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POLITECNICO DI BARI

DMMM - Dipartimento di Meccanica, Matematica


e Management
Corso di Laurea Triennale in Ingegneria dei Sistemi Industriali ed
Elettronici

Tesi di Laurea
in
Meccanica Applicata alle Macchine

Usura superficiale di acciai speciali


per cuscinetti: prove tribologiche
comparative

Relatori

Laureando

Prof. Francesco Bottiglione


Ing. Carmine Putignano

Giovanni De Cillis

Anno accademico 2012-2013

Ai miei genitori,

Luigi e Maria

Ringraziamenti
Ringrazio, innanzitutto, i miei relatori, il prof. Francesco Bottiglione e l'ing. Carmine Putignano che mi hanno guidato e aiutato
nell'attivit di tesi con grande disponibilit.
Ringrazio il prof. Giuseppe Carbone e tutto il personale del TRIBOLAB, dove sono state svolte le prove.
Ringrazio ancora la mia famiglia e i miei genitori, che mi hanno
permesso, con il loro sostegno, di poter raggiungere questo traguardo.
Ringrazio inne tutti gli amici e tutti quelli che hanno condiviso
con me il percorso che mi ha portato n qui.

Indice
1 Attrito, usura e lubricazione
1.1

1.2

1.3

L'attrito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

1.1.1

Teoria adesiva dell'attrito

. . . . . . . . .

10

1.1.2

Contributo abrasivo all'attrito . . . . . . .

14

Meccanismi e processi di usura . . . . . . . . . . .

15

1.2.1

Usura adesiva . . . . . . . . . . . . . . . .

15

1.2.2

Usura abrasiva

. . . . . . . . . . . . . . .

16

1.2.3

Usura corrosiva . . . . . . . . . . . . . . .

17

1.2.4

Fatica superciale . . . . . . . . . . . . . .

18

1.2.5

Usura per sfregamento (Fretting)

. . . . .

18

. . . . . . . . . . . .

20

1.3.1

Caratteristiche dei lubricanti . . . . . . .

20

1.3.2

Tipi di lubricazione

23

Lubricazione e lubricanti

. . . . . . . . . . . .

2 Strumenti e metodi di prova

28

2.1

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

28

2.2

Il tribometro e la prova pin on disk

. . . . . . .

28

2.3

Microscopio ottico

. . . . . . . . . . . . . . . . .

29

2.4

Le speciche della prova

. . . . . . . . . . . . . .

30

2.4.1

Ecacia della lubricazione

. . . . . . . .

33

2.4.2

Protocollo di prova . . . . . . . . . . . . .

35

3 Risultati

37
3

INDICE

4 Conclusioni

46

5 Appendice

48

Introduzione
L'esperienza mostra come spesso i componenti delle macchine siano messi
fuori uso, pi che da vere e proprie rotture, da danneggiamenti superciali
dovuti all'interazione meccanica per contatto con altri componenti. Tali interazioni ed il loro eetto sul funzionamento degli organi di macchina sono
oggetto di studio della tribologia. In particolare ben noto che poste due
superci a contatto, esse si scambino delle forze: una azione repulsiva ortogonale alle due superci a contatto ed una azione tangenziale che si oppone
al moto relativo delle due superci, che prende il nome di forza di attrito.
Sebbene quest'ultima sia di fondamentale importanza in numerose circostanze, negli organi di macchina spesso deleteria in quanto fonte di dissipazione
energetica e riscaldamento.
l'usura delle superci.

Essa pi o meno direttamente connessa con

Per questa ragione lo studio di sistemi per limitare

attrito e usura ha assunto notevole importanza in quanto stato calcolato


che questi ultimi comportano costi economici molto elevati: si stimato che
un terzo delle risorse energetiche mondiali attualmente in uso utilizzato per
vincere le forze di attrito.
Un elemento molto soggetto a usura il cuscinetto, il cui compito quello
di permettere il moto relativo di rotazione tra due elementi, minimizzando le
forze di attrito che si instaurano tra le superci in moto relativo di strisciamento quando il cuscinetto non utilizzato. Questi fondamentali organi delle
macchine hanno avuto una grande evoluzione nel corso della storia, ma l'idea
di sostituire al contatto di strisciamento quello di rotolamento, per mezzo di
elementi come sfere o rulli interposti alle superci in moto relativo, ha origini
assai antiche: si sa che gi gli egiziani facevano rotolare su tronchi cilindrici
grandi massi di pietra, per facilitarne lo spostamento. Oggi il cuscinetto per
eccellenza usato negli assali ferroviari il CTBU (Compact Tapered Bearing
Unit), il quale deve fornire grande adabilit anche senza manutenzione per
diversi anni.
Questo tipo di cuscinetti costituito da una doppia la di rulli conici che
consentono di supportare notevoli carichi sia radiali che assiali. Per rendere
possibile il montaggio, essi presentano due anelli interni, ai quali interposto

INDICE

un distanziale.

Sia anelli che distanziale sono solidali perch ssati sullo

stesso albero e inoltre sono premuti contro lo spallamento dell'albero da una


forza normale alle superci.

Figura 1: Cuscinetto CTBU

Quindi tra gli anelli interni e il distanziale, non ci dovrebbero essere scorrimenti relativi, e in eetti non ci sono moti macroscopici, ma, le deformazioni
cicliche dovute alla essione rotante provocano dei microslittamenti. L'usura
superciale che si verica in questi casi prende il nome di

fretting

. Partico-

larmente deleterio in questo caso, non tanto l'usura della superci soggette
a fretting, ma il fatto che le particelle di usura andranno a contaminare il
lubricante e quindi potranno provocare fenomeni di usura abrasiva e per
fatica superciale sui rulli e sulle piste dei rulli.
Essendo l'usura da fretting, dipendente dal design del cuscinetto, per
minimizzarla necessario scegliere il materiale pi opportuno. Tipici acciai

INDICE

per cuscinetti sono il 100Cr6 (usato nel 90% dei casi) e il 100MnCr4 (usato
nei cuscinetti di grandi dimensioni) perch in seguito a opportuni trattamenti
termici, raggiungono elevati valori di durezza e resistenza. Inoltre necessario
che tali materiali siano particolarmente resistenti all'usura, che la principale
caratteristica richiesta dal materiale che costituisce l'anello distanziale.
In questa tesi verranno introdotti i concetti fondamentali riguardanti la
tribologia, cio l'attrito, l'usura dei materiali e la lubricazione dei contatti.
Verranno descritti poi gli strumenti utilizzati, le metodologie e i risultati
delle prove che ci porteranno alla selezione, tra 4 tipi di acciaio, di quello
pi resistente all'usura.

Esso sar designato per la costruzione dell'anello

distanziale che limiti al massimo l'usura per fretting.

Capitolo 1
Attrito, usura e lubricazione
La disciplina che si occupa dello studio dei fenomeni di attrito, usura e lubricazione di superci interagenti in movimento relativo, la tribologia, denita
nel 1967 da un comitato del OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico), ma in realt lo studio eettivo della materia risale alle
prime civilt; infatti si sono sempre ricercate maniere per ridurre l'usura e
l'attrito, anche con l'utilizzo di lubricanti, come si pu vedere nella Figura
1.1 dove un uomo ai piedi del colosso, getta acqua sotto la slitta sulla quale
esso poggiato per ridurre appunto la forza di attrito.

Figura 1.1: Trasporto del colosso di Djehutihotep con utilizzo di lubricante

Il termine "Tribologia" deriva dalla parola greca   (tribos) che signica sfregamento o strisciamento. Nella maggior parte dei casi l'obiettivo
dello studio della tribologia quello di minimizzare i due principali svantaggi
del contatto tra solidi, cio attrito e usura; ma in alcuni casi pu essere desiderabile massimizzare l'attrito e minimizzare l'usura, oppure minimizzare

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

l'attrito e massimizzare l'usura, o ancora massimizzare entrambi. Per esempio, nei freni o nelle frizioni l'obiettivo quello di massimizzare l'attrito e
contenere l'usura, mentre per una matita utile minimizzare l'attrito ma non
l'usura.
Per una soluzione ottimale dei problemi tribologici si deve tener conto di
tutti gli elementi che compongono un tribosistema e delle relative interazioni.
Gli elementi principali del tribosistema sono i due corpi in moto relativo, il
materiale interposto alle due superci e l'ambiente circostante. Nell'analisi
del sistema tribologico, quindi, occorre tener conto degli aspetti ambientali
(polvere, temperatura, umidit, etc.), delle propriet di volume e di supercie
dei materiali (microstruttura cristallina, durezza, propriet elastiche, temperatura di fusione, coeciente di dilatazione termica, conduttivit termica,
reattivit chimica delle superci, energia superciale, rugosit superciale) e
dei parametri operativi (velocit, carico, vibrazioni, tipo di contatto, tipo di
movimento).

1.1

L'attrito

In sica l'attrito una forza dissipativa che si instaura fra superci a contatto
e che si oppone al movimento relativo. Il contatto tra 2 corpi pu avvenire
su una supercie estesa, si parla dunque di contatto conforme, oppure su una
linea o un punto come pu avvenire ad esempio tra un piano e un cilindro o
un piano e una sfera e si parla in questo caso di contatto non conforme. In
realt anche nel caso di contatto non conforme, a causa delle deformazioni che
avvengono nell'intorno della zona di contatto, esso avviene su una supercie
di area non nulla. La forza che i membri si scambiano quindi la risultante
di una distribuzione di pressioni sulla supercie di contatto, d'altronde se l'area di contatto fosse nulla avremmo una pressione che tenderebbe a innito.
Le stesse considerazioni fatte valgono anche per contatti conformi. Considerando la pressione locale che un membro trasmette all'altro, osserviamo che
questa pu essere scomposta in due componenti, una normale alla supercie
nel punto di contatto, l'altra contenuta nel piano tangente comune alle due
superci e, se i membri sono in movimento uno rispetto all'altro, diretta come
la velocit relativa e di verso tale da ostacolare il movimento relativo; questa
componente la forza di attrito.

Se i due membri a contatto non sono in

moto relativo, la forza di attrito pu assumere una intensit qualsiasi, purch

non superiore al prodotto del coeciente di aderenza a , e dell'intensit della


componente normale. La forza di attrito viene in questo caso determinata
studiando l'equilibrio statico del sistema.

Se i due corpi invece strisciano

CAPITOLO 1.

10

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

l'uno sull'altro, l'intensit della forza di attrito ha valore pari al prodotto del
coeciente di attrito dinamico

e della componente della forza normale.

FT = FN

(1.1)

Se il moto relativo tra i due membri di puro rotolamento si possono presentare diverse situazioni; l'intensit della forza di attrito pu assumere diversi valori in base all'equilibrio dei corpi in rotolamento ma non pu comunque
superare il prodotto del coeciente di aderenza e della forza normale.
Il valore del coeciente d'attrito dipende quasi esclusivamente dalla natura e dallo stato delle superci a contatto. Le leggi dell'attrito di strisciamento
fra superci asciutte, detto anche coulombiano, aermano che :

il coeciente d'attrito indipendente dal carico

il coeciente d'attrito indipendente dall'area di contatto

Queste prime due leggi, anche se sono state scoperte per via puramente
empirica, hanno trovato una certa giusticazione teorica.
Di validit meno generale invece la terza legge che aerma che

il coeciente d'attrito indipendente dalla velocit di strisciamento

infatti ,ad esempio, nei freni automobilistici, una frenata di intensit costante
ha una ecacia che aumenta al diminuire della velocit, causando il classico
eetto di contraccolpo al momento dell'arresto.

1.1.1 Teoria adesiva dell'attrito


Per giusticare le prime due leggi della teoria dell'attrito di Coulomb, consideriamo la supercie reale dei corpi a contatto; ci si rende conto che essa non
liscia, ma caratterizzata da una certa rugosit superciale, che dipende
dal tipo di lavorazione con la quale stato ottenuto il pezzo. Un parametro
per descrivere la rugosit di un solido si pu ottenere considerando il prolo
ottenuto sezionando la supercie con un piano ad essa ortogonale e calcolando la rugosit media aritmetica

Ra

, cio la media aritmetica delle altezze di

creste e valli del prolo rugosimetrico.

CAPITOLO 1.

11

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

Figura 1.2:

E' chiaro quindi che quando due superci entrano in contatto, lo fanno in
corrispondenza delle asperit superciali pi accentuate, per cui l'area della
supercie reale sulla quale avviene il contatto (
delle singole areole che si hanno per gli

Ar =
Si ha quindi che l'area reale
contatto

Aa

Ar

N
X

Ar

) data dalla sommatoria

contatti tra le asperit.

Ai

(1.2)

i=1
molto minore dell'area apparente di

Il contatto tra le asperit pu essere elastico o plastico, in base alle propriet elastiche del materiale, ma si osserva che per materiali metallici il
contatto praticamente sempre plastico, cio viene superata la tensione di
snervamento

pY

, la quale superiore al carico di snervamento uniassiale

Di solito si pone

pY=bvY

, dove

vY .

una costante maggiore di 1 che tiene conto

della dicolt di propagazione della plasticit .


Quindi se

FN

la forza normale scambiata dalle superci in contatto,

all'equilibrio si avr :

FN =

N
X

pY Ai = pY Ar

(1.3)

i=1

Ar =

FN
pY

Se tra due corpi applicata una forza normale

(1.4)

FN

, una volta rimossa, per

separare i 2 corpi occorre applicare una forza; questa forza chiamata forza
di adesione.
L'adesione tra superci pu essere dovuta a diversi tipi di interazione
chimico-sica. Vediamone i principali:

CAPITOLO 1.

12

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

Interazioni meccaniche

Le asperit a contatto possono formare an-

coraggi meccanici.

Interazioni diusive

All'interfaccia si pu avere diusione di atomi di

un materiale nell'altro.

Interazioni elettroniche

All'interfaccia fra i punti in contatto, vi pu

essere passaggio di elettroni da un materiale all'altro se questi hanno una


diversa banda di valenza; si avr quindi l'insorgenza di forze di attrazione
elettrostatiche.

Interazioni chimiche

Nelle zone di contatto si possono creare tra i due

materiali dei veri e propri legami chimici tipo metallino, ionico e covalente.

Interazioni per adsorbimento sico

All'interfaccia si possono creare

forze di van der Waals


F

dei legami deboli per l'attrazione tra molecole polari (

La teoria adesiva dell'attrito considera che la forza tangenziale

).

necessaria

per mantenere costante una velocit di strisciamento tra due corpi a contatto
premuti l'uno sull'altro da una forza normale

N,

origini dalla forza di taglio

necessaria a separare le asperit a contatto, quindi abbiamo

FT = m Ar

(1.5)

Tenendo presente ora le formule 1.1 e 1.4 si ottiene

=
dove

m dipende

m
FT
=
FN
pY

(1.6)

dalle interazioni prima descritte che comportano l'ade-

sione tra le due superci a contatto; in particolare si dimostra che

di-

rettamente proporzionale alle forze dovute alle formazione dei legami di van
der Waals, e inversamente proporzionale alla durezza dei materiali. Il valore
della pressione di snervamento

pY

, come descritto prima, dato da

bvY

dipende dalla geometria delle asperit a contatto; ma in prima approssi-

mazione si pu porre

pY=H

(durezza Vickers o Brinell).

, dove

la durezza del materiale in kg/mm

Questa, pur essendo una descrizione molto semplicata del fenomeno, ci


da un'idea di quello che accade in realt e giustica le prime due leggi di
Coulomb dell'attrito, cio l'indipendenza del coeciente d'attrito dal carico

FN

e dall'area di contatto.

CAPITOLO 1.

13

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

In realt, quando i corpi si scambiano anche una forza tangenziale

FT

, lo

stato di plasticizzazione del materiale viene raggiunto a valori pi bassi di


carico normale, quindi l'area reale di contatto maggiore di quella prevista
dalla 1.4, per cui la forza di attrito risulta maggiore rispetto a quella calcolata
con la 1.5.
I valori di attrito calcolati secondo la teoria adesiva, sono corretti solo per
superci pulite e sotto vuoto spinto; il diverso valore del coeciente d'attrito
in condizioni normali, si pu giusticare tenendo conto che in questo caso le
superci dei corpi sono sempre ricoperte da pellicole di dierente natura. (v.
Figura 1.3)

Figura 1.3: Struttura tipica della supercie di un corpo metallico

Sulle superci dei metalli si forma, a contatto con l'atmosfera, uno strato
di ossido, il cui spessore va dai centesimi ai decimi di micron. Sulla pellicola
di ossido presente uno strato di molecole di gas adsorbito (vapore acqueo,
ossigeno) dello spessore di qualche molecola (decimillesimi di micron). Sopra
alle precedenti, presente inne, una pellicola di contaminanti dello spessore
di qualche millesimo di micron, dovuta a varie cause, per esempio all'adesione sulla supercie metallica di goccioline di olio presenti in sospensione
nell'atmosfera. Questi strati superciali, inuenzano in particolare la tensione tangenziale

m necessaria

a separare le asperit, poich gli strati di ossidi

hanno una tensione di rottura molto inferiore a quella degli strati sottostanti.

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

14

1.1.2 Contributo abrasivo all'attrito


Accanto a un'interazione adesiva fra le asperit a contatto che determina i fenomeni di attrito, si pu avere anche una interazione abrasiva, caratterizzata
da notevoli deformazioni plastiche locali. L'interazione abrasiva pu essere

a due corpi a tre corpi.


o

L'interazione a due corpi si pu avere quando le

asperit di uno dei due corpi a contatto sono molto pi dure di quelle del
materiale antagonista, o quando in uno dei due corpi sono incastonate delle
particelle dure, che possono appartenere alla microstruttura del materiale
(ad esempio i carburi negli acciai) o provenire da contaminazione esterna.
L'interazione a tre corpi si pu avere quando tra le due superci sono intrappolate delle particelle molto pi dure di uno o entrambi i corpi, che rotolano
durante lo strisciamento e che possono provenire dall'esterno o dall'interno
del sistema tribologico, in seguito, per esempio, a usura superciale. Generalmente si pu avere usura abrasiva quando la durezza del corpo pi duro
1,2-1,3 volte maggiore di quella del materiale pi tenero.
Un modello semplicato per quanticare il contributo abrasivo all'attrito
nel caso di interazione a 2 corpi quello di Rabinowicz, nel quale l'asperit
o particella dura rappresentata con forma conica, con un certo angolo di
attacco

In seguito a un carico normale FN il cono penetra per una certa

profondit nel materiale pi tenero. (v. Figura 1.4)

Figura 1.4:

Schematizzazione dell'azione abrasiva di una particella o di

un'asperit

Considerando la forza tangenziale necessaria ad avere scorrimento orizzontale del cono, calcolata come prodotto della sezione del solco creato per lo

CAPITOLO 1.

15

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

sforzo medio per avere deformazione plastica ( Y ) si ottiene che il contributo


dell'azione abrasiva al coeciente di attrito :

abr =

2 tan

(1.7)

Quindi il coeciente d'attrito in un sistema tribologico sar dato quindi


dalla somma di due contributi, quello adesivo e quello abrasivo.

= ad + abr

1.2

(1.8)

Meccanismi e processi di usura

Si denisce usura la perdita di materiale superciale che si verica progressivamente sulle superci di corpi a contatto soggetti a moto relativo.
L'usura si presenta sempre insieme all'attrito ed legata ad esso visto
che entrambi dipendono dalla natura del contatto tra le superci. Le caratteristiche del moto relativo tra i corpi, deniscono i processi di usura: se tra

usura per strisciamento;


usura per rotolamento

i corpi si ha strisciamento, si parla di


di rotolamento di parla di

se il moto

; quando il moto tra i due

corpi caratterizzato da scorrimenti di piccola ampiezza si parla di

sfregamento (fretting).

usura per

Lo studio dei fenomeni di usura ha portato alla denizione di 4 meccanismi

principali che determinano tutti i processi:

usura adesiva

usura abrasiva

usura corrosiva

usura per fatica superciale

1.2.1 Usura adesiva


Come abbiamo visto nella sezione 1.1.1, in corrispondenza delle asperit di
due corpi a contatto si hanno delle adesioni che si rompono durante il moto
relativo delle due superci. Se la rottura avviene in corrispondenza dell'interfaccia fra i due corpi, non si ha usura; in caso contrario, dei frammenti di
materiale vengono asportati da uno dei corpi, sul quale si possono originare
dei picchi pi alti di quelli originali, che possono essere pi facilmente tagliati
o nuovamente risaldati sulla supercie opposta.

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

16

Figura 1.5: Schema del meccanismo di usura adesiva

Appare evidente come il tasso di usura

, dato dal rapporto tra volume

di materiale asportato e distanza di strisciamento percorsa, sia proporzionale


all'area eettiva di contatto e quindi esprimendo Ar secondo la 1.4 il tasso
di usura sar

W = Kad Ar = Kad
dove la costante di proporzionalit

Kad

FN
FN
= Kad
pY
H
detta

(1.9)

coeciente di usura adesiva,

rappresenta quindi la frazione di giunzioni che danno luogo alla formazione


di un frammento di usura.
Dalla 1.9 vediamo che in caso di usura adesiva, il tasso di usura proporzionale al carico applicato e inversamente proporzionale alla pressione di
snervamento

pY

, ovvero alla durezza

del materiale pi tenero. Queste leg-

gi sono vericate solo con una certa approssimazione; in particolare stato


vericato che quando la pressione media di contatto (carico diviso per l'area apparente di contatto) supera

pY/

3, all'aumentare del carico, il tasso di

usura cresce pi rapidamente di quanto viene calcolato tramite la formula.

1.2.2 Usura abrasiva


Il fenomeno dell'usura abrasiva dovuto all'interazione di un materiale pi
tenero, con le sporgenze del materiale pi duro accoppiato, oppure con par-

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

17

ticelle dure interposte fra i due corpi a contatto. Queste particelle possono
provenire dall'ambiente esterno (es.

sabbia silicea) o essere generate dal-

l'azione dell'usura stessa, in particolare di quella corrosiva e ossidativa, che


producono detriti di elevata durezza.
Originariamente si pensava che l'usura da abrasione fosse dovuta ad un
meccanismo di taglio, oggi invece con analisi microscopiche si sono individuati molti meccanismi indiretti. Il materiale infatti pu essere rimosso per
microtagli, microfratture, pull-out di singoli grani o fatica accelerata dovuta
alle ripetute deformazioni.

Figura 1.6: Meccanismi di usura abrasiva

Anche in questo caso il tasso di usura si esprime attraverso una legge


analoga a quella utilizzata per l'usura adesiva

W = Kabr

FN
pY

(1.10)

dove la costante Kabr dipende dal rapporto tra le durezze dei materiali e
dalla loro rugosit.

1.2.3 Usura corrosiva


Sulle superci metalliche si formano degli strati di composti, dovuti all'azione
chimica delle sostanze presenti nell'ambiente.

Queste pellicole superciali

hanno di solito un'azione protettiva e limitano anche l'usura adesiva in quanto


di solito questi strati hanno elevate durezza.

Se lo strato di ossido viene

asportato a causa dello sfregamento, cosa che accade della maggior parte
dei casi a causa della fragilit degli ossidi, si hanno velocit di usura molto

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

18

elevate dovute ai cicli regolari di formazione e distruzione di queste pellicole


superciali.

1.2.4 Fatica superciale


Per la teoria di Hertz nel contatto tra due corpi non conformi (es. sfera su
piano, cilindro su piano), la sollecitazione massima non si ha sulla supercie di
contatto, ma ad una certa profondit, che dipende dal carico, dalle propriet
dei materiali e dal tipo di contatto, e pu essere dell'ordine di 0,1 0,3mm.
Se la sollecitazione periodica, nella zona di sollecitazione massima, si pu
nucleare una cricca per fatica che pu estendersi no in supercie con distacco
di frammenti di materiale.

Questo tipo di usura tipico nei contatti di

rotolamento e viene anche chiamato

pitting.

Figura 1.7: Sfera di cuscinetto soggetta a pitting da fatica

1.2.5 Usura per sfregamento (Fretting)


Il processo di usura per sfregamento, o fretting, un caso particolare di usura
per strisciamento che si verica quando avvengono scorrimenti alternativi di
piccola ampiezza (0,010,25mm) tra le superci in contatto, per un gran numero di cicli. Le superci dei materiali metallici possono mostrare i prodotti
di corrosione e ossidazione, come macchie rosse-marroni. Quando si vedono
questi eetti dovuti alla corrosione sulle superci interfacciate, il processo

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

anche noto come

fretting corrosion.

19

L'usura per sfregamento si verica

attraverso una combinazione di fatica superciale e processi di corrosione e


adesione.
Si possono distinguere tre diversi regimi di usura in funzione dell'ampiezza
di oscillazione.

Regime 1

Se l'ampiezza dell'oscillazione molto bassa (inferiore a 2-4m), le giunzioni


tra le asperit a contatto non vanno incontro a nessuno strisciamento e il moto
relativo dovuto solo alle deformazioni elastiche delle giunzioni.In questo
l'usura assolutamente trascurabile.

Regime 2

Nel caso in cui gli scorrimenti sono di ampiezza maggiore (tra 5 e 20m)
nelle zone in cui la pressione di contatto minore si possono vericare dei
microslittamenti che causano usura, il cui tasso per, anche in questo caso,
molto basso. Ci che pu vericarsi in questo regime e che pu essere molto
pericoloso la formazione di cricche superciali e ortogonali alla supercie
causate dagli sforzi di trazione superciali dovuti all'attrito. Se il componente meccanico soggetto a sollecitazioni periodiche, queste cricche possono
indurre una precoce rottura per fatica; parliamo in questo caso di

fretting.

fatica per

Regime 3

Se l'ampiezza di scorrimento superiore a circa 20m, tutta l'area nominale


di contatto va incontro a strisciamento e il tasso di usura aumenta e assume
i valori tipici dell'usura per corrosione; nello stesso tempo, per, la formazione di uno strato di ossidi superciali impedisce la formazione di cricche
superciali, che potrebbero originare rotture per fatica.
Per quanto riguarda il coeciente d'attrito, quanto pi elevato, tanto
pi alta sar la possibilit che si formino cricche superciali, poich l'attrito
aumenta gli sforzi di trazione superciale. E' conveniente avere un coeciente
d'attrito alto solo nel caso in cui ostacoli gli scorrimenti relativi al punto tale
da rimanere nel Regime 1.

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

20

Figura 1.8: Usura per fretting dell'anello interno di un cuscinetto volvente

1.3

Lubricazione e lubricanti

Un lubricante una sostanza che, posta tra due corpi a contatto in moto
relativo, riduce l'attrito, e l'usura superciale dei materiali.
I lubricanti sono solitamente liquidi, ma possono essere anche solidi (grate, bisolfuro di molibdeno, tetrauoroetilene TFE) o gas (aria compressa).
Per la capacit di ridurre attrito e usura, quindi, l'utilizzo di lubricanti comporta beneci economici attraverso il risparmio di energia, la conservazione
dei materiali e la riduzione degli interventi di manutenzione.

1.3.1 Caratteristiche dei lubricanti


Le caratteristiche fondamentali di un lubricante liquido sono la viscosit, la
densit e le propriet termiche. Tuttavia diverse altre propriet come ossidabilit, emulsivit, inammabilit sono da tenere in grande considerazione
nella scelta del lubricante; in particolare, nel regime di lubricazione limite,
di fondamentale importanza l'untuosit.

Untuosit

L'untuosit la capacit di un olio lubricante di aderire alla

supercie dei materiali metallici. I lubricanti che hanno migliore attitudine a formare sottili strati untuosi resistenti, sono quelli che hanno molecole
polari; tali molecole aderiscono alle superci metalliche con una forza che
dipende dall'intensit del momento delle cariche elettriche, che a sua volta

CAPITOLO 1.

21

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

dipende dalla natura dei gruppi funzionali e dalle dimensioni della molecola. Un esempio rappresentato dagli acidi grassi, molecole che presentano
all'estremit un gruppo funzionale polare, il gruppo carbossilico (-C(O)OH).
Queste molecole aderiscono quindi con una estremit al metallo no a
formare un lm compatto capace di resistere alla penetrazione delle asperit
superciali.

Figura 1.9: Contatto in condizioni di lubricazione limite

Densit

La densit dei lubricanti minerali in genere poco inferiore a

quella dell'acqua e varia con la temperatura secondo la legge lineare:

(T ) = [1 (T T0 )]
con

0,40,810

-3

-1

K .

(1.11)

Come per tutti i liquidi, la variazione della

densit al variare della pressione minima, infatti spesso possono essere


trattati come incomprimibili.
Nella lubricazione EHL (elastoidrodinamica), invece, date le pressioni
elevatissime che si vericano nel meato, la densit pu variare in maniera
rilevante e produrre eetti non trascurabili nel calcolo dello spessore minimo
del meato.

Viscosit

Nella lubricazione idrodinamica si considerano uidi newtonia-

ni, cio caratterizzati dalla proporzionalit tra tensioni tangenziali e velocit


di deformazione. Per mantenere due facce di uno strato di uido
velocit relativa costante

u,
u

proporzionale alla velocit

dy

a una

occorre applicare uno sforzo tangenziale che sar


e inversamente proporzionale allo spessore

dy

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

yx =
La costante di proporzionalit

la

sono di una pressione per un tempo, cio

u
y

22

(1.12)

viscosit
  dinamica

, le cui dimensioni
Ns
, ed funzione di temperatura
m2

e pressione.
Esistono molte leggi che descrivono la variazione di viscosit con la temperatura e una di queste la legge empirica di Vogel

= 0 e(0 )

(1.13)

La dipendenza dalla pressione di solito trascurabile, ma anche in questo


caso non trascurabile nel caso di lubricazione EHL, dove la pressione
dell'ordine dei GPa.
Queste e altre caratteristiche dei lubricanti, delle quali abbiamo fatto
prima cenno, sono controllate attraverso l'utilizzo di vari tipi di additivi; infatti i lubricanti pi usati sono quelli minerali, che non contengono molecole
polari, ma che vengono resi utilizzabili grazie all'aggiunta di additivi a base,
per esempio, di acidi grassi. Questo perch anche nel caso in cui le condizioni
di progetto dovessero essere di lubricazione idrodinamica, cio separazione
completa tra le superci solide, utile sempre che il lubricante abbia la
caratteristica dell'untuosit, perch, ad esempio, per raggiungere la velocit
di strisciamento di progetto che genera la condizione di lubricazione idrodinamica, nella fase di accelerazione si passa sempre prima dal regime limite e
poi da quello misto, nei quali si vericano comunque contatti fra le asperit
delle superci accoppiate.
Altri tipi di additivi sono:

additivi abbassanti il punto di scorrimento, per avere scorrimento anche


a basse temperature;

additivi per migliorare l'indice di viscosit, per diminuire cio la variazione della viscosit al variare della temperatura;

additivi antischiuma, per evitare la formazione di schiuma dovuta all'agitazione operata da macchine ad alta velocit;

additivi anticorrosivi, per prevenire la corrosione delle superci;

additivi detergenti e disperdenti, per minimizzare la formazione di


morchie nei motori;

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

23

additivi antiusura, per minimizzare attrito e usura quando non possibile evitare il contatto tra i solidi, per esempio quelli a base di acidi
grassi prima citati.

1.3.2 Tipi di lubricazione


Al variare dei valori di carico, velocit e viscosit dei lubricanti, si distinguono i seguenti regimi:

Lubricazione a lm spesso o idrodinamica

Questo regime di lubri-

cazione si ha generalmente nel caso di contatti conformi e la caratteristica


principale di questo regime di lubricazione che le superci dei solidi sono
separate da uno strato di uido considerevolmente pi spesso delle irregolarit superciali. Il carico tendente ad avvicinare le due superci sopportato
interamente dalla pressione del uido, generata dal moto relativo delle superci stesse. In tale regime di lubricazione le asperit superciali non vengono
in contatto e non si ha usura superciale, mentre le forze di attrito presenti
sono solo quelle di tipo viscoso interne al uido. Si dimostra che lo spessore
minimo del meato funzione del carico normale applicato, della viscosit del
lubricante, dalla velocit relativa e dalle rugosit dei corpi accoppiati.

Lubricazione parziale (o mista)

E' un regime di lubricazione a lm

sottile nel quale non tutte le asperit superciali vengono separate, per cui
l'attrito dipende sia dalla viscosit del lubricante, che dalle propriet delle
superci (rugosit). Nelle condizioni di lubricazione mista l'usura pu essere
modesta.

Lubricazione limite

E' un tipo di lubricazione in cui lo spessore del

lm di lubricante molto piccolo (qualche nanometro) e la maggior parte del


carico sopportata dalle asperit superciali a contatto. In tali condizioni si
ha una sensibile riduzione del coeciente d'attrito di strisciamento rispetto
al caso di superci asciutte perch la presenza del lubricante ostacola la
formazione di microgiunzioni fra le asperit che sono responsabili delle forme
adesive di attrito e usura. In questo regime di lubricazione il coeciente
d'attrito e l'usura sono determinati dalle caratteristiche superciali siche e
chimiche dei materiali e del lubricante, il quale per evitare il contatto solidosolido, deve aderire alle superci e per questo molto importante l'untuosit
del lubricante.
Il passaggio da un regime di lubricazione all'altro avviene al variare
di fattori come il carico, la velocit e la viscosit del lubricante con un

CAPITOLO 1.

24

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

cambiamento delle percentuali di carico sopportate dal lm uido e dalle


asperit superciali. Tale passaggio ben evidenziato dalla curva di Stribeck.

Figura 1.10: Curva di Stribeck

In questo graco rappresentata la variazione del coeciente di attrito in


funzione di un parametro di servizio SP che spesso indicato come

di Sommerfeld

numero

, prodotto della viscosit per la velocit diviso il carico per

unit di lunghezza. Il coeciente di attrito costituito dalla somma di due


componenti rappresentate in Figura1.10, dove fs indica l'attrito dovuto al
contatto fra le asperit superciali e fh quello legato a contatti completamente lubricati. Un fattore molto importante da considerare per determinare
il regime di lubricazione, oltre a viscosit del lubricante, velocit e carico, la rugosit superciale infatti un parametro pi adatto del numero di
Sommerfeld a caratterizzare il regime di lubricazione il cosiddetto

lambda ,
dove

denito dalla seguente relazione:

hmin

hmin
= p
2
R12 + R22
l'altezza minima del meato e

(1.14)

R1 R2

quadratiche medie dei materiali a contatto.

fattore

rappresentano le rugosit

Poich l'altezza del meato

CAPITOLO 1.

25

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

funzione di viscosit, velocit e carico, con esponenti diversi a seconda del


tipo di coppia lubricata e delle condizioni di lubricazione, in denitiva
l'espressione di

simile al numero di Sommerfeld con in pi la rugosit.

Il diagramma del coeciente di attrito in funzione di

qualitativamente

simile a quello di Stribeck e i passaggi fra i vari regimi corrispondono a ben


determinati valori di

Figura 1.11: Coeciente di attrito in funzione di

Dalla gura 1.12 vediamo inoltre come il fattore lambda sia pi signicativo al ne di determinare il regime di lubricazione, cio l'entit del distacco
tra le superci in moto relativo.

Figura 1.12: Relazione tra fattore

e rugosit

CAPITOLO 1.

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

Lubricazione elastoidrodinamica (EHL)

26

All'interno del regime di lu-

bricazione idrodinamica, si distingue un altro regime di lubricazione, chiamato elastoidrodinamico (EHL), il quale si presenta solitamente in accoppiamenti meccanici con superci e geometrie non conformi e soggette a movimenti che comprendono una signicativa parte di rotolamento, come ad
esempio cuscinetti a rotolamento, ruote dentate, camme. Il regime EHL pu
essere considerato il caso pi generale di lubricazione, perch all'interno di
esso si possono trovare anche gli altri regimi, come suoi casi limite. In particolare per elastoidrodinamico, si intende un regime di lubricazione in cui
le pressioni all'interno del meato sono molte elevate, tali da indurre nei corpi
che lo delimitano, deformazioni elastiche rilevanti.
La lubricazione EHL basata su tre meccanismi:

Eetto idrodinamico

Aumento della pressione in un lm di uido fra

due superci dovuta sia al moto relativo che alla caratteristiche geometriche
delle superci stesse; i parametri fondamentali che controllano il fenomeno
sono quindi le velocit delle superci, le rugosit superciali e la viscosit di
ingresso del lubricante.

Deformazione dei solidi

Nel caso di contatto non conforme di soli-

di ad alto modulo elastico, la deformazione dei solidi risulta molto simile a


quella che si verica nel contatto Hertziano ed molto maggiore dello spessore del meato; anche la distribuzione di pressione del lubricante avr un
andamento simile a quella tipica del contatto Hertziano. I parametri fondamentali da considerare sono chiaramente le caratteristiche elastiche dei corpi,
in particolare il modulo elastico.

Piezoviscosit

La viscosit dei lubricanti fortemente dipendente

dalla pressione: alla pressione di 1GPa, la viscosit di un comune lubricante tipicamente 310 ordini di grandezza maggiore rispetto a quella che
si ha a pressione ambiente.
Si distinguono 2 tipi di lubricazione EHL:

Hard EHL

Il regime Hard EHL riferito al contatto tra solidi con

elevato modulo elastico, come i metalli. In questo regime bisogna tenere conto
sia delle deformazioni elastiche (Deformazione dei solidi) che dell'aumento
della viscosit con la pressione (Piezoviscosit).

CAPITOLO 1.

Soft EHL

ATTRITO, USURA E LUBRIFICAZIONE

27

Il regime Soft EHL riferito a materiali con basso modulo

elastico, come per esempio la gomma. In questo caso si avranno grandi deformazioni elastiche anche con carichi leggeri, e la pressione massima nel meato
solitamente intorno a 1 MPa, pressione che ha un eetto trascurabile sulla
variazione della viscosit.
Vediamo l'importanza della lubricazione dal graco in gura che mostra
la variazione del tasso di usura al variare del carico relativo, per i diversi
regimi di lubricazione. In particolare si nota un forte aumento del tasso di
usura nel caso di contatti non lubricati.

Figura 1.13: Tassi di usura per vari regimi di lubricazione

Capitolo 2
Strumenti e metodi di prova
2.1

Introduzione

In questo lavoro di tesi l'indagine sperimentale sull'usura dei vari materiali


stata svolta con nalit comparativa.

Poich non era possibile a livello

economico e operativo testare i quattro materiali direttamente sul sistema


tribologico in cui verranno adoperati, cio il cuscinetto ferroviario, la prova
di usura stata del tipo

pin on disk

(perno contro disco), quindi in realt

stata misurata l'usura per strisciamento dei materiali; i risultati ottenuti


saranno comunque utili per avere una stima della resistenza a usura dei materiali, considerando che il materiale pi resistente a usura per strisciamento
dovrebbe essere anche quello pi resistente a fretting.
Le prove di usura sono state eettuare su provini di 4 materiali diversi
(mat1, mat2, mat3,mat4) sia a secco che in regime lubricato, su un tribometro di tipo pin on disk (THT Csm Instruments) e sono state in seguito misurate le tracce di usura al microscopio (NHT Csm Instruments) per valutare
l'entit dell'usura di ogni provino.

2.2

Il tribometro e la prova pin on disk

La congurazione di prova costituita da un perno di forma cilindrica (ball


holder) sulla cui estremit ssata una sfera, che viene pressato contro un
disco in rotazione costituito dal materiale da testare. Il perno su cui ssata
la sfera a sua volta solidale a un braccio elastico, la cui essione attraverso un trasduttore LVDT, genera un segnale che ci d il valore della forza
tangenziale di attrito presente nello strisciamento e quindi, essendo noto il
carico normale, il coeciente di attrito. Mediante il software vengono ssate
la velocit tangenziale di scorrimento, la distanza percorsa e un valore so-

28

CAPITOLO 2.

STRUMENTI E METODI DI PROVA

29

glia della forza di attrito; mentre il carico normale e il raggio della traccia
di usura vengono impostati manualmente sul tribometro. La prova di usura
ha termine quando viene raggiunta la distanza impostata o si interrompe in
anticipo qualora si dovesse superare il valore di soglia della forza di attrito.

Figura 2.1: 1)Braccio elastico; 2)Ball holder; 3)Carico normale; 4)Materiale


di usura; 5)Supporto rotante; 6)Sensore LVDT

2.3

Microscopio ottico

Per misurare la larghezza delle tracce di usura realizzate sui provini, stato
utilizzato un microscopio ottico (NHT, Csm Instruments), dotato di fotocamera e comandato tramite software, attraverso il quale sono state visualizzate
le immagini opportunamente ingrandite delle tracce di usura, direttamente
sul monitor del computer. Le misure delle larghezze delle tracce di usura sono state prese posizionando due cursori forniti dal software, tangenzialmente
alle due circonferenze, interna e esterna, della traccia di usura. Il software
quindi restituisce il valore numerico della distanza tra i due cursori in

m.

CAPITOLO 2.

STRUMENTI E METODI DI PROVA

30

Figura 2.2: NHT, Csm Instruments

Figura 2.3: Microscopio ottico

2.4

Le speciche della prova

Per ogni materiale sono stati utilizzati 4 provini: 2 in contatto secco e 2 in


contatto lubricato nelle medesime condizioni di prova ssate:

Carico normale : 3N

CAPITOLO 2.

31

STRUMENTI E METODI DI PROVA

Velocit lineare di scorrimento : 0,1 m/s

Sfera incidente sulla supercie del provino costituita da allumina (Al2 O3 )


di diametro

=6mm

Temperatura ambiente = 23-24 C

Distanza percorsa = 1000 m.

In particolare i valori di velocit, temperatura e distanza percorsa, per le


prove in asciutto, sono quelli della guida fornita nella norma ASTM G99.
Anche se, come abbiamo gi detto, queste prove di usura non rispecchiano
le condizioni reali di esercizio dei materiali, verichiamo che il regime di
lubricazione nella prova in bagnato non sia idrodinamico, altrimenti l'usura
sar assente per tutti i materiali; mentre per confrontare la resistenza a usura
dei materiali chiaro che ci deve essere contatto fra le asperit superciali
della sferetta di allumina e del provino metallico.
Su ogni provino sono state eettuate 3 prove su 3 dierenti raggi della
traccia di usura (7,5mm, 5mm, 2,5mm) per avere un campione pi ampio e
avere una stima migliore del tasso di usura per ogni materiale.
Il calcolo del volume di materiale asportato eettuato secondo la formula
fornita dalla norma ASTM G99

Disk volume loss =


Rd3 
mm3
6r

(2.1)

dove:

R il raggio della traccia di usura [mm]

d la larghezza della traccia di usura misurata al microscopio [mm]

r il raggio della sferetta in allumina [mm]

supponendo che l'usura sia limitata solo al provino in acciaio e non interessi
la sferetta in allumina.

CAPITOLO 2.

STRUMENTI E METODI DI PROVA

32

Figura 2.4:

Figura 2.5:

La misura eettuata sul microscopio confocale in gura 2.6 ci d un'immagine tridimensionale della traccia di usura, e conferma che la sua sezione
approssimativamente un segmento circolare.

CAPITOLO 2.

33

STRUMENTI E METODI DI PROVA

Figura 2.6: Immagine al microscopio confocale della traccia di usura

Inoltre per ogni traccia di usura sono state prese quattro misure di larghezza in quattro punti diversi della traccia, per valutare meglio il comportamento del materiale durante il test.

E' stato preso un riferimento trigo-

nometrico a 0 come prima misura, per poi misurare la traccia a 90, 180

e 270.

Le medie degli spessori sono riferite alle misurazioni eettuate sui

2 provini disponibili per ogni materiale e per gli stessi raggi delle traccie di
usura.

Per cui per ogni raggio della traccia di usura di ciascun materiale

avremo 8 misure.

Average track width =

N
X
(track width)i
i=1

[m]

La stima della deviazione standard (v) della popolazione dei dati a partire
dal nostro campione di 8 misure eettuata secondo la formula seguente

s
=

PN

i=1 [(track

width)i (average track width)]2


[m]
N 1

Quest'ultima d una misura della dispersione dei dati attorno alla media;
ad esempio, per una distribuzione normale (Gaussiana) il 68,27 % delle misure
compreso nell'intervallo

average track width .

2.4.1 Ecacia della lubricazione


Come stato accennato, per essere certi di avere sempre contatto tra le
asperit superciali della sfera di allumina e del provino di acciaio, occorre

CAPITOLO 2.

34

STRUMENTI E METODI DI PROVA

vericare che nelle ipotesi di avere lubricazione elastoidrodinamica, lo spessore minimo calcolato, sia minore della rugosit del provino che dell'ordine
dei 4 micron.

Il lubricante utilizzato un grasso per cuscinetti SHELL

Gadus Rail S4.


Per il calcolo dello spessore minimo del meato uido, facciamo riferimento
alla formula ricavata, dal tting di dati sperimentali, da Chittenden et al.
(1985), che ci d il valore del parametro adimensionale dello spessore tenendo
conto del carico, dell'elasticit dei materiali, della viscosit del lubricante e
della sua variazione con la pressione, della velocit, dell'ellitticit del contatto
e del tipo di moto relativo (strisciamento e rotolamento).

La formula in

questione :

(
Hmin = 3, 68Uv0,68 G0,49 W 0,073

"

1 exp 0, 68

Rs
Re

 23 #)

dove

E0 = 2

1a2
Ea

1b2
Eb

i1

, [MPa]

V 0
, parametro adimensionale della velocit;
E 0 Rx

Uv =
0 ,

viscosit dinamica assoluta a p=0 e temperatura costante,


[Pas];

V =

p
2
(u2 + v 2 ),

velocit, [m/s] ;

velocit media sulla supercie nella direzione x ,[m/s];

velocit media sulla supercie nella direzione y, [m/s] ;

G = E 0

parametro adimensionale del materiale dipendente dal

modulo elastico eettivo e dalla pressione isoviscosa asintotica

pis,as ;

coeciente pressione-viscosit, [m /N]

W =

z
2 parametro adimensionale del carico;
E 0 Rx

z carico

normale

= tan1 uv ;

F, ;
[N]

rapporto strisciamento/rotolamento

1
Re

cos2
Rx

sin2
;
Ry

1
Rs

sin2
Rx

cos2
;
Ry

1
Rx

1
rax

1
; Rx raggio eettivo nella direzione x, [m];
rbx

(2.2)

CAPITOLO 2.

1
Ry

1
ray

STRUMENTI E METODI DI PROVA

35

1
; Ry raggio eettivo nella direzione y, [m];
rby

rax , ray raggi

nella direzioni x e y del corpo a, [m];

rbx , rby raggi

nelle direzioni x e y del corpo b, [m];

Avendo:

a = 0, 3

il coeciente di Poisson per l'acciaio;

Ea = 206000 M P a
b = 0, 32

il modulo elastico per l'acciaio;

il coeciente di Poisson per l'allumina;

Eb = 380000 M P a

il modulo elastico per l'allumina:

Uv = 1, 1299 1012
= 1, 5 108

m2
N

Ns
0 = 0, 1 m
2
Considerando anche le caratteristiche del contatto prima descritte si ottiene
6
sostituendo Hmin = 10, 8 10
Quindi lo spessore minimo del lm uido in metri dato dalla formula

hmin = Hmin Rx = 32, 5719 nm


Otteniamo quindi un valore dello spessore del uido, nel caso peggiore,
cio nel caso in cui ci dovesse essere un eetto idrodinamico, comunque minore della rugosit del provino, per cui si avr sempre contatto tra le asperit
superciale. In realt essendo un grasso il lubricante da noi usato, una volta che viene spostato dal passaggio della sferetta di allumina, non ritorna
sulla pista come farebbe un normale liquido, quindi dopo i primi giri non
si ha pi l'eetto idrodinamico, ma ci sar una lubricazione limite, dovuta
all'adsorbimento delle molecole di lubricante sulla supercie del provino.

2.4.2 Protocollo di prova


Le prove in asciutto sono state eettuate in linea con il seguente protocollo
di prova:

Installazione del campione sulla macchina;

Fissaggio del ball-holder sul braccio elastico;

Equilibratura del sistema braccio elastico/ball holder;

Imposizione del carico mediante applicazione del peso calibrato adottato;

CAPITOLO 2.

STRUMENTI E METODI DI PROVA

36

Scelta della posizione radiale del track di usura;

Impostazione della velocit lineare del motore;

Impostazione della distanza da percorrere;

Al termine della prova si eettua il salvataggio dei dati relativi al


coeciente di attrito e alla forza di attrito acquisiti durante la prova;

Calcolo del volume di materiale usurato secondo la norma ASTM G99.

Le prove in bagnato sono state eettuate in linea con il seguente protocollo


di prova:

Montaggio del provino come nella prova in asciutto;

Cospargimento del lubricante (grasso) SHELL Gadus Rail S4 sulla


supercie del provino;

Equilibratura del sistema braccio elastico/ball holder;

Imposizione del carico mediante applicazione del peso calibrato adottato;

Scelta della posizione radiale del track di usura;

Impostazione della velocit lineare del motore;

Impostazione della distanza da percorrere;

Al termine della prova si eettua il salvataggio dei dati relativi al


coeciente di attrito e alla forza di attrito acquisiti durante la prova;

Calcolo del volume di materiale usurato secondo la norma ASTM G99.

Capitolo 3
Risultati
Un provino al termine delle 3 prove per i 3 raggi delle traccie di usura appare
come quelli in gura. In particolare notiamo la netta dierenza tra le tracce di
usura delle prove in contatto secco e quelle delle prove in contatto lubricato.

Figura 3.1: Provino dopo prova di usura in contatto secco

37

CAPITOLO 3.

RISULTATI

38

Figura 3.2: Provino dopo prova di usura in contatto lubricato

Dalle gure, specialmente da quella del provino usurato in contatto secco, si vede che al diminuire del raggio della traccia di usura, la larghezza
della stessa aumenta; questo naturale in quanto per percorrere la stessa
distanza di 1000m, per raggi minori occorre fare pi passaggi sulla traccia,
che comportano una maggiore larghezza e profondit della traccia.
Nella tabella 3.1 sono riportati la media degli spessori delle traccie per
ogni materiale, la deviazione standard e il volume asportato per ogni traccia
di usura, calcolato ovviamente prendendo come larghezza della traccia, il
valore medio delle misure.

CAPITOLO 3.

mat1

mat2

mat3

mat4

39

RISULTATI

Wear track

Average track

Std. devia-

Disk volume

radius[mm]

width[mm]

tion.[m]

loss [mm ]

7,25

0,43109

13,24991321

0,115354665

0,46297625

27,98558248

0,08660112

2,5

0,4922475

13,81021646

0,052043672

7,5

0,4444325

7,558262744

0,114909533

0,4687775

7,252587223

0,089897507

2,5

0,5053725

9,818880864

0,056318645

7,5

0,37951375

9,138646254

0,071551901

0,40546625

17,98765524

0,058171666

2,5

0,49211625

10,24124984

0,052002054

7,5

0,3934025

27,06475238

0,079698469

0,41995375

9,600476086

0,06463262

2,5

0,476715

17,09703734

0,047270895

Tabella 3.1: Dati usura dry

Nel graco in gura 3.3 sono riportati i dati presenti nella tabella precedente.

Figura 3.3: Usura nelle prove in contatto secco

Dal graco si nota la migliore resistenza a usura del materiale 3, mentre si


nota anche che per il raggio di usura di 2,5mm l'usura pressoch uguale per

CAPITOLO 3.

40

RISULTATI

i vari materiali, probabilmente perch per quello che abbiamo detto prima
il solco di usura, supera la profondit no alla quale hanno eetto gli eventuali trattamenti superciali di indurimento che incrementano la resistenza
a usura.
Per la stretta correlazione che esiste tra attrito e usura, il materiale con
il coeciente d'attrito minore, dovrebbe anche avere usura minore, ma ci
non sempre vero, in quanto come stato detto esistono accoppiamenti
tra materiali con bassi coecienti d'attrito e alti tassi di usura e viceversa.
Infatti nelle nostre prove, il materiale che ha presentato nell'accoppiamento
con la sfera di allumina, il coeciente d'attrito pi basso stato il Materiale
1 e non il Materiale 3 come ci si poteva aspettare. Vediamo in tabella e nel
graco i dati sul coeciente d'attrito fornitici dal software del tribometro.
7,5
media
mat1
mat2
mat3
mat4

2,5

dev.std

media

dev.std

media

dev.std

prov.1

0,6811

0,078

0,6077

0,1099

0,6193

0,04

prov.2

0,6899

0,0836

0,6395

0,0509

0,6114

0,0455

prov.1

0,8541

0,108

0,8392

0,0928

0,8591

0,0703

prov.2

0,8035

0,1235

0,8109

0,1091

0,8274

0,0937

prov.1

0,7648

0,0978

0,7397

0,0672

0,7234

0,0726

prov.2

0,6453

0,1116

0,7315

0,1195

0,7583

0,0946

prov.1

0,8525

0,0838

0,7664

0,0676

0,7149

0,0528

prov.2

0,7324

0,0634

0,7616

0,0507

0,7523

0,0618

Tabella 3.2: Misure del coeciente di attrito

in contatto secco

CAPITOLO 3.

RISULTATI

41

Figura 3.4: Attrito in contatto secco

Si vede bene che mentre per i materiali 2, 3 e 4 l'andamento del coefciente d'attrito rispecchia quello dell'usura, per il materiale 1 invece si ha
una usura considerevole e un coeciente d'attrito pi basso.

Se facciamo

riferimento all'ipotesi di Reye, per la quale il volume di materiale asportato


proporzionale al lavoro delle forze di attrito e di conseguenza al coeciente
d'attrito, possiamo giusticare il fatto che non sia rispettato per l'attrito l'andamento che si ha per l'usura, considerando che ovviamente essendo diversi
i materiali testati, avranno dierenti costanti di proporzionalit che legano
volume asportato e lavoro delle forze di attrito.
La tabella 3.3e il graco 3.5in gura rappresentano i dati di usura ricavati
dalle prove fatte in regime di lubricazione limite.

CAPITOLO 3.

mat1

mat2

mat3

mat4

42

RISULTATI

Wear track

Average track

Std.

Disk volume

radius [mm]

width[mm]

deviation[m]

loss [mm ]

7,5

0,1533025

3,113536116

0,004716136

0,15964375

6,087680622

0,003550611

2,5

0,16645875

3,84662909

0,002012506

7,5

0,13320625

2,863553923

0,003093944

0,14884125

5,167846851

0,002877513

2,5

0,15025875

5,612387924

0,001480256

7,5

0,13028

7,978494308

0,002894489

0,13837

2,954280188

0,002311922

2,5

0,1439725

4,90078638

0,001302135

7,5

0,09607375

21,82800163

0,001160788

0,10059875

22,46030749

0,000888434

2,5

0,10434125

23,1554353

0,000495662

Tabella 3.3: Dati usura wet

Figura 3.5: Usura nelle prove in contatto lubricato

Nelle prove in regime di lubricazione limite, notiamo, come era ovvio


aspettarsi una drastica diminuzione dell'usura, infatti le larghezze delle traccie di usura sono circa 1/3 di quelle ottenute dalle prove in contatto secco,
come si pu anche vedere dalle gure 3.6e 3.7.

CAPITOLO 3.

RISULTATI

Figura 3.6: Mat 4 Dry

43

CAPITOLO 3.

RISULTATI

44

Figura 3.7: Mat 4 Wet

Quello che ci si aspettava prima di eseguire le prove in contatto lubricato era di ritrovare lo stesso andamento trovato per le prove in contatto
secco. Mentre dal graco vediamo come in questo caso il materiale che ha
il comportamento migliore, non il Materiale 3, ma il Materiale 4. Questo
evidentemente dipende dalle interazioni di tipo chimico che danno una migliore adesione tra le molecole del lubricante e la supercie del Materiale
4, la quale risulta quindi pi protetta dall'azione usurante di strisciamento
della sfera di allumina, ed in questo caso anche il coeciente d'attrito del
Materiale 4 risulta essere il pi basso perch vengono limitati i contatti diretti allumina-metallo come si vede dal graco in gura 3.8.

Chiaramente

questo succede anche per gli altri materiali, poich noto che anche una
lubricazione limite, genera rilevanti miglioramenti sia in termini di usura,
che in termini di attrito; ma in questo caso si distingue comunque il migliore
comportamento del Materiale 4.

CAPITOLO 3.

45

RISULTATI

7,5

mat1
mat2
mat3
mat4

2,5

media

dev.std

media

dev.std

media

dev.std

prov.1

0,115

0,006

0,109

0,006

0,108

0,009

prov.2

0,113

0,006

0,11

0,006

0,107

0,006

prov.1

0,111

0,006

0,109

0,007

0,107

0,009

prov.2

0,107

0,007

0,107

0,006

0,102

0,01

prov.1

0,107

0,006

0,103

0,004

0,104

0,019

prov.2

0,109

0,005

0,102

0,004

0,101

0,017

prov.1

0,106

0,005

0,103

0,005

0,103

0,014

prov.2

0,095

0,006

0,091

0,006

0,089

0,017

Tabella 3.4: Misure del coeciente di attrito

in contatto lubricato

Figura 3.8: Attrito in contatto lubricato

Capitolo 4
Conclusioni
Con il presente studio si cercato di fornire una caratterizzazione preliminare del comportamento tribologico di 4 diversi acciai speciali per cuscinetti
(mat1, mat2, mat3, mat4) tramite prove di usura.

Le prove hanno avuto

la nalit di scegliere tra i quattro acciai, il pi adatto per la costruzione


del distanziale posto tra i due anelli interni in un cuscinetto volvente a doppia la di rulli conici usato sugli assali ferroviari, per limitare il fenomeno
del fretting proprio nel contatto anello interno-distanziale. I materiali sono
stati testati sia in contatto secco, che in regime di lubricazione limite per
mezzo di un tribometro THT CSM Instruments di tipo pin on disk con le
medesime condizioni di velocit, carico e distanza percorsa per ogni prova.
Questo tipo di prove danno solo una caratterizzazione preliminare del comportamento tribologico dei materiali in esame, proprio perch non vengono
simulate le reali condizioni di utilizzo, a partire dal fatto che la prova pin
on disk d usura per strisciamento, mentre noi saremmo pi interessati a
conoscere la resistenza a usura per fretting.

Per ogni materiale sono stati

testati due provini in contatto secco e due in contatto lubricato, su ognuno


dei quali sono state eettuate tre prove per tre diversi raggi della traccia di
usura.

Le misure, eettuate tramite microscopio ottico CSM Instruments

e videocamera connessa al Pc, della larghezza delle traccie di usura ci hanno consentito di calcolare il volume di materiale asportato per ogni prova e
quindi di eettuare un confronto tra i comportamenti dei diversi materiali,
distinguendo comunque le prove in contatto lubricato da quelle in contatto secco.

Chiaramente il materiale pi resistente a usura quello che ha

presentato in media il volume asportato minore, sia in contatto lubricato


che in contatto secco. Le misure ci hanno mostrato che il materiale che ha
usura minore non lo stesso in entrambi i casi. In particolare per le prove in
contatto secco il materiale che ha presentato usura minore stato il mat3,
mentre per le prove in contatto lubricato il pi resistente risultato essere

46

CAPITOLO 4.

CONCLUSIONI

47

il mat4, probabilmente a causa di una maggiore anit chimica tra la sua


supercie e le molecole del lubricante.
In conclusione la scelta del materiale da utilizzare per la costruzione del
distanziale del cuscinetto ricadr sul Materiale 3, il pi resistente in contatto secco, o sul Materiale 4, il pi resistente in contatto lubricato. Questo
dipende dalle condizioni del sistema tribologico reale, per cui, la scelta ultima dovr essere eettuate sulla base dei risultati di ulteriori prove, che
riproducono le reali condizioni di utilizzo.

48

CAPITOLO 5.

49

APPENDICE

Capitolo 5
Appendice
MATERIAL

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
1
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

430,21

478,13

2,5

507,29

427,84

486,6

2,5

503,09

441,67

490,62

2,5

504,17

457,73

498,97

2,5

501,03

7,5

432,29

435,42

2,5

489,58

7,5

419,59

437,4

2,5

479,38

7,5

420,83

436,46

2,5

484,37

7,5

418,56

440,21

2,5

469,07

Tabella 5.1: Misure MAT 1 Dry

CAPITOLO 5.

MATERIAL

50

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
2
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

454,17

472,92

2,5

515,92

7,5

446,39

476,29

2,5

504,12

7,5

452,08

466,67

2,5

502,08

7,5

448,45

459,79

2,5

505,15

7,5

433,33

462,5

2,5

515,62

7,5

435,05

480,41

2,5

507,22

7,5

440,63

468,75

2,5

508,33

7,5

445,36

462,89

2,5

484,54

Tabella 5.2: Misure MAT 2 Dry

CAPITOLO 5.

MATERIAL

51

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
3
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

383,33

439,58

2,5

500

7,5

380,41

410,31

2,5

491,75

7,5

378,12

408,33

2,5

484,38

7,5

397,92

417,53

2,5

501,03

7,5

375

398,96

2,5

489,69

7,5

370,1

392,78

2,5

494,79

7,5

382,29

395,83

2,5

472,16

7,5

368,94

380,41

2,5

503,13

Tabella 5.3: Misure MAT 3 Dry

CAPITOLO 5.

MATERIAL

52

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
4
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

427,84

434,02

2,5

451,04

7,5

409,38

411,46

2,5

453,64

7,5

413,4

417,53

2,5

486,46

7,5

420,83

434,38

2,5

467,01

7,5

371,88

414,58

2,5

488,54

7,5

364,95

414,43

2,5

484,54

7,5

377,08

422,92

2,5

495,83

7,5

361,86

410,31

2,5

486,66

Tabella 5.4: Misure MAT 4 Dry

CAPITOLO 5.

MATERIAL

53

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
1
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

154,17

162,5

2,5

169,79

7,5

152,58

155,67

2,5

165,98

7,5

148,96

152,08

2,5

162,5

7,5

150,52

152,58

2,5

161,86

7,5

156,7

161,86

2,5

166,67

7,5

151,55

168,04

2,5

170,1

7,5

158,33

166,67

2,5

171,88

7,5

153,61

157,75

2,5

162,89

Tabella 5.5: Misure MAT 1 Wet

CAPITOLO 5.

MATERIAL

54

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
2
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

137,5

153,61

2,5

152,58

7,5

134,02

151,55

2,5

158,76

7,5

130,21

152,58

2,5

154,64

7,5

131,96

155,67

2,5

151,55

7,5

135,05

147,42

2,5

151,55

7,5

129,9

144,33

2,5

145,36

7,5

136,08

142,27

2,5

141,24

7,5

130,93

143,3

2,5

146,39

Tabella 5.6: Misure MAT 2 Wet

CAPITOLO 5.

MATERIAL

55

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
3
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

137,11

132,99

2,5

145,36

7,5

140,21

138,14

2,5

150,52

7,5

139,58

141,24

2,5

142,27

7,5

128,87

142,27

2,5

151,55

7,5

119,79

137,11

2,5

140,21

7,5

120,83

138,54

2,5

139,58

7,5

128,77

140,21

2,5

138,54

7,5

127,08

136,46

2,5

143,75

Tabella 5.7: Misure MAT 3 Wet

CAPITOLO 5.

MATERIAL

56

APPENDICE

SAMPLE

ANGLE

90
1
180

270
4
0

90
2
180

270

WEAR TRACK

TRACK

RADIUS [mm]

WIDTH [m]

7,5

120,62

123,71

2,5

124,74

7,5

119,59

120,62

2,5

128,87

7,5

111,34

117,53

2,5

125,77

7,5

113,4

123,71

2,5

123,71

7,5

76,29

80,41

2,5

86,6

7,5

72,92

81,25

2,5

83,33

7,5

75,26

74,23

2,5

76,29

7,5

79,17

83,33

2,5

85,42

Tabella 5.8: Misure MAT 4 Wet

CAPITOLO 5.

57

APPENDICE

MAT1 2,5mm dry


1
0.9
0.8
0.7

0.6
0.5
0.4
0.3

mean value
std. deviation

0.2
0.1
0

2000

4000

6000
tempo [s]

Figura 5.1: Graco

8000

10000

12000

MAT1 2,5mm dry

MAT2 2,5mm dry


1
0.9
0.8
0.7

0.6
0.5
0.4
0.3

mean value
std. deviation

0.2
0.1
0

2000

4000

Figura 5.2: Graco

6000
tempo [s]

8000

MAT2 2,5mm dry

10000

12000

CAPITOLO 5.

58

APPENDICE

MAT3 2,5mm dry


1
0.9
0.8
0.7

0.6
0.5
0.4
0.3

mean value
std. deviation

0.2
0.1
0

2000

4000

6000
tempo [s]

Figura 5.3: Graco

8000

10000

12000

MAT3 2,5mm dry

MAT4 2,5mm dry


1
0.9
0.8
0.7

0.6
0.5
0.4
0.3

mean value
std. deviation

0.2
0.1
0

2000

4000

Figura 5.4: Graco

6000
tempo [s]

8000

MAT4 2,5mm dry

10000

12000

CAPITOLO 5.

59

APPENDICE

MAT1 2,5mm wet


0.25

mean value
std. deviation

0.2

0.15

0.1

0.05

2000

4000

6000
tempo [s]

Figura 5.5: Graco

8000

10000

12000

MAT1 2,5mm wet

MAT2 2,5mm wet


0.25

mean value
std. deviation

0.2

0.15

0.1

0.05

2000

4000

Figura 5.6: Graco

6000
tempo [s]

8000

MAT2 2,5mm wet

10000

12000

CAPITOLO 5.

60

APPENDICE

MAT3 2,5mm wet


0.25

mean value
std. deviation

0.2

0.15

0.1

0.05

2000

4000

6000
tempo [s]

Figura 5.7: Graco

8000

10000

12000

MAT3 2,5mm wet

MAT4 2,5mm wet


0.25

mean value
std. deviation

0.2

0.15

0.1

0.05

2000

4000

Tabella 5.9: Graco

6000
tempo [s]

8000

MAT4 2,5mm wet

10000

12000

Bibliograa
[1] G. Straffelini.Attrito e usura.h Tecniche Nuove 2005
[2] E. Funaioli,A. Maggiore,U. Meneghetti. Lezioni di meccanica
applicata alle macchine vol.1. Ptron 2006
[3] G.W.

Stachowiak,

A.W.

Batchelor.

Engineering

Tribology.

Elsevier 1993
[4] Bernard J. Hamrock. Fundamentals of Fluid Film Lubrication
McGraw-Hill. 1994
[5] Standard Test Method for Wear Testing with a Pin-on-Disk Apparatus,
Designation G99-95a (Reapproved 2000), ASTM.
[6] Hardware manual, version R0.0.5a (Apr 10). Csm Instruments.
[7] TriboX Software manual, version R0.0.6 (August 08). Csm Instruments.

61

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