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ANALISI DI BUCKLING DI PIASTRE IN COMPOSITO CON

DELAMINAZIONI MULTIPLE
F. Cappello, D. Tumino
Dipartimento di Meccanica, Universit di Palermo, Viale delle Scienze - 90128 Palermo,
e-mail: cappello@dima.unipa.it, tumino@dima.unipa.it
SOMMARIO
In questo lavoro si investigato sul comportamento al buckling di laminati piani in materiale
composito monodirezionali e cross-ply, simmetrici e non simmetrici, caratterizzati dalla
presenza di delaminazioni multiple, soggetti a carichi assiali di compressione. Si utilizzato il
Metodo degli Elementi Finiti conducendo analisi, sia lineari, basate sulla soluzione del noto
problema agli autovalori, che non-lineari, per mezzo di un procedimento incrementale-
iterativo. Le analisi non-lineari permettono di tener conto dei grandi spostamenti e di imporre
un vincolo di contatto tra le lamine al fine di impedirne la compenetrazione reciproca. I
risultati sono stati confrontati con quelli derivanti dalle teorie analitiche e con altri risultati
numerici e sperimentali reperiti in letteratura. Si trovato che sia la lunghezza e il
posizionamento delle delaminazioni che la sequenza di impacchettamento delle lamine
influenzano il carico critico del laminato. Si inoltre constatato che, in taluni casi, i risultati
ottenuti col metodo lineare e con il metodo non-lineare differiscono in maniera non
trascurabile
ABSTRACT
In this work the buckling behaviour of composite laminates, unidirectional and cross-ply,
symmetrical and unsymmetrical, with multiple delaminations subjected to compressive axial
loads has been studied. Using the Finite Element Method, analyses have been performed
either linear, based on the solution of the eigenvalue problem, and non-linear, with an
incremental-iterative technique. Non-linear analyses allow to take into account of large
displacements and to impose a contact constraint between sublaminates, preventing their
overlapping. Results have been compared with the ones obtained by analytical theories and
with others numerical and experimental found in literature. The influence on the critical load
of the laminate by the length and the location of delaminations and by the stacking sequence
of laminae has been proved. Moreover has been found that, in some cases, the results obtained
with linear method and with non-linear method differ in a substantial way.
1. INTRODUZIONE
I laminati in materiale composito, per la loro elevata resistenza e leggerezza, rivestono una
importanza rilevante per applicazioni ingegneristiche, soprattutto aeronautiche ed
aerospaziali. La peculiare caratteristica di tali materiali pu causare in esercizio lo
scollamento parziale o totale delle lamine lungo le interfacce comuni. Il fenomeno pu essere
dovuto a difetti nel processo di fabbricazione, quali intrappolamento di aria o insufficiente
quantit di resina tra le lamine, ad alta concentrazione di tensione causata da discontinuit
geometriche, ad urti; esso pu ridurre, in generale, la capacit di resistenza e lentit del carico
critico in presenza di fenomeni di instabilit, per la comparsa di instabilt locali delle regioni
delaminate, prima del buckling globale.
Per un laminato piano in composito con delaminazioni, soggetto ad un carico monoassiale di
compressione, il buckling pu avvenire in modo globale, locale o misto (fig. 1) in base alla
posizione ed alla lunghezza delle delaminazioni.
In letteratura sono presenti diversi studi tendenti ad individuare il comportamento al buckling
di tale tipo di materiale in presenza di delaminazioni singola o doppia.
Alcuni di tali studi affrontano il problema dal punto di vista analitico, schematizzando i
sottolaminati come travi o piastre di dati lunghezze e spessori, considerando le deformazioni
da taglio ed imponendo le appropriate condizioni di continuit cinematica. In [1] e [2]
impiegato un approccio basato sulla teoria non-lineare delle travi; in [3] e [4] uno basato sul
principio variazionale dellenergia, schematizzando i sottolaminati con piastre e travi,
rispettivamente. Gli approcci di questo tipo presentano per linconveniente di usare modelli
monodimensionali (caso della schematizzazione con travi) o di spessore sottile
(schematizzazione con piastre), che non sono in grado di descrivere con sufficiente precisione
gli effettivi stati tensionali presenti a causa della complessit della geometria; si rendono
pertanto necessari altri tipi di approcci, quali quelli basati sul metodo degli elementi finiti.
In letteratura per lanalisi col metodo degli Elementi Finiti del buckling di strutture laminate
in composito si sono utilizzate procedure basate su approcci lineari o non-lineari. Le analisi
lineari forniscono informazioni sullo stato della struttura in corrispondenza della
configurazione di equilibrio indifferente fra carichi applicati e reazioni elastiche (carico di
biforcazione), nellipotesi in cui il legame carichi-spostamenti sia lineare per tutta la fase di
crescita del carico ed i grandi spostamenti si presentino in maniera improvvisa al buckling. In
[5] eseguita lanalisi al buckling di laminati compositi rettangolari contenenti delaminazioni
multiple, impiegando elementi piastra con la formulazione di Mindlin; la compenetrazione tra
i sottolaminati impedita con luso di funzioni di penalizzazione.
Le analisi non-lineari, consentendo di tener conto della presenza dei grandi spostamenti e del
vincolo di contatto relativo tra i sottolaminati, permettono di analizzare senza ipotesi
restrittive non solo la fase di biforcazione, ma anche quelle di pre- e post-buckling. In [6] e [7]
analizzato il caso di una sola delaminazione di posizione costante nello spessore del
laminato e di lunghezza variabile in laminati unidirezionali e cross-ply per difetti che
(a)
(b)
(c)
(d)
Figura 1 - (a) buckling globale, (b) buckling locale, (c,d) buckling misto
attraversano tutta la larghezza della piastra e per difetti di forma circolare; in tale lavoro
stato utilizzato lelemento guscio e quindi si assunto, semplificando, che i piani normali al
piano medio rimangono piani, le tensioni ortogonali a tale piano medio sono nulle e le
tensioni longitudinali variano linearmente nello spessore. In [8] vengono ancora adoperati
elementi guscio ma per casi di multidelaminazioni in laminati monodirezionali. In [9] e [10]
sono analizzate delaminazioni caratterizzate da numero e lunghezze variabili, ma di posizioni
costanti in casi di piastre costituite da lamine orientate tutte secondo la direzione del carico ed
i risultati sono confrontati con quelli ottenuti da analisi lineari. Un approccio diverso stato
seguito in [11] dove la lunghezza della delaminazione in una piastra soggetta a buckling varia
durante lanalisi grazie allutilizzo di elementi di interfaccia cui viene assegnato un modello di
materiale di tipo bilineare: in questo modo risulta possibile seguire lavanzamento del difetto
durante la fase di crescita del carico.
Nel presente lavoro si studiato il fenomeno del buckling in presenza di delaminazioni
multiple in laminati piani in composito sia monodirezionali che cross-ply, simmetrici e non
simmetrici, valutando gli effetti della posizione delle delaminazioni nello spessore del
laminato, delle loro estensioni e della sequenza di impacchettamento sul valore del carico
critico e sul valore di soglia nel passaggio dal comportamento globale a quello misto e da
questo a quello locale. Come in altri studi reperiti in letteratura si ipotizzato che le
delaminazioni esistano gi prima dellapplicazione del carico e che non si propaghino. Si sono
condotte analisi lineari e non-lineari ed i risultati sono stati messi a confronto tra loro e, per
alcune configurazioni, con quelli derivanti dalle teorie analitiche e da analisi sperimentali.
2. MODELLO ANALIZZATO
In figura 2 mostrata la geometria del laminato piano analizzato nel presente lavoro. Le
dimensioni, mantenute costanti, sono: altezza H=1.776 mm, lunghezza L=75 mm, larghezza
B=30 mm. Il laminato ipotizzato con le sezioni terminali soggette a spostamenti uniformi
simmetrici in direzione x, tali da provocare sforzi di compressione assiale.
Sono stati esaminati diversi tipi di laminati, tutti costituiti da 16 lamine con fibre orientate
nelle direzioni 0 e 90. In figura le quote h
i
indicano le distanze della lamina superiore di
ogni sottolaminato con dato orientamento delle fibre dalla estremit inferiore del laminato. Le
Tabella 1 - Propriet meccaniche del composito carbon/epoxy simulato
E
1
= 130000 MPa
12
= 0.31 MPa G
12
= 4850 MPa
E
2
= 10000 MPa
23
= 0.52 MPa G
23
= 3620 MPa
E
3
= 10000 MPa
13
= 0.31 MPa G
13
= 4850 MPa
delaminazioni sono supposte passanti nella direzione della larghezza e sono disposte
allinterfaccia fra le lamine a 0 e 90. Si sono analizzate diverse configurazioni caratterizzate
Figura 2 - Geometria del laminato piano in composito
x
y
da valori differenti dei rapporti h
i
/H e a
i
/L e per ciascuna si sono determinati i valori dei
carichi corrispondenti al manifestarsi dei primi fenomeni di instabilit.
Le propriet meccaniche del composito sono riportate in Tab. 1; con ( * sono indicati,
rispettivemente, il modulo di elasticit longitudinale, quello trasversale, il coefficiente di
Poisson; lindice 1 rappresenta la direzione delle fibre, il 2 la direzione ortogonale ad esse.
3. METODOLOGIA ADOTTATA
Per le analisi del comportamento al buckling del modello si utilizzato il metodo degli
elementi finiti ed il codice commerciale ANSYS 6.1. Il laminato stato discretizzato con
elementi piani isoparametrici a 4 nodi in stato piano di tensione. Considerata la simmetria
geometrica e di carico, stata eseguita la discretizzazione di mezzo modello, delimitato tra
una sezione estrema e quella di mezzeria, per contenere i tempi di elaborazione, ed i nodi
della sezione di simmetria sono stati vincolati in direzione x (fig. 2). La parte terminale del
modello stata simulata come vincolata ad un blocco di materiale di rigidezza molto elevata,
alla cui estremit sono stati imposti gli spostamenti. Si sono utilizzati complessivamente circa
2000 elementi.
Si sono condotte analisi sia non-lineari, che lineari. In entrambi i casi i procedimenti utilizzati
sono stati messi a punto anche sulla base dei risultati analitici, numerici e sperimentali reperiti
in letteratura [1][8] per casi analoghi a quelli qui studiati.
3.1 Analisi di buckling non-lineare
In questo caso possibile tener conto dei fenomeni non-lineari presenti, e cio della non
linearit geometrica e di quella da contatto tra i sottolaminati adiacenti. Per questo motivo
nella relazione di equilibrio degli elementi stata considerata anche la matrice di rigidezza
non-lineare per grandi spostamenti, [ ]
NL
K , mentre la discretizzazione del modello stata
completata con la opportuna definizione di elementi di contatto di tipo linea-linea alle
interfacce; questi, imponendo condizioni aggiuntive di equilibrio e congruenza tra i nodi
affacciati mediante una formulazione evoluta del metodo lagrangiano, consentono di evitare la
reciproca compenetrazione dei bracci delaminati durante la deformazione.
Le analisi sono state svolte come nei comuni casi di analisi statiche non-lineari [12],
impiegando un metodo incrementale integrato da una procedura iterativa. Con la procedura
incrementale gli spostamenti applicati sono fatti crescere ad incrementi, allinterno di
ciascuno dei quali la matrice di rigidezza assunta costante e pari a quella che si ha allinizio
dellincremento corrente; tra un incremento e laltro detta matrice viene modificata, al fine di
adattarla allevoluzione dei fenomeni non-lineari. Per ogni incremento k si ha la relazione di
equilibrio della struttura:
[ ] [ ] ( ) { } { }
k , e k k NL L
F d K K = +
(1)
nella quale [ ]
L
K la matrice di rigidezza lineare (in regime di piccoli spostamenti), { }
k , e
F e
{ }
k
d sono i vettori, rispettivamente, dei carichi esterni e degli spostamenti nodali
incrementali.
Per, poich, a causa della assunzione di linearit, alla fine di ogni incremento non si pu
avere equilibrio tra il sistema di forze esterne dato dalla (1) ed il sistema di reazioni interne,
{ }
k , i
F , dato dalla:
{ } [ ] { }

=
V
T
k , i
dV B F (2)
essendo [B] la matrice che lega gli spostamenti alle deformazioni e { } la matrice delle
tensioni, nel presente lavoro stato usato, allinterno di ciascun incremento, un procedimento
iterativo basato sul metodo di Newton-Raphson, con lobiettivo di raggiungere lequilibrio
con la tolleranza richiesta, mediante la verifica della:
{ } { }
k i k e
F F
, ,
(3)
Questo tipo di analisi consente di ottenere levoluzione degli andamenti carichi-spostamenti
fino allo spostamento totale imposto, comprese, pertanto, anche le fasi di pre- e post-buckling.
Dallosservazione dei diagrammi carichi-spostamenti dellintera struttura e di ogni sua
porzione possibile individuare il minimo valore di carico in corrispondenza del quale la
matrice di rigidezza tangente diventa definita non positiva; tale carico viene assunto come
carico critico e la corrispondente deformata rappresenta la deformata al buckling.
Nelle analisi di buckling non-lineare, qualora la struttura presenti simmetria geometrica e di
carico, pu risultare necessario inserire delle cause di instabilit per provocare levoluzione
della struttura verso la configurazione di buckling. Queste cause possono essere piccole
imperfezioni geometriche o forze di lieve entit applicate in direzione ortogonale allasse del
laminato, in punti individuati, per esempio, per mezzo di preliminari analisi di buckling
lineare.
3.2 Analisi di buckling lineare
La tecnica del buckling lineare permette di trovare soltanto il carico critico ed il
corrispondente modo di buckling di una struttura discretizzata in elementi finiti. Essa utilizza
la condizione di equilibrio indifferente, propria del buckling, fra carichi esterni e reazioni
interne, che corrisponde alla relazione:
[ ]{ } [ ] [ ] ( ){ } { } 0 = + =

d K K d K
L
(4)
in cui [ ] K la matrice di rigidezza totale, [ ]

K la matrice di rigidezza geometrica


corrispondente ad un carico di riferimento, un fattore per il quale bisogna moltiplicare il
carico di riferimento per ottenere il carico critico e { } d il vettore degli spostamenti.
Il sistema di equazioni corrispondente alla (4) ha la forma di un problema agli autovalori. Se
gli spostamenti non sono nulli, una sua soluzione si ha soltanto per alcuni valori di , per i
quali si ha lequazione caratteristica:
[ ] [ ] ( ) 0 = +

K K det
L
(5)
Espandendo il determinante si ottiene una polinomiale in , di grado pari allordine n delle
matrici in parentesi, le cui n radici sono gli autovalori del problema. Trattandosi di problemi
di instabilit, generalmente interessa determinare soltanto il pi piccolo degli autovalori.
Lestrazione degli autovalori stata eseguita in due passi successivi. Nel primo si eseguita
unanalisi lineare per la valutazione del sistema di forze interne alla struttura soggetta ai
carichi agenti; nella seconda si costruita la matrice di rigidezza geometrica corrispondente e
dalla (5) si sono estratti gli autovalori.
Associato a ciascun autovalore esiste un corrispondente autovettore normalizzato { } d che
descrive la deformata della struttura. Si osservi che il tipo di problema d luogo per ogni
autovalore ad infinite linee elastiche, tutte affini tra loro, tutte caratterizzate, cio, dal fatto che
i rapporti tra gli spostamenti in due punti della struttura si mantengono costanti al variare della
linea elastica considerata, a conferma della indifferenza dellequilibrio. Evidentemente
lautovettore normalizzato corrispondente al pi piccolo degli autovalori fornisce il modo di
buckling di maggiore interesse.
Si osservi inoltre che nelle condizioni dette la curva carichi-spostamenti prima del buckling
supposta lineare, per cui il procedimento valido per le strutture che manifestano l'instabilit
in modo improvviso, passando istantaneamente da una configurazione di equilibrio stabile a
quella instabile. In effetti, quasi sempre, la struttura mostra un comportamento non-lineare gi
in fase di pre-buckling, per cui le analisi di bucling lineare danno luogo, in genere, a risultati
non conservativi.
4. RISULTATI NUMERICI
4.1 Messa a punto della procedura
Per validare i procedimenti numerici messi a punto nel presente lavoro, inizialmente i risultati
ottenuti sono stati messi a confronto con i risultati reperiti in letteratura per laminati
unidirezionali a 0 con delaminazione singola e doppia. La geometria quella descritta al
punto 2. In figura 3 riportato landamento del carico di buckling relativo P
c
/P
und
(pari al
rapporto tra il carico di buckling del laminato danneggiato, P
c
, e quello relativo allo stesso
laminato integro, P
und
) al variare della lunghezza della delaminazione relativa, a/L.
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Shu [4]
Non-linear
Linear
Exper. [1]
Local
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Shu
Non-linear
Linear
Linear-single
Figura 3: Variazione con a/L del carico di buckling in un laminato unidirezionale a 0: con
delaminazione singola centrata, a sinistra; con due delaminazioni (a1=a2=a) a destra.
Nella figura 3 a sinistra considerata una singola cricca centrata rispetto allo spessore
(h/H=0.5). Il confronto tra i risultati analitici di [4] ed i risultati numerici ottenuti sia con
lapproccio lineare che con quello non-lineare molto buono. Riguardo alla differenza con i
risultati sperimentali di [1], questa pu essere causata sia da possibili errori durante gli
esperimenti, quali imperfezioni costruttive, disallineamenti fra gli afferraggi, etc..., che dal
fatto che il presente modello numerico, cos come ipotizza il metodo analitico, non considera
un eventuale avanzamento della delaminazione in fase di pre-buckling, fenomeno che, qualora
avvenga, comporterebbe sensibili variazioni sul valore del carico di instabilit. La curva
contrassegnata con local rappresenta la variazione del carico relativo di buckling che si
avrebbe in presenza di soli fenomeni locali. Nel diagramma poi possibile identificare due
punti significativi, in corrispondenza dei quali si ha un cambiamento di modo di buckling:
h1/H=0.5
h2/H=0.75
intorno ad a/L=0.3 si passa da un modo di buckling globale ad uno misto, mentre intorno ad
a/L=0.8 si passa da un modo misto ad uno locale. Interessante anche il valore minimo di
P
c
/P
und
che si ottiene quando la cricca pari alla lunghezza complessiva del laminato. In
questa situazione la resistenza al buckling ridotta al 25% del suo valore iniziale.
In figura 3 a destra considerato lo stesso laminato stavolta con due difetti della stessa
lunghezza, uno ad h
1
/H=0.5 e laltro ad h
2
/H=0.75. Come si pu osservare i due approcci
lineare e non-lineare forniscono risultati molto simili tra loro e con i risultati di Shu [4].
Linfluenza del secondo difetto dimostrata dal confronto con la curva linear-single, che
riprende i risultati della figura 3 di sinistra per una sola delaminazione centrata. La
diminuzione di resistenza al buckling dovuta alla presenza del secondo difetto evidente per
qualsiasi valore di a/L. La buona corrispondenza tra i risultati mostrati per queste
configurazioni permette di considerare attendibili le procedure numeriche proposte e quindi di
applicarle ad altre configurazioni.
4.2 Analisi dei parametri di influenza
4.2.1 Laminati simmetrici
Sono riportati i carichi di buckling relativi per alcuni laminati cross-ply simmetrici, con due
delaminazioni di uguale lunghezza disposte allinterfaccia tra le lamine con diverso
orientamento, al variare della lunghezza delle delaminazioni. Le configurazioni analizzate
sono [0
4
//90
4
]
s
, [0
2
//90
6
]
s
, [0
6
//90
2
]
s
e [90
6
//0
2
]
s
(i pedici si riferiscono ai numeri di lamine, la s
alla disposizione simmetrica e la doppia barra // alla posizione della delaminazione) e sono
caratterizzate da un diverso numero di lamine a 0 e a 90, ed a ciascuna di esse
corrispondono, a causa della posizione stabilita per i difetti, valori definiti di h
i
/H.
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [0
4
//90
4
]
s
Linear [04//904]s
Non-linear [02//906]s
Linear [02//906]s
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [06//902]s
Linear [06//902]s
Non-linear [906//02]s
Linear [906//02]s
Figura 4: Variazione con a/L del carico di buckling in laminati cross-ply con due
delaminazioni uguali: [0
4
//90
4
]
s
, [0
2
//90
6
]
s
, a sinistra; [0
6
//90
2
]
s
, [90
6
//0
2
]
s
, a destra.
Nella figura 4 a sinistra sono riportati i diagrammi di carico di buckling relativo per le
configurazioni [0
2
//90
6
]
s
e [0
4
//90
4
]
s
. Come si pu osservare laccordo tra gli approcci lineare
e non-lineare piuttosto buono e fornisce, per ciascun laminato, valori del carico di buckling
praticamente uguali. Il laminato [0
2
//90
6
]
s
, rispetto al laminato [0
4
//90
4
]
s
, presenta un carico di
buckling assoluto inferiore (P
und
pari a circa 1928N nel primo caso ed a circa 2780N nel
secondo), come conseguenza della sua minore rigidezza flessionale, ed una riduzione pi
rapida del carico di buckling relativo al crescere di a/L, cui corrisponde un valore di passaggio
dal comportamento globale a quello misto per valori di a/L inferiori, per la minore rigidezza
flessionale residua assicurata dalle lamine esterne a 0 in presenza di delaminazioni.
Nella figura 4 di destra si osserva che per la configurazione [0
6
//90
2
]
s
gli approcci lineare e
non-lineare non forniscono risultati molto simili. Il carico di buckling calcolato con analisi
h1/H=0.25
h2/H=0.75
h1/H=0.125
h2/H=0.875
h1/H=0.375
h2/H=0.625
lineari, contrariamente a come accade di norma, pi basso rispetto a quello calcolato con
analisi non-lineari, risulta cio pi conservativo. Una interpretazione di questo
comportamento pu essere fatta osservando le deformate ottenute coi due approcci al
manifestarsi del buckling (figura 5). Per entrambi il sottolaminato interno con fibre orientate
a 90 a presentare il buckling; mentre per con lanalisi lineare la deformazione di questo
libera in quanto nessun impedimento oppongono i due sottolaminati esterni a 0, con lanalisi
non-lineare, per lesistenza del vincolo di contatto, viene impedita la compenetrazione fra i
sottolaminati e quindi linflessione del sottolaminato interno contenuta da quelli esterni. Ne
risulta pertanto un carico di buckling maggiore in quanto questo, al fine di inflettere il
sottolaminato a 90, deve anche provocare una certa deformazione dei sottolaminati a 0.
Figura 5: Deformate al buckling del laminato [0
6
//90
2
]
s
ottenute con analisi lineare (a sinistra)
e non-lineare (a destra)
Ancora in fig. 4 a destra si osserva che il laminato [90
6
//0
2
]
s
, pur presentando un carico di
buckling del laminato senza difetti notevolmente inferiore al precedente (290N contro
3090N), presenta una riduzione della resistenza al buckling inferiore.
La figura 6 riporta il confronto tra i risultati relativi a configurazioni differenti per la sequenza
di impacchettamento. Questa influenza si manifesta sia nel valore del carico di buckling senza
delaminazioni (P
und
risulta pari a 1920N ed a 290N per le sequenze [0
2
//90
6
]
s
e [90
6
//0
2
]
s
,
rispettivamente, ed a 2780N ed a 610N per le sequenze [0
4
//90
4
]
s
e [90
4
//0
4
]
s
) sia nella sua
riduzione al crescere di a/L. Le configurazioni caratterizzate da sequenze che danno luogo a
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [02//906]s
Linear [02//906]s
Non-linear [906//02]s
Linear [906//02]s
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [0
4
//90
4
]
s
Linear [04//904]s
Non-linear [904//04]s
Linear [904//04]s
Figura 6: Variazione con a/L del carico di buckling in laminati cross-ply con due
delaminazioni uguali per diverse sequenze di impacchettamento: [0
2
//90
6
]
s
e [90
6
//0
2
]
s
(a sinistra), [0
4
//90
4
]
s
e [90
4
//0
4
]
s
(a destra).
h1/H=0.25
h2/H=0.75
h1/H=0.5
rigidezze flessionali pi elevate per la presenza allesterno delle lamine a 0 ([0
2
//90
6
]
s
e
[0
4
//90
4
]
s
) manifestano un carico di buckling superiore in assenza di delaminazione, ma detto
carico si riduce pi rapidamente allaumentare di a/L, comportando un punto di transizione
dal comportamento globale a quello misto per valori di a/L pi piccoli.
La riduzione di resistenza inferiore nelle configurazioni che presentano le lamine a 0
disposte internamente, perch per queste varia meno la rigidezza flessionale al variare di a/L.
4.2.2 Laminati non simmetrici
Leffetto della mancanza di simmetria in un laminato composito stato qui studiato
confrontando, a pari numero di difetti, il comportamento di un laminato non simmetrico sia
rispetto ad un laminato monodirezionale che rispetto ad un cross-ply simmetrico.
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [08//08]t
Linear [08//08]t
Non-linear [08//908]t
Linear [08//908]t
Buckling Load
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1.2
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
a/L
P
c
/
P
u
n
d
Non-linear [04//904]s
Linear [04//904]s
Non-linear [04//904/04//904]t
Linear [04//904/04//904]t
Figura 7: Variazione con a/L del carico di buckling in laminati non simmetrici; confronto: a
sinistra tra laminato unidirezionale a 0 e cross-ply non simmetrico [0
8
//90
8
]
t
, con un difetto; a
destra tra laminato [0
4
//90
4
]
s
, e [0
4
//90
4
/0
4
//90
4
]
t
, con due difetti uguali.
In figura 7 a sinistra sono messi a confronto il laminato unidirezionale a 0 con un laminato
non simmetrico [0
8
//90
8
]
t
entrambi con un difetto singolo centrato in altezza.
Il laminato unidirezionale a 0 manifesta, come ci si poteva attendere considerata la sua
maggiore rigidezza flessionale, un carico di buckling superiore in assenza di delaminazione
(P
und
=3190N contro P
und
=760N per il non simmetrico), ma mostra una sensibilit maggiore
alla presenza della delaminazione, per via della rapida riduzione di detto carico allaumentare
di a/L, dovuta alla maggiore riduzione di rigidezza flessionale. Ad a/L=1 il laminato non
simmetrico presenta un carico di buckling pari ancora a pi della met del carico P
und
.
Il confronto fra un laminato cross-ply simmetrico ed uno non simmetrico a pari numero di
delaminazioni e con lo stesso numero di lamine a 0 e a 90 riportato nella figura 7 di destra.
Le due configurazioni sono la [0
4
//90
4
]
s
(figura 4 di sin.) e la [0
4
//90
4
/0
4
//90
4
]
t
e i due difetti
hanno per entrambi i laminati la stessa posizione. In questo caso il laminato non simmetrico
mostra minore sensibilit alla presenza di difetti, soprattutto per valori di a/L intermedi.
Considerando i carichi critici assoluti (P
und
=3190 N per il simmetrico, P
und
=1450 N per il non
simmetrico) si ottiene che la sensibilit alla presenza di delaminazioni maggiore per la
configurazione pi rigida in assenza di delaminazioni. Entrambi i diagrammi di figura 7
mostrano un ottimo accordo tra gli approcci lineare e non-lineare.
CONCLUSIONI
Nellanalisi del fenomeno del buckling in laminati piani in composito sia monodirezionali che
cross-ply, simmetrici e non simmetrici, in presenza di delaminazioni doppie di uguali
h1/H=0.25
h2/H=0.75
lunghezze, e dellinfluenza del numero, del posizionamento nello spessore, delle estensioni
delle delaminazioni e della sequenza di impacchettamento sul valore del carico critico e sul
valore di soglia nel passaggio da un comportamento globale ad uno misto e da questo ad uno
locale si trovato quanto segue.
Le analisi lineari e quelle non-lineari forniscono risultati simili quando i sottolaminati instabili
sono localizzati nella parte esterna del laminato. Negli altri casi le analisi lineari possono dare
risultati pi conservativi.
Il carico di buckling diminuisce con la lunghezza della delaminazione, in modo pi sensibile,
se la variazione di rigidezza flessionale conseguente alla presenza delle delaminazioni
maggiore. Questo comporta che spesso sono pi sensibili alla presenza delle delaminazioni le
configurazioni con carico di buckling senza delaminazione pi elevato.
Il carico di buckling influenzato dalla sequenza di impacchettamento. La configurazione con
maggiore rigidezza flessionale ha un maggior carico di buckling in assenza di difetti, ma pi
sensibile alla presenza di difetti ed alla maggiore estensione di questi ultimi.
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