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II.

SCHEDE DI LIBRI E ARTICOLI (a cura di Daniela Manetti)


Orazio Cancilia, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Milano, Bompiani,
2008, pp. 735.
Nel 2006 David Landes pubblico un volume intitolato Dynasties, tradotto l'anno
seguente in Italia (Dinastie. Fortune e sfortune delle grandi aziende famigliari, Milano,
Garzanti, pp. 426, vedi ``Le Carte e la Storia'', 2008, n. 1), muovendo dall'osserva-
zione che gli storici economici si sono dedicati piu allo studio dell'ascesa e del declino
delle grandi societa che delle imprese familiari, quando ed e un dato sorprendente
il 90% delle aziende americane e quasi altrettante di quelle europee sono su base
familiare e occupano, rispettivamente, la meta e i due terzi della forza lavoro.
Poiche questo e ancora piu vero per il caso italiano, caratterizzato da un capitali-
smo personal-familiare, lo studio di Cancilia frutto peraltro di un lavoro ventennale
in numerosi archivi, inclusi quelli dei principali istituti bancari merita una partico-
lare attenzione.
Se il nome dei Florio e ricordato oggi sia nel nostro Paese che all'estero per una
nota marca di liquori e per una corsa automobilistica tra le piu antiche d'Europa, la
Targa Florio, nell'immaginario collettivo meridionale e ancor piu siciliano e entrato
nella leggenda e nel mito. I Florio rappresentano gli uomini simbolo delle capacita
imprenditoriali del Meggiorno e un tempo nostalgico in cui anche al Sud fiorivano
iniziative industriali di successo. Nella seconda meta dell'Ottocento, nel campo
della navigazione mercantile, i loro cento piroscafi solcavano i mari del mondo e
i loro prodotti (soprattutto vini e tonno in scatola) erano apprezzati anche all'e-
stero. Come scrisse agli inizi degli anni Novanta Maurice Aymard, la vicenda dei
Florio si identifica ``con quella della Sicilia pre e post-unitaria, cioe della Sicilia
delle grandi speranze, delle attese frustrate e delle illusioni perdute (...) Questo
incontro fra un destino familiare e quello dell'isola da forza e durata al mito che essi
incarnano''.
La loro storia viene ricostruita a partire dalle origini nella seconda meta del XVII
secolo in uno sperduto paesino dell'Aspromonte, Melicucca del Priorato, dove mastro
Tommaso, fabbro ferraio, si occupava principalmente della ferratura dei quadrupedi; il
figlio emigro a Bagnara, sulla costa, finche il terribile terremoto del 1783 costrinse
molti maschi a trasformarsi in ``ambulanti del mare'', in giro per il basso Tirreno fino
alla Sicilia, dove su piccole imbarcazioni trasportavano soprattutto droghe acquistate a
Marsiglia, Genova e Livorno. Ebbe cos

inizio la loro attivita che si espanse con il


trasferimento a Palermo, dove con Ignazio, fondatore della Navigazione Generale
Italiana nel 1881, la famiglia raggiunse i vertici dell'ascesa sociale e dell'alta societa
internazionale. Amici personali di principi e monarchi, proprio negli anni della belle
epoque, quelli degli splendori della famiglia e della bellissima moglie di Ignazio, donna
Franca Florio, si posero le premesse della dissoluzione del loro immenso impero eco-
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nomico che, tra riprese e nuove cadute, si consumera lentamente fra il 1908 e il 1935,
lasciandoli infine nella miseria piu penosa.
Il volume dedica ampio spazio alle attivita economiche e agli investimenti della
famiglia che, dall'iniziale commercio delle droghe, riguardarono poi numerosi settori,
dall'industria dello zolfo alle compagnie di navigazione, dalla fabbrica di ceramiche ai
cantieri navali, dall'industria alberghiera alla manifattura tessile, per ricordare solo
alcune iniziative imprenditoriali. Queste sono inserite nel piu generale contesto sici-
liano, nazionale e internazionale e nelle relative dinamiche economiche; ed e rico-
struita la fitta rete di relazioni e legami politici, da quelli con i ministri borbonici,
che favorirono la prima concessione del servizio postale sovvenzionato, a quelli con il
governo italiano (da Crispi a Sonnino, da Giolitti a Mussolini).
Michela Nacci, Storia culturale della Repubblica, Milano, Bruno Mondadori, 2009,
pp. 149.
Per delineare la storia culturale del nostro Paese dal secondo dopoguerra a oggi,
l'Autrice analizza idee, istituzioni ed intellettuali, ma in realta ``mette insieme l'ere-
dita di Benedetto Croce e il trash, la memoria di Mussolini e gli effetti della televisione
sulla cultura, Augusto Del Noce e i neocapitalisti''. Il concetto di cultura a cui fa
riferimento riguarda esclusivamente la produzione, diffusione e trasmissione di idee
che avviene in apposite fondazioni, attraverso le scuole, l'editoria tradizionale e quella
elettronica e i loro mutamenti, ma tiene conto del suo ampliamento nelle pratiche del
quotidiano e fra gli studiosi (fino a comprendere la moda e il turismo enogastronomico)
e dei suoi rapporti con la cultura di massa e i suoi strumenti (la televisione soprattutto).
In altre parole, il volume, assai ricco di spunti, mira a rispondere a tre tipi di
domande: che cosa e stata la cultura italiana, chi l'ha prodotta, come cio e avvenuto. E'
diviso in due parti. La prima (Questioni di identita, Compagni e compagni di strada,
Vergini idee, non sempre casti appetiti, Intellettuali: sopra e dentro la mischia; Politica e
cultura, Da chierico a giornalista) assume come punto di riferimento il fascismo (ma
sono centrali anche l'influenza del marxismo e il rapporto con il Pci) e occupa il
periodo che va dalla Liberazione agli anni Settanta - visti come una cesura -, affron-
tando i nodi del carattere spiccatamente intellettuale della Repubblica, della ricerca di
una identita della cultura nazionale, della definizione del nostro intellettuale tipico. La
seconda (Molte Americhe, Destra, sinistra, Strumenti e istituzioni, Di che cosa e fatta la
cultura?, Autori, prodotti, soggetti, L'epoca e il suo spirito) ha un andamento espositivo
differente e privilegia piuttosto che i singoli autori o le singole opere - le questioni
che attraversano tutta la Repubblica, ma in particolare dagli anni Settanta ai giorni
nostri.
Emanuela Scarpellini, L'Italia dei consumi. Dalla Belle E

poque al nuovo millennio,


Roma-Bari, Laterza, 2008, pp. IX-316.
I beni di consumo sono apparsi a societa diverse dalla nostra e, in particolare, a
quelle non sviluppate, come l'aspetto piu macroscopico ed anche piu desiderabile della
moderna civilta occidentale. Tuttavia, nonostante la sua rilevanza e la sua pervasivita,
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ha ricevuto relativamente scarsa attenzione o, almeno, ``non e stato considerato come
una categoria autonoma degna di entrare nella `narrativa' della storia contemporanea''.
Questo e, invece, quanto si propone di fare l'Autrice che guarda al consumo come un
elemento centrale nella vita del nostro Paese, dalla lotta contro la poverta dei governi
liberali postunitari, durante il fascismo (quando entra nella politica di italianizzazione
del regime e nell'autarchia), nei lunghi decenni repubblicani, fino ad arrivare alle
politiche del welfare e ai movimenti del consumo critico dei nostri giorni. La tesi
centrale del libro e che ``la cultura materiale legata ai consumi si e dimostrata in grado
di strutturare la societa, di marcare i confini di classe, genere, generazione e le diffe-
renziaioni regionali; ha avuto riflessi nel mondo dell'arte e della letteratura; e stata
parte integrante dei processi di produzione economica, come pure del mondo commer-
ciale; infine ha ispirato le politiche di governo''. Una storia dei consumi, dunque, che si
snoda in parallelo con le grandi linee di sviluppo della storia politica, economica,
sociale e culturale. A tal fine, l'Autrice si e concentrata principalmente sui beni ma-
teriali e in parte su quelli immateriali e i servizi, purche fossero davvero alla base della
vita quotidiana; non si e limitata alla fase finale del consumo, l'acquisto e la `distru-
zione' del bene, ricostruendone il ciclo completo - si vedano le pagine dedicate al
mondo della produzione e agli spazi del commercio (mercati, negozi, botteghe, grandi
magazzini); ha utilizzato una prospettiva interdisciplinare allo scopo di ricreare le
molteplici sfaccettature delle pratiche di consumo; si e misurata con il carattere forte-
mente transanazionale del mondo del consumo (le merci circolano, le tecnologie si
trasferiscono, i modelli e gli spazi di vendita si internazionalizzano, i consumatori si
spostano).
Riguardo, infine, alla questione se sia possibile parlare di una vera e propria
rivoluzione dei consumi e, in caso di risposta affermativa, in quale periodo essa si
collochi, ha individuato, piu che un unico momento in cui i consumi `esplodono', una
serie di tappe significative tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del XXI secolo. In altre
parole, ``come un filo rosso, i consumi corrono lungo tutte le vicende del paese,
contribuendo a creare un'identita e a dare un linguaggio comune agli italiani''.
Eventi culturali e sviluppo economico locale. Dalla valutazione d'impatto alle implicazioni
di policy in alcune esperienze umbre, a cura di Bruno Bracalente e Luca Fer-
ruccini, Milano, Franco Angeli, 2009, pp. 291.
Il volume e pubblicato nella collana ``Economia e management della cultura e
delle arti'' nata su iniziativa dell'International Center of Art Economics (ICARE),
creato nel 1991 dall'Universita Ca' Foscari e dall'Istituto Universitario di Architettura
di Venezia (IUAV) che costituisce un utile strumento per approfondire i meccanismi
materiali della produzione, distribuzione e consumo delle attivita e dei beni artistici e
culturali. Questa ricerca muove dalla necessita di un'organica riflessione teorica e
metodologica, a partire da esperienze concrete, sul tema della valutazione economica
dell'impatto a livello locale degli eventi culturali, di grande importanza per l'Italia e
non solo per gli studiosi, ma anche per i policy makers, gli operatori economici e le
community locali. Essa colma una lacuna, in quanto le verifiche empiriche su casi
specifici da noi sono state rare; non si tratta, infatti solo di valutare gli effetti econo-
mici della spesa dei turisti attratti dagli eventi culturali (questione sempre piu indagata
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anche nel nostro Paese), ma di esaminare diversi altri aspetti relativi alla fase dell'or-
ganizzazione degli eventi, da cui pure dipende la capacita degli stessi e della relativa
spesa di essere un reale volano dello sviluppo locale (analisi dei loro costi e ricavi,
forme di finanziamento, completezza o carenza delle filiere di approvvigionamento di
beni e servizi attivate localmente). I saggi del libro, effettuati da economisti, statistici
ed aziendalisti, riguardano una citta, Perugia, e una regione, l'Umbria, caratterizzata
da un assetto insediativo fondato su piccoli centri urbani e su un capitale sociale,
consolidatosi storicamente, che ha stimolato la nascita di un diffuso associazionismo
locale promotore di molteplici eventi collettivi, talvolta assai dispensiosi, ma in grado
di contribuire a mantenere l'identita dei suddetti centri. Si tratta di iniziative ricor-
renti, quali il Festival dei Due Mondi e Umbria Jazz, oppure di episodiche mostre, che
hanno rafforzato la capacita di attrarre i flussi di turismo culturale. In particolare,
l'attenzione degli Autori si e rivolta a monitorare e a stimare la ricaduta economica di
tre principali manifestazioni culturali e di spettacolo organizzate negli ultimi due anni
a Perugia: il festival musicale Umbria Jazz e le mostre Pintoricchio e Da Corot a Picasso,
da Fattori a De Pisis. La convizione, sul piano generale, che esiste un legame virtuoso
fra politica culturale e crescita economica si e tradotta, dati alla mano, nella conferma
che esse, oltre a rappresentare uno straordinario veicolo promozionale e d'immagine, si
confermano anche un potente stimolo alle attivita legate non soltanto al turismo, ma
anche, ad esempio, al commercio e all'artigianato.
I contributi che consentono di riflettere sulle potenzialita del terziario, di cui il
turismo e componente essenziale, per favorire l'espansione dell'economia umbra
sono: Eventi culturali e sviluppo locale: una introduzione (dei curatori); Il turismo cultu-
rale: una risorsa per lo sviluppo economico locale (Cecilia Chirieleison); Il festival musi-
cale Umbria Jazz (Cecilia Chirieleison, Massimo Cossignani, Luca Ferrucci e Marina
Gigliotti); La mostra del Pintoricchio e La mostra Da Corot a Picasso, da Fattori a De
Pisis (entrambi ad opera degli stessi); La segmentazione dei visitatori (Massimo Cossi-
gnani e Maria Giovanna Ranalli); L'impatto economico della spesa (Bruno Bracalente e
Massimo Cossignani); Eventi culturali, sviluppo economico locale e implicazioni di policy
(Bruno Bracalente e Luca Ferrucci); Appendice. La metodologia delle indagini campio-
narie sui visitarori (Maria Giovanna Ranalli).
Dal petrolio all'energia. ERG 1938-2008. Storia e cultura d'impresa, a cura di Paride
Rugafiori e Ferdinando Fasce, Roma-Bari, Laterza, 2008, pp. 575.
La ricerca e stata promossa dalla Fondazione Edoardo Garrone, che porta il nome
del fondatore della ERG, a settant'anni dalla nascita dell'impresa. Essa rappresenta
una vicenda imprenditoriale di successo nel ramo energetico e petrolifero: una piccola
azienda di raffinazione, nata nel 1938, che si trasformera, dopo un percorso non
lineare e dagli esiti non scontati, in un gruppo integrato di dimensioni europee. Il
volume e il risultato di un duplice approccio: da un lato, si concentra sui livelli
imprenditoriali e manageriali, senza dimenticare la realta economica, sociale e politica
esterna, peraltro decisiva per comprendere appieno le dinamiche del settore; dall'altro,
presta molta attenzione alle componenti culturali (idee strategiche, valori diffusi,
percezioni e immagini proiettate sull'esterno), viste in stretta connessione con gli
aspetti contabili e amministrativi.
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Il lavoro si avvale di molteplici fonti d'archivio inedite ricordiamo, a titolo
esemplificativo, la documentazione conservata presso l'Archivio Storico ERG, l'Archi-
vio Storico ENI, l'Archivio dell'Unione Petrolifera, l'Archivio Storico della Camera di
Commercio di Genova, il British Petroleum Archive e le carte delle famiglie Garrone e
Profumo a cui si e aggiunta una serie di interviste a vari protagonisti.
A Riccardo Garrone si deve la Presentazione, mentre i curatori, oltre all'Introduzione
hanno scritto ERG. Progetto, organismo, immagine. 1938-1995, diviso in tre parti: L'impresa
come progetto, L'impresa come organismo e L'impresa come immagine. Seguono i contributi di
Roberto Tolaini (Petrolio e profitti: la performance del Gruppo ERG dal miracolo economico
agli anni Novanta), Alberto Clo (Discontinuita strutturali, mutamenti strategici, performance:
la ERG dopo il 1995 e I numeri di ERG), Chiara Ottaviano (Le fotografie di casa ERG).
Luciano Canfora, L'uso politico dei paradigmi storici, Roma-Bari, Laterza, 2010, pp. 125.
Scritto circa trent'anni fa, il volume tardo ad uscire perche venne respinto da quasi
tutte le case editrici ed ebbe una pubblicazione nel nostro Paese senza il primo capitolo
ed una completa in Francia, con titoli differenti che rispondevano ai temi che lo
percorrono: l'alternativa fra l'illuministica ``tolleranza'' e la giacobina ``virtu '' (ripropo-
sta su scala molto piu ampia e preocupante dalla rivoluzione comunista nel Novecento),
da una parte, e la questione di metodo relativa al nostro ``pensare i fatti storici''
(intimamente connessa al problema dell'analogia), dall'altra. Il rapporto fra i due
temi sta nel fatto che il nostro giudizio sui fatti storici e determinato dalla nostra
comprensione di essi, comprensione che avviene mediante il tipo di analogia in cui
caliamo tali fatti. Cio comporta anche il nostro schierarci rispetto ad essi, in quanto
le analogie sono sempre soggettive e sempre provvisorie. Canfora si interrogava allora se
la durevole analogia tra le due rivoluzioni (il 1789 e il 1917) non comportasse un'alter-
nativa rispetto alla quale schierarsi e si chiudeva con un dialogo fra i rappresentanti
delle due opzioni il politico e il filantropo , senza risposte ne certezze. Se il 1917
aveva fatto da volano al rcupero della fase robespierrista della rivoluzione francese, la
fine dell'Urss pose le premesse per il capovolgimento del giudizio e per l'attacco frontale
alla prima rivoluzione, mentre la liquidazione della seconda fu affidata al Libro nero del
comunismo, promosso, non a caso, in ambito francese. Le analogie, dunque, sono per
loro natura strumenti mobili e, per ragioni simili, lo sono le periodizzazioni.
Le riflessioni dell'Autore toccano i seguenti punti: L'analogia come forma della
comprensione storica; Macroanalogia, microanalogia, narrazione ``orientata''; Analogia e
politica: l'analogia diagnostica; ``Pensare'' la Rivoluzione francese: la tolleranza e la virtu ;
Tra i barbari e l'impero: analogia o cliofilia?; Il filantropo e il politico. Dopo l'Appendice,
la Conclusione su L'inquietante mestiere dello storico.
I viaggi e le memorie di Emilio Rosetti. Societa, luoghi e tecniche del XIX secolo. 1839-
1873, elaborazione, integrazione e commento di Giulia Torri, Firenze, Edizioni
Polistampa, 2010, pp. 349.
Cattedratico giovanissimo a Buenos Aires nel 1865, appena laureatosi ingegnere
nel futuro Politecnico di Torino, uomo di scienza, figlio del positivismo, ma anche
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dello spirito dell'illuminismo, come furono tutti i viaggiatori del XIX secolo, corag-
giosi, animati dal desiderio di scoprire e di conoscere, Rosetti tocco tutti i continenti
per quasi 480.000 km, in treno, in nave e pure a dorso di mulo. Amante di ogni tecnica
e del sapere in genere, le sue memorie (1839-1908) ``descrivono un viaggio sterminato,
nel mondo dell'Ottocento (...) sono l'opera di un narratore dell'altrove (...) per passione e
per professione e, su questa via, attraversa e scompiglia geografie e citta''. Una testi-
monianza eccezionale raccolta in oltre 1.500 pagine manoscritte inedite che sono state
elaborate, integrate e commentate dalla ricercatrice Giulia Torri. Il risultato e un'o-
pera in quattro volumi, di cui questo costituisce il primo, che colma un vuoto di
conoscenza nel nostro Paese, mentre Rosetti e notissimo in Argentina, se non altro
per aver fondato la facolta di Ingegneria della capitale e aver realizzato numerose opere
pubbliche. I suoi diari ai quali si aggiungono centinaia di documenti originali,
raccolti e custoditi dallo stesso protagonista (disegni, mappe, cartoline illustrate) - ci
aiutano a comprendere il mondo di allora, spaziando dagli aspetti economici alle
abitudini alimentari, dalle realta sanitarie agli usi e costumi del tempo, in un caleido-
scopio di informazioni, sorrette da un apparato critico molto accurato.
La suddivisione in capitoli, con i relativi titoli, e una scelta di pratica organizza-
zione del materiale, estranea ai manoscritti di Rossetti, mentre le glosse a margine del
testo sono originali e costituiscono, quindi, parte integrante del racconto che si snoda
attraverso L'origine del cammino, Sull'oceano, El padre de la ingenieria argentina, Sca-
lando le terrazze celesti, Il ritorno, Il bel cielo d'Italia, Profumi d'Oriente, Verso nord,
Ancora oceano, La solita tarea.
Cristina del Mare, Mirabilia coralii. Capolavori barocchi in corallo tra maestranze
ebraiche e trapanesi, Napoli, arte'm, 2009, pp. 239.
Nel 1996, su iniziativa della Banca di Credito Popolare, prese avvio un percorso
storico culturale che si concretizzo nel progetto Le Vie del Corallo, focalizzato sugli
aspetti che hanno dato origine alla grande tradizione artistica della lavorazione del
corallo nel nostro Paese, come ha evidenziato la recente mostra Mirabilia coralii.
Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo, tenutasi a
Palazzo Vallelonga, Torre del Greco, 12 dicembre 2010 30 gennaio 2011.
Seguendo le tappe storiche, commerciali e umane dal lontano Oriente fino al
Mediterraneo, sono stati messi in luce alcuni elementi ricorrenti nelle attivita connesse
alla preziosa gemma. Uno di questi e costituito dalla presenza di molte comunita
ebraiche impegnate nella pesca, nella commercializzazione e nella lavorazione del
corallo, sia in varie parti d'Italia che all'estero (vedi, ad esempio, il Maghreb, lo Yemen
o citta come Delhi e Samarcanda). Molti artigiani ebrei del corallo in Algeria o in
Marocco furono gli ultimi eredi della diaspora ebraica del 1492 dall'Andalusia e dalla
Sicilia. Da quella antica diaspora ebraica siciliana si ramificano, infatti, tracce che
hanno condotto ad una nuova lettura sulla genesi del commercio e delle manifatture
di corallo. Dal Cinquecento ebrei trapanesi si stabilirono nel Regno Napoletano,
fissando propri fondaci, mentre gruppi di ebrei siciliani si diressero a Livorno e a
Genova, dove nacquero altri nuclei di artigiani che si dedicarono a nuove forme di
lavorazione del corallo, definendo scuole e stili che si svilupparono dalla seconda meta
del Settecento a tutto il secolo successivo.
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Con testo a fronte in inglese e un bellissimo quanto vasto apparato iconografico, il
volume, dopo la Presentazione di Antonino De Simone, contiene: Corallo in Sicilia
dall'XI al XVII secolo: mercanti, tradizione e maestranze ebraiche della curatrice; L'arte
del corallo a Trapani (Maria Concetta Di Natale); Mirabilia Coralii; un'Appendice de-
dicata a Il trionfo del corallo e la Bibliografia.
Pietro Cafaro, La ragione e l'anima. Radici ideali e realizzazioni nella storia della
Federazione toscana BCC, Figline Valdarno (Firenze), Tipografia Sartimagi,
2009, pp. 284.
Il volume ripercorre i cinquant'anni della storia della Federazione toscana delle
Banche di Credito Cooperativo la prima Federazione regionale a ricostituirsi dopo la
guerra (luglio 1959) che e stata un laboratorio di pensiero per l'intero sistema del
Credito cooperativo, ``una prima palestra per l'organizzazione in una logica di sussi-
diarieta'' e, aggiungiamo, di solidarieta.
Il ``sistema a rete'' del Credito cooperativo affonda le proprie radici nella dottrina
sociale della Chiesa. Le Casse rurali italiane (poi Banche di Credito Cooperativo) sin
dal 1978 vale a dire circa venti anni prima che il meccanismo di garanzia dei
depositanti diventasse obbligatorio dettero vita al Fondo Centrale di Garanzia,
una forma di tutela ``solidaristica'' della stabilita delle banche. A tutto questo e da
ricondurre anche il recente Fondo di Garanzia Istituzionale delle BCC che costituisce
la piu idonea forma di integrazione tra banche locali autonome, inserite in un sistema
``a rete''. Le Banche di Credito Cooperativo, infatti, hanno da sempre optato per un
modello organizzativo ``federale'', basato su logiche di rete che sono l'opposto dei
gruppi gerarchici ad organizzazione verticale.
Il volume si snoda attraverso i seguenti temi: Radici profonde di un progetto; Una
rete di imprese solidali; Un decennio di preparazione; La creazione della Federazione
toscana: da anomalia a prototipo del sistema Federcasse; Gli anni '60: il completamento
del sistema federale; Un difficile passaggio di consegne: le scelte ed il carisma di Enrico
Parrini; Renzo Zelari: un ``Orazio Ceccarelli'' per l'ultimo `900; Conclusione: dal passato al
futuro; infine, un'Appendice di documenti, documenti conservati presso l'Archivio
Storico della Federazione toscana della BCC.
Daniela Manetti
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