Professional Documents
Culture Documents
Tesi di Laurea
in
Meccanica Applicata alle Macchine
Relatori
Laureando
Giovanni De Cillis
Ai miei genitori,
Luigi e Maria
Ringraziamenti
Ringrazio, innanzitutto, i miei relatori, il prof. Francesco Bottiglione e l'ing. Carmine Putignano che mi hanno guidato e aiutato
nell'attivit di tesi con grande disponibilit.
Ringrazio il prof. Giuseppe Carbone e tutto il personale del TRIBOLAB, dove sono state svolte le prove.
Ringrazio ancora la mia famiglia e i miei genitori, che mi hanno
permesso, con il loro sostegno, di poter raggiungere questo traguardo.
Ringrazio inne tutti gli amici e tutti quelli che hanno condiviso
con me il percorso che mi ha portato n qui.
Indice
1 Attrito, usura e lubricazione
1.1
1.2
1.3
L'attrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.1
. . . . . . . . .
10
1.1.2
14
15
1.2.1
Usura adesiva . . . . . . . . . . . . . . . .
15
1.2.2
Usura abrasiva
. . . . . . . . . . . . . . .
16
1.2.3
Usura corrosiva . . . . . . . . . . . . . . .
17
1.2.4
Fatica superciale . . . . . . . . . . . . . .
18
1.2.5
. . . . .
18
. . . . . . . . . . . .
20
1.3.1
20
1.3.2
Tipi di lubricazione
23
Lubricazione e lubricanti
. . . . . . . . . . . .
28
2.1
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
28
2.2
. . . . . . .
28
2.3
Microscopio ottico
. . . . . . . . . . . . . . . . .
29
2.4
. . . . . . . . . . . . . .
30
2.4.1
. . . . . . . .
33
2.4.2
Protocollo di prova . . . . . . . . . . . . .
35
3 Risultati
37
3
INDICE
4 Conclusioni
46
5 Appendice
48
Introduzione
L'esperienza mostra come spesso i componenti delle macchine siano messi
fuori uso, pi che da vere e proprie rotture, da danneggiamenti superciali
dovuti all'interazione meccanica per contatto con altri componenti. Tali interazioni ed il loro eetto sul funzionamento degli organi di macchina sono
oggetto di studio della tribologia. In particolare ben noto che poste due
superci a contatto, esse si scambino delle forze: una azione repulsiva ortogonale alle due superci a contatto ed una azione tangenziale che si oppone
al moto relativo delle due superci, che prende il nome di forza di attrito.
Sebbene quest'ultima sia di fondamentale importanza in numerose circostanze, negli organi di macchina spesso deleteria in quanto fonte di dissipazione
energetica e riscaldamento.
l'usura delle superci.
INDICE
un distanziale.
Quindi tra gli anelli interni e il distanziale, non ci dovrebbero essere scorrimenti relativi, e in eetti non ci sono moti macroscopici, ma, le deformazioni
cicliche dovute alla essione rotante provocano dei microslittamenti. L'usura
superciale che si verica in questi casi prende il nome di
fretting
. Partico-
larmente deleterio in questo caso, non tanto l'usura della superci soggette
a fretting, ma il fatto che le particelle di usura andranno a contaminare il
lubricante e quindi potranno provocare fenomeni di usura abrasiva e per
fatica superciale sui rulli e sulle piste dei rulli.
Essendo l'usura da fretting, dipendente dal design del cuscinetto, per
minimizzarla necessario scegliere il materiale pi opportuno. Tipici acciai
INDICE
per cuscinetti sono il 100Cr6 (usato nel 90% dei casi) e il 100MnCr4 (usato
nei cuscinetti di grandi dimensioni) perch in seguito a opportuni trattamenti
termici, raggiungono elevati valori di durezza e resistenza. Inoltre necessario
che tali materiali siano particolarmente resistenti all'usura, che la principale
caratteristica richiesta dal materiale che costituisce l'anello distanziale.
In questa tesi verranno introdotti i concetti fondamentali riguardanti la
tribologia, cio l'attrito, l'usura dei materiali e la lubricazione dei contatti.
Verranno descritti poi gli strumenti utilizzati, le metodologie e i risultati
delle prove che ci porteranno alla selezione, tra 4 tipi di acciaio, di quello
pi resistente all'usura.
Capitolo 1
Attrito, usura e lubricazione
La disciplina che si occupa dello studio dei fenomeni di attrito, usura e lubricazione di superci interagenti in movimento relativo, la tribologia, denita
nel 1967 da un comitato del OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico), ma in realt lo studio eettivo della materia risale alle
prime civilt; infatti si sono sempre ricercate maniere per ridurre l'usura e
l'attrito, anche con l'utilizzo di lubricanti, come si pu vedere nella Figura
1.1 dove un uomo ai piedi del colosso, getta acqua sotto la slitta sulla quale
esso poggiato per ridurre appunto la forza di attrito.
Il termine "Tribologia" deriva dalla parola greca (tribos) che signica sfregamento o strisciamento. Nella maggior parte dei casi l'obiettivo
dello studio della tribologia quello di minimizzare i due principali svantaggi
del contatto tra solidi, cio attrito e usura; ma in alcuni casi pu essere desiderabile massimizzare l'attrito e minimizzare l'usura, oppure minimizzare
CAPITOLO 1.
l'attrito e massimizzare l'usura, o ancora massimizzare entrambi. Per esempio, nei freni o nelle frizioni l'obiettivo quello di massimizzare l'attrito e
contenere l'usura, mentre per una matita utile minimizzare l'attrito ma non
l'usura.
Per una soluzione ottimale dei problemi tribologici si deve tener conto di
tutti gli elementi che compongono un tribosistema e delle relative interazioni.
Gli elementi principali del tribosistema sono i due corpi in moto relativo, il
materiale interposto alle due superci e l'ambiente circostante. Nell'analisi
del sistema tribologico, quindi, occorre tener conto degli aspetti ambientali
(polvere, temperatura, umidit, etc.), delle propriet di volume e di supercie
dei materiali (microstruttura cristallina, durezza, propriet elastiche, temperatura di fusione, coeciente di dilatazione termica, conduttivit termica,
reattivit chimica delle superci, energia superciale, rugosit superciale) e
dei parametri operativi (velocit, carico, vibrazioni, tipo di contatto, tipo di
movimento).
1.1
L'attrito
In sica l'attrito una forza dissipativa che si instaura fra superci a contatto
e che si oppone al movimento relativo. Il contatto tra 2 corpi pu avvenire
su una supercie estesa, si parla dunque di contatto conforme, oppure su una
linea o un punto come pu avvenire ad esempio tra un piano e un cilindro o
un piano e una sfera e si parla in questo caso di contatto non conforme. In
realt anche nel caso di contatto non conforme, a causa delle deformazioni che
avvengono nell'intorno della zona di contatto, esso avviene su una supercie
di area non nulla. La forza che i membri si scambiano quindi la risultante
di una distribuzione di pressioni sulla supercie di contatto, d'altronde se l'area di contatto fosse nulla avremmo una pressione che tenderebbe a innito.
Le stesse considerazioni fatte valgono anche per contatti conformi. Considerando la pressione locale che un membro trasmette all'altro, osserviamo che
questa pu essere scomposta in due componenti, una normale alla supercie
nel punto di contatto, l'altra contenuta nel piano tangente comune alle due
superci e, se i membri sono in movimento uno rispetto all'altro, diretta come
la velocit relativa e di verso tale da ostacolare il movimento relativo; questa
componente la forza di attrito.
CAPITOLO 1.
10
l'uno sull'altro, l'intensit della forza di attrito ha valore pari al prodotto del
coeciente di attrito dinamico
FT = FN
(1.1)
Se il moto relativo tra i due membri di puro rotolamento si possono presentare diverse situazioni; l'intensit della forza di attrito pu assumere diversi valori in base all'equilibrio dei corpi in rotolamento ma non pu comunque
superare il prodotto del coeciente di aderenza e della forza normale.
Il valore del coeciente d'attrito dipende quasi esclusivamente dalla natura e dallo stato delle superci a contatto. Le leggi dell'attrito di strisciamento
fra superci asciutte, detto anche coulombiano, aermano che :
Queste prime due leggi, anche se sono state scoperte per via puramente
empirica, hanno trovato una certa giusticazione teorica.
Di validit meno generale invece la terza legge che aerma che
infatti ,ad esempio, nei freni automobilistici, una frenata di intensit costante
ha una ecacia che aumenta al diminuire della velocit, causando il classico
eetto di contraccolpo al momento dell'arresto.
Ra
CAPITOLO 1.
11
Figura 1.2:
E' chiaro quindi che quando due superci entrano in contatto, lo fanno in
corrispondenza delle asperit superciali pi accentuate, per cui l'area della
supercie reale sulla quale avviene il contatto (
delle singole areole che si hanno per gli
Ar =
Si ha quindi che l'area reale
contatto
Aa
Ar
N
X
Ar
Ai
(1.2)
i=1
molto minore dell'area apparente di
Il contatto tra le asperit pu essere elastico o plastico, in base alle propriet elastiche del materiale, ma si osserva che per materiali metallici il
contatto praticamente sempre plastico, cio viene superata la tensione di
snervamento
pY
Di solito si pone
pY=bvY
, dove
vY .
FN
all'equilibrio si avr :
FN =
N
X
pY Ai = pY Ar
(1.3)
i=1
Ar =
FN
pY
(1.4)
FN
separare i 2 corpi occorre applicare una forza; questa forza chiamata forza
di adesione.
L'adesione tra superci pu essere dovuta a diversi tipi di interazione
chimico-sica. Vediamone i principali:
CAPITOLO 1.
12
Interazioni meccaniche
coraggi meccanici.
Interazioni diusive
un materiale nell'altro.
Interazioni elettroniche
Interazioni chimiche
materiali dei veri e propri legami chimici tipo metallino, ionico e covalente.
).
necessaria
per mantenere costante una velocit di strisciamento tra due corpi a contatto
premuti l'uno sull'altro da una forza normale
N,
FT = m Ar
(1.5)
=
dove
m dipende
m
FT
=
FN
pY
(1.6)
di-
rettamente proporzionale alle forze dovute alle formazione dei legami di van
der Waals, e inversamente proporzionale alla durezza dei materiali. Il valore
della pressione di snervamento
pY
bvY
mazione si pu porre
pY=H
, dove
FN
e dall'area di contatto.
CAPITOLO 1.
13
FT
, lo
Sulle superci dei metalli si forma, a contatto con l'atmosfera, uno strato
di ossido, il cui spessore va dai centesimi ai decimi di micron. Sulla pellicola
di ossido presente uno strato di molecole di gas adsorbito (vapore acqueo,
ossigeno) dello spessore di qualche molecola (decimillesimi di micron). Sopra
alle precedenti, presente inne, una pellicola di contaminanti dello spessore
di qualche millesimo di micron, dovuta a varie cause, per esempio all'adesione sulla supercie metallica di goccioline di olio presenti in sospensione
nell'atmosfera. Questi strati superciali, inuenzano in particolare la tensione tangenziale
m necessaria
hanno una tensione di rottura molto inferiore a quella degli strati sottostanti.
CAPITOLO 1.
14
asperit di uno dei due corpi a contatto sono molto pi dure di quelle del
materiale antagonista, o quando in uno dei due corpi sono incastonate delle
particelle dure, che possono appartenere alla microstruttura del materiale
(ad esempio i carburi negli acciai) o provenire da contaminazione esterna.
L'interazione a tre corpi si pu avere quando tra le due superci sono intrappolate delle particelle molto pi dure di uno o entrambi i corpi, che rotolano
durante lo strisciamento e che possono provenire dall'esterno o dall'interno
del sistema tribologico, in seguito, per esempio, a usura superciale. Generalmente si pu avere usura abrasiva quando la durezza del corpo pi duro
1,2-1,3 volte maggiore di quella del materiale pi tenero.
Un modello semplicato per quanticare il contributo abrasivo all'attrito
nel caso di interazione a 2 corpi quello di Rabinowicz, nel quale l'asperit
o particella dura rappresentata con forma conica, con un certo angolo di
attacco
Figura 1.4:
un'asperit
Considerando la forza tangenziale necessaria ad avere scorrimento orizzontale del cono, calcolata come prodotto della sezione del solco creato per lo
CAPITOLO 1.
15
abr =
2 tan
(1.7)
= ad + abr
1.2
(1.8)
Si denisce usura la perdita di materiale superciale che si verica progressivamente sulle superci di corpi a contatto soggetti a moto relativo.
L'usura si presenta sempre insieme all'attrito ed legata ad esso visto
che entrambi dipendono dalla natura del contatto tra le superci. Le caratteristiche del moto relativo tra i corpi, deniscono i processi di usura: se tra
se il moto
sfregamento (fretting).
usura per
usura adesiva
usura abrasiva
usura corrosiva
CAPITOLO 1.
16
W = Kad Ar = Kad
dove la costante di proporzionalit
Kad
FN
FN
= Kad
pY
H
detta
(1.9)
pY
pY/
CAPITOLO 1.
17
ticelle dure interposte fra i due corpi a contatto. Queste particelle possono
provenire dall'ambiente esterno (es.
W = Kabr
FN
pY
(1.10)
dove la costante Kabr dipende dal rapporto tra le durezze dei materiali e
dalla loro rugosit.
asportato a causa dello sfregamento, cosa che accade della maggior parte
dei casi a causa della fragilit degli ossidi, si hanno velocit di usura molto
CAPITOLO 1.
18
pitting.
CAPITOLO 1.
fretting corrosion.
19
Regime 1
Regime 2
Nel caso in cui gli scorrimenti sono di ampiezza maggiore (tra 5 e 20m)
nelle zone in cui la pressione di contatto minore si possono vericare dei
microslittamenti che causano usura, il cui tasso per, anche in questo caso,
molto basso. Ci che pu vericarsi in questo regime e che pu essere molto
pericoloso la formazione di cricche superciali e ortogonali alla supercie
causate dagli sforzi di trazione superciali dovuti all'attrito. Se il componente meccanico soggetto a sollecitazioni periodiche, queste cricche possono
indurre una precoce rottura per fatica; parliamo in questo caso di
fretting.
fatica per
Regime 3
CAPITOLO 1.
20
1.3
Lubricazione e lubricanti
Un lubricante una sostanza che, posta tra due corpi a contatto in moto
relativo, riduce l'attrito, e l'usura superciale dei materiali.
I lubricanti sono solitamente liquidi, ma possono essere anche solidi (grate, bisolfuro di molibdeno, tetrauoroetilene TFE) o gas (aria compressa).
Per la capacit di ridurre attrito e usura, quindi, l'utilizzo di lubricanti comporta beneci economici attraverso il risparmio di energia, la conservazione
dei materiali e la riduzione degli interventi di manutenzione.
Untuosit
supercie dei materiali metallici. I lubricanti che hanno migliore attitudine a formare sottili strati untuosi resistenti, sono quelli che hanno molecole
polari; tali molecole aderiscono alle superci metalliche con una forza che
dipende dall'intensit del momento delle cariche elettriche, che a sua volta
CAPITOLO 1.
21
dipende dalla natura dei gruppi funzionali e dalle dimensioni della molecola. Un esempio rappresentato dagli acidi grassi, molecole che presentano
all'estremit un gruppo funzionale polare, il gruppo carbossilico (-C(O)OH).
Queste molecole aderiscono quindi con una estremit al metallo no a
formare un lm compatto capace di resistere alla penetrazione delle asperit
superciali.
Densit
(T ) = [1 (T T0 )]
con
0,40,810
-3
-1
K .
(1.11)
Viscosit
u,
u
dy
a una
dy
CAPITOLO 1.
yx =
La costante di proporzionalit
la
u
y
22
(1.12)
viscosit
dinamica
, le cui dimensioni
Ns
, ed funzione di temperatura
m2
e pressione.
Esistono molte leggi che descrivono la variazione di viscosit con la temperatura e una di queste la legge empirica di Vogel
= 0 e(0 )
(1.13)
additivi per migliorare l'indice di viscosit, per diminuire cio la variazione della viscosit al variare della temperatura;
additivi antischiuma, per evitare la formazione di schiuma dovuta all'agitazione operata da macchine ad alta velocit;
CAPITOLO 1.
23
additivi antiusura, per minimizzare attrito e usura quando non possibile evitare il contatto tra i solidi, per esempio quelli a base di acidi
grassi prima citati.
sottile nel quale non tutte le asperit superciali vengono separate, per cui
l'attrito dipende sia dalla viscosit del lubricante, che dalle propriet delle
superci (rugosit). Nelle condizioni di lubricazione mista l'usura pu essere
modesta.
Lubricazione limite
CAPITOLO 1.
24
di Sommerfeld
numero
lambda ,
dove
hmin
hmin
= p
2
R12 + R22
l'altezza minima del meato e
(1.14)
R1 R2
fattore
rappresentano le rugosit
CAPITOLO 1.
25
qualitativamente
Dalla gura 1.12 vediamo inoltre come il fattore lambda sia pi signicativo al ne di determinare il regime di lubricazione, cio l'entit del distacco
tra le superci in moto relativo.
e rugosit
CAPITOLO 1.
26
bricazione idrodinamica, si distingue un altro regime di lubricazione, chiamato elastoidrodinamico (EHL), il quale si presenta solitamente in accoppiamenti meccanici con superci e geometrie non conformi e soggette a movimenti che comprendono una signicativa parte di rotolamento, come ad
esempio cuscinetti a rotolamento, ruote dentate, camme. Il regime EHL pu
essere considerato il caso pi generale di lubricazione, perch all'interno di
esso si possono trovare anche gli altri regimi, come suoi casi limite. In particolare per elastoidrodinamico, si intende un regime di lubricazione in cui
le pressioni all'interno del meato sono molte elevate, tali da indurre nei corpi
che lo delimitano, deformazioni elastiche rilevanti.
La lubricazione EHL basata su tre meccanismi:
Eetto idrodinamico
due superci dovuta sia al moto relativo che alla caratteristiche geometriche
delle superci stesse; i parametri fondamentali che controllano il fenomeno
sono quindi le velocit delle superci, le rugosit superciali e la viscosit di
ingresso del lubricante.
Piezoviscosit
dalla pressione: alla pressione di 1GPa, la viscosit di un comune lubricante tipicamente 310 ordini di grandezza maggiore rispetto a quella che
si ha a pressione ambiente.
Si distinguono 2 tipi di lubricazione EHL:
Hard EHL
elevato modulo elastico, come i metalli. In questo regime bisogna tenere conto
sia delle deformazioni elastiche (Deformazione dei solidi) che dell'aumento
della viscosit con la pressione (Piezoviscosit).
CAPITOLO 1.
Soft EHL
27
elastico, come per esempio la gomma. In questo caso si avranno grandi deformazioni elastiche anche con carichi leggeri, e la pressione massima nel meato
solitamente intorno a 1 MPa, pressione che ha un eetto trascurabile sulla
variazione della viscosit.
Vediamo l'importanza della lubricazione dal graco in gura che mostra
la variazione del tasso di usura al variare del carico relativo, per i diversi
regimi di lubricazione. In particolare si nota un forte aumento del tasso di
usura nel caso di contatti non lubricati.
Capitolo 2
Strumenti e metodi di prova
2.1
Introduzione
pin on disk
2.2
28
CAPITOLO 2.
29
glia della forza di attrito; mentre il carico normale e il raggio della traccia
di usura vengono impostati manualmente sul tribometro. La prova di usura
ha termine quando viene raggiunta la distanza impostata o si interrompe in
anticipo qualora si dovesse superare il valore di soglia della forza di attrito.
2.3
Microscopio ottico
Per misurare la larghezza delle tracce di usura realizzate sui provini, stato
utilizzato un microscopio ottico (NHT, Csm Instruments), dotato di fotocamera e comandato tramite software, attraverso il quale sono state visualizzate
le immagini opportunamente ingrandite delle tracce di usura, direttamente
sul monitor del computer. Le misure delle larghezze delle tracce di usura sono state prese posizionando due cursori forniti dal software, tangenzialmente
alle due circonferenze, interna e esterna, della traccia di usura. Il software
quindi restituisce il valore numerico della distanza tra i due cursori in
m.
CAPITOLO 2.
30
2.4
Carico normale : 3N
CAPITOLO 2.
31
=6mm
Rd3
mm3
6r
(2.1)
dove:
supponendo che l'usura sia limitata solo al provino in acciaio e non interessi
la sferetta in allumina.
CAPITOLO 2.
32
Figura 2.4:
Figura 2.5:
La misura eettuata sul microscopio confocale in gura 2.6 ci d un'immagine tridimensionale della traccia di usura, e conferma che la sua sezione
approssimativamente un segmento circolare.
CAPITOLO 2.
33
Inoltre per ogni traccia di usura sono state prese quattro misure di larghezza in quattro punti diversi della traccia, per valutare meglio il comportamento del materiale durante il test.
nometrico a 0 come prima misura, per poi misurare la traccia a 90, 180
e 270.
2 provini disponibili per ogni materiale e per gli stessi raggi delle traccie di
usura.
Per cui per ogni raggio della traccia di usura di ciascun materiale
avremo 8 misure.
N
X
(track width)i
i=1
[m]
La stima della deviazione standard (v) della popolazione dei dati a partire
dal nostro campione di 8 misure eettuata secondo la formula seguente
s
=
PN
i=1 [(track
Quest'ultima d una misura della dispersione dei dati attorno alla media;
ad esempio, per una distribuzione normale (Gaussiana) il 68,27 % delle misure
compreso nell'intervallo
CAPITOLO 2.
34
vericare che nelle ipotesi di avere lubricazione elastoidrodinamica, lo spessore minimo calcolato, sia minore della rugosit del provino che dell'ordine
dei 4 micron.
La formula in
questione :
(
Hmin = 3, 68Uv0,68 G0,49 W 0,073
"
1 exp 0, 68
Rs
Re
23 #)
dove
E0 = 2
1a2
Ea
1b2
Eb
i1
, [MPa]
V 0
, parametro adimensionale della velocit;
E 0 Rx
Uv =
0 ,
V =
p
2
(u2 + v 2 ),
velocit, [m/s] ;
G = E 0
pis,as ;
W =
z
2 parametro adimensionale del carico;
E 0 Rx
z carico
normale
= tan1 uv ;
F, ;
[N]
rapporto strisciamento/rotolamento
1
Re
cos2
Rx
sin2
;
Ry
1
Rs
sin2
Rx
cos2
;
Ry
1
Rx
1
rax
1
; Rx raggio eettivo nella direzione x, [m];
rbx
(2.2)
CAPITOLO 2.
1
Ry
1
ray
35
1
; Ry raggio eettivo nella direzione y, [m];
rby
Avendo:
a = 0, 3
Ea = 206000 M P a
b = 0, 32
Eb = 380000 M P a
Uv = 1, 1299 1012
= 1, 5 108
m2
N
Ns
0 = 0, 1 m
2
Considerando anche le caratteristiche del contatto prima descritte si ottiene
6
sostituendo Hmin = 10, 8 10
Quindi lo spessore minimo del lm uido in metri dato dalla formula
CAPITOLO 2.
36
Capitolo 3
Risultati
Un provino al termine delle 3 prove per i 3 raggi delle traccie di usura appare
come quelli in gura. In particolare notiamo la netta dierenza tra le tracce di
usura delle prove in contatto secco e quelle delle prove in contatto lubricato.
37
CAPITOLO 3.
RISULTATI
38
Dalle gure, specialmente da quella del provino usurato in contatto secco, si vede che al diminuire del raggio della traccia di usura, la larghezza
della stessa aumenta; questo naturale in quanto per percorrere la stessa
distanza di 1000m, per raggi minori occorre fare pi passaggi sulla traccia,
che comportano una maggiore larghezza e profondit della traccia.
Nella tabella 3.1 sono riportati la media degli spessori delle traccie per
ogni materiale, la deviazione standard e il volume asportato per ogni traccia
di usura, calcolato ovviamente prendendo come larghezza della traccia, il
valore medio delle misure.
CAPITOLO 3.
mat1
mat2
mat3
mat4
39
RISULTATI
Wear track
Average track
Std. devia-
Disk volume
radius[mm]
width[mm]
tion.[m]
loss [mm ]
7,25
0,43109
13,24991321
0,115354665
0,46297625
27,98558248
0,08660112
2,5
0,4922475
13,81021646
0,052043672
7,5
0,4444325
7,558262744
0,114909533
0,4687775
7,252587223
0,089897507
2,5
0,5053725
9,818880864
0,056318645
7,5
0,37951375
9,138646254
0,071551901
0,40546625
17,98765524
0,058171666
2,5
0,49211625
10,24124984
0,052002054
7,5
0,3934025
27,06475238
0,079698469
0,41995375
9,600476086
0,06463262
2,5
0,476715
17,09703734
0,047270895
Nel graco in gura 3.3 sono riportati i dati presenti nella tabella precedente.
CAPITOLO 3.
40
RISULTATI
i vari materiali, probabilmente perch per quello che abbiamo detto prima
il solco di usura, supera la profondit no alla quale hanno eetto gli eventuali trattamenti superciali di indurimento che incrementano la resistenza
a usura.
Per la stretta correlazione che esiste tra attrito e usura, il materiale con
il coeciente d'attrito minore, dovrebbe anche avere usura minore, ma ci
non sempre vero, in quanto come stato detto esistono accoppiamenti
tra materiali con bassi coecienti d'attrito e alti tassi di usura e viceversa.
Infatti nelle nostre prove, il materiale che ha presentato nell'accoppiamento
con la sfera di allumina, il coeciente d'attrito pi basso stato il Materiale
1 e non il Materiale 3 come ci si poteva aspettare. Vediamo in tabella e nel
graco i dati sul coeciente d'attrito fornitici dal software del tribometro.
7,5
media
mat1
mat2
mat3
mat4
2,5
dev.std
media
dev.std
media
dev.std
prov.1
0,6811
0,078
0,6077
0,1099
0,6193
0,04
prov.2
0,6899
0,0836
0,6395
0,0509
0,6114
0,0455
prov.1
0,8541
0,108
0,8392
0,0928
0,8591
0,0703
prov.2
0,8035
0,1235
0,8109
0,1091
0,8274
0,0937
prov.1
0,7648
0,0978
0,7397
0,0672
0,7234
0,0726
prov.2
0,6453
0,1116
0,7315
0,1195
0,7583
0,0946
prov.1
0,8525
0,0838
0,7664
0,0676
0,7149
0,0528
prov.2
0,7324
0,0634
0,7616
0,0507
0,7523
0,0618
in contatto secco
CAPITOLO 3.
RISULTATI
41
Si vede bene che mentre per i materiali 2, 3 e 4 l'andamento del coefciente d'attrito rispecchia quello dell'usura, per il materiale 1 invece si ha
una usura considerevole e un coeciente d'attrito pi basso.
Se facciamo
CAPITOLO 3.
mat1
mat2
mat3
mat4
42
RISULTATI
Wear track
Average track
Std.
Disk volume
radius [mm]
width[mm]
deviation[m]
loss [mm ]
7,5
0,1533025
3,113536116
0,004716136
0,15964375
6,087680622
0,003550611
2,5
0,16645875
3,84662909
0,002012506
7,5
0,13320625
2,863553923
0,003093944
0,14884125
5,167846851
0,002877513
2,5
0,15025875
5,612387924
0,001480256
7,5
0,13028
7,978494308
0,002894489
0,13837
2,954280188
0,002311922
2,5
0,1439725
4,90078638
0,001302135
7,5
0,09607375
21,82800163
0,001160788
0,10059875
22,46030749
0,000888434
2,5
0,10434125
23,1554353
0,000495662
CAPITOLO 3.
RISULTATI
43
CAPITOLO 3.
RISULTATI
44
Quello che ci si aspettava prima di eseguire le prove in contatto lubricato era di ritrovare lo stesso andamento trovato per le prove in contatto
secco. Mentre dal graco vediamo come in questo caso il materiale che ha
il comportamento migliore, non il Materiale 3, ma il Materiale 4. Questo
evidentemente dipende dalle interazioni di tipo chimico che danno una migliore adesione tra le molecole del lubricante e la supercie del Materiale
4, la quale risulta quindi pi protetta dall'azione usurante di strisciamento
della sfera di allumina, ed in questo caso anche il coeciente d'attrito del
Materiale 4 risulta essere il pi basso perch vengono limitati i contatti diretti allumina-metallo come si vede dal graco in gura 3.8.
Chiaramente
questo succede anche per gli altri materiali, poich noto che anche una
lubricazione limite, genera rilevanti miglioramenti sia in termini di usura,
che in termini di attrito; ma in questo caso si distingue comunque il migliore
comportamento del Materiale 4.
CAPITOLO 3.
45
RISULTATI
7,5
mat1
mat2
mat3
mat4
2,5
media
dev.std
media
dev.std
media
dev.std
prov.1
0,115
0,006
0,109
0,006
0,108
0,009
prov.2
0,113
0,006
0,11
0,006
0,107
0,006
prov.1
0,111
0,006
0,109
0,007
0,107
0,009
prov.2
0,107
0,007
0,107
0,006
0,102
0,01
prov.1
0,107
0,006
0,103
0,004
0,104
0,019
prov.2
0,109
0,005
0,102
0,004
0,101
0,017
prov.1
0,106
0,005
0,103
0,005
0,103
0,014
prov.2
0,095
0,006
0,091
0,006
0,089
0,017
in contatto lubricato
Capitolo 4
Conclusioni
Con il presente studio si cercato di fornire una caratterizzazione preliminare del comportamento tribologico di 4 diversi acciai speciali per cuscinetti
(mat1, mat2, mat3, mat4) tramite prove di usura.
e videocamera connessa al Pc, della larghezza delle traccie di usura ci hanno consentito di calcolare il volume di materiale asportato per ogni prova e
quindi di eettuare un confronto tra i comportamenti dei diversi materiali,
distinguendo comunque le prove in contatto lubricato da quelle in contatto secco.
46
CAPITOLO 4.
CONCLUSIONI
47
48
CAPITOLO 5.
49
APPENDICE
Capitolo 5
Appendice
MATERIAL
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
1
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
430,21
478,13
2,5
507,29
427,84
486,6
2,5
503,09
441,67
490,62
2,5
504,17
457,73
498,97
2,5
501,03
7,5
432,29
435,42
2,5
489,58
7,5
419,59
437,4
2,5
479,38
7,5
420,83
436,46
2,5
484,37
7,5
418,56
440,21
2,5
469,07
CAPITOLO 5.
MATERIAL
50
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
2
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
454,17
472,92
2,5
515,92
7,5
446,39
476,29
2,5
504,12
7,5
452,08
466,67
2,5
502,08
7,5
448,45
459,79
2,5
505,15
7,5
433,33
462,5
2,5
515,62
7,5
435,05
480,41
2,5
507,22
7,5
440,63
468,75
2,5
508,33
7,5
445,36
462,89
2,5
484,54
CAPITOLO 5.
MATERIAL
51
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
3
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
383,33
439,58
2,5
500
7,5
380,41
410,31
2,5
491,75
7,5
378,12
408,33
2,5
484,38
7,5
397,92
417,53
2,5
501,03
7,5
375
398,96
2,5
489,69
7,5
370,1
392,78
2,5
494,79
7,5
382,29
395,83
2,5
472,16
7,5
368,94
380,41
2,5
503,13
CAPITOLO 5.
MATERIAL
52
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
4
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
427,84
434,02
2,5
451,04
7,5
409,38
411,46
2,5
453,64
7,5
413,4
417,53
2,5
486,46
7,5
420,83
434,38
2,5
467,01
7,5
371,88
414,58
2,5
488,54
7,5
364,95
414,43
2,5
484,54
7,5
377,08
422,92
2,5
495,83
7,5
361,86
410,31
2,5
486,66
CAPITOLO 5.
MATERIAL
53
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
1
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
154,17
162,5
2,5
169,79
7,5
152,58
155,67
2,5
165,98
7,5
148,96
152,08
2,5
162,5
7,5
150,52
152,58
2,5
161,86
7,5
156,7
161,86
2,5
166,67
7,5
151,55
168,04
2,5
170,1
7,5
158,33
166,67
2,5
171,88
7,5
153,61
157,75
2,5
162,89
CAPITOLO 5.
MATERIAL
54
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
2
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
137,5
153,61
2,5
152,58
7,5
134,02
151,55
2,5
158,76
7,5
130,21
152,58
2,5
154,64
7,5
131,96
155,67
2,5
151,55
7,5
135,05
147,42
2,5
151,55
7,5
129,9
144,33
2,5
145,36
7,5
136,08
142,27
2,5
141,24
7,5
130,93
143,3
2,5
146,39
CAPITOLO 5.
MATERIAL
55
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
3
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
137,11
132,99
2,5
145,36
7,5
140,21
138,14
2,5
150,52
7,5
139,58
141,24
2,5
142,27
7,5
128,87
142,27
2,5
151,55
7,5
119,79
137,11
2,5
140,21
7,5
120,83
138,54
2,5
139,58
7,5
128,77
140,21
2,5
138,54
7,5
127,08
136,46
2,5
143,75
CAPITOLO 5.
MATERIAL
56
APPENDICE
SAMPLE
ANGLE
90
1
180
270
4
0
90
2
180
270
WEAR TRACK
TRACK
RADIUS [mm]
WIDTH [m]
7,5
120,62
123,71
2,5
124,74
7,5
119,59
120,62
2,5
128,87
7,5
111,34
117,53
2,5
125,77
7,5
113,4
123,71
2,5
123,71
7,5
76,29
80,41
2,5
86,6
7,5
72,92
81,25
2,5
83,33
7,5
75,26
74,23
2,5
76,29
7,5
79,17
83,33
2,5
85,42
CAPITOLO 5.
57
APPENDICE
0.6
0.5
0.4
0.3
mean value
std. deviation
0.2
0.1
0
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
0.6
0.5
0.4
0.3
mean value
std. deviation
0.2
0.1
0
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
CAPITOLO 5.
58
APPENDICE
0.6
0.5
0.4
0.3
mean value
std. deviation
0.2
0.1
0
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
0.6
0.5
0.4
0.3
mean value
std. deviation
0.2
0.1
0
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
CAPITOLO 5.
59
APPENDICE
mean value
std. deviation
0.2
0.15
0.1
0.05
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
mean value
std. deviation
0.2
0.15
0.1
0.05
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
CAPITOLO 5.
60
APPENDICE
mean value
std. deviation
0.2
0.15
0.1
0.05
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
mean value
std. deviation
0.2
0.15
0.1
0.05
2000
4000
6000
tempo [s]
8000
10000
12000
Bibliograa
[1] G. Straffelini.Attrito e usura.h Tecniche Nuove 2005
[2] E. Funaioli,A. Maggiore,U. Meneghetti. Lezioni di meccanica
applicata alle macchine vol.1. Ptron 2006
[3] G.W.
Stachowiak,
A.W.
Batchelor.
Engineering
Tribology.
Elsevier 1993
[4] Bernard J. Hamrock. Fundamentals of Fluid Film Lubrication
McGraw-Hill. 1994
[5] Standard Test Method for Wear Testing with a Pin-on-Disk Apparatus,
Designation G99-95a (Reapproved 2000), ASTM.
[6] Hardware manual, version R0.0.5a (Apr 10). Csm Instruments.
[7] TriboX Software manual, version R0.0.6 (August 08). Csm Instruments.
61