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MERCOLED 18 AGOSTO 2004

LA REPUBBLICA 35

DIARIO
DI

CINQUANTANNI FA LA SCOMPARSA DELLO STATISTA


Alcide De Gasperi durante una manifestazione in Sicilia

destino dei grandi che in loro nome si continui ad agire e a fare politica anche dopo la loro morte. Luso che si fa del loro nome non sempre corretto. Anche in questo cinquantennio degasperiano abbiamo assistito a molte indebite rivendicazioni di eredit. Questo uso politico si confronta e si scontra con gli sviluppi della ricerca storica. I grandi ritornano nella storiografia. Lacquisizione di nuovi documenti si intreccia con lo sviluppo di nuovi punti di vista. La storia non una fotografia. Sono ormai lontani i giudizi di un tempo. De Gasperi non il restauratore che vanifica le grandi speranze aperte dalla Resistenza, non il conservatore asservito agli Stati Uniti. Oggi tutti gli studiosi riconoscono limportanza delle riforme realizzate dal centrismo degasperiano, fra le pi incisive nella storia della Repubblica. Fu piuttosto, se mi consentito lossimoro, un moderato creativo capace di fare sintesi fra le tante e contrastanti esperienze vissute da un paese devastato dalla guerra e lacerato da lotte fratricide; fu il politico capace di comporre in fecondo equilibrio forze politiche che esprimevano esigenze valide e tuttavia divaricanti fra loro, muovendosi sempre nella lucida visione delle condizioni imposte dal quadro internazionale. Dalla meditazione sulla storia dEuropa aveva tratto la convinzione che la democrazia era stata travolta, in Germania come in Italia, dallo scontro fra fascismo e comunismo e che la ricostruzione democratica doveva fondarsi perci sul superamento di quella alternativa. Qui la differenza con Adenauer profonda. Il comunismo in Germania un altro Stato. La democrazia tedesca nasce subito bipolare per la ferma volont di Adenauer di rifiutare una coalizione con i socialdemocratici: nella stessa riunione in cui viene designato cancelliere egli enuncia con grande chiarezza e fermezza il principio della alternanza. Al contrario la democrazia italiana non nasce bipolare per una serie di dati oggettivi: vi in Italia un forte presenza socialista e comunista, saldamente radicata nella societ e nella cultura del paese; vi sono tradizioni culturali e politiche legate al Risorgimento con le quali necessario misurarsi. Gli spazi della governabilit non coincidono con quelli della rappresentanza e sono in sostanza solo quelli del centro con esclusione dei comunisti e dei loro alleati da un lato e della destra monarchica e neofascista dallaltro. Il centrismo di De Gasperi prima di essere una collocazione parlamentare, un giudizio storico sulle condizioni di rinascita della democrazia italiana. Nel quadro della contrapposizione frontale fra i due blocchi sul piano internazionale lopposizione al comunismo diventava condizione essenziale della ricostruzione democratica; ma quello che caratterizza la politica di De Gasperi e, nel complesso, della classe dirigente intorno a lui, il carattere democratico dellanticomunismo. Non si comprende la storia della Repubblica e lopera di De Gasperi se non si d il giusto rilievo a questa categoria dellanticomunismo democratico, troppo a lungo ignorata: non ogni anticomunismo era democratico nellItalia di allora (e di oggi, quando il comunismo non c pi). Il riferimento al centrismo di De Gasperi tornato di attualit in un momento in cui il sistema politico

Era il 19 agosto del 1954, lItalia perdeva un grande leader

Un bilancio della sua figura pi ricca di luci che di ombre

La Dc prima dei democristiani


PIETRO SCOPPOLA
italiano stenta a realizzare un compiuto bipolarismo. Ma impossibile riproporre oggi il centrismo in nome e per le ragioni per le quali lo pratic De Gasperi. La scelta centrista non fu indolore di fronte alle pressioni che venivano dagli ambienti vaticani per un ampliamento a destra della maggioranza di governo. questo il capitolo che egli stesso ha definito della sua storia segreta. La sinistra del suo partito lo accusava di sopravvalutare la pressione della destra del cosiddetto partito romano per giustificare le sue scelte moderate (Dossetti ripete laccusa in una intervista rilasciata a Leopoldo e Elia ed a me. solo di recente e tardivamente pubblicata). Di fatto De Gasperi subisce una doppia pressione: da un lato quella del partito romano, dallaltro quella della sinistra del suo partito, espressa da uomini di grande statura morale e intellettuale - si pensi a fianco al gi citato Dossetti, a Igino Giordani o a Giorgio La Pira - che lo spingevano a una pi audace politica sul terreno sociale ed economico in nome delle attese della povera gente. Le vicende della storia segreta non modificano il giudizio di fondo sul rapporto di De Gasperi con la Chiesa. De Gasperi ben convinto

DEGASPERI
PIERO GOBETTI

Ad agosto, cogli la Calabria Valtur.

DE GASPERI, che fu sino a pochi mesi fa soltanto un proconsole, oggi un capo. () In un partito che presenta molti residui di mentalit gesuitica, luomo che sa avere lorgoglio. La sua bocca aperta ad un sorriso amaro, or di sdegno, or di disprezzo, or di polemica, continuamente pronta allinterruzione aspra, al richiamo energico. Si secca delle adulazioni, dei complimenti, delle frasi inutili. Non sa fingere indulgenza, non ha bisogno di popolarit rumorosa, e apprezza invece il consenso, lopinione meditata di altri. Tuttavia, abituato a decidere, non ha il gusto della discussione. Anche in un discorso continuato, anche nel leggere una relazione, freddo, incisivo. Non ottiene effetti di intensit ma di precisione, dando rilievo alle cose con un tono pi attento, pi calmo. () In De Gasperi la capacit del sacrificio politico illuminata; l'attitudine a persistere in una posizione impopolare nutrita con la fierezza di resistenza appresa nelle lotte contro l'Austria.

DE GASPERI.

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www. v a l tur.i t

che il cristianesimo linfa della vita democratica e il sostegno della Chiesa condizione di rinascita democratica. Ma anche qui, come per lanticomunismo il come di questo ruolo del cristianesimo e della Chiesa che caratterizza e distingue il pensiero e lopera di De Gasperi. Negli anni trascorsi alla Biblioteca vaticana egli ha meditato a lungo sul tema del rapporto fra cristianesimo e democrazia sulla scia della lezione di Tocqueville. Lidea di civilt cristiana in De Gasperi si distacca sotto molti profili da quella prevalente nel mondo cattolico del suo tempo. La posizione di De Gasperi di sostanza e di valori non di definizioni formali: sembra difficile servirsi di De Gasperi nella polemica sul mancato riferimento alle radici cristiane nella costituzione europea. La fede di De Gasperi profonda e intensa ma segnata dal senso del mistero e talvolta traversata dal dubbio. Il suo sempre un servire in piedi, secondo limmagine che affiora da una sua lettera a don Simone Weber: troppo tempo che i precetti della dignit vengono trascurati. Imparare a sta re in ginocchio va bene, ma nelleducazione clericale dovrebbero apprendere anche a stare in piedi. Il senso della laicit dello Stato e delle responsabilit del laico ha le sue radici in questa spiritualit. Lidea di Europa nasce nei primi grandi europeisti dalla preoccupazione di un terza guerra mondiale. Di qui limpegno dei partiti di democrazia cristiana in favore del reinserimento della Germania nel contesto europeo, dopo il secondo conflitto mondiale superando la iniziale tenace ostilit francese. Oggi il progetto di Europa si inserisce fatalmente in una nuova prospettiva di dimensioni planetarie. Tocca alla vecchia Europa, ricreare le condizioni di un multilateralismo che riequilibri la potenza americana. Queste nuove dimensioni del compito dellEuropa ci fanno sentire lontano il progetto di unificazione europea cos come fu concepito dai padri fondatori. Eppure proprio la nuova realt pone in risalto aspetti della figura di De Gasperi rimasti a lungo in ombra. De Gasperi per pi della met della sua vita, suddito della monarchia asburgica e al tempo stesso trentino di forte sentimento italiano. La nazione per lui un dato culturale che pu convivere con altre identit nazionali in una unica realt statale. Per paese De Gasperi intendeva il Trentino, cos come identificava lo Stato con lImpero asburgico, riservando al concetto di patria una dimensione di appartenenza pi intima, anzitutto linguistica-culturale e sentimentale. Oggi vediamo quanto quella distinzione fra nazione e stato, ben presente nel giovane De Gasperi, fosse precorritrice. Il confronto con il nostro presente non pu non generare un senso profondo di nostalgia, ma fa nascere anche una domanda di grande rilievo storico civile e religioso: perch? Perch un cos profondo logoramento delle radici culturali e spirituali della vita politica italiana e in particolare della presenza cattolica nel nostro paese? Non possibile qui tentare una risposta ma la domanda rimane aperta. Ricordare De Gasperi anche un modo di guardare al nostro presente con occhi critici pi avvertiti, pi esigenti, pi severi. Non si tratta di attualizzarlo strumentalmente, ma di cogliere proprio nella coscienza della distanza che ci separa da lui gli elementi di un durissima sfida.

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DIARIO

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LE TAPPE DELLA VITA

LA FORMAZIONE (1881 - 1905) Alcide De Gasperi nasce a Pieve Tesino (Trento) il 3 aprile 1881. Studia a Trento, poi a Vienna. Dopo la laurea in filosofia dirige il quotidiano La voce cattolica, organo della diocesi tridentina

PARTITO E CARCERE (1921 - 1926) tra i primi ad aderire al partito Popolare di Sturzo, nelle cui liste eletto deputato nel 1921. Due anni segretario del partito. Nel 1926 sconta 16 mesi di carcere per antifascismo

LA DC (1943 - 1945) Durante la guerra partecipa alla riorganizzazione politica dei cattolici e alla costituzione della Democrazia Cristiana. Segretario della DC ministro nei gabinetti Bonomi e Parri

LA CAMPAGNA ELETTORALE RACCONTATA DA UN GIORNALISTA ALLORA ADOLESCENTE

QUEL COMIZIO DI ALCIDE IN CUI SI GIOC IL 48


GIAMPAOLO PANSA

I LIBRI
MARIA ROMANA DE GASPERI De Gasperi. Ritratto di uno statista, Mondadori 2004 Mio caro padre, Marietti 2003 ANTONIO GHIRELLI DemocristianiM ondadori 2004 GABRIELLA FANELLO MARCUCCI Luigi Sturzo, Mondadori 2004 ALFREDO CANAVERO Alcide De Gasperi, Rubbettino 2003 SERGIO ZOPPI Il Mezzogiorno di De Gasperi e Sturzo, Rubbettino 2003 ANDREA RICCARDI Pio XII e Alcide De Gasperi, Laterza 2003 UMBERTO CORSINI KONRAD REPGEN Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi: due esperienze di rifondazione della democrazia, Il Mulino 2000 AA. VV. Alcide De Gasperi. Un europeo venuto dal futuro.Mostra internazionale(a cura di P.L. Ballini e M. R. De Gasperi), Rubbettino 2004 LUIGI DE ROSA Lo sviluppo economico dellItalia dal dopoguerra a oggi, Laterza 1997

(segue dalla prima pagina) o giudicavano un lacch dellAmerica e del Vaticano, amico dei padroni e dei fascisti. Sul tavolo veniva squadernato il Don Basilio, un settimanale satirico anticlericale, allora molto in voga. De Gasperi vi era effigiato in vignette al vetriolo. Sempre vestito da pretacchione e con un naso adunco da avvoltoio. Lappellativo pi gentile era monsignor von Gasperi. Gli uomini si passavano il giornale, ringhiando alle donne di casa: Guai se votate per questo qui!. Ma le donne non si facevano intimorire. Non lo confessavano in modo aperto, per a loro la Dc piaceva. Pensavano, sia pure in modo confuso, che fosse il partito capace di portarle fuori da un dopoguerra senza fine. E consideravano De Gasperi un tipo pi rassicurante dei capi comunisti che vedevano al cinema, nella Settimana Incom, il telegiornale dellepoca. Pi di quel Togliatti, troppo gelido e dalla vocina rauca. E ben pi dei Secchia e dei Pajetta, sempre faragginati diceva mia madre, pronti a scaldarsi per un niente. Poi arriv la campagna del 18 aprile. La ricordo soprattutto per due ragioni: la sua colonna sonora e il comizio di De Gasperi nella nostra piccola citt, Casale Monferrato. La colonna sonora era un samba allitaliana. Faceva cos: O mama, o mama, o mama, / sai perch / mi batte il corazn? / Mi piace una muchacha. La canzone, parole di Dante Panzuti e musica di Carlo Concina, nella primavera del 1948 aveva sfondato. Soprattutto al circolo Stella Rossa, la rinomatissima sala danze del Pci. Chi ballava quel samba con movenze divine era la compagna Elvira, trentenne e tutta curve. Una giovane vedova di ferroviere, dalla seriet assoluta. Ma che alla Stella Rossa, il sabato sera, si tramutava in una Rita Hayworth casalinga, abito attillato, calze con la riga e tacchi alti. Capace, con la sola mossa dellanca, di farti immaginare scenari peccaminosi. Pi decisivo sotto laspetto politico fu larrivo di De Gasperi. Anche da noi, la campagna elettorale si rivel al calor bianco. La citt si divise, si combatt, si odi. Sembrava ricominciata la guerra civile. Per fortuna le armi erano diverse: manifesti, comizi, giornali murali e parlati, mostre, pacchi dono. Si diceva che i capi del Pci locale avessero messo gi la lista dei borghesi da arrestare. E qualche industriale del cemento fece partire la famiglia per la Svizzera. De Gasperi comparve nel mezzo di questa guerra, il luned 21 marzo 1948. E prima di parlare alla citt, si rec con la moglie al santuario di Crea, poco lontano da Casale. Ma non per pregare la famosa Madonna nera. Su quel bricco benedetto, che sovrasta il Monferrato, doveva incontrare un altro democristiano importante, il leader del partito in Francia.

SATIRA

Sul Don Basilio, un settimanale satirico anticlericale allora molto in voga, De Gasperi era effigiato in vignette al vetriolo

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Era George Bidault luomo in attesa di De Gasperi tra i frati del santuario. Un signore piccolino, azzimato, che era stato il capo della Resistenza francese dellinterno. Conosciuto per un tipo duro, di poche parole, sempre pronunciate con una voce nasale e aggressiva. E con un fastidio che lui cercava di contenere, dal momento che, in Francia, era anche il ministro degli Esteri. Lincontro doveva rimanere segreto. Ma la ragione del vertice sulla sacra collina si conobbe quasi subito. De Gasperi voleva sapere da Bidault quale aiuto avrebbe potuto offrirgli, nella disgraziata ipotesi di una vittoria comunista il 18 aprile. Bidault non ebbe esitazioni. E di fronte alla Madonna di Crea, garant asilo politico in Francia al leader della Dc e a tutti i democristiani che avessero deciso di fuggire da unItalia caduta nelle mani dei

rossi. Nel pomeriggio, poco dopo le 15, lAprilia presidenziale arriv in citt. De Gasperi fu subito portato in piazza del Cavallo, il centro del centro, dove lo aspettava una folla da sbalordire. Non sera mai vista tanta gente attorno alla statua equestre di Carlo Alberto. La folla cominci ad applaudirlo, frenetica, non appena si affacci da un balconcino, sopra il Caff Savoia. Accanto a De Gasperi cerano i due dicc pi in vista della citt. Il sottosegretario agli Esteri, Giuseppe Brusasca, monferrino. E il segretario del partito, Francesco Triglia, molto noto per via del suo negozio di tessuti, la pregiata ditta Nobet. Cero anchio in piazza del Cavallo, da solo, per curiosit. E De Gasperi lo rammento bene. Un signore alto, secco, austero anche nellabito stazzonato, il naso davvero a becco, la faccia stropic-

ciata dalla stanchezza, dove si leggevano tutti i sessantasette anni che stava per compiere. Il volto aveva unespressione singolare, tra lassorto e il combattivo. Anni dopo, la trovai descritta cos, dalla figlia Maria Romana: quella di un felino attento, gli occhi stretti come due fessure alzate agli angoli, le sopracciglia grigie e arruffate, un tratto che gli restava per un attimo sul viso quando aveva battuto un avversario. Dopo la mattinata al santuario di Crea, lodiatoamato Alcide aveva le gomme sgonfie. E il suo discorso non pass alla storia. De Gasperi si limit a battere sul chiodo che glimportava di pi: il voto del 18 aprile era un referendum sul futuro dellItalia, in bilico tra un avvenire di libert e un baratro doppressione. Quindi concluse con un monito ben scandito: Chi non vota, commette una vilt. Votare un dovere. Votare male un tradimento!. La piazza si spell le mani nellapplauso. A cominciare dalle donne, tantissime. Se qualcuno del Fronte Popolare fu tanto acuto da rendersene conto, di certo intu, l, sul momento, come sarebbe finita la battaglia del 18 aprile. Ma i capi frontisti della citt avevano ben altro per la testa: il contro-comizio destinato a mandare al tappeto Von Gasperi, allestito sul lato opposto di piazza del Cavallo. Loratore era un giovanotto entusiasta, che poi sarebbe diventato uno dei grandi sociologi italiani: Franco Ferrarotti. Dicevano che avesse interrotto da poco gli studi in seminario. Il Fronte Popolare contava molto su di lui. Il settimanale delle sinistre casalesi, Rinascita democratica, lo descrisse pronto a scagliare una stritolante requisitoria contro la politica nefasta dellonorevole De Gasperi. Invece il giornale del vescovo, La Vita casalese, prese malissimo il passaggio di campo dellex-seminarista. E lo boll cos: Quel giovane ha lin-

LA VITTORIA
21 aprile 1948: Alcide De Gasperi festeggia il successo elettorale della Dc parlando alla folla dalla sede romana del partito

ferno nel cuore. Il contro-comizio ebbe un effetto quasi nullo. Lunico fastidio De Gasperi lo incontr appena iniziato il viaggio verso Milano: la sua Aprilia venne tamponata dalla vettura della polizia che la tallonava. Il seguito presto detto. Anche a Casale, citt rossa, vinse la Dc: 11.556 voti contro i 10.356 del Fronte. Il sottosegretario Brusasca paragon la vittoria a quella di Lepanto contro i turchi. E il vescovo Giuseppe Angrisani volle unora solenne di adorazione nel Duomo, per ringraziare il Signore del buon esito delle elezioni. Quanto a De Gasperi, anni dopo si seppe che, la notte del trionfo elettorale, chiese a chi stava in ufficio con lui: E adesso che cosa ne facciamo di tutti questi voti?. Domanda retorica, perch lui sapeva benissimo che cosa farne.

CARLO LEVI

COS FRANCO FERRAROTTI RICORDA IL SUO CONTROCOMIZIO

De Gasperi, freddo, sarcastico e burocratico aiut il gioco di Don Sturzo. Ma senza il suo intuito e la sua agilit
Scritti politici 1923

AVEVO VENTANNI E DAL PALCO SABOTAI IL GRANDE LEADER


ANTONIO GNOLI
Roma ella rievocazione che Giampaolo Pansa fa di quel comizio che De Gasperi tenne nel 1948 nella piazza grande di Casale Monferrato, si cita la presenza del giovane Franco Ferrarotti, non ancora sociologo di fama, ma gi politico acceso e schierato con le sinistre. Dice Ferrarotti, raggiunto telefonicamente: Ricordo perfettamente quella giornata in cui il leader democristiano arriv nella citt piemontese. Avevo ventanni provenivo dal Partito Comunista dItalia, ma appartenevo alla frazione trotskista. Insomma, capisce? Avevo fatto

LUIGI STURZO

Uomini come Bidault, in Francia, come Gronchi, De Gasperi e Aldisio in Italia, daranno un grande contributo allEuropa
Il Vaticano e il futuro dellEuropa 1945

parte di un gruppetto di anarco-insurrezionalisti. Ce lavevamo con il fascismo, ma anche con lo stalinismo. In quellanno, di vero scontro politico, ero favorevole alla fusione fra i comunisti di Togliatti e i socialisti di Nenni. Ero - come dire? - un social-fusionista. Per questo, credo, fui incaricato dal Fronte Nazional Popolare di tenere un comizio lo stesso giorno in cui lavrebbe tenuto De Gasperi. Il mio compito era non tanto di confrontarmi con il capo della Dc ma di guastargli la festa. Dovevo, naturalmente, iniziare prima che lui prendesse la parola. Parlai da un piccolo palco, dal lato ovest

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AL GOVERNO (1945 - 1953) Presidente del Consiglio dal 1945 al 1953 dirige la ricostruzione dellItalia. Partecipa nel 1948 al Primo Congresso europeo dellAja, con il progetto di creare unassemblea legislativa europea

LEUROPA (1951 - 1954) Lavora con Schuman e Adenauer (nella foto) allintegrazione europea. Nel 1951 nasce la CECA di cui sar presidente nel 1954. Partecipa alla Comunit Europea di Difesa e alla Comunit Politica Europea

LA MORTE (1954) La notte del 19 agosto De Gasperi muore nella sua casa a Sella in Valsugana, in segiuto a un attacco cardiaco. Ai funerali, ricorda la figlia, cera la folla silenziosa della povera gente che lo aveva amato

LA LIBERAZIONE, IL DOPOGUERRA, LA CONTRAPPOSIZIONE IDEOLOGICA

LITALIA A DUE FACCE DIVISA DALLA POLITICA


NELLO AJELLO
na stagione di drammatiche contrapposizioni ideali: questo fu il decennio che in Italia segu alla Liberazione. La classe dirigente che saliva sul palcoscenico della vita pubblica si era fatta le ossa in un duro apprendistato guerra civile, dittatura, guerra nazionale attraverso atroci rischi personali oppure (era il caso di De Gasperi) in una dolente segregazione. E riprendeva a far politica al cospetto di un paese difficile da interpretare. Comera comera diventata lItalia? Intrattabile, perplessa, speranzosa: una terra di conquista politica. Un violento manicheismo sembrava dominare le coscienze. La partecipazione non era prassi abituale, ma militanza spesso improvvisata. Gli slogan proposti alle masse suonavano elementari, duri, perentori. Al, al, al, con De Gasperi non se magna, si cantava nei cortei della Capitale. Dio ti vede, Stalin no, era il monito che accompagnava gli elettori ai seggi. Da un lato si denunziava, sui muri, lingordigia dei forchettoni al potere; sullopposta frontiera si allestiva la Mostra dellAldil, sceneggiando un pezzo di mondo situato in Oriente e dominato dal male: donne fameliche, bambini sudici e scalzi, aguzzini, reticolati. Accanto a quello strumento, la radio, che durante il fascismo aveva esaltato la demagogia al potere, tornavano in onore antiche forme di approccio popolare. Chi lha vissuto, ricorda il decennio a cavallo degli anni Cinquanta come un comizio ininterrotto. Del comizio, un tempo le sinistre avevano fatto il loro capolavoro (e Mussolini, forte delle sue origini tribunizie, lo avrebbe elevato a istituzione statuale): ora esso riacquistava il suo ruolo di recita gridata e gestuale della

ANNI CINQUANTA

Una stagione di drammatiche tensioni ideali, questo fu il decennio che in Italia segu alla Liberazione

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GLI AUTORI
Il testo di PIERO GOBETTI tratto da una cronaca che lintellettuale liberale scrisse nel 1925 sulla Rivoluzione liberale dopo aver assistito al congresso del Partito popolare. Alcide De Gasperi, allora quarantaquattrenne, era segretario del partito da un anno. FRANCO FERRAROTTI ha insegnato Sociologia nelle universit di Trento e di Roma.

LE IMMAGINI
Le foto che compaiono in queste pagine documentano lattivit politica e di governo di Alcide De Gasperi e in particolare le campagne elettorali per le politiche del 1948. Accanto ad esse figurano una serie di manifesti elettorali e di caricature che rendono meglio delle immagini il clima di contrapposizione frontale negli anni dellimmediato dopoguerra e del centrismo.

democrazia. Gridata e gestuale, fin troppo. Enzo Forcella, in un suo Ritratto politico del 1953, racconta un comizio che De Gasperi tenne il 4 giugno di quellanno in piazza del Plebiscito a Napoli, capitale del laurismo. Tema centrale, la legge maggioritaria, che gli elettori avrebbero dovuto far passare o bocciare nelle elezione che si sarebbero svolte domenica 7 e il cui scatto avrebbe, tra laltro, demolito ogni speranza delle destre di condizionare in futuro la Dc. La folla era immensa, ma per un guasto degli altoparlanti la voce delloratore si diffondeva fioca. Molti protestavano e si agitavano. De Gasperi, stanco e innervosito, scriveva Forcella, arriv allesasperazione. Fu udito invocare la Madonna, imprecare, minacciare di scendere lui in piazza per strozza-

GLI AIUTI USA


Una delle manifestazioni in Campidoglio a Roma per festeggiare larrivo degli aiuti americani previsti nel dopoguerra dal Piano Marshall

PIER PAOLO PASOLINI


Uno dei pi celebri manifesti del Fronte popolare (comunisti e socialisti) durante la campagna elettorale nel 1948

La morte di De Gasperi segna la fine del dopoguerra: lItalia si adegua al lutto e si prepara alla normalit della pace
Glia anni della rabbia 1962

della piazza. Il mio discorso fu di una protervia inaudita. Dur ore. Ricordo che ogni tanto De Gasperi si affacciava da un balcone posto su un altro lato della piazza: si affacciava e tornava indietro. In cuor mio me la ridevo. Ero riuscito a innervosirlo. Come pu intuire feci dellostruzionismo elettorale. Intendiamoci: nel mio discorso non cera solo questo, ero francamente imbevuto di ideali socialisti che cercai di sostenere durante il comizio. Per dirla in breve, De Gasperi non riusc a tenere interamente il suo discorso elettorale. Parl, ma dovette essere stringatissimo, ero riuscito a spingerlo verso le pri-

me ore della sera e non poteva contare sulla illuminazione artificiale. Un altro politico mi avrebbe detestato, lui invece il giorno dopo volle conoscermi. Ci incontrammo e ci stringemmo la mano. Compresi a quel punto la grandezza di questo leader, privo di risentimento e di acredine verso lavversario. Il declino di De Gasperi fu opera dei fanfaniani. E la sua scomparsa politica, prima ancora che fisica, stata una grave perdita per la democrazia italiana. Dalla sua sconfitta nato il partito-Stato, la Dc che per decenni ha condizionato il paese e preso tutto quello che cera da prendere.

VITTORIO FOA

Era ricco di senso dello stato italiano. Era il centro: doveva assicurare la continuit col passato senza chiudere il futuro
Questo Novecento 1996

re i disturbatori. La confusione era al culmine. I fascisti e i monarchici avevano lanciato fra gli spettatori una quantit di topi vivi, provocando un panico facilmente immaginabile. Cero anchio in quella piazza incandescente. Ricordo che lindomani il Roma, quotidiano di Achille Lauro, scambiando stizzosamente linvocazione del leader trentino alla Madonna con un moccolo, titol in prima pagina: Lorrenda bestemmia del presidente. Quella fetta di opinione che verr definita la maggioranza silenziosa i moderati, gli scettici, gli impauriti ad ogni livello di censo sera riconosciuta nel clero e nelle sue braccia secolari, dallAzione cattolica ai Comitati civici. Dio, nel 1948, sera modernizzato trovando in un gesuita, padre Riccardo Lombardi, il suo megafono. Un dirigente comunista ed ex direttore dellUnit, Velio Spano, aveva inventato una sigla, la Fodria che distesamente significava le forze oscure della reazione in agguato evocativa di un nuovo regime strisciante. In agguato per la verit (lavremmo appreso pi tardi) si stava da ambo le parti: a unorganizzazione armata di sinistra, erede della Volante rossa, si opponeva una rete paramilitare bianca, detta Avanguardia cattolica, suddivisa in Vedette, Gruppi di ordine, Squadre volanti. Ai suoi aderenti papa Pio XII aveva concesso unudienza nel gennaio del 48, ma ancora nel 55 Giovan Battista Montini, nuovo arcivescovo di Milano, paragon Avanguardia cattolica a una spada dietro larmadio. Cio a unarma da conservare in luogo appartato, per ogni evenienza. Se nonostante lattentato a Togliatti e le ruvidezze poliziesche, a volte tragiche, di Mario Scelba le armi poterono arrugginirsi in relativa tranquillit, perch nelle pieghe del quadro appena descritto si annidava un Paese non cos totalmente rudimentale e truculento. In quella zona di frontiera della guerra fredda, come molti allora consideravano lItalia, il diffuso manicheismo presentava delle crepe, nascondeva sacche di responsabilit e di senso dello Stato. Antonio Ghirelli, comunista allepoca e autore sei mesi fa di un volume intitolato Democristiani, definisce miracoloso il primo decennio del dopoguerra. E fa un esempio decisivo: dopo che, nel 1947 De Gasperi escluse le sinistre dal governo, i rappresentanti di quei partiti continuarono a lavorare per dotare lItalia di una Costituzione concordata e solidale. Quello che si convenuto di chiamate propriamente il miracolo italiano era ancora di l da venire. Ma se nera intravisto un solido anticipo.

I LIBRI
GIORGIO TUPINI Alcide De Gasperi. Un popolare mitteleuropeo Quattroventi 1995 NICO PERRONE De Gasperi e lAmerica, Sellerio 1995 CARLO VALLAURI I partiti italiani. Da De Gasperi a Berlusconi, Gangemi 1994 ALCIDE DE GASPERI Lettere dalla prigione, Marietti 2003 Europa. Scritti e discorsi, Morcelliana 2004 Cara Francesca. Lettere, Morcelliana 1999 Scritti di politica internazionale (1931-1938), Libreria Editrice Vaticana 1981 LItalia atlantica, manifestolibri 1996 PIETRO SCOPPOLA La proposta politica di De Gasperi, Il Mulino 1988 PAUL GINSBORG Storia dItalia dal dopoguerra a oggi, Einaudi 1989 SILVIO LANARO Storia dellItalia repubblicana. Leconomia, la politica, la cultura, la societ del dopoguerra agli anni 90, Marsilio 1997

Fondatore Eugenio Scalfari

Direttore Ezio Mauro


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Anno 29 - Numero 195

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mercoled 18 agosto 2004


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Berlusconi e Blair telefonano al presidente Usa. Anche il Vaticano media per evitare il bagno di sangue a Najaf

La Pellegrini sul podio della Calligaris

Bush, trattare in Iraq


La notte di battaglia a Nassiriya, migliora il carabiniere ferito
Moqtada Al Sadr rifiuta di incontrare la delegazione di Allawi: Prima via gli americani
NASSIRIYA Dopo la notte di battaglia a Nassiriya, migliorano le condizioni del carabiniere ferito. Ma la tensione nella cittadina dove dispiegato il contingente militare italiano resta altissima. Dalla Sardegna telefonata congiunta da parte di Berlusconi e Blair a Bush: SullIraq bisogna trattare per assicurare la protezione dei luoghi santi. E, mentre vi sono stati attacchi anche contro i britannici a Bassora, il Vaticano pronto a uniniziativa diplomatica per evitare il bagno di sangue a Najaf. Il leader sciita Moqtada Al Sadr ha comunque rifiutato di incontrare la delegazione del governo inviata da Bagdad, considerando i mediatori servi degli americani. Intanto lUlivo chiede che il presidente del Consiglio risponda in Parlamento della situazione irachena e critica lapparizione del premier in bandana. BELLU, BOLZONI, CASADIO DEL RE, LONGO e JERKOV DA PAGINA 2 A PAGINA 7

Dopo32anni ilnuotoargento conunasedicenne


Bronzo nella staffetta rivincita degli azzurri

IL CASO

Il premier billionaire
MICHELE SERRA
SSERE qui a interrogarci sulla bandana di Berlusconi non esattamente quello che avremmo sperato di fare nella nostra vita adulta. Evidentemente, ognuno ha i rovelli che si merita. A noi tocca, da qualche anno, soprattutto verificare e controllare, giorno dopo giorno, che gli elementi di commedia rimangano prevalenti, nella vicenda italiana contemporanea, rispetto a quelli potenzialmente tragici. Da questo punto di vista, il Bandana-Day un segnale abbastanza controverso. Da un lato tranquillizza: difficile immaginare un uomo con la bandana asserragliato a Palazzo per indire un golpe al massimo star covando un gavettone. Dallaltro inquieta, come accade ogni volta che un uomo di potere d segni percettibili di squilibrio. SEGUE A PAGINA 15

Un blindato dei Carabinieri a Nassiriya

Sui mercati pesano lIraq e il crac della societ russa. Borse in tensione in attesa dello sbarco di Google

Yukos nel caos, il petrolio a 47 dollari


ANDREA GRECO A PAGINA 25

LE IDEE

Roccaraso, aperte 2 inchieste. Il Polo allattacco dei giudici: Ora il Csm deve indagare

La Riforma che viola le garanzie


ANDREA MANZELLA
A RIFORMA costituzionale ora appesa a un gancio. Per riprenderla a settembre, con tempi razionati: come per lepilogo del dibattito. Ma questo, in verit, non neppure cominciato. Perch finora, nessuno ha scritto la prima pagina necessaria per intavolare un corretto discorso sulla costituzione e sul costituzionalismo. La pagina che parla delle garanzie e dei limiti della maggioranza. Qualsiasi attento cittadino sa ormai che nel 1994, quando cambiato il sistema elettorale, anche crollato un equilibrio di sistema. Era il sistema delle garanzie creato dalla nostra Costituzione del 1948, sul presupposto di una legge elettorale e di un parlamento elettorale proporzionali. Venuto meno quel presupposto, la barca della Costituzione da allora sbandata. Prima di pensare di aumentarne la velocit e di fare qualsiasi altra operazione a bordo, necessario perci raddrizzarla. una cosa che sembra assai facile a capirsi. Eppure non la vogliono capire in tanti. Vale allora la pena ripetere che la legge elettorale maggioritaria con i suoi effetti bipolari, spacca in due il Parlamento; la coalizione di governo non si forma nel Parlamento ma prima del Parlamento. Ci ha significato la decadenza di tutta una serie di garanzie radicate nel vecchio Parlamento: dai livelli di maggioranza richiesti per eleggere le supreme cariche dello Stato alle riserve di legge per la tutela de diritti fondamentali, dalle condizioni per approvare i regolamenti delle Camere alla stessa generale condizione dellopposizione. SEGUE A PAGINA 14

Sindacosuicida,buferainProcura
Castelli accusa i pm : A volte c volont persecutoria
GESTO ESTREMO CONTRO IL DIRITTO
FRANCESCO MERLO
VEVA una bellissima faccia il sindaco suicida, Camillo Valentini, tra lironia dinoccolata di Yves Montand e la profondit triste di Albert Camus, una faccia di tormento e di passione, di distacco e di partecipazione. Guardate le sue foto: sicuramente era uno di quegli uomini che le cose le prendono di faccia. SEGUE A PAGINA 15

Federica Pellegrini

dal nostro inviato MAURIZIO CROSETTI ATENE E FIGLIE che accompagniamo a nuoto diventano grandi allimprovviso, e magari vincono una medaglia dargento alle Olimpiadi. Hanno sedici anni come Federica Pellegrini, campionessa di muscoli, sfrontatezza e grazia, sembrano bambine e invece sono tigri con le unghie dipinte, per lo sguardo ancora da piccole quando si morsicano il labbro per lagitazione. Medaglia storica nei 200 stile libero 32 anni dopo Novella Calligaris, e nel giorno del nuoto azzurro riemerso arriva anche il bronzo nella staffetta 4x200 uomini, cio la banda di Rosolino che pareva inabissata. SEGUE A PAGINA 43 SERVIZI NELLO SPORT

SULMONA Procura di Sulmona nella bufera per la morte di Camillo Valentini, sindaco di Roccaraso: linchiesta sulle tangenti s mossa tra sostituzioni, ferie e incompatibilit. Lautopsia ha confermato il suicidio, ma si accende un faro sul carcere di Sulmona e si punta sullipotesi distigazione. Anche il ministro della Giustizia Castelli chiede dindagare: in un anno 4 decessi. Sul ritorno delle tangenti lex procuratore capo di Milano Borrelli dice: Con Mani Pulite unoccasione persa. Il caso forse al Csm. COLAPRICO DE LUCA e VINCI ALLE PAGINE 10 e 11

Lavori iniziati di notte. Gli agenti portano via di peso il sindaco

Blitz per linceneritore di Acerra tensione tra polizia e cittadini

Gli scontri ad Acerra DANTONIO, LUCARELLI e SANNINO A PAGINA 9

DIARIO

Cinquantanni fa moriva il grande statista democristiano: storia di una campagna elettorale

Cos De Gasperi si gioc il 48


CON REPUBBLICA
GIAMPAOLO PANSA
HI LO conosceva, Alcide De Gasperi, prima della campagna elettorale per il 18 aprile 1948? Se debbo fidarmi dei miei ricordi di dodicenne, non tantissimi tra gli italiani del tempo. Ma nella nostra famiglia larga, e appassionata di politica, il capo della Dc era una figura sempre presente nei dibattiti serali, attorno al tavolo della cucina. Agli uomini, tutti rossi, socialisti o comunisti, De Gasperi non piaceva per niente. SEGUE A PAGINA 36 AJELLO, GNOLI e SCOPPOLA ALLE PAGINE 35, 36 e 37

CON REPUBBLICA

Luned 30 agosto in regalo il 1 volume de La Storia


Il 1 volume dellopera in 16 tomi di 800 pagine e con 8 mila immagini a colori

in edicola Storia straordinaria di Schlemihl


Lopera di von Chamisso, 35 volume della collana dell800, a richiesta a soli 7,90 euro in pi

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