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IL PONTE mensile della Parrocchia di S.

Antonio Abate in San Domenico Siena


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GIORNALE PARROCCHIALE
Sempre aggiornato e ricco di notizie
consultabile anche online al sito
www.basilicacateriniana.com
il Ponte
































" E la Presenza !
(S. Giovanni Paolo II - 14 IX 1980)
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il Ponte
Leditoriale del Parroco





LA RESURREZIONE DEI MORTI

Cari Parrocchiani, siamo giunti a novembre, il mese che ci conduce a un pensiero,
una riflessione che spesso viene rimossa: la morte! Ascoltando diversi educatori,
dicono che non un tema, quello della morte, da rimuovere, anzi lascerebbe pi soli
i nostri ragazzi. La morte un anello fondamentale per fare luce sul senso della vita.
Pertanto non bisogna nascondere nulla di tutto ci soprattutto ai pi piccoli. Ma
proprio tutti rimuovono il pensiero della morte? Molti sono disincantati davanti a
questa realt, altri invece sono animati dal mistero di Dio che dona la vita eterna.
Daltra parte il Signore stesso entrando nella nostra vita ha detto : Io sono la
resurrezione e la vita ;chi crede in me anche se muore vivr ;chiunque vive e crede
in me anche se muore vivr; chiunque vive e crede in me non morr in eterno. ( Gv.
11,25-26 ) Cos ebbe a dire Papa Benedetto XVI in una delle udienze del mercoled in
piazza San Pietro nel novembre del 2012 parlando della morte illuminata dalla
resurrezione di Cristo: La strada della morte, in realt, una via della speranza e
percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe compiere un
cammino segnato dalla speranza di eternit. Allora non bene n per i grandi n
per i piccini disertare il cimitero in questo tempo, portando ai nostri cari, fiori e
preghiere tenendo vivo cos il ricordo delle persone che non ci sono pi. Questo un
modo bello e semplice per dire che comunque tutto questo amare e tutto questo
amore non perduto ma resta nei nostri cuori parte di noi. Facciamo tutto ci
ancora pi nostro, quando la domenica alla Messa recitando la professione di fede
diciamo: aspetto la resurrezione dei morti/ e la vita del mondo che verr.
Tutti benedico di cuore con affetto

P. Alfredo Parroco





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I DIECI COMANDAMENTI
L'OTTAVO
Non mentire
o Non pronunziare falsa testimonianza



Delle bugie stanno alla base dei racconti migliori, ma
talvolta bugie anche piccole diventano cos grosse da
abbattere il Presidente di una superpotenza o anche
partiti con responsabilit di governo, o magnati dei
media. E la cosa singolare che alla fine non si riesce a tenere nascosto nulla.
Credo che qui si sottolinei il significato della verit come bene fondamentale dell'uomo. Tutti i
comandamenti sono comandamenti d'amore o risvolti di quell'unico comandamento. Da questo
punto di vista, hanno tutti molto esplicitamente a che vedere con il bene della verit. Se mi
allontano dalla verit o stravolgo la verit, se cedo alla menzogna, danneggio spesso gli altri ma
danneggio sempre anche me stesso.
E notorio che una piccola bugia si trasforma facilmente in un'abitudine, in un modo di sgusciare
attraverso la vita, di ricorrere in ogni occasione alla menzogna fino a rimanere impigliato nella sua
rete e a vivere in contrapposizione con la realt. La menzogna implica inoltre che ogni colpo
inferto alla dignit della verit non solo umilia l'uomo ma anche una rozza offesa al
comandamento dell'amore. Perch, se sottraggo agli altri la verit, sottraggo loro un bene
essenziale e li indirizzo sul cammino sbagliato. Verit amore, e un amore che si contrapponga
alla verit, stravolgerebbe se stesso.
Inoltre lottavo comandamento esalta anche la stima altrui che un bene personale da
salvaguardare e servire. Se parli con gli altri dei peccati (anche tuoi personali) per divulgarli, fai
pubblicit al demonio e ti assoggetti a lui. Ges non ha fatto cos. Quando gli hanno riferito i
peccati altrui, ha sempre taciuto, ha lasciato cadere laccusa e li ha perdonati, conoscendo il
pentimento del loro cuore. Solo Lui pu giudicare veramente ogni persona. Se degli altri non ti
riesce di parlare bene, non devi nemmeno parlarne male. E questo vale a maggior ragione, quando
ti rendi complice di calunnia o di falsa testimonianza. Chi dice menzogne, distrugge la sua stessa
vita e i suoi rapporti di fiducia e di amore. La falsit della persona oscura la limpidezza e la
luminosit della fedelt, turba la festa degli incontri e dello stare insieme come fratelli. Di fronte al
male o al peccato di qualcuno, il tuo compito anzitutto pregare, con amore correggere
apertamente (se possibile) e non lasciarti ingannare da nessuno. Devi amare e servire sempre la
verit, perch ti rende libero. E ricorda che la Verit Ges.

Sono falso, sleale? Ho ingannato il prossimo con bugie, menzogne? - Ho calunniato o dato
credito a calunnie? - Ho proferito giudizi avventati? - Ho accusato ingiustamente il prossimo? -
Parlo male degli altri? - Faccio pettegolezzi? - Ho giurato il falso? Con il mio esempio ho
insegnato a mentire agli altri? - Con un silenzio colpevole ho coperto imbrogli o fatti delittuosi (=
omert)? - Ho diffamato qualcuno con le mie mormorazioni? - Ho riparato a eventuali diffamazioni
o calunnie? - Ho mormorato contro il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti? - Se credo di aver ragione o di
dire la verit, ho lumile coraggio di parlare in faccia? - Cedo alla facile vigliaccheria di parlare
contro gli altri da lontano e alle spalle? - Mi impegno a essere sincero, soprattutto con me stesso?
Mi impegno a far conoscere ci che di buono fanno gli altri? Ho peccato di omissione nel fare il
bene?

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DOMENICA 12 OTTOBRE 2013
INAUGURAZIONE DELLANNO CATECHISTICO.
INCONTRO DELLE CATECHISTE


Il giorno 24 Settembre, si svolto l' incontro di noi catechiste con il parroco P.Alfredo.
Dopo i vari appuntamenti elencati dal parroco, noi catechiste abbiamo iniziato il nostro primo
incontro determinando gli aspetti del nostro cammino catechistico insieme ai ragazzi.
Il Mercoled 8 Ottobre, noi catechiste con i ragazzi ci siamo ritrovati in Basilica per recitare
il Rosario insieme al parroco e alla comunit dei Padri Domenicani. C' stata una partecipazione
numerosa e attiva, soprattutto da parte dei bambini pi piccoli accompagnati dai loro genitori.
Anche Domenica 12 Ottobre festa dell' inaugurazione dell' anno catechistico, sono stati numerosi i
ragazzi che hanno animato la S. Messa insieme ai loro genitori.
Alla fine della Messa tutti quanti ci siamo ritrovati nel chiostro per un rinfresco; i genitori hanno
espresso il desiderio che i loro bambini iniziassero al pi presto gli incontri di catechismo.
Tutti i gruppi nella settimana successiva si sono ritrovati con le loro catechiste per iniziare le attivit
di questo nuovo anno.
Le catechiste







FESTA DEL ROSARIO













FESTA DEL CATECHISMO







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DOMENICA 26 OTTOBRE GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA

LIMPORTO TOTALE RACCOLTO E STATO PARI A:
EURO 1.164,85

DI CUI:
EURO 768,85 RACCOLTI IN CHIESA
EURO 396,00 INCASSATI DALLA FIERA DEL DOLCE E DEL SALATO

UN SINCERO GRAZIE A TUTTI PER LA RIUSCITA DELLA RACCOLTA E PER IL
SOSTEGNO ALLE MISSIONI.






























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GIOVED 16
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DEDICATA A S. GIOVANNI PAOLO II

Gioved 16 ottobre scorso, proprio nel giorno del trentaseiesimo anniversario dellelezione a Papa
di Giovanni Paolo II (1978), nella basilica di San Domenico, stata inaugurata una mostra dal
titolo: Volti di due grandi Papi Santi dellartista polacca Anna Gulak. La mostra stata allestita
per volont della Comunit dei Padri Domenicani di Siena e della Parrocchia di San Domenico, in
collaborazione con la Nazionale Calcio Montepaschi.
I papi sono Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Il progetto stato allestito in occasione della recente
canonizzazione dei due Papi in Vaticano e a Roma e comprendeva costruzioni espositive per le vie
di Roma e in diverse piazze, sempre di Roma.
Lartista Anna Gulak, nonostante la giovane et, ha gi alle spalle importanti lavori per il Vaticano,
come la medaglia commemorativa del centesimo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II, nel
venticinquesimo anniversario del suo pontificato (2003) e una medaglia per Benedetto XVI, inoltre
stata insignita del premio della Pontificia Accademia 2012, per lespressione artistica e per
estetismo ed umanesimo cristiano.
Nel 2013 ha ricevuto da Papa Francesco lEsortazione Apostolica in rappresentanza degli Artisti nel
mondo.
Signora Gulak, come nasce questo progetto?
Il progetto artistico nasce dallo studio di immagini di espressioni dei volti che rispecchiano le
caratteristiche di questi due grandi personaggi, i quali hanno segnato la storia. Le immagini,
catturate da foto, colgono lumanesimo cristiano della grazia del Signore in due testimoni del
nostro tempo.
Di questa mostra fa parte anche una scultura, raffigurante il busto di Giovanni Paolo II
appoggiato al pastorale, qual il suo significato?
Loriginale di questa scultura, in resina, sta in Vaticano, nellAula Paolo VI e una copia stata
collocata in San Giovanni in Laterano, al Vicariato, ed stata inaugurata dal Cardinale Vallini. La
scultura sottolinea la sofferenza di Giovanni Paolo II che appoggiato al pastorale, trae la forza dallo
Spirito Santo che riemp tutta la sua vita e il suo pontificato.
Che dire invece di Papa Giovanni XXIII?
I ritratti di Giovanni XXIII ci riportano alla mente la sua umilt, lobbedienza alla volont del
Signore e la sua carit, quel Papa che per la gente il Papa buono.
La mostra si protrarr fino al 31 ottobre.
A San Domenico le iniziative del mese di ottobre per celebrare Giovanni Paolo II, non sono finite
qui. Sabato 18 ottobre, con il canto dei Vespri in forma solenne nella basilica cateriniana, stata
accolta la reliquia di Giovanni Paolo II. Si tratta di un pezzo della sua veste bianca intrisa del suo
sangue. La reliquia stata accolta da numerosi fedeli che hanno assistito alla funzione dei Vespri,
alla recita del Rosario e alla Santa Messa. Dopo il rosario la reliquia stata collocata in un altare
portatile ed esposta alla pubblica venerazione nella cappella della Testa di Santa Caterina e qui vi
rimasta fino al 24 ottobre.
Padre Alfredo, priore del Convento di San Domenico, dopo aver portato la reliquia sullaltare
maggiore, ha ricordato i legami tra Giovanni Paolo II e Santa Caterina, infatti nessun Papa, ha
scritto cos tanto su Santa Caterina quanto Giovanni Paolo II.
Il Papa polacco dichiar in pi occasioni di tenere sul tavolo del suo studio privato le Lettere della
Santa. Ricordiamo uno su tutti di questi suoi scritti, la lettera apostolica Amantissima
Providentia, pubblicata nel 1980, Quaderno cateriniano n. 26, in occasione della sua prima visita a
Siena.
Franca Piccini
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GIOVED 16
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DEDICATA A S. GIOVANNI PAOLO II










































Riproduzione televisiva del filmato ripreso in
occasione della visita di S. G. P. II a Siena nel
1980 (a cura di Leonardo Bonelli).
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22 OTTOBRE
FESTA DI SAN GIOVANNI PAOLO II

Molti fedeli, nella basilica di San
Domenico in occasione della
celebrazione eucaristica alla
cappella della reliquia della Sacra
Testa di Santa Caterina da Siena
e davanti alla reliquia di Giovanni
Paolo II. Loccasione stata la
prima festa liturgica in onore di
San Giovanni Paolo II che ha
visto a San Domenico molte
iniziative.
Dopo larrivo, sabato 18 ottobre,
della reliquia di Giovanni Paolo II, conservata al policlinico Agostino Gemelli di
Roma, gioved 22 ottobre stata celebrata la prima festa liturgica. LAssistente
ecclesiastico dellAssociazione Internazionale dei Caterinati e Priore di San
Domenico, padre Alfredo Scarciglia, ha ricordato che davanti a questa cappella,
monsignor Bonicelli, celebr la Santa Messa il primo ottobre del 1999, quando
Giovanni Paolo II proclam Santa Caterina da Siena compatrona dEuropa, insieme a
Santa Brigida di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce.
In questo anno eucaristico, voluto dal nostro arcivescovo monsignor Buoncristiani,
importante sottolineare le nostre antiche radici cristiane ha detto padre Alfredo
nellomelia. Dove fiorisce la vita eucaristica, fiorisce la vita ecclesiastica e Santa
Caterina e Giovanni Paolo II ci hanno insegnato a riscoprire la presenza reale di
Cristo nelleucarestia.
Prima della messa, il priore
generale dellAssociazione
Internazionale dei Caterinati,
professor Paolo Nardi, ha
presentato il Quaderno
cateriniano n. 134, pubblicato
dallAssociazione dei Caterinati,
con il contributo di Chianti
Banca dal titolo: Giovanni XXIII
e Giovanni Paolo II due papi
cateriniani santi, curato da
Padre Alfredo Scarciglia.
Il Prof. Paolo Nardi presenta il quaderno Cateriniano

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Nardi ha ricordato che padre Alfredo ha fatto altre pubblicazioni della collana dei Quaderni
cateriniani, come quello dedicato a Santa Caterina nei
documenti papali.
Bisogna ricordare ha detto il professor Nardi che
Giovanni Paolo II non perdeva occasione per parlare di
Santa Caterina, indubbiamente il Papa che si
occupato e ha scritto di pi di Santa Caterina. La visita
a Siena del papa polacco del 1980 resta la pi
importante; in questa occasione si rec anche a pregare
davanti alle Sacre Particole, nel 1980 tenne ben nove
discorsi, dei quali padre Alfredo ha riportato alcuni
brani significativi nel Quaderno.
Per quanto riguarda Giovanni XXIII, stata ricordata la
sua visita a Siena per le feste cateriniane nel 1954,
quando era Patriarca di Venezia.
Nel corso della serata non mancato il riferimento a
Papa Paolo VI, proclamato beato lo scorso 19 ottobre
da Papa Francesco, che proclam Santa Caterina
Dottore della Chiesa universale il 4 ottobre 1970,
proprio per il fatto che Caterina, con il suo pensiero, ha
espresso una dottrina che ha arricchito la Chiesa, in quanto ha messo lamore alla Chiesa al centro
della sua azione nel mondo.
Durante la serata, stato offerto dalleditore Cantagalli a tutti i partecipanti, un santino con
limmagine di Giovanni Paolo II, recante sul retro, la preghiera composta dal Cardinale Angelo
Comastri, Vicario generale di Sua Santit per la Citt del Vaticano.
Franca Piccini










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Gioved 23 ottobre il Parroco di San Domenico si recato
presso la casa delle Suore di Santa Caterina visitando le
classi ha benedetto tutti i bambini dellasilo con la reliquia
di San Giovanni Paolo II.













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Il giovane favoloso
GENERE: Biografico, Drammatico, Storico
ANNO: 2014 - REGIA: Mario Martone

Il giovane favoloso inizia con la visione di tre bambini che giocano dietro una siepe, nel
giardino di una casa austera. Sono i fratelli Leopardi, e la siepe una di quelle oltre le quali
Giacomo cercher di gettare lo sguardo, trattenuto nel suo anelito di vita e di poesia da un
padre severo e convinto che il destino dei figli fosse quello di dedicarsi allo "studio matto e
disperatissimo" nella biblioteca di famiglia, senza mai confrontarsi con il mondo esterno.
Mario Martone comincia a raccontare il "suo" Leopardi proprio dalla giovinezza a Recanati,
seguendo Giacomo nella ricerca costantemente osteggiata da Monaldo e da una madre
bigotta e anaffettiva delineata in poche pennellate, lasciandoci intuire che sia stata altrettanto, e forse pi, castrante
del padre: sar lei, pi avanti, a prestare il volto a quella Natura ostile cui il poeta si rivolger per tutta la vita con
profondo rancore e con la disperazione del figlio eternamente abbandonato. La prima ora de Il giovane favoloso,
dedicata interamente a Recanati, chiaramente reminescente dell'Amadeus di Milos Forman, cos come il rapporto
fra Giacomo e Monaldo rimanda a quello fra Mozart e suo padre. Ma non c' margine per lo sberleffo nell'adolescenza
di Leopardi, incastonato nei corridoi della casa paterna e in quella libreria contemporaneamente accessibile e proibita.
In queste prime scene prende il via il contrappunto musicale che uno degli elementi pi interessanti della narrazione
filmica de Il giovane favoloso, e che accosta Rossini alla musica elettronica del tedesco Sasha Ring (alias Apparat)e al
brano Outer del canadese Doug Van Nort. Attraverso un salto temporale, ritroviamo Leopardi a Firenze, dove
avvengono gli incontri con l'amata Fanny e con l'amico Antonio Ranieri, entrambi fondamentali nel costruire la
geografia emotiva del poeta. del periodo fiorentino anche il confronto con la societ intellettuale dell'epoca, che
invece di cogliere la capacit visionaria di Leopardi in termini di grandezza artistica ne intuiscono la pericolosit in
termini "politici", in quanto potenziale sabotatrice di quelle "magnifiche sorti e progressive" che il secolo cominciava a
decantare. L'atto conclusivo, dopo una breve sosta a Roma, si svolge a Napoli, citt per cui Martone prova un
trasporto emotivo evidente nel rinnovato vigore delle immagini (ma il segmento potrebbe estendersi meno a lungo,
nell'economia della narrazione). Alle pendici del Vesuvio si concluder la parentesi di vita di Leopardi, strappandogli
l'ultimo grido di disperazione con la poesia La ginestra, summa del suo pensiero esistenziale.
Martone racconta un Leopardi vulnerabile e struggente, dalla salute cagionevole e l'animo fragile, ma dalla grande
lucidit intellettuale e l'infinita ironia. Elio Germano "triangola" brillantemente con le sensibilit di Leopardi e di
Martone, prestando voce e corpo, sul quale si calcifica l'avventura umana e intellettuale del poeta, alla creazione di un
personaggio che abbandona la dimensione letteraria, e la valenza di icona della cultura nazionale, per abbracciare a
tutto tondo quella umana. La riscoperta dell'ironia leopardiana, intuibile nei suoi poemi, ben visibile nei suoi carteggi,
una potente chiave di rilettura moderna del poeta. "La mia patria l'Italia, la sua lingua e letteratura", dice il giovane
Giacomo. E Martone ci ricorda che nella lingua e letteratura di Leopardi si ritrovano le radici dell'Italia di oggi. In
questo modo Leopardi esce dai sussidiari ed entra nella contemporaneit, continuando quella missione divulgativa
che il regista napoletano ha cominciato ad intraprendere con Noi credevamo. Martone fa parlare i suoi protagonisti in
un italiano oggi obsoleto ma filologicamente rigoroso, e fa recitare in toto a Leopardi le sue poesie pi memorabili,
strappandole alle pareti scolastiche e ai polverosi programmi liceali. Germano interpreta quei versi senza declamarli,
reintegrandoli nel contesto umano e storico in cui stati concepiti, e restituendo loro l'emozione della scoperta, per il
poeta nel momento in cui le ha scritte, e per noi nel momento in cui le (ri)ascoltiamo. Martone recupera anche la
dimensione affettiva di Leopardi, raccontandolo con immensa tenerezza, e senza mai indulgere nella piet per i
tormenti fisici del poeta, che orgogliosamente rivendica la propria autonomia di pensiero intimando: "Non attribuite al
mio stato quello che si deve al mio intelletto". E ne sottolinea la valenza politica, facendo dire al poeta: "Il mio cervello
non concepisce masse felici fatte di individui infelici". Infine identifica nel poeta un precursore del Novecento nel
collocare il dubbio al centro della conoscenza: "Chi dubita sa, e sa pi che si possa". Quel che emerge sopra a tutto
una profonda affinit elettiva fra Martone e Leopardi, un allineamento di anime e di sensibilit artistiche: attraverso il
poeta, il regista racconta quella condizione umana "non migliorabile", a lui ben nota e non "sempre cara", di sentirsi
straniero ovunque e in ogni tempo. Il Leopardi di Martone si ricollega idealmente al Renato Caccioppoli di Morte di un
matematico napoletano in quell'impossibilit per alcuni di essere nel mondo, oltre che del mondo. Il giovane favoloso
un film erudito sulla sensibilit postmoderna che ha collocato Leopardi fuori del suo tempo, origine della sua
immortalit e causa della sua umana dannazione. Martone costruisce una grammatica filmica fatta di scansioni
teatrali, citazioni letterarie e immagini evocative ai limiti del delirio, come sanno esserlo le parole della poesia
leopardiana. All'interno di una costruzione classica si permette intuizioni d'autore, come l'urlo silenzioso di Giacomo
davanti alle intimidazioni del padre e dello zio, o le visioni del poeta nella parte finale della vita. Il giovane favoloso
"centra" in pieno la parabola di un artista che sapeva guardare oltre il confine "che da tanta parte dell'ultimo orizzonte
il guardo esclude". E ci invita a riconoscerci nel suo desiderio di infinito.
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La Rubrica
dei bambini
dallisola che non c al Chiostro di San Domenico





































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AVVISI



Gioved 6 ore 17:00
In Basilica superiore Adorazione Eucaristica.



Mercoled 19 ore 17:30
Incontri culturali di San Domenico nella sala del capitolo nel Chiostro il
prof. Victor Tambone presieder il dibattito su Bioetica e Medicina.
Partecipate numerosi


Gioved 27 ore 17:30
Incontri culturali di San Domenico nella sala del capitolo nel Chiostro la
Sig.ra Hiky Mayr ci parler de il Divino Infante. La meravigliosa storia di
Hiky Mayr e del suo singolare museo che raccoglie pi di 200 statue del
bambin Ges. Partecipate numerosi
Per informazioni sito web www.il-bambino-gesu.com

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