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ROMA>>AMBURGO>>MALAGROTTA

conflittualit
EGITTO<<KURDISTAN SIRIANO

rivista mensile del giornale online firstlinepress.org numero 0 | marzo 2014

2 | flp magazine

flp magazine | 3

editoriale | #0
Ci occupiamo di conflitti, periferie, volti, storie che cimbrattano diventando libere di essere raccontate.

#0 | sommario
A ROM > BU >AM > RGO

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>MA LAG TA ROT

First Line Press Magazine


anno 1 | numero #0

Rivista mensile curata dalla redazione del sito internet firstlinepress.org Redazione giornalistica Lorenzo Giroffi Andrea Leoni Domenico Musella Flavia Orlandi Giuseppe Ranieri Natascia Silverio Illustrazioni Hobo Progetto grafico e layout Domenico Musella

Eccoci a presentare una creatura a cui teniamo molto: il primo mensile di First Line Press. Si spera possa essere dapripista alla forma pi efficace di approfondimento che con i nostri viaggi, taccuini ed incontri vogliamo elaborare in questo spazio che va oltre la piattaforma del nostro sito internet. Un mensile che nel suo numero zero tematico, in un contenitore di conflitti, perch come redazione abbiamo sempre un orecchio rivolto ai trambusti reali, offuscati troppe volte dai rumori di distrazione di massa. Questo prototipo di mensile, che potrete sfogliare in maniera elettronica o anche stampare per stropicciarlo e sottolinearlo alla vecchia maniera, magari facendolo girare tra i vostri conoscenti, un primo passo, che speriamo possa essere seguito da critiche e suggerimenti.

Perch un mensile?

EGITTO
La violenza della polizia sui minori Tra la paura della rivoluzione e le strumentalizzazioni

lit a u t t i l f n co
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rna del gio 14 mensile rivista 0 | marzo 20 numero

e le onlin

firstli

GERMANIA
Amburgo: sguardo su una realt in fermento Tra la gentrificazione, le lotte del Rote Flora e non solo

Cosa leggerete?

Nonostante dalla Siria continuino ad arrivare filmati, notizie da ogni angolo, richieste di attenzione, negli ultimi mesi la stampa internazionale ha deciso di trattarlo come argomento non pi fresco e quindi di seconda fascia, invece in First Line Press Magazine ritorniamo su quel territorio, per raccontare la parte curda; il tema casa in Italia non solo IMU, ICI od altre sigle elettorali, soprattutto un diritto per cui combattere ogni giorno e tra queste pagine troverete unintervista significativa, con una finestra pure sugli omologhi movimenti tedeschi; lItalia pu ritrovarsi unita nella pessima gestione dei rifiuti: la bolla di disastri e corruzioni nel Lazio rischia di far esplodere una nuova emergenza; lEgitto non solo rivoluzione appassita, ma anche ferite ancora aperte ed abusi di potere da continuare a denunciare. Conflittualit che First Line Press ha sentito sulla sua stessa pelle. Nelle ultime settimane ci siamo chiesti se tenere in vita questo progetto editoriale o lasciarlo nel mondo delle utopie, perch al cospetto di un giornalismo contemporaneo che non permette etica. Per ora ci siamo ancora, di certo non per raccontare la nostra conflittualit, ma tutte quelle che sentiamo lesigenza vadano spiegate, per abitare il 2014 coscienti del mondo (almeno alcuni pezzi) che ci circonda. Prendetevi tutto il mese di tempo per leggere il numero zero di First Line Press Magazine, nelle forme che vorrete, senza dimenticare il lavoro quotidiano che firstlinepress.org continuer ad offrirvi. Un modo per continuare a discutere, incontrarci, scambiarci e sopravvivere. Partiamo da zero e speriamo di arrivare altrove, conservando lo stesso entusiasmo. Buona lettura.
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LAZIO
Immersi nei rifiuti Linchiesta su Cerroni blocca la Regione e ne rivela tutte le incapacit

In copertina Foto in alto | Manifestazione in Kurdistan Occidentale, Siria (Jan Sefti Kurdistan Photo - flickr.com) Foto in basso | Murales al Cairo (Roberta Rodriquez) In quarta di copertina Banner di Marta Ghezzi

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ROMA
La capitale delle riappropriazioni: Dalla casa a tutti gli altri diritti Intervista a Luca Fagiano

First Line Press una testata giornalistica regolarmente registrata presso il Tribunale Civile di Santa Maria Capua Vetere Autorizzazione n. 810 del 24/10/2013

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KURDISTAN
Una questione di pura sopravvivenza per i kurdi della Siria Traduzione di un articolo di Frederike Geerdink per Beaconreader.com
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calamita a questo tipo di persecuzione, per la violenza intrinseca che avvolge anche i giovani. Molte volte per questi non conoscono le ragioni dei loro arresti. Ci sono stati episodi di persecuzioni gratuite, come il caso, che mi racconta Mona, di un ragazzino che si trovava nei pressi di una manifestazione a Qasr al-Aini per una visita medica ed stato tratto in arresto per sbaglio. uno dei tanti casi di minori fermati solo perch nei paraggi di movimenti di dissenso. Mona parla dei motivi che spingono individui cos giovani ad avvicinarsi a cortei e tafferugli: I bambini vanno alle manifestazioni per cercare qualcosa di eccitante ed emozionante, ma anche per curiosit di guardare o semplice spirito di gioco fanciullesco. Il clima di curiosit per deve fare i conti con scontri e spirito da guerriglia urbana, che poi tramuta tutto in accuse di assalto a forze di sicurezza, tentati omicidi, lancio di pietre e bottiglie Molotov, incendi: questi i principali capi daccusa. Tali operazioni ovviamente causano numerosi strascichi per i bambini, che devono fare i conti, dopo stati di fermo estenuanti, con disturbi di natura psicologica. La legge lontana dalla sua reale applicazione, vengono torturati ed negata loro la difesa poich non affiancati da avvocati per minori. Le testimonianze parlano di violenze fisiche della polizia sui bambini, feriti senza essere medicati, ed oltre a questo ci sono le umiliazioni e le offese ricevute. Tante volte gli arrestati passano giorni in auto della polizia o camionette, senza cibo ed acqua, al sole. Le famiglie, nei casi in cui ci sono, non ricevono notizie dei propri figli per settimane e quando li ritrovano hanno dinanzi un quadro di devastazione. Molti di loro si rifiutano di parlare dellesperienza subita. Mona mi spiega perch a suo avviso questi giovani vengono individuati come obiettivi e nemici della societ: Io credo che le forze di sicurezza si accaniscano contro la classe povera perch quei bambini sono pi vulnerabili anche nelle loro possibilit. Prima della rivoluzione erano comunque presi di mira, ma poi sono stati usati come pedine in un conflitto politico. Molti dei bambini coinvolti sono analfabeti e poveri, le loro famiglie non hanno la possibilit di garantire un avvocato difensore ed infatti dopo indagini sommarie sui loro casi, che il pi delle volte durano solo quattro

La violenza della polizia sui minori


Lorenzo Giroffi

EGITTO

Tra la paura della rivoluzione e le strumentalizzazioni

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osa sia rimasto di quella grossa etichetta, a volte non coerente con le differenze dei singoli Paesi, Primavera Araba, scrutabile nella rabbia e nei desideri disattesi dellEgitto. Impossibile azzardare previsioni sulle strategie che saranno adottate per ridefinire il nuovo concetto di democrazia e come sar modificata la Costituzione dopo il ritorno dei militari al Governo, con la destituzione del presidente eletto Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani. Nellanno post elezioni la Fratellanza ha cercato di consolidare un certo tipo di potere, cadendo nel tranello del consenso, mettendo a freno la libert despressione e facendo trovare ancora nella piazza lo strumento di dissenso pi efficace. arrivata cos la campagna Tamarod - Rebel, nata per raccogliere le firme utili alla destituzione del presidente Morsi, eletto nel giugno 2012, ma che poi ha gettato il Paese nella instabilit e in scenari forse spiazzanti per le stesse opposizioni alla Fratellanza: sfera decisionale nuovamente ai vertici dellesercito. Dal luglio del 2013 lex presidente Mohammed Morsi in arresto assieme ad altri vertici dei Fratelli Musulmani (in attesa di processo). Il controllo stato affidato al generaleAbdel Fattah Saeed Hussein Khalil el-Sisie coloro che vengono repressi First Line Press

(nelle ultime settimane si sono intensificati gli scontri ed i rischi di contaminazioni di guerra civile) sono dunque diventati i sostenitori della Fratellanza. Nonostante tutti i dubbi che si porta ancora dietro, la rivoluzione, che in questi giorni sembra ancora pi lontana, stata per anche una boccata dossigeno per le questioni irrisolte o per quelle inaccessibili, perch oscure ed intrappolate nelle ragnatele del potere. Una di queste la violenza della polizia sui bambini di strada: gli arresti a tappeto, le torture a far da cornice ed i processi sommari di cui sono vittime.

Fenomeno gi presente nel Paese, ma che a seguito del 25 gennaio 2011 (data legata alla rivoluzione) si intensificato sui minori che hanno partecipato alle manifestazioni. La sospinta democratica contro questo triste fenomeno, giunta forse con maggior efficacia con la caduta del regime di Hosni Mubarak, ha permesso a vari comitati, che si @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress

Io credo che le forze di sicurezza si accaniscano contro la classe povera perch quei bambini sono pi vulnerabili anche nelle loro possibilit

occupano di diritti umani, ma anche ai liberi cittadini e alle famiglie delle vittime, di provare ad investigare. Le vittime sono per lo pi bambini di strada, facili prede per chi vuole sfogare una rabbia malvagia e repressa contro chi non ha possibilit di difendersi, in tutti i sensi, ma soprattutto legalmente. Lassociazione egiziana Popular Campaign For Protection Of Children ha raccolto i numeri di questi casi, provando a rispolverare una memoria storica delle violenze. Se il bersaglio iniziale erano i minori che vivono per strada o comunque quelli incapaci di utilizzare mezzi di denuncia propri, successivamente tale atteggiamento violento divenuto unarma per sradicare dai giovanissimi egiziani, pronti a scendere in piazza, il sentimento di rivoluzione e di dissenso. Altra chiave di lettura, emersa in discussioni affrontate con chi inizia a relazionarsi con lannosa questione, che la polizia, macchiandosi di un crimine

del genere, abbia voluto alimentare il malcontento nella societ egiziana post rivoluzione, facendo rimpiangere il passato regime, visto il legame dei vertici polizieschi con esso, creando cos nellopinione pubblica il binomio violenza e Fratelli Musulmani al potere. Secondo questa tesi, la polizia avrebbe cos amplificato i focolai di protesta nella gi esausta popolazione egiziana, attraversata da una devastante crisi economica e dai desideri tramutatisi in incertezze. Al Cairo, agli angoli delle uscite di una delle tante fermate della lunga linea metro, noto dei gruppi di bambini che si dormono addosso, con spicchi infuocati di sole che li tormentano e in posizioni lontane da ogni concetto di comodit. Sono loro le principali vittime, cos ingiustamente bambini, a passar la notte con la stanchezza come unica certezza, mantenendo atteggiamenti incredibilmente fanciulleschi, nonostante la necessaria corazza da adulti.

IL CAIRO | Giugno 2013: bambini e donne manifestano (ph: Roberta Rodriquez)

A Tora El-Balad in una delle periferie del Cairo, incontro Mona Aboeleyoun, che lavora con lassociazione Manadeel Waraq (Popular Campaign For Protection Of Children). Inizio a confrontarmi con i numeri e le ricerche sugli arresti che, dallinizio della rivoluzione, hanno coinvolto i gruppi pi vulnerabili dei minori, quelli della strada. Nel periodo delle rivolte contro Mubarak furono quasi settecento quelli arrestati ed il numero non diminuito negli ultimi due anni, anzi. Tra il 2012 ed il 2013 i bambini arrestati al Cairo sono stati pi di quattromila, mentre ad Alessandria superano i tremila. In queste operazioni, secondo lEgyptian Coalition Of Childrens Rights le forze di sicurezza non tengono assolutamente conto dellet dei processati ed applicano misure che non tengono conto dei diritti che questa garantirebbe loro. I fermi avvengono in contesti molto diversificati. Le manifestazioni sono sicuramente gli eventi che fungono da First Line Press

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giorni, vengono direttamente processati. Poi tutto dipende dalla fortuna o da chi pu permettersi appunto un avvocato. Ci sono casi di assoluzioni ed altri di condanne. Mona Aboeleyoun dellassociazione Manadeel Waraq mi conduce a casa di una madre che ha subito sulla sua pelle le preoccupazioni per un figlio arrestato, massacrato e poi turbato. Lo ha fatto due volte, perch anche il figlio di una sua amica ha subito la brutalit di una repressione sfrenata. Sebbene sia fuori luogo in tali contesti appellarsi alla fortuna od alla buona sorte, questa donna per ha avuto un destino migliore rispetto allamica, che ha visto il figlio massacrato e poi ucciso dalla polizia, crivellato nelle tempie. A Tora El-Balad non circolano fiumi infiniti di taxi come nel resto del Cairo, qui ci sono invece dei mezzi a motore che sembrano piccoli scooter con una panchina sul retro. Hanno un tettuccio giallo e giovani alla guida. I conducenti offrono passaggi in cambio di un dinaro. Saliamo su questo veicolo, tra la polvere della strada e le buche. Intanto ascolto gli ultimi numeri che Mona mi riporta: la ricerca dellEgyptian Coalition On Childrens Rights, concentratasi sui mesi da febbraio a maggio 2013, raccoglie i casi di quattro bambini assassinati al Cairo, due a Port Said, uno a Mahala ed uno a Tanta, tutti a seguito di arresti o pestaggi della polizia. Il taxi in miniatura su cui viaggiamo si ferma lungo un viale divenuto impercorribile per le sue tre ruote, ma comunque in prossimit di casa della madre del minore arrestato. Tra sassi, bambini assiepati a spiarci e gatti in cerca di cibo, incontriamo Umm Muhammed Ayid, madre di Muhammed Ayid, che ci attende sulluscio di casa. Questabitazione in disagiate del luogo, ma senza isterici lamenti: non ha richieste di aiuto da rivolgerci, solo tanta voglia di casse amplificatrici per la sua storia e per tutte le vittime della violenza. Ci accomodiamo a terra, con il pavimento riempito anche da una cucciolata di gatti, il figlio pi piccolo ed altri familiari di cui non necessario specificarne il grado, perch tutti tenuti assieme da una complicit toccante. La donna si siede di fianco ad una grossa foto incorniciata. Ritrae un ragazzo che ricorda la bellezza dellattore Orlando Bloom. Si tratta di Muhammad, un altro figlio acquisito in questa casa: morto perch ucciso senza motivo. La famiglia di questo ragazzo molto amica della donna che mi ha appena accolto. I due nuclei familiari sono stati a lungo alla ricerca del ragazzo: non se ne hanno avute notizie per un mese. Fino a scoprire poi che era morto, per le violenze subite in una manifestazione a Piazza Tahrir. difficile iniziare a srotolare domande con dinanzi limmagine di un giovane ucciso dallo stesso Paese per cui magari stava manifestando, con il sogno di un futuro migliore. Mi faccio trascinare dallenergia di questa donna, tanto imponente, quanto profonda. Con sofferenza doma le lacrime ed il singhiozzo della sua voce, perch vuole raccontare anche la storia di suo figlio, Mohammed Ayid. Una bambina mi si avvicina mostrando una piccola foto, strappata via da un album, che ritrae Mohammed in posa di fianco ad una motocicletta luccicante. Al momento il ragazzo non presente, perch riluttante allidea di ripercorrere la sua storia, che invece la madre vorrebbe tradurre in un appello alle forze di sicurezza ed i garanti della legge, affinch questi episodi possano placarsi. Mohammed Ayid stato arrestato, per due volte, allet di 14 anni, perch come molti si era recato a Tahir, la piazza pulsante del Cairo, per partecipare con altri ragazzini ad una manifestazione. La prima volta ha passato quattro giorni in carcere, poi due mesi. La madre, in entrambi i casi, venuta a conoscenza degli arresti dopo una settimana di ricerche. Quando ha notato le ferite su tutto il corpo, Mohammed le ha raccontato di essersele procurate in piazza, durante le manifestazioni, per evitare, almeno in un primo momento, di dover fare i conti con il ricordo delle violenze subite dai pestaggi della polizia. Successivamente il ragazzo ha raccontato i giorni dellarresto ed il momento della cattura. Il fermo avvenuto per mano di uomini in vesti civili, usciti da un veicolo della polizia mentre era con altri ragazzini, tutti immobilizzati e tratti in arresto. A Mohammed stato sottratto il cellulare, cento sterline egiziane che possedeva e la sua carta di identit che venne distrutta. Con altri quattro ragazzini rimasto immobilizzato nel veicolo della polizia dalle otto della sera alla mattina successiva, senza acqua, cibo ed aria. Quando i ragazzini arrestati si lamentavano, battendo contro i finestrini per chiedere di poter bere, la polizia abbassava per un attimo il vetro accontentandoli con un getto di qualche liquido sul volto. Quando lho ritrovato nella stazione di polizia di Qasr el-Nil mi sono resa conto di quante altre famiglie fossero alla ricerca dei loro figli scomparsi. Dopo qualche settimana la polizia mi chiam chiedendomi una cauzione per il rilascio di mio figlio. Durante quelle settimane io avevo iniziato a fare appelli a tantissime televisioni, come la Arabeya, la Mbc e la Nahar. Le autorit mi accusarono di averlo fatto dietro compenso e quindi mi dissero che disponevo dei soldi per pagare lammenda per pagare lammenda. Lavvocato che mi ha sempre aiutata gratuitamente, perch supporta questo tipo di casi, si poi impegnato in prima persona a

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detentivo. La storia di Muhammed Ayid pu essere declinata con tanti altri volti, in una gabbia di interrogativi che il processo di transizione egiziano si porta dietro. Tante le cause, altrettante le strumentalizzazioni, ma tremendamente vere le violenze, che iniziano a diventare troppo ingombranti per i sogni del nuovo Egitto. Paese che tuttavia vive ancora della saggezza e della voglia di cambiamento, che anche la mamma di Muhammed vuole preservare nel

IL CAIRO | Murales commemorano i giovani martiri di via Muhammad Mahmud (ph: Roberta Rodriquez)

prospettiva, nella sua parte pi alta, sembra essere raggiunta da questa donna mastodontica, con i tratti pi scuri rispetto le altre donne affacciatesi durante la nostra camminata, come a rimarcare la sua origine dallUpper Egypt. Noto la cura del velo a festa e labito carico di convenevoli per la nostra visita, mentre la donna ci fa accomodare in casa, scusandosi per le condizioni

Prima della rivoluzione i bambini erano comunque presi di mira, ma poi sono stati usati come pedine in un conflitto politico

IL CAIRO | La madre di Muhammed Ayid con accanto la foto di un giovane martire (ph: dal documentario Figli miei: le violenze sui minori sotto la rivoluzione egiziana)

reperire la somma, dal momento che la nostra famiglia era troppo povera per farlo. Inoltre le notizie delle interviste a pagamento che rilasciavo erano completamente false. Comunque grazie allaiuto dellavvocato, Mohammed stato rilasciato tramite cauzione, ma da

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allora lui versa in un pessimo stato psicologico. Non parla con nessuno, passa tutta la sua giornata lontano da casa e si rifiuta di andare a lavoro. Io non lo so se tutto ci sia causato dalle torture subite o dalle umiliazioni, ma come tutte le madri delle vittime vorrei invece sapere cosa succede in quello stato First Line Press

Immobilizzato nel veicolo della polizia dalle otto della sera alla mattina successiva

suo invito alle autorit: Anche se questi bambini avessero sbagliato e bisognasse arrestarli, fate in modo di applicare la legge, senza mandarli allinferno. Non li torturate, altrimenti li lascerete per sempre nella disperazione. Anche voi siete o sarete genitori, avete padri e madri: sapete dunque cosa vuol dire. Considerateli vostri figli, poi se sbagliano deve esserci la legge, non la violenza. PER APPROFONDIRE | FIGLI MIEI: LE VIOLENZE SUI MINORI SOTTO LA RIVOLUZIONE EGIZIANA UN DOCuMENTARIO REALIZZATO DALLO STESSO AuTORE DELLARTICOLO, LORENZO GIROFFI
DISPONIBILE A QuESTO LINK: http://www.youtube.com/watch?v= IgrMEwG65V8

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Sempre da un punto di vista di lotte dei migranti si creato il secondo fronte: in Germania esiste una sorta di scontro legislativo, a livello europeo ma soprattutto con lItalia, per quanto riguarda le politiche daccoglienza e il diritto dasilo. Capita quindi che una serie di persone che avevano passato il confine sud della Fortezza Europa (molFrancoforte (il pi grande del Paese e quello da cui partono i voli Lufthansa che rimpatriano i migranti) organizzato dalla rete Blockupy, nelle giornate di assedio alla Banca Centrale Europea. Questa protesta, in particolare ad Amburgo, ha, in qualche maniera, rotto la normale vita della citt, protestando apertamente contro le istituzioni. Negli che a sua volta, con un accordo, aveva promesso di non toccare lo stabile per circa dieci anni vista la sua importanza politica, sociale e artistica. Questo accordo scaduto nel 2010 ed cos cominciata una sorta di campagna per la difesa del Rote Flora che culminata negli scontri del 21 dicembre scorso. Queste tre vertenze (due che hanno come centro i migranti e questultima del Rote Flora) sono pressoch concentrate nella stesse zone. Questo dipende molto dalla storia antagonista di Amburgo, che sempre stata ricca e forte, e dal fatto che gli episodi avvengono tutti in questi distretti, che oggi sono al centro delle speculazioni immobiliari data la loro posizione centrale, e dove sono sopravvissute piccole enclave di resistenza alla dilagante gentrification. Come hanno risposto a tutto ci gli amministratori della citt-stato? Tutti e tre i fronti di scontro si sono condensati nella manifestazione convocata il 21 dicembre 2013, fortemente ostacolata dallamministrazione socialdemocratica guidata da Olaf Scholz. Ciononostante migliaia di persone si sono ritrovate davanti al Rote Flora, l entrata in gioco la polizia che ha impedito con la forza che la manifestazione potesse partire. Sono nati, come noto, duri scontri che sono durati per ore. Si arrivati cos durante le vacanze di Natale alla promulgazione del coprifuoco, ovvero: si dichiara una determinata zona pericolosa e in questo luogo sono vietate manifestazioni, possibile lidentificazione coatta di qualunque persona, chiunque pu essere portato via per accertamenti e la zona potrebbe essere transitata soltanto da residenti. Latto legislativo viene motivato da due fantomatici attacchi, avvenuti lo scorso capodanno, con bottiglie molotov a dei commissariati di polizia della zona della parte nord di St. Pauli, e con le continue forme di teppismo caotico che ci sono nelle vicinanze del centro sociale e di altri vecchi squat. La decisione dellamministrazione amburghese molto grave, anche se va detto che questa pratica del coprifuoco abbastanza consueta in Germania, soprattutto durante manifestazioni autonome, sgomberi, partite di calcio calde o vertici istituzionali. Tuttavia la cosa senza precedenti, che questa zona di pericolo stata circoscritta in una zona urbanistica molto ampia e senza un termine temporale. Tutto ci youtube.com/firstlinepress

Amburgo: sguardo su una realt in fermento


Tra la gentrificazione, le lotte del Rote Flora e non solo
Andrea Leoni

GERMANIA

cio di una governance politica che ha dei larghissimi poteri di decisione e gestione del territorio. Negli ultimi mesi, quindi, si sono aperti tre fronti di scontro: contesti di lotte che riguardano la riorganizzazione urbanistica della citTutto questo fermento, per, viene t, soprattutto di una zona in particolada molto lontano, arriva nella me- re che comprende i distretti di St. Pautropoli intrecciandosi con altri tipi li, Altona e Hohenfelde, sulla sponda di lotte, per questo abbiamo chiesto nord dellElba, nel centro della citt. In questi quartieri, vecchi nuclei familiari, firstlinepress.org migranti e studenti rappresentano la First Line Press @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress

l 21 dicembre del 2013 il centro di Amburgo in subbuglio: violenti scontri scoppiano tra manifestanti in difesa di uno spazio occupato, il Rote Flora, contro migliaia di poliziotti in tenuta antisommossa. Dopo quel giorno si susseguono discordanti voci che hanno come preciso obiettivo quello di alzare la tensione: un commissariato del quartiere St. Pauli sarebbe stato attaccato da alcuni giovani per ben due volte, un poliziotto sarebbe rimasto gravemente ferito. Le notizie non vengono confermate e gli attivisti dicono che i giornali e le istituzioni stanno spudoratamente mentendo, tutto ci infatti servirebbe a giustificare la mossa degli amministratori dellSPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands - il Partito Socialdemocratico tedesco): vengono prese misure eccezionali, una sorta di coprifuoco viene instaurato in tre punti storici della citt tedesca. La risposta degli attivisti stata ancora una volta molto determinata e numerosi cortei hanno sfidato i divieti imposti dalle autorit. Il coprifuoco terminato dopo una settimana anche se sono molti i luoghi in cui la polizia staziona in maniera permanente.

ad Elia Rosati, esperto di movimenti in Germania, quali siano stati i passi che si sono mossi per arrivare alla variegata e determinata composizione del 21 dicembre scorso. In questi ultimi mesi i vari conflitti sociali di Amburgo hanno trovato un denominatore comune nel contrasto al riassetto urbanistico e alla gestione di quella che la seconda metropoli della Germania. Si creato quindi un clima di forte scontro e un braccio di ferro in particolare con lamministrazione comunale; parliamo di una citt-stato,

Negli ultimi mesi si sono aperti tre fronti di scontro: contesti di lotte che riguardano la riorganizzazione urbanistica della citt

componente pi numerosa della popolazione che vi abita; ma per ragioni immobiliari, di gentrificazione, queste zone sono state oggetto di forme di speculazione immobiliare che hanno portato alla ristrutturazione e alla riqualificazione forzata di moltissimi stabili, al conseguente innalzamento velocissimo dei canoni di affitto, alla contestuale cacciata dei cittadini migranti che vi abitavano e allemigrazione in altri distretti, soprattutto periferici, di chi non poteva pi permettersi un alloggio l. Tale sfondo la cornice di questi tre fronti che si sono recentemente saldati insieme. Il primo stato quello compattatosi dopo lo sgombero delle Esso-Huser, ovvero strutture abitative pubbliche a disposizione di migranti che hanno problemi economici e che possiedono uno status di rifugiato. La cosa ha coinvolto diverse famiglie che, sempre con la scusa che dovevano essere ristrutturate le case, hanno subto un vero e proprio sgombero. Da qui nata una vertenza, la quale, per il momento, ha ottenuto che il comune di Amburgo si dovuto impegnare ad ospitare, a sue spese, i migranti allinterno di piccoli alberghi.

ti da Lampedusa) e avevano raggiunto la Germania si trovano oggi in un limbo giuridico: sono riconosciuti come rifugiati di serie b per la legge tedesca, ma non possono accedere pienamente al diritto dasilo. In realt questa situazione giuridica un meccanismo che vuole scoraggiare nei fatti la loro permanenza in Germania; queste persone, oltretutto, non hanno nessuna garanzia che non saranno rimpatriate forzatamente nei loro paesi di origine. Molti di loro provengono dallAfrica nera e data questa situazione insostenibile si sono autorganizzati principalmente ad Amburgo ed a Berlino. La recente strage di Lampedusa ha in qualche modo acceso i riflettori sulla loro condizione. Questi gruppi, anche per rilanciare la storica campagna antirazzista Nessun uomo illegale a livello europeo, si sono chiamati Lampedusa in Hamburg e Lampedusa in Berlin. Queste persone da mesi portano avanti questo tipo di vertenza, con cortei selvaggi settimanali (ogni mercoled) e con delle sorte di accampate nelle strade di Amburgo e di Berlino. Nello scorso maggio una delegazione di rifugiati in lotta ha anche partecipato al tentativo di blocco dellaeroporto di

AMBURGO | Lo storico centro sociale Rote Flora (ph: Santiago Montecruz - flickr.com)

scorsi mesi il luogo dellacampada nella citt sullElba era sul sagrato di unimportante chiesa dove poi hanno incontrato forme di assistenza dalla diocesi locale. Anche questa protesta ha come epicentro, ancora una volta, la sponda nord del centro citt. Nelle stesse zone si dispiegata la terza questione, sul tavolo da molto tempo: quella relativa al futuro del centro sociale Rote Flora, un ex teatro occupato nel 1989 sul finire delle lotte del ciclo Autonomen. lo spazio sociale pi importante di Amburgo ed uno dei pochi centri sociali occupati

rimasti in Germania. In realt il palazzo ha una pi che decennale vertenza durissima con il comune di Amburgo. Il Senato della citt, quindi, nel 2001 fece da mediatore con un palazzinaro locale, First Line Press

Nello scorso maggio una delegazione di rifugiati in lotta ha anche partecipato al tentativo di blocco dellaeroporto di Francoforte

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concluso la sua spinta vitale e propulsiva sul finire degli anni 80, riuscendo a preservare in modo militante lesistenza di diverse realt, come per esempio dei palazzi occupati, non a caso proprio ad Amburgo, di Hafenstrasse. Parliamo anche di un contesto politico e socio-economico che POLIZIA | Durante un coprifuoco (ph: Phil Chambers - flickr.com) non esiste pi (la Germania Ovest). Sopravvivono stato oggetto di scandalo perch la po- per, ripeto, nelle maggiori citt tedelizia era gi stata molto criticata per il sche, degli squat, degli spazi sociali o blocco del corteo per il Rote Flora del dei quartieri in cui questo mondo re21 dicembre. La repressione ha portato siste ancora. Il caso del Rote Flora apa una serie di perquisizioni a tappeto partiene a questo discorso qui. Questo e un notevole numero di fermati (cir- ciclo di lotte trova la sua fine simbolica ca 500 persone) durante il coprifuoco. nel 1990 con lo sgombero manu militaAnche per questa sua durezza, la ver- ri di Mainzer Strasse, nella quasi-ex tenza stata recentemente annullata, Berlino est: dopo tre giorni di scontri visto le critiche politiche e il fatto che di una durezza incredibile, la polizia venivano organizzati stabilmente brevi, riesce ad espugnare la pi importante ma partecipati, cortei che sfidavano la nuova zona liberata della Capitale tedezona pericolosa, disobbedendo ripe- sca, bloccando cos lespandersi delle tutamente alle regole del coprifuoco. occupazioni nella parte orientale della citt, allo sbando amministrativo dopo Ci che si potuto vedere che il mo- i primi mesi post-caduta del Muro. vimento autonomo tedesco ancora Dagli anni 90 in poi emerge una molto forte. sicuramente un punto nuova generazione autonoma che ridi riferimento per le altre realt europee e tutto ci dato anche dalla storia che ha avuto molto difficile spiegare il moviQuando parliamo del mento antagonista tedesco, perch si Rote Flora ci riferiamo al tratta di una realt radicale, forte, ma mondo autonomo degli che ha una vicenda storica molto particolare. Un mondo che completaanni 80 che aveva la sua mente diverso da quello dei movimenti forza nelle occupazioni di dellEuropa Mediterranea, soprattutto case e centri sociali da quelli italiani. Nel senso che il movimento autonomo tedesco ha avuto fino sponde alle contraddizioni maggiori ad ora forti momenti di diversit da noi. del nuovo stato tedesco unito: oppoQuando parliamo del Rote Flora, ma an- nendosi al nazionalismo della Grande che ad esempio del Koepi di Berlino, Germania post-unificazione, allemerfacciamo riferimento a tutto il mondo gere di un forte movimento neonaziautonomo degli anni 80, che sostanzial- sta (tollerato, in un certo senso, dallo mente trovava il suo punto di scontro Stato), alle politiche xenofobe contro maggiore ed anche la sua forza nelle oc- i migranti, che portarono subito ad un cupazioni di case e di centri sociali. Al- ridimensionamento delle leggi costitutri fronti di lotta molto intensi, in quegli zionali sullaccoglienza da parte della anni, si davano sul terreno dellantim- CDU (Christlich Demokratische Union perialismo/antimilitarismo, come del- Deutschlands - Unione Cristiana Demole lotte ambientaliste ed antinucleari. cratica tedesca) di Helmut Kohl. Era Una galassia questa, quella che possia- un contesto nazionale completamente mo chiamare degli Autonomen, figlia diverso da quello che avevano vissuto anche della scena anarchica tedesca e gli Autonomen storici: una Germania in strettissima sinergia con quella, simi- che si riaffacciava in Europa, uno stato le e al tempo contemporanea, dei Paesi nuovamente militarista, estremamente nordeuropei (Scandinavia e Olanda). dinamico dal punto di vista economico. Un ciclo di lotte autonome che ha, per, Nasceva una nuova generazione militante quella delle Autonomen Antifa. firstlinepress.org A partire dal primo collettivo con il First Line Press @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress nome di AAM di Goettingen, comincia una nuova famiglia autonoma nella storia antagonista tedesca, di ideologia nettamente comunista, che concepisce lanticapitalismo come antifascismo rivoluzionario. Si prende come logo e come nome quello che era di una milizia armata comunista degli anni 30 (Antifaschistische Aktion), graficamente e ideologicamente (una sinergia antifascista tra gruppi libertari e di derivazione marxista) rivisitato: in pochissimi mesi sorgono Autonomen Antifa in tutte le citt e nasce il primo coordinamento nazionale, lAABO. Ovviamente continuano anche tutte le lotte come quelle antimilitariste (contro lannuale vertice NATO di Monaco) o ambientaliste contro i trasporti delle scorie radioattive che dalla Francia attraversavano la Germania (Castor) e proprio nel territorio tedesco trovavano lostacolo degli attivisti che bloccano o perlomeno rallentavano il viaggio del treno nocivo. Con linizio degli anni 00, in particolare dopo il G8 di Genova, momento a cui partecipano tantissimi militanti tedeschi, le riflessioni politiche del movimento dei movimenti e i fronti di lotta, anche pi sociali, si moltiplicano; ma le antifa restano il contesto in cui queste vertenze si inseriscono, trovando organizzazione e corpo militante. Di questo mutamento sono figlie le lotte contro la Guerra in Iraq (2003) o sul tema del precariato/welfare (la prima Mayday), molto forti a met anni 2000 durante lapprovazione della grande e draconiana nuova riforma del mercato del lavoro (Hartz IV). I movimenti sociali autonomi diventano, quindi, pi variegati e molto spesso si trovano uniti in momenti di conflittualit che possono essere la continua azione militante contro le marce neonaziste o contro-vertici, come la larghissima mobilitazione contro il G8 di Rostock del Giugno 2007. Da Rostock in poi, ed storia di questi ultimi anni, una nuova metodologia di azione e di costruzione delle lotte si affermata. Il mondo autonomo antifa resta centrale e largamente maggioritario, ma le mobilitazioni si aprono anche, in alcuni contesti, a partiti di sinistra radicale e sindacati conflittuali. Emblema di questo Blockupy, una coalizione europea (nata da una proposta tedesca) che da due anni organizza proteste contro la Troika a Francoforte e che per il Novembre 2014 ha indetto un grande assedio al nuovo palazzo della Banca Centrale Europea.

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Immersi nei rifiuti


Linchiesta su Cerroni blocca la Regione e ne rivela tutte le incapacit
Flavia Orlandi
MALAGROTTA | Una visuale dellenorme discarica recentemente chiusa (ph: ????????) MALAGROTTA (ROMA) | Uno scorcio della discarica (ph: Lina Rignanese - (ROMA) flickr.com)

LAZIO

o scorso 9 gennaio, con un po di ritardo, la befana ha portato un dono succulento per i comitati romani: larresto del monopolista dei rifiuti della capitale (e non solo) Manlio Cerroni, noto alla politica come il Supremo e a s stesso come il salvatore di Roma. Le accuse sono di associazione a delinquere, traffico di rifiuti e truffa. I problemi non si fermano a lui: linchiesta infatti coinvolge una serie di suoi uomini di fiducia e la Regione Lazio stessa. Per il momento le ordinanze di custodia cautelare sono 7: oltre che per Cerroni sono per lingegnere Francesco Rando e Piero Giovi, amministratori di alcune sue imprese, Giuseppe Sicignano, responsabile dellimpianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) di Albano Laziale, Bruno Landi,

cerniera dellimprenditore col mondo della politica, ex Presidente della Regione negli anni 80 e oggi amministratore di Ecoambiente, Latinambiente

e Viterbo Ambiente, e infine Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, interni alla amministrazione regionale. Larresto degli ultimi due la prima First Line Press

Lattenzione sui reati al centro delle indagini stata posta dallattivit del Coordinamento contro lInceneritore di Albano Laziale

traccia di come il potere economico del Supremo, la sua posizione di monopolio, fossero possibili in virt dei favoritismi che la politica gli concedeva. E non sono gli unici politici ad essere coinvolti nelle indagini: ci sono anche Giovanni Hermanin de Reichfield e Giovannetti Romano, questultimo segretario particolare dellex assessore Pietro di Paolantonio, i defunti Mario Di Carlo e Arcangelo Spagnoli, ed infine lex Presidente della Regione Piero Marrazzo deve rispondere allaccusa di aver autorizzato linceneritore di Albano Laziale, compiendo di fatto un abuso di potere. In tutto 21 indagati e una grande figuraccia per la Regione. Lindagine coordinata dal GIP Massimo youtube.com/firstlinepress

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Battistini si sta sviluppando in quattro direzioni: il progetto di una discarica a Monti dellOrtaccio, le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti a Anzio e Nettuno, limpianto di raccolta e trattamento dei rifiuti di Albano Laziale e il progetto dellinceneritore di Albano Laziale. A Monti dellOrtaccio, una delle candidate alla totodiscarica romana, il gruppo Cerroni avrebbe realizzato linvaso di una futura discarica di circa 3 milioni di metri cubi, smaltendone i detriti nella discarica di Malagrotta, in teoria in chiusura e di propriet dello stesso gruppo. Nel corso di questi lavori, che fruttarono allimpresa Giovi di Cerroni non meno di 8 milioni di euro, la falda acquifera sotterranea fu accidentalmente deviata producendo una sorta di lago artificiale. Tuttavia secondo gli inquirenti, per non mettere a rischio le autorizzazioni con il danno idrogeologico causato la Co.La.Ri., altra azienda di Cerroni presentatasi come la proponente, alter illegalmente le fotografie presentate, e il lago scomparve dalle mappe. Ad Anzio e Nettuno invece, grazie alla mediazione di Landi, la Pontina Ambiente e la Ecoambiente di Cerroni sarebbero state favorite con una serie di ritardi nelle autorizzazioni alla concorrente Rida Ambiente, che avrebbero impedito a questultima laccesso al mercato della gestione dei rifiuti. Inoltre, mentre alla Rida non arrivava lassegnazione delle tariffe definitive, il gruppo Cerroni veniva autorizzato a smaltire rifiuti non trattati in discarica, nonostante ci violasse la normativa nazionale e comunitaria. Ma la parte pi interessante di questa inchiesta riguarda sicuramente Albano Laziale, anche perch lattenzione sui reati al centro delle indagini stata posta dallattivit del Coordinamento contro lInceneritore di Albano, unico comitato cittadino presente negli atti dei giudici e lodato dallo stesso GIP Battistini per lutilit della controinformazione prodotta. A Roncigliano, frazione di Albano, la discarica ormai alla saturazione del settimo invaso, e da anni unautorizzazione molto forzata permetterebbe la costruzione di un inceneritore gemello di quello di Malagrotta allinterno dello stesso appezzamento. I rifiuti sversati in quella discarica sono prodotti dai 10 comuni del bacino dei Castelli Romani, ma nellultimo anno e mezzo anche i rifiuti di Roma, Ostia e Ciampino ci arrivano: First Line Press la carenza di impianti di trattamento di arsenico. Si rilevano inoltre due sumeccanico biologico (TMB) della Ca- peramenti di fluoruri e due di allumipitale ha infatti prodotto un flusso di nio. (...) Questultimo elemento si trova suoi rifiuti in altri bacini, anche di altre solo nel campione tal quale e non nella province e regioni. Ad Albano, secondo fase disciolta. La presenza di composti la questura, dal 2006 ad oggi la parte organici si rileva attraverso 1,2 di clodi rifiuto trattata e trasformata in CDR ropropano in concentrazione eccedente (Combustibile da Rifiuto, in pratica carta e plastiche) veniva sversata in discarica e solo un 15% veniva trasportato allinceneritore di Colleferro e bruciato. Ciononostante i Comuni del bacino hanno pagato per anni per questo servizio la tariffa della MANLIO CERRONI | Monopolista della gestione rifiuti romana e proprietario delle discariche di Malagrotta e Roncigliano (ph: differenziati.wordpress.com) termovalorizzazione, permettendo allazienda di Cerro- i limiti di legge rilevato nel piezometro ni, la Pontina Ambiente, di guadagnare FB1 allinterno del sito e a valle idroge11 milioni di euro di profitti illeciti dal ologica, come gi riscontrato da Pontina 2006 al 2011. Ambiente sullo stesso piezometro e sul Nel frattempo le condizioni del set- piezometro B. timo invaso sono peggiorate: due anni Conoscendo il ritardo di tale cofa, su segnalazione di alcuni cittadini municazione non sorprende (anche se della zona che trovarono del percolato, lultima parola sar in giudizio) che le sversamenti liquidi della discarica, in indagini della magistratura si allunun fosso della zona lAgenzia Regio- ghino fino allinterno dellArpa Lazio, nale Protezione Ambiente (Arpa) allingegner Fabio Ermolli autore di Lazio ha lanciato lallarme sullinqui- questa relazione, che in passato lavor namento delle acque. Sarebbero dovu- per lo stesso Cerroni allinterno della te seguire delle analisi idrogeologiche Systema ambiente di Brescia. Anzi, supplementari a quelle di routine della proprio il 10 gennaio, il giorno dopo discarica, poco utili per capire le con- lordinanza dei magistrati, che lArpa dizioni della falda. Infatti a settembre ha infine inviato alla Provincia di Roma, alla Asl RmH locale e ai Comuni di Albano Laziale e Ardea la relazione sui campionamenti dellacqua. Il fatto che i dati idrogeologici siano stati finalmente resi Un disagio la cui gestione pubblici dalle amministrazioni, dovunei prossimi mesi sar to alle costanti pressioni a cui il Coordavvero difficile dinamento contro lInceneritore ha sottoposto lArpa e il Comune di Albano. la stessa Agenzia Regionale per lAm- Tuttavia per lungo tempo le istituzioni biente dichiar, allinterno della rela- sono rimaste silenziose, ultima tra tutzione sui campionamenti delle acque, te la circostanza della Conferenza dei che il sistema anti-inquinamento della Servizi del 13 gennaio al Comune di Aldiscarica di Roncigliano, i cosiddetti bano, rinviata a data da destinarsi per pozzi spia, sarebbero inadeguati come lassenza non giustificata dellArpa. La strumento di monitoraggio: La rete loro costante segretezza stata a lungo piezometrica a servizio della discarica interpretata dai militanti come pericostituita da una serie di piezometri che colosa, presagio di un contenuto allarsi attestano nella falda principale (). mante e politicamente scomodo. TuttaIn primo luogo allinterno dei piezome- via recentemente sono stati pubblicati i tri sono installate delle pompe che non dati igienico-sanitari ed epidemiologici consentono di applicare le condizioni del Progetto Eras Epidemiologia, riideali di un campionamento ambientale. fiuti, ambiente, salute nel Lazio sulla La contaminazione da composti inor- discarica di Roncigliano. Il Rapporto ganici riscontrata durante la suddetta prodotto da questa ricerca rappresencampagna di prevenzione risulta essere ta un censimento delle discariche, decaratterizzata dalla presenza costante gli impianti di trattamento meccanico @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress e biologico e dei termovalorizzatori presenti sul territorio regionale, con particolare attenzione alla qualit e alla quantit di sostanze inquinanti emesse in atmosfera. Quelli di Albano risultano essere tra i dati pi preoccupanti dellintera Regione, ma lo sversamento nella discarica continua, ora che Malagrotta chiusa ancora di pi, e dove sarebbe dovuto sorgere il futuro inceneritore probabilmente si progetter un ottavo invaso. La novit dellanno infatti, emersa durante la presentazione, lo scorso 13 dicembre, del nuovo Piano Rifiuti della Regione, che il progetto dellinceneritore stato eliminato dalle carte. Forse anche perch nellinchiesta in corso si ritiene che lautorizzazione di questo impianto sia stato un caso emblematico di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici, infedeli funzionari pubblici (con sistematica violazione di disposizioni di legge indicate nelle singole ipotesi e dei doveri dufficio) e soggetti politici di livello regionale hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di un percorso finalizzato ad agevolare gli interessi di alcuni soggetti imprenditoriali ben definiti e, in particolare, di Manlio Cerroni. Limpianto infatti, autorizzato nonostante il parere negativo della Asl locale, era riuscito ad accedere ai finanziamenti CIP6 fuori tempo massimo, quando ormai la stessa legislazione italiana (su spinta europea) li aveva dichiarati illegittimi. I CIP6 erano infatti unanomalia legislativa tutta italiana che, classificando la combustione dei rifiuti come una fonte energetica rinnovabile e pulita, ne autorizzava ingenti finanziamenti pubblici. Dopo anni di cospique elargizioni a questi ecomostri, su pressione europea, di CIP6 sono stati eliminati, garantendone tuttavia laccesso agli impianti gi autorizzati. La stessa localizzazione dellimpianto presentata sul progetto si basava su dei falsi documentali, non tenendo conto della estrema vicinanza dellimpianto di Colleferro, e quindi della necessit di non aggravare ulteriormente quellarea con altro inquinamento da combustione di rifiuti. Il progetto incontr lostacolo in teoria insuperabile nella Valutazione di Impatto Ambientale negativa espressa dalla competente direzione regionale, ma tale decisione verr poi ribaltata con un lungo e fumoso iter amministrativo che il GIP ritiene frutto di un concerto criminoso: una colossale montatura tra i proponenti Cerroni e il suo legale Avilio Presutti, che in alcuni casi arrivavano a dettare i contenuti degli atti pubblici, in un caso addirittura protocollati ancor prima di essere redatti nella loro forma definitiva. Anche in questo caso sono stati una serie di esposti e ricorsi al Tar del Coordinamento a permettere che tali irrego-

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gravando la gi forte emergenza rifiuti della Regione. Il coinvolgimento dei due dirigenti De Filippis e Fegatelli ne ha prodotto lallontanamento dallUfficio Dipartimento territorio e ambiente. Inoltre il Commissario per lemergenza rifiuti Goffredo Sottile, nominato nel maggio 2012 allo scopo di trovare il sito per una nuova discarica provvisoria e il cui mandato stava scadendo proprio a met gennaio, non stato riconfermato. Con questa assenza di responsabili la chiusura della discarica di Malagrotta e la saturazione di quella di Roncigliano e di quella dellInviolata di Guidonia Montecelio rappresentano un disagio la cui gestione nei prossimi mesi sar davvero difficile. Questultima discarica dallestate 2013 ha gi avuto un aumento del 10% dei rifiuti in entrata, autorizzato fino al 13 febbraio. A partire dal 15 febbraio la Regione Lazio ne ha bloccato gli sversamenti in via provvisoria, con lordinanza n. 46 del 12 febbraio, in attesa del completamento del nuovo impianto TMB al suo interno. Tuttavia il sindaco Eligio Rubeis si opposto a tale provvisoriet della chiusura e, in virt dellemergenza sanitaria prodotta dallInviolata, ha firmato il 12 febbraio una ordinanza con cui chiude in maniera definitiva la discarica, gettando nel panico il bacino dei 51 comuni che si servivano di essa. I dati Arpa sullarea circostante la discarica parlano di eccessi di tallio, cobalto e manganese. I comitati si sono preparati a protestare sotto gli uffici dellArea VIA della Regione, ma gli attuali vuoti allinterno dellamministrazione fanno pensare che non ci sia nessuno che possa rispondere allappello o prendere decisioni di qualsiasi natura. Anche i vertici dellAma, lAzienda Municipale Ambiente. sono da poco cambiati. Il neo presidente Daniele Fortini si appena insediato e gi si trova ad affrontare lo sversamento di rifiuti ospedalieri pericolosi nei depositi Ama interni alla discarica di Malagrotta, seguito alle forti piogge di stagione dellultimo periodo. La sua nomina segue limbarazzo comunale per quella precedente di Ivan Strozzi, subito cambiato quando la stampa ne ricord le indagini a suo carico a Messina per traffico di rifiuti. Ennesima dimostrazione che qualcosa di pulito non si sa pi dove andarlo a prendere e che le discariche ormai sature della Regione non sono i soli luoghi dove si nascondono rifiuti. youtube.com/firstlinepress

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ALBANO LAZIALE (ROMA)| Protesta contro il progetto di Inceneritore (ph: noinceneritorealbano.it)

larit diventassero note. Nonostante il ruolo di sentinella sociale che il comitato ha svolto sul territorio, limitando di fatto un futuro impatto ambientale catastrofico nellarea dei Castelli Romani, piccole ritorsioni da parte delle amministrazioni locali continuano a colpirlo: multe per attacchinaggi illeciti (e in passato mai ritenuti problematici), difficolt per ottenere laffido di sale consiliari mai precedentemente negate. Attivismo civile vessato anche quando sopperisce alle mancanze di un sistema politico corrotto. Ancora oggi non si sa se i 10 comuni che conferiscono i propri rifiuti nella discarica di Roncigliano si presenteranno come parte civile in questo processo e chiederanno di essere rimborsati delle tariffe alzate illegalmente dalle aziende di Cerroni, o se rimarranno incastrati in un meccanismo di vassallaggio verso il monopolista. Sebbene la scoperta degli illeciti descritti rappresenti una grande vittoria per i comitati e per tutta la societ civile, il caos da essa prodotto sta agFirst Line Press

Linceneritore di Albano: un caso emblematico di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici

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scendere sul terreno della lotta e che difficilmente si aggregavano ai movimenti, oggi invece ci travolgono con delle richieste che talvolta vanno oltre le nostre capacit di organizzare i conflitti. aumentata anche la capacit di impattare con gli interessi forti di questa citt, andando ad occupare il patrimonio sfitto non solo pubblico, ma anche privato, con lobiettivo di determinare una rottura nei confronti di questo quadro di potere estremamente pi decisa e radicale. Prima era molto difficile tenere cos tante occupazioni (occupare posti nuovi, alberghi, case gi pronte, occupare il patrimonio dei costruttori), perch portavano a subire un contrattacco molto pi forte. Oggi questi numeri e questa capacit di organizzarsi contemporaneamente in tanti luoghi della citt ha messo in difficolt la controparte, che non pu intervenire usando strumenti esclusivamente di ordine pubblico. Ci sono stati esempi di resistenza molto forti che hanno dato coraggio a tutti. Mi fa piacere citare due casi emblematici: la resistenza delle famiglie di Casal Boccone che hanno addirittura ricacciato via la celere che era gi entrata nelloccupazione e quella degli abitanti di Valle Fiorita che ha bloccato di fatto un ciclo di sgomberi. Allo stesso tempo, dentro questa scommessa il movimento si riconosciuto in una forma pi politica con la necessit di dimostrare che si pu aggredire lausterit, si pu materialmente produrre una risposta, un avanzamento dei settori sociali, delle lotte e delle aspirazioni di cambiamento. Dentro questo processo, dentro gli tsunami che hanno travolto e coinvolto Roma, c stata anche la maturazione di un movimento che ha avuto la capacit di agganciarsi ad altre lotte. Pensi che questo cambio di marcia potrebbe dipendere anche dal cambio di giunta comunale? Non abbiamo notato una gigantesca differenza di comportamento tra le giunte di centrodestra e di centro sinistra. Abbiamo respinto degli attacchi molto forti che sono arrivati ad inizio del mandato dellallora sindaco Gianni Alemanno, per siamo riusciti anche l ad andare lentamente dalla resistenza al contrattacco, per cui abbiamo occupato anche con lex sindaco, abbiamo conquistato delibere che hanno garantito il diritto alla casa a chi ha occupato anche durante questultima amministrazione di centrodestra, nonostante il sindaco avesse garantito che non avrebbe accettato una cosa del genere. Nel passaggio dalla giunta Alemanno-Polverini a quella Marino-Zingaretti abbiamo prodotto un ulteriore scatto in avanti ed ora i risultati cominciano ad arrivare con una delibera sullemergenza abitativa che non una manna dal cielo, non rappresenta una soluzione allemergenza abitativa, perch questa ha dei numeri pazzeschi a Roma, per un buon inizio proprio perch dimostra che solo le lotte popolari autorganizzate, senza inciuci, senza meccanismi di contaminazione col potere pagano e quindi vogliamo anche gestire questo risultato, per rilanciare nuove lotte e nuovi processi di trasformazione. Oltre ad aver avuto la capacit di sapersi agganciare ad altre lotte, il Movimento ha saputo anche allargare la base sociale di riferimento, una mossa a mio avviso inevitabile di fronte ad una contrazione del tenore di vita ed a fenomeni che mirano chiaramente allesclusione sociale se non alla segregazione, come ad esempio la gentrificazione, che di fatto mira allallontanamento delle fasce pi popolari dai quartieri del centro della citt, per relegarli in periferie scomode e disagevoli. Secondo te dove vanno ricercate le cause principali? Le politiche di austerit che si affermano in maniera cos radicale sui nostri territori e sulle nostre vite, quindi la disoccupazione e la precariet che diventano fenomeni che da alcune fasce sociali, diciamo di migranti, o di periferia, rompono questi confini della geografia sociale, per coinvolgere anche settori di ceto medio. Non solamente gli studenti, ma segmenti sempre maggiori che rendono lemergenza abitativa ancora pi estesa e radicale. Anche la speculazione edilizia si trasformata ed diventata per certi versi anche un fenomeno finanziario. I prezzi degli affitti e delle case non sono calati e non riescono ad andare incontro ad una situazione sociale che sta precipitando. La colpa anche delle scelte che sono state fatte dai governi e dalle amministrazioni in merito: la pressoch totale

La capitale delle riappropriazioni: Dalla casa a tutti gli altri diritti


Intervista a Luca Fagiano
Giuseppe Ranieri

ROMA

a vivacit politica e sociale che si innescata nella lotta per la casa alimentata dalle vite, dai volti e dalle esperienze dei suoi molteplici protagonisti ed stata in grado di ottenere anche una legittimazione mediatica riuscendo a far arrivare le proprie rivendicazioni al grande pubblico. Uno dei suoi principali animatori Luca Fagiano, uno dei volti pi noti della protesta, ospite anche in una puntata dello scorso ottobre di Servizio Pubblico. Lintervista che mi ha concesso stata pregna della sua voglia di lotta ed avvenuta poco prima del suo arresto. In questa introduzione mi riservo una dedica a Luca, agli altri arrestati ed a tutti gli uomini che pagano con la perdita di libert la loro ricerca di giustizia sociale, con gli auguri per una immediata liberazione.

tema degli sfratti quello di unemergenza che ti porta in qualche modo a riempire ogni spazio libero della citt e che si manifesta con delle contraddizioni e con unesplosivit che tutta

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Luca, sei attivo gi da molto tempo allinterno delle lotte per il diritto alla casa, una tematica di scottante attualit. Nonostante gli oltre 260.000 edifici abbandonati, Roma vive una vera e propria emergenza abitativa. Sono tanti anni che porto avanti insieme ad altri protagonisti le lotte per il diritto allaccoglienza e per il diritto allabitare nelle citt di Roma. Ho iniziato molti anni fa nel mio quartiere, Ostia, e poi ho proseguito con tante altri quartieri di Roma, che da sempre la capitale dellemergenza abitativa. Il First Line Press

Nonostante Roma sia una citt con una tradizione forte di occupazioni e lotte per la casa, indubbio che negli ultimi anni la tematica sia tornata notevolmente in auge. Possiamo af@FirstLinePress youtube.com/firstlinepress

caratteristica della piazza romana. Un laboratorio delle lotte e dei conflitti per la riappropriazione della citt: lepicentro di tutto quello che avviene su piano nazionale.

Incontrando lesplosione delle contraddizioni sociali dellausterit, negli ultimi due anni i cicli di occupazione sono stati molto pi forti

fermare di trovarci di fronte ad una presa di coscienza che ha sdoganato la pratica delloccupazione? A Roma il movimento di lotta per la casa ed in particolare delle occupazioni non si mai fermato. Anche negli anni 80 e 90 quando sembrava difficile organizzare delle vere e proprie lotte popolari in Italia, il Movimento ha fatto sentire la propria voce, ha mantenuto la sua aggregazione e capacit di dimostrare che la lotta paga. Siamo riusciti, attraverso lautorganizzazione, a raggiungere i risultati sperati lottando con molta determinazione. Il Movimento di lotta per la casa, in qualche modo, sempre riuscito a Roma a tenere i posti, tant che questo salto di qualit si prodotto a partire da un tessuto sociale e di occupazioni, gi esistente e non proprio piccolo. Incontrando lesplosione delle contraddizioni sociali dellausterit, il Movimento ha messo il piede sullacceleratore determinando negli ultimi due anni dei cicli di occupazione molto pi forti come numero di persone coinvolte ed ampiezza dei soggetti partecipanti. Gli stessi che magari prima non sentivano lesigenza di

19 OTTOBRE 2013 | Unistantanea della manifestazione nazionale per il diritto allabitare (ph: Remo Cassella - flickr.com)

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OCCUPAZIONI | Attivisti per il diritto alla casa allopera (ph: Cantiere Centro Sociale - flickr.com)

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Quindi mi sembra di capire che lobiettivo sia quello di arrivare ad avere una vita dignitosa attraverso la pratica del conflitto e la creazione di quelli che qualcuno potrebbe definire centri di contropotere? un tema molto complicato. C chi parla di alternativa a questo sistema, ma non parla di conflitto sociale; noi siamo convinti che lalternativa si possa costruire soltanto dentro un possa beneficiarne tutto il Movimento italiano? Che domandone! Io penso che il ciclo di movimento che si costruito attorno ai controvertici come Napoli o Genova, un ciclo molto importante e che non voglio banalizzare, avendoci preso parte anchio, si chiuso da un pezzo, dentro tante difficolt e contraddizioni. In particolare abbiamo evitato di ripetere lerrore di proporre soltanto cit di aggregare un tessuto molto ampio. Labbiamo verificato intorno alla manifestazione del 19 ottobre 2013. Sicuramente gli esempi sono importanti perch danno coraggio a tutti, dando inoltre la capacit di misurarsi con unesperienza reale e quindi anche di riprodurla in maniera diversa nel proprio contesto sociale e quindi il Movimento NO-TAV e quello per il diritto allabitare sicuramente rappresentano

liberalizzazione degli affitti con la legge 431 del98, la cancellazione di qualsiasi traccia di edilizia residenziale e pubblica, cio di case popolari, lo spreco di denaro pubblico per avvantaggiare alcuni costruttori. In questo momento un fenomeno simile si sta verificando soprattutto al Centro Nord dove mancano quei cosiddetti paracaduti sociali, laddove si sta vivendo sulla propria pelle la deindustrializzazione. La novit del momento pu essere anche lincontro tra le istanze del Movimento per il diritto alla casa con quelle di altre vertenze, ad esempio col movimento contro la TAV, ma pi in generale con tutti quelli per la difesa dei territori. Pensi che sia proprio questa una della carte vincenti del nuovo ciclo di esperienze di lotta? Sicuramente il legame col movimento No-TAV si intensificato col diktat Nessuna grande opera! Casa e reddito per tutti. La lotta No-TAV una di quelle che sta dentro le battaglie condotte in ogni citt dItalia. Quella combattivit e quella capacit di affermare che sul territorio che si abita si decide autonomamente. Questo un qualcosa che abbiamo saputo riportare dentro le nostre citt. Il Movimento di lotta per il diritto alla casa ha saputo farne una propria bandiera e quindi si costruito un legame speciale, veicolo per una rabbia che ambisce ad un cambiamento sociale. First Line Press

Forse bisogna paradossalmente ringraziare questa crisi per aver abbattuto tanti steccati, sei daccordo? In qualche modo ha portato la protesta della periferia nazionale a ricomporsi su larga scala con una conflittualit a 360 gradi Lausterit ha messo a nudo contraddizioni che gi cerano e che naturalmente sono venute fuori con maggiore radicalit. In questo momento c una lontananza abissale dal potere e dai

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Quindi giusto auspicarsi che lo stesso percorso di lotta per il diritto alla casa possa essere intrapreso anche per altre battaglie? S, gli sportelli prendo-casa si stanno diffondendo ovunque, i picchetti antisfratto vanno avanti in tutto il Paese. Dal 15 al 22 gennaio c stata unondata di occupazioni che pu essere definita il primo tsunami a livello nazionale, @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress

suoi meccanismi, c una voglia di mettersi in gioco direttamente e di costruire delle pratiche che possano provare a determinare una capacit di iniziativa pi forte se non una vera e propria opera di riappropriazione, senza aspettarci che i diritti cadano dal cielo, perch ce li dobbiamo riprendere.

Le nostre vite non sono segmentate: non c da un lato il tetto sotto cui vivere e dallaltro tutto il resto

quindi un movimento che si comincia ad articolare. Sicuramente alcune battaglie ed alcuni strumenti fanno parte di un bagaglio che va implementato ed anche sperimentato in un certo senso, cio riempito di pratiche nuove. Il tema dei migranti presente, anche perch una parte consistente del nostro movimento migrante, meticcio e rappresenta gi nella sua aggregazione e nei presidi allinterno delle citt unidea di societ che abbiamo. Tra laltro abbiamo denunciato in questi giorni i maltrattamenti e le reclusione dei rifugiati allinterno del CARA di Castelnuovo di Porto e ci apprestiamo a manifestare per la chiusura del CIE di Ponte Galeria. Lidea che negli sportelli con cui siamo presenti in tanti territori della citt progressivamente ci si occupi anche del tema dei migranti dei loro diritti, come delle altre contraddizioni legate al reddito, quindi che possano diventare degli strumenti di riappropriazione che vadano oltre il tema dellabitare. Chiaramente va tutto sperimentato: stiamo pensando a mettere in campo una vasta campagna sul tema Io non pago, ossia non pagare il trasporto pubblico se si disoccupati o precari, di non pagare o di autoridurre le bollette dellacqua e della luce, di non pagare i ticket sanitari, che sono arrivati a prezzi esorbitanti e negano il diritto alla salute a chi non ha il reddito sufficiente per permetterselo, lasciando spazio ad un diritto alla salute sempre pi privato ed escludente. Daltronde le nostre vite non sono segmentate: non c da un lato il tetto sotto cui vivere e dallaltro tutto il resto.

CONTRADDIZIONI DELLAUSTERIT | La denuncia di manifestanti in uno striscione (ph: Cantiere Centro Sociale - flickr.com)

conflitto che provi a mettere allangolo quello che il potere reale, attraverso una ridiscussione dei rapporti di forza, dunque la necessit di produrre contropotere senza la quale non c nessuna alternativa. Per me, per noi, questalternativa cresce dentro le nostre lotte, dentro anche quellumanit che facendo i conti, ad esempio con uno sfratto, capisce che necessario riaggregarsi ad altri soggetti, riscoprendosi cos un soggetto attivo che non si ferma a fare una singola battaglia per il diritto allabitare o per il TAV, ma scopre che dentro questa lotta gi sta costruendo un altro sistema di relazioni umane alternativo a quello che il potere politico/economico vuole disegnare per noi. Sembra che la fase di riflusso post Genova, quel periodo che qualcuno ha definito di resa concordata da parte del movimento, sia finita e sia iniziato un ciclo di contrattacco dopo essere stati chiusi allangolo per molto tempo. Pensi che dellesempio di combattivit e dei risultati ottenuti dal Movimento per la casa

un movimento dopinione, che ruotasse attorno al controvertice, ma non vivesse la quotidianit. Tuttavia quel ciclo di lotte aveva gi imputato al neoliberismo delle contraddizioni che sono poi esplose sempre con maggiore radicalit. Per quei movimenti sono stati cancellati dalle repressioni, dalle divisioni,

dallincapacit che c stata di ripartire dai territori e dalle contraddizioni sociali. Si cambia non soltanto se ci sono i grandi appuntamenti di partecipazione, che sono pure molto importanti, ma se noi riusciamo a trasformare le nostre vite quotidianamente e quindi a liberarle giorno dopo giorno con processi di riappropriazione. Oggi siamo ancora in una fase in cui il movimento molto vasto. Sicuramente abbiamo messo come sperimentazione la capaFirst Line Press

nelle nostre mani, solo nelle nostre mani la possibilit di cambiare le cose...

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due esperienze concrete, ma con una forte simbolicit, che consentono di raccogliere sempre pi esperienze sul piano nazionale e non solo. Allo stesso tempo ci sono altre lotte che vengono fuori e non sono meno importanti come le lotte dei lavoratori della logistica, nuove sperimentazioni di lotta fuori dai meccanismi sindacali, ma penso anche alle lotte sui rifiuti. Dobbiamo essere consapevoli di dover fare i conti con un contesto politico in cui lausterit, lo strapotere politico delle banche, delle lobby finanziarie, della globalizzazione e della precarizzazione delle nostre vite vengono riproposte come se fossero un comandamento divino. Addirittura si riorganizza uno Stato come il nostro per rispondere a questi diktat, trovando delle formule elettorali che possono permettere ad un governo di governare per cinque anni con stabilit come ci viene spesso detto, avendo uno scarsissimo consenso tra la popolazione, essendo stati eletti da una parte piccolissima. Dunque nelle nostre mani, solo nelle nostre mani la possibilit di cambiare le cose! youtube.com/firstlinepress

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attualmente quelle ufficiali della regione: arabo, siriaco e kurdo. Le elezioni verranno programmate entro quattro mesi. Le milizie dominanti kurdo-siriane, le Unit di Protezione del Popolo (YPG), difendono i territori kurdi, relativamente calmi, dalle forze dei gruppi estremisti islamici come Al-Nusra e lo Stato Islamico dellIraq e del Levante (ISIS). Laltro gruppo kurdo del Kurdistan siriano, il Consiglio Nazionale Kurdo (KNC) non accetta lautonomia dichiarata proprio ora: la considera una cooperazione con il regime di Assad.
LA CERIMONIA DEL gIuRAMENTO IN DIVERSE LINguE DEL

Una questione di pura sopravvivenza per i kurdi della Siria


Frederike Geerdink
traduzione a cura di Natascia Silverio
SEREKANIYE (KURDISTAN OCCIDENTALE, SIRIA) | Una delle tante manifestazioni dei kurdi siriani avvenute negli ultimi mesi (ph: Yeni zgr Politika)

KURDISTAN

KURDISTAN OCCIDENTALE (SIRIA) | Manifestazione dei kurdi siriani per lauto-amministrazione dei loro territori (ph: Firat News)

21 gENNAIO 2014 DISPONIBILE AL SEguENTE LINK: HTTP://WWW.YOuTuBE.COM/WATCH?V=YHFVUXHCSDg


Lautonomia del Kurdistan siriano il risultato della neutralit allinterno dellestremamente sanguinosa guerra civile siriana: i kurdi hanno conquistato lopportunit di determinare il loro stesso destino, un diritto che possiedono secondo le leggi internazionali. I kurdi non sono stati invitati a Ginevra II perch incarnano il timore pi grande per gli Stati Uniti, la Russia e lUnione Europea: la partizione della Siria. Anche se la dichiarazione di autonomia di Cizire non rappresenta esplicitamente un passo verso lindipendenza e anche se la comunit internazionale paga a parole una Siria democratica, viene rifiutata lauto-amministrazione e le elezioni regionali. Tutto questo mi ha fatto pensare di nuovo ad unintervista a Ismail Besikci che ho realizzato circa tre mesi fa. Besikci un sociologo turco ed esperto di kurdologia che ha iniziato a specializzarsi sullargomento della societ kurda nei primi anni Sessanta. Ha pagato per questo con la sua carriera (nessuna universit voleva pi assumerlo) e con diciassette anni e due mesi di carcere in totale. I kurdi lo considerano lunico turco che non li ha mai delusi e che da solo ha sfidato uno stato brutale ed oppressore. E il mondo accademico ha cominciato a riabilitare Besikci: lo scorso dicembre lo hanno insignito di un dottorato honoris causa presso la prestigiosa Universit del Bosforo. Besikci aveva detto: Se non hai uno stato, sei invisibile sulla scena internazionale. Ha fornito un doloroso esempio: lattacco di Halabja con armi chimiche perpetrato da Saddam Hussein nel 1988, in cui circa cinquemila persone morirono istantaneamente e molte altre negli anni seguenti a causa di com-

La conferenza di pace sulla Siria iniziata questa settimana (2026 gennaio, NdT). I kurdi la pi grande minoranza etnica nel Paese e lunico gruppo che riuscito a rimanere imparziale nella guerra civile non sono stati invitati ai colloqui, denominati con il termine Ginevra II. Mentre protestano per la loro mancata rappresentazione, continuano a costruire unamministrazione democratica pluralistica nella zona della Siria sotto il loro controllo. Uno sguardo alla situazione attuale e un tuffo nella storia con il famoso sociologo ed esperto di kurdologia Ismail Besikci.

plicazioni e malattie. Besikci: Nessuno ha reagito nel mondo e neanche i kurdi avevano una piattaforma per attirare lattenzione su quanto accaduto. Nello stesso anno in cui avvennero i fatti di Halabja, si tenne a Vienna una conferenza internazionale sul genocidio. I kurdi volevano partecipare perch ne sono stati vittime molte volte. Ma gli organizzatori dichiararono che solo gli stati potevano partecipare. Il governo iracheno di Saddam Hussein avrebbe dovuto rappresentare i kurdi. Schierarsi con Assad Sostanzialmente lo stesso sta accadendo adesso alla conferenza Ginevra II. I kurdi dovrebbero essere rappre-

e non rappresenti uno stato vero e proprio, non conti. Ed ancora peggio quando la nazione senza stato che rappresenti considerata una minaccia alle potenti nazioni gi esistenti. Ecco in breve il motivo per cui i kurdi non sono rappresentati a Ginevra II, la conferenza sulla Siria che comincia oggi. Lesperto di kurdologia e attivista dei diritti dei kurdi, il sociologo turco Ismail Besikci, definisce questo fatto addirittura come una struttura internazionale anti-kurda. La corsa a Ginevra II stata, come cera da aspettarsi, una battaglia riguardo a chi sarebbe stato invitato e chi no, riguardo a chi avrebbe accettato un invito e chi lo avrebbe rifiutato. Alla First Line Press

fine, lIran stato lasciato fuori, la Coalizione Nazionale Siriana cos come il governo di Assad vi partecipano, e oltre alla Russia, agli Stati Uniti, alle Nazioni Unite e allUnione Europea, stata invi-

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tata ai colloqui una lista di altri paesi, inclusi il Belgio, la Grecia ed il Messico. I kurdi non sono mai stati invitati. Nonostante il fatto che siano la pi grande minoranza etnica del paese, che @FirstLinePress youtube.com/firstlinepress

I kurdi hanno conquistato lopportunit di determinare il loro stesso destino, un diritto che possiedono secondo le leggi internazionali

comprende dal dieci al quindici per cento circa della popolazione siriana. E nonostante il fatto che stiano realizzando, nella loro parte di Siria (principalmente il Nord-Est) quello che la comunit internazionale auspica per tutto il paese: si stanno sforzando seriamente di costruire una democrazia pluralistica. Arabo, siriaco e kurdo Possedendo gi la loro propria amministrazione da qualche mese, i kurdi, pi precisamente il Partito dellUnione Democratica (PYD) di Salih Muslim, hanno costituito il 21 Gennaio un consiglio municipale e nominato un presidente e dei ministri, tra cui anche quelli addetti alla sanit e alle relazioni esterne. La cerimonia di giuramento -che non conteneva la parola kurdo- stata effettuata in tre lingue, che sono

sentati dalla Coalizione Nazionale Siriana. Questa coalizione composta prevalentemente da gruppi che accusano i kurdi di schierarsi con il governo di Assad a Damasco e non hanno dimostrato nessuna intenzione di voler rispettare i loro diritti. Il Consiglio Nazionale Kurdo (KNC, uno dei due gruppi kurdi nel Kurdistan siriano) possiede delegati kurdi allinterno della Coalizione ma loro stessi dubitano che essa affronter mai le richieste kurde. Laltro grande gruppo kurdo, il Partito dellUnione Democratica (PYD), legato alle milizie delle YPG e al PKK che ha le sue radici in Turchia, non ha First Line Press

Nel 1988 si tenne a Vienna una conferenza sul genocidio. I kurdi volevano partecipare, ma gli organizzatori dichiararono che solo gli stati potevano

Aspirare a uno stato Si aspirava per a uno stato: intorno al 1920, in quello che attualmente il Kurdistan iracheno, Sheikh Berzenci espresse il suo desiderio di diventare sovrano dei kurdi. Besikci: Ma lInghilterra, la Francia e la Lega delle Nazioni non hanno ascoltato. Hanno cooperato con gli iraniani, i turchi e gli arabi ma hanno preferito chiudere gli occhi davanti ai desideri dei kurdi. Questo atteggiamento nei loro confronti rimasto immutato da quel tempo, ha detto Besikci. Si riferiva al 1941, quando le truppe alleate hanno invaso youtube.com/firstlinepress

voce in capitolo nella coalizione e non neanche stato invitato indipendentemente. In altre parole, gli interessi kurdi non riceveranno lattenzione che meritano. Nella peggiore delle situazioni, non si parler proprio dei kurdi; nella migliore, ne parlertanno gli altri e di sicuro non accadr che i kurdi parlino loro stessi dei propri interessi. Anche se non ho parlato specificatamente della Siria con Ismail Besikci, quando lui ha affrontato le radici della questione kurda stava parlando dellintero Kurdistan, non solo della Turchia -il paese di cui la mia intervista si occupava principalmente. Besikci ha detto che le radici della questione kurda possono essere individuate nellerrore storico di non aver istituito un Kurdistan indipendente negli anni dopo la prima Guerra mondiale , quando limpero ottomano era agli sgoccioli e la mappa della regione stata ri-disegnata. In quei giorni, ha spiegato, tutti hanno difeso il diritto delle nazioni ad avere il loro proprio stato ma il Kurdistan stato diviso e sparso in quattro paesi. I kurdi non avevano completamente realizzato quali diritti avevano.

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lIran e lUnione Sovietica ha occupato lIran Settentrionale. I soviet volevano aggiungere questultimo al loro territorio e hanno incoraggiato il nazionalismo kurdo per avere i kurdi dalla propria parte. Il risultato fu quello di unarea amministrata dai kurdi nei primi anni Quaranta; tra il 1946 e il 1947 ci si tradusse nella Repubblica Kurda di Mahabad. Essa fu uno stato satellite dellUnione Sovietica, mai riconosciuto dalla comunit internazionale. Besikci: I kurdi aspiravano quindi a un loro stato. Ma continu lo status quo, in cui il diritto dei kurdi ad avere un proprio stato non fu realizzato. Tutto questo fu istituzionalizzato nel 1945 con la fondazione del successore della Lega delle Nazioni, le Nazioni Unite. Lobiettivo dellorganizzazione, ha detto Besikci, era quello di trovare soluzioni pacifiche ai problemi politici. Ma non ce lhanno mai fatta per i kurdi. Nazioni colonizzate internamente Besikci si riferiva a due importanti risoluzioni delle Nazioni Unite, la n.637 del 1952 e la n.1514 nel 1960: la prima riguarda il diritto allauto-determinazione dei popoli e delle nazioni e afferma che lautodeterminazione un ne sul Consiglio Nazionale Kurdo (KNC) al fine di farlo aderire alla Coalizione Nazionale Siriana: lOccidente costringe i kurdi a ununit che non esiste per il bene di uno stato che li sta da decenni. E tutto troppo familiare per i kurdi. Per quelli in Siria, poich durante il regno di Assad prima della guerra civile non potevano neanche contare sulla comuDersim e Halabja Questa pressione diretta, in combinazione con una comunit internazionale che non alza la voce in favore dei popoli colonizzati internamente, sfociata in un genocidio continuo, ha affermato Besikci. Ha ricordato i massacri di Dersim nel 1937 e 1938 (in cui furono uccise dalle ventimila alle trentamila persone) ed altre violente repressioni subite dai kurdi nei primi decenni della repubblica turca ma anche lattacco con armi chimiche di Halabja, parte di una campagna dello stesso genere contro i kurdi e altre popolazioni non arabe in Iraq tra il 1983 e il 1988. Besikci: I colonizzatori come linghilterra, il Portogallo e lOlanda hanno commesso crimini ma mai come quelli commessi contro i kurdi dagli stati che mantengono loccupazione del Kurdistan. I kurdi della Siria non hanno molto di buono da aspettarsi da chiunque governer il paese negli anni a venire. Hanno gi imparato a conoscere la dittatura di Assad: questultima ne ha privati molti della loro cittadinanza, ha cercato di trasferirli allesterno della loro terra mutando cos la demografia dei territori kurdi ed infine ne ha represso la cultura. I gruppi di opposizione siriani ritengono che i kurdi si siano schierati con Assad e li considerano come una minaccia allunit del paese. E Al-Nusra e lISIS, i due pi grandi gruppi islamici armati in Siria legati ad Al Qaida, non potrebbero essere pi lontani ideologicamente da qualsiasi cosa sostengano i democratici e laici kurdi. Creare unautonomia la pi solida possibile, adesso che ne hanno lopportunit, una questione di pura sopravvivenza per i kurdi. Si proteggono non solo dai gruppi che hanno il (potenziale) controllo della Siria ma anche dalla mancanza di sostegno, profondamente radicata e gi dolorosamente vissuta, da parte della comunit internazionale.
TRADUZIONE E ADATTAMENTO PER CONCESSIONE DELLAUTRICE

nit internazionale. E per i kurdi negli altri paesi, per esempio in Turchia. In un primo tempo essi furono sottomessi alle politiche di turchizzazione della repubblica e non ottennero nessun sostegno da parte della comunit internazionale nella loro lotta. E quando insorsero contro loppressione che li sottometteva, furono ritratti come terroristi che volevano frantumare la Tur-

Creare unautonomia la pi solida possibile, adesso che ne hanno lopportunit, questione di pura sopravvivenza per i kurdi

First Line Press ha iniziato la sua avventura nel novembre 2012, un modo diverso di raccontare le storie dal mondo e dallItalia. Labbiamo fatto proponendo documentari (uno sui nuovi metodi repressivi in Europa Repressione ai tempi della recessione e laltro sulla situazione dei prigionieri politici nei Paesi Baschi Odissea Basca), vari videoreportage (sul caso Veolia da Londra; sui manifestanti spagnoli per luniversit pubblica; sul lavoro degli immigrati in Italia, sugli intricati scenari egiziani, sulla situazione curda, su problemi ambientali italiani), reportage fotografici (dagli scontri ad Atene a quelli di Roma, dal Kurdistan allEgitto, fino alla Cisgiordania ed alle manifestazioni studentesche italiane) e un quotidiano approfondimento su cosa succede nel mondo. La collana di ebook di First Line Press comprende al momento tre titoli: Latitudini dellimmaginario: memorie e conflitti tra la Jugoslavia e il Kosovo (una lettura dei conflitti nei Balcani sullo sfondo della dissoluzione della Jugoslavia, che fa della ricerca-azione il tessuto connettivo tra memoria e comunicazione); Vene Kosovare (racconti di come sia vissuto il Kosovo, un Paese sparito dai racconti mainstream ed in cui sono presenti ancora i silenzi dellesclusione) e Idropoli (percorso per tutta la penisola di domande sui meccanismi economici che, a seguito dal referendum del giugno 2011, avrebbero dovuto intaccare il sistema idrico italiano). Gli ebook sono disponibili nellarea download del sito www.firstlinepress.org.

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pre-requisito per il pieno godimento di tutti i diritti umani fondamentali. La seconda risoluzione invita a mettere in pratica il diritto allauto-determinazione, mentre negli ultimi due articoli conferma lintegrit degli stati gi esistenti. Ci ha condotto allindipendenza di circa 57 paesi in Africa che erano stati colonizzati da potenze lontane, ma ha ignorato le nazioni colonizzate internamente come i kurdi. Sotto questa luce, tipico che le potenze occidentali abbiano fatto pressioFirst Line Press

BAMBINI AL NEWROZ | Una celebrazione del capodanno kurdo nel Kurdistan Occidentale, Siria (ph: Jan Sefti Kurdistan Photo - flickr.com)

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chia, piuttosto che come una forza democratica che rivendicava il suo diritto fondamentale allauto-determinazione. Lingiustizia anche pi grande, ha detto Besikci, perch le nazioni colonizzate internamente sono sottoposte a maggiore pressione militare diretta. Besikci: In Kurdistan lesercito e il materiale bellico sono sempre vicini e immediatamente disponibili ad affrontare qualsiasi possibile rivolta. Per esempio, in Angola era diverso. La potenza occupante, il Portogallo, era lontana e ci rendeva i portoghesi meno flessibili. youtube.com/firstlinepress

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ATTuALMENTE LuNICA REPORTER STRANIERA PRESENTE SuL POSTO. SCRIVE PER TESTATE INTERNAZIONALI, PER IL SuO BLOg KuRDISHMATTERS.COM E ANCHE ATTRAVERSO LA PIATTAFORHTTP://WWW.BEACONREADER.COM/FREDERIKE-gEERDINMA BEACONREADER.COM, DA CuI QuESTO ARTICOLO TRATTO: K/A-MATTER-OF-SHEER-SuRVIVAL-FOR-SYRIAS-KuRDS ?REF=PROFILE

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