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ig ie n e e s i c u r e z z a d e l l a v o r o
Lo tta te c n i c a c o n tr o l 'i n qu i n a me n to
n e l l 'i n d u s tr i a s i d e r u r g i c a
Situazione: 1 gennaio 1980
EUR 5977 DE, EN, FR, IT, NL
Nu o v a e d i z i o n e
COMMISSIONE DELLE COMUNIT EUROPEE
ig ie n e e s i c u r e z z a d e l l a v o r o
Lo tta te c n i c a c o n tr o l'in qu in amen to
n e ll'in d u s tr ia s id e r u r g ic a
Situazione: 1 gennaio 1980
Documento elaborato dai signori
Alfred FUNCK, ARBED
e
Gerhard WILL, Commissione delle Comunit europee
Direzione generale Occupazione ed affari sociali
EUR 5977 DE, EN, FR, IT, NL
1981 Nu o v a e d i z i o n e
Pu bbl i c a to d a l l a
COMMISSIONE DELLE COMUNIT EUROPEE
Dir e z io n e g e n e r a le me r c a to d e l l 'i n fo r ma z i o n e e in n o v a z io n e
Btime n t Je a n Mo n n e t
LUXEMBOURG
AVVERTENZA
i j i u'iimisi'one eile Comunit europee, ne alcuna persona che agisca per
conio, e responsabile dell'uso che dovesse essere fatto delle informazioni
che seguono
La presente pubblicazione edita anche nelle seguenti lingue
' DE ISBN 92-825-2658-5
EN ISBN 92-825-2659-3
FR ISBN 92-825-2660-7
NL ISBN 92-825-2662-3
Una scheda bibliografica figura alla fine del volume
Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunit europee.
1981
CECA-CEE-CEEA, Bruxelles-Lussemburgo, 1981
Printed in Belgium
ISBN 92-825-2661-5 N. di catalogo: CD-NQ-81-004-IT-C
Indice
INTRODUZIONE 1
COMPENDIO GENERALE 3
CAPITOLO 1 - LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO 19
- Misurazione e registrazione mediante il "KONTITEST" della
concentrazione di polveri silicogene, tossiche e pericolose
(PS 158) 19
- Studio degli influssi esercitati sul conteggio delle parti-
celle di polvere dalla sovrapposizione di particelle e dall'
ambiente in cui si trovano le particelle durante il conteggio
(PS 175). 22
- Studio con microscopio elettronico di polveri respirabili
sprigienate nell' industria siderurgica (PS 229) 24
- Telecontrollo delle propriet dei gas non trattati emessi dalle
acciaierie all'ossigeno (PS 254) 25
- Effettuazione di misurazioni sulle particelle solide in sos-
pensione nell'atmosfera nelle vicinanze degli stabilimenti 27
siderurgici (PS 261)
- Ricerca sulla correlazione esistente fra i risultati ottenuti
mediante sei apparecchiature per il prelievo di campioni di
polveri sedimentabili o "precipitate" (PS 272) 29
- Messa a punto di un metodo di valorizzazione delle misurazioni
d'inquinamento atmosferico nell'ambiente siderurgico (PS 231) 31
- Elementi fondamentali del programma di misurazione per il
rilevamento della distribuzione di sostanza inquinanti nell'
aria, al fine di valutare le correlazioni esistenti fra
immissione e fonti d'emissione (PS 283)
- Metodi di misurazione (PS 300) 34
- Misurazione ed analisi delle emissiono nell'aria, provenienti
dai forni da coke, con particolare riferimento alle esposizioni
del lavoratore (PS 285) 36
32
Prove su modello tramite moderni sistemi di ventilazione per
repartiforni da coke (PS 305) 38
Realizzazione di nuovi tipi di tenuta stagna per porte di forni
da coke (PS 319) 40
Indagine sulle possibilit di miglioramente delle condizioni
di Lavoro nel reparto "arrostimento" della fabbrica di pellets
della Hoogovens Ijmuiden B.V. in base allo studio dell' esten-
sione della contaminazione atmosferica in detta fabbrica per
l'influenza dei movimenti atmosferici in essa predominanti
(PS 248)
4 1
Riduzione delle emissioni di anidride solforosa, mediante
diminuzione della quantit di combustibile solido nella miscela,
in prossimit degli impianti di agglomerazione dei minerali di
ferro(PS 257) 43
Studio e controllo delle emissioni degli inquinanti gassosi
acidi, prodotti dalle agglomerazioni di minerali di ferro e
valutazione della loro incidenza sull'ambiente (PS 297) 45
Eliminazione dei vapori tossici che si sprigionano durante la
granulazione delle scorie (PS 237) 46
Eliminazione dei fumi prodotti durante la desolforazione della
ghisa in siviera di trasporto, fonte di nocumenti, per gli
operai e l'ambiente circostante (PS 256)
48
Processo tecnico per l'eliminazione dei gas di scarico
contenenti polveri durante la colata dell'altoforno (PS 288) 50
Sviluppo di procedimenti ottimali sotto il profilo tecnico e
scientifico per l'aerazione e la depolverazione nei reparti 51
della acciaierie (PS 224)
Recupero dei fumi emessi dai forni ad arco, senza combustione
e possibilit di cernita delle polveri raccolte (PS 290) 54
Studio della captazione tramite filtrazione a manica degli
inquinanti gassosi e granulari. Utilizzazione nell'ambito dell'
acciaieria electtrica; possibilit di estensione ad altri
reparti siderurgici (PS 298) 55
Perfezionamento del controllo dei fumi sprigionati nei forni
elettrici (PS 302)
57
Regolazione ottimale degli impianti di depolverazione di gas
di scarico nelle acciaierie elettriche (PS 309) 58
La captazione del fluoro nel procedimento di depolverizzazione
a secco dei gas residui contenenti CO, durante la fabbricazione
dell'acciaio (PS 180)
61
- Studio delle dimensioni delle particelle contenute nei fumi
rossi e possibilit d'intervento (PS 311) 63
- Studio di un sistema di depurazione e dei fenomeni ad essi
connessi per l'ottimazione della loro efficienza (PS 276) 64
- Depolverazione dei gas di scarico dei forni Martin ad elevata
carica di rottame (PS 242) 65
- Studio sulla composizione della sostanze a base di fluoro
immesse nell'atmosfera nell'industria siderurgica, al fine
di delineare una tecnica di trasformazione dei composti a
base di fluoro tossici in prodotti meno nocivi (PS 238) 6>
- Ricerca sui processi fisico-chimici di trasporto che hanno
luogo nell'emissione di gas contenenti fluoro da scorie in
fusione e da fasi solide, con l'obiettivo di reperire mezzi
per diminuire la contaminazione dell'ambiente ad opera del
fluoro (PS 255) ^
7
- Studio dell'emissione globale di ossidi di azoto negli appa-
rati di combustione industriali a gas, per lo sviluppo di
bruciatori con gas di scarico a basso contenuto di ossidi Q
di azoto (PS 226)
- Procedimenti atti ad impedire la formazione o a distruggere
i gruppi NO. presenti nei gas di scarico industriali (PS 295) ^
- Riduzione dell'emissione di prodotti inquinanti delle fiamme
industriali e dei forni, con mantenimento del rendimento
72
energetico (PS 250)
- Correlazione fra le caratteristiche di funzionamento degli
impianti siderurgici e grado di efficienza dei depolveramenti
(PS 274) 75
- Ricerca sullo schema tipo di movimento dell'aria e sulla
distribuzione della temperatura e delle concentrazioni dell'
inquinamento atmosferico in modelli di capannoni ad S dei
reparti di stagnatura della "Hoogevens Ijmuiden B.V. (PS 253) 77
- Ricerca in un parco di condizionamento bramme sull'abbatti-
mento di fumi e polveri (PS 322) 79
CAPITOLO 2 - LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO DELLE ACQUE ' 81
- Ricerca sulla elaborazione, la messa e punto e lo sviluppo
di tecniche che permettano il controllo e la sorveglianza
automatica e in continuo del grado d'inquinamento delle
acque di scarico dell'industria siderurgica, riferentesi in
una prima fase alle acque ad alto tenore di sali disciolti
s
,
(PS 252)
Dosaggio dei cianuri liberi negli scarichi liquidi e solidi
(PS 273)
8 3
Controllo di particelle solide sospese nelle acque e nei
liquidi di scarico nelle acciaierie (PS 243) 85
Messa a punto e collaudo di un rivelatore d'olio per il
controllo delle acque a pelo libero (PS 306) 87
Fenomeno della dispersione d'inquinanti emessi in mare da
scarichi, in relazione alla loro concentrazione e temperatura,
alle correnti marine, ai venti, all'andamento dei litorali 88
(PS 275)
Valutazione e riduzione dei danni provocati dallo scarico in
ambiente naturale di prodotti di condizionamento dei circuiti
di acque di raffreddamento impiegati nelle industrie (PS 303) 89
Eliminazione degli elementi inquinanti volatili presenti nelle
acque di scarico delle cokerie, in una colonna di stripping
a funzionamento automatico e continuo (PS 2 86) 91
Ricerche ulteriori sul trattamento biologico degli inquinanti
chimici contenuti nelle acque di scarico di cokeria : nitrifi-
cazione e demitrificazione biologica (PS 279) 94
Eliminazione delle concentrazioni moderate di ammoniaca e di
altri prodetti chimicamente ossidabili con cloro attivo
(solfuri, composti fendati, cianuri)in presenza di catalizza- 96
tori (PS 315)
Caratteristiche di funzionamento di un impianto per il tratta-
mento microbiologico dei liquidi di scarico di un forno da coke
in relazione a cariche di differente composizione (PS 260) 98
Miglioramento della- depurazione delle acque residue delle coke-
rie mediante modifica controllata dei parametri di funziona-
mento delle stazioni. Applicazione alla depurazione biologica
guidata (PS 287) 99
Eliminazione di fenoli e cianuri dalle acque di cokeria con
carboni attivi in scala pilota (PS 278) 102
Studio dell'eliminazione degli olii non emulsionati nelle
acque in circolazione e negli scarichi degli stabilimenti
siderurgici, in particolare di quelli che comportano lamina- 105
zioni a caldo (PS 304)
CAPITOLO 3 - LOTTA CONTRO IL RUMORE ! 09
- Riduzione alla fonte del rumore dei forni ad arco (PS 289) 109
- Ricerche sull' attenuazione del rumore e delle repercussioni
sulla rete dei forni elettrici ad arco attraverso la marcia
a corrente continua (PS 29 9) 111
- Ricerche sui meccanismi della generazione di rumori dei forni
elettrici ad arco (PS 301) 113
- Ricerca nell'acciaieria elettrica ad arco per la riduzione
del rumore e l'eliminazione dei fumi (PS 296) 114
- Ricerca sulle cause dei rumori e delle pulsazioni, nei brucia-
tori a gas per forni industriali (PS 251) 117
- Realizzazione di una batteria di microfoni per misurare e
rilevare la provenienza del suono (PS 323) 119
CAPITOLO 4 - RICICLO ED ELIMINAZIONE INNOCUA DI RESIDUI E SCORIE i
2
i
- Studio sul trattamento e sull'utilizzo dei materiali residui 121
degli stabilimenti siderurgici (PS 225)
- Metodi di riutilizzazione di trattamento di polveri e fanghi
contenenti Fe-, Zn- e Pb e derivanti dai processi di produzione
della ghisa e dell'acciaio (PS 271) 123
- Studio sulla riduzione del tenore di zinco e di piombo nei
materiali impiegati per la produzione della ghisa al fine di
evitare l'inquinamento dell'aria e dell'acqua (PS 235) 126
- Studio pilota del processo di trattamento a soda caustica per
la riduzione del tenore di zinco e di piombo nei sottoprodotti
dell'industria siderurgica (PS 313) 127
- Studio della valorizzazione dei fanghi di depurazione secondaria
dei gas di altoforno (PS 258) 129
- Trattamento dei fanghi di depurazione secondaria dei gas d'alto-
forno e di polveri di acciaieria per il recupero del piombo
e dello zinco (PS 317) 130
- Produzione di fertilizzanti fosfatici (PS 281) 132
- Produzione per pirolisi di fosfati e in particolare di un fos-
fate Ca-Al in un forno rotativo con una capacit di 800 kg/h
(PS 320)
135
Ricerca sulle cause e sui mezzi di lotta contro l'inquinamen-
to delle acque di superficie e soterranee durante la prepara-
zione, l'immagazzinaggio e l'utilizzazione dei prodotti deri-
vati dalle loppe di altoforno (PS 270) 136
Interazione tra le scorrie siderurgiche e l'acqua (PS 291) 13g
Eliminazione dell'inquinamento dei corsi d'acqua a dei luoghi
adiacenti causato dalle trafilerie, con la messa a punto di un
nuovo procedimento di decalaminazione meccanica dei fili di .
acciaio (PS 262) 140
Processo di decapaggio elettrolitico neutro in continuo per
la soluzione radicale delle nocivit industriali (PS 282) 141
Studio della combustione delle emulsioni nei laminatoi a fred-
do senza residui inquinanti l'atmosfera (PS 236) 143
Riciclaggio dei rifiuti derivanti dalla produzione di acciai
inossidabili (PS 307) 145
INTRODUZIONE
La presente quarta relazione, che riassume i risultati
di un gruppo di ricerche, si riallaccia ad una serie di rela-
zioni precedenti, che espongono un quadro sintetico dell'atti-
vit di ricerca della CECA nel settore della lotta controgl'
inquinamenti dell'industria siderurgica (*).
La Commissione delle Comunit europee particolarmente
impegnata nella protezione dell'ambiente; la prova ne che fin
dal 1957 sono stati avviati, con il concorso della CECA, i primi
lavori di ricerca per la protezione dell'ambiente nell'industria
siderurgica.
Mentre l'obiettivo dei primi programmi era sostanzial-
mente l'inquinamento atmosferico e conseguentemente la protezione
sul posto di lavoro, successivamente e, in particolare, nel corso
del terzo programme (1974 - 1978) le ricerche sono state estese
alla lotta contro l'inquinamento idrico econizo il rumore nonch
al riciclaggio o alla neutralizzazione dei materiali residui e
delle scorie.
In considerazione dell'attuale situazione di crisi profon-
da in cui si dibatte l'industria siderurgica europea, l'interesse
commune di tutti colore che collaborano a tali programmi di
ricerca si indirizza.
(*) Relazione "Lotta tecnica contro l'inquinamento atmosferico
nell'industria siderurgica"; giugno 1968.
Relazione del 30 giugno 1972 (EUR 4921)
Relazione dei 30 giugno 1977 (EUR 5977).
fra l'altro, verso la realizzazione di una protezione pi
efficace dell'ambiente, ricorrendo a tutta una serie di prov-
vedimenti economicamente sostenibili, atti a miglisrare i
processi di produzione e di trasformazione, ovvero applicando
nuovi procedimenti, evitando nel contempo di pregiudicare la
competitivit dell'industria siderurgica europea sul piano
internazionale.
Sotto tale aspetto le ricerche nel settore del riciclag-
gio delle scorie, nel rispetto delle esigenze ecologiche,assumo-
no un interesse del tutto particolare.
La presente pubblicazione offre in forma sintetica un
quadro globale della situazione al 1' gennaio 19 80, relativa
ad un complesso di 6 8 ricerche, che prevalentemente fanno
parte del 3' programma di ricerche. Alcune di dette ricerche
sono state inoltre integrate dai dati che non erano ancora
disponibili all'atto della stesura del rapporto del 30 giugno
1977.
Va infine ricordato che taluni risultati, conclusivi o
parziali, delle ricerche inserite in questo compendio sono
stati esposti nel corso di vari congressi o tavole rotonde e
quindi si ritrovano nei resoconti corrispondenti (*).
(*) -Tavola rotonda sulle cokerie, Lussemburgo 7 e 8 giugno 1977,
3 e 4 Ottobre 19 78.
-Congresso : Scorie e materiali residui nell'industria
siderurgica, Lussemburgo, 5 giugno 1978.
-Tavola rotonda sulle cokerie, Lussemburgo, 1 e 2 ottobre
1979.
-3-
COMPENIDO GENERALE
(dal 30.6.1977 all' 1'.1.1980)
Le 68 ricerche prese in esame nella presente pubblica-
zione sono state ripartite in quattro gruppi specifici :
1. Lotta contro l'inquinamento atmosferico.
2. Lotta contro l'inquinamento idrico.
3. Lotta contro il rumore.
4. Riciclaggio o eliminazione innocua di residui e scorie.
In questa sede s'intende offrire un quadro sintetico
dei risultati pi importanti in ciascuno dei quattro gruppi
citati.
Al fine di fornire agli interessati informazioni pi
precise in merito alle ricerche, nei quattro capitoli che
seguono vengono esposti succintamente i risultati di ogni
singola ricerca, ovvero la situazione dei lavori di ricerca
al 1' gennaio 1980.
1. Lotta contro l'inquinamento atmosferico
1.1. Ulteriore messa a punto dei sistemi di misura generali.
Anche nel corso del precedente secondo programma una
parte notevole dei lavori era stata riservata almigliovamento
e dall'armonizzazione degli strumenti di misura adottati. Al-
cune di tali ricerche sono'state concluse sotanto dopo la
pubblicazione del documento EUR 5977, edizione 1977, per cui
tali ricerche vanno completate con i risultati ottenuti in
epoca successiva.
Dopo lunghi anni di ricerche spesi per la messa a punto
del KONITESTS (PS 158) risultato che tale apparecchio, ade-
guatamente modificato, si presta alla misurazione continua
delle polveri globalmente presenti sui posti di lavoro, purch
in fase sperimentale si verifichino determinate condizioni
preliminari.
La tecnica appalicata alla rilevazione delle particelle
di polvere ha registrato un'ulteriore evoluzione (PS 175, 229).
D'altra parte le ricerche hanno consentito di mettere in rilievo
la presenza di alcuni parametri sperimentali che possono influen-
zare le misurazioni effettuate, quali ad esempio la determina-
zione del tenore di quarzo contenuto nelle polveri che interessa-
no le vie respiratorie, utilizzando la diffrazione a raggi X.
Vari apparecchi utilizzati per la misurazione delle poveri
depositate (PS 272) sono stati messi a confronto e si constata
un'ampia gamma di variabilit dei dati, che non consente una
buona comparabilit dei medesimi. Le ricerche hanno tuttavia
fornito elementi positivi, nel senso che sono state individuate
alcune condizioni, per le quali l'utilizzazione di apparecchi
del tipo considerato possono essere convenientemente utilizzati
nelle operazioni pratiche di controllo dei fenomeni di abbatti-
mento delle polveri.
La programmazione e l'analisi delle misurazioni interessa-
no nuovi settori di ricerca. In tale sede, grazie alla realizza-
zioni di reti di controllo dislocate nelle aree occupate dagli
stabilimenti siderurgici e in zone limitrofe, si persegue
l'obiettivo di fornire un quadro preciso dell'inquinamento ambien-
tale e possibilmente mettere in rilievo determinate correlazioni
fra l'immissione e le fonte di emissione (PS 231, 283). I metodi
operativi messi a punto nel corso della ricerca consentono, attra-
verso una sintesi matematica dei dati ricavati dalle misurazioni,
di localizzare in modo ottimale le stazioni di captazione nelle
reti di controllo e conseguentemente di ottenere di valutazione
affidabili, da utilizzare per la comparazione con i dati imposti
dalla normativa vigente. Per contro, in base ai risultati dis-
ponibili si pu' affermare che tali reti di controllo non sono
in grado di fornire elementi validi
che consentano di stabilire una correlazione fra l'immissione e
le fonti di emissione.
Parimenti, la determinazione del grado d'inquinamento
medio sul posto di lavoro dovuto alla presenza di sostanza
solide e gassose pu' essere migliorato ricorrendo a misurazioni
sistematiche su grande scala e alla successiva messa a punto di
un modello matematico, in modo tale che per un ulteriore con-
trollo indispensabile unicamente un numero limitato di misura-
zioni significative (PS 300).
1.2. Ricerche nel settore dei forno da coke, della preparazione
del minerale e degli altoforni.
Tre ricerche si sono occupate del problema di vitale
importanza rappresentato dagli inquinamenti atmosferici nell'
ambito nella marcia dei forni da coke (PS 285, 305, 319). Obiet-
tivo della prima ricerca era la determinazione del carico indi-
viduale gravante sugli addetti ai forni da coke nonch il control-
lo del rendimento di determinate misure di sicurezza (PS 285).
Nei singoli posti di lavoro sono state constatate differenze
significative tra le varie sollecitazioni dovute alla polvere
da una parte e quelle imputabili a sostanza solubili in benzolo.
Dal confronto con uno studio realizzato in America risultato
che i valori misurati erano circa la met di quelli ricavati
negli Stati Uniti.
Le misure di protezione esaminate, consistenti nell'
apparecchio di protezione individuale con elmo e autorespiratore
nonch nell'allestimento di cabine protettive climatizzata, dis-
locate in posti di lavoro fissi, hanno fornito risultati posi -
tivi. La concentrazione di sostanze nocive viene ridotta da 6
a 11 volte.
Questa ricerca ha inoltre contribuito notevolmente alla
messa a punto di alcuni metodi per il prelievo di campioni e
di analisi per la eliminazione delle sostanza nocive.
b
La realizzazione di nuove tecniche inonee all'attenuazio-
ne delle sorgenti di emissione o alla captazione delle sostanza
nocive nei forni da coke costituiscono un problema complesso
ed irto di difficolt, che pu' essere affrontato e risolto in
vari modi. Un tipo di soluzione pu' essere quella di centraliz-
zare la captazione di tutte le emissioni prodotte dalla marcia
dei forni da coke, realizzando una copertura completa del re-
parto (PS 305). Le prove sperimentali su modello 1:10 hanno gi
permesso di acquisire una conoscenza pi approfondita dei feno-
meni di propagazione nelle singole sezioni e di concretizzare
alcune proposte di soluzione probanti. In alternativa lecito
attendersi buoni risultati da coperture parziali, realizzate ad
esempio all'altezza della zona di spegnimento.
Per ridurre le emissioni, ancora piuttorsto elevate,
dagli sportelli dei forni non perfettamente stagni, sono attual-
mente in corso prove su quattro nuovi tipi di sportelli, appli-
cati a forni da 7 metri (PS 319).
Tre ricerche fra quelle promosse dalla CECA si sono orien-
tate sugli impianti di pelletizzazione e di sinterizzazione (PS
248, 257, 297). I risultati di molteplici misurazioni dell'inqui-
namento atmosferico sui posti di lavoro in un impianto di pelle-
tizzazione, hanno confermato che le concentrazioni di polvere e
di fluoruro presentano valori ampiamente al di sotto dei fattori
CMA. Le condizioni di lavoro potranno essere ulteriormente mi-
gliorate, come lecito intravedere dai risultati delle ricer-
che.
Negli impianti di sinterizzazione la ricerca si orien-
tata in particolare sull'emissione di S02. L'eventuale riduzione
di tale componente potrebbe essere realizzata cercando di atte-
nuare le percentuali di combustibili solidi con un preriscal-
damento della miscela da sinterizzare. D'altro lato si consta-
tato che il tenore di S02 nei gas di scarico non costante su
tutta la linea di sinterizzazione, bens' presenta localmente
un valore massimo caratteristico (PS 257, 297).
-7-
Nel corso di tre ricerche nel settore degli altoforni,
sono state studiate le possibilit di migliorare le condizioni
di lavoro delle fasi di granulazione della scoria, di desol-
forazione e di colata (PS 237, 256, 288). E'stato possibile
elaborare una prima documentazione dei parametri specifici
che influenzano l'inquinamento atmosferico e delle caratteris-
tiche che interessano la progettazione degli impianti per la
captazione dei gas effluenti.
1.3. Ricerche nell'ambito delle acciaierie.
In questo settore le ricerche si orientano prevalente-
mente sulle acciaierie elettriche. Particolare attenzione
stata accordata alla progettazione e alla ricerca di soluzioni
ottimali nel campo della captazione diretta e secondaria in
reparti a forni isolati e a batterie di forni (PS 224, 302,
309). Nelle nuove acciaierie elettriche in corso di allesti-
mento vengono ovviamente suggerite soluzioni progettuali diverse
da quelle applicabili ad impianti gi in esercizio (ricorrendo
ad esempio al rivestimento a tenuta stagna dei forni, ecc.).
All'attivo dello stadio attuale delle ricerche si pu'
constatare che, anche soltanto limitatamente ai risultati spe-
rimentati finora acquisiti, si dispone di un'ampia gamma di
dati relativamente alle portate di gas effluenti che si sprigio-
nano nel corso delle singole fasi produttive quali ad esempio
la fusine, 1'affinazione e la colata. Per quanto riguarda quest'
ultima fase, sono state condotte ricerche specifiche nel campo
dell'aspirazione diretta. Va ricordato che tali ricerche in
parte non sono ancora giunte a conclusione.
Altre ricerche hanno fornito nuovi risultati sulla
captazione di impurit sotto forma di gas e di polveri, ricor-
rendo a manichette filtranti (PS 298, 309)-. Nel corso di alcune
ricerche volte a stabilire il grado di separazione dei composti
fluorati, stato raggiunto un grado di captazione ottimale
per le polveri a base di sali fluorati. L'acido fluoridico
gassoso viene captato al 50%. Per quanto riguarda gli ossidi
di metalli pesanti, il grado di captazione arriva a oltre 99%.
Sono stati inoltre studiate le proDriet di vari materiali
filtranti.
e i relativi metodi di collaudo.
1.4. Ricerche di indole generale sulla composizione delle impu-
rit atmosferiche, sul rendimento degli impianti di depol-
verazione e sui problemi legati alla lavorazione dell'
acciaio.
In alcune ricerche di indole generale, sono state esa-
minate la formazione e la composizione di emissioni contenenti
fluoro negli impianti di sinterizzazione, nelle acciaierie e
negli impianti di rifusione delle scorie dei forni elettrici
(PS 238, 255). Nell'ambito di tali ricerche sono stati mesa
a punto metodi per il prelievo di'campiono e di analisi, che
permettono di individuare in modo semplice e preciso composti
fluorati di diversa tossicit.
Varie ricerche si sono parimenti occupate dell'emissione
di ossidi di azoto negli Impianti di combustione (PS 226, 295,
250). E'stato possibili individuare i parametri principali che
intervengono nella marcia dei bruciatori industriali, da cui
sono stati derivati i dati che consentono di determinare per
l'emissione di NO formule pratiche approssimate. In base alle
suddette relazioni stato possibile definire possibili solu-
zioni per l'attenuazione delle emissioni di NO , anche se in
pratica la loro realizzazione sembra piuttosto
x
problematica.
La tendenza ad imporre nome sempre pi restrittive nel
settore delle emissioni, rischia di trasformare gli impianti
di depolverazione in veri e propri ostacoli, che minacciano
di bloccare l'evoluzione delle tecnologie applicate alla si-
derurgia. Una ricerca specifica stata perci' dedicata allo
studio della situazione limite e alla determinazione dell'
equilibrio del sistema impianto di produzioneimpianto di
depolverazione (PS 274). Per gli impianti di sinterizzazione
la depolverazione attuata con filtri elettrostatici offre in
condizioni normali ottimi risultati. Alcune condizioni di
esercizio anormalo rispetto alla marcia ordinaria sono stati
esaminate separamente. Nell'ambito dell'acciaieria ad ossigeno
sono in corso ricerche, il cui obiettivo di individuare la
resa ottimale degli impianti di lavaggio Venturi.
2. Lotta contro gli inquinamenti delle acque
I progetti di ricerca sono stati indirizzati prevalente-
mente verso due ordini di argomenti : da una parte i problemi
legati al miglioramento dei metodi di analisi e di controllo
per realizzare un'osservazione pi efficace delle acque reflue
e dall'altra la depurazione delle acque di scarico di cokeria.
2.1. Metodi di analisi e di controllo
In molti casi possibile realizzare un controllo effi-
cace delle acque reflue unicamente applicando sistemi di analisi
di tipo continuo, per i quali una delle condizioni preliminari
indispensabili che si dispongadi un ciclo automatizzato dell'
analisi stessa. Nella ricerca PS 252 sono stati presi in esame
e adattati allo scopo specifico alcuni tipi di tali metodi, per
la determinazione delle sostanze pi importanti. In tale sede
sono state particolarmente studiate le caratteristiche di
applicabilit a lungo termine di tali metodi nell'ambito dell'
acciaierie.
Per poter valutare la tossicit di acque reflue conte-
nenti cianuri, sono stati esaminati e messi a punto alcuni meto-
di di determinazione, in grado di separare cianuri liberi da
composti a base di cianuri non tossici (PS 273).
Per il controllo delle acque di scarico con sostanze in
sospensione, si ha a disposizione tutta una serie di sistemi
ottici di misurazione. E'stato possibile individuare i metodi
pi idonei, utilizzabili praticamente in esercizio continuo
(PS 243). Attualmente in fase di ultimazione un apparecchio
di controllo di tipo industriale, in grado determinare il
tenore di olio presente (PS 306) .
Nel corso di ulteriori ricerche stato affrontato il
problema della progettazione di canalizzazioni per lo scarico
delle acque reflue in mare, in grado di evitare danni ecolo-
gici e si proceduto alla selezione di reagenti non nocivi
per la preparazione dei fluidi da utilizzare nei circuiti
frigoriferi industriali (PS 275, 303). In tale sede sono stati
individuati vari composti che non danneggiano l'ambiente in
caso di scarico nei bacini idrici.
2.2. Acque di scarico di cokeria.
Le ricerche promosse dalla CECA in tale settore e
realizzati nel periodo in esame hanno fornito una serie di
risultati probanti.
L'ammoniaca viene eliminata con risultati tecnicamente
validi, sia gottoformadi ammoniaca libera che di salo di
ammonio, in colonne di gorgogliamento alimentate con calce
bianca (PS 286, 279, 315). Questo metodo stato notevolmente
migliorato adottando colonne autodepuranti. Realizzando inoltre
in una colonna un ambiente leggermente acido con due sezioni
di affinazione, viene favorita la separazione dei fenoli e
dei cianuri liberi. La ditta SIDMAR sta mettendo a punto
attualmente una colonna di gorgogliamento per usi industriali
e per portate di 45 m3/h.
L'eliminazione di residui di modesta entit di ammoniaca
estratta dalle acque di cokeria stata realizzata con il
sistema di nitriiicazione e denitrificazione biologica in un
impianto pilota alimentato da acque di scarico industriali
preventivamente sottoposte a trattamento biologico. Agli stessi
risultati si pervenuti applicando il processo di clorurazione;
ricerche in tal senso sono attualmente in corso (PS 315) .
In due ricerche (PS 260, 287) stato studiato il pro-
blema della depurazione biologica delle acque di cokeria, pro-
cesso prevalentemente utilizzato per l'eliminazione dei fenoli.
Da un lato si cercato di determinare gli effetti prodotti
dalla variazione della composizione del liquido in arrivo.
Tuttavia non stato possibile individuare una correlazione
significativa fra le variazzioni apportate ed il rendimento
dell'impianto. La seconda ricerca ha fornito tutta una serie
di indicazioni pratiche sul controllo delle biomasse. Sono
stati infine realizzate alcune prove sul trattamento fisico-
chimico delle acque di scarico provenienti dalla fase di
stripping.
Il CSM ha seguito una via diversa per l'eliminazione dei
fenoli e dei cianuri, utilizzando cio carbone attivo (PS 278).
L'obiettivo principale perseguito era di realizzare una ridu-
zione dei costi di tale procedimento, ricorrendo all'attiva-
zione di semicoke e all'assorbimento in un letto continuo
alimentato da carbone attivo rigenerato. Dalle prove condotte
su un impianto pilota risultano alcune indicazioni sul consumo
di energia e la perdita di materiale.
Nel corso di varie ricerche sono stati esaminati ed
opportunamente modificati i sistemi di analisi richiesti per
la determinazione delle sostanze nocive presenti nelle acque
di scarbo delle cokerie.
2.3. Acque di scarco di laminatoi.
Nelle operazioni di laminazione dell'acciaio vengono
utilizzati notevoli quantit di oli e grassi, che in parte
vengono asportati attraverso le condotte di scarico. Negli"
impianti di laminazione a caldo sussiste il problema di eli-
minare gli oli presenti nell'acqua in circolazione nell'
impianto ed eventualmente nelle canalizzazioni di scarico.
In base ai risultati di una ricerca attualmente ancora in corso
(PS 304), risulta che 1'80-90% dell'olio complessivamente
presente nell'acqua viene trasportato da materiali in sospen-
sione e prevalentemente da particelle solide di dimensioni
inferiori
12
a 4o um. Si sta esaminande la possibilit di utilizzare un
sistema di flocculazione con polielettroliti e altri metodi di
filtrazione.
Nei laminatoi a freddo si utilizzano emulsioni olio-
acqua. In questo caso il problema consiste nella separazione
dell'olio dalle emulsioni gi utilizzate e nell'eliminazione
dei residui. Per realizzare tale eliminazione si pensato di
mescolare le emulsioni residue all'olio pesante iniettato
nelle tubiere degli altiforni (PS 236). Prove in tal senso
hanno confermato la possibilit di utilizzare tali metodi.
3. Lotta contro il rumore.
Le ricerche realizzate collettivamente su tale tema si
sono orientate quasi esclusivamente sul settore delle acciaierie
elettriche.
I forni ad arco elettrico di grande potenza sono noto-
riamente sorgenti di rumore di elevata intensit negli stabili-
menti industriali. Attualmente i forni ad arco normalmente uti-
lizzati sono alimentati da correnti alternate trifase (50 Hz),
il che significa che ciascuno dei tre archi si accende e si
spegne alternativamente 100 volte al secondo, fenomeno che
costituisce la causa del caratteristico crepitio del forno
ad arco.
Riallacciandosi a precedenti ricerche ne sono state
realizzate altre tre opportunamente coordinate (PS 289, 299,
301) aventi per obiettivo un esame pi approfondito dei pro-
blemi legati alla riduzione del rumore nei forni elettrici.
Attraverso talo ricerche si intendeva da un lato ampliare le
conoscenze sulle sorgenti del rumore ed a ricavarne i para-
metri significativi, e dall'altro rendere pi efficaci le
misure di protezione.
In linea generale si constatato che il rumore
imputabile in misura preponderante all'instabilit temporale
e spaziale dell'arco elettrico, situazione che si verfica
con particolare evidenza durante la fase
13
di fusione. Attualmente sono ih corso alcune prove per la de
terminazione dei parametri pi significativi e per la riduzione
dell'intensit, ricorrendo ad esempio all'inserimento di ele
mento ionizzanti nell'arco elettrico.
Obiettivo principale di tali ricerche, la cui conclu
sione in parte prevista per la fine del 1982, consiste nell'
utilizzazione di corrente continua per ridurre l'emissione del
rumore.
Nella lotta contro il rumore stata seguita una via
diversa, con la messa a punto di una nuova tecnologia appli
cata ai forni elettrici, che si basa sull'alimentazione conti
nua dei forni con rottami preriscaldati (PS 296). In tali
impianti sono stati misurati livelli sonori particolarmente
soddisfacenti, poich con questo stistema si forma continua
mente un bagno liquido di acciaio e gli archi elettrici molto
brevi, si accendono al disotto dello strato superficiale di
scorie.
Anche nel settore dei bruciatori industriali, ad
esempio quelli utilizzati nelle varie fasi dei trattamenti
termici, l'obiettivo delle ricerche orientato verso la
realizzazione di posti di lavoro insonorizzati in prossimit
dei bruciatori, attraverso opportuni provvedimenti. I risul
tati di una ricerca specifica (PS 251) confermano talune
possibilit di miglioramento in tale senso.
4. Reciclaggio ed eliminazione innocua di residui e scorie
Nella stragrande maggioranza delle ricerche realizzate
in tale settore, le prove erano indirizzate verso il recupero
e l'eliminazione del piombo o dello zinco ricavato da polveri
e da scorie provient! da impianti per la produzione di ghisa
e di acciaio. Altre ricerche avevano per obiettivo il riciclag
gio di scorie di acciaierie LD e il deposito, l'eliminazione
o il recupero di materialo residui di varia natura.
14
4.1. Recupero o eliminazione del piombo e dello zinco
Nell'ambito di un programma globale, comprendente vari
progetti di ricerca interdipendenti, sono stati presi in esame
vari tipi di soluzioni, che consantissero, una volta concluse
le ricerche, di tener conto delle condizioni locali, attraverso
una selezione delle tecniche applicative pi idonee.
Dalle prove condotte in alcuni impianti di sonterizzazio-
ne risultato che il grado di eliminazione dei metalli acces-
sori del ferro, quali il piombo e lo zinco, piuttosto basso
e migliora soltanto in presenza di sostanza che ne favoriscano
la volatizzazione. Analogamente avviene per il Cu, l'Sb e l'Sn
(PS 225) .
I processi di riduzione ai forni rotativi, per la pre-
parazione delle polveri e dei fanghi (PS 271) hanno offerto
risultati probanti. Nel corso di prove industriali stato
determinato un grado di volatilizzazione dello zinco pari ad
oltre il 95%, con un tenore finale nelle ceneri di 0,05-0,10%.
Per quanto riguarda la volatizzazione del piombo, si
possono considerare tenori massimi dello 0,10% nei residui
all'uscita del forno.
D'altra parte, alcune prove preliminari che prevedevano
l'utilizzazione li un trattamento in fase umida dei fanghi,
in presenza di soda caustica e successiva cementazione ed
elettrolisi, hanno offerto risultati interessanti. Sono state
progettate le varie fasi dei processi applicabili in un impi-
anto semiautomatico (PS 313). Un'altra soluzione interessante
potrebbe essere l'impiego di acido carbonico per sciogliere
lo zinco presente nelle ceneri di alto forno (PS 235). Il
processo si svolge sotto pressione e il grado di estrazione
aumenta con il diminuire del valore pH della soluzione caustica.
Sono stati inoltre messi a punto alcuni procedimenti
di preconcentrazione tramite separazione granulometrica (PS
258, 317). Il rendimento di tale procedimento sembra tuttavia
dipendere in misura notevole dall'origine e dalle caratteri-
stiche fisico-chimiche del materiale sottoposto a trattamento.
15
Attualmente i processi di recupero del piombo e dello
zinco negli stabilimenti siderurgici europei vengono applicati
su un piano non industriale. La messa a punto di nuovi proce-
dimenti dipender in misura essenziale dalla loro economicit
di utilizzazione.
4.2. Riciclaggio di scorie di acciaierie LD
L'obiettivo delle ricerche condotte in tale settore
(PS 281, 320) era sostanzialmente l'incremento del tenore di
P.O,-, per realizzare nuove possibilit di utilizzazione sotto-
forma di fertilizzanti calco-fosfatici.
Conseguentemente sono state effettuate prove di arricchi-
mento di vari tipi di scorie e di altri prodotti accessori a
base di fosfati, quali i fanghi di bonderizzazione, presenti
nelle operazioni di affinazione superficiale degli acciai, i
residui di fluidi utilizzati per il lavaggio, vari acidi
fosforici residui ed altre scorie fosfatiche.
Per l'utilizzazione di tali materiali sono stati esa-
minati diversi metodi, basati sulla miscelazione o la frantu-
mazione, la reazione dovuta all'addizionamento alle scorie
liquide o prima della miscelazione, ecc. Il grado di efficacia
del prodotto finale stato controllato ricorrendo a prove di
tipo vegetativo.
I risultati vengono valutati esaminando il proddotte
residuo finale a base di fosfati e alcuni residui di liquidi
di lavaggio utilizzati per l'arricchimento, a condizione che
venga applicata una tecnica di addizionamento idonea. La
reazione chimica del fosfato di calcio e alluminio nei forni
rotativi fornisce parimenti, previo addizionamento alle scorie,
un prodotto utilizzabile.
16-
Le soluzioni individuate nel corso delle ricerche
sono tuttavia soggette alle seguenti limitazioni :
- gli additivi utilizzati devono essere per quanto possibile
privi di elementi che possano danneggiare le vegetazioni
quali lo zinco, il boro e il fluoro,
- le sostanza utilizzate come additivi per l'operazione di
pirolisi delle scorie liquide non devono contenere umidit
residua (rischi di infortuni),
- non si hanno attualmente dati sufficienti a valutare
l'economicit del processo di pirolisi,
- la presenza di quantit minime di residui fosfatici, ripartite
pero' su aree molto estese, impongono la ricerca di una solu-
zione economica dei problemi dei trasporti.
4.3. Problemi ecologici- legati ai depositi di sterile
Due ricerche (PS 270, 291) avevano per obiettivo lo
studio del comportamento di materiali solubili in acqua pre-
senti nei depositi di sterile degli stabilimenti siderurgici
nonch i relativi effetti sull'ambiente.
In base ai risultati di prove di lisciviazione stato
constatato che in linea di massima lo zolfo il componente
pi solubile presente nelle scorie d'altoforno, nelle acciaie-
rie, nei fanghi e nelle polveri. All'aria libera, lo zolfo di-
lavato si ossida rapidamente trasformandosi in solfationi.
Da un punto vista generale, comprendendo anche i risul-
tati ottenuti per il fluoro, i metalli pesanti ecc., il peri-
colo rappresentato dai depositi di scorie nei confronti dell'
inquinamento idrico piuttosto limitato.
A conclusione di una serie di ricerche idrologiche
condotte su un deposito di scorie, risultato che all'interno
del deposito stesso non viene a formarsi uno strato in grado
di convogliare l'acqua e che, grazie alla scarsa impermeabi-
lit
-17-
del sottosuolo al di sotto del deposito stesso, la falde
sotterranee corrispondenti non vengono praticamente interessate
da infiltrazioni importanti. Le acque percolanti dal deposito
di scorie sono esenti da solfuri di qualsiasi genere.
4.4. Impianti di decapaggio
Il classico trattamento chimico di decapaggio, per la
decalaminazione dell'acciaio, rappresenta un notevole fattore
di inquinamento ambientale. Nell'ambito delle ricerche promosse
dalla CECA sono stati presi in esame due diverse proposte di
soluzione di tale problema (PS 262, 282).
La prima soluzione consiste nell'utilizzazione del meto-
do di disincrostazione delle vergelle. Questo procedimento, che
fondamentamentalmente non rappresenta una novit, stato
migliorato in una delle sue fasi pi delicate, grazie alla
possibilit di asportare le scorie residue, comprese normal-
mente fia lo 0,5 e 1,1,0%.Tale risultato stato ottenuto at-
traverso un trattamento fiiale di decapaggio in bagno fosforico
attivato da ultrasuoni. L'acido di decapaggio pu' essere
rigenerato attraverso una fase di filtrazione e rimesso in
ciclo.
La seconda soluzione si basa su un nuovo procedimento,
che consiste in un decapaggio elettrolitico neutro, nel quale
analogamente si riesce ad evitare la formazione di scorie acide
dannosa all'ambiente. Nel corso della ricerca sono stati deter-
minati d'esercizio pi idonei, collaudati successivamente in
un impianto semi-industriale. Le prove di esercizo sono state
effettuate utilizzando principalmente nastri laminati a caldo
in acciaio al silicio.
4.5. Riciclaggio di scorie con elevato tenore di cromo e nichel.
Scorie di questo tipo si ritrovano in fase di produzione
e di lavorazione di acciaie inossidabile Una ricerca partico-
lare (PS 307) si occupata del problema del riciclaggio di
questi metalli relativamente preziosi nel processo di produ-
zione, consentendo contemporaneamente
18
di visolvere il problema del deposito di scorie.
Fra tutti i processi e i materiali residui presi in esame
e fra quelli che offrono i risultati pi probanti meritano di
essere citati il processo di pellettizzazione e il riciclaggio
vei forni dei materiali solidi contenuti nei fumi dei forni
stessi nonch la brichettatura degli sfridi. Il riciclaggio
nei forni dei prodotti ottenuti nel corso di quest'ultima
operazione tuttavia complicato dall'elevato tenore in olio
delle mattonelle. Attualmente sono in corso alcune prove per
l'eliminazione o il riciclaggio dell'olio presente in tali
materiali.
-19-
CAP ITOLO 1
LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Misurazione e registrazione mediante il KONITEST della
concentrazione delle polveri silicogene, tossiche e
pericolose (Bayerisches Landesinstitut fr Arbeitsschutz,
Monaco, Ricerca PS 158)
Alcune prove con il KONITEST sono state precedentemente
illustrate nelle pubblicazioni del 1972 (EUR 4921/Ricerca 159)
e del 1977 (EUR 1977).
Per la determinazione della concentrazione delle parti-
celle solide contenute in una miscela gas/polvere con il
KONITEST, il parametro in gioco la corrente di eccitazione,
prodotta da fenomeni elettrici di contatto fra le particelle
solide ed un tubo eccitatore, attraverso il quale viene aspi-
rata la miscela gas-polvere da esaminare. Fra dette particelle
ed il tubo eccitatore si manifesta un'interruzione di carica.
Le cariche indotte dal tubo forniscono una corrente eccitatrice,
utilizzata per la misurazione diretta e continua della concen-
trazione della polvere.
Il programma di ricerca si proponeva l'obiettivo" di indi-
viduare eventuali rischi a cui fossero esposte le maestranze
per effetto dell'impolveramento. Per far questo, i problemi
principali da risolvere consistevano nel modificare il coni-
metro in modo da consentire la misurazione diretta della
concentrazione delle polveri fini respirabili, in base alla
Convenzione di Johannesburg, nonch nel misurare la concen-
trazione globale delle polveri presenti nei posti di lavoro
-20
di uno stabilimento siderurgico in Baviera.
Per la misurazione continua delle polveri fini sono stati
individuati due diversi tipi di soluziono :
1. Separazione preliminare della polvere a grana grossa utiliz-
zando un ciclone assiale.
2. Utilizzazione di una apparecchio MPG II con separazione
della polvere a grana grossa in un elutriatore orizzontale,
appositamente modifcato per la registrazione continua della
corrente di dispersione indotta dalla polvere fine.
Nei vari posti di lavoro sono state effettuate misurazioni
comparative con i filtri GRAVIKON VC 25 (della ditta Sartorius,
Gttingen) e con l'apparecchio MPG II (ditta wazau, Berlino).
Le sostanze nocive (silice cristallino libero, quarzo,
elementi tossici) sono state determinate tramite la spettros-
copia a raggi infrarossi e in fase gassosa e con la microson-
da elettronica.
Per la valutazione globale dei risultati delle misurazioni
sono disponibili i dati relativi alla concentrazioni totali e
alle concentrazioni di polveri fini nelle seguenti stazioni
di rilevamento :
Frantoio dei rottami, posto di comando,
estrazione della polvere dalla bocca dell'altoforno,
rivestimento delle siviere,
piattaforma del convertitore,
reparto di scriccatura dell'acciaio dei forni elettrici,
frantoio loppe, posto di comando,
frantoio scorie Thomas,
scorie Thomas, reparto insaccamento,
scrostatura delle siviere per la ghisa.
-21-
Per quanto riguarda la polvere fine inerte, il fattore
CMA non viene superato per periodi di tempo considerevoli in
alcun posto di lavoro, anche se pu' essere vaggiunto per
brevi intervalli di tempo. Valori sensibilmente superiori al
fattore CMA per la polvere fine inerte sono stati registrati
per brevi intervalli di tempo soltanto nella fase di proiezio-
ne, durante la quale tuttavia sono stati utilizzati apparecchi
autorespiratori, alimentati con arie depurata.
Le concentrazioni di polvere fine pi elevate sono state
registrate in prossimit del frantoio Thomas e nella fase di
scrostamento delle siviere per la ghisa. Nel frantoio Thomas
stato determinato un tenore di polvere fine pari a 3,5 mg/m
3
,
mentre nel reparto di insaccamento tale tenore era di 2,3 mg/m
3
.
" In base all'es'ame qualitativo delle polveri in vari posti
di lavoro risultato che per le polveri tossiche i fattori
CMA non sono mai stati superati.
A conclusione delle ricerche per la messa a punto degli
strumenti di misura si pu' affermare che per la misurazione
dell'impolveramento totale un apparecchio provvisto di tubo
di eccitazione in varie sezioni e predisposto per la registra-
zione lineare e logaritmica, rivela interessanti possibilit
di applicazione per la registrazione continua dei tenori di
polveri fortemente corrosive eventualmente presenti in vari
posti di lavoro. Limiti di utilizzazione si possono avere in
presenza di un'umidit relativa dell'aria elevata (polveri
alla bocca dell'altoforno) e durante la posa di mattoni
refrattari (inversione di polarit della corrente di disper-
sione) .
Per la misurazione continua delle polveri fini stata
data la preferenza all'apparecchio MPG II opportunamente mo-
dificato, in virt delle sue caratteristiche di separzione.
Anche questo apparecchio tuttavia rivela i suoi limiti, quan-
do viene utilizzato in posti di lavro con frequente inversi-
one di polarit della corrente di dispersione.
-22-
Studio degli influssi esercitati sul conteggio delle parti-
celle di polvere dalla sovrapposizione di particelle e
dall'ambiente in cui si trovano le particelle durante il
conteggio.
(Institut voor Gezondeheidstechniek TNO, Delft, Ricerca
PS 175)
Questa ricerca va integrata da alcuni risultati che non
erano disponibili nel loro complesso all'atto della stesura
del documento 59 77.
Nella prima fase della ricerca sono stati effettuati
esami in laboratorio con l'obiettivo di individuare i para-
metri pi importanti che intervengono nelle operazioni di
computo delle particelle di polvere, al fine di realizzare
un'armonizzazione dei metodi di conteggio.
Per tali operazioni sono stati utilizzati un microscopio
ottico, un microscopio elettronico a reticolo ed un analiz-
zatore di fotogrammi accoppiato ad un microscopio ottico
(quantimetro).
Le conslusioni che si possono trarre sono le seguenti :
1. Nel caso di interpretazione soggettiva dell'osservatore,
la sovrapposizione percepibile fino ad una densit di
stratificazione dell'8%.
2. Per i conteggi effettuati in base alle norme del National
Coal Board, tale densit non deve superare il 2,5%. Elevate
densit comportano sovrapposizioni crescenti in misura
proporzionalmente superiore a quanto previsto dalla teoria
di ROACH, Tale fenomeno probabilmente imputabile al fatto
che la distribuzione delle particelle sulla superficie
filtrante arbitraria, come invece sostiene la teoria
stessa.
-23
Per poter garantire in pratica l'individuazione di strati
con uno spessore di tale ordine di grandezza, nella seconda
parte della ricerca stato messo a punto un apparecchio
rotativo per il prelevamento di campioni di polvere, che pu'
essere montato sulle canalizzazioni dei gas di scarico con
elevate concentrazioni di polvere (250 mg/m
3
), elevata velo-
cit di propagazione del gas (fino a 20 m/s) e in presenza
di una temperatura di 150'C.
La sonda filtrante rotativa (ROFIS) consente di registra-
re in un determinato punto del filtro tempi di impolveramento
varianti da 0,1 a 17 secondi. E'quindi possibile realizzare
strati di spessore molto ridotto, anche se la presenza di tem-
pi di impolveramento nel perimetro interno del filtro, 4 volte
superiori a quelli relativi al perimetro esterno, richiedone
ulteriori ricerche in materia di sovrapposizione.
Risultati di misurazioni effettuate su gas di scarico
degli impianti di sinterizzazione :
Dall'analisi del numero di conglomerati per unit di suer-
ficie risulta che circa il 5-10% di particelle si ritrovano
gi nei fumi sotto forma di agglomerati non costipati.
Tuttavia, aumentando la velocit di rotazione del filtro,
parte di tali agglomerati possono essere disgregati.
Evidentemente nei fumi le concentrazioni istantanee delle
particelle sono sottoposte a forti variazioni. Tali concen-
trazioni variano da 5.000 a 12.000 particelle per cm
3
. Per
poter determinare una concentrazione media delle particelle
sul filtro, occorrerebbe effettuare un numero di analisi,
in vari punti del filtro stesso, superiore,a quanto non sia
stato possibile realizzare nel corso della presente ricerca.
Dal punto di vista granulometrico, la distribuzione quanti-
tativa delle particelle risultata del 66% per particelle
di dimensioni di 1 micron, con uno scostamento standard
del 4,6% in luogo dell'80% per le stesse dimensioni, pre-
cedentemente denunciato dallo stabilimento.
24
Studio con il microscopio elettronico di polveri respira-
bili sprigionate nell'industria siderurgica.
(Museo di storia naturale, Lussemburgo, Ricerca PS 229)
Le polveri che si sprigionano nell'industria siderurgica,
per l'estrema variabilit della loro composizione a seconda
del posto di lavoro considerato, implicano una serie di pro-
blemi in ordine ai metodi da applicare per la determinazione
della granulometria e della composizione delle polveri.
Quanto espresso si verifica particolarmente per quanto
riguarda le percentuali di polveri fini respirabili. Ad esem-
pio, in base ai risutati di alcune ricerche condotte dallo
Steinkohlenbergbauverein stata individuata la notevole
influenza esercitata dalla densit delle varie particelle di
polvere sulle analisi granulometriche per sedimentazione. Le
ricerche del CEBEDAU hanno invece posto in evidenza gli
effetti della composizione granulometrica delle polveri di
dimensioni inferiori a 5 micron sul tenore di quarzo rilevato
con il metodo di diffrazione a raggi x.
Il presente pogetto di ricerca aveva per obiettivo di
elaborare, con l'ausilio del microscopio elettronico, alcuni
metodi per lo studio della composizione granulometrica della
polvere fine di dimensioni inferiori a 5 micron,ricavate
tramite la sedimentazione di polveri miste o con l'ausilio di
apparecchi di captazione con preseparatore.
Inizialmente stato adottato un microscopio elettronico
attrezzato con un analizzatore MICRO-VIDEOMAT e sono stati
eleborati metodi per l'analisi granulometrica. L'ingradimento
ottimale risultato essere di 8400 volte, che garantisce la
copertura della gamma di misurazione 0,5-5 micron. Sono
stati esaminati vari metodi per la preparazione dei campioni.
La dispersione pi efficace stata realizzato utilizzando
alcool, anche se non stato possibile realizzare con l'alcool
una dispersione soddisfacente delle polveri di fonderia.
-25-
II contrasto necessario per l'analisi dei fotogrammi risul-
tato sufficiente per tutte le polveri che si presentano nel
settore siderurgico.
Le ricerche successive hanno fornito i seguenti risultati:
1. L'utilizzazione di apparecchi di captazione delle polveri
con preseparatori delle polveri a grana grassa, non si
presta alla misurazione rappresentativa dei tenori di
polveri nell'industria siderurgica.
2. Per l'analisi granulometrica delle polveri dell'industria
siderurgica occorre tener conto delle variazioni di densit
dei componenti di tali polveri, di natura molto diversa.
3. Tali differenze entrano inoltre in gioco nella determinazio-
ne del tenore di quarzo con il sistema di diffrazione a
raggi x.
4. Risulta molto difficoltoso, e talvolta impossibile, realiz-
zare comparazioni fra le misurazioni effettuate con o senza
preseparatore, data la molteplicit dei principi di separa-
zione applicati : separazione a mezzo ciclone, gedimenta-
zione, ecc.
5. La tecnica di misurazione legata all'uso del microscopio
elettronico non ancora allo stadio attuale, sufficient-
mente semplificata da poter essere applicata nella prassi
comune. Resta tuttavia uno strumento ausiliaro indispensa-
bile per la messa a punto di metodi per il prelievo di
campioni di polveri respirabili.
Telecontrollo delle propriet dei gas non trattati
emessi dalle acciaierie all'ossigeno.
(British Steel Corporation, Londra, Ricerca OS 254)
Per poter ridurre l'emissione di polveri nelle acciaierie
indispensabile disporre di dati precisi sulle condizioni di
esercizio nel corso di svolgimento del processo. Cio' vale in
modo particolare per la misurazione diretta della portata di
gas, della composizione e della temperatura dei gas di
scarico.
26
Obiettivo della ricerca era la messa a punto di adequati
metodi di misurazione diretta, in grado di sostituire le opera
zione di prelievo di campioni con sonde difficoltose e non
esenti da inconvenienti.
Sui risultati della ricerca si possono fare le seguenti
osservazioni :
1. Misurazioni delle portate dei gas di scarico :
Sono state esaminate le possibilit offerte da un sistema
di misurazione continua utilizzando pirometri ottici a
radiazione. Per tale operazione sono stati utilizzati due
pirometri opportunamente distanziati rispetto al flusso
della corrente gassosa, con successiva interpolazione dei
dati forniti tramite correlazioni incrociate. Tenendo conto
dei parametri di misurazione elaborati durante le prove,
la coincidenza con i sistemi convenzionali di misurazione
delle portate (tubi Pitot e Venturi) va considerata soddis
facente. Sono state prese in esame le reti di convoglia
mento dei gas utilizzate nei seguenti impianti :
convertitore AOD, forno ad arco, 1 convertitore sperimen
tale da 1 tonn, ed un convertitore in esercizio con condotta
di scarico gas di 4 5 mq. Nel corso di tali prove stata
contastata l'opportunit di filtrare la banda a bassa fre
quenza del segnale rivelatore. La distanza ottimale fra i
due pirometri pari al diametro della condotta dei gas di
scarico.
2. Temperatura dei gas di scarico :
La misurazione della temperatura di gas ad alta temperatura
e contenenti polvere con l'impiego di pirometri ad irraggia
manto fornisce risultati soddisfacenti nel caso in cui la
gamma dello spettro del pirometro sia inferiore ad 1 micron.
3. Analisi dei gas di scarico :
E' stato messo a punto uno strumento per la misurazione del
tenore di vaporte acqueo contenuto nei gas di scarico, che
opera direttamente nella corrente gassosa e non richiede
quindi il prelievo e la preparazione di campioni. Il
funzionamento di tale apparechio basato sul principio dell'
assorbimento a raggi infrarossi
-27-
ed predisposto per la misurazione di tenori di"vapor
acqueo fino ad un massimo del 50% in presenza di temperature
inferiori a 500'C e con una distanza massima di irraggia-
mento di 1120 mm. Le prove effettuate in una canalizzazione
di gas di scarico di un forno ad arco ha fornito risulta-
ti soddisfacenti, confermando la possibilit di registrare
l'iniezione di acqua nei gas di scarico, in modo da con-
sentire il raffreddamento dei gas evitando nel contempo
il fenomeno di saturazione.
E' stato possibile utilizzare uno strumento analogo per la
determinazione del tenore di CO,. Sono state esaminate le
condizioni che impongono la fissazione di una determinata
gamma spettrale per il caso specifico.
Effettuazione di misurazioni sulle particelle
solide in sospensione nell'atmosfera nelle vi-
cinanze degli stabilimenti siderurgici.
(Laboratoire d'Etude et de Contr le de l'Envi-
ronement Sidrurgique, Maizi res-ls-Metz,
Ricerca PS 261)
Contrariamentre a quanto avviene per le sostanze nocive
gassose, la misurazione della concentrazione di particelle in
sospensione nei loro punti di emissione presenta difficolt
di natura particolare II presente progetto di ricerca si
proponeva obiettivi prevalentemente pratici, vale a dire il
controllo del grado di utilizzazione dei vari tipi di appa-
recchi per il prelievo di campioni, attualmente offerti sul
mercato.
Inizialmente tali apparecchi sono stati sottoposti a
prove di laboratorio apportandovi opportune modifiche allo
scopo di migliorarne il grado di affidabilit. Sono stati
esaminati i seguenti apparecchi : HEXHLET, HIGH VOLUME SAMPLER,
TURBO-CAPTEUR, COLLECTRON, GRAVICON.
Strumenti di misura automatizzati : analizzatore a raggi beta
Saphimo, fotometro Phoenix-Sinclair.
Nel corso delle prove sono state individuate in parti-
colare
-28-
alcune caratteristiche tecnico-strumentali, che rivestono
notevole importanza da un punto di vista generale per questo
genere di misurazioni :
1. E'stata studiata pi da vicino la teoria di misurazione
basata sul principio dell'assorbimento di raggi beta.
L'affidabilit dei risultati ottenuti con tale metodo
subordinata al grado di precisione della struttura geo-
metrica della strumento. In caso contrario, i risultati
delle misurazioni risentono degli effetti della composi-
zione chimica della polvere.
2. La regolazione della portata di aspirazione rappresenta
un elemento importante per tutti i tipi di apparecchio. So
no stati esaminati quattro diveri sistemi. La valvola di
regolazione GEORGIN ha rivelato caratteristiche soddis-
facenti.
3. La stabilit dell'elemento filtrante pu' subire variazio-
ni nel corso di misurazioni, per effetto di variazioni ter-
miche e meccaniche e sotto l'azione dell'umidit. Le mem-
brane in teflon offrono la migliore garanzia di risultati
costanti. Tutti 1 materiali filtranti presentano peraltro
vantaggi e svantaggi caratteristici. Risulta quindi in
ogni caso indispensabile ricorrere a controlli di taratura,
prima della loro utilizzazione in ersercizio per evitare di
trovarsi di fronte a risultati assolutamente non compara-
bili.
Nella seconda parte della ricerca sono state effettuate
prove in esercizio, svoltesi a partire da una piattaforma
speciale attrezzata con una stazione meteorologica.
Si potuto constatare che l'evoluzione nel tempo del
tenore di polvere misurato sui vari apparecchi presenta un
andamento pi o meno analogo, mentre i valori assoluti misu-
rati sui diversi apparecchi risultano notevolmente diversi ;
Tale fenomeno imputabile sostanzialmente alla portata di
aspirazione, che influenza i risultati in valore assoluto,
i quali a loro volta dipendono anche dalle differenze di
composizione granulometrica.
E' stato inoltre osservato un diverso comportamento dei
vari apparecchi esaminati, per quanto riguarda la loro affi-
dabilit in esercizio continuo. Molti di questi apparecchi
29
sono in realt sconsigliabili per operazioni di routine.
Ricerca sulla correlazione esistente tra i risultati
ottenuti mediante sei apparecchiature di prelievo delle
polveri sedimentabili o precipitate.
(Universit de Lige, Liegi, Ricerca PS 272)
Questo progetto di ricerca viene ad integrare una prece-
dente ricerca dell' Universit di Liegi che risale agli anni
1973 e 1974. Dalle ricerche si proponevano di comparare i
risultati ottenuti da quattro apparecchi per il prelievo di
campioni di polvere sedimentata. A completamento di tali ri-
cerche ci si proponeva di prendere in esame altri apparecchi
correntemente utilizzati in Europa occidentale, controlli da
effettuare in diversi siti con caratteristiche diverse ed in
presenza di condizioni climatiche estremamente diverse.
I lavori di ricerca sono stati articolati come segue :
- Esame preliminare delle caratteristiche tecniche degli appa-
recchi : sensibilit e precisione tramite prove di tarature,
influenza della durata di deposito del campione sui risul-
tati di misurazione.
- Ricerche vere e proprie con i seguenti apparecchi :
Misuratore Bergerhoff,
Misuratore Hibernia,
Misuratore ISO
Misuratore Owen
Sferetta "Liegewise"
Piastrine alla vaselina ed al silicone.
Risultati ottenuti :
Dalla ricerca risulta che gli apparecchi esaminati non sono
molto precisi ed in molti casi la loro sensibilit piuttosto
limitata. Tali prestazioni insufficienti sono imputabili
-30-
sia agli apparecchi stessi (caratteristiche strutturali e geome-
tria diverse) sia all' elevata stereogenit dell'ambiente per
quanto riguarda le particelle di polvere a grana grossa.
I risultati ottenuti con tali apparecchi sono inoltre difficil-
mente comparabili : in ogni caso risultano affetti da erori
sistematici ed accidentali piuttosto elevati.
Tale giudizio negativo non sminuisce tuttavia assolutamente il
valore informativo dei dati forniti da tali apparecchi : essi
sono infatti pratici, economici e di facile manovra, non richie-
dono particolari conoscenze di chimica e permettono, ad esempio,
di controllare variazioni macroscopiche mensili del livello di
inquinamanto, purch da tali risultati non si pretendano valori
precisi in valore assoluto.
In base a quanto si potuto osservare nel corso delle ri-
cerche, dal punto di vista qualitativo possibile stilare la
classifica seguente :
1. Misuratore Owen,
2. Misuratore ISO,
3. Misuratore Hibernia.
L'apparecchio Bergerhoff da scartare a causa della sua note-
vole inerzia e dell'insufficiente sensibilit, lo stesso dicasi
per la sferetta Liegewise e per le piastrine misuratrici, che
si saturano rapidamente e sono scarsamento resistenti all'
azione della pioggia.
31-
Messa a punto di un metodo di valorizzazione delle
misurazioni di inquinamento atmosferico nell' am-
biente siderurgico.
(Laboratoire d'Etude et de Controle de 1'Environement
Sidrurgique, Maizire-ls-Metz,Ricerca PS 231)
La messa in opera di reti di controllo nelle zone limitro-
fe agli stabilimenti siderurgici fornisce un valido strumento,
che consente di tenere sotto controllo l'inquinamento ambientale
prodotto dagli impianti. D'altra parte stato osservato che il
numero elevato di emissioni, qualitativamente e quantitati-
vamente molto varie, caratteristico delle aree coperte da
stabilimenti siderurgica, rende sensibilmente gravoso il lavoro
di analisi dei dati ricavati dalle misurazioni.
L'obiettivo della ricerca del LECES era di rendere maggior-
mente significativi i dati forniti dalle misurazioni, ricorrendo
a supporti matematici pi idonei utilizzando metodi basati su
modelli statistici e sviluppando sistemi di analisi a variabili
multiple.
In particolare sono state studiate e messe a punto le
seguenti fasi successive di analisi :
1. Cartografia automatizzata :
Con m'ausilio di alcuni programmi di un calcolatore si cer-
cato di determinare automaticamente la distribuzione superfi-
ciale dei dati di misurazione. In questa fase sono stati pre-
si in esame i programmi STAMPEDE e CARTOLAB, che possono
offrire buoni risultati, previa rielaborazione di alcuni
parametri di esercizio.
2. Elaborazione e sintesi dei risultati delle misurazioni: lo
studio statistico dei risultati consente tutta una serie
di deduzioni, quali ad esempio l'individuazione di stazioni
di rilevamento scarsamente efficaci o di sonde difettosa.
L'analisi di frequenza permette,fra l'altro, di evidenziare
eventuali effetti di determinati parametri. Tale analisi,
si rivela indispensabile
-32-
per la comparazione dei dati in base alla normativa vigente.
Sono stati elaborati programmi da utilizzare sui calcolatori,
allo scopo di individuare eventuali correlazioni con le fonti
di emissione.
3. Analisi globale dei gruppi di dati pluridimensionali:
si proceduto all'esame ed al perfezionamento di vari
procedimenti per strutturare ed analizzare globalmente il
complesso di dati ricavati dalle misurazioni. Tali dati
sono costituiti sia dai vari tipi di elementi inquinanti
presenti nelle singole stazichi di misurazioni che da vari
parametri meteorologici, con le relative variazioni tempo-
rali. Validi strumenti per la classificazione automatica
e l'analisi qualitativa si sono rilevati gli algoritmi
DIDAY , SEGMENT E FORTIN. E' stato possibile utilizzarli
con risultati positivi in alcune reti di controllo gi
operanti, dove sono stati evidenziate alcune correlazioni
causali fra i dati di misurazioni e le emissioni e/o i para-
metri atmosferici. E' stata individuata inoltre la possibi-
lit di rendere ottimale le reti di controllo.
Nella fase terminale, della ricerca si cercato di indi-
viduare alcune strategie per il controllo sistematico dell'
inquinamento atmosferico. Tale studio, strettamente collegato
ai problemi della prognosi dei fenomeni atmosferici, ha fornito
risultati incoraggianti, anche se allo stadio attuale non pu'
ancora essere considerato concluso.
Elementi fondamentali del programma di misurazione per il
rilevamento della distribuzione di sostanze inquinanti
nell' aria, al fine di valutare le correlazioni esistenti
fra immissione e fonti di emissione.
(Betriebsforschungsinstitut des Vereins Deutscher Eisen-
httenleute, Dsseldorf, ricerca FS 283)
Nel corso di tale progetto di ricerca, che verr terminato
a breve scadenza, si cercato di elaborare gli elementi base,
necessari per la definizione di una rete di misurazione, in
grado di rilevare la distribuzione di sostanze inquinanti nell'
aria, con particolare riferimento
33-
alle emissioni caratteristiche di alcuni processi dell'industria
siderurgica.
I temi principali del programma di ricerca sono i seguenti:
1. Controllo della rappresentativit e della precisione dei
vari metodi a disposizione per il calcolo della dispersione
e dei diversi parametri meteorologici, mettendo a confronto
i risultati con i valori misurati.
2. La messa a punto di un metodo per la realizzazione di reti
di misurazione con un numero minimo di stazioni, in modo
che, partendo dalle percentuali d'immissioni misurate, sia
possibile valutare il settore d'influenza nonch le inter-
ferenze di pi fonti di emissione.
Inizialmente sono stati fissati gli algoritini matematici
sui quali si basano cinque diversi procedimenti per la previ-
sione delle emissioni, cic
TA-Luft 1964,
VDI 2289, Progetto settembre 1974,
TUV-Rheinland,
Decreto raffineria NW, maggio 1975 e
KMMI-Paesi Bassi
da inserire nei programmi di un calcolatore digitale e sono
stati inoltre elaborati e messi a punto programmi gi dispo-
nibili, per poter calcolare anche le distribuzioni di frequen-
za delle concentrazioni delle sostanze nocive.
Nella fase successiva della ricerca sono stati registrati
le emissioni di un impianto di sinterizzazione e misurate le
immissioni di SO_ utilizzando una stazione fissa e una sta-
zione mobile.' Dall'analisi dei risultati delle misurazioni
(dati relativi ad emissioni, immissioni e parametri meteorelo-
gici per un totale di 123 ore) risultato che estremamente
difficile verificare l'esistenza di una correlazione signifi-
cativa fra immissione ed emmissione, sia dal punto di vista
statico che dinamico. Soltanto in un caso, grazie alla direzio-
ne del vento e alle condizioni atmosferiche del tutto parti-
colari, stato possibile individuare l'esistenza di una cor-
relazione significativa.
34
Per poter realizzare un metodo atto a definire reti di
misurazione di immissioni con un numero minimo di stazioni,
stato messo a punto un modello previsionale per il calcolo
del campo di concentrazioni di sostanze nocive. In tale mo-
dello, i coefficienti delle funzioni analoghe ai sistemi
previsionali vanno espressi con parametri variabili, adatta-
bili ai tipi di misurazioni da effettuare.
A giudicare in base ai risultati provvisori ricavati da
detta ricerca, la possibilit di ricavare leggi accettabili
che regolino la correlazione fra l'immissione e le fonti di
emissioni piuttosto aleatoria. E' necessario attendere
i risultati dell'analisi globale di tutte le misurazioni e dei
calcoli, indispensabili per l'elaborazione della relazione
della relazione conclusiva, prima di emettere valutazioni
definitive. Cio' vale in particolare per la scelta dei valori
iniziali dei parametri e degli orientamenti fissati inizial-
mente per la ricerca, essenziali per una soluzione ottimale
del problema.
Metodi di misurazione
(TNO, Delft, Ricerca PS 300)
In questa sede verranno unicamente illustrati gli obietti-
vi e l'attuale stadio di avanzamento della ricerca, dal nomen-
to che i risultati attualmente disponibili non consentono di
formulare giudizi conclusivi.
Obiettivo della ricerca la messa a punto di un sistema
di musurazioni che, sulla base di un numero limitato di
misurazioni di concentrazioni, consenta di stimare il grado
medio d'inquinamento dovuto a sostanze solide e gassose,
nonch la frequenza delle concentrazioni massime sui posti di
lavoro nell'industria siderurgica. In definitiva, sono proprio
l'inquinamento medio che si verifica corso dell'esposizione
totale e la frequenza delle concentrazioni massime che defini-
scono il rischio per la salute dei
-35-
lavoratori sul posto di lavoro.
Quale obiettivo primario della ricerca stato scelto il
reparto principale di un'acciaieria, nei quale stato effet-
tuato il rilevamento continuo dei seguenti dati :
- concentrazioni delle polveri respirabili,
- concentrazioni totale delle polveri presenti,
- temperatura ambiente,
- velocit e direzione della corrente d'aria,
- potenza degli impianti di saldatura elettrica,
- consumo di materiale durante le operazioni di saldatura,
Alcuni di tali parametri sono stati rilevati in vari punti e
parallelamente sono state effettuate misurazioni di campiona-
mento con apparecchi ordinari.
La ricerca riserva ampio spazio studio di un sistema di
elaborazione dei dati idoneo e razionale. Nel corso delle prove
intervengono circa 100.000 risultati di misurazioni per setti-
mana. E' stato messo a punto un sistema per la registrazione
dei dati su cassette a nastro magnetico e successivamente in un
memorizzatore a dischi con annessa elaborazione sul calcolatore;
In base ai risultati finora acquisiti possibile antici-
pare che la definizione di modelli matematici, che interpretano
l'inquinamento atmosferico esistente su determinati posti di
lavoro, in funzione dei parametri tecnici ivi esistenti, in
grado di fornire dati pi precisi e con maggiore rapidit di
quanto non avvenga utilizzando, come stato finora, sistemi
statistici di misurazione.
-36-
Mlsurazione ed analisi delle emissioni nell'aria prove-
nienti dai forni da coke, con particolare riferimento
alle esposizioni del lavoratore.
(British Steel Corporation, Londra, Ricerca PS 285)
La ricerca si proponeva i seguenti obiettivi :
- predisposizione di procedimenti normalizzati per il prele-
vamento di campioni e successive analisi per il controllo
sistematico dei forni da coke.
- determinazione dell'esposizione individuale all'inquinamento
atmosferico degli operai addetti ai forni da coke in corris-
pondenza a varie batterie di forni da coke e comparazione dei
dati misurati con risultati acquisiti nel corso di prove
effettuate presso cokerie americane.
- controllo dell'efficacia di vari apparecchi autorespiratori
ed impianti di depurazione dell'aria.
- raccolta di dati relativi alla protezione ambientale per
ricerche epidemiologiche.
Risultati conseguiti :
Prelevamento di campioni ed analisi : al fine di ricavare
risultati rappresentativi dell'esposizione individuale, sono
stati utilizzati exclusivamente apparecchi portatili per il
prelievo di campioni in dotazione agli operai. Tali strumenti
si sono rivelati di facile impiego ed hanno fornito risultati
soddis facenti.
Sono stati applicati metodi analitici per la determinazione di
idrocarburi aromatici policiclici e di composti solubili in
benzolo (BSM). Si pu' utilizzare anche la cromatografia su
strati sottili o in fase gassosa e, con risultati particolar-
mente probanti, la cromatografia su fluidi ad alta pressione.
I risultati ottenuti da tali analisi hanno confermato buone
caratteristiche di rapidit, riproducibilit ed affidabilit.
La durata di solubilit dei campioni stata ridotta a dieci
minuti,
-37-
impiegando un procedimento, ad ultrasuoni.
Determinazione dell'esposizione individuale : per il forno da
coke sono state individuate differenze significative fra le
esposizioni nei singoli posti di lavoro. Per quanto riguarda
la polvere e l'indice BSM, le esposizioni pi elevate si
riscontrano all'altezza della cupola del forno, dove l'espo-
sizione.media per la polvere raggiungeva il valore limite di
10 mg/m , mentre per il BSM i,tenori erano chiaramente superi-
ori al valore limite 0,2 mg/m , mediamente da 4 a 8 volte mag-
giori a seconda delle batterie dei forni esaminati. Peraltro
tali valori sono inferiori a quelli misurati in America, dove
sono stati riscontrati fattori pari a 5-16 volte.
Grazie a miglioramenti apportati alle singole batterie dei
forni da coke, sono state realizzate evidenti riduzioni dell'
esposizione sul posto di lavoro, sia per la polvere che per il
BSM.
Su varie macchine di servizio sono state effettuate prove
utilizzando apparecchi di tipo fisso per il prelievo di campi-
oni. In linea di massima, i valori misurati sono risultati
inferiori a quelli rilevati con gli apparecchi portatili.
Efficacia degli apparecchi di protezione : Le prove sono state
condotte in due direzioni : da un lato il controllo dell'
efficacia dell'apparecchio di protezione individuale, utiliz-
zando l'elmo con autorespiratore "Airstream" e dall'altro con
l'impiego di cabine fisse climatizzate. In entrambi i casi
sono stati ottenuti buoni risultati. Per l'apparecchio
Airstream il fattore di sicurezza (rapporto fra la concentra-
zione di sostanze nocive dell'aria e la concentrazione delle
medesime nell'elemento protettivo) ha assunto mediamente il
valore 8 per la polvere e 11 per il BSM. Per la cabina sono
stati misurati fattori medi di protezione pari a 6 per la
polvere e 9 per il BSM.
Epidemiologia : In base ai dati desunti non stato possibile
individuare una relazione indiscutibile fra le esposizioni
individuale e il rischio per la salute. E'stato per contro
possibile comparare il tasso di mortalit di determinati grup-
pi con il tasso di mortalit generale della popolazione maschi-
le in Gran Bretagna. E'risultato che il rischio d'insorgenza
-38-
del cancro polmonare praticamente pari al rischio che le-
cito attendersi per la popolazione del settore industriale.
Dal confronto con i dati risultati dalla ricerca americana,
anche in questo settore il rischio di cancro pomonare indi-
viduato per l'Inghilterra viene a situarsi su valori sensibil-
mente pi bassi.
Prove su modello tramite moderni sistemi di ventila-
zione per reparti-forni da coke
(Bergbau-Forschun GMBH, Essen, Ricerca PS 305)
Obiettivo della presente ricerca l'elaborazione di dati
utili alla costruzione e alla marcia di reparti per forni da
coke, che garantiscono condizioni ottimali dal punto di vista
della protezione ambientale, della sicurezza di esercizio,
della protezione contro le corrosioni, del consumo di energia
e dei costi di esercizio.
La ricerca orientata su due direzioni : da un lato
vengono effettuate prove su modelli per la determinazione dei
profili di flusso pi idonei in tutta la zona coperta dal
modello di reparto, dall'altro misurazioni delle concentrazio-
ni sul posto di lavoro di componenti gassosi nelle batterie
di forni da coke in esercizio.
Nel corso delle prove su un modello di reparto di forni
a batterie stato constatato che una corrente d'aria laterale,
per quanto di minima intensit, in grado di spostare le
emissioni dalla cupola del forno ai muri del reparto dei
forni. In un reparto di spegnimento, una corrente d'aria late-
rale con una velocit superiore ad 1 m/s produce effetti ne-
gativi sull'impianto di aspirazione delle emissioni. In pre-
senza di un numero doppio i muri di sbarramento nel reparto
di spegnimento, il vento laterale produce i suoi effetti
soltanto a partire da una velocit pari a 1,4 m/s.
Sostanzialmente i lavori.di ricerca sul modello di capan-
none avevano
-39-
L'obiettivo di tentare essenzialmente di captare, in un impi-
anto centralizzato, tute le emissioni che si presentano nel
corso della marcia dei forni da coke. Per la realizzazione del
modello stata presa in considerazione una batteria di 40
forni di 4 m d'altezza, 12 m di lunghezza e con una capera
di combustione di larghezza 450 mm.
Il fattore pi importante esaminato nel corso delle prove
era il profilo funzionale di componenti utilizzati per il
convogliamento delle portate di gas nei tre settori principali:
la zona sovrastante i vagonetti di spegnimento, la zona sovra-
stante i vagoncini per il transporto delle mattonelle di coke
e la zona sulla cupola del forno. I rapporti fra le sezioni
libere di queste tre zone devono assumere valori ottimali
ben determinati.
In seguito a varie modifiche apportare al modello stato
possibile realizzare un miglioramento sostanziale delle portate
in gioco.
Un ulteriore obiettivo della ricerca consisteva"nella
messa a punto di sistemi pratici di prelievo di campioni per
la misurazione delle emissioni sviluppare durante la marcia
dei forni da coke attraverso eventuali aperture di servizio,
quali gli sportelli dei forni, le condotte montanti e i fori
di riempimento. Dopo alcune prove negative stato possibile
realizzare un dispositivo per il prelievo di campioni di emis-
sione nella zona adiacente allo sportello di un forno da coke,
che ha fornito risultati positivi. Tale dispositivo consiste
in una lamina di alluminio flessibile, che viene fissata
davanti alla porta del forno all'altezza delle cerniere. Le
prime misurazioni delle emissioni che si sviluppano da porte -
di forni a tenuta imperfetta hanno rivelato notevoli disparit
da uncido all'altro per cui allo stadio attuale non consenti-
to esprimere un giudizio attendibile sulla captazione quanti-
tativa delle emissioni.
-40-
Realizzazione di nuovi tipi di tenuta stagna per porte
di forni da coke.
(Bergbauforschung GMBH, Essen, Ricerca PS 319)
Nel quadro del progetto di ricerca vengono esaminati
nuovi tipi di guarnizioni per sportelli di forni da coke, in
grado di limitare al massimo i volumi pi o meno elevati di
emissioni dovute ad insufficiente tenuta. La ricerca verr
applicata ad una batteria di 48 forni da 7 metri.
Inizialmente, e in collaborazione con quattro ditte
costruttrici, sono stati esaminati nuovi tipi di guarnizioni
per sportelli di forni da coke. Nella fase interlocutoria
stato fatto riferimento, fra l'altro, ad una serie di risul-
tati, ricavati dalle prove condotte nell'ambito di una
precedente ricerca del Bergbauforschung Institut GMBH su forni
da coke da 6 metri.
Sono stati realizzati nuovi tipi diversi di sportelli
con relative guarnizioni, che dovranno essere provati speri-
mentalmente su dieci forni da coke nel corso del 19 80.
Oltre alla struttura dello sportello vera e propria,
anche la forma ed il materiale del rivestimento refrattario
applicato allo sportello costituiscono elementi essenziali che
influiscono sulle emissioni sprigionantesi dagli sportelli dei
forni. Occorrer quindi esaminare su forni industriali vari
tipi di premistoppa in materiale quarzoso opportunamente profi-
lati, combinati a membrane di tenuta. I mattoni di materiale
quarzoso, grazie alle loro propriet di dilatazione termica
contenuta, non risentono dei bruschi salti termici e non subis-
cono fenomeni di ricottura anche dopo un lungo esercizio.
-41
Indagine sulle possibilit di miglioramento delle
condizioni di lavoro nel reparto "arrostimento" della
fabbrica di pellets della Hoogovens Ijmuiden B.V.
in base allo studio dell'estensione della conta-
minazione atmosferica in detta fabbrica per
l'influenza dei movimenti atmosferici in essa
predominanti.
(TNO, Delft, Ricerca 2748)
Nelle fabbriche di pellets viene trattata una miscela
costituita da concentrati minerali e da minerali a grana
fine (0 12 mm ca.). Nel reparto di arrostimento i pellets
umidi che escono dal reparto di formatura vengono successi-
vamente essiccati, preriscaldati, arrostiti e infine raffred-
dati ad aria. Le impurit che si formano nell'atmosfera dei
reparti suddetti si diffondono sia all'interno che all'
esterno dei capannoni, a causa dell'elevato sviluppo di calore
e conseguentemente per effetto delle correnti d'aria che
vengono a formarsi.
Per poter controllare i fenomeni che si producono in
tutti i punti del capannone, sono stati rilevati su 200 punti
diversi i seguenti parametri :
- Velocit dell' aria (direzione e valore assoluto)
- Temperatura
- Concentrazione delle polveri
- Concentrazione dei fluoruri
Risultati acquisti :
La corrente d'aria determinata essenzialmente dal calore
ceduto dal bruciatore, che nel bruciatore stesso crea un
flusso di aria di convezione ascensionale. L'apporto d'aria
attraverso le finestre delle pareti laterali dipende dall'
intensit del vento, che d'altra parte offre un contributo
alle portata d'aria in gioco soltanto a partire da una
velocit superiore a 4 m/s, A bassa velocit si hanno circa
23-25 ricambi d'aria all'ora.
Le temperature dell'aria pi elevate si riscontrano
nella corrente convettiva
-42-
al di sopra del bruciatore, mentre le temperature pi basse
si formano in corrispondenza delle finestre delle pareti la-
terali, che possono contare su un apporto di aria dall'
esterno.
Le massime concentrazioni delle particella di polvere si
ritrovano nell'impianto di vagliatura, nonch nelle fasi
iniziali e finali dell'impianto di arrostimento, in cui i
pellets vengono rispettivamente convogliati ed estratti.
I fluoruri si liberano nella parte iniziale dell'impianto
di arrostimento, dove si ritrovano anche le concentrazioni
massime. Da monte a valle dell'impianto di arrostimento, le
concentrazioni diminuiscono gradualmente.
In base ai risultati della ricerca si pu' concludere
che, per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico e la
temperatura, le condizioni di lavoro nei capannoni sono tali
da non esigere interventi urgenti in alcun punto particolare
dei medesimi. Anche le concentrazioni di polveri e di fluoruri
restano ampiamente al di sotto dei valori CMA. D'altra parte
tali concentrazioni possono probabilmente essere ulteriormen-
te ridotte in alcuni punti, qualora vengano adottati i
seguenti provvedimenti :
1. E' possibile realizzare una migliore tenuta dell'inter-
capedine fra i pellets sulla griglia e la parete anteriore
del bruciatore.
2. La tenuta delle pareti laterali del bruciatore, ad altez-
za delle ruote, pu'essere analogamente migliorata;
consigliabile inoltre applicare altre piastre di tenuta
sulle pareti della camera di combustione.
3. Con un migliore tamponamento delle tavole a scossa dell'
impianto di vagliatura si migliorano le condizioni di
lavoro.
-43-
Ridzione delle emissioni di anidrida solforosa, mediante
diminuzione della quantit di combustibile solido nella
miscela, in prossimit degli impianti di agglomerazione
dei minerali di ferro.
(Centre de Recherche Mtallurgique, Liegi, Ricerca PS 257)
La presenza di anididride solforosa nei gas sprigionati
dagli impianti di sinterizzazione particolarmente impu-
tabile ai combustibili solidi utilizzati per l'agglomera-
zione dei minerali di ferro. Attualmente sono in corso prove
per la messa a punto di processi di depurazione in grado di
eliminare l'SO- dai gas di detti impianti ed i risultati resi
noti sono piuttosto promettenti. E'stato tuttavia gi accer-
tato che tali procedimenti comporteranno elevati costi di
investimento.
Si sta tentando, ad esempio, di ridurre il tenore di
S0_ alla fonte di emissione. Tale obiettivo stato perseguito
dalla presente ricerca affrontando il problema di ridurre la
percentuale di combustibili solidi, il cui tenore in zolfo
assume generalmente valori abbastanza elevati (dall'I all'I,
5% per polveri di coke) sostituendola con combustibili gassosi
con tenore di zolfo basso o nullo.
La soluzione adottata con il procedimento di preriscal-
damento della miscela di sinterizzazione prima dell'accensione
risultata in grado di fornire risultati positivi. In tale
procedimento la miscela viene preriscaldata utilizzando fumi,
il cui tenore in ossigeno e la cui temperatura sono regolati
in modo tale che le percentuali di combustibili solidi vengo-
no contenuti a valori minimi e che la temperatura di rammor-
bidimento della miscela non venga superata.
Da una serie di prove preliminari effettuate in una
siviera di sinterizazione sperimentale, risultato che la
temperatura di 800'C la pi idonea a garantire lo svolgi-
mento del processo.
4 4
Successivamente, con l'ausilio di un nuovo dispositivo
sperimentale attrezzato con un preriscaldatore indipendente
dalla calotta di accensione, sono state effettuate prove
industriali utilizzando diverse miscele di minerali.
Miscela di minerale di ferro tipo minetta :
A parit di resistenza meccanica, con il preriscaldamento
viene attuata una riduzione di combustibili solidi pari al
50%. Il tenore di zolfo nei fumi si riduce da 1 a 0,7 grammi/
tonnellata di prodotto sinterizzato mentre il tenore di SO,
si riduce da 1,1 a circa 0,6 g/Nm .
Anche se nelle fasi successive della sinterizzazione si ha un
ricupero del 10%, a causa della fase di preriscaldamento la
produzione si abbassa. Effettuando tuttavia perforazioni della
miscela prima del riscaldamento stato possibile riportare
la produzione ai livelli di partenza.
Le prove sono state effettuate utilizzando gas naturale. Succes
sive prove con l'impiego di gas d'altroforno hanno consentito
di realizzare un ciclo pi rapido de processo di sinterizza
zione. Si pu' quindi concludere che il preriscaldamento
realizzato con fumi poveri di vapor acqueo risulta il pi
idoneo.
Miscela di minerali ematitlci :
Sono state effettuate prove con due diverse miscele di minera
le di ferro. In entrambi i casi stato possibile ridurre la
percentuale di combustibili solidi del 25%. A parit di
resistenza della miscala di sinterizzazione, il tenore di
zolfo dei fumi stato ridotto da 0,6 a 0,30,4 g/t di pro
dotti di sinterizzazione e il tenore di SO, dei fumi da 0,8
a 0,3 0,5 g/Nm .
Le misurazioni continue.di SO, nei fumi effettuate nel
corso del processo di sinterizzazione hanno offerto inoltre
risultati interessanti : in pratica 1' SO, s'i libera soltanto
per il 3040% della durata complessiva del processo di
sinterizzazione, e precisamente nella fase in cui la tempera
tura dei gas inizia a salire rapidamente. Tale fenomeno pu'
essere interessante in fase di progettazione degli impianti
di desolforazione dei fumi, considerando che tali impianti
eventualmente possono essere alimentati
-45-
con volumi di gas ridotti.
Studio e controllo delle emissioni di inquinanti
gassosi acidi, prodotti dalle agglomerazioni di
minerali diferro e valutazione della loro inci-
denza sull'ambiente.
(Laboratoire d'Etudes et de Contr le de l'Envi-
ronnement Sidrurgique, Maizi res-les-Metz, Ri-
cerca PS 297)
Il programma di realizzazione di tale ricerca prevede
due fasi nettamente distinte :
- messa in opera e sperimentazione di una rete di stazioni
di misurazione opportunamente graduate, da applicare ad
un impianto di sinterizzazione per il rilevamento di
inquinanti gassosi acidi.
- controllo continuo dei fumi, per ricavare informazioni
precise sulla meccanica di formazione di detti inquinanti
e predisporre opportuni interventi per ridurre le emissioni
gassose.
La prima fase della ricerca ormai conclusa : stato
realizzato un dispositivo per la captazione e la diluizione
dei fumi emessi. I gas vengono aspirati da una pompa a mem-
brana (2 m / h ) , filtrati attraverso una matrice in acciaio
legato e successivamente diluiti (in proporzioni da 1/20 a
1/10OO). E' quindi possibile evacuarli a temperatura ambiente
in una condotta in teflon. L'analisi continua dei tenori di
SO2 e N 0
X
assicurata da strumenti automatici.
La rete di misurazione continua descritta stata
utilizzata con buoni risultati in due casi :
- per la misurazione continua nelle casse di aspirazione di
un impianto di sinterizzazione,
46
per l'analisi continua dei gas emessi nel ciclo di sinteriz
zazione in una siviera sperimentale.
I primi risultati ottenuti offrono interessanti indicazioni :
il tenore di SO2 misurato in una cassa di aspirazione all'
altezza della testata del nastro di sinterizzaione variava
da 21 a 140 ppm, mentre una cassa in prossimit della zona di
combustione sono stati registrati tenori di S 0
2
pari a 258
1020 ppm. I t e n o r i d i N 0
X
sono risultati indipendenti dal
punto di misurazione su tutta la lunghezza del nastro di
sinterizzazione. Sono stati misurati tenori di 0
variabili
da 30 a 310 ppM. Per un'ulteriore interpretazione del fenomeno,
nel corso di tale misurazione ovviamente necessario tener
conto del tipo di combustibile utilizzato nonch dei para
metri di esercizio dell'impianto di sinterizzazione nel corso
della prova.
Per le misurazioni da effetturare sulla siviera sperimen
tale stato messo a punto un processo di essiccazione di tipo
particolare per i campioni di gasi aspirati. Dai primi risul
tati risulta un notevole incremento del tenore di S 0
2
immedia
tamente prima della combustione. I tenori di NO e N 0
2
non si
modificano sostanzialmente nel corso del ciclo di sinterizza
zione.
E liminazione dei vapori tossici che si sprigionano
durante la granulazione delle scorie
(Centre B elge d'E tude et de Documentation des E aux ,
Liegi, Ricerca PS 237)
La ricerca in oggetto, gi citata nella pubblicazione
E U R 59 77, stata portata nel frattempo a termine. Obiettivo
di tale ricerca era la messa a punto di procedimenti per
l'eliminazione delle sostanze nocive gassose che si formano
durante la granulazione.
-47
A tal fine stato condotto uno studio sui fenomeni
che regolano la formazione delle sostanze nocive :
- studio della natura e della composizione delle emissioni
gassose durante la granulazione delle scorie,
- studi teorici e prove di laboratorio sulle reazioni
"scorie-acqua"
- studi sul trattamento delle emissioni.
E' stato constatato che, all'atto delle reazioni, le
emissioni di H,S4 di S0
2
nella zona di reazione dipendeno
sostanzialmente dalla presenza di ossigeno (aria) e che il
tenore di composti solforati tanto pi basso quanto pi
bassa la temperatura delle scorie prima dell'operazione
di spegnimento.
Nei vapori che si formano calla granulazione, la concen-
trazione di H
2
S (circa 180 ppm) di circa 3-4 volte pi
elevata della concentrazione di S0
2
(circa 50 ppm). I tenori
di composti fluorati sono notevolmente inferiori alla concen-
trazione dei composti solforati (circa 2 ppm); valori ancora
inferiori sono registrati per il tenore di composti cianurati
(circa 0,5 ppm).
Per la diminuzione del tenore di elementi nocivi gassosi
sono infine disponibili vari tipi di dispositivi opportunamente
adattabili, che garantiscono risultati positivi, purch siano
compatibili con le caratteristiche dell'operazione di granu-
lazione delle scorie. Per l'attenuazione delle emissioni a
base di zolfo, si possono adottare quindi due tipi di solu-
zioni : neutralizzazione dell' H
2
S direttamente nella fase di
sviluppo, ovvero interventi che ne riducqno il tenore all'
atto della formazione.
Utilizzando il primo metodo, l'acido solfidrico viene
neutralizzato con una appropriata quantit di soluzione basica.
Tale sistema, che richiede l'utilizzazione di notevoli quanti-
t di soda, implica necessariamente un impianto di spegnimento
a circuito chiuso. In presenza di una portata di 9 n3 di
acqua per'tonnellata di scoria granulata, il consumo specifico
di soda viene stimato a 1 kg.
48
Con il secondo metodo, si provvede ad ampliare meccani-
camente la superficie di contatto fra la scoria e l'aria, per
cui il fabbisogno d'aria richiesto ridotto al minimo, in
corrispondeza di una temperatura delle scorie per quanto
possibile bassa. Quest'ultimo procedimento consiste in un'
operazione di espansione della scoria liquida, sottoponendola
ad una successiva operazione di centrifugazione in presenza
di aria attraverso un tamburo rotante. Oltre alla riduzione
delle emissioni di sostanze nocive, il prodotto che se ne
ricava presenta buone propriet idrauliche e termiche.
Impianti del tipo descritto sono attualmente in eserci-
zio in alcuni stabilimenti siderurgici francesi e lussemburg-
hesi.
Eliminazione dei fumi prodotti durante la desolforazione
della ghisa in siviera di trasporto, fonte di nocivit
per gli operai e l'ambiente circostante.
(Centre de Recherches Mtallurgiques, Liegi, Ricerca
PS 256)
L'operazione di desolforazione della ghisa lungo il
percorso fra l'altoforno e l'acciaieria viene realizzata,
nella maggior parte degli stabilimenti siderurgici europei,
utilizzando polveri a base di soda nella fase di colata della
ghisa nella siviera di trasporto. Le reazioni che si svilup-
pano in tale fase comportano la formazione di una notevole
quantit di fumi, tanto pi elevata quanto maggiori sono la
temperatura della ghisa e la quantit di soda addizionata.
I fumi contengono composti sodici in quantit variabili
da 5 a 8 g/Nm^e rappresentano un fattore d'inquinamento estre-
mamente fastidioso per il personale. Sono stati proposti
prodotti di desolforazione diversi, che in parte vengono
utilizzati. Tali prodotti sono pero'generalmente pi costosi,
senza peraltro risolvere l'aspetto eco-logico
49-
del problema.
Per ridurre la formazione di fumi durante desolforazione
con la soda, nel corso della ricerca sono stati perseguiti
i seguenti obiettivi :
- riduzione della vaporizzazione della soda,
- miglioramento del grado di rendimento dell'operazione di
desolforazione,
- captazione dei gas di desolforazione.
Per quanto riguarda i primi due punti, la soluzione
adottata consiste nel mescolare alla soda determinati additivi
e nel modificare i processi normalmente impiegati.
Inizialmente sono state effettuate prove in un impianto
pilota e successivamente si continuato con prove industriali
in tre stabilimenti siderurgici belgi e lussemburghesi. I
risultati ottenuti si possono riassumere come segue :
1. La miscelazione di soda con altri materiali, quali pece,
idrocarburi, NaOH ecc., non hanno fornito un rendimento
migliore rispetto al processo con la soda pura e neppure
stato possibile ridurre la formazione di fumi.
2. Utilizzando la soda sottoforma di mattonelle e cercando
di prolungare il tempo di reazione (colata lenta della
ghisa nella siviera) stato possibile ridurre sensibil-
mente la formazione di fumi e migliorare il grado di
desolforazione. La vaporizzazione della soda si riduce
di un terzo e consente di realizzare condizioni di lavoro
notevolmente migliori.
La fase finale della ricerca, mirante alla captazione
dei gas di desolforazione ha presentato alcune difficolt,
consistenti nello sviluppo istantaneo di notevoli volumi
di gas, unito alla presenza di alte temperature: nel corso
del processo di desolforazione, si assiste ad un notevole
sviluppo di calore a causa della combustione del CO, con
-50
conseguenti temperature fino a 900'C nei fumi, nonostante la
presenza di un eccesso di aerazione. I parametri pi impor-
tanti che intervengono in fase di progetto di un impianto di
captazione dei fumi sono stati individuati nella velocit di
colata della ghisa e nella regolazione dell'afflusso di soda
caustica.
Processo tecnico per l'eliminazione dei gas di scarico
contenenti polveri durante la colata all'alto forno.
(Verein Deutscher Eisenhttenleute, Dsseldorf,
Ricerca PS 288)
La ricerca si concluder soltanto nel corso del 19 81,
per cui la presente relazione riassume soltanto l'obiettivo
della ricerca e l'attuale stadio dei lavori.
Elementi ambientali quali polveri, gas, vapori, sprigio-
namento di scintille, irraggiamenti termici e imissioni d'aria,
rappresentano per il personale addetto agli altiforni una
notevole fonte di sollecitazioni. Nei nuovi altoforni di gran-
de dimensioni la ghisa viene spillata attraverso vari fori di
colata, con conseguente aumento del numero delle colate
stesse, che possono arrivare fino a 16 al giorno per ciascun
altoforno.
Dal momento che, durante la colata della ghisa, ad un
notevole sviluppo di fumi si accompagna un irraggiamento
termico di pari intensit, appare chiaramente la necessit di
captare e di evacuare i gas ad alto tenore di polvere che si
sprigionano durante le operazioni direttamente alle funti di
emissione. Di conseguenza l'obiettivo della ricerca stato
fissato come segue :
- misurazione delle quantit di polvere e di gas presenti
in funzione dei vari parametri nelle seguenti fonti di
emissione :
foro di colata dell'altoforno, canali di colata della gisha
e delle scorie, piattaforma di colata in siviera della
ghisa e delle scorie. Le misurazioni vengono effettuate in
vari impianti.
-51-
- elaborazione di parametri e dati di validit generale per
la progettazione di impianti di captazione dei gas.
- serie di prove su un impianto pilota.
Allo stadio attuale dei lavori di ricerca sono state condot-
te misurazione dei volumi di gas e del tenore di polveri du-
rante la colata della ghisa nella siviera e durante la colata
in un alto forno con un crogiolo di 4,5m 0.
L'analisi di dette operazioni ha individuara una rela-
zione di dipendenza del tenore specifico di polveri per ogni
metro di lunghezza dei canali dal flusso di ghisa spillata
nonch dalla miscela zolfo-manganese (S/Mn). Da alcuni cal-
coli teorici su modelli sono stati ricavati parametri di
validit generale, che possono essere utilizzati in fase di
progettazione di impianti di captazione dei gas.
Messa a punto di procedimenti ottimali sotto il profilo
tecnico ed economico per la ventilazione e la depolve-
razione nei capannoni di acciaierie.
(Betriebsforschungsinstitut des Vereins Deutscher
Eisenhttenleute, Dsseldorf, Ricerca PS 224).
Una relazione sul progetto citato gi comparsa nella
pubblicazione EUR 5977 (giugno 1977). Nel frattempo i lavori
di ricerca sono stati conclusi.
In merito al problema dell'aspirazione diretta e secon-
daria nei capannoni delle acciaierie, l'obiettivo della ricer-
ca consisteva nell' elaborazione di soluzioni ottimali dal
punto di vista tecnico ed economico, in grado di essere
applicati sia nei capannoni di nuova costruzione che nel caso
di trasformazioni di vecchi reparti. Per tali motivi le ri-
cerche sono state indirizzate prevalentemente sulle acciaierie
elettriche, perch proprio in questo settore si presenta una
situazione particolarmente grave dal punto di vista dell'
emissione di sostanze nocive e della ventilazione dei capannoni.
-52-
Mediante l'aspirazione normalmente effettuate diretta-
mente dal tino del forno attraverso il quarto forno della cu-
pola, posibile captare la maggior parte della polvere che si
sviluppa nel corso del processo al forno elettrico (vale a dire
durante le operazioni di fusione e di affinazione all'ossigeno).
Con questo metodo non peraltro possibile captare la polvere
che si sprigiona all'atto della carica e della colata nonch,
in una certa misura, durante 1'affinazione. Il punto centrale
della ricerca era quindi costituito dall'operazione di misura-
zione delle emissioni sviluppate durante la carica e la colata;
tali operazioni rappresentano fattori di primaria importanza
per la progettazione di impianti di aspirazione tramite cappe
sistemate sul tetto.
li:
La ricerca stata articolata nei seguenti settori parzia-
osservazioni dirette in esercizio e misurazioni in reparti
di acciaierie elettriche (cappe di aspirazioni, impianti
pilota di aspirazione ad aria di sbarramento per la cap-
tazione dei gas durante l'operazione di colata).
prove in laboratorio e su modelli (profili di cappe, capa-
cit di filtrazione dei gas da partedi vari fluidi filtranti,
banco di prova per modelli a caldo).
- studi di progettazione per la captazione dei gas per acci-
aierie elettriche gi funzionanti e di nuova costruzione
(aspirazione tramite cappe, impianti locali per la capta-
zione dei gas, corazzatura dei forni, costi di investi-
mento e di esercizio).
Con riferimento alle numerose prove condotte nel corso
della vasta ricerca, riassumiamo alcuni risultati che presen-
tano .un certo interesse pratico :
1. A conclusione di prove su modelli rappresentantivi delle
correnti in gioco, sono state realizzate'cappe di aspira-
zione montate sul tetto divise in tre sezioni, verso le
quali viene convogliata una parte dei gas che si sviluppano
rispettivamente dall'operazione di carica e di colata. La
portata di aspirazione richiesta varia da 300.000 - 800.000
m3/ora in funzione dell'altezza del capannone e corrisponde
ad un volume pari a 6 - 14 volte il volume di gas che si
sprigiona. Le pareti laterali e le lamiere interne che se-
zionano
-53-
le cappa devono essere inclinate di almeno 45" e sul bordo
inferiore devono presentare una piegatura in corrispondenza
dell'asse della cappa. Orientativamente la superficie di
emissione della cappa pu' presentare un angolo di inclina-
zione di 10-12' che rappresenta la met dell'angolo di dif-
fusione sulla periferia della fonte di emissione.
2. A parit di produzione, la riduzione al 50% dei volumi dei
gas aspirati possibile unicamente adottando una corazza-
tura sei forno elettrico. Sono stati studiati vari tipi di
tali corazzature, anche in combinazione con impianti di
aspirazione secondaria. Ad esempio, si prevede di poter
ridurre i volumi di aspirazione totali richiesti ad un valo-
re di 3.500 - 4.000 m
3
/ora per ogni tonnellata di ghisa
prodotta in due forni da 100 tonnellate in serie, qualora
vengano fatti funzionare in un reparto speciale opportuna-
mento corazzato. I volumi specifici di aspirazione possono
essere ulteriormente ridotti apportando idonee modifiche
costruttive all'impianto di aspirazione secondaria al di
sopra della siviera.
Nel corso di misurazioni in esercizio stato constatato che
nel corso della colata sulla siviera si formano portate
massime pari a 1.000 - 1.200 m /ora di gas per tonnellata
di ghisa prodotta. Tali quantit rientrano nella gamma di
capacit di un impianto di aspirazione diretta. In alter-
nativa alle cappe di aspirazione sistemate sopra la siviera,
sono state eseguite prove su un impianto pilota costituito
da un impianto di aspirazione a sbarramenti d'aria. In con-
dizioni di esercizio ottimali stato ottenuto un grado
medio di captazione pari al 54% in presenza di una portata
di aspirazione di 100.000 m
3
/ora. In base ad ipotesi teo-
riche e a calcoli desunti dai risultati delle prove si
prevede che, in funzione delle dimensioni dei forni e della
siviera, della durata della colata e della qualit dell'
acciaio prodotto, necessaria una portata di aspirazione di
150.000 m3/ora per realizzare un grado soddisfacente di cap-
tazione superiore all' 80%.
-54-
Recupero senza combustione dei fumi emessi dai forni ad
arco e possibilit di cernita delle polveri raccolte.
(IRSID, Maizires-les-Metz, Ricerca PS 290)
Attualmente i lavori di ricerca sono ancora in corso, per
cui 1 presente relazione riassumer unicamente gli obiettivi
della ricerca e le prove finora effettuate.
Per quanto riguarda l'emissione di gas e di polveri, i
forni ad arco UHP (ad altissima potenza) con forti insuffla-
zioni di ossigeno si comportano sempre di pi come i converti-
tori ad ossigeno. Si quindi pensato di trasferire sui forni
elettrici gli impianti di aspirazione senza combustione, dei
gas notoriamente utilizzati con buoni risultati nelle acciaie-
rie ad ossigeno. I vantaggi di tale processo consisteno essen-
zialmente in una minore quantit di fumi e in una pi efficace
depolverazione, senza contare la possibilit di recuperare
eventualmente l'energia contenuta nei fumi stessi.
Nel corso di una serie iniziale di prove sono stati presi
in esame i dati relativi ai fumi sprigionati dai forni elettri-
ci, per quanto riguarda i volumi, la temperatura, la composi-
zione e il tenore di povere. Le misurazioni sono state effettu-
ate su un forno sperimentale da 6 tonnellate e su un forno da
70 tonnellate, alimentati sia con una lancia ad ossigeno che
con bruciatori a miscela ossigeno-gas.
Un risultato importante ottenuto nel corso di tale prima
serie di prove consistito nella presenza di tenori di H
2
e CO
relativamente elevati durante l'operazione di affinamento
(25-40% H-, 35-45% di C O ) , che hanno consigliato di abbandonare
il procedimento inizialmente previsto, e, per motivi di sicu-
rezza, di progettare l'impianto pilota in base allo schema
seguente :
captazione dei fumi attraverso un quarto foro sulla cupola
del forno e corrispondentemente buona tenuta delle cavit
degli elettrodi
-55-
Combustione dei gas con un bruciatore pilota senza eccesso
d'aria in una camera di combustione a valle dell'impianto,
raffreddamento a 600-800' e successiva depolverazione per via
umida.
Nei confronti dei sistemi industriali attualmente in uso,
questo tipo di procedimento presenta il vantaggio di ridurre
di 4-5 volte i volumi dei fumi da trattare e di garantire quin-
di una depolverazione pi efficace ed economica.
Studio della captazione tramite filtrazione a manica degli
inquinanti gassosi e granulari. Utilizzazione nell'ambito
dell'acciaieria elettrica; possibilit di estensione ad
altri reparti siderurgici.
(Laboratoire d'Etude et de Contr le de l'Environnement
Sidrurgique, Maizi res-les-Metz, Ricerca PS 298).
Oltre alle caratteristiche di depolverazione, la filtra-
zione a maniche offre il vantaggio di poter eliminare determi-
nati composti gassosi, in grado di reagire con lo strato di
polveri che si deposita sugli elementi filtranti. Gli impianti
con filtri a manica sono attualmente in funzione prevalente-
mente nelle acciaierie elettriche e se ne conoscono le carat-
teristiche operative e il grado di depolverazione che possono
garantire. Per contro non si hanno ancora sufficienti conos-
cenze sull'efficacia dei moderni filtri a manica nei confronti
delle sostanze gassose e granulari che inquinano l'ambiente.
Il progetto di ricerca si propone l'esame del rendimento
di captazione del filtri a manica in due casi specifici dell'
acciaieria elettrica :
Separazione sugli elementi filtranti dei composti fluorati
gassosi. Gas di questo tipo si formano durante le opera-
zioni di produzione dell'acciaio in presenza di fluorina.
-56-
- Assorbimento di polveri molto fini di composti metallici
(ZnO, M0O3, e c c . ) , sviluppatisi per ossidazione di vapori
metallici ad alta temperatura.
Per realizzare tali obiettivi sono state effettuate ini-
zialmente varie prove di laboratorio, i cui risultati hanno
confermato un elevato grado di captazione dell'acido fluori-
drico attraverso le polveri separate sulle maniche filtranti
nell'acciaieria.
Successivamente stato realizzato un impianto pilota di
notevoli dimensioni, che funziona parallelamente ad un impianto
di depolverazione industriale nell'acciaieria elettrica di
Breuil (Creusot/Loire). L'impianto pilota collegato al 4'
foro della cupola di un forno da 60 tonnellate e dotato di
una superficie filtrante complessiva di 65m2. L'impianto
filtrante di grande potenza utilizzato comprende 48 manichette
ad immissione esterna, del diametro di 0,18 m e altezza 2,4 m.
Il volume in gioco regolabile da 4.000 a 12.000 m3/ora.
In base all'attuale stadio della ricerca possibile anti-
cipare alcune valutazioni sul materiale filtrante pi idoneo
nonch sul grado di captazione dei composti fluorati e degli
ossidi metallici :
Propriet filtranti ottimali sono garantite da filtri in po-
liestere con una porosit di 1000 m
3
/h/m2 a 20 mm di colonna
d'acqua e un peso di 50O-550 g/m2. La resistenza nel tempo,
osservata per un intervallo di 15 mesi, risultata eccel-
lente. Impianti filtranti di grande potenza sovradimensionati
consentono un risparmio di energia e riducono al minimo i
rischi di guasti.
Per i composti fluorati sottoforma di poveri risultato me-
diamente un grado di captazione del 90%, molto soddifacente
quindi e pari a quello delle altre polveri. Per l'acido fluo-
ridrico gassoso invece, la captazione pari soltanto al 50%.
Sono previse altre prove in questo settore.
Per quanto riguarda la captazione degli ossidi di metalli pe-
santi, inizialmente sono state prese in esame unicamente
-57
le emissioni di ossido di molibdeno. L'impianto filtrante in
grado di separare il 99,8% di polvere di questo tipo dai gas
captati, con un rendimento quindi molto elevato. In conclusio-
ne, le emissioni nell'ambiente dipendono sostanzialmente dal
grado di captazione dell'impianto di aspirazione. In questo
settore entrano in gioco il sistema di addizionamento del
molibdeno (ferro-molibdeno in pezzature, ossidi sotto forma
di polveri, ecc.) nonch il tipo di produzione metallurgica.
Notevoli miglioramenti si possono ottenero con una resa otti-
male delle condizioni di aspirazione ottenute modificando
opportunamente le forme delle cappe e del sistema di aspira-
zione attraverso il 4'foro della cupola dei forni.
Perfezionamento del controllo dei fumi sprigionati nei
forni elettrici
(GKN Rolled & Bright Steel Ltd., Cardiff, Ricerca PS 302)
Attualmente i lavori di ricerca si trovano nella fase
iniziale, per cui la relazione si limiter ad un riassunto
del programma della ricerca.
La ricerca si posto l'obiettivo di realizzare un impian-
to di depolverazione efficace ed economicamente valido in
acciaierie elettriche, nelle quali prevista contemporanea-
mente la marcia di due o pi forni.
Utilizzando impianti di aspirazione primari e secondari
in parallelo, del tipo frequentemente impiegato in connessio-
ne con impianti filtranti a secco, si richiedono portate di
aspirazione relativamente elevate, che normalmente vanno
previste per l'emmissione massima che si sprigiona in un arco
di tempo breve durante le operazioni di carica e di colata.
In Gran Bretagna, nei forni da 100 tonnellate normalmente
vengono utilizzati ventilatori con portate fino a 750.000 m
3
/h.
L'impianto di depolverazione funzionante presso l'acciaie-
ria GKN TREMORFA consente l'impiego di ventilatori di aspira-
zione dei gas a
58
velocit di rotazione massima e a velocit dimezzata, che fra
l'altro possono essere inseriti nei circuiti di aspirazione
autonomi dei due forni da 100 tonnellate adiacenti.
Con questo sistema possibile rendere ottimale il fun -
zionamento degli impianti, combinando le marce dei due siste-
mi. In vista di tale obiettivo sono state effettuate numerose
misurazioni dei tenori di polvere. Lungo le condutture d'eva-
cuazione dei fumi ( forni, cappe, impianti di filtrazione
a monte e a valle) sono state montate cabine per il prelievo
di campioni, attrezzate con le necessarie sonde.
Una volta realizzata la prevista resa ottimale degli
impianti si spera di ricavare indicazioni utili alla progetta-
zione di nuovi impianti combinati per la marcia di forni in
serie, che, pur utilizzando ventilatori con portate inferiori,
permettono di realizzare impianti di depolverazione pu
efficaci, pur garantendo uno sviluppo di rumore contenuto.
Regolazione ottimale degli impianti di depolverazione dei
gas di scarico delle acciaierie elettriche.
(Betriebsforschungsinstitut des Vereins Deutscher Eisen-
httenleute, Dsseldorf, Ricerca PS 309)
Nell'ambito della presente ricerca vanno studiate le varie
possibilit offerta dalla captazione e dalla depolverazione dei
fumi nelle acciaierie elettriche equipaggiate con vari forni
ad arco, nonch il loro grado di adattabilit alle condizioni
di esercizio degli stabilimenti, ferma restando la necessit
di contenere a livelli minimi le spese di esercizio.
Sempre pi numerosi i forni elettrici, nei quali all'aspi-
razione diretta attraverso il 4' foro della cupola viene
accoppiata un'aspirazione secondaria - ad esempio a mezzo di
cappe montate sul tetto dei capannoni-onde permettere di cap-
tare anche i gas di scarico contenenti polveri, che si svilup-
pano nel corso delle operazioni di carica,spillamento, affi-
nazione e manutenzione del riverstimento. In tali impianti
59-
si provveduto a convogliare e a depolverare in un unico filtro
la maggior parte dei voiumi parziali di gas.
Nel caso di batterie di forni, la potenza di aspirazione
dei vantilatori e la superficie filtrante dell'impianto di
depolverazione vanno progettati, per esigenze di economicit,
non gi in funzione del volume massimo previsto dei gas, bensi'
in base a valori medi di tali volumi. Di fronte alle limitazioni
imposte da tale scelta, nonch a tutta una serie di problemi
risultanti dall'impossibilit di governare e regolare in modo
soddisfacente gli impianti di aspirazione diretta, dall'elevato
fabbisogno di energia e dalla scarsa elasticit di rendimento
in funzione delle portate di gas di volta in volta richieste,
lecito chiedersi se e in base a quali fattori sia giustifi-
cata la scelta basata su un sistema di convogliamento dei volu-
mi di gas in un unico impianto e in base a quali considerazioni
accessorie la separazione dei due sistemi costituisca una alter-
nativa favorevole.
Il programma della ricerca, fissato per rispondere ai pro-
blemi suesposti, si pu' riassumere come segue :
- captazione delle varie portate di fumi in una batteria di
forni con impianti combinati con aspirazione diretta ed aspi-
razione attraverso cappe ;
- misurazione delle cadute di pressione nella rete di condotto
e negli impianti filtranti ;
- esame dei vari materiali filtranti e collaudo di diversi me-
todi di depurazione ;
- controllo delle varie fasi operative di un impianto filtrante
utilizando un calcolatore applicato a forni elettrici.
- Realizzazione di un sistema ottimale di regolazione, dellei.por-
tate dei gas e di registrazione dei compressori.
Nella fase operativa della ricerca, che dovrebbe essere
conclusa entro il 1980, sono stati
-60-
sfruttati alcuni risultati acquisiti su forni singoli nel corso
della ricerca PS 224 precedentemente menzionata.
Allo stadio attuale si dispone dei seguenti risultati :
1. Su un banco di prova per modelli a caldo del BFI sono
state effettuate ulteriori prove sull'influenza della tempe-
ratura e della velocit sull'angolo di dispersione di gas
caldi ascensionali. E' risultato che l'angolo di dispersione
praticamente indipendente dalla temperatura, per contro
dipende principalmente dalla velocit di flusso. In pre-
senza di velocit di uscita crescente si ottiene un angolo
totale di dispersione pari a circa 15". Tale valore stato
confermato dalle prove in esercizio, mentre in fase di
progetto delle cappe di aspirazione si sempre tenuto conto
di un valore quasi doppio di tale angolo.
2. In base a prove di comparazione realizzate su 38 tipi mate-
riali costituenti tessuti filtranti e la successiva misura-
zione in impianti filtranti di grandi dimensioni utilizzan-
do manichette filtranti constituite da 8 di tali materiali
risultato che il controllo del gas puro prescritto in base
alle norme DIN non consente alcuna ipotesi sul comportamento
in esercizio. La perdita di pressione dovuta ad un materiale
filtrante dipende soltanto in secondo ordine dal materiale
costituente il tessuto, mentre i fattori principali sono
la struttura del tessuto filtrante e il suo grado di depura-
zione.
3. In una acciaieria costituita da tre forni ad arco sono state
effettuate misurazioni in esercizio per la determinazione
delle portate, dei volumi di polveri e delle temperature di
forni durante tali fasi di marcia del forni, in funzione
del tempo. Tramite varie registrazioni eseguite in parallelo
sull'impianto di aspirazione diretta e sulle cappe di aspi-
razione sono stati determinati i fattori di influenza reci-
proci delle portate. L'analisi dei risultati impone la ne-
cessit di effettuare ulteriori misurazioni in vista della
regolazione delle portate stesse. Per misurare l'aspirazione
diretta sono prevista stazioni misuratrici supplementari nel
collettore di aspirazione sulla cupola del forno.
61
La captazione del fluoro nel procedimento di depolvera-
zione a secco dei gas residui contenenti CO, durante
la produzione dell'acciaio.
(Krupp Forschungsinstitut, Essen Ricerca PS 180)
Nel processo di produzione dell'acciaio con insuflazzione
di ossigeno, richiesto 1'addizionamento di fluorina, in
funzione delle caratteristiche della carica, delle attrezza-
ture dello stabilimento e del prodotto metallurgico che si
vuole ottenere. Le emissioni sprigionantesi in concomitanze
di tale processo esige un idoneo impianto di depurazione dei
fumi.
In base ai risultati ottenuti nel corso di recherche pre-
cedenti, si pu' affermare che gli impianti di depolverazione
a secco per lo pi in funzione nelle acciaierie ad ossigeno
non si riscontra l'emissione di elementi inquinanti imputabili
alla presenza di composti fluorati gassosi. Nel corso di misu-
razioni effettuate in un impianto di depolverazione a secco
applicato gu condotte di gas puro e funzionante in base al
sistema Venturi, in uniacciaieria adossigno, si sono riscontra-
te concentrazioni di fluoro nei fumi variabili da 0,5 a 1,5 mg/
Nm3. Le quantit di fluorina addizionate variano da 4 a 5 Kg/t
di ghisa prodotta.
Nel sistema di depolverazione per via umida, non sono
ancora abbastanza noti i fenomeni di emissione di alcune sostan-
ze nocive, quali l'acido fluoridrico. In base ad alcune prove
sembra accertata la possibilit di far reagire l'acido con
gli elevati tenori di polveri contenuti nei fumi, per cui si
pu'pensare alla presenza di emissioni limitate di composti
fluorati sotto forma di gas.
Nella fattispecie, l'obiettivo della ricerca in oggetto
era, da un lato studiare la formazione di composti fluoridrici
gassosi in funzione delle condizione di lavoro esistenti nel
processo basato sull'insuflazione di ossigeno,dall'altro deter-
minare il grado di separazione del fluoro in un impianto di
depolverazione per via umida.
-62-
In vista di tale obiettivo si proceduto alla messa a
punto di una rete di misurazione continua per la determinazione
differenziata dei composti fluorati gassosi durante lo svolgi-
mento del processo. Per le successice prove si fatto ricorso
all'impianto di evacuazione dei fumi funzionante in un conver-
titore sperimentale da 3 ton. Il flusso principale del gas,
che fa capo ad un impianto di depolverazione a secco, colle-
gato ad un filtro elettrostatico attraverso una valvola by-
pass.
In funzione del tipo di addizionamento dei calcari,
stato registrato un forte incremento delle emissioni nel corso
della fase di armento rapido della decarburazione, nel corso
della fasciniziale, corrispondente ad 1/3 della durata del ci-
clo, come notoriamente avviene nel processe di soffiaggio.
Successivamente l'intensit delle emissioni regredisce.
Addizzionando elevate quantit di calce viva a grana fine
all'ossigeno insufflato all'inizio della fase di fusione,
possibile ridurre notevolmente l'emissione di fluoro. Utilizzan-
do calce in pezzature l'emissione di composti fluorati gassosi
superiore a quella prodotta dalle calce viva in polvere. I
massimi volumi di emissione si riscontrano in presenza di ele-
vati tenori di idrati nella calce addizionata.
Dalla prove sul grado di separazione del fluoro nell'impi-
anto di depolverazione a secco risultato che circa il 70% del
fluoro emesso contenuto nelle polveri del convertitore.
L'aumento del tenore di CaO nelle polveri riduce l'emissione di
composti fluorati gassosi. Con l'incremento del tenore di CaO
nei fumi dimunisce la capacit della polvere del convertitore
di assorbire il fluoro.
-63-
Studio delle dimensioni delle particelle contenute nei
fumi rossi e possibilit d'intervento.
(Max-Planck-Institut fr Eisenforschung Gmbh, Dsseldorf,
Ricerca PS 311)
Durante la fase di riduzione della ghisa in acciaio, viene
insufflato ossigeno con vari metodi. Denominatore comune di
tutti questi sistemi lo sviluppo di notevoli quantit di
fumi rossi contenenti polveri estremamente fini, che vanno
eliminate negli impianti di depolverazione.
Il presente progetto di ricerca si propone di studiare i
fenomeni che regolano lo sviluppo di tali fumi e di individu-
are le eventuali soluzioni che consentano eventualmente di
migliorare l'efficacia degli impianti di depolverazione.
Le prove in laboratorio si effettuano su un impianto di
fusione brandeggiante. Con questo sistema si mantiene un pro-
vino d'acciaio in sospensione senza contatti, utilizzando un
campo elettromagnetico ad alta frequenza, ed il riscaldamento
viene effettuato per induzione. Per questa via si realizza un
processo di fusione esente da impurit e senza crogiolo, rag-
giungendo temperature sul provine fino a 2.400' C.
Quali gas di reazione sono stati utilizzati prevalente-
mente miscele di CO - C02 - 0 2 , le pi frequenti in esercizio.
Per lo studio dei fattori pi importi in gioco, quali le tempe-
rature e le velocit di flusso, sono stati ulteriormente utiliz-
zati elio, azoro e miscele di elio e ossigeno.
L'analisi granulometrica si trova confrontata a problemi
tecnici di misurazione, poich le particelle contenute nei
fumi sono di dimensioni submicroscopiche (10 - 500 mm circa).
Per tali analisi si dovuto ricorrere al microscopie elettro-
nico.
64
Risultati finora ottenuti :
Uno dei fattori primari constituito dalle temperature del
provino. Aumentando la temperatura, le dimensioni granulo-
metriche dei fumi aumentano; i volumi di gas crescono con
legge esponenziale.
Con l'aumento della portata di gas, le dimensioni granulo-
metriche delle polveri dei fumi diminuiscono. Il volume di
fumo aumento col crescere del tasso delle portate.
Le dimensioni delle particelle sono pi elevate per i pro-
vini di ferro risretto ai provini in ferro legato al 4,5%
di C.
I volumi di gas aumentano con l'aumento del tenore di C02
Prove previste :
Influenza di vari tipi di gas sui volumi di gas e sulle
dimensioni granulometriche.
Dipendenza della granulometria delle particelle e dei volumi
di gas dagli elementi che compangono leghe rispetto alle
prove con ferro puro. Influenza del tenore di C.
Studio di un sistema di depurazione e dei fenomeni ad
essi connessi per l'ottimazione della loro efficienza.
(ITALIMPIANTI, Genova, Ricerca PS 276)
Nell'ambito della presente ricerca stato messo a
punto un modello fisicomatematico, utile alla scelta ottimale
di una cappa di aspirazione per un convertitore LD.
Il modello il risultato dell'elaborazione di un bilancio
energetico globale in funzione delle caratteristiche geometri-
che ella cappa. Dati di partenza sono le portate dei gas,
la concentrazione di sostanza solide, la portata di acqua di
refrigerazione, la potenza del convertitore, il fattore aria,
la temperatura dei fumi all'uscita della cappa, ecc.. Il
programma inserito nel calcolatore
-65-
fornisce i dati costruttivi necessari al dimensionamento della
cappa di aspirazione.
Per realizzare una resa ottimale del sistema di aspira-
zione nel suo complesso sarebbe peraltro opportuno inserire
nel programma modelli matematici che tengansconto degli impi-
anti di lavaggio Venturi e degli impianti accessori.
Le misurazioni effettuate gu impianti in esercizio hanno
fornito dati relativi alla composizione e alle caratteristiche
della particelle solide trasportate dal flusso gassoso.
Depolverazione dei gas di scarico dei forni Martin ad
elevata carica di rottame.
(Edelstahlwerk, Witten AG, Witten, Ricerca PS 242)
Nella pubblicazione EUR 5977 sono gi stati illustrati
gli obiettivi ed alcuni risultati parziali del progetto di
ricerca, concluso verso la fine del 1977. In questa sede
verranno riportate soltanto alcune osservazioni desunte dalla
relazione finale.
Nel corso della ricerca, per la depolverazione dei fumi
si era optato per il sistema a filtro elettrostatico. Ai forni
Martin alimentati con caldaia a calore di recupero, stato
accoppiato un filtro elettrostatico connesso ad una barra
c'ollettrice. E'risultato che la marcia a secco fra i 350 edi
400'C senza condizionamento del gas, messo a punto in base
ad una serie di prove accurate, garantisce un grado ottimale
di separazione. Il limite di emissione pari a 150 mg/m3 im-
posto per leggo, non stato superato. D'altra parte, gli
impianti filtranti di questo tipo, che funzionano entro un
intervallo di temperatura di 300-400'C, devono essere ditati
di isolanti di capacit molto elevata.
Sono stati inoltre studiati numerosi fattori che influen-
zano
-66-
il rendimento di un filtro :
Con la marcia a secco, il grado di separazione aumenta con il
crescere della temperatura dei fumi. Con la marcia a condizio-
namento parziale (iniezioni d'acqua) succede il contrario e si
lavora a temperature dell'ordine di 250'C.
Un altro fattore importante l'assorbimento di energia, che
pu' essere reso ottimale per un determinato grado di separa-
zione prescelto in funzione della marcia che si vuole adottare.
In linea di massima la marcia a secco presenta gli assorbimen-
ti di energia pi favorevoli. In questo caso si pu' conside-
rare economicamente accettabile un valore di 0,2 KWh/1000 m3.
Studio sulla composizione effettiva delle sostanze a
base di fluoro immesse nell'atmosfera nell'industria
siderurgica, al fine di delineare una tecnica di tras-
formazione dei composti a base di fluoro in prodotti
meno nocivi.
(Centre Belge d'Etude et de Documentation des Eaux,
Lttich, Ricerca PS 238)
Nel corso della ricerca stato possibile determinare le
propriet chimiche e fisiche nonch, in alcuni casi speciali,
la natura precisa dei composti fluorati emessi nelle acciaierie
elettriche ad ossigeno nonch negli impianti di sinterizzazio-
ne.
Nell'ambito del processo di produzione di acciai legati
al forno ad arco, dove viene utilizzata fluorina, il composto
fluorato emesso nell'aria costituito sostanzialmente da CaF2,
che un fluoruro solido insolubile e per il quale non sono
imposte severe norme ecologiche.
Nelle scintille sprigionate durante la colata in conchi-
glia di acciaio effervescente
-67-
(si tratta di additivi in polvere con tenori relativamente
elevati di CaF2 e Na2C03) tutto il fluoro presente formato
praticamento da NaF, che un fluoruro solido solubile. Tali
fumi, con un elevato tenore di "fluoro sottoforma solida"
(25% circa nelle polveri) contengono soltanto piccole quantit
di fluoro gassoso (meno dello 0,5% rispetto al tenore totale
di fluoro).
Negli impianti.di sinterizzazione per minerali di ferro
ricchi di fosforo, le emissioni di fluoro consistono prevalen-
temente in HF ed SiF4, fluoruri gassosi e solubili, di cui
peraltro non stato possibile determinare il tenore. La per-
centuale di fluoro gassoso rispetto al tenore totale di fluoro
nelle emissioni raggiunge al massimo il 90%, qualora si tratti
di un impianto di depurazione a secco con un'emissione massima
di polvere di 150 mg/m3.
Nel corso della ricerca stata inoltre consentita la
messa a punto dei metodi di prelievo di campioni e di analisi,
indispensabili per la realizzazione della ricerca.
Ricerca sui processi fisico-chimici di trasporto che
hanno luogo nell'emissione di gas contenente fluoro
da scorie in fusione e da fasi solide, con l'obiettivo
di reperire mezzi per diminuire la contaminazione dell'
ambiente ad opera del fluoro.
(Max-Planck-Institut fr Eisenforschung GmbH, Dsseldorf
Ricerca PS 255)
In questi utlimi anni la realizzazione del processo di
fusione delle scorie dei forni elettrici (ESU) ha destato
un interesse particolare da parte delle industrie metallurgi-
che verso le scorie, il cui componente principale il fluoru-
ro di calcio. Tali scorie, per le loro propriet fisiche e
per il tipo particolare di reazione chimica, sono particolar-
mente idonei al processo ESU,
-68-
anche se d'altra parto costituiscono una fonte potenziale
d'inquinamento dell'ambiente a causa del fenomeno di vaporiz-
zazione del fluoro, con conseguente formazione di composti
fluoranti nocivi e/o tossici.
Per ricavare un quadro dei fenomeni che intervengono nel
processo di vaporizzazione dei composti fluorati derivanti
dalle scorie di fluorina, sono state realizzate le seguenti
misurazioni;
Con il metodo di trascinamento si misurata la tensione
di vapore del CaF2 puro nell'intervallo termico 1500 - 1650'C
che interessa la fusione e le propriet metalurgiche del com-
posto e si sono calcolate le equazioni che determinano la
curva di tensione del vapore e sonostati ricarati i dati ter-
modinamici della CaF2.
La tensione di vapore della CaF2 viene sensibilmente ab-
bassata utilizzando CaO. Aggiungendo A1203 a CaF2 si ottiene
una reazione conformazione di A1F3 gassoso. Addizionando CaO
si blocca notevolmente la formazione di A1F3. Sono state inol-
tre effettuate prve termogravimetriche sulle reazioni degli
ossidi Ti02, MgO e Si02 con CaF2 fuso. Addizionando Ti02 a
CaF2, si realizza una sensibile riduzione del peso della scoria,
grazie alla paporizzazione del fluoruro di titanio che si forma
dalla reazione.
L'addizionamento di MgO non aumenta la vaporizzazione,
mentre addizionando S 02 aumentano i tenori di materiali che
vaporizzano, con formazioni di tetrafluoruro di silico.
In atmosfera gassosa con un determinato tassi si umidit,
l'aumento delle tensioni parziali di vapore comporta elevate
quantit di vapore con la formazione di acido fluoridrico.
In base a calcoli effettuati risulta che lo sviluppo di SiF4
presenta un certo interesse soltanto nella fase iniziale,
subito dopo 1'addizionamento di Si02.
L'emissione di composti fluorati da scorie allo stato
fuso
-69-
diminuisce con l'aumentare dell'attivit di CaO. I tenori pi
bassi di vaporizzazione si riscontrano nelle scorie sature di
CaO. Qualora altre esigenza di tipo metallurgico lo consentano
(reazione metallo scoria, assorbimento di H, condizioni di
esercizio, ecc.) le scorie dovrebbero quindi contenere ele-
vati tenori di CaO (possibilmente fino alla saturazione).
Studio dell'emissione globale di ossidi di azoto negli
apparati di combustione industriai a gas, per lo svilup-
'polxtr bruciatori con gas di scarico a basso tenore di
ossidi di azoto
" (Betriebsforschungsinstitut des VDEh, Dsseldorf und
Ruhrgas AG, Essen, Ricerca PS 226)
La ricerca gi stata illustrata nella pubblicazione
EUR 5977. Le misurazioni effettuate nella seconda fase della
ricerca su un forno sperimentale e negli impianti di produ-
zione, possono essere riassunte come segue :
I fattori principali che regolano la formazione di NO
possono essere espressi dai seguenti parametri :
- Fattore d'aria (tenore di 0, dei fumi)
- temperatura media dell'aria di combustione
- temperatura media del forno
- sistema di mescolazione
II tenore massimo di NO nel focolare si ha in corris-
pondenza di un fattore d'aria = 1,05 - 1,20. Negli impianti
industriali normalmente le combustioni avvengono con fattori
d'aria compresi tra 1,1 e 1,2 vale a dire 2 -' 4% in volume di
ossigeno nei fumi.
Uno fra i parametri pi importanti per lo sviluppo di
NO consiste nella temperatura dell'aria di combustione. Dato
che il gruppo NO dipende
-70-
dalla temperatura della flamma, un'elevata temperatura dell'
aria di combustione, che apporta una quantit sensibile di
calore nella camera di combustione, contribuisce ad elevare
la temperatura della fiamma e quindi l'emissione di NO .
L'analisi dei risultati delle prove ha confermato che,
con il tipo di marcia normalmente adottato per i forni indu-
striali di riscaldo e per i trattamenti termici, il sistema
di miscelazione presenta un ruolo secondario.
E'stata elaborata una formula approssimata che esprime
l'emissione di NO che pu' essere utilizzata in fase di pre-
visione delle emissioni e delle emissioni ed eventualmente
per realizzare il massimo rendimento degli impianti gi in
funzione. In questo caso il parametro che regole l'emissione
di NO non il flusso termico dell'impianto, come finora
sostenuto nella letteratura specializzata, bensi'la tempera-
tura media del forno nonch la temperatura media dell'aria di
combustione. Nella maggior parte dei casi la concentrazione
di ossigeno nei fumi ha soltanto un'importanza limitata.
Negli impianti industriali le percentuali di NO, rispet-
to ai tenori di NO misurati, con una temperatura del forno
superiore a 1000*C
X
sono risultate inferiori al lo%. Se la
temperatura del forno diminuisce, aumenta l'incidenza del
tenore di ossigeno presente nei fumi sulla formazione di NO,.
Nell'ambito di tale margine il sistema di marcia del forno
determina la quantit di NO, che si pu' formare e che viene
emessa.
Per prevenire e contenere le emissioni di NO nei forni di
riscaldo e di trattamento termico si possono Ipotizzare vari
interventi, quali la riduzione della temperatura dell'aria
di combustione, la combustione in situazione di equilibrio
stechiometrico dei componenti, la combustione a stadi successi-
vi ed il recupero dei gas di combustione, miscelandoli all'
aria a monte del bruciatore. Per molte di tali soluzioni
progettate non sussiste pero'in pratica spazio sufficiente
alla loro realizzazione dal punto di vista tecnico. La solu-
zione basata sul recupero dei fumi
-71-
attraverso il bruciatore sembra essere la pi interessante,
anche se pone dei problemi legati al fenomeno di trasmissione
del calore; in conclusione soltanto la ricerca di un equili-
brio ottimale fra tutti i fattori in gioco pu Offrire risul-
tati positivi.
Procedimenti atti ad impedire la formazione o a
distruggere i gruppi N O presenti nei gas di
scarico industriale. "
(Technische Hochschule Aachen, Ricerca PS 295)
Nel corso di una precedente ricerca promossa dalla CECA
realizzata dal medesimo istituto, era stato constatato che,
accanto a numerose reazioni sviluppantesi fra N
x
0 e corpi
solidi ossidanti, si svolgeva anche un processo di polimeriz-
zazione delle molecole gassose, fenomeno accertabile fino a
pesi molecolari pari a 1800, essendo 30 il peso molecolare del
nonomero NO.
Non si pu' escludere la possibilit che i gruppi macromo-
lecolari N
x
0y, a causa delle loro elevate concentrazioni loca-
li, esplichino un'attivit tossica maggiore rispetto ai mono-
meri. Di conseguenza si pu' pensare di ridurre il pericolo
biologico rappresentato dalle emissioni e dalle immissioni di
N0
X
qualore sia dato di realizare metodi atti ad evitare la
formazione o a disintegrare i composti polimeri, grazie ad
uha conoscenza pi approfondita dei meccanismi di formazione.
Si prevede di esaminare i seguenti problemi :
- reazioni chimiche degli ossidi di azoto gassosi con le pol-
veri contenute nei fumi industriali e gli ossidi del rivesti-
mento, con formazione di nitrati, nitriti e composti com-
plessi gassosi N
x
0y, in funzione della temperatura, dell'
irraggiamento luminoso, del tenore di ossigeno e del tempo
di attesa.
- Individuazione ed analisi delle macromolecole gassose
72
(Cluster) che si possono formare per reazione degli ossidi
di azoto con le polveri contenute nei fumi, con il rivesti
mento dei forni, ecc.
disintegrazione dei Cluster mediante urti termici, ionici o
elettronici a seconda del sistema di separazione elettro
statico adottato.
Nel corso della ricerca stato realizzato un impianto
a vuoto ultraspinto appropriatamente modificato e sono state
effettuate prove di assorbimento, volatilizzazione, reazione
di NxOy con CAO e Na
2
0 utilizzando l'analisi spettrometrica
di massa quadripolare. E'stato possibile identificare vari
gruppi N
x
Oy finora sconosciuti, fino ad accertare la presenza
di macromolecole pesanti di formula ()
64
.
Le ricerche con miscele di N
x
0
y
e aria o di NO2, hanno
confermatoche in tali gas sono presenti i gruppi molecolari
pesanti del tipo N
x
0
y
ed N0
2
. .
Riduzione dell'emissione di prodotti inquinanti e
miglioramento del rendimento energetico di fiamme
industriali e dei forni.
(International Flame Research Foundation, Ijmuiden,
Ricerca PS 250)
Una delle soluzioni pi efficaci per ridurre l'emissione
di sostanze inquinanti consiste nel rendere ottimali il pro
cesso di combustione, la trasmissione del calore e il consumo
globale di combustivile. Obiettivo della ricerca era quindi
l'elaborazione di dati sulle relazioni intercorrenti fra la
trasmissione del calore, le variabili del processo ed i
parametri del bruciatore, in vista di realizzare una marcia
ottimale del forno.
-73-
II programma della ricerca prevedeva quattro prove ai forni.
Tre prove (prima fase della ricerca) sono state realizzate sullo
stesso forno, in condizioni comparabili, prendendo in esame un
buon numero di bruciatori di tipo differente e di variabili
di esercizio. Il forno sperimentale funzionava con un focolare
tipico dei forni da riscaldo utilizzati nell'industria siderur-
gica.
La quarta prova (seconda fase) consisteva in un'applicazio-
ne particolare delle fiamme ad alte intensit, alimentate da gas
naturale e da ossigeno ed era destinata prevalentemente alla
misurazione della trasmissione del calore in condizioni di tem-
peratura estremanente elevate, per un fenomeno di convezione
delle fiamme dirette verticalmente sulla lamiera raggiante.
Risultati pi importanti ottenuti :
I'fase
- Utilizzando vari tipi di bruciatori e/o di fiamme stato
possibile modificare il rendimento dell'impianto del forno
fino a un valore del 25%, adottando una superficie raggiante
a bassa temperatura. Negli impianti con superficie raggiante
ad alta temperatura, tale percentuale ancora pi elevata.
- Riducendo del 5% l'eccesso di aria di combustione si ha medi-
amte un rendimento superiore del 3% della potenza del forno.
- Utilizzando gas d'altoforno (1200 kcal/kg) in sostituzione
del gas naturale, a parit di alimentazione di energia
termica il rendimento diminuisce del 30%.
- Aumentando la turbolenza d a S = 0 a S = l , 7 , a parit di con-
dizione il valore massimo del flusso termico aumenta del 40%'.
- Bruciando olio combustibile pesante e riducendo la percentuale
di aria in eccesso dal 30 al 5% le emissioni di S0
3
si ridu-
cono di 10 volte e le emissioni di NO del 20% circa.
-74-
- Con la combustione a stadi successivi, alimentata da olio
combustibile pesante e leggero con un modesto previscalda-
mento dell'aria, l'emissione di No si riduce dal 30 al 60%.
II"fase
- Quale coefficiente caratteristico della trasmissione di ca-
lore per convezione in un bruciatore alimentato da gas
naturale e ossigeno stato calcolato il valore 0,3 kw/m2'C,
mentre per la miscela a gas naturale/aria tale coefficiente
di 0,07 kw/m2 'C. Dati di un certo interesse ed utili alla
costruzione dei forni si ottengono da risultati di misura-
zione del flusso termico di convezione in funzione del cari-
co del focolare e della distanza bruciatori- lamiera raggi -
ante.
- A causa delle elevate temperature di combustione, le quantit
delle emissioni di N0
X
misurate per le fiamme a gas naturale/
ossigeno sono superiori a quelli delle fiamme alimentate da
gas naturale/aria. Va pero'tenuto conto che in questo caso
le immissioni di aria non pura influiscono in misura parti-
colarmente notevole sul fenomeno.
Nell'ambito della presente ricerca stata prevista una
serie di misurazioni del rumore sviluppato. Anche se piutto-
sto semplice prevedere l'intensit degli effetti dei parametri
dei bruciatori sull'intensit' del rumore sviluppato, la tras-
feribilit delle emissioni sonore calcolate per il bruciatore
sul complesso bruciatore-forni oltremodo difficoltosa.
-75-
Correlazione fra le caratteristiche di funzionamento
degli impianti siderurgici e il grado efficienza dei
depolveramenti.
(Laboratoire d'Etude et de Contr le de l'Environne-
ment Sidrurgique, Maizires-les-Metz,
Ricerca PS 274)
La tendenza ad imporre da parte delle autorit responsa-
bili norme limitatrici delle emissioni sempre pi rigorose,
erge la necessit di far funzionare gli impianti di depolve-
razione gi in esercizio entro intervalli di regolazioni sem-
pre pi ristretti, al fine di ottemperare, le norme relative.
Qualsiasi progresso tecnico nel settore siderurgico, che si
esplica in nuovi procedimenti produttivi, per essere preso
in considerazione ed avere successo deve fare i conti il
problema della depolverazione. Gli impianti di depolverazione
possono quindi trasformarsi in veri e propri ostacoli (perlos-
viluppo) di una tecnica applicata alla siderurgia, pi raffi-
nate e in grado di affrontare la concorrenza del settore.
La presente ricerca s'impone di individuare e possibil-
mente eliminare tali ostacoli, attraverso un equilibro fra
gli impianti di produzione e di depolveramento.
Risultati acquisiti allo stadio attuale della ricerca:
Impianti di sinterizzazione :
Normalmente la depolverazione con filtri elettrostatici offre
eccellenti risultati. Con l'impianto in marcia normale,
l'emissione spesso ridotta a valori sensibilmente inferiori
al limite tollerabile, ad esempio 25 mg. Xm3 invece di 150 mg/
Nm3.
Sono stati presi in esame alcuni casi particolari : quando il
punto di arrostimento si scosta dal valore pi favorevole, si
ha un aumento delle emissioni di polvere. Nelle fasi di
avviamento e di arresto dell'impianto si hanno scostamenti
notevoli di tale punto con evidenti emissioni di polvere accentu-
ate, che per un breve intervallo di tempo (un minuto circa)
possono arrivare a 200 mg/Nm3. Durante alcune prove per una
durata di 10 minuti sono stati tuttavia registrati valori
inferiori a 100 mg/Nm3.
76
La presenza di tenori medi di umidit nei fumi (ca. 40 g/Nm3)
comporta un ottimo rendimento della depolverazione, mentre per
valori superiori e inferiori si hanno rendimenti pi bassi.
Il tenore di zolfo diminuisce con il crescere dell'umidit.
Acciaierie ad ossigeno : (con depolverazione a secco)
Nelle prove condotte per migliorare la tecnica di misurazione
in un convertitore'con captazione dei gas in assenza di com-
bustione, sono state utilizzate sonde IKOR con sistema di
misurazione elettrostatica. Qualora si riesca a migliorare le
caratteristiche tecnologiche di questo tipo di sonda, sar
disponibile uno strumento di controllo molto utile per gli
impianti di depolverazione a secco. Inizialmente si proce-
duto alla messa a punto di un separatore-nebulizzatore per
la sonda misuratrice, che consente di determinare il tenore
di polveri sia nell'acqua assorbita che nel gas di scarico.
Da alcune prove effettuate su un convertitore, in cui l'im-
pianto di depolverazione funziona con una fase di combustione
a valle, risulta che nella seconda fase di soffiaggio la
quantit di polvere superiore del 40% rispetto alla prima
fase. Va tuttavia considerato che alla ghisa fosforosa viene
addizionate calce in polvere e che la calce normalmente nella
seconda fase viene insufflata in quantit due o tre volte
superiore rispetto alla prima fase.
Si avuta la conferma della ben nota dipendenza del rendi-
mento di depolverazione dalla caduta di pressione nell'impian-
to di lavaggio Venturi. Va peraltro considerato che anche la
portata volumetrica, che normalmente diminuisce al orescere
della caduta di pressione, assume un aspetto importante. In
questo caso occorre ricercare una soluzione ottimale.
La portata d'acqua costituisce un fattore di primaria impor-
tanza. Qualora si riesca a realizzare un equilibrio ottimale
fra la portata d'acqua ed il flusso di gas, sar possibile
ottenere anche in questo caso risultati soddisfacenti.
-77-
Acciaierie elettriche :
Si potuto osservare che le manichette filtranti non sono in
grado di selezionare i vari componenti della polvere. I tenori
di zinco e di piombo nelle polveri emesse nell'ambiente erano
tuttavia inferiori rispetto a quelli presenti nella polvere
prima dell'operazione di depolverazione.
Non sono state registrate differenze sensibili nel grado di
impolveramento in funzione del tipo di marcia (lancia ad
ossigeno, bruciatori e gasolio-ossigeno) se non quantit*
leggermente pi elevate all'inizio della fase di rifusione
con impiego di bruciatori alimentati da miscela gasolio-
ossigeno.
Per le polveri contenenti fluoro, il rendimento dell'opera-
zione di filtrazione risultato superiore al 99%, vale a
dire dello stesso ordine di grandezza del rendimento registra-
to per tutti i tipi di polveri. E'stato controllato il grado
di captazione degli ossidi di molibdeno in funzione di vari
tipi di addizionamento.
Sono state inoltre effettuate misurazioni di portate per la
captazione dei fumi attraverso il quarto foro e nelle cappe,
al fine di ricavare dati utili alla definizione pi conve-
niente dei parametri di regolazione. I risultato verranno
resi noti in un secondo tempo.
Ricerca sullo schema tipo di movimento dell'aria,
sulla distribuzione della temperatura e delle con-
centrazioni dell'inquinamento atmosferico in modelli
dei capannoni in reparti di stagnatura della
Hoogevens Ijmuiden B.V.
(TNO, Delft, Ricerca PS 253)
La dispersione di sostanze nocive e la propagazione di
calore all'interno dei reparti costituiscono, a seconda
della loro intensit, fattori molesti od addirittura nocivi
alla salute per i lavoratori ivi operanti.
-78-
Per evitare di dover ricorrere a ricerche sui fattori
ambientali direttamente nei reparti, per le quali sono richi-
este strumentazioni molto costose, si pensato se non fosse
preferibile effettuare ricerche su modelli, con il vantaggio
di poter ricavare risultati utili pi rapidamenti ed a costi
inferiori. Questa via stata seguita con la presente ricerca:
su un modello scala 1 : 20 e in circa 200 stazioni, sono state
misurate le velocit dell'aria, le temperature le concentra-
zioni, che possono essere comparate con analoghi risultati
gi ottenuti da ricerche precedentemente effettuate nei reparti
stessi.
Il capannone S sede di due impianti per la zincatura
elettrolitica di nastri. I due forni fusori costituiscono le
sorgenti termiche principali, mentre l'inquinamento atmos-
ferico originato quasi totalmente dall'olio nebulizzato
che fuoriesce dal circuito di lubrificazione dell'impianto.
Risultati forniti dalle prove sul modello e dalla compara-
zione con le prove su impianti industriali :
1. I campioni di corrente atmosferica nel capannone e sul
modello coincidono perfettamente. La loro origine dovuta
ad un fenomeno di convenzione, a causa dello sviluppo di
calore dell'impianto.
2. Le temperature dell'atmosfera dei capannoni possono essere
dedotte con sufficiente approssimazione dalle misure
effettuate sul modello.
3. Per quanto riguarda le concentrazioni di sostanza nocive
la previsione -notevolmente imprecisa, mentre risulta
possibile prevedere le velocit dell'aria in base alle
misurazioni sul modello.
In base alla conoscenza precisa della geometria del capan-
none, delle fonti d emissioni termiche, delle perdite di
calore etc., sussiste la possibilit di prevedere i tassi di
ricambio deliraria in un capannone ed inoltre di ricavare
dati orientativi sulla differenza di temperatura, che media-
mente si stabilisce fra ambiente interno ed esterno.
79
In tale fase le prove su modelli e l'elaborazione di program-
mi al calcolatore costituiscono utili strumenti di lavoro.
Ricerca in un parco di condizionamento bramme sull'
abbattimento di fumo e polveri.
(ITALSIDER, Taranto, Ricerca PS 322)
L'evoluzione del processo di scriccatura attraverso le
varie macchine automatiche, ha portato ad esaltare la presen-
za di fumi e polveri sul posto di lavoro. In particolare
modo itipi pi recenti di macchine (Spot Scarfers) presentano
delle condizioni di inquinamento, come quantit e qualit,
ancora da accertare.
La ricerca si propone quindi
- di determinare la quantit ed il tipo di polveri e gas
sprigionati durante il processo di scrimatura delle bramme
in funzione dei parametri presenti,
- di progettare, produrre e collaudare in esercizio gli impian-
ti pi idonei alla captazione, all'aspirazione alla depura-
zione ottimali dei gas sviluppati dalle nuove macchine.
Da una serie di prove preliminari e di misurazioni effet-
tuate su un impianto di aspirazione annesso alla macchina di
scriccatura risultata la necessit di studiare un nuovo
tipo di macchina in grado di migliorare le condizioni ambien-
tali.
Allo stadio attuale della ricerca sono stati terminati
i progetti esecutivi della nuova cappa di aspirazione oppor -
tunamente dimensionata. E' stata individuata inoltre una solu-
zione pi idonea per la disposizione della cappa sulla mac-
china. Se ne prevede il montaggio su un telaio mobile a rulli,
al fine di realizzare la captazione ottimale dei fumi.
-eo-
li fabbisogno complessivo di acqua per la depolverazione
e l'asportazione dei componenti solidi si pu' stimare a
350 m3/h. Per quanto riguarda la fase di progettazione ese-
cutiva permangono, allo stadio attuale, alcuni problemi in
merito alla possibilit di reperire portate di tale ordine
di grandezza, per cui attualmente si stanno elaborando
soluzioni alternative che consentano di mettere a punto un
sistema a circuito idraulico chiuso.
-81-
CAPITOLO 2
LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO DELLE ACQUE
Ricerca sulla elaborazione, la messa a punto e
lo sviluppo di tecniche che permettono il contro-
Io e la sorveglianza automatica e in continuo del
grado di inquinamento delle acque di scarico della
industria siderurgica, riferentesi in una prima
fase alle acque ad alto tenore di sale disciolti.
(Centro Sperimentale Metallurgico, Roma, Ricerca
PS 252)
Obiettivi principali della ricerca erano il collaudo, la
messa a punto o il miglioramento di metodi di analisi automa-
tici ed in continuo, in grado di funzionare in permanenza nelle
acciaierie. Riassumiano i risultati relativi alle varie sos-
tanze che devono essere determinato.
Ione-Ammonio (Metodo al fenolo-ipoclorito) : l'analisi automa-
tica fornisce risultati probanti, anche in caso di acque di
scarico molio complesse, quali ad esempio quelle delle cockerie.
Nitrati e Nitriti (Colorimetria con impiego di sulfanilammide
ed N (1-naftil-etilen-diammina) dopo riduzione dei nitrati) :
i risultati positivi realizzati in laboratorio non sono stati
confermati a livello di impianto industriale.
Nitriti : la reazione cromatica automatica precedentemente ci-
tata pu' essere utilizzata in tutti i processi industriali.
Fenoli Totali (Metodo Folin-Ciocalten) : il processo automatico
da'risultati positivi soltanto in assenza di solfuri.
-82-
Cianuri semplici (Metodo alla paridina-acido barbiturico):
il metodo utilizzatibile senza riserve anche nei casi pi
complicati, ad esempio per le acque che fuoriescono diretta-
mente dalla cockeria.
Cianuri Totali (Metodo alla Piridina-Acido barbiturico) : la
separazione dei cianuri complessi, come pure dei cianuri solfo-
rati, avviene per azione di irraggiamento a raggi ultravioletti.
Cianuri solforati (Metodo al Nitrato di Ferro): il metodo auto-
matico offre risultati soddisfacenti per le acque all'uscita
delle acciaierie, mentre per le acque di cockeria sono state
registrate complicazioni.
Solfuri (Metodo al bludi metilene) : quando il campione
sufficientemente diluito, il metodo automatico garantisce ri-
sultati soddisfacenti, perlomeno per tenori elevati (100-500
mg/1) e medi (20-100 m g / 1 ) .
Carboni organico totale (T.O.C.) : l'apparecchio utilizzato per
l'analisi automatica ha offerto ottimi risultati a lungo ter-
mine, anche in presenza di acque di scarico di tipo complesso.
Sono stati tuttavia registrati fenomeni di corrosione in alcune
valvole pneumatiche, particolarmente in presenza di acque al-
caline ad elevato tenore salino.
Fabbisogno Totale di Ossigeno (T.O.D.) : 1'apparecchio di ana-
lisi automatica ha presentato tutta una serie di problemi in
presenza di acque ad elevato tenore salino : intasamenti dovu-
ti alla formazione di cristalli, corrosioni e difficolt di
taratura impiegando soluzioni standard.
Nel prosieguo della ricerca inoltre risultato evidente
che in linea generale, per il buon andamento delle analisi
automatiche, occorre eliminare preventivamente le sostanza in
sospensione, per cui i residui'tollerati non devono superare
i 50 mg/1. Tale riduzione pu'essere.effettuata, ad esempio,
con l'uso di torri rigenerabili a sabbia filtrante.
-83-
Dosaggio dei cianuri liberi negli scarichi liquidi e
solidi.
(Centre Belge d'Etude et de Documentation des Eaux,
Liegi, Ricerca PS 273)
Per poter valutare il grado di tossicit delle acque di
scarico o dei fanghi contenenti cianuri, non sufficiente la
determinazione analitica del tenore dei cianuri totali; tale
parametro da solo potrebbe indurre ad errate valutazioni sia
del rischio, per l'ambiente, che per quanto riguarda la scelta
del processo di depurazione da adottare.
Tale situazione dipende dalla tendenza dell'ione cianuro
a formare facilmente composti non tossici, reagendo con i
cationi dei metalli pesanti, nonch dalla trasformazione dei
cianuri per effetto del valore pH: da un lato una dissocia-
zione dei composti metallici e dall'altro la trasformazione
dei cianuri in acido cianidrico.
Obiettivo della ricerca era di selezionare i processi di
analisi piu'efficaci fra i vari metodi disponibili ed in parti-
colare di comparare i vari procedimenti per la determinazione
dei cianuri liberi.
Risultati ottenuti :
1. Determinazione dei cianuri liberi :
fra i metodi colorimetrie! disponibili il processo alla
piridinacido barbiturico risultato pi efficace di
quello alla piridina- pirazolone. La tolleranza standard
risultata dello 0,78%, rispetto al 2,70%.
I metodi basati sugli elettrodi specifici al cianuro hanno
fornito risultati insufficientemente riproducibili.
E' stato anche preso in esame un metodo colorimetrico, che
ha rivelato buone caratteristiche di precisione, pur denun-
diando in pratica alcuni svantaggi, per cui, in conclusione,
fra tutti i procedimenti esaminati il pi efficace
-84-
puo' essere considerato quello sul basato metodo alla piri-
dina-acido barbiturico.
2. Determinazione del cianuri totali :
Il metodo di distillazione Wantschura consente la disgre-
gazione di tutti i sali di metalli pesanti esaminati, ad
eccezione del gruppo Co3+ . Tale risultato in pratica non
costituisce un serio ostacolo, dal momento che i cianuri
complessi di cobalto sono raramente presenti.
Con l'impiego del processo di fotodecomposizione a mezzo
irraggiamento a raggi ultravioletti non stato possibile
disintegrare in modo completo i gruppi contenenti F e
2 +
,
F e
3 +
e C o
3 +
. Inoltre la durata di irraggiamento necessaria
risultata sensibilmente pi elevata di quanto previsto
dalla letteratura specializzata.
3. Determinazione parziale del cianuri :
Secondo il metodo Buckstee e Dietz, la distillazione con
un pH = 4 consente la decomposizione completa e la deter-
minazione quantitativa di composti complessi di Ni
2
+ , Z n
2 +
,
Cd2+ ed Hq2+ . Modesto risulta pertanto il grado di disso-
ciazione per gli ioni Fe2+ , Fe3+ , Co3.
E' stato pure esaminato un metodo di separazione con l'im-
piego di resine scambiatrici.
I cianuri complessi molto stabili, che si formano ad esempio
con Fe
2
"", F e
3 +
e Co3+ nonch Ni
2
+ non reagiscono con questo
procedimento. Il metodo non del tutto soddisfacente, anche
se rappresenta un compromesso accettabile fra il valore
intrinseco delle informazioni raccolte e la semplicit di
applicazione, necessaria ad un sistema di controllo.
4. Metodo di calcolo :
stato messo a punto un programma di calcolo che permette
di determinare le concentrazioni di CN e di HCN in solu-
zioni di cui sono noti la concentrazione totale dei cianuri
presenti e dei cationi di metalli pesanti, nonch il valore
pH.
85
C ontrollo di particelle sospese nelle acque e nei liquidi
di scarico delle acciaierie.
(British Steel C orporation, Londra, Ricerca PS 243)
Nel corso di molteplici processi siderurgici si formano
acque reflue contenenti particelle in sospensione, che possono
essere trattata e recuperate ovvero scaricate nei fiumi o nei
mari. In ogni caso occorre pertanto procedere alla determinazio
ne della concentrazione di tali elementi in sospensione, sia per
motivi intrinsichi al processo che per esigenze di salvaguardia
dell'ambiente.
Le soluzioni disponibili, che fanno capo all'impiego di
sistemi ottici di misurazione, possono essere classificate in
categorie nettamente distinte. Il programma di ricerca si
prefigge pertanto di selezionare i tipi di strumenti e di siste
mi ottici di misurazione, che presentano le migliori caratte
ristiche di indoneit per le operazioni di misurazioni di sos
tanze in sospensione nelle acque reflue di varia natura pre
senti nelle acciaierie.
E 'stata data la preferenza ai seguenti strumenti :
1. Shandon Southern W PRL Suspended Solids Meter (dispersione
laterale con un angolo di 90 rispetto al raggio incidente.
2. Monitek 215/130 (Dispersione anteriore con un angolo di 5