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to ardore, gridavano: Misericordia! Penitenza!

Gli abitanti del paese uscirono tut ti fuori delle case e dicevano: Ecco i frati che si sono impazziti! Quando Bernard ino vide tutta quella gente raccolta, incominci a predicare sulla Croce e sulla P assione di Cristo, movendo il popolo alle lagrime. Allora tutti capirono che que lla non era pazzia, ma fervore religioso. (Cronaca). 1270. Mentre Bernardino predicava a Milano, con gran concorso di popolo e con gr ande edificazione di tutti, un mercante della citt venne pi volte a pregare il santo frate perch volesse predicare contro il maledetto vizio dell'usura, che, secondo lui, era comunissimo a Milano. Tanto costui disse e ins istette, che frate Bernardno volle sapere chi fosse, e allora venne a sapere che egli era il pi grande usuraio che fosse in citt e che desiderava dal frate la pred ica contro l'usura unicamente perch gli altri suoi concorrenti, spaventati dalle parole del santo, smettessero il mestiere e rimanesse a lui solo l'impresa di pr estare a usura. (LUDOVICO DOMENICHI, Facezie). 1271. I fedeli gli attribuivano questo miracolo, che, dovendo passare una volta un fiume, vi stese sopra il suo mantello e pass sull'altra riva, camminandovi su con i piedi asciutti. Alludendo a questa leggenda, il pio frate, che sapeva sche rzare con spirito quando occorreva, un giorno che discuteva con gli altri frati a proposito della troppa fiducia che essi avevano sulle proprie forze, disse: - Vedete? Bisogna proporzionare tutto alle nostre forze. San Pietro ebbe tanta f ede da camminare sul mare, come se fosse terra. Io, che ne ho meno, ho camminato soltanto sopra un mantello. (MONNER, Il Quattrocento). 1272. A San Bernardino avevano offerto il vescovado di Siena. Egli chiam a se un umile fraticello, l'ortolano del convento, chiamato fra Angeluccio, e gli disse: - Vogliono farmi vescovo; debbo accettare? - Oib! - rispose il fraticello, scandalizzato. - Tale carica priverebbe il popolo della vostra predicazione. - E se mi facessero arcivescovo? - Nemmeno. - E se mi facessero patriarca? - Neppure. - Ebbene, voglio confidarti una cosa, il papa vuol farmi cardinale. Debbo accett are? - Questo s, - disse frate Angeluccio ingenuamente , perch troppo eccelsa dignit e n on si pu rifiutare. Allora fra Bernardino si mise a ridere, sentendo cos stoltamente ragionare l'inge nuo frate e, smesso lo scherzo, lo riprese con gravi parole, ricordandogli che u n discepolo di San Francesco non deve cercare altro che la povert e la vita umile . (Vita di San Bernardino). 1273. Quando mor San Bernardino, tutti i signori pi potenti d'Italia si divisero l e sue reliquie, e ai poveri Senesi, che tanto amavano il loro fraticello predica tore, non rimase nulla. Allora, una volta che videro passare l'asinello sul qual e il santo uomo soleva cavalcare quando sentivasi stanco, le donne senesi lo dep ilarono tutto, per poter serbare almeno quei peli come reliquia. (ENEA SILVIO PI CCOLOMINI, De viris illustribus). BERNARDO (San) di Chiaravalle n. 1091 - m. 1153; padre della Chiesa, fondatore dell'Abbazia di Chiaravalle in Francia, predicatore della Seconda Crociata. 1274. San Bernardo che non aveva niente da chiedere per se, essendo staccato dai beni terreni, domandava invece assai spesso per i poveri. Un giorno si present a un signore molto manesco e prepotente, chiedendogli qualche cosa per i suoi pro tetti. Il signore gli rispose assai male; e poi che il santo insisteva, gli died e uno schiaffo. Il santo uomo non si turb affatto, e disse al signore: - Va bene; questo per me. Adesso datemi qualcosa per i poveri. Il signore, confu so e pentito, gli diede un'abbondante elemosina. (BLANCHARD, Ecole des moeurs). 4 1275. Un giorno che San Bernardo di Chiaravalle aveva degli ospiti presso di lu i, gli capit di bere pi del necessario. Uno dei suoi monaci lo rimprover di questo eccesso; ma il santo uomo rispose: - Caro mio, non sono io, stata la mia ospitalit che ha bevuto e mangiato (POGGIO)

. 1276. Luigi VII si meravigliava che San Bernardo facesse un buon pasto. Il santo gliene spieg la ragione: - Finche ho goduto buona salute e il mio corpo era vigoroso, l'ho domato, impone ndogli rigorose privazioni. Ora che non pu nulla sopportare, ed debolissimo, lui che detta legge: ed eccomi costretto ad obbedirlo! (DE LA BATUT, L'esprit des gr ands hommes). BERNHARDT Sarah (pseudonimo di Henriette Rosine Bernhard) nata nel 1844 - morta nel 1923; celebre attrice francese. 1277. Educata nel convento delle Agostiniane di Versaglia, non era una convittri ce molto disciplinata. Un giorno si scopr che aveva organizzato con alcune amiche una fuga dal convento: furono riprese nel momento che stavano per andarsene. Un 'altra volta salt a cavalcioni sul muro che divideva il convento da un vicino cam posanto e lass si mise a cantare a squarciagola, interrompendo l'orazione funebre che il vescovo di Versaglia teneva nel cimitero. Un altro giorno si arrampic su un alto castagno del giardino; e, scoperta, non volle scenderne, fin che non le ebbero promessa l'impunit. (Nuova Antologia, 1899). 1278. Sarah Bernhardt fu educata in convento. E quando usc di li, carica di premi , le domandarono che cosa volesse fare. - Voglio farmi monaca - rispose la piccola Sarah, con un accento di fede ardente . Tutti la guardavano stupefatti. E allora Sarah, pensando di aver detto una scioc chezza, aggiunse: - A meno che non faccia l'attrice. (Gazette anecdotique). 1279. Quando la vocazione di Sarah Bernhardt si fu decisamente rivolta al teatro , i genitori pensarono di farla ammettere al Conservatorio. Ma, per essere ammes si, bisogna dar un esame: il candidato deve recitare davanti a un giuri una scen a di qualche commedia o tragedia di sua scelta. La madre di Sarah non sapeva di questa esigenza del programma e, quando port la figlia davanti al giur, Sarah non sapeva a memoria altro che la favola dei Due piccioni di La Fontaine. Ma non app ena la ragazza ebbe recitato i due primi versi, Auber, che presiedeva la commiss ione, interruppe: - Basta, basta, piccina, vieni qua. Come ti chiami? - Sarah. - Sei ebrea? Di nascita s, ma sono stata battezzata. E Auber, volgendosi ai colleghi: - stata battezzata, e sarebbe stato un gran danno se non lo fosse stata, perch ha recitato molto bene la favola e bisogna ammetterla. (Gazette anecdotique). 1280. Quando entr nel Conservatorio per imparare recitazione, si impose il proble ma in quale classe avrebbe dovuto studiare. Il tragico Beauvallet diceva: - Sar una tragica. Il comico Rgnier: - Sar una comica. L'insegnante Provost li mise d'accordo, dicendo: - Sar tragica e comica. Sarah scelse pertanto la classe di Provost. (Nuova Antologia, 1899). 1281. Al Conservatorio l'accompagnava ogni giorno l'istitutrice. La madre dava l oro i denari per l'omnibus. Sarah li conservava e andava a piedi, perch detestava andare in omnibus; poi, quando aveva messo da parte denari bastanti, cio ogni du e giorni, prendeva una carrozza, dove almeno erano sole. Ho sempre avuto orrore - diceva poi - d'aver vicini e di confondermi con persone che non conosco. (Nuova Antologia, 1899). 1282. La futura grande attrice cominci a studiare l'arte drammatica senza entusia smo, senza gusto, senza vocazione: avrebbe preferito far la pittrice. Al Conserv atorio non ebbe che i secondi premi; e il suo debutto alla Comdie Franaise non fu affatto un successo. Recitava l'Ifigenia, e al momento del sacrificio, quando al z le sue braccia, lunghe lunghe e magre magre, tutto il teatro si mise a ridere. Cominci anche a litigare con le altre attrici, tanto che fu cacciata dalla Comdie.

Senza risorse, si scrittur a un piccolo, teatrino. Poi pass all'Odon, con lo stipe ndio mensile di centocinquanta lire. Cominci ad aver qualche successo soltanto ne l 1868, e poi definitivamente nel 1872. Allora torn alla Comdie. (Nuova Antologia, 1899). 1283. Sarah Bernhardt aveva una sera ricevuto sul palcoscenico la visita di un'a ttrice abbastanza nota e apprezzata, che si voleva dar per troppe arie. Sarah la trattiene sino al momento che doveva entrare in scena, e siccome la grande attri ce non si era mai potuta levare la paura del pubblico, la sua minore collega l'i ntese. in quei momenti dire: - Oh, Dio! Che tremarella! - Tremarella, voi? - osserv l'altra. - Io, per me, non ho avuto mai paura del pub blico. E Sarah, con un sospiro: - L'avrete, l'avrete anche voi, quando sarete diventata un'artista! (Manuel gnral, 3 novembre 1934). 1284. Sarah Bernhardt non era solamente una grande attrice: dipingeva, scolpiva, pubblicava libri, scriveva articoli di giornali. Ma l'arte plastica era la sua passione. Venne apposta a Firenze per potersi godere i capolavori artistici che la citt contiene, e passava tutte le sue giornate a Palazzo Pitti o alla Galleria degli Uffizi, dall'apertura alla chiusura. Una volta, uscendo da Santa Croce, v ide, sulla porta della chiesa, un ragazzino che disegnava con un pezzo di carbon e. Meravigliata della disposizione che quel bambino dimostrava, gli regal una pic cola somma e gli disse di portare a casa sua quella sera stessa sua madre. La ma dre arriv tutta in cenci, e Sarah Bernhardt si obblig di passarle cento lire il me se perch il piccolo artista potesse studiar pittura. E mantenne il suo impegno. I l piccolo, che si chiamava Giuseppe Calzi, riusc un discreto pittore. (JARRO, Att ori, cantanti, ecc.). 1285. La magrezza di Sarah Bernhardt, la celebre attrice francese, stato un argo mento inesauribile per i caricaturisti. Al Salon del 1922 a Parigi, uno di essi aveva riprodotto il ritratto di lei con questo motto: Il cane e il suo osso. Infatti essa era dipinta in piedi, con accant o un grosso cane di San Bernardo. (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten). 1286. Un critico del Figaro ebbe a dire una volta molto impertinentemente, sempre alludendo alla magrezza di lei: - Ieri mi trovavo davanti al Teatro. Era ancora molto presto per entrare. Quand' ecco arriva una carrozza vuota. Si ferma. E chi ne scende?... Sarah Bernhardt! ( BRING, Das goldene Buch der Anekdoten) . 1287. A Sarah Bernhardt dissero una volta: - Rientrate in voi. - Non posso - rispose l'affascinante attrice - non c' posto... Ell'era infatti ta nto sottile, da far dire che la sua diafanit non poteva dar ombra... a nessuno. ( Comoedia, aprile 1924). 1288. Edoardo VII d'Inghilterra, quand'era ancora principe ereditario, trovandos i a Parigi, si rec a visitare Sarah Bernhardt nel suo camerino al Thtre Frangais. E gli si present all'illustre attrice senza curarsi di togliersi il cappello, e all ora Sarah Bernhardt, guardandolo fisso, gli disse: - Altezza, si usa tenere la corona in testa, ma non il cappello! (BeRING, Das go ldene Buch der Anekdoten). 1289. Passando davanti al Thtre Frangais, Sarah Bernhardt scorge una folla davanti all'uscita degli artisti. - Che fa quella gente? - Aspetta l'uscita degli attori. - Per fischiarli?. - domanda Sarah. (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 1290. Sarah Bernhardt, trovandosi a Mosca ed avendo intenzione di intraprendere un breve viaggio nell'interno della Russia, and alla polizia per il visto del pas saporto. L'impiegato le domand se aveva pronta l'istanza per iscritto, e, ottenut a risposta negativa, le dette carta, penna e calamaio, e le dett l'istanza, che, firmata, fu messa in piego suggellato. - Ora - le disse l'impiegato - non le resta che presentarla.' - A chi? - domand Sarah Bernhardt.

- Come a chi? - rispose l'impiegato seriamente stupito. - A me, naturalmente. Sarah gli consegn l'istanza, l'impiegato la prese, ruppe i sigilli, la lesse atte ntamente; poi le disse con gran sussiego: - Signora, ho letto la sua domanda e sono dolente di non poterla esaudire. (Como edia, aprile 1923). 1291. Sarah Bernhardt era qualche volta distratta in scena, cosicch le capitava f acilmente di sbagliare; ma, aiutata dalla sua prontezza geniale, riusciva sempre a riparare con un'abilit meravigliosa. Si dava l'Aiglon, dove Sarah Bernhardt, n el terzo atto, doveva dire all'Imperatore d'Austria: - Ne frappez pas la table avec colre. Vous avez fait tomber la glaive consulaire! E, invece, una sera, la grande attrice cominci, distrattamente: - Ne frappez pas la table avec violence... Se ne avvide subito e si arrest di colpo. Un attimo, sufficiente per scovare una possibile rima in ence, poi, come se nulla fosse, continu: - Vous avez fait tomber la satire d'ordonnance. (Illustrazione teatrale, 1927). 1292. Dopo una rappresentazione della Gloria di Maurizio Rostand, che fu la sua ultima grande creazione, Sarah riceveva nel suo camerino gli omaggi degli artist i drammatici parigini, ai quali la rappresentazione era dedicata. Fra questi era no Eugenio Silvain e la moglie Luisa. - Ah! Sarah, -grid l'illustre tragico, gettandosi ai piedi dell'artista -prima di morire dobbiamo assolutamente recitare insieme, voi, Luisa ed io.... Ricordate l'antichit classica? I carri di trionfo avevano tre cavalli... - S, Eugenio, s, - rispose sorridendo Sarah; - ma Pgaso era solo. (Le journal, 11 s ettembre 1934). 1293. L'eccentricit di quest'attrice non fu mai superata. Visse con leoncini addo mesticati, ubriac coccodrilli con la sciampagna, ha compiuto ascensioni in pallon e quando questi erano una rarit, guadagn milioni e sciup milioni. Nei pi lontani via ggi port sempre e appese alla parete delle sue camere d'albergo la scarpettina e la piccola camicina infantili di suo figlio, anche quando questo era gi ammogliat o. Volle provare tutte le impressioni, compresa quella di prepararsi la bara: l' ordin su misura, come un abito qualunque, in legno di pero, e la colloc tranquilla mente ai piedi del suo letto (il suoi interno era tappezzato di raso bianco, e a veva un materasso, un cuscino) poi si distese nella bara per provarla, vestita d i bianco e con le braccia in croce (come una prova generale) e vi si appisol pers ino per qualche minuto. E si pu immaginare facilmente le impressioni che deve ave r provato. (Nuova Antologia, 1899). BERNINI Giovanni Lorenzo nato a - Napoli nel 1598- morto a Roma nel 1680; celebre pittore, scultore e arc hitetto italiano. 1294. Aveva appena dieci anni, quando il papa Paolo V, avendo sentito parlare, d ella grande abilit del ragazzo per il disegno, volle vederlo, e quando gli fu din anzi, gli domand: - Sapresti farmi una testa? E Gian Lorenzo, senza scomporsi: - E che testa vorreste? Il papa sorrise e osserv: - Se dici cos, vuol dire che le sai far tutte. Poi gli chiese di fargli la testa di San Paolo, e il ragazzo la fece in mezz'ora , ed era cos perfetta che il papa rimase meravigliatissimo. (DE DOMINICI, Vite de i pittori napoletani). 1295. Il Bernini giovanetto fece un busto in marmo del principe cardinale Scipio ne Borghese, ed era siffatto che, molti anni dopo, rivedendolo, il Bernini escla m: - Oh, quanto poco profitto ho fatto io nell'arte della scultura in tanti anni, d al momento che da fanciullo maneggiavo il marmo a questo modo! (DE DOMINICI, Vit e dei pittori napoletani). 1296. Tra i protettori del giovane Bernini fu il cardinal Maffeo Barberini, che fu poi papa col nome di Urbano VIII. Avendogli costui ordinata una statua di David, volle che lo scultore ritraesse l

e sue proprie sembianze; e il cardinale assisteva al suo lavoro e gli teneva lo specchio perch, modellandolo, si vedesse. Quando poi il cardinale fu fatto papa, chiam a s Bernini e gli disse: - certo una gran fortuna la vostra che il cardinal Barberini sia stato fatto pap a; ma maggior fortuna la nostra che il cavalier Bernini viva durante il nostro p ontificato! (DE DOMINICI, Vite dei pittori napoletani). 1297. Giacomo Montoia si fece fare il busto di marmo dal Bernini che era ancora giovinetto, e fu tale che tutti coloro che lo vedevano restavano stupiti per la gran rassomiglianza. And a visitarlo anche il papa Urbano VIII, insieme col Mont oia stesso e, indicandolo, disse ai cardinali: - Questo il busto del Montoia. E poi, volgendosi al busto e indicandolo, prosegu: - E questo monsignor Montoia in persona. Volendo con ci significare che il busto era pi vivo e parlante dello stesso origin ale. (DE DOMINICI, Vite dei pittori napoletani). 1298. Sul monumento funebre di papa Urbano VIII, il Bernini aveva raffigurato al cune api che ronzavano qua e l, poi che le api figurano nello stemma dei Barberin i. Quando si scoperse il monumento, uno dei presenti, che era nemico, della fami glia Barberini, disse: - Avete fatto bene, cavalier Bernini, di raffigurare queste api che vanno qua e l disperse, perch tale anche la sorte della famiglia Barberini, la quale ora sparp agliata qua e l per ogni parte del mondo. E il Bernini pronto: - State attento per, che, come ben sapete, quando le api sono disperse, per racco glierle tutte in uno sciame solo, basta sonar un campanaccio! E voleva intender la campana del Campidoglio, che suona a morte quando un papa v iene a morire. (DE DOMINICI, Vite dei pittori napoletani). 1299. Il grande scultore Bernini fu chiamato in Francia per fare una statua del re Luigi XIV. Prendendo un giorno uno schizzo in lapis dei lineamenti del sovran o, gli fece i capelli tirati in alto al di sopra della fronte. Avendogli il re o sservato che questo genere di pettinatura non corrispondeva a quella che egli po rtava realmente, il Bernini, con squisita adulazione, gli rispose: - Lo so, ma io l'ho ritratta cos, perch Vostra Maest pu mostrare la fronte a tutti. (PANCKOUCKE). 1300. Quando Bernini era in Francia, una signora francese gli domand se erano pi b elle le italiane o le francesi. - Tutte - rispose lo scultore - sono parimenti belle; se non che, sotto la pelle delle italiane, si vede bene che scorre il sangue, mentre, sotto la pelle delle francesi, par che scorra il latte. (PANCKOUCKE). 1301. Non fa certo stupore apprendere che questo artista sempre . cos spettacolos o e teatrale fu anche scenografo, e nella scenografia e tecnica teatrale fu anzi addirittura un mago, un virtuoso: con rapidissimi cambiamenti di scena e con co ntrasti fantastici di luci poteva ottenere qualsivoglia effetto strepitoso. Si c ompiacque anche talvolta di scherzare con le difficolt e di prendersi giuoco del pubblico. Una volta, in un dramma, intitolato L'inondazione del Tevere, fece inv adere il palcoscenico da un vero fiume spumeggiante di acque che, rotti gli argi ni, precipit in platea. Figuratevi la paura degli spettatori! I quali, atterriti, saltavano sui banchi e cercavano di scappare. Quando la confusione fu al colmo, ecco improvvisamente aprirsi una botola nascosta che inghiott in un attimo tutta quell'acqua minacciosa, e gli spettatori poterono tornar pacifici ai loro posti a godersi il resto dello spettacolo. (MOTTINI, Il libro dei Sette Colori). 1302. Un'altra volta si rappresentava la commedia La fiera, e in scena c'era un a torcia a vento. Che che non , a un dato momento la torcia cadde in malo modo e appicc il fuoco alla scena. In un lampo sul palcoscenico si propag un incendio ter ribile: tutto ardeva e crepitava paurosamente, le quinte cadevano, nuvole di fum o e lingue di fiamme lambivano il tetto e, spinte dal vento, invadevano il teatr o da ogni parte. La folla anche allora si spavent e non a torto, e si precipit url ando verso le uscite... quand'ecco l'incendio si spense in un attimo e la scena divent un delizioso giardino. (MOTTINI, Il libro dei Sette Colori). 1303. Una delle scenografie del Bernini che fece epoca fu quella in cui rapprese

nt il sorgere del sole, cos bene che la fama valic le Alpi e arriv sino all'orecchio del re di Francia Luigi XIV. Il quale (non per nulla si faceva chiamare il Re S ole) ebbe curiosit di vedere quell'effetto che gli veniva tanto decantato e per p oterlo riprodurre a Parigi fece pregare il Bernini che volesse svelargli il segr eto di quella maravigliosa macchina scenica. Il Bernini infatti gli mand una part icolareggiata spiegazione per iscritto, ma, orgoglioso come era, non si trattenn e dall'aggiungervi: Lo spettacolo riuscir soltanto quando mander cost le mie mani e la mia testa. (MOTTINI, Il libro dei Sette Colori). 1304. Claudio Perrault aveva presentato il suo modello pel riadattamento del Lou vre; ma il progetto era stato criticato molto, e in ispecie da Boileau. Allora L uigi XIV lo sottopose al Bernini perch lo correggesse. Ma il Bernini, appena vide i disegni, disse: - Quando si possiedono artisti di questo vaglio, non si va a cercarli fuori. (En cyclopdiana). 1305. Quando nel 1678 venne scoperto in San Pietro il mausoleo di papa Alessandr o VII, che l'ultimo capolavoro del grande scultore, la bella statua ignuda della Verit sollev scandalo. Il papa Innocenzo XI esclam: - Per quanto la Verit in genere piaccia poco, questa mi par che piaccia troppo. E diede ordine al Bernini di velarla con una lastra metallica. (Noi e il mondo). BERNIS Francesco Gioacchino prelato francese, a ventinove anni membro dell'Accademia, uomo di Stato, nato ne l 1715, - morto nel 1794 a Roma. 1306. Era andato da giovane a Parigi in cerca di fortuna. Qualche poesiola di ge nere leggero che aveva scritto gli diede la reputazione di buon poeta. Ma questo non bastava all'ambizioso. Egli fece perci un po' di corte al vescovo Boyer di M irepoix che aveva l'incarico di distribuire i benefici ecclesiastici. Ma il vesc ovo, che odiava i poeti e i filosofi (Voltaire lo chiamava l'asino di Mirepoix) gli disse che non gli avrebbe accordato mai alcun beneficio se non rinunciava al la passione diabolica di far dei versi. Fu allora che Bernis pens di rivolgersi a lla Pompadour. (Dictionnaire de l'Amour). 1307. L'abate Bernis era ancora povero in canna e non sapeva come vivere. Riusc a farsi presentare alla Pompadour, e le fece cos buona impressione, che la marches a gli diede, seduta stante, una pensione di millecinquecento lire e un appartame nto in casa sua. Mentre usciva dalla Pompadour, con sotto il braccio una pezza d i stoffa che costei gli aveva regalato per tappezzarsi la nuova abitazione, Bern is incontr il re Luigi XV, che, guardando la stoffa, gli domand che cosa fosse e c he cosa ne dovesse fare. Bernis rispose con tanta grazia, che il re gli disse: - Ebbene, se la marchesa vi ha dato la tappezzeria, io voglio pensare ai chiodi per attaccarla. E gli diede cinquanta luigi d'oro. Cos cominci la fortuna dell'abate Bernis. (E. COLOMBEY, Ruelles, salons, etc.). 1308. Il cardinale di Fleury, amico della famiglia di Bernis, aveva preso a prot eggere il giovane conte, e l'avviava alla carriera ecclesiastica. Ma l'abatino c onduceva una vita dissipata che dispiacque al vecchio e severo cardi-male; onde costui lo fece chiamare e gli disse: - Caro conte, se continuate cos vi dico francamente che, fin che io vivr, non avre te da sperar niente di buono. - Pazienza! - rispose il conte di Bernis - aspetter. (DUCLOS, Mmoires). 1309. Il conte di Bernis, ch'era in incognito a Lione, fu trattato dal governato re di quella citt con modi niente affatto riguardosi: - Buon uomo, - gli disse il governatore - voi che venite da Parigi, che cosa vi si dice di bello? - Vi si dice la messa - rispose il conte. - Voglio dire se c' niente in questo momento che faccia chiasso a Parigi. - Certo, vi sono le carrozze. - Insomma, si pu sapere se c' niente di nuovo? L - - Ci sono i pisellini freschi. - Ma voi, buon uomo, come vi chiamate? - domand il governatore, sorpreso che si o sasse rispondergli a quel modo.

- A Lione gli sciocchi mi chiamano buon uomo, e a Parigi mi chiamano il conte di B ernis. Chi rest male fu il governatore. (Encyclopdiana). 1310. La Pompadour, ormai anziana, andava in cerca di nuovi amanti che col loro ardore ravvivassero le fiamme semispente dei suoi sensi. Aveva messo gli occhi s ul cardinal di Bernis, e siccome egli doveva a lei e alla :sua protezione tutte le cariche di cui godeva, sperava che, in riconoscenza di tanti benefici, sarebb e stato disposto a servirla. Non cos pensava il Cardinale a cui le grazie sfiorit e della favorita non facevano gola. Avendo egli lasciate cadere le velate proffe rte della donna, costei tent una prova pi audace e un giorno, ottenuto un segreto colloquio col cardinale, gli si present in modo che nessuna delle sue grazie, anc he riposte, gli restasse nascosta. Sperava che ci avrebbe fatto effetto sul Berni s; ma questi rest freddo e inflessibile, s che la Pompadour, offesa e indignata, g li disse: - Io vi far rientrare nel nulla da cui siete uscito. Di qui la sua disgrazia. (Dictionnaire de l'Amour). BERNSTEIN Enrico n. 1876 - m. 1953; autore drammatico parigino 1311. Alla prima rappresentazione della prima commedia di Bernstein, un macchini sta, per errore, alz il sipario qualche momento prima del necessario e scopr... l' autore in conversazione con la prima attrice. Ci fu nei due un attimo di smarrim ento; ma Bernstein si riprese subito, dicendo: - Perfettamente, porter la pendola con me e vi assicuro che domani sera ve la dar riparata. Ed usc, calmo, con un inchino. Intanto l'attrice aveva ripreso il suo sangue freddo e pot cominciare realmente l a parte. (Comoedia, 1924). BERRY (Carlo duca di) nato nel 1686 - morto nel 1714; nipote di Luigi XIV, marito di Maria Luigia Elis abetta d'Orlans. 1312. Quando Carlo Duca di Berry era bambino, era molto vivace, e il nonno Luigi XIV doveva spesso, per punizione, ordinargli gli arresti in camera sua. Un giorno che era appunto chiuso in camera per castigo, il governatore si accors e che il fanciullo non aveva il raccoglimento necessario per chi deve meditare u na colpa, e gli ingiunse di chiudere le finestre e le imposte delle stesse, in m odo che nella stanza fosse buio. - Ne sono contentissimo - rispose il principino - cos non vedr pi la vostra brutta faccia. E, nell'oscurit, si diede a sonar il tamburo, percotendo coi pugni su un tavolo. Il governatore lo rimprover anche di questo, dicendo che egli non poteva battere un tavolo che non era suo, ma apparteneva al re. - Allora il principino si mise a percuotere con le mani la parte pi morbida del s uo corpicino, esclamando: - Questo almeno non direte che appartiene al re, e non potete negare che mio. Il governatore si mise a ridere, e anche il re ne rise quando gli fu riferita la risposta del piccolo ribelle. (LA COMBE, Dictionnaire des anecdotes). BERRY (Maria Luigia Elisabetta d'Orleans duchessa di) n. 1695 - m. 1719; figlia di Filippo d'Orlans, il Reggente di Francia, orgogliosa e stravagante. 1313. La duchessa di Berry, che fu figlia del duca d'Orleans, mor a soli ventiqua ttro anni. Quando in vita le dicevano di moderarsi, perch le veglie e i piaceri p otevano abbreviare la vita, ella rispondeva: - Meglio cos: corta e buona. (Encyclopdiana). 1314. Fu una delle donne pi lubriche che siano mai state. Tra l'altro si diceva c he avesse avuto relazione persino con suo padre, il famoso libertino Duca d'Orlan s, reggente dopo la morte di Luigi XIV. Certo il duca, che si compiaceva di dipi ngere, fece il ritratto della figlia completamente nuda. Tuttavia aveva ogni tanto delle crisi religiose, e allora andava a racchiudersi per qualche giorno in un convento e faceva gli esercizi spirituali. Una monaca i ngenua che l'accompagnava a tutti gli uffici religiosi, meravigliata di vederla

prosternata a terra, piangente, sospirante, recitare le preghiere con grande fer vore, le disse: - Come cattivo il mondo! Pensare che voi siete una santa, e raccontano su di voi tante storie scandalose! Come si pu inventare calunnie di questo genere? La principessa si mise a ridere. (Dictionnaire de l'Amour). 1315. La duchessa di Berry stava un giorno visitando una chiesetta di campagna, durante l'ora che il curato impartiva la lezione di catechismo. La duchessa voll e interrogare i piccoli allievi: - Quanti sono i peccati mortali? - domand a uno di essi. Il piccolo si confuse, e rGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1.txtArchivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556B A26AC}sm 4

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