aspettare che passino, rimanendo
costernati in fondo. Un mestiere come pu essere quello di un
orologiaio, non comporta il mettersi in discussione ... mentre noi
s1. un peccato non farlo perch penso ci sia tutta una dimen-
sione della persona che si ha davanti, che altrimenti sfugge. Insi-
sto che non lo facciamo apposta di andare a cercare negli affetti,
psichica della gente, ma ci si impone, se si
abbastanza onesti non si pu scappare.
Thrse una donna minuta, bionda, raffinata, elegantissi-
ma nel portamento, ha uno sguardo intenso e penetrante. Illuo-
go dove svolge la sua professione a Parigi, dove l'ho conosciuta,
spazioso, pieno di luce e di piante, ha le sembianze e l'accura-
tezza di una casa, pi che di uno studio professionale. Spesso
alcune caratteristiche di Thrse sono state scambiate per stra-
nezze o per frivolezze dai colleghi, ma sono invece, a mio avvi-
SOl esigenze profonde di armonia. Mi riferisco per esempio al fatto
di aver inserito nella nostra formazione professionale lo studio
dell' astrologia, accanto a quello del metodo Mzires e alla teo-
oria reichiana, piuttosto che alla cura che ha per s stessa, per l'ar-
126
redamento o per 1'alimentazione.
Riparto poi con i ringraziamenti dalla mia analista, Elvira Ju-
liani, che mi "ha aiutata a scegliere di essere pi felice e, passan-
do per la mia insegnante di canto, Floriana Cavalli, che ini ha
trasmesso un po' della sua arte e della sua grande forza d'animo,
arrivo a Mercedes Salimei che, con la sua immensa sapienza mi
ha sempre fornito delle indicazioni benefiche e mi ha aperto le
porte di un mondo che sto incominciando ad esplorare.
Poi, ritornando ai maestri di vita inconsapevoli, voglio citare
i miei figli Leopoldo e Corinna che, nati in casa per mia esigen-
za, mi hanno consentito di fare - e di continuare a fare, con
la loro nascita e la loro crescita, un'esperienza di vita intensa e
straordinaria. Ringrazio anche Sara Veltro, l'ostetrica che ci ha
assistiti con grande forza, affetto e determinazione. "
Un ringraziamento particolare a mio marito Francesco che con
la sua tenacia ha decisamente contribuito a che questo libro ven-
ga pubblicato.
"" ,
.
127
Bibliografia
......:. . .
Ambrosi, Jean - L'energia dell'umano - Feltrinelli, Milano, 1979
- La gestalt therapie revisitee - Privat, Toulouse, 1984
- L'analyse psyco-energetique - Retz, Paris, 1979
Baudrillard,jean - Lo scambio simbolico e la morte - Feltrinelli,
Milano 1979
- L'America - Feltrinelli, Milano, 1988
Bertherat, Thrse, Bernstein, Carol- Guarire con l'antiginnasti-
-" ca - Mondadori, Milano, 1978
- Nuove vie dell'antiginnastica - Mondadori, Milano, 1981
- Les saisons du corps - Albin Michel,Paris 1985
- La tigre in corpo - Mondadori, Milano 1990
Braibanti, Lorenzo, Braibanti, Paride - Nascere meglio - Editori
riuniti, Roma, 1980
Capra, Fritjof - Il tao della fisica - Adelphi, Milano, 1982
Cataldi, Paolo - La dieta Mayr - Edizioni RED, Como, 1988
Ciccolo, Enza - Acqua d'amore - Edizioni Mediterranee, Roma,
1990
Cott, Alan - Digiuno via di salute - Edizioni RED, Como 1980
Delarue, Fernand - Intossicazione da vaccino - Feltrinelli, Mila-
no, 1979..
Dethlefsen";'Thorward - Malattia e destino - Edizioni Mediterra-
nee, Roma, 1989
Dichwald, Ken - Psicosoma - Astrolabio, Roma, 1978
Dujani, Ruggero - Manuale pratico di omeopatia - Edizioni RED,
Como, 1982
131
Morpurgo, Lisa - Introduzione all'Astrologia - Longanesi, Mila-
no, 1972
- Lezioni di astrologia - Longanesi, Milano, 1983
Norwood, Robin - Donne che amano troppo - Feltrinelli, Milano,
1988
Perls, Frederick - La terapia gestaltica parola per parola - Astrola-
bio, Roma, 1980
Perls, F., Heferline, R., Goodman, P., - La terapia della Gestalt
- Astrolabio, Roma, 1971
Perls, F. - L'approccio della gestalt - Astrolabio, Roma, 1977
Reich, Wilhelm - La funzione dell'orgasmo - SugarCo, Milano 1973
- La biopatia del cancro - SugarCo, Milano, 1976
Salimei Deotto, Mercedes - Alimentazione, disintossicazione ed al-
tro - Saval, Bologna, 1984
- Terapie naturali per i tumori - Saval, Bologna, 1985
- La decontaminazione radioattiva - Saval, Bologna, 1986
- Cure naturali per la sieropositivit e AIDS - Saval, Bologna,
1989
Scarf, Maggie - La fatica di crescere donna - Longanesi, Milano,
1983
Siegel, Bernard - Amore, medicina, miracoli - Frassinelli, Mila-
no, 1988
Speciani - Di cancro si vive - Edizioni Mediterranee, Roma, 1984
Steiner, .Rudolf - L'azione delle stelle e dei pianeti sulla vita terre-
stre - Editrice antroposofica, Milano, 1963
- Uomo, sintesi armonica - Editrice Antroposofica, Milano, 1968
- Vita spirituale del presente ed educazione - Editrice antropo-
sofica, Milano 1984
Valnet, Jean - Cura delle malattie con le essenze delle piante - Giunti-
Martello, Firenze, 1975
Accademia di Medicina Tradizionale di Pechino - Manuale prati-
co di agopuntura - La citt del Sole Editrice, Roma, 1978
In
-.
. 4 : . .
Indice
Prefazione pago 7
Introduzione
.'9
Capitolo I L'antiginnastica
Preliminari 15
" ..
Il lavoro di gruppo 17
,

Franoise Mzires 21
Accorciamento posteriore 22
Antagonismi 24
Rotazione interna degli arti 28
.-
La respirazione 28
La forma determina la funzione 29
Rilassare la muscolatura posteriore non
significa solo rilassarsi 29
La portata delle scoperte di Mzires 30
Capitolo II L'unit psicosomatica
Relazione tra muscoli e comportamento 35
Il blocco dell'energia 36
Acquisire consapevolezza 37
Antiginnastica come preliminare 37
La resistenza al cambiamento 38
Il pensiero in azione 41
Una reazione difensiva esemplare: il freddo 42
L'utilit della tensione 43
Capitolo III La riappropriazione della salute nella
sua glohalit
Affinare l'ascolto di s pago 47
Assumersi la responsabilit della propria
salute 49
Malattia e salute 51
Paola, un esempio di processo di
./i"
risanamento 52
Salute e assenza di malattia 54
Intervento a posteriori: l'ernia del disco 55
Intervento a priori: le vaccinazioni 56
Delega della salute e perdita dell'autonomia 60
La perdita del buon senso comune 60
La perdita della saggezza originaria 61
Capitolo IV Collegamenti
Omeopatia 68
7
Shiatsu 70
I
Digiuno 74
Integrazione alimentare e alimentazione
.,
"
naturale 76
Tabella dei gruppi alimentari 77
Malattia e destino 78
Capito io V Gravidlll1:za e parto
-
l'antiginnastica durante la gravidanza 83
La tendenza a ipermedicalizzare la
gravidanza 84
Il corpo che cambia 87
Conclusioni 89
Cosa fare nella pratica 90
Capitolo VI La pratica dell'antiginnastica: i
preliminari 99
Capitolo VII Incontri
Esperienze con le persone 113
Conclusioni 125
Bibliografia 131
i .

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