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LAGO DI CECE E LAGO CASERINA

Escursione nella Catena del Lagorai sul versante


della Val di Fiemme - 1/09/2006
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Lago di Cece (foto Agh)

Questa settimana proponiamo una facile escursione al bellissimo Lago di Cece
nella Catena del Lagorai, salendo da Predazzo in Valle di Fiemme. Chi ha
gambe pu prolungare la salita fino al piccolo Laghetto di Caserina, in una
splendida conca sotto Cima Cece.










Il Lago di Cece nel Lagorai orientale tra i laghi pi belli degli oltre cento
laghetti alpini che contraddistinguono la lunga Catena del Lagorai. Sulle sue rive


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pianeggianti non raro osservare i pescatori locali con le loro lunghe canne
intenti alla "pesca a mosca", essendo il lago ricco di pesci. Il percorso non
presenta difficolt e pu essere compiuto anche in mezza giornata. Con un po' di
fatica supplementare si pu risalire la piccola valletta che scende dalla Forcella
di Cece fino al Laghetto di Caserina, incastonato con le sue acqua cristalline tra
pietraie e conche erbose.
LAGO CECE E
CASERINA
Catena del Lagorai (versante Val di Fiemme)
quota massima m 2087 (lago Caserina)
lunghezza km. 5 circa (da Ponte Valmaggiore)
dislivello m 517
partenza e arrivo Ponte Valmaggiore m 1570
sentieri 336, 342
difficolt E - escursionistico
tempo 1/2 giornata
mappa Kompass 626



Veduta del Latemar salendo al Lago di Cece (foto Agh)


Lago di Cece (foto Agh)




Il sentiero 336 (foto Agh) Geranium pratense (foto
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Percorso
CHIUSA PREDAZZO:
1 ORA E 16 MIN

Dall'abitato di Predazzo (Val di Fiemme) si prende a sud est la strada che risale
la Valmaggiore. All'inizio della strada c' un cartello che vieta (vieterebbe) il
transito ai non autorizzati ma tutti, apparentemente, se ne impipano bellamente e
c' un discreto viavai di autorizzati o meno (va' a sapere). Talvolta abbiamo
osservato tabelle che precisavano certi orari (es. prima delle 8.00) oppure c'erano
"navette" che salivano fino a Malga Valmaggiore. In ogni caso la situazione
piuttosto confusa anche perch ad ogni stagione vengono introdotte nuove
disposizioni per cui, per non correre rischi di salate multe, meglio chiedere
informazioni alla locale APT. Se il transito risultasse vietato si devono mettere
in conto 550 metri di dislivello supplementari: vale a dire circa 1 ora e 20 minuti
di cammino di buona lena, peraltro su una bella ma lunghetta strada forestale che
attraversa splendidi boschi di abeti. Arrivati a Ponte Valmaggiore a quota 1570
si abbandona la forestale e, appena superato il ponticello, si svolta a sinistra dove
ci sono le tabelle che indicano il sentiero 336. Da qui in poi non ci sono
difficolt, l'ampio sentiero sale gradualmente ma con discreta pendenza tra
boschi maestosi, con ampi zig zag fino a un traversone che porta ad una piccola
radura (con sorgente d'acqua). Qui il sentiero si restringe e sale un po' pi ripido
Agh)




La baita-bivacco (foto Agh) Lago Cece riva nord (foto
Agh)



Lago di Cece visto dalla riva est (foto Agh)
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fino a sbucare in un'altra bella radura dove ci sono i ruderi di Malga Campigolo
Grande m 1916. Si scende leggermente in costa e poi con stradella praticamente
pianeggiante si arriva alla meravigliosa conca del Lago di Cece m 1879. In
questo luogo incantevole c' una confortevole baita ristrutturata, con possibilit
di bivacco: noi l'abbiamo trovata aperta ma meglio chiedere all'Apt se sempre
aperta o bisogna chiedere le chiavi per un eventuale pernotto. La conca del lago
formata dall'ampio impluvio di Cima di Sella circondata da fitti boschi le rive
ovest e nord del lago sono ormai intorbate: a nord la piana torbosa attraversata
dal torrentello che fa da emissario. Le rive est e sud sono praticamente
pianeggianti, facilmente percorribili da un un sentiero che le costeggia con belle
piazzole erbose che invitano alla sosta per un picnic in questo luogo davvero
fiabesco.

La bella conca erbosa poco a monte del Lago Caserina verso Forcella Cece
(foto Agh)

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Al Lago Caserina

In prossimit della
riva nord dove c' il
ponticello che
attraversa il torrente
si stacca il sentiero
336 che risale un
ripido costone nel
bosco, raggiungendo
quindi una facile
dorsale erbosa che si
affaccia sulla
incassata valletta che
scende tra Cima
Valbona e Cima
Cece. A quota 1986
si esce dal bosco in
una bella radura con
una caratteristica
baita, nei pressi c'
una sorgente. Il
sentiero ora
prosegue
costeggiando il
torrente, che bisogna
guadare facilmente
per portarsi sulla
destra orografica e
seguire la traccia
fino alla bellissima
conca del Lago
Caserina, dalle
acque cristalline.
Poco a monte c' una
bella radura erbosa,
originata da un
antico laghetto ormai
scomparso.
Proseguendo si
arriva alla Forcella
di Cece m 2393 e
quindi alla Cima di
Cece di m 2754, ma
questo gi un
percorso per
escursionisti esperti.
Stesso discorso per il
sentiero Don
Battistin 336b, che si
stacca in prossimit


Lago di Caserina (foto Agh)




Il ponticello dove si stacca
il 336
Grandi abeti salendo a
Caserina





Quota 1986 (foto Agh) La valletta che sale a
Forcella Cece



Lago di Caserina (foto Agh)
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del lago Caserina verso nord-ovest per raggiungere, dopo aver aggirato Cima di
Sella e con un lungo attraversamento su pietraie, il bivacco Paolo e Nicola,
costringendo per a passare dei punti piuttosto esposti. Noi quindi ritorniamo sui
nostri passi fino al Lago di Cece, dove rientriamo non per il percorso dell'andata
ma per la nuova stradella (segnavia 342) che scende a nord riportandoci a Ponte
Valmaggiore.
I LAGHI DELLE DOLOMITI DEL TRENTINO:
Lago Nambino e il giro dei 5 Laghi.
Madonna di Campiglio e il Passo Campo Carlo Magno sono il punto di partenza
ideale per numerose sul Gruppo di Brenta e nel massiccio Adamello-
Presanella. Se per le Dolomiti di Brenta una escursione emozionante
costituita dalla visita alle Cascate di Vallesinella e dalla salita sulle vicine vette
dolomitiche, per il versante dell'Adamello - Presanella il giro dei 5 laghi
rappresenta probabilmente l'escursione pi conosciuta. Siamo in pieno
territorio del Parco Naturale Adamello Brenta. Il punto di partenza Malga
Nambino raggiungibile in auto, parcheggio poco distante, prendendo una
forestale che parte dalla statale che congiunge Madonna di Campiglio a Passo
Campo Carlo Magno. Descrivendo l'itinerario in senso antiorario si percorrono i
sentieri 217 sino Lago Nambino (m1768, poco distante dal parcheggio), poi
ancora il 217 o il 266 sino al Lago Serodoli e il Lago Gelato m.2376 (i due
tragitti sono pi o meno equivalenti). Qui si aggirano ad est i due laghi
contigui e si imbocca il s. 232 che porta dapprima al Lago Lambin, m.2329, e
proseguendo verso sud lungo le pendici del Monte Nambrone, al Lago Ritorto,
m.2053. Qui si scende a Madonna di Campiglio sempre con lo stesso itinerario
232 sino a intersecare la forestale, pista ciclabile, neo pressi di Patascoss. Si
gira a sinistra, nord ovest, e si prosegue sino a Capanna Nambino e svoltando
ancora a sinistra, al parcheggio dove si lasciata la vettura. L'itinerario
abbastanza lungo, 5-6 ore con un dislivello complessivo di circa 650 metri. In
prossimit del Lago Lambin c' la possibilit, rinunciando alla visita al Lago
Ritorto, di abbreviare sensibilmente il tragitto imboccando il sentiero 269, che
porta direttamente al Lago Nambino. Gli scenari che caratterizzano questo
itinerario sono di assoluto rilievo paesaggistico: il Gruppo di Brenta si staglia
altissimo all'orizzonte e tutti i laghi sono inseriti in un suggestivo contesto
naturale le cui caratteristiche varia sensibilmente con le quote. Per coloro che
vogliono evitare faticose salite, opportuno segnalare che in stagione sono in
funzione impianti di risalita ( 5 laghi) che consentono di avvicinarsi moltissimo
al Lago Ritorto.



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Lago di Sorapis Rifugio Vandelli
Il lago dal colore incredibile (m 1928)
CHIUSA PASSO TRE CROCI(CORTINA): 1 ORA 28 MIN
Abbiamo effettuato questa escursione il 19 maggio 2007. Il percorso segue il sentiero CAI 215 che
partendo dal Passo Tre Croci porta in circa due ore cammino al rifugio A. Vandelli e quindi al Lago
di Sorapis.

Percorrendo la SR 48 dal Passo Tre Croci in direzione Misurina dopo un centinaio di metri,
troviamo sulla destra l'inizio del nostro sentiero proprio nella strada forestale che costeggia il
grande prato. Da subito il percorso affascinante e lo sguardo spazia su uno stupendo panorama .
Da un lato il Cristallo...


Lo sguardo libero di spaziare verso est a 180 gradi, fino a raggiungere il Lago di Misurina e oltre
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Il sentiero in falsopiano attraversa un bosco fin ad aggirare a mezza costa la Cime di Malquoira, si
prosegue fuori dal bosco attraversando due canaloni fino a raggiungere in una comoda salita i
bastioni della Cima del Laudo, qui il sentiero attraversa una cengia rocciosa e in alcuni tratti pur
risultando esposto si percorre facilmente aiutati da alcune corde fisse.

Il percorso non presenta grosse difficolt infatti si svolge prevalentemente in piano su sentiero ben
battuto, all'inizio attraverso il bosco e poi quando la parete si presenta pi ripida attraverso un
piccolo tratto attrezzato.



Anche nell'ultimo tratto di sentiero, leggermente pi ripido, lo sguardo rimane catturato dalle
montagne circostanti.
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Poco prima di arrivare al rifugio troviamo un bivio, a sinistra abbiamo il rifugio mentre a destra
dopo un paio di minuti troviamo il lago di Sorapis


Eccoci finalmente al rifugio Alfonso Vandelli, del Club Alpino Italiano Sezione di Venezia.

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In quello che viene definito il "Circo del Sorapis" l'occhio si perde nella maestosit delle rocce che
lo compongono.


Ma la parte del leone riservata sicuramente al lago in quanto il riflesso delle sue acque lascia
letteralmente a bocca aperta.

Non sappiamo se le foto rendano piena giustizia al colore incredibile e alla bellezza di questo luogo,
ma vi assicuriamo che l'emozione tanta.
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Subito il lago appare rude e selvaggio con i suoi massi a fare quasi da scogli, ma a mano a mano che
lo si costeggia assume un aspetto pi dolce e calmo con una lunga e larga spiaggia che si
contrappone sul lato opposto.

E' cos possibile ammirare da ogni lato questo anfiteatro naturale che non si ripete mai nella sua
variegata molteplicit.

Nuda roccia, guglie sovrapposte, pinnacoli e pareti verticali si alternano con dolci pendii, tratti
erbosi e cespugli di mughi, il tutto sempre armonizzato dai riflessi del lago.

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La nostra meta raggiunta e le due ore di percorso che ci hanno portato a quota 1926 m sono state
ampiamente ripagate.
Il percorso di ritorno si svolge nello stesso itinerario dell'andata ma volendo possibile da qui
proseguire sul sentiero CAI 215 verso Sella Punta Nera, forcella Faloria (2309 m), rif. Tondi (2327
m), rif. Faloria e quindi scendere a Cortina d'Ampezzo, oppure per il bivacco Slataper tramite il
sentiero CAI 242 o ancora verso il rifugio Comici con la via ferrata Vandelli. Possiamo dire che
offre una vasta scelta di itinerari di varia difficolt.

Dal centro di Cortina prendere la SR 48 per Auronzo - Misurina. Dopo pochi chilometri si arriva al Passo tre
Croci, possibile parcheggiare nel piazzale dell'albergo o poco pi avanti ai lati della strada a fianco del
grande spazio erboso. Al limite del prato inizia il sentiero che si dirige a destra per chi arriva dal passo.

MARMITTE DELLA MARMOLADA
CHIUSA-LAGO FEDAIA 1 ORA E 12 MIN
siamo partiti dal lago di Fedaia, prendendo l'ovovia per Pian dei Fiacconi. Arrivati in cima, e poi alla Capanna
al Ghiacciaio, abbiamo girellato alle pendici del ghiacciaio (che peccato vederlo ridotto all'osso... )
arrivando fino al punto da cui partono le cordate per la cima, scattando un mucchio di foto con panorami
mozzafiato.
Poi abbiamo cominciato la discesa tra i sassi del sentiero 606 e, arrivati alla focella del col di Bousc,
abbiamo continuato a scendere verso sinistra per il sentiero 618, segnalato per escursionisti esperti penso
per la presenza di alcuni tratti attrezzati ma poco esposti che richiedono comunque piede fermo.
Arrivati all'incrocio col sentiero 619 abbiamo seguito quest'ultimo giungendo finalmente alle marmitte.
Mooolto carine, le abbiamo seguite quasi fino in fondo divertendoci tra tutti quei giochi d'acqua, cascatelle,
pozze, piccoli canyon...
Siamo poi tornati indietro per riprendere il sentiero 618 che attraverso un piacevolissimo itinerario in
saliscendi tra rocce e verde ci ha riportati al lago.
Insomma, una gita poco faticosa e assai appagante!
PIAN DEI FIACCONI

PASSO FEDAIA - RIF. PIAN DEI FIACCONI- RIF. CAPANNA AL GHIACCIAIO
Si tratta di un itinerario piuttosto breve e privo di particolari difficolt tecniche;
tuttavia non da sottovalutare in quanto comporta un notevole sforzo fisico dato il
forte dislivello da superare in una distanza piuttosto breve; inoltre, la vista
ravvicinata del ghiacciaio della Marmolada ripagher sicuramente lo sforzo. Si parte
dalla diga di Passo Fedaia, nei pressi della stazione a valle della bidonvia del Pian dei
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Fiacconi. Ad est della stazione si presentano subito due possibilit di salita: a destra
inizia un sentiero in terra e ghiaia che risale con alcuni tornanti le rocce e gli arbusti
immediatamente sotto il percorso della bidonvia; in questo tratto le pendenze non
sono eccessi e e il sentiero prende gradualmente quota portandosi sul versante
occidentale della Marmolada, sotto le pareti del Col di Bousc. L'altra variante consiste
nel risalire la pista da sci che collega il Passo Fedaia con il Pian dei Fiacconi: il
tracciato piuttosto ampio ma il fondo sassoso non aiuta nella salita, considerando
inoltre che le pendenze sono decisamente impegnative. Qualche ampia curva riporta
poi la traccia verso ovest, ricongiungendosi con il sentiero descritto prima: proprio
prima del ricongiungimento bisogna affrontare uno dei tratti pi ripidi di tutta la
salita. Superata la selletta delimitata dal Col di Bousc, la traccia diventa pi ampia,
producendo qualche difficolt di orientamento: necessario seguire con attenzione i
segnali, onde evitare di portarsi troppo verso est. Il percorso si porta gradualmente,
con pendenze sempre impegnative, a destra della bidonvia; superati un paio di piccoli
colli si giunge infine in vista del Rifugio Pian dei Fiacconi (2626m), raggiungibile nella
parte finale con semplicissime roccette. Sul retro del rifugio si incontra poi un
percorso scavato nella roccia e reso sicuro con dei gradini in cemento permette di
superare il breve dislivello che conduce al Rifugio Capanna al Ghiacciaio (2700m), a
pochi metri dall'inizio del Ghiacciaio della Marmolada. Il panorama, tanto sulla
Marmolada che sul Gruppo del Sella, veramente noevole.
DIFFICOLTA:

FATICA:

PANORAMA:

DURATA: 1 ora

SENTIERO DELLE PECORE

CHIUSA VIGO DI FASSA 1 ORA

Punto di partenza Rifugio Ciampedie (1998 m), raggiungibile da Vigo di Fassa (1393 m) con una
grande e veloce funivia oppure con il vecchio sentiero 544 in h 1,15.
Descrizione Dal rifugio si scende per l'ampio sentiero ghiaioso al limitare del bosco, dove si
incontra quasi subito il Rifugio Negritella. Subito dopo, si trova una diramazione: trascurato il
sentiero di destra, che scende lievemente ad attraversare un tracciato sciistico e diretto a
Gardeccia, si prende per pochi metri la larga pista n 545 per il Rifugio Roda di Val, per
abbandonarla per quasi subito allorch un cartello indica a destra il "Sentiero delle Pecore". La
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traccia risale tra gli alberi ed esce sugli aperti pendii erbosi di Pra Martin, il cui sfruttamento
sciistico ne ha seriamente compromessa l'integrit. Raggiunta la sommit del dosso (nel 2003
seggiovia e rifugio in costruzione), la traccia entra nel bosco, che prende a risalire con decisione
fra grandi abeti. Ogni tanto, qualche suggestivo scorcio su Larsec, Sassolungo, Sella e
Marmolada. Superato un tratto ripido, il sentiero raggiunge il grande cengione detritico che
sorregge la turrita cresta delle Cigolade (naturale prosecuzione di quello, ben pi imponente, che
fascia tutta la fiancata occidentale del Gruppo del Catinaccio e ben evidente dal Passo Nigra), su
cui si sviluppa in percorso a saliscendi con belle vedute sul fronteggiante Gruppo della Vallaccia e
sulla Roda di Val. Giunti ad una specie di colletto con alberello, si risale un dosso e si raggiunge
un bivio (h 0,40, cartelli): proseguendo diritti, la traccia segue tutto il cengione fino ad innestarsi col
sentiero n 541 del Passo delle Cigolade presso la Conca del Vajolon, poco distante dal Rifugio
Roda di Val. Prendendo a destra, invece, si risalgono i detriti alla base delle curiose torri rocciose
dette Pale Rabbiose, ultime propaggini della Cresta delle Cigolade, che si origina all'omonimo
passo. Con una serie di brevi tornanti, la traccia raggiunge una prima sella erbosa, da dove
traversa quasi in piano fino ad un'altra selletta detritica che costituisce il vero valico spartiacque
con la Valle del Vajolet: bella veduta su Catinaccio, Catinaccio d'Antermoia, Larsec e Marmolada
(2250 m circa). Il sentiero taglia ora in saliscendi le testate di svariati vallonetti, originantisi dalla
cresta delle Cigolade e tributari della Val del Vajolet: spesso evidenti le tracce di frane e
smottamenti. Aggirato uno sperone ai piedi di un'arditissima guglia rocciosa (il prolungamento di
questo sperone verso la Valle del Vajolet origina ancora la modesta struttura rocciosa del Curaton,
2292 m), si giunge in vista del sentiero 541 del Passo delle Cigolade (h 1,15), poco prima che
questo inizi a salire decisamente verso il passo. Andandolo a raggiungere, possibile proseguire
verso il Col di Barbolada ed i Rifugi Vajolet e Preuss (vedi anche itinerario Sentiero attrezzato del
Passo Santner). Seguendo invece una delle numerose tracce sul pendio detritico (ripido!), si
scende senza un vero percorso obbligato per prati e baranci fin sui prati di Gardeccia, uscendo
all'altezza del Rifugio Catinaccio (1946 m, h 1,35): seguendo brevemente l'ampio sentiero verso
sinistra, si raggiungono i Rifugi Gardeccia e Stella Alpina. Andando a destra, invece, si
attraversano gli splendidi Bosc de Larsec e, in circa h 0,40, si ritorna al Rifugio
Ciampedie(SPESSO SI INCONTRANO I CAMOSCI).
Tempo totale h 2,30 (h 5,00 senza utilizzare la funivia)
Difficolt E Dislivello 350 m circa (1000 m circa senza utilizzare la funivia)
Ultimo sopralluogo agosto 2003 Commenti
Periodo consigliato: maggio - ottobre
Bell'itinerario, sia fine a se stesso che inserito in una pi lunga traversata. Consente
di esplorare la selva di guglie rocciose delle Cigolade, in un ambiente poco
frequentato e caratteristico. Valida alternati va di accesso per i rifugi Vajolet o Roda
di Val a partire dal Ciampedie, tralasciando i frequentatissimi accessi normali che
passano pi in basso. Poco faticoso.

Pian de Schiavaneis(marmotte!!)
Si va verso il passo Sella ed in localit Pian Schiavaines si lascia la macchina per seguire un sentiero
che ci manda verso le pareti del Sella.

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Poco dopo, seguendo un torrente, si arriva in prossimit di una piccola cascata e piano piano....
eccole...
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