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Vitolo, capitolo XVII

1. Esempi di feudalit efficiente:


a. diffusione massima dei rapporti feudali nei secoli XI-XII;
b. esportazione in seguito a guerre di conquista;
c. i Normanni:
i. stanziamento in Normandia del duca Rollone (inizi del X secolo);
ii. introduzione dellordinamento pubblico carolingio;
iii. innesto del vigore militare e delle tradizioni di fedelt normanne sullapparato
feudale: rivitalizzazione dellorganizzazione e controllo saldo;
d. la conquista normanna dellInghilterra:
i. regno di Canuto il Grande ( 1035) comprendente Inghilterra, Danimarca e
Norvegia;
ii. regno di Edoardo il Confessore (1043-66), figlio di madre normanna ed educato in
Normandia;
iii. successione di Aroldo II e pretese del duca di Normandia Guglielmo;
iv. battaglia di Hastings e vittoria di Guglielmo (1066);
v. importazione degli usi francesi: lingua, costumi, rapporti feudali;
vi. condizione di vassallo del re di Francia del re dInghilterra;
e. il regno di Guglielmo (1066-87) e di Enrico I (1100-35):
i. rafforzamento del potere monarchico;
ii. permanenza della divisione del regno in shires;
iii. controllo dei conti attraverso giudici itineranti;
iv. amministrazione finanziaria affidata allo Scacchiere e agli sceriffi;
v. redazione del Domesday Book per ordine di Guglielmo;
f. Enrico II (1154-89):
i. appartenenza alla famiglia francese dei Plantageneti;
ii. matrimonio con Eleonora dAquitania e acquisizione di Poitou, Guienna e
Guascogna;
iii. conquista della Bretagna;
iv. emanazione delle Costituzioni di Clarendon (1164-66);
v. opposizione dellarcivescovo di Canterbury, Thomas Becket, e sua uccisione (1170).
2. I Normanni nellItalia meridionale:
a. arrivo dei Normanni in Italia non come conquistatori, ma come mercenari, provenienti da
rami cadetti delle grandi famiglie feudali;
b. motivazioni dello spostamento:
i. desiderio di avventura;
ii. accresciuto indice di natalit e rischio di impoverimento delle famiglie nobili;
c. particolarismo politico dellItalia meridionale:
i. principati longobardi di Benevento, Salerno e Capua;
ii. ducati di Gaeta, Napoli, Sorrento e Amalfi, nominalmente bizantini;
iii. catepanato di Bari;
iv. Sicilia musulmana;
v. fremiti autonomistici e comunit cittadine;
d. i primi insediamenti:
i. arrivo in Italia nel 999;
ii. ottenimento della contea di Aversa da parte di Rainulfo Drengot (1029);
iii. conquista di Capua (1062);
iv. emergere di altri capi normanni: Altavilla;
e. i rapporti con il papato:
i. ostilit di Leone IX (1049-54), sconfitto a Civitate nel 1053;
ii. accordo di Melfi tra Niccol II (1058-61) e Roberto il Guiscardo: ottenimento del
titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia come vassallo del papa;
f. lazione di Roberto il Guiscardo e Ruggero I dAltavilla:

i. avvio nel 1061 della conquista della Sicilia;


ii. conquista di Bari (1071), ultimo possedimento bizantino in Italia;
iii. sottomissione di Amalfi, Abruzzo e Salerno;
iv. progetto di conquista di Costantinopoli;
v. liberazione di Roma e di Gregorio VII da Enrico IV (1084);
g. regno di Ruggero Borsa (1089-1111) e Guglielmo (1114-27);
h. il regno di Ruggero II:
i. padrone della Sicilia e rivendicazione di Puglia e Calabria;
ii. incoronazione a re di Sicilia da parte dellantipapa Anacleto II.
3. I caratteri del regno di Sicilia
a. la questione religiosa:
i. riorganizzazione dellapparato ecclesiastico e nomina di prelati di fiducia;
ii. lApostolica legazia (1098): Ruggero mantiene il controllo della Chiesa siciliana con
il titolo di legato papale, a lui concesso personalmente e dunque non trasmissibile in
modo automatico agli eredi;
b. caratteri di modernit:
i. sfruttamento delle strutture di governo arabe e bizantine;
ii. efficiente amministrazione, articolata in uffici centrali e periferici;
iii. attivit legislativa e riscossione fiscale;
c. esaltazione di stampo orientale dellautorit regia;
d. organizzazione feudale:
i. piramide feudale;
ii. autonomie giurisdizionali di signori ed enti ecclesiastici;
iii. forme di autonomia cittadina;
iv. equilibrio tra forze locali e autorit regia, rappresentata da funzionari;
v. risultato alla lunga dannoso dellintroduzione dei rapporti feudali per lo sviluppo
della societ e delleconomia: mancato sviluppo di forme istituzionali partecipative.
4. Le origini delle crociate:
a. il concilio di Clermont-Ferrand e il discorso di Urbano II (1095);
i. pellegrinaggio in Terrasanta come espiazione;
ii. aiuto alla Chiesa orientale;
iii. tradizione del discorso in quattro versioni, entrambe successive;
b. le cause:
i. forte slancio espansivo della societ europea: aumento popolativo, richiesta di nuove
terre, ampliamento dei commerci;
ii. problema dei cadetti;
iii. ottimismo e inquietudine religiosa;
iv. predicazione e millenarismo;
v. entusiasmo religioso;
c. pretesti:
i. richiesta daiuto dellimperatore bizantino Alessio Comneno;
ii. oppressione dei Turchi sulle comunit cristiane in Terrasanta: libert di culto e forme
di autonomia;
d. la crociata dei poveri:
i. predicazione di Pietro lEremita (Pietro di Amiens) nel 1095;
ii. mancanza di organizzazione;
iii. saccheggi e massacri di ebrei;
iv. reazione violenta di vescovi e signori locali: massacri;
e. la prima crociata (1096-99):
i. pressione di Urbano II;
ii. partecipazione di Ugo di Vermandois, Goffredo di Buglione, Boemondo dAltavilla,
Roberto di Fiandra, Roberto di Normandia;
iii. concentrazione a Costantinopoli (1097);
iv. inadeguatezza dellesercito crociato alle condizioni climatiche;
v. odi e rivalit tra i capi;
vi. nomina di Goffredo di Buglione a comandante dellesercito;

vii. conquista di Gerusalemme e massacro della popolazione ebraica e islamica (1099).


5. Gli Stati crociati e lesportazione dei rapporti feudali in Oriente:
a. difficolt:
i. scarse conoscenze di poliorcetica;
ii. i singoli capi abbandonano progressivamente la spedizione, per ritagliarsi un proprio
dominio;
b. nascita degli Stati crociati:
i. contea di Edessa (Baldovino di Fiandra);
ii. principato di Antiochia (Boemondo dAltavilla);
iii. regno di Gerusalemme (Goffredo di Buglione) e sua estensione allarea costiera;
c. lassetto:
i. arrivo di pellegrini e cavalieri;
ii. importazione della feudalit, ma in assenza di solidariet tra i membri della classe
dominante;
d. ordini militari:
i. difesa dei pellegrini e degli oppressi contro gli infedeli;
ii. Ospedalieri di san Giovanni (1113);
iii. Templari (1120);
iv. Cavalieri Teutonici (1198);
e. le citt marinare italiane:
i. diffidenza iniziale di Venezia, favorevole piuttosto alla microconflittualit che a una
grande campagna,
ii. adesione convinta di Genova e Pisa;
iii. inserimento delle tre repubbliche nei mercati orientali e ottenimento di privilegi.
6. La riscossa dei musulmani:
a. successo crociato consentito dalle lacerazioni interne al mondo musulmano;
b. riconquista musulmana di Edessa (1144);
c. seconda crociata (1147-48):
i. predicazione di Bernardo di Chiaravalle;
ii. partecipazione dellimperatore Corrado III, del re di Francia Luigi VII e del re di
Sicilia Ruggero II;
iii. fallimento;
d. riscossa musulmana:
i. formazione di un sultanato indipendente esteso dallEgitto alla Mesopotamia da
parte del curdo Saladino;
ii. riconquista di Gerusalemme (1187);
e. terza crociata (1189-92):
i. partecipazione di Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone e Filippo II
Augusto;
ii. morte accidentale del Barbarossa (1190);
iii. recupero di San Giovanni dAcri e conquista di Cipro (costituita in regno e affidata
ai Lusignano).
7. La quarta crociata e la formazione dellimpero latino dOriente:
a. politica italiana degli Svevi:
i. matrimonio tra Enrico VI (1190-97) e Costanza dAltavilla;
ii. sconfitta del ribelle Tancredi di Lecce;
iii. elaborazione di un progetto politico mediterraneo: omaggio feudale dei re di Cipro e
di Gerusalemme;
b. Innocenzo III (1198-1216):
i. promozione di una nuova crociata;
ii. progetto di recupero di Gerusalemme e di riconduzione della Chiesa dOriente sotto
il controllo papale;
c. crisi di Bisanzio:
i. crescente potere dellaristocrazia fondiaria;
ii. pressioni esterne: Turchi, Slavi, Normanni;
iii. predominio economico di Venezia;

iv. concessioni a Genova e Pisa: Venezia elabora allora un progetto egemonico;


d. la quarta crociata (1202-04):
i. bandita da Innocenzo III;
ii. ruolo di Venezia: il doge Enrico Dandolo offre le navi in cambio dellaiuto dei
crociati nella riconquista di Zara;
iii. conquista di Costantinopoli (1204);
iv. fondazione dellImpero latino dOriente, affidato a Baldovino di Fiandra, e
passaggio della gran parte del territorio imperiale sotto la sovranit veneziana.
8. La fine dellImpero latino dOriente:
a. debolezza dellImpero latino:
i. ostilit della popolazione;
ii. fallimento del tentativo di riunificazione delle due Chiese;
iii. mancanza di controllo sui poteri locali;
iv. insofferenza di Genova e Pisa per il predominio di Venezia;
b. il crollo dellImpero latino:
i. accordo tra Michele Paleologo, signore di Nicea, e Genova (1261);
ii. il Paleologo riconquista Costantinopoli;
9. Lagonia dellideale di crociata:
a. sopravvivenza dellintento di conquistare Gerusalemme;
b. la quinta crociata (1217-21):
i. bando del IV Concilio Lateranense (Innocenzo III, 1215);
ii. partecipazione del re Andrea dUngheria;
iii. conquista di Damietta;
c. la sesta crociata (1248-54):
i. partecipazione di Luigi IX;
ii. cattura del re e sua liberazione dietro pagamento di un riscatto;
d. la settima crociata (1270): epidemia di peste e morte di Luigi IX;
e. la crociata di Federico II (1229):
i. accordo con il sultano del Cairo;
ii. restituzione di Gerusalemme, ma senza fortificazioni;
iii. perdita di Gerusalemme (1244);
f. riconquista musulmana:
i. i Musulmani si impadroniscono del sultanato;
ii. riconquista dei territori ancora cristiani, ultimata nel 1291.

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