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Il 2010 stato, tra le altre cose, anche lanno del centenario della
nascita del filosofo Augusto Del Noce 1, il cui contributo filosofico
e politico si concentrato soprattutto sulle origini dellepoca
moderna e i suoi sviluppi, in particolare il 600 francese, lidealismo
italiano e il marxismo. Tra i molti possibili spunti di riflessioni della
sua copiosa produzione si vorrebbe nel presente articolo soffermarsi
soprattutto sulla sua lettura dellateismo, che egli vede strettamente
collegato alle correnti filosofiche e politiche moderne, fino ai suoi
esiti nichilisti, culminanti nel suicidio della rivoluzione.
Il 600 secolo decisivo per la filosofia
Interesse centrale del nostro filosofo il problema dellazione e
della libert, che nasce dalla lettura giovanile de Lazione di Blondel.
Approfondendo questa tematica, egli scopre che il primo filosofo ad
essersene occupato in maniera esaustiva stato Malebranche, un
autore ritenuto di secondo piano rispetto al suo pi celebre
interlocutore, Cartesio. E il sacerdote oratoriano diventa oggetto
della tesi di laurea di Del Noce, facendogli scoprire che lo studio
dellazione nasceva in Malebranche come tentativo di ricomporre i
numerosi dualismi cartesiani, in particolare tra libert e necessit,
volont e conoscenza, ragione e fede. Tali dualismi sono le
* Pubblicato in La Civilt Cattolica 2011 I 432-444.
1 Augusto Del Noce nacque a Pistoia l11 agosto 1910 e mor a Roma il 30
dicembre 1989. stato professore di Storia della filosofia moderna e
contemporanea alluniversit di Trieste, e di Storia delle Dottrine politiche e
Filosofia della Politica alluniversit La Sapienza di Roma. Tra le sue opere si
possono ricordare: Il problema dellateismo (Bologna, il Mulino, 19904); Riforma
cattolica e filosofia moderna. Vol. I: Cartesio (ivi, 1965); Lepoca della secolarizzazione
(Milano, Giuffr, 1970); Il suicidio della rivoluzione (Milano, Rusconi, 1978); Il cattolico
comunista (ivi, 1981); Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia
contemporanea (Bologna, il Mulino, 1990); Da Cartesio a Rosmini (Milano, Giuffr,
1992); Scritti politici 1930-1950, (Soveria Mannelli [Cz], Rubbettino, 2001).
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al modo che Pascal comincia dove Cartesio finisce []. Senza che si
possa parlare di diretta influenza, i punti di arrivo di Pascal, lunico
necessario e lorrore del divertissement sono per Malebranche il
punto di partenza 4.
La filosofia di Cartesio continuamente attraversata dal
problema di raggiungere una certezza assoluta, che puntualmente
sfugge alla presa della ragione, e che tormenter i pensatori
successivi, i quali per lo pi accoglieranno acriticamente questo
presupposto: La storia della filosofia moderna, per buona parte la
storia di una ossessione: lobiettivit 5.
Per Del Noce, Pascal ha il merito di portare alle estreme
conseguenze il discorso del cogito cartesiano e del suo rapporto con
la verit: essa posta o riconosciuta dal soggetto? In questo
interrogativo si annida la possibilit del diavoletto scettico 6, da cui
Cartesio non riuscir mai veramente a sbarazzarsi, fino a diventare
vincente con Hume. Secondo il filosofo scozzese, il dubbio non
pu ultimamente essere superato, perch luomo non in grado di
conoscere la verit, egli pu al massimo giungere a delle
generalizzazioni probabili: Mi trovo in un tale labirinto che
confesso di non saper n come correggere le mie opinioni anteriori,
n come renderle coerenti. Se questa non una buona ragione
generale in favore dello scetticismo, per lo meno una ragione
ID., Riforma cattolica e filosofia moderna. Vol. I: Cartesio, cit., 645. Il tentativo di
Malebranche risulter fallimentare per Del Noce a motivo della compresenza
nella sua filosofia di due elementi contraddittori, lontologismo teologico, ispirato
ad Agostino, e il razionalismo cartesiano che arriva di fatto ad escludere Dio (cfr
ID., Il problema dellateismo, cit., 477s.).
5 E. CASTELLI, I presupposti di una teologia della storia, Milano, Bocca, 1952, 7;
corsivo nel testo.
6 Io supporr, dunque, che vi sia, non gi un vero Dio, che fonte sovrana di
verit, ma un certo cattivo genio [genium aliquem malignum], non meno astuto e
ingannatore che possente, che abbia impegnato tutta la sua industria ad
ingannarmi. Io penser che il cielo, laria, la terra, i colori, le figure, i suoni e tutte
le cose esterne che vediamo, non siano che illusioni e inganni, di cui egli si serve
per sorprendere la mia credulit (R. CARTESIO, Meditazioni metafisiche, Milano,
Mondadori, 2008, I, 99s.).
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