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n. 17 VI 7 maggio 2014
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moria: quel proletari di tutto il mondo unitevi. Di tutto il mondo ricordate? Dove i proletari oggi sono l'intera umanit a cui, multinazionali e
banche, tolgono persino l'acqua per
vivere. Ci obbliga a ricordare 1,5
miliardi di persone senza acqua potabile, 2,5 senza servizi igienici e
che, anche nella nostra Europa, 170
milioni di europei sono senza acqua
controllata. Che la chiusura dei rubinetti ai poveri o negarla alle baraccopoli di immigrati e di Rom
violare un diritto umano.
Concretizzare il diritto all'acqua,
vuol dire parlare di norme per un
suo governo mondiale, diverso dalla
governance privata del Consiglio
Mondiale dell'Acqua diretto dagli
stakeholder Suez e Veolia. Sappiamo che sia sulla questione
dell'Autorit Mondiale, sia su Expo
esistono serie riserve politiche nei
movimenti dell'acqua. Vediamo per
se possibile trovare un modo con
cui confrontarci tutti.
a. L'Autorit mondiale si presenta di
difficile realizzazione e suscita troppe contraddizioni. Resta l'orizzonte
a cui tendere tracciando un percorso concreto e condivisibile. Costituzionalisti come Postiglione, Scovazzi e il Centro Diritti Umani di Papisca, concordano con la scelta di
rella per le Multinazionali Coca Cola, Nestl, Barilla. Quindi un convinto No Expo.
Ma qui sta il punto, nel merito dei
temi di Expo, chi tenter di parlare a
quella moltitudine in arrivo di scatenati consumatori, dei grandi diritti
negati a miliardi di persone? In tanti
vorrebbero che le voci del movimento dell'acqua, dei movimenti cittadini, delle associazioni, della politica
alternativa, fossero marginalizzate.
Non c' bisogno perci che ci si
marginalizzi da noi stessi.
Non riusciremo a piegare Expo alle
nostre idee, ma abbiamo con noi un
voto di 27 milioni di italiani e quindi il
dovere di parlare e proporre anche
in questo contesto, il Protocollo
dell'acqua, che nasca una sede dove discuterlo e favorire incontri internazionali e dove il Sindaco potrebbe cominciare a riunire Sindaci
di altre citt del mondo. Sono convinto che abbiamo un altro dovere:
quello di non piegarci al destino
che con la crisi, sia un lusso guardare e parlare delle cose del mondo
e di non rassegnarci mai a che il
senso comune degradi ancora di pi
nei micro orizzonti locali, etnici o
nazionali. Abbiamo il diritto di pensare che l'acqua pu ancora regalare vittorie all'umanit.
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che oltre a un po di ossigeno per le
incombenti grandi scadenze di Milano (area metropolitana ed Expo)
nasca, magari direttamente dai giovani, un impegno a costituirsi come
soggetto comune civico, come mo-
prirsi a un dibattito culturale mondiale su come si esce dalla crisi del paradigma della modernit.
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pronta a sbandierarla a fini elettorali, mistificando lo status dei siriani
da profughi a clandestini.
Le parole di Pierfrancesco Majorino
nei confronti del Governo sono durissime: Il governo se ne lava le
mani, gioca a nascondino. Scarica
tutto lonere della gestione materiale
su due punti, la Sicilia e noi. Milano
sola come Lampedusa. () inutile che ci giriamo intorno: questi
profughi se non sono assistiti fanno
il loro viaggio grazie alle reti criminali. Di fatto il governo, volente o
nolente, confida che la manodopera
criminale porti via dallItalia i siriani.
Questa lesperienza che stiamo
facendo in questi mesi.. E sfiora la
minaccia: Il governo o ci , o ci fa.
Non pensi, quando avremo il semestre di presidenza europea, che Milano si prester a fare il gioco sporco per nascondere sotto il tappeto il
problema dei profughi. Il giorno do-
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re politico a discussioni che si ostinano a negare il pi antico e importante brocardo prodotto dalla civilt
giuridica, ad impossibilia nemo tenetur?
A Milano come nelle altre nove citt
metropolitane questanno la situazione resa ancora pi surreale dal
fatto che a partire (forse) dal 2015
ma certamente dal 2016 dovr aver
visto la luce uno schema di bilancio
della Citt metropolitana, con la definizione chiara e puntuale della
spesa corrente che spetter a quel
livello e soprattutto delle fonti di finanziamento necessarie: quale
senso ha redigere documenti contabili che si riferiscono alla realt
definita nel 1923 con linglobamento
degli undici Comuni come se la
stessa dovesse durare immutata
altri cento anni? Nessuno ovviamente, tranne che per i numerosi
un uomo chiamato cavillo che
hanno preso il sopravvento nella
definizione dellordinamento statale
imponendo come sacro il principio
se la procedura rispettata, dormiamo tutti il sonno dei giusti.
per questo che sono convinto che
Giunta e maggioranza debbano esplicitare in un documento politico
quello che finora emerso solo attraverso alcune interviste e annesse
(flebili) polemiche e cio che la definizione dei compiti primari e delle
risorse della Grande Milano attraverso una messa in discussione dei
rapporti con gli altri livelli istituzionali, Governo ma soprattutto Regione
Lombardia, viene prima e comun-
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que infinitamente pi importante
della definizione dei meccanismi
elettorali. Occorre infatti dire con
chiarezza che funzioni cruciali come
il trasporto locale, il welfare, la sanit non ospedaliera, la casa, i servizi
urbani come rifiuti e acqua, che sul
solo Comune di Milano impattano
per quasi 2 miliardi di euro su un
totale di meno di tre, non sono di
competenza della Citt metropolitana ma sono la Citt metropolitana.
La questione del finanziamento della sostenibilit e dellorganizzazione
delle stesse ne costituiscono il progetto politico e operativo e ogni in-
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Giuliana Nuvoli
La natura delleconomia moderna
ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra leconomia e letica
(Sen 1987): da questo postulato
muove La societ generosa (Milano,
Feltrinelli, 2014) di Pier Mario Vello
e Martina Reolon, testo che restituisce una centralit spesso dimenticata allindividuo, come motore di
ogni azione possibile, come ultimo
depositario di valori, come ens construens di ogni futura societ e di
ogni possibile benessere.
La tesi non certo nuova, ma stimolante e rimanda a una visione del
mondo in cui non pi il singolo a
farsi carico di creare speranza, ma
accanto a lui agiscono, in armonia,
le istituzioni. Il percorso del testo
costruito su unimplicita, ma ineludibile, memoria della Divina Commedia: da due vizi capitali quali linvidia
e lavidit, in perenne conflitto con la
creativit e la generosit, si giunge
a unomeostasi ideale in cui lo stato,
leconomia e la filantropia coesistono bilanciandosi in un interscambio
che va a tutto vantaggio dei singoli
e della societ nel suo complesso.
linvidia e non lavidit il sentimento maggiormente distruttivo.
Essa, a differenza dellavidit, non
cerca solo di derubare quanto ritenuto buono nelloggetto del suo desiderio, ma mette anche gli elementi
cattivi del S nelloggetto desiderato, attraverso una proiezione che ha
come scopo quello di danneggiare
loggetto
e
di
distruggerlo.
Questaspetto () porta alla distruzione della creativit. (pp. 47-48)
Gli autori indicano come da lungo
tempo siano stati riconosciuti legami
profondi fra la generosit e lattivit
dellintelletto, poich, a guardar bene la generosit aspetto fondativo
dello sviluppo della mente (). La
generosit ha profondi legami con la
possibilit stessa di una cognizione
allargata e flessibile del mondo che
circonda. Il canale profondo che collega generosit con creativit passa
attraverso la cognizione premurosa
e, soprattutto, attraverso limmaginazione (p. 52.)
La generosit vola leggera per sovrabbondanza dessere: () come un paradigma sovramorale, non
settario, areligioso, non fideistico,
transnazionale, sovraetnico. (p.
50), in un rapporto simpatetico con
la creativit, e con almeno sette caratteristiche che si riscontrano specularmente nelluna e nellaltra:
1. operano attraverso lintegrazione
e linclusione;
2. in loro presente la gratuit ed
assente il calcolo;
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lenza, la disparit, il dolore. Amartya
Sen sostiene che se vero che
letica pu dare molto alleconomia,
anche leconomia pu rendere pi
ricca letica. Tesi che condividiamo
perch leconomia
1. individua un fondamento realistico delle regole, legato allindividuo,
al suo qui e al suo dove, limando le
asperit dellassolutezza etica;
perch d (mentre laltro in apparenza riceve), si pu pensare a costruire anche una societ pi felice.
Utopia? Forse. Ma siamo grati a libri
come La societ generosa, poich
non possiamo dilazionare pi a lungo un percorso globale, profondamente condiviso e - questa volta
irreversibile - verso unautentica filantropia (e non solo istituzionale).
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Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il
ventiquattro maggio. Speriamo che
lomonima piazza milanese sia almeno riqualificata in tempo.
Ogni paese o citt dItalia ha dedicato una piazza ai suoi militi per lo
pi ponendo al centro un monumento ai caduti di quella sanguinosa
guerra iniziata centanni fa per ricordare, a imperitura memoria, i
propri concittadini che hanno dato la
vita per la patria, scolpendo sui lati
nomi, cognomi e grado; cos come
penso che a tutti sia capitato di soffermarsi e riflettere, camminando
sui nostri monti tra resti di trincee e
forti diroccati sui tanti patimenti
sopportati da quei giovani eroici alpini, i ragazzi del 99, provenienti da
tutta, tutta la penisola da nord a sud
cui per la prima volta era stata messa addosso una divisa e in mano un
moschetto, come mirabilmente descritto nel film capolavoro La grande guerra di Monicelli. Levento assurge a epopea nella narrazione
dellufficiale di complemento Emilio
Lussu in Un anno sullaltipiano cos come esaltato nei celebri versi
di Giuseppe Ungaretti, volontario
nel 19 reggimento di fanteria: La
morte/ si sconta/ vivendo. dedicati
alla memoria dei commilitoni caduti,
al pari dellorrore della guerra descritta nelle dolorose pagine dal vo-
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In Inghilterra, ci sono unapposita
Authority e un codice che sovrintendono a tutte le nomine pubbliche,
non per sottrarle ai ministri cui la
legge le affida ma semplicemente
per garantire che il metodo di selezione sia al di sopra di ogni sospetto. E si tratta di un metodo semplice
e lineare che andrebbe, semplicemente, replicato nel nostro Paese.
Merito, imparzialit e trasparenza
sono i tre criteri guida cui ogni processo di nomina pubblica deve ispi-
trasparenza al di sopra di ogni sospetto. Solo con un metodo cristallino di selezione, tutte le componenti
dellimprenditoria e del management, anche quelle meno note
alla politica e alla pubblica opinione,
nellovvio rispetto delle pari opportunit di genere, potranno aspirare
ai ruoli dirigenziali che le loro competenze e la loro esperienza meritano.
molti altri) speriamo proprio di vincere con Renzi. Realisticamente l'unica strada praticabile per fare passi
avanti, dunque niente illusioni ma
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
"Dall'8 al 15 maggio Festa del Cinema: in tutta Italia l'ingresso alle sale sar a tariffa ridotta (3 euro e 5 euro per i film in
3D). La Festa del Cinema promossa dalle associazioni di categoria, ANEC, ANICA, ANEM insieme a ACEC e FICE.
Tutte le informazioni sulle sale aderenti e sulle iniziative collegate sul sito http://www.festadelcinema.it. "
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peramento intraprendente, dolcemente incosciente di Bruna, interpretata da una solare Isabella Ragonese, alla capacit di adattamento e di leggere dentro le persone di
Dino.
La parte migliore della commedia
sta per nella magia dell'alchimia di
tanti personaggi stravaganti e irresistibili che fanno da corollario, personaggi che la leggerezza di tocco
di Mazzacurati non fa mai scadere
nella caricatura.
Anche perch le situazioni, spesso
ad alto contenuto di improbabilit,
sono affidate al talento discreto degli attori amici di sempre, tutti affettuosamente accorsi a condividere
con Mazzacurati la voglia di far sorridere ancora: dal cappellano del
carcere femminile rovinato dai videopoker (Battiston), al macellaio che
fa collezione di sedie di tutte le fogge (Citran), ai gemelli che giocano a
ping pong nella fabbrica del padre
(Albanese) agli spiantati imbonitori
darte televisivi (Silvio Orlando e
Fabrizio Bentivoglio), alla funzionaria sadomaso del tribunale, all'anziana medium (Milena Vukotic) con
badante, che in seduta spiritica fornisce indizi per ritrovare i proprietari
delle sedie.
Si sorride molto vedendo questo
film, liberamente tratto - come si sarebbe detto una ventina di anni fa da una novella russa. E fa piacere
sapere che Mazzacurati questo aveva come obiettivo:Ho raccontato
storie tristi che involontariamente
hanno fatto ridere, ma per una volta
nella vita volevo fare una commedia
che mi divertisse come spettatore e
mettere insieme il senso di catastrofe nel quale sembra che stiamo precipitando e lenergia che malgrado
tutto si sente nellaria.
Si sorride con Bruna e Dino, belli e
generosi, familiari ed empatici con
lo spettatore, pieni di inventiva nonostante la crisi economica li abbia
prosciugati di soldi e affetti. Accomunati da una precedente scarsa
fortuna con lamore, scoprono che
abbandonano i libri a favore del lusso: superattici, donne, abiti, champagne, ecc. Non hanno, per, fatto i
conti con la legge e con la malavita
e da ricercatori diverranno ricercati.
La narrazione ha un buon ritmo, i
dialoghi sono esilaranti, uno per tutti
quello dellantropologo (Sermonti)
che tenta di farsi assumere da uno
sfasciacarrozze parlando un romanesco sgangherato. Nel colloquio di
selezione gli scappa il termine diatriba. Lo sfasciacarrozze lo smaschera, diffida di chi ha studiato, gli
consiglia di combinare qualcosa di
brutto nella societ per redimersi e
poi di ripresentarsi. Avr pi chanches.
Gli attori (Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano
Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcor, Sergio Solli)
sono affiatatissimi e hanno anche
loro laria di essersi divertiti parecchio.
Dorothy Parker
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
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La maledizione della Scala
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Gli alti e i bassi, e anche gli improvvisi silenzi, cui da anni ci stiamo abituando a proposito del tempio della musica per eccellenza che La
Scala, cominciano ad avere il sapore della maledizione (o, come viene
definita dal Sabatini Coletti, una
punizione scagliata dalla divinit su
qualcuno o qualcosa o invocata dagli uomini come augurio di male);
basta mettere in fila gli ultimi tre decenni di vita del Teatro, a partire
dalla crisi che si venne a determinare nel 1986 fra lorchestra e il suo
direttore Claudio Abbado, per capire
come sia cominciato allora un declino dal quale ancora oggi non riusciamo a liberarci.
Proviamo a ricordare sinteticamente
i capisaldi della storia del Teatro e
della sua incontestata eccellenza.
Finita lepoca delle grandi prime
delle opere di Salieri e Rossini, di
Donizetti e Bellini, di Verdi e Puccini
(lultimo di questi straordinari eventi
stata la Turandot nel 1926), eravamo gi entrati nellera di Toscanini che a parte il momento buio del
fascismo e della guerra, conclusosi
con la riapertura del 1946 e con il
debutto di Renata Tebaldi si subito saldata agli anni di Victor De
Sabata (cera anche Maria Callas!)
e poi di Claudio Abbado; in quei mitici quarantanni abbiamo sentito,
oltre alle voci pi belle del mondo,
direttori dorchestra come Guido
Cantelli, Herbert von Karajan e Wilhelm Furtwngler, abbiamo avuto
direttori artistici come Francesco
Siciliani e Luciano Chailly, sovrintendenti come Paolo Grassi e Massimo Bogiankino, e registi come
Giorgio Strehler e Luchino Visconti.
Della Scala non si dicevano che
meraviglie, tutto il mondo ce la invidiava, ogni musicista la considerava
la vetta pi alta da scalare per il
successo.
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Gina Lagorio
Parlavamo del futuro
a cura di Simonetta Lagorio
Melampo, 2011 pag. 262, 18 euro
La proposta di curare un libro che
raccogliesse parte degli interventi
civili di Gina Lagorio mi venuta
da un vecchio amico, Nando dalla
Chiesa, e lho accolta con entusiasmo perch ritengo che sia stato
proprio limpegno civile e il forte intreccio tra vita, letteratura, senso
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che e sar una dura battaglia.
dare testimonianza, la responsabilit che ha sempre attribuito alla parola: sono stanca di veder violata la
sacralit della parola. Intendo la sacralit in senso lato e laico, di rigore, di attenzione alla verit, di responsabilit di quel che si dice .
Gli articoli scelti per il libro abbracciano quarantanni di attivit, dal
1965 al 2005. Il primo, il pi antico
in ordine di tempo, del 1965,
una critica teatrale, ma lo spettacolo
di cui si parla, Il processo di Savona di Vico Faggi, che unisce realt
e finzione scenica nella rievocazione di un momento importante
dellepoca fascista lultimo processo libero prima dei tribunali militari - affronta un argomento civile,
assai caro alla scrittrice che lo ha
ripreso pi volte in altre pagine, in
tempi diversi. Larticolo pi recente,
sempre in ordine di tempo, del volume invece lultimo scritto di Gina
Lagorio, pubblicato sullUnit il 16
giugno 2005, esattamente un mese
prima della morte della scrittrice,
avvenuta a Milano il 17 luglio 2005.
significativamente intitolato Per
favore ridateci la speranza e lho
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
Segnalazioni d'autore
Al Piccolo Teatro dal 6 al 18 maggio Clture damour di Pascal Rambert.
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
rubriche@arcipelagomilano.org
Fragilit, equilibrio e critica per Meireles alla Bicocca
Ancora una volta lHangar Bicocca
non sbaglia un colpo. La mostra dedicata a Cildo Meireles, Installations
tutta da vedere e provare. Coinvolgente, poetica, critica e polisensoriale, la mostra la prima manifestazione italiana dedicata allartista
brasiliano, considerato fin dagli anni
60 un pioniere di quellarte intesa
soprattutto come uno scambio attivo
e vitale con il pubblico, come un
rapporto vivo e attivo in grado di coinvolgere lo spettatore in una esperienza multisensoriale.
La personale, a cura di Vicente Todol, comprende 12 tra le pi importanti installazioni realizzate dallarn. 17 VI - 7 maggio 2014
tista tra il 1970 e oggi, ed un percorso ricco di suggestioni che portano lo spettatore ad essere parte
dellopera darte, a farla vivere, ma
anche a mostrargli una realt concettuale nascosta e su cui riflettere.
Cildo Meireles affronta da sempre
tematiche sociali e culturali attraverso opere che rivelano pienamente il
loro significato solo nel momento in
cui sono attraversate e vissute,
coinvolgendo oltre alla vista, anche
ludito, il tatto, lolfatto e addirittura il
gusto.
Il percorso spiazzante, poich si
passa da opere di ridottissime dimensioni ad altre decisamente mo-
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versamento del titolo simboleggia
dunque un percorso interiore accidentato, ogni passo spezza sempre
di pi il vetro sotto ai piedi, simbolo
della fragilit umana, ed sempre
pi difficile andare avanti.
Passando dalla torre fatta di radio
antiche e moderne, Babel, per arrivare ai cubi bianchi e neri sporcabili di Cinza, quello che colpisce la
variet dei materiali usati, scelti
dallartista solo in base alle loro caratteristiche simboliche o sensoriali,
mettendo insieme elementi contrastanti anche dal punto di vista semantico o visivo.
E in effetti Olvido, un tepee indiano
costruito con 6.000 banconote di
diversi paesi americani, circondato
da tre tonnellate di ossa bovine contenute da 70.000 candele, espressione di questo concetto. Mentre gli occhi sono impegnati a distinguere i diversi elementi, le ossa
emanano un odore difficile da sopportare e dal centro della tende fuoriesce un rumore continuo di sega
elettrica. Opera con una critica di
stampo post-colonialista, spesso
presente nei lavori di Meireles, non
affronta per lo spettatore direttamente, imbarazzandolo, ma suggerisce il suo messaggio accostando
elementi dal valore simbolico.
Munari politecnico
Il genio di Bruno Munari ha spaziato
in diversi campi: dalla grafica
alleditoria, dalla pedagogia al design, passando per larte pi pura.
La mostra Munari politecnico, allestita nello spazio mostre del Museo
del 900, propone un percorso affascinante su alcune delle sperimentazioni/invenzioni progettate dallartista.
I pezzi in mostra provengono tutti
dalla Fondazione di Bruno Danese
e Jacqueline Vodoz di Milano, che
nella molteplice veste di amici, collezionisti, editori e industriali, per
decenni hanno sostenuto e incentivato Munari a sperimentare linguaggi diversi. Lobiettivo della mostra dunque rivelare la propensione artistica di Munari, compito
che idealmente prosegue lesposizione allestita nel 1996 nelle sale
della Fondazione stessa, rileggendone per la collezione e aprendola
a un dialogo con una generazione di
artisti, presenti in mostra, che con
Munari hanno avuto un rapporto
dialettico.
La mostra divisa in sezioni, attraverso le quali appaiono gli orientamenti artistici di Munari attraverso il
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Il progetto Rigeneramento di
Cracking Art ha un mantra ben preciso: l'Arte che rigenera l'arte, ovvero un obbiettivo che anche il nuovo corso del movimento, inaugurato
nell'ottobre 2012 fra le guglie del
Duomo di Milano, per sostenere con
fondi nuovi il restauro della guglia
maggiore. Operazione proseguita
anche la primavera successiva (aprile 2013), con una invasione di
migliaia di rane colorate nelle acque
del Naviglio, fino alla Darsena, con
l'obbiettivo di contribuire al recupero
delle chiuse leonardesche alla Conca dell'Incoronata, in San Marco a
Milano.
In questo caso Cracking Art assume
limpegno sociale e culturale di portare larte contemporanea a un confronto attivo con larte antica e monumentale, e anche questa volta
ogni parte sociale chiamata a partecipare in modo attivo per unottima
causa.
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che, dalla originaria Soncino, lo porta a legarsi a doppio filo alla Milano
di met anni 50, ponendosi a fianco
di artisti quali Lucio Fontana e il
gruppo degli spazialisti.
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In mostra si potr ripercorrere il breve cammino di Manzoni, dai lavori
desordio, nella sezione dedicata
alle opere nucleari, fino alle serie
pi note. Immancabili i tre grandi
filoni tematici su cui Manzoni oper
e che sono ormai immediatamente
associati al suo nome: gli Achrome,
le Linee e la famosa Merda dartista.
In particolare degli Achrome la mostra ben nutrita: sono tanti e fatti
di materiali diversi, dai sassi al polistirolo, dalla pelle di coniglio alla
carta, dal peluche ai panini. Sono le
opere forse pi interessanti di Manzoni, in cui, attraverso la neutralit
del colore bianco, sempre prevalente, Manzoni cerca uno spazio totale.
Secondo la definizione stessa data
dallartista, sono "superfici acrome",
senza colore, aperte a infiniti significati possibili. Inizialmente fatti di
gesso, colla e caolino, gli Achrome
non sono manipolati, ma lasciati asciugare naturalmente, affidando la
trasformazione del materiale in opera darte a un processo che avviene
da s. Se per Fontana o Pollock il
gesto dellartista era fondamentale,
costruiva o distruggeva lopera, per
Manzoni quel potere creativo
bloccato, congelato, lasciando questo dono allopera stessa.
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bellissima Giuditta II. Salom, prestito della veneziana Ca' Pesaro,
Adamo ed Eva, Acqua Mossa, Fuochi fatui (una chicca di collezione
privata difficilmente prestata in mostra) e altre opere preziose, ricche
di decorazioni eleganti e sinuose, in
cui il corpo femminile diventa protagonista. La donna prima madre poi
femme fatale, intrigante e sensuale,
portatrice di estasi e di tormento il
soggetto prediletto da Klimt.
Paesaggi (con lincredibile Girasole)
e ritratti sono altre sezioni della mostra, disseminate qua e l dagli
straordinari disegni su carta. Opere
che mostrano tutta labilit del grande maestro che con un solo tratto di
so lo stesso Diocesano, che Sozzani decise di donare anche i suoi disegni al Museo. Con delle clausole
ben precise: i disegni dovevano essere esposti tutti e tutti insieme, con
le loro cornici, e mai conservati o
esposti diversamente.
La raccolta Sozzani costituita da
disegni databili dal XV al XX secolo,
eseguiti da artisti principalmente italiani e stranieri, soprattutto francesi,
offrendo una ricca variet di fogli
riconducibili a scuole diverse, per
epoca e geografia. Tra questi, per la
sezione antica, spiccano i nomi di
Matteo Rosselli, Luca Cambiaso,
Bartolomeo Passarotti, Ludovico
Carracci, Guercino, Elisabetta Sirani, Gian Lorenzo Bernini, Carlo
Francesco Nuvolone, Francisco
Goya, e altri ancora.
Cospicuo anche il nucleo di disegni attribuiti a maestri dellOttocento
francese e dellImpressionismo,
come Jacques Louis David, JeanAuguste-Dominique Ingres, Camille
Corot, Eugne Delacroix, Thodore
Gericault, Gustave Courbet, douard Manet, Auguste Rodin, E-
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tendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, duran-
Minguzzi, di cui sono esposte fusioni e prove in bronzo di grande impatto emotivo.
Il Duomo da sempre il cuore della
citt. Questo rinnovato, ampliato,
ricchissimo museo non potr che
andare a raccontare ancora meglio
una storia cittadina e di arte che ebbe inizio nel 1386 con la posa della
prima pietra sotto la famiglia Visconti, e che continua ancora oggi in
quel gran cantiere, sempre bisognoso di restauro, che il Duomo
stesso.
Museo del Duomo Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 Biglietti: Intero
6 euro, ridotto 4 euro Orari: MartedDomenica: 10.00 -18.00.
GALLERY
VIDEO
ALESSIA MOSCA: UNEUROPA A MISURA DI ITALIA
http://youtu.be/M1QCfAlYu10
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