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Luca Beltrami Gadola MILANO. RITROVATA LARCA PERDUTA? Franco DAlfonso ANCORA SUL COMMERCIO A MILANO: CRISI O NOVIT/2 Elena Savino RICORDARE IL XX SETTEMBRE NEL TEMPO DELLINCERTEZZA Jacopo Gardella AL POSTO DELLA CARLO ERBA IL GIOCO DI PRESTIGIO DI UNARCHISTAR Giovanni Agnesi CASSA INTEGRAZIONE/VOLONTARIATO. INIZIATIVE PER SUPERARE LA CRISI Diana De Marchi MARONI LI LASCIA A CASA, PODEST NON FA QUEL CHE PU Giulia Mattace Raso LA MILANO DELLA MORATTI QUELLA CHE ATTERRA? Valentina Magri LECONOMIA DELLA MODA: DALLA PECORA AL FASHION Marco Ponti LEXPO SAR COMUNQUE UN FORMIDABILE SUCCESSO Raffaello Morelli REFERENDUM: IL PD E IL PROBLEMA DELLA GIUSTIZIA Pier Vito Antoniazzi PD. MA LA PAROLA D'ORDINE FERMARE RENZI? Riccardo Lo Schiavo SU MATTEO RENZI IO MI PERPLIMO VIDEO NANDO DALLA CHIESA: SULLA CRIMINALIT ORGANIZZATA MILANO ANCORA IN RITARDO suggerimento musicale MARGHERITA PIRRI canta Cara Milano rubriche di attualit CINEMA - Anonimi milanesi MUSICA - a cura di Paolo Viola SIPARIO - Emanuele Aldrovandi ARTE - a cura di Virginia Colombo LIBRI - a cura di Marilena Poletti Pasero www.arcipelagomilano.org
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in grado di mettere in difficolt su questo piano molti negozi attuali, nellabbigliamento in particolare, ancora non abituati a queste armi e troppo legati alla rendita della posizione logistica: ai gi presenti colossi spagnoli come Zara stanno per aggiungersi El Corte Ingls, Migros e altri ancora che hanno gi cambiato e sperimentato il passaggio verso la formula del punto commerciale assortito ma specializzato con iniziative che riescono a prescindere dalla appetibilit commerciale della zona perch loro stessi impongono un cambio e una accelerazione alle vie e ai quartieri nei quali si insediano. Riescono in questo modo a sottrarsi alla spirale dei rincari degli affitti degli immobili andando in zone o vie in ristrutturazione, inventandone una vocazione commerciale. Senza dimenticare che i marchi italiani della Moda o una catena come Eataly non hanno gi oggi nulla da imparare dai nuovi arrivati su questo terreno. Milano come accoglie questo cambiamento? Milano non accoglie, vive ed protagonista in prima persona di questo cambiamento. Quante volte ha cambiato volto e ha assecondato la creativit e il lavoro dei suoi cittadini dando vita a formule originali? La Milano del Rinascimento, quella degli artigiani che arrivano da tutto il mondo per lavorare e che restano per vivere svilupp il modello casa-bottega, creando quello stile pratico- estetico che usava i suoi navigli per la logistica, i cortili di casa per il lavoro e il lungo mura per i commerci, in maniera da tenere le merci a cavallo del dazio. Il modello rimase valido, allargando e consolidando le officine interne che sono sopravvissute fino a oggi per trasformarsi in loft fino allarrivo delle grandi fabbriche alle periferie: nascono accanto i quartieri operai, i Navigli perdono funzione e vengono coperti, facendo rivoltare Stendhal
nella tomba ma migliorando la salubrit della citt. La Milano di oggi ridisegna se stessa partendo dai grandi spazi lasciati vuoti dalle scomparsa degli stabilimenti e, dopo aver corso il serio rischio di consegnare la guida del proprio cambiamento a costruttori di parallelepipedi di vetro e cemento, si sta riappropriando delle scelte, dallIsola a Santa Giulia, chiedendo a gran voce innanzitutto una tutela della qualit della vita, che certamente nuova consapevolezza ambientale, mobilit sostenibile ma anche e forse soprattutto luoghi di vita, lavoro e socializzazione di nuova generazione. La piazza, la chiesa e il mercato sono ancora i luoghi dove questo cambiamento si misura. Cosa si chiede, cosa fa e cosa pu fare il Comune per il commercio? Non intendo ripetere la solita solfa relativa agli scarsi o nulli poteri locali: a Milano si va in Comune da sempre, sicuri di trovare qualcuno che quantomeno condivida e valuti un problema e questo dobbiamo fare anche noi oggi. Ma effettivamente la potest municipale sul commercio completamente azzerata e non tutti se ne rendono conto. Si prenda il caso delle imposte locali: sono meno del 2 per cento di pressione fiscale eppure non passa giorno senza che qualcuno attribuisca a queste stangate la crisi di una impresa se non quella dellintero settore! Il Comune ha per una responsabilit morale di governo del settore, a prescindere dal potere effettivo: favorire la convivenza fra traffici e popolazione residente, far rispettare le regole sostanziali del commercio tutelando i consumatori, garantire un ambiente nel quale liniziativa degli imprenditori commerciali si possa sviluppare in maniera armonica. Per far questo stato innanzitutto necessario dirimere una quantit assolutamente assurda di con-
flitti sparsi per la citt che le passate amministrazioni ci hanno lasciato in eredit, cercando di capirne le origini e le ragioni ma soprattutto cercando di superarle. Non vi dubbio che il principale errore del passato stato pensare che lAmministrazione pubblica fosse un giudice che dovesse individuare ragioni e torti, leffetto stato una maionese impazzita che vedeva sostenere alternativamente ora le ragioni degli uni ora quelle degli altri a seconda dei quartieri e a volte nella stessa via. La convinzione che il bene comune fosse la somma del bene di ciascuno, per chi conosce il diritto amministrativo il travisamento dellinteresse legittimo in diritto soggettivo, come se una invisibile cornucopia (altro che la mano invisibile del mercato...) distribuisse beni e ragioni per tutti ha portato allesplosione degli egoismi individuali e di impresa che faticosamente si sta cercando di superare. Come sta agendo in concreto il Comune? Usando le istituzioni esistenti, dai Consigli di Zona ai Distretti Urbani del commercio, moltiplicando le occasioni di confronto con cittadini e categorie, con grande fatica si sta ricostruendo un terreno comune di confronto e di iniziativa, spingendo cittadini e imprese a parlare fra loro e fra colleghi privilegiando le azioni comuni rispetto a quelle individuali. Nessun miracolo avvenuto a Milano, ma i conflitti dal 2010 a oggi si sono quasi azzerati, sono in corso decine di progetti partecipati e diffusi per la citt. Collaborare meglio che combattersi, anche nel commercio. Il Comune favorisce queste pratiche non perch buono, ma perch pragmatico: di fronte ai risultati nulli e ai danni del passato, in fondo non nemmeno tanto difficile fare meglio (2 continua)
RICORDARE IL XX SETTEMBRE NEL TEMPO DELLINCERTEZZA Elena Savino Ricordare il 20 settembre non significa solo rendere omaggio alla memoria storica di un fatto importante del nostro passato: la breccia che a Porta Pia consentiva ai patrioti del Risorgimento di concludere lunit del paese conquistando lultima enclave cattolica e dando allItalia Roma capitale. Ricordare il 20 settembre significa anche riconoscere il valore dello stato laico, uno dei maggiori lasciti della battaglia risorgimentale, che circoscriveva il potere della Chiesa al magistero morale, conferendo in pari tempo allo Stato la sua completa indipendenza di compiti e funzioni nellambito della vita civile. Questa ricorrenza, misconosciuta oggi dalla nostra classe politica, ha dunque un significato simbolico altissimo, che richiama la libert del cittadino rispetto ai problemi religiosi e morali e chiede un forte impegno civile in un paese ogni giorno costretto a difendere i principi della laicit delle istituzioni erose e avvilite dai privilegi e dalle pretese della chiesa cattolica e dalla acquiescenza e passivit dei nostri governanti. Non sembrino queste parole troppo grosse poich in Italia il governo falsamente liberale copre di fatto molte illiberalit. Nel nostro intento questo giorno una occasione per sollecitare il mondo politico e quello della cultura a un maggiore impegno in difesa dello stato laico, che assicuri, nel rispetto della dialettica democra-
www.arcipelagomilano.org tica, la libert di ognuno nelle scelte che riguardano la fede e la morale di credenti e non credenti. Ma ricordare questa data ha anche un significato antifascista perch il Concordato del 1929 seppelliva le conquiste laiche del Risorgimento, dando vita a uno stato confessionale con larghi privilegi per la chiesa cattolica e con laccettazione di una disuguaglianza di fatto tra le diverse fedi, e questo in aperto contrasto con la Carta dei diritti delluomo e del citt adino. Occorre forse intendersi sul significato della parola laicit, che non significa affatto irreligiosit, ma rispetto delle scelte etiche e religiose di ognuno e cio volont di tenere separate la sfera religiosa da quella dei diritti e degli obblighi civili, separazione dunque dello Stato (le cui regole devono assicurare il massimo di libert e autonomia dellindividuo), dalla chiesa, il cui magistero dovrebbe limitarsi alla cura delle anime. Basterebbe ricordare a questo proposito Arturo Carlo Jemolo, uno dei padri della patria, intellettuale antifascista, spirito profondamente intriso di religiosit e fiero oppositore della soluzione concordataria, adottata poi anche dallo Stato repubblicano. Essere laici significa dunque tenere separate la sfera religiosa ed etica, dalla dimensione civile di cittadini. Il motto cavouriano libera Chiesa in libero Stato ci sembra cos ancora oggi valido per orientarsi nel grande groviglio dei rapporti tra stato e chiesa. Lo stato laico difende e garantisce la libert, lautonomia di ogni singolo e lindipendenza di tutte le fedi. Scriveva Alexander Vinet nel 1826: La libert di coscienza non soltanto la facolt di decidere tra una religione e un'altra, anche essenzialmente il diritto di non adottarne alcuna, e di restare straniero a tutte le forme e a tutti gli edifici che il sentimento religioso ha potuto creare nella societ ... La libert cristiana senza dubbio altro rispetto alla libert di coscienza ... ma se non permesso confondere l'una con l'altra queste due libert, non neppure lecito disconoscere il loro rapporto intimo. L'una la conseguenza dell'altra...". Nel generale disinteresse in Italia per quella che una volta si chiamava la questione romana, l'associ azione Consulta milanese per la Laicit delle Istituzioni costituisce in Italia un baluardo di consapevolezza e impegno nei confronti dellinvadenza cattolica. Debole forza armata solo della fede nella libert, a cospetto di una realt complessa, affrontata con spirito donchisciottesco, presidiando da un fortino spoglio la coscienza laica del paese. Molti temi incombono e tra i maggiori ci sia consentito ricordarne tre sui quali la Consulta fa sentire la sua voce. Il primo quello costituito dal vergognoso trattamento delle famiglie che chiedono per i loro figli al posto dellora di religione cattol ica, lora alternativa, e cio la conoscenza delle radici laiche del nostro stato e dei principi di uguaglianza che devono regolare ogni civile convivenza. Problema risolto in tutta Europa tranne che in Italia, ancora alle prese con leggi e regolamenti fortemente discriminatori. Il secondo riguarda il testamento biologico che dovrebbe consentire libert assoluta sui temi di fine vita. Il terzo infine solleva i problemi della tutela dei diritti delle coppie di fatto. In Europa il nostro paese il fanalino di coda nella legislazione e regolamentazione di questi aspetti e occorre aggiungere in dispregio dei principi di libert a uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Che sia dunque questo 20 settembre il momento di una nuova consapevolezza e presa di coscienza dei diritti e dei doveri di uno stato laico. www.milanolaica.it
www.arcipelagomilano.org e asciutto; un volume puro e perfetto. Si dichiarava estranea e contraria alla passata tradizione naturalista dellarte di costruire: una tradizione definita naturalista perch attenta e sensibile ai condizionamenti ambientali e climatici imposti dalla natura. Da questi condizionamenti la tradizione naturalistica traeva spunto per dare forma alle sue creazioni: innalzava tetti inclinati per offrire un riparo dalla pioggia; aggiungeva persiane alle finestre per opporre un ostacolo alla luce; applicava zoccolature alle facciate per proteggerle dalle ingiurie del clima e degli uomini. In nome del suo convinto antinat uralismo lArchitettura Razionalista rinunciava allinclinazione del tetto e imponeva terrazze perfettamente piane; abbandonava le persiane di oscuramento e trasformava le finestre in scarne cavit ritagliare nella facciata; aboliva le zoccolature e stendeva una superficie dintonaco continua e ininterrotta della linea di gronda fino alla quota dal terreno. NellArchitettura Razionalista la maglia strutturale, libera e aerea, restituiva unit e completezza al volume di partenza, l dove esse per necessit progettuali veniva eroso, intaccato, svuotato dallintroduzione di loggiati, ballatoi, terrazze, aperture scavate in profondit. Al fine di ricostruire e completare il profilo ideale e perfetto del solido geometrico prescelto, il reticolo di chiavi e pilastri veniva usato non pi con funzione di sostegno statico ma di tracciato grafico. Non vi dubbio che esso, cos come viene usato nel progetto di Eisenman, ha perso il significato compositivo originario; ha smarrito lo scopo di completamento volumetrico che aveva una volta; ha cessato di integrare e di ricostituire nella sua interezza la forma chiusa e conclusa prefigurata dallidea progettuale del Razionalismo. Vedendo oggi la maglia strutturale lasciata in vista di Eisenman, non possiamo percepirla se non come una formula vuota e sterile; una figura scontata, superata, riciclata; una composizione poco stimolante e attraente perch priva di valida giustificazione storica e dintrinseca coerenza compositiva. Eisenman non un geniale inventore; nonostante il suo capolavoro costruito a Berlino in ricordo dello sterminio ebreo, soltanto un astuto prestigiatore, un abile manipolatore di forme.
www.arcipelagomilano.org to la scuola insieme ai loro compagni, nonostante le nostre richieste e pressioni portate avanti da mesi perch venisse garantito il diritto allassistenza e quindi allo studio di tutti, senza discriminazioni. Negli ultimi anni in Provincia di Milano noi consiglieri di opposizione abbiamo sempre sostenuto limportanza di organizzare per tempo sia il trasporto che lassistenza educativa in collaborazione con i Comuni: su questi temi ci sono state controversie sulle competenze che facevano s che, rimpallandosi la responsabilit, non si fosse mai pronti al momento giusto! Lanno scorso i Comuni che avevano organizzato il servizio da settembre a giugno, come ovvio perch questa la durata della scuola, si sono visti abbandonati alla fine dellanno solare dal punto di vista economico, perch la Provincia sosteneva che la competenza fosse della Regione e quindi non poteva pi dare le risorse necessarie per concludere lanno scolastico. Ci rendiamo conto delle difficolt economiche, ma riteniamo che dopo le numerose sentenze del Tar che hanno condannato le Province a pagare non solo la mancanza del servizio dassistenza, ma anche a risarcire i danni delle famiglie e soprattutto dopo la sentenza del Consiglio di Stato che definisce la Provincia competente dellerogazione del servizio di assistenza, sia obbligatorio adempiere al proprio dovere in tempo utile. Sappiamo che sono momenti difficili per reperire fondi, ma si tratta di una scelta politica e uno dei temi prioritari deve essere quello di garantire la frequenza degli alunni con disabilit dal primo giorno di scuola. Perch proprio loro tutti gli anni devono vivere nellincertezza, non sapere se potranno disporre del trasporto al quale hanno diritto e soprattutto non sapere se avranno lassistente che permette loro di andare a scuola? sulla concretezza delle azioni che si dimostra la visione di societ che abbiamo e quindi bisogna fare delle scelte, scelte che devono essere fatte nei tempi giusti: dovevano essere messi a bilancio 1,5 milioni di euro necessari, questo avrebbe testimoniato la volont di affrontare la questione e dare risposte concrete. Inoltre le famiglie, nel caso fossero in grado di organizzarsi, potrebbero provvedere al trasporto dei propri figli sapendo di avere poi diritto al rimborso delle spese sostenute, ma la stessa cosa non pu avvenire per lassistente educativo. Questo servizio pu essere organizzato solo dalla Provincia, anche se in accordo con gli altri Enti territoriali, ma conoscendo la situazione attuale delle casse dei Comuni, stante la necessaria interlocuzione, impensabile che siano loro ad anticipare le spese: se lAmministrazione Provinciale non provvede a destinare a bilancio le risorse necessarie, i ragazzi e le ragazze continueranno a restare a casa come gi successo la settimana scorsa. Parliamo di 1890 studenti di cui 1118 a Milano, di questi 582 sono disabili gravi, 311 a Milano citt. Sono numeri importanti, ma qualunque fosse il numero degli alunni con disabilit, il nostro impegno di amministratori non dovrebbe essere diverso. Certo ogni situazione va valutata singolarmente, in base a criteri condivisi, per capire quale sia il programma individualizzato e quindi la necessit reale, ma non possiamo accettare che anche questanno la scuola sia iniziata senza vedere presenti i ragazzi con disabilit. Insegnanti, alunni e genitori sono consapevoli quanto sia importante partire insieme, condividere le prime giornate di accoglienza, conoscenza e organizzazione per potersi sentire inclusi nellattivit che seguiranno tutto lanno e garantire anche alle famiglie la necessaria tranquillit per iniziare bene. Ma a oggi questo non stato possibile e ci chiediamo anche quale sia la proclamata efficienza e il cambio di passo della nuova Regione che ancora non ha provveduto a stanziare i fondi alle Province.
www.arcipelagomilano.org Uno slittamento forse analogo a quello del Piano Parcheggi di albertiniana memoria: oggi per giustificare previsioni di tale portata dobbiamo pensare a una talpa bulimica Cantieri invadenti, sopra e sotto terra, proteste, ricorsi, crisi economica, un box che vale come un appartamento (e ci pago lImu!), un cambio radicale delle politiche di mobilit cittadina (Eco Pass, bike sharing, Area C, car sharing, GuidaMi e ora car2go..): la nuova giunta faticosamente sbroglia le matasse, chiude i contenziosi, porta a termine i lavori, rivede il piano e azzera le nuove costruzioni interrate. Il parcheggio di largo V Alpini prenotabile online (il nostro posto auto ci aspetta a Milano o ad Alassio, Arenzano, Bologna, Roma, Venezia Mestre..) ma non pochi preferiscono parcheggiare in via Revere sul marciapiede, proprio sulla sommit di un parcheggio con 250 posti auto a rotazione convenzionati con il Comune. Su progetti di cos grande scala e lunghi tempi di realizzazione che interessano grandi brani di citt pi amministrazioni si trovano coinvolte: evidente che queste metamorfosi implichino una visione, un progetto su Milano che supera la legislatura. La speranza sempre quella che ci sia analoga capacit progettuale sulla composizione sociale delle citt e sulle politiche per generarla: le nuove astronavi saranno abitate unicamente da ricchi bien ge? City user intercontinentali per cui Milano sar uno dei tanti set o un luogo dove far crescere i figli? O se comuni mortali quali scuole frequenteranno, quelle di quartiere gi sovraffollate come allIsola o ancora inesistenti come a Santa Giulia?
www.arcipelagomilano.org padroni dei terreni e i costruttori saranno comunque molto contenti, e collaboreranno volentieri coi politici con convegni e manifestazioni trionfalistiche. I pagatori di tasse non sapranno, come non sapr chi ha avuto dei servizi sociali in meno, magari pi essenziali. Poi per dimostrare lo spreco ci vogliono analisi complicate, chi avr i soldi e la voglia di farlo? Poi le analisi ex-post non si fanno mai, si guardi la meravigliosa Alta Velocit, che ha contribuito non poco alla voragine del debito italiano, ma fa cos contenti i viaggiatori che hanno molta fretta, lo scrivente compreso. Le analisi dunque si fanno solo prima, sono commissionate dai promotori a studiosi non troppo critici, e si fanno, in modo certo rigoroso, con il metodo del Valore Aggiunto, su cui qui non vi tedio, che per definizione d sempre risposte positive, cos tutti son contenti. Anche il dettaglio che le Grandi Opere per lEXPO non servono allEXPO appunto un dettaglio che nessuno sar interessato a mettere in luce. Intanto son state fatte, e rimangono l da inaugurare e da vedere. Poi in particolare le metropolitane hanno un meccanismo finanziario, noto come Tariffa Ombra, su cui di nuovo non vi tedio, che peser, e molto, sui futuri bilanci comunali. Ma, come si detto, su quelli futuri, quando nessuno sar chiamato a risponderne. Forse si potevano fare cose meno costose e pi urgenti, ma questo di nuovo non interesser a nessuno (tecnicamente, si chiamano sunk costs, o in versione vulgata, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato). Per fortuna per loggetto dellEXPO (lalimentazione del mondo, credo) mette tutti daccordo. Il tema stato deciso un bel po dopo lavvio delliniziativa, tanto ai promotori questo aspetto stava a cuore, ma si sa bene che lItalia un immenso paese agricolo, e la Lombardia e Milano vivono soprattutto di agricoltura (il dettaglio che lagricoltura italiana esista solo grazie a rilevantissimi sussidi, cio soldi nostri, inquini molto e occupi pochissima gente non mica rilevante, e certo non se ne parler in quella sede, ci mancherebbe.). Un precedente interessante e illuminante quello dellEXPO di Saragozza, un fiasco in termini di visitatori. Il sindaco della citt iberica in questione, intervistato su questo esito, dichiar: . ma di che fallimento parlate? stato un grande successo, infatti ci arrivato un fiume di soldi dallo Stato.. Anche le Olimpiadi di Atene furono presentate come un grande successo, solo che dopo risult, ma molto dopo, che avevano scavato un buco nei bilanci pubblici greci di circa l1 % del PIL, con vistosi fenomeni di corruzione inclusi. Ma, perbacco, lItalia non mica la Grecia! E qui appare la vera, grande novit: le prossime Olimpiadi hanno da essere in Italia, di nuovo con vibranti voci bipartisan a sostegno! C solo una piccola divergenza tra i partiti, se i soldi (nostri) relativi shanno da spendere a Roma o a Milano, ma forse Maroni e Pisapia troveranno laccordo sulla capitale della macroregione del nord. Questo la dice anche lunga sulla preveggenza per il dopo-EXPO: quello che doveva accadere a quellarea stato cos accuratamente pianificato che tutti in coro dicono: ci si posson far su le Olimipiadi! Un sacco di problemi sarebbero automaticamente risolti (o forse dimenticati, ma in fondo siamo tutti keynesiani, no? Occorre spendere ora, nel lungo periodo siamo tutti morti). Perseverare diabolicum. .
www.arcipelagomilano.org ca, perch quel risultato fu subito distorto dal premere corporativo sul parlamento. Ora va inserita. Quanto alla separazione delle carriere, non si tratta pi di tergiversare ma di approdare davvero al processo accusatorio, stabilito pi di venti anni fa e sempre imbrigliato dai vedovi dellInquisizione e dai patiti dei privilegi corporativi (qui stanno le radici di quella giustizia che Borg chiama impropriamente di classe e che in realt il panpenalismo in omaggio agli appartenenti ai clan forti). La separazione il punto di partenza per riportare la magistratura con i piedi terra, liberandola dalle suggestioni elitarie che giustificano ogni comportamento tra colleghi. Serve anche per iniziare a smantellare gli intrecci ramificati e chiusi della burocrazia autoreferenziale. Il che indispensabile per non diffidare dellattivit innovativa degli imprenditori e per attirare gli investimenti esteri. Peraltro, fare tutto ci significa una cosa. Accettare che il fulcro della convivenza sono gli individui cittadini e che quindi le regole devono basarsi sulla centralit del cittadino secondo le scelte e gli aggiornamenti al fondo sempre affidati ai cittadini. Con queste regole di continuo adeguate si tesse la societ. La frammentazione e latomizzazione individuale della societ sono la realt delle cose viventi, una realt che solo i nostalgici del passato o i drogati delle reti sociali informatiche respingono alla ricerca di legami utopici. Peccato che, con la scusa delle promesse di un futuro che non ci pu essere, trascurano e opprimono il presente che c, cittadini in testa. Quindi il momento che il PD, nel darsi un progetto, lasci cadere il suo pregiudizio contro la metodologia individuale dei cittadini.
www.arcipelagomilano.org sar popolato dalle sagome che ben conosciamo. Votare alle elezioni un diritto costituzionale ma anche un dovere civico. Se tuttavia lo scenario si mantiene inalterato diventa veramente arduo prender posizione. N d'altro canto si pu ricorrere a surrogati di partiti come i barbari sognanti o gli esapodi canterini che allietano le vacanze bucoliche estive. Mi sento come nella pubblicit di un noto effervescente: la cena ti rimasta sullo stomaco?, dove l'attore supino sul letto si sveglia per la cena pesante e appare un cinghiale su di lui. Tra le sagome, molte di cartone pressato, che affollano i meeting e i talk show apparso da tempo Renzi. Incuriosito, sono andato prima a una riunione di amici che lo supportavano alle primarie e poi ho assistito in prima fila a un suo show: le sensazioni che ne ho tratte sono tutt'oggi fonte di riflessione senza tuttavia giungere a conclusione. Si presenta bene, ha un buon eloquio, snocciola una serie di proposte che all'apparenza sembrano sensate e foriere di uno sviluppo sostenibile per l'Italia. Svolge da tempo il ruolo di candidato permanente in attesa del momento propizio a dare l'assalto al potere ma non convince. Non convince per due motivi: manca una base culturale innovativa degna di nota ed circondato spesso da improbabili ancelle adatte a una rivoluzione. Renzi parla al petto ma non alla testa della gente, suscita le passioni ma non il convincimento profondo e la razionalit che possa essere l'uomo della svolta. Tempo fa su queste colonne Michele Salvati, 21/11/2012 aveva motivato la sua scelta alle primarie a favore di Renzi sulla base delle tracce dei valori della sinistra liberale di cui Salvati stesso si ritiene partecipe. Gi negli Stati Uniti era avvenuto qualcosa di simile con Bill Clinton che tra le altre cose positive per luomo che ha bombardato il Kosovo senza mandato ONU e ha firmato il Gramm-Leach-Bliley Act. In Inghilterra si avuta l'esperienza di Tony Blair, campione della sinistra riformista inglese che ha profondamente rinnovato la politica del Labour portandolo a innumerevoli successi, anche lui, simil-guerrafondaio come Clinton ha spedito le forze armate britanniche in quattro guerre. Insomma Renzi potrebbe essere il riformista de noartri, e sembrerebbe che la cosa possa funzionare. Pare che finalmente se ne siano accorte anche le vecchie cariatidi che cucinano lo gnocco fritto alla festa del PD. Come per i due anglosassoni sopra citati potr essere un buon primo ministro ma non sar un rivoluzionario perch gli manca l'idea di rivoluzione. Tempo fa in televisione Bisignani, quello iscritto ai circoli politici che cominciano per P, aveva citato Renzi dicendo che doveva iniziare a studiare. proprio questo il punto, io, a parte le plastiche conversazioni in televisione o nei teatri non ho ancora visto un programma che possa far svoltare il paese. Non mi sembra un rivoluzionario ma piuttosto un borghese volitivo. E i suoi collaboratori sono brave persone ma non gente con il physique du rle del rivoluzionario: tanti bravi politici di mestiere preparati, per bene, gente che ne ha da perdere. Per non parlare dei consulenti, altissimo livello per carit, gente che sa lavorare e come, ma gente con famiglia imbolsita da un vivere borghese di alto standard. Oggi la sfida di Renzi governare il PD per poi andare a prendersi Palazzo Chigi. Governare il corpaccione del partito sar la sfida di Renzi, quel grumo dinteressi che trovano la base nelle regioni ex rosse. Nugolo dinteressi corporativi e conservativi, non innovativi. Ti dico Renzi, segui il mattone rosso e trovi il potere. Poi. Chi gestir il tutto? Le fondazioni ex PCI come si muoveranno? Si faranno governare? Hanno gi fatto un patto? Si sono resi conto che con Renzi forse finalmente si potr vincere ed evitare la solita scena penosa post elettorale: siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto. E i Fioroni della situazione faranno l'occhiolino nella migliore tradizione cattolica progressista? Riuscir Renzi a svecchiare il partito o quantomeno a mascherarlo da giovane dinamico agglomerato di anime innovative e riformiste? Forse s, forse no, certo che sentir dire saremo una casa di vetro fa una certa specie. A questo io rispondo con i versi di un poeta della West Cost: Non ci sono case di vetro, si tirano le tende e comincia la vera vita. Alcune attivit sono impossibili all'aperto. E questi segreti accadimenti sono il gioco dei voyeur . Jim Morrison, I Signori.Los Angeles 1970
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www.arcipelagomilano.org forza dimmagine e promozione di Marketing dei "Plus" di tutto il territorio valorizzando insieme Impresa, Storia, Cultura.
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www.arcipelagomilano.org cosa che continuiamo tenacemente a chiamare cultura, e che ha ben poco a vedere con lo svago, per essere praticata necessita di grande concentrazione, di meditati approfondimenti, di complessi sforzi di contestualizzazione, e che per questo serve un filo che conduca laddove tutto ci sia facilitato e diventi possibile. E poi, un bene o un male promuovere gli eventi culturali? Non ci sembra un tema proprio elementare. Ma andiamo con ordine. 1. Lecletticit del programma Fra il 4 e il 21 settembre in 18 giorni il festival offrir al suo affezionatissimo (sic) pubblico un fitto calendario di appuntamenti dando come sempre priorit alla musica classica, dallantica alla contemporanea, ma concedendo anche il giusto (sic) spazio al jazz e al rock, alla canzone dautore, allelettronica e ad altro ancora (1); cos recita il programma e aggiunge che si tratta di ben 109 appuntamenti a Milano in oltre 60 sedi dal centro alle periferie e quasi altrettanto a Torino. Dunque siamo a circa 200 eventi che, equamente ripartiti fra i 18 giorni, superano la media di 10 eventi al giorno (ricordate PianoCity, in maggio, con pi di 260 eventi in un weekend, solo a Milano? una gara straordinaria a chi pi ne ha pi ne metta!). Non ci dilunghiamo sul programma, e soprattutto non andiamo a vedere lelevata qualit artistica, limpatto zero, il pubblico giovane, linterattivit e gi gi fino al car e bike sharing per gli artisti e ai Biken Jazz distribuiti in diverse piazze cittadine in cui i giovani, che si suppongono amanti della musica, pedalano su finte biciclette per produrre energia che alimenta gli altoparlanti che propinano musica ai passanti. Prendiamo atto invece che questanno sono arrivati o stanno per arrivare al festival Mehta, Pappano, Temirkanov addirittura portandosi le loro orchestre (non sappiamo se con il bike sharing per tutelare le foreste in crescita per quasi un milione di mq nel mondo!); non possiamo che esserne felici, ma che centrano questi magnifici direttori e le grandi e storiche orchestre del Maggio Fiorentino, dellAccademia di Santa Cecilia, della Filarmonica di San Pietroburgo con il jazz, il rock e la canzone dautore? E cosa centra tutto questo con gli spettacoli dedicati ai bambini, i progetti didattici e il confronto con la pur ammirevole orchestra formata da giovani psichicamente disagiati (ragazzi down e autistici) che hanno seguito i corsi di musicoterapia orchestrale? Esiste una larga corrente di pensiero, condivisa anche da grandi musicisti e critici musicali, che sostiene essere tutta la musica egualmente interessante e, almeno potenzialmente, avere tutta il medesimo fascino. Rispettiamo questo punto di vista pur non condividendolo; ma vorremmo chiedere, a proposito di MITO, quale pubblico gradirebbe (e quanto gioverebbe alla sua crescita culturale) una grande esposizione universale darte che vedesse allineati gli affreschi di Pompei a Giotto, a Tiziano, a Pollok, ai fumetti di Crepax, alle fotografie di Mapplethorpe, e via di seguito per illustrare tutti i generi dellarte figurativa! Adesso per fortuna siamo tutti in attesa dellappuntamento alla grande festa di chiusura allinsegna della milonga, dellhabanera e del tango, che qualcuno ha definito pensiero triste che si balla ma che noi tutti vivremo con tanta allegria, scrive sul programma Francesco Micheli, vicepresidente e inventore di MITO, che abbiamo corso il rischio di vedere al posto di Lissner alla Scala. 2. La promozione dellevento Tutti sappiamo che gli eventi culturali vanno promossi se si vuole che abbiano successo, e sappiamo anche che il successo un obiettivo tanto pi ragionevole quanto pi si impegnano risorse, materiali o immateriali che siano. Ma non stiamo esagerando con la promozione degli eventi culturali? mai possibile che assomiglino sempre di pi a prodotti commerciali da immettere sul mercato? Siano festival musicali o della filosofia, della letteratura o della scienza, siano mostre darte o cicli di letture e di conferenze, siamo bombardati dalla loro promozione, come se fossero i nuovi modelli di telefonini o di automobili. difficile che passi inosservata la quantit di risorse necessarie per promuovere duecento eventi culturali in diciotto giorni quando non vi sono borse di studio per gli allievi dei Conservatori e delle Scuole Civiche Musicali e quando i nostri giovani diplomati devono andare allestero per fare il loro mestiere con decoro. C qualcosa di stonato, che non fa pensare a un paese ordinato e civile. (1) i corsivi sono citazioni dal programma del festival .
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Porto Poetic. Sogni e progetti di due grandi maestri
La Triennale di Milano, insieme al Council of Architects Northern Chapter (OASRN) presentano la mostra Porto Poetic, una panoramica delle maggiori opere di due pilastri dellarchitettura portoghese, lvaro Siza e Eduardo Souto de Moura. Lesposizione, a cura di Roberto Cremascoli, presenta 41 progetti di architettura, 215 pezzi di design, 540 fotografie dautore e 28 filmati che vanno ad analizzare la scena architettonica portoghese dagli anni Cinquanta a oggi, soffermandosi sulle produzioni dei due maestri, diversi ma con una forte linea di continuit. Porto poetic un omaggio alla citt di Oporto e al Portogallo, Paese che stato fortemente riqualificato e messo in evidenza, dal punto di visto architettonico, grazie al lavoro operato da Siza e Souto de Moura, maestro e allievo, e che hanno fortemente caratterizzato la cosiddetta Scuola di Porto. Alvaro Siza, che nel 1986 scrisselvaro Siza, Professione poetica, fece emerge a livello mondiale la Scuola di Porto, considerata fino ad allora come qualcosa di secondario e regionale, vernacolare. Nella sua celebre premessa alla pubblicazione, scriveva ... Dicono che disegno nei caff, che sono un architetto di piccole opere (dato che ho provato a fare le altre, penso che, se non mi sbaglio, le piccole sono pi difficili).... La tradizione una sfida allinnovazione. fatta di inserti successivi. Sono conservatore e tradizionalista, cio mi muovo fra conflitti, compromessi, meticciaggio, trasformazione.... Ed proprio questo mix di innovazione e tradizione, di dialogo con il
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www.arcipelagomilano.org territorio ma anche di novit, che gli permette di firmare alcune delle opere pi significative del suo Paese, opere private ma anche e soprattutto spazi pubblici e per la collettivit. Insieme al lavoro di Souto de Moura e ai loro seguaci. Il tracciato della metropolitana, con le stazioni disegnate da Eduardo Souto de Moura e la sua Casa das Artes a Chaves; il Museo di Serralves, la Facolt di architettura di Porto, lessenziale chiesa di Santa Maria e le Terme di Vidago, di lvaro Siza, sono ormai icone della nuova Porto. Ed proprio la capitale portoghese che ha festeggiato recentemente la conquista del secondo Premio Pritzker (lequivalente dei premi Nobel per larchitettura), quello a Eduardo Souto de Moura (2011), premio che lvaro Siza aveva meritato gi nel 1992. La Porto Poetic a cui fa riferimento il titolo allora quella citt nuova eppure storica, vitale eppure tradizionalista, che gli architetti della omonima scuola hanno fatto pian piano rivivere e risvegliare. La mostra, divisa in tre sezioni, Poetic, Community e Design, aiuta a entrare nello spirito e nella mente dei grandi architetti, grazie a interviste, pezzi di arredo autentici, bozzetti, progetti e fotografie, alcune scattate anche da grandi fotografi, come il rimpianto Gabriele Basilico. Porto poetic Triennale di Milano fino al 27 ottobre Costi: 8,00 Euro, 6,50 Euro Orari di apertura Marted - Domenica 10.30 - 20.30 Gioved10.30 - 23.00 .
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www.arcipelagomilano.org te dalle altre, creando un ritmo quasi musicale come era tipico della cultura astratta di Melotti. Lo scopo dei Savi sembra quello di far riflettere sulla compostezza e laspetto sacrale di coloro che dedicano la loro vita alla conoscenza, con profonda concentrazione e forza di volont. Al grande pubblico era per gi possibile vedere altri Savi di Melotti in un paio di versioni: quella in gesso, esposta al MART di Rovereto, eseguita nel 1960, e quella in marmo di Carrara creata nel 1981 ed esposta nel giardino del PAC di Milano, visibile anche dalla vetrata interna. Ma questi giganti di pietra, dove erano finiti per quasi cinquanta anni? I Sette Savi in questione vennero commissionati dal Comune di Milano allo scultore trentino per adornare, nel 1961, il giardino del Liceo Classico Giosu Carducci di via Beroldo, e lopera fu selezionata da una commissione composta dagli architetti Piero Portaluppi, Franco Albini e Renzo Gerla, allora consulenti del Comune. Fu pagata 5.805.000 lire, una cifra considerevole per i tempi anche se, visto il valore odierno, fu anche un lungimirante investimento economico. Nel 1964, due statue vennero danneggiate dagli studenti; e da allora, lopera giaceva in un deposito del Liceo, in attesa del suo recupero, dimenticata e acciaccata. Dopo un restauro costato 18.000 euro ecco che ora i Savi accoglieranno viaggiatori e passeggeri in transito per Milano, presentandosi come un interessante biglietto da visite della citt in vista dellExpo 2015
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www.arcipelagomilano.org sto in apertura del Padiglione Centrale. Un lavoro che stimola la riflessione sulle immagini, soprattutto interiori e sui sogni in chiave psicanalitica, cancellando le distinzioni tra artisti professionisti e dilettanti, tra outsider e insider - dice ancora Gioni l'esposizione adotta un approccio antropologico allo studio delle immagini, concentrandoci in particolare sulle funzioni dell'immaginazione e sul dominio dell'immaginario". La Mostra sar affiancata da 88 partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, allArsenale e nel centro storico di Venezia, con ben dieci Paesi new entry: Angola, Bahamas, Regno del Bahrain, Costa dAvorio, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Paraguay, Tuvalu e Santa Sede. E la partecipazione di questultima forse la novit pi forte, con una mostra allestita nelle Sale dArmi, fortemente voluta dal cardinal Bagnasco. E il sempre chiacchieratissimo Padiglione Italia? Questanno il compito curatoriale toccato a Bartolomeo Pietromarchi, che ha deciso di lavorare sugli opposti, con Vice versa, titolo scelto riprendendo un concetto teorizzato da Giorgio Agamben nel volume Categorie italiane. Studi di Poetica (1996), in cui il filosofo sosteneva che per interpretare la cultura italiana fosse necessario individuare una "serie di concetti polarmente coniugati" capaci di descriverne le caratteristiche di fondo. Binomi quali tragedia /commedia o velocit/leggerezza divengono cos originali chiavi di lettura di opere e autori fondanti della nostra storia culturale. Una attitudine al doppio e alla dialettica che particolarmente cara alle dinamiche dellarte contemporanea italiana. Quattordici gli artisti invitati e ospitati in sette stanze: Francesco Arena, Massimo Bartolini Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia, Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone, Sislej Xhafa. Gli artisti, in un dialogo di coppia, compongono un viaggio nellarte italiana di ieri e di oggi, letto per non come una contrapposizione di stili, forme o correnti, ma piuttosto come un atlante del tempo recente che racconta una storia tutta nazionale. Insieme ai tantissimi eventi collaterali sparsi per la citt, non resta che scoprire, vivendola dal vivo, questa promettente, e ricca di citazioni, Biennale. Per scoprire i vincitori, clicca qui.
Il Napoleone restaurato
Dal 1859 sorveglia lAccademia e la Pinacoteca di Brera. In un secolo e mezzo di vita ha visto passare artisti, personalit illustri, studenti e appassionati darte. Ora, finalmente, si concede un meritato restauro. Protagonista di un intervento che durer 12 mesi proprio il Napoleone come Marte Pacificatore di Antonio Canova, statua bronzea che troneggia al centro del grande cortile donore in omaggio a colui che, nel 1809, fond la Real Galleria di Brera. Dal prossimo giugno limponente scultura sar circondata da una teca di vetro, attraverso la quale si potranno seguire, passo dopo passo, i progressi compiuti sul grande bronzo, proprio come consuetudine per i restauri sui dipinti della Pinacoteca, esposti al centro del percorso museale in un laboratorio di vetro. Sistemati, ripuliti e messi a nuovo da abili restauratori che lavorano sotto gli occhi (curiosi) di tutti. Pannelli illustrativi e attivit didattiche per scuole e appassionati accompagneranno i restauri, sponsorizzati da Bank of America Merrill Lynch, dallAssociazione Amici di Brera e dei Musei Milanesi e dalla Soprintendenza per i beni storici artistici e etnoantropologici di Milano. Che fosse necessario un restauro era evidente da tempo: la superficie ha subito alterazioni causate da fattori metereologici e dall'inquinamento atmosferico, cos come sono visibili distacchi e cadute di frammenti e crepe nel marmo posizionato sotto il piedistallo della statua. Un Napoleone che ha avuto vita non facile, fin dallinizio. Lopera fu commissionata nel 1807 da Eugenio di Beauharnais, vicer del Regno dItalia, allo scultore Antonio Canova, ma non essendo ancora pronta, per problemi con la fusione, nel 1809, per linaugurazione della Pinacoteca di Brera, Beauharnais acquis a Padova il calco in gesso, da esporre in quella occasione. Il gesso, depositato in unaula dellAccademia, stato riesposto in uno dei saloni della stessa Pinacoteca, in concomitanza con le celebrazioni dei duecento anni dellistituzione museale, avvenuti nel 2009. Dopo il declino della fortuna e del comando di Napoleone, la statua in bronzo, che a Milano non aveva mai trovato collocazione in luogo pubblico, fu abbandonata nei depositi del palazzo di Brera. Riemerse alla luce allepoca dellarrivo in Lombardia di Napoleone III, a conclusione della seconda guerra di indipendenza italiana. Nel 1859 la statua fu eretta su un basamento temporaneo nel cortile principale di Brera. Solo nel 1864 fu inaugurato lattuale basamento in granito e in marmo di Carrara progettato da Luigi Bisi, docente di prospettiva allAccademia di Brera, ornato con aquile e fregi di bronzo. La statua in bronzo fu ottenuta con un'unica fusione (ad eccezione dell'asta e della vittoria alata) tenendo conto delle prescrizioni dettate dallo stesso Canova: l'asta tenuta nella mano sinistra composta da due elementi avvitati; la vittoria alata, che per fu rubata, stata allinizio degli anni 80 ricostruita basandosi su documentazione fotografica. Una curiosit: il bronzo utilizzato per la fusione proviene da cannoni in disuso di Castel Sant'Angelo a Roma. Un restauro iniziato in un momento non causale: il progetto parte del lavoro di valorizzazione che la Pinacoteca di Brera ha avviato in preparazione dellEXPO 2015, in cui giocher un ruolo fondamentale sulla scena culturale non solo milanese ma anche internazionale.
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www.arcipelagomilano.org sorprendenti sia sul fronte delle esposizioni, sia su quello della divulgazione. Leonardo3 (L3) parte di un progetto pi ampio, di un innovativo centro di ricerca la cui missione quella di studiare, interpretare e rendere fruibili al grande pubblico i beni culturali, impiegando metodologie e tecnologie allavanguardia. Sia i laboratori di ricerca sia tutte le produzioni L3 (modelli fisici e tridimensionali, libri, supporti multimediali, documentari, mostre e musei) sono dedicati allopera di Leonardo da Vinci. E i risultati sono stati straordinari: L3 ha realizzato il primo prototipo funzionante al mondo dellAutomobile di Leonardo, hanno ricostruito il Grande Nibbio e la Clavi-Viola, il primo modello fisico della Bombarda Multipla, il primo vero modello del Pipistrello Meccanico, il Leone Meccanico e il Cavaliere Robot, oltre a interpretazioni virtuali e fisiche inedite di innumerevoli altre macchine del genio vinciano. Non solo macchine per. Fondamentali per la riscoperta e la creazione dei prototipi sono stati i tanti codici leonardeschi, tra cui il famoso Codice Atlantico interamente digitalizzato, cos come il Codice del Volo, presentato in Alta Definizione, in cui ogni singolo elemento interattivo. E queste tecnologie diventeranno, in futuro, sempre pi utili per studiare manoscritti antichi e fragilissimi, come i diversi Codici e taccuini, gi molto rovinati dallusura e dal passare dei secoli. Una mostra che divertir grandi e bambini, che potranno toccare con mano le macchine e i modellini ricostruiti, testarsi sui touch screen per comporre, sezionare o vedere nel dettaglio, tramite le ricostruzioni 3D, i vari pezzi delle macchine di Leonardo, far suonare la Clavi-Viola e costruire, davvero, un mini ponte autoportante. Una delle ultime sezioni poi dedicata ai dipinti di Leonardo, su tutti la famosa Ultima Cena. Una ricostruzione digitale e una prospettica permettono di ricostruirne strutture e ambienti, di capirne perch Leonardo sbagli di proposito la prospettiva e di approfondire alcuni dettagli. I modelli sono stati costruiti rispettando rigidamente il progetto originale di Leonardo contenuto nei manoscritti composti da migliaia di pagine, appunti e disegni. Il visitatore avr anche la possibilit di leggere i testi di Leonardo invertendo la sua tipica modalit di scrittura inversa (da destra a sinistra). L3 si gi fatto conoscere nel mondo, le mostre sono state visitate da centinaia di migliaia di persone in citt e Paesi come Torino, Livorno, Vigevano, Tokyo, Chicago, New York, Philadelphia, Qatar, Arabia Saudita e Brasile. Occasione imperdibile. Leonardo3 Il Mondo di Leonardo -piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II, fino al 14 febbraio 2014 luglio, orari: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 23:00, biglietti: 12 intero, 11 studenti e riduzioni, 10 gruppi, 9 bambini e ragazzi, 6 gruppi scolastici.
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successiva fiorente impresa di commercializzazione di acqua in bottiglia, inizialmente riciclata dall'acquedotto inquinato pieno di falle, ci introduce alla realt della megalopoli in via di sviluppo, in una fantasmagorica trasformazione sociale, dalla forte, disordinata immigrazione dalla provincia, all'insegna della corruzione e del disordine urbanistico. Dove anche i servizi essenziali come l'acqua appunto e la luce, sono forniti a macchia di leopardo, e solo i ricchi delle zone residenziali possono permettersele con continuit, nelle loro case pro-
tette dagli attentati ricorrenti, da alti muri. Anche la sua lei non ha un nome, detta semplicemente la bella ragazza, ragazza e poi donna, libera dalle convenzioni, che attraverso lavori in saloni di bellezza, come indossatrice e altro, riesce a conseguire una discreta agiatezza in lontane citt. Nel volgere degli anni i due potenziali innamorati si sentiranno saltuariamente, rincorrendosi all'insaputa l'uno dell'altro, via internet, loro che la prima volta si sono amati, adolescenti, sul tetto di una casa, sotto la volta del cielo, la
sera precedente che lei fuggisse lontano dalla sua famiglia, come evidenziato sulla copertina del libro. Cosa avverr alla fine non dato di spiegare, certo ci attendono delle sorprese, tra vittorie e sconfitte. Il finale struggente e all'epilogo l'autore parla a noi lettori e attraverso il trapasso del suo eroe, consapevole che tutto un'illusione, un ultimo effluvio del brodo chimico che il tuo cervello, ci dice e dunque che tu possa, che noi, che tutti noi possiamo affrontare la fine.
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www.arcipelagomilano.org in Italia come romanziere e sceneggiatore, ma non ancora come drammaturgo. un testo scritto nellanno dinsediamento di Margaret Thatcher, quindi non nuovo, ma abbiamo deciso di farlo tradurre e rappresentare perch parla di una tematica la condizione della seconda generazione dimmigrati che in Inghilterra hanno affrontato trentanni fa e che noi invece affrontiamo adesso. Prima questa tematica non poteva essere accolta con interesse, e inoltre non cerano gli attori che potevano realizzare un testo del genere, che infatti diretto da Ana Shametaj, giovane regista di origine albanese, e interpretato da una compagnia multietnica. E gli autori italiani sono multiculturali? Alcuni s. Ad esempio Leonardo Staglian che italiano ma si formato negli Stati Uniti o Davide Carnevali, autore interessantissimo che vive fra Berlino, Buenos Aires e Barcellona, molto tradotto e rappresentato allestero e purtroppo pochissimo in Italia. Poi c anche il testo vincitore del Premio Hystrio 2011, Babel City, che scritto in italiano da unautrice brasiliana, Ana Candida de Carvalho Carneiro. un testo che tocca le tematiche del mondo globale, raccontando di una metropoli cosmopolita nella sua versione pi crudele e disumana, e lo fa con uno stile come anche Sweet Home Europa di Carnevali che possiamo chiamare drammaturgia di frammentazione, abbastanza presente nella drammaturgia contemporanea allestero ma poco frequentata dagli autori italiani. Laltro grande filone del festival la sezione nazionale, nel quale gli autori quasi tutti giovani si occupano della crisi attuale, non solo economica ma anche culturale. Questi temi, la multiculturalit e la crisi, secondo te, influenzano anche le forme espressive? E in che modo? Devo dire di no. Unaltra cosa interessante che le forme espressive sono molto diverse da un autore allaltro. Dal punto di vista della scrittura, della parte artistica, le impronte sono diversissime. Non ci volevamo limitare a un solo tipo di drammaturgia, assolutamente no. Effettivamente ogni autore secondo la propria sensibilit e il proprio talento racconta le cose che stiamo vivendo tutti quanti, per declinate nel proprio linguaggio personale. Ma non solo nel nostro festival. Anche a livello internazionale cos. Viviamo nel mondo postpostmoderno, ormai si dice che gi stato fatto o provato tutto. C sempre qualcuno che inventa qualcosa di un pochino novo, per ha diritto di esistere ormai qualsiasi con.31 V 18 settembre 2013 sa, limportante che sia fatta bene, con talento e con impegno; non solo impegno sociale ma impegno artistico, latteggiamento serio e profondo dellautore nel proprio lavoro. Ma questo non vuol dire che i testi comici non hanno diritto desistere. Anche nel festival ci sono molti testi brillanti, che spaziano dallironia fino al sarcasmo. Credo non debbano esserci limitazioni. Limportante che le cose ci riguardino, che la drammaturgia contemporanea ci sia davvero contemporanea. Limportante questo. Poi ci sono, per carit, temi universali, per sono declinati ed importante che il pubblico si riconosca in quello che vede. Secondo te lautore contemporaneo pi autore o dramaturg di compagnia? Guardando agli spettacoli presenti nel festival, ad esempio, ci sono sia compagnie come Teatro Minimo, nella quale Michele Santeramo scrive sapendo gi chi interpreter i suoi personaggi, sia testi che solo successivamente hanno trovato una regia e degli interpreti. Anche qua io credo che ognuno abbia la propria strada. Insomma, deve viverla come gli pi consono. Esiste una natura artistica, la natura di un talento, che pu essere gestito in un modo o in un altro. Per non mi sembra di riscontrare una tendenza generalizzabile n in un senso e neppure nellaltro. Ad esempio abbiamo il Teatro Magro, che chiude il festival, i cui spettacoli sono firmati da tutta la compagnia. Perci siamo stati ancora pi di ampie vedute, senza imputarci sul fatto che lautore dovesse essere un autore. Benissimo. Secondo te perch in Italia le produzioni dei teatri stabili non partono quasi mai da un testo scritto da un autore teatrale italiano vivente. Al massimo gli autori vengono coinvolti per sviluppare progetti che per hanno origine altrove. Come mai? In Germania e in Inghilterra, ad esempio, non cos. Alcuni teatri scelgono un testo e da l organizzano la produzione, scegliendo il regista e il cast. Perch in Italia non succede? La mia opinione che c paura di rischiare. E questo legato sia allofferta sia alla ricezione del pubblico. In realt un circolo vizioso. I teatri hanno paura di rischiare perch il pubblico non viene e il pubblico non viene perch non c la tradizione di andare a vedere i testi contemporanei. Non c la percezione che una cosa importante che ci riguarda. Per ovviamente finch non inizier a comparire questa proposta culturale il pubblico non si abituer. Noi cerchiamo di fare quello che possiamo per rompere questo circolo vizioso. Outis propone testi contemporanei da tredici anni, per mi rendo conto che una parentesi piccola rispetto a una stagione intera. Io spero che in questo caso il pubblico milanese raccolga questa opportunit e venga ad assistere a questi spettacoli perch, ripeto, negli altri paesi, anche in Russia ad esempio, gli autori contemporanei sono importanti, tutti sono alla ricerca di testi nuovi e vogliono scoprire cosa c di ultimo, acchiapparlo e metterlo in scena, cos andando a teatro la gente acquista questa dimensione collettiva di cui ultimamente si parla tantissimo anche a livello politico e sociale. Andando a vedere Shakespeare poi per carit ci sono delle eccelse produzioni di Shakespeare per poi ti scambi due parole e vai a bere laperitivo, invece alcuni testi contemporanei possono toccare profondamente e anche dare input nella vita di una persona e non si tratta solamente di passare una serata. Oltre ad essere autrice e regista, sei anche insegnante. Che ruolo ha secondo te laccademia nella formazione degli artisti? Ha un ruolo importante. Perch la fucina del futuro teatro italiano. Per carit di Dio, ci sono talenti che non hanno mai frequentato nessuna scuola, per importante avere la struttura che aiuta i giovani a formarsi e poi anche a prendere il volo. Perch sia gli attori, sia i registi che gli autori, per quanto uno pu essere un grande talento, finch giovane tante cose non le sa e magari si mette a scoprire lacqua calda e perde un sacco di tempo invece che produrre con questa acqua calda qualcosa di fantastico e meraviglioso. Quindi utile che ci sia qualcuno in accademia che, magari in un giorno solo, gli dice che lacqua calda si fa cos, accendendo i fornelli. Bellissima risposta. Adesso ti faccio una domanda personale. Tu sei di origine russa, come mai ti sei trasferita e hai iniziato a lavorare in Italia e in particolare a Milano? Per un motivo banalissimo: per amore. Ero in tourne, ho conosciuto un uomo italiano, mi sono innamorata e mi sono sposata. Non era una cosa concettuale, o un progetto per lasciare la Russia. Se mi fossi innamorata di un eschimese magari adesso mi sarei trovata in Alaska. A organizzare un festival sulla drammaturgia contemporanea in Alaska. probabile. Qual la tua visione del futuro? Cosa vorresti ci fosse fra dieci anni nel teatro italiano? Vorrei che il teatro diventasse un luogo che ci riguarda tutti, in cui andiamo non per passare la serata ma per qualcosa di molto pi importante. Per riflettere e vivere 18
www.arcipelagomilano.org dei sentimenti insieme. Sembrer un po patetico ma quello che penso. Grazie. Volevo solo aggiungere che durante il weekend ci sar, oltre a una maratona di sette spettacoli, anche uniniziativa che, oltre a parlare della crisi, la affronta, e cio il convegno Piazza affari, dedicato alla giovane imprenditorialit italiana nel campo teatrale e del design. Per farci raccontare quelle realt che, in controtendenza con il resto del paese, dal 2009 ad oggi sono riuscire a crescere e ad affermarsi. Emanuele Aldrovandi Per info sul festival www.outis.it/tramedautore.php
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