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Liceo Scientifico G.

Brotzu

Cartesio e il razionalismo

29/02/2013

Ren Descartes - Cartesio e il razionalismo


La filosofia di Cartesio (1596 - 1650) costituisce un passo importantissimo per il superamento
dellet rinascimentale. Il nuovo modo di concepire la filosofia introdotto da Cartesio, ha come
obbiettivo la costruzione di un sistema del sapere che sia un utile guida per lagire morale e
conoscitivo delluomo. Egli propone quindi un metodo, procedimento ordinato di indagine
fondato sulla matematica.

Il metodo e le sue regole


Il metodo di Cartesio, esteso ad ogni campo teoretico e pratico, ha come scopo il vantaggio
delluomo nel mondo. Cartesio trova tale metodo nelle scienze matematiche, che ne sono gi
in possesso; tuttavia non sufficiente riformulare le regole metodiche della matematica ed
applicarle agli altri rami del sapere. Il vero compito del filosofo risiede nel giustificare il metodo
e la sua applicazione. Cartesio procede quindi seguendo 3 direttive:
formulare le regole del metodo;
dimostrare il valore assoluto del metodo;
dimostrare lestensione del metodo alle branchie del sapere;
Le regole individuate da Cartesio sono 4:
Regola dellevidenza: corrisponde allintuizione matematica ed impone di accettare per
vero solo quello che appare chiaro alla nostra mente;
Regola dellanalisi: per la quale bisogna ridurre ogni questione in problemi pi semplici;
Regola della sintesi: corrisponde alla deduzione, per la quale bisogna derivare dalle
conoscenze pi semplici quelle pi complesse, in modo graduale;
Regola dellenumerazione e revisione: consiste nella verifica dellanalisi e della sintesi,
accertarsi quindi che non siano stati trascurati passaggi;

Il dubbio e il cogito
Per trovare il fondamento del metodo, secondo Cartesio, il filosofo deve procedere dubitando di
tutte le conoscenze; procedendo con una critica radicale rivolta a tutto il sapere, si giunger ad
un principio che, proprio perch indubitabile, costituir il fondamendo del metodo. Tale
procedimento di esercitazione del dubbio definito dubbio metodico. Per Cartesio nessuna
forma di conoscenza pu astenersi al dubbio. Questultimo in primo luogo deve riguardare le
conoscenze sensibili, in quanto i segni potrebbero trarci in inganno. In secondo luogo si deve
estendere anche alle conoscenze matematiche, illusorie per la considerazione che siano state
create da un genio maligno. Cartesio mette quindi in discussione anche le verit pi certe ed il
dubbio diventa universale: dubbio iperbolico. Ma proprio da questultimo Cartesio ricava la
prima certezza: se dubito penso e se penso esisto, cogito, ergo sum. Si tratta di una
proposizione assolutamente vera, poich confermata dallo stesso dubbio.
Lesistenza dellio riguarda solo le indicazioni del mio pensiero (il volere, laffermare,
limmaginare.. ecc.) e non le cose da me pensate che potrebbero anche non essere reali.

Marco Matta IV F
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Le discussioni intorno al cogito


Laffermazione cartesiana del cogito diede luogo a diverse obiezioni:
Laccusa di circolo vizioso: mossa da Arnauld, sostiene che il ragionamento di Cartesio sia un
circolo vizioso poich ritiene valido il cogito grazie alla regola dellevidenza e la regola
dellevidenza considerata valida in virt del cogito. A questa obiezione Cartesio risponde
affermando come il cogito sia la certezza prima e originaria sulla quale si possono fondare le
altre evidenze; l'evidenza presuppone la consapevolezza da parte dell'io della propria esistenza
e per questo il cogito a giustificare levidenza non il contrario.
Laccusa di sillogismo: mossa da Gassendi, sostiene che il ragionamento di Cartesio sia un
sillogismo abbrevviato: ci che pensa esiste, io penso, dunque esisto. Secondo Gassendi il
cogito non pu essere accettato poich si basa su una premessa non dimostrata (ci che pensa
esiste). In risposta a ci, Cartesio insiste ancora una volta sulla natura del cogito che non
lesito di una deduzione ma unintuizione immediata della mente.
La critica di Hobbes: secondo il filosofo britannico, Cartesio ha ragione nellaffermare che lio in
quanto pensa esiste, ma ha torto nel definire questo uno spirito, unanima. Hobbes sostiene
quindi che il fatto che io pensi non significa che io sia una passeggiata. Cartesio risponde
sostenendo che latto di passeggiare non costituisca una propriet essenziale delluomo, come
invece latto di pensare. Inoltre il pensare deve avere una causa, esige un sostegno che sia alla
base di questattivit; tale sostegno non pu essere il corpo poich lesistenza dei corpi cede al
dubbio.
.

Dio come giustificazione metafisica delle certezze umane


Come affermato in precedenza, lio designato da Cartesio esiste come essere pensante che ha
idee, delle quali sono sicuro esistano nel mio spirito ma delle quali non sono sicuro esistano
fuori di me. Lipotesi del genio maligno pertanto, continua a premere sul mondo esterno allio. Di
qui la necessit gnoseologica di Cartesio di dimostrare lesistenza di un Dio buono, che non
inganni luomo. Cartesio agisce con un ragionamento a priori partendo dal cogito, analizzando i
contenuti del pensiero. Egli riconosce 3 tipi di idee:
1. le idee innate, presenti in me da sempre e non derivate dallesterno;
2. le idee avventizie, estranee a me e derivate dallesterno;
3. le idee fattizie, formate da me stesso;
Cartesio si interroga innanzitutto sulla causa delle idee; le idee avventizie e le idee fattizie non
contengono nulla di perfetto che non possa essere stato prodotto dalluomo stesso. Ci non
vale per lidea di Dio: luomo (creatura finita e imperfetta) non pu aver prodotto lidea di Dio
(sostanza infinita, perfetta). La causa dellidea di infinito quindi esterna alluomo; lidea di una
sostanza infinita non pu che essere derivata da una sostanza infinita effettivamente esistente.
La seconda prova dellesistenza di Dio risale ancora una volta dal cogito. Luomo in grado di
riconoscersi come creatura finita e imperfetta perch esiste un essere perfetto dal quale luomo
ha acquisito le sue imperfezioni. La terza prova quella ontologica: non possibile concepire

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Dio come essere perfetto senza ammettere la sua esistenza, poich questultima parte delle
sue perfezioni.

Le critiche alle prove dellesistenza di Dio


Le prove dellesistenza di Dio suscitarono discussioni:
Laccusa di circolo vizioso: Arnauld osserv come il ragionamento di Cartesio su Dio finisse per
essere un circolo vizioso poich lesistenza di Dio dimostrata sul criterio dellevidenza e
questo considerato valido in virt dellesistenza di un Dio perfetto che non inganna luomo.
La critica allargomento ontologico: mossa da Gassendi, sostiene come lesistenza non sia un
concetto presente nella definizione di qualcosa; quando si afferma che cosa esiste, non si sta
indicando una propriet della cosa ma soltanto che essa .

Dio e la possibilit dellerrore


La prova dellesistenza di Dio per Cartesio lelemento che porta luomo dalla certezza del
proprio io alla certezza delle altre evidenze. Dio, essendo perfetto, garante della verit di tutto
ci che appare come evidente. Ma in un sistema come quello cartesiano com possibile
lerrore? Secondo Cartesio lerrore nasce dal concorso di due fattori: lintelletto e la volont
umana. Il primo limitato mentre il secondo libero e pi esteso dellintelletto. Lerrore risiede
nella precipitazione della volont e consiste nellaffermare o negare ci che lintelletto non
percepisce in modo evidente; ci dipende unicamente dal libero arbitrio ed evitabile
solamente seguendo accuratamente le regole del metodo.

Il dualismo cartesiano
Levidenza garantita da Dio consente a Cartesio di avanzare il suo ragionamento sulle cose
corporee delle quali luomo possiede unidea evidente e non ingannevole. Cartesio ritiene che
non tutti i corpi abbiano realmente le qualit che percepiamo; egli opera la distinzione fra qualit
oggettive (la grandezza, la durata, il numero ecc.) e qualit soggettive (il colore, il sapore,
lodore ecc.). Cartesio attua quindi una divisione delle realt in due parti ben distinte ed
eterogenee:
1. la sostanza pensante (res cogitans) inestesa e incorporea;
2. la sostanza estesa (res extensa) spaziale e corporea;
Ora, il problema che si pone Cartesio, quello di spiegare il rapporto scambievole tra le due
sostanze, pi in generale la relazione tra anima e corpo. Cartesio risolve tale questione
ricorrendo alla ghiandola pineale, intesa come la parte del cervello in grado di unificare le
sensazioni provenienti dagli organi di senso.

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Il mondo fisico e la geometria


Lanalisi fisica sul mondo adoperata da Cartesio pot liberare tale disciplina dai residui del
passato, incidendo profondamente sulla mentalit scientifica del secolo. Si parla di
meccanicismo quando si considera latteggiamento di Cartesio, propenso a considerare il
mondo come una grande macchina, osservabile secondo le leggi della meccanica.

La geometria analitica
Cartesio consapevole dellunit delle scienze matematiche, che sebbene riscontrino oggetti
differenti si accordano tra loro, e ritiene possibile unificare la geometria degli antichi con
lalgebra dei moderni. La geometria degli antichi, nonostante i suoi successi non in grado di
elevarsi ad unimpostazione sistematica della scienza. Dallaltra parte, lalgebra dei moderni
appare a Cartesio confusa ed oscura a causa del linguaggio inadeguato. Cartesio procede
quindi con una riorganizzazione sistematica dellalgebra, alla quale conferisce un linguaggio
autonomo e la possibilit di produrre entro di s la geometria. Questultima si pone dessere uno
strumento di spiegazione dei procedimenti dellalgebra; tale operazione richiede lassunzione di
un sistema che consenta di individuare rette e curve tramite procedimenti algebrici: gli assi
cartesiani.

La fisica
La fisica cartesiana pretende di ridurre i fenomeni del mondo allestensione e al moto.
Entrambi hanno avuto origine dal divino, da cui non deriva soltanto la creazione della rex
extensa ma anche lassegnazione ad essa di una certa quantit di moto.
Secondo Cartesio il mondo intero stato messo in movimento dalloriginaria quantit di moto, la
quale si distribuisce nei vari corpi attraverso gli urti. Questa impostazione cartesiana guarda con
ostilit il concetto di forza, in particolare le forze che dovrebbero agire a distanza (magnetiche,
gravitazionali ecc.) delle quali lo stesso Galilei aveva sospetti. Sono due le leggi che dominano
il mondo fisica secondo Cartesio: il principio dinerzia e il principio della conservazione
della quantit di moto. Tuttavia Cartesio va in contro a numerose difficolt (dovute anche alla
pochezza degli strumenti di cui disponeva) quando cerca di immaginare nello spazio euclideo
qualcosa che corrisponda al moto, dal quale hanno avuto origine le diversit presenti nella rex
extensa. Cartesio relaziona i differenti aspetti della rex extensa con le diverse condizioni
inerziali dei vari frammenti destensione. Cartesio ricorre a tali frammenti per spiegare la
solidit della materia, la quale costituita appunto di corpuscoli, soggetti ciascuno ad una
differente condizione inerziale.
Lindagine meccanica attuata da Cartesio si estende anche al mondo della vita, il quale non si
differenzia dai fenomeni naturali poich anchesso dettato dallinerzia e dalla conservazione
della quantit di moto. Per Cartesio anche il corpo delluomo una macchina, di cui la res
cogitans si serve come di un proprio strumento.

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Il merito che senza dubbio ha avuto Cartesio circa la fisica sicuramente quello di aver posto le
fondamenta per una fisica basata sulla razionalit matematica e il modello meccanico.

La morale provvisoria e lo studio delle passioni


In attesa di stabilire delle regole definitive, Cartesio era convinto che fosse necessario fissare
norme di comportamento. Egli spiega con una metafora il suo scopo: mentre lavoriamo per la
costruzione della casa dove andremo ad abitare, dobbiamo trovare un alloggio dove sia
possibile alloggiare comodamente finch durano i lavori. Cartesio individua cos 3 regole di
morale provvisoria:
La prima regola: per la quale bisogna obbedire alle leggi e ai costumi del paese, in particolare:
osservare la religione tradizionale, agire con moderazione, seguire le opinioni pi lontane dagli
eccessi e rispettare la tradizione culturale e politica prevalente.
La seconda regola: per la quale necessario essere il pi fermo possibile nella azione.
Davanti ad una scelta, secondo Cartesio, luomo deve dubitare e meditare attentamente prima
di scegliere, ma una volta intrapresa la via, persistere senza pi alcun dubbio. Questa regola
valida finch non si in possesso del metodo, per il quale ci si deve affidare interamente alla
ragione senza lasciarsi deviare dalle passioni.
La terza regola: per la quale bisogna cercare di vincere se stessi piuttosto che la fortuna
ovvero adattare i nostri desideri al mondo piuttosto che accada il contrario, poich il potere
delluomo solo quello di poter controllare con la ragione i propri desideri, non cambiare il
mondo.
Le riflessioni di Cartesio riguardo alletica sono contenute nellopera Le passioni dellanima dove
egli distingue azioni e affezioni. Le prime dipendono dalla volont, mentre le seconde,
costituite da sentimenti ed emozioni, sono involontarie. La forza dellanima risiede nel vincere le
emozioni e non lasciarsi dominare da queste. Sono la tristezza e la gioia le emozioni
fondamentali, prodotte rispettivamente dallodio, dalla repulsione e dallamore, dallattrazione.
Nel dominio delle emozioni esiste il concetto di saggezza, grazie alla quale si possono
controllare le proprie emozioni senza reprimerle, allo scopo di godere del libero arbitrio.

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