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LA LOGICA DELLO SCIAME

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Osservando attentamente la vita di una comunità di formiche possiamo


osservare degli aspetti veramente strabilianti che ci mostrano in pieno la
rivoluzione concettuale-epistemologica espressa dalla nuova scienza dei
sistemi complessi e delle caratteristiche emergenti.

Ai margini della lunga marcia e a debita distanza dal formicaio si possono notare formiche
“netturbine” dedite a racimolare gli scarti delle provviste in vere e proprie “discariche” e,
fatto ancora più curioso, ad altrettanta distanza da entrambi si dirigono carovane funebri
per depositare compagne morte in “cimiteri” a cielo aperto.
La vita di una comunità si rivela più complessa di quello che ci si immagina, bast pensare al
solo fatto che essa sopravvive alla vita media degli individui che la compongono (una
comunità può toccare in alcune specie anche 15 anni) grazie a strategie che le permettono
di integrarsi nell’ecosistema e quindi di sopravvivere.
La quantità di provviste ricercata e il numero di formiche ad essa dedite varia in base al
numero di individui della comunità, alla situazione ambientale circostante, alla presenza di
altre comunità nelle vicinanze. I rapporti tra comunità differenti appaiono variare in base
all’età del formicaio: in seguito ad incontri ravvicinati in zone franche, individui di comunità
giovani vi ritorneranno , quasi dimostrando strafottenza, mentre individui di comunità più
anziane tendono ad evitarlo.
L’aspetto che potrebbe sembrare più assurdo è che tutto ciò avviene in maniera spontanea
senza che alcuna formica pianifichi il sistema-globale, la fisiologia degli individui lo
impedisce. La formica ha infatti un sistema percettivo che non va oltre il terreno con cui è a
contatto e quindi al di là di una semplice interazione locale; neanche colei che abbiamo
umanizzato come regina potrebbe farlo, tutta dedita alla prole.
Il sistema è bottom-up, non top-down.

Ciò che lega gli individui tra loro sono semplici e limitate tracce feronomiche, si contano
sulle punta delle dita, che fanno emergere un’interazione locale. La moltitudine non è
sufficiente alla integrazione di un sistema nell'ambiente se manca di una qualche forma di
trasmissione di informazioni.
Facciamo un altro esempio, il passaggio da una comunità di cellule identiche ad un
comunità di cellule specializzate, lo sviluppo dell’ embrione in feto.
Le cellule riproducono continuamente proprie fedeli copie trasportatrici di una identica copia
di DNA, un immenso volume di istruzioni estremamente più grande di quello che alla fine si
dimostra. Raggiunto un certo numero la colonia mostra principi di specializzazioni, identiche
copie di cellule assumono differenti conformazioni dando luogo a tessuti e quindi ad organi
specializzati. Da dove arriva l’impulso? Cosa spinge le cellule a “leggere” istruzioni specifiche
di DNA e a seguire una via autonoma? Semplicemente la posizione che occupano in una
colonia ben nutrita, posizione che riescono a carpire da una fitta rete di interazioni tra
vicine.
Un sistema complesso è una moltitudine di elementi in interazione locale tra loro. Un
sistema è qualcosa in più e qualcosa in meno dell’insieme delle parti di cui è composto e
assume una propria soggettività cibernetica, auto-regolatrice, omeostatica,
esperta. È qualcosa in meno perchè nel loro interagire globale le parti “abdicano” rispetto
ad alcune loro funzionalità potenziali; in più perché il sistema assume caratteristiche non
riconducibili alle singole parti di cui è composto: basti solo pensare alla persistenza
dell’intero nel continuo cambiare delle sue parti. La forma persistente emerge bottom-up
dalla dialettica complessa. Sistema complesso a sua volta è la singola formica costituita di
cellule, altri sistemi complessi, così come lo è l’ecosistema di cui la comunità di formiche è
una semplice ma notevole parte. Sistema complesso è l’atomo così come lo è il sistema
solare, sistema complesso è l’individuo umano così come le comunità e i socio-sistemi di cui
fa parte. Sistema complesso è la “repubblica” di neuroni dalla cui complessità interattiva
emerge la mente, il ghost, l’esprit, l’anima, l’inconscio.
E soprattutto un sistema cum-plexus, con-intrecciato, non è un sistema cum-plicatum,
con-piegato.

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