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assunto dai
partiti
politici
nellimmediato
dopoguerra.
mettendo
dellorganizzazione
dello
in
Stato,
primo
la
piano,
nella
preoccupazione
della
definizione
reciproca
P. Scoppola, La Repubblica dei partiti. Profilo storico della democrazia in Italia, 1945-
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rappresentativa,
lanticomunismo,
ladesione
al
sistema
Repubblica e Costituzione
Assunta la guida del governo con lappoggio della sinistra, De
Gasperi si batt per ottenere due risultati, il primo riguardava la scelta della
forma istituzionale da dare al paese, se farlo rimanere uno monarchia o
farlo diventare una repubblica, che de Gasperi voleva avvenisse attraverso
un referendum popolare; il secondo mirava a evitare che lAssemblea
costituente disponesse anche di poteri legislativi, e conservasse invece il
compito esclusivo di redigere il testo della Costituzione.
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parlamentari,
con
un
parlamento
bicamerale,
cui
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pontefice Pio XII, tendeva a cacciare le sinistre dal governo, senza daltra
parte fomentare le tensioni sociali in un periodo di gi accesi conflitti. A
questo scopo mirava peraltro il viaggio negli Stati Uniti del gennaio 1947
dello stesso De Gasperi.
Nel successivo maggio 1947, dopo una breve crisi causata
dalleccidio ai danni dei contadini riuniti per la festa del lavoro a Portella
della Ginestra a opera del bandito Salvatore Giuliano, De Gasperi form un
nuovo governo e rinvi le elezioni politiche allaprile del 1948. Il nuovo
governo punt la sua azione sulla decisiva collaborazione di due ministri,
Mario Scelba agli Interni, che coordin una vasta azione repressiva nei
confronti delle agitazioni operaie e contadine, e Luigi Einaudi al Tesoro, che
guid una politica economica di deflazione.
I primi mesi del 1948 furono interamente dedicati alla campagna
elettorale, che fu partecipata e combattuta come mai prima. La DC si valse
dellaperto sostegno degli Stati Uniti che influenzarono la competizione
elettorale sia con gli aiuti finanziari sia con la condotta diplomatica, sia
anche con una diretta azione propagandistica rivolta a mettere in guardia
dal pericolo comunista. Ma la DC benefici anche dellappoggio proveniente
dal mondo cattolico, degli appelli del pontefice e delle gerarchie, della
mobilitazione dellAzione cattolica attraverso la creazione di comitati civici.
I partiti della sinistra si accordarono per presentarsi uniti, in quello
che venne definito il Fronte democratico popolare, ma risentirono della
sfavorevole congiuntura internazionale, soprattutto dopo il colpo di Stato in
Cecoslovacchia, che aveva alimentato sulla stampa italiana i timori di un
possibile avvento dei comunisti al potere.
Il centrismo 1948-1958
Lesito della consultazione elettorale espresse una chiara prevalenza
della DC, che con il 48,5% dei consensi ottenne una maggioranza netta,
contro il 31% ottenuto dal Fronte popolare, che pag la decisa
retrocessione dei socialisti, mentre il PCI divenne, allinterno delle forze
della sinistra, il partito con i maggiori suffragi. Dalle prime elezioni dellItalia
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sulla opposizione al
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delle elezioni, che si tennero nel giugno del 1953, non consent al
meccanismo previsto dalla legge di scattare. Il risultato fu che la
retrocessione della DC and a vantaggio delle forze neofasciste, che la
carriera politica di De Gasperi si concluse e con essa anche la stagione del
centrismo. A De Gasperi successe Amintore Fanfani, che guid il partito
nella successiva legislatura detta dellimmobilismo, che vide la DC allearsi
di volta in volta con schieramenti minoritari. Furono questi gli anni in cui la
DC persegu una politica di maggiore autonomia dalla Chiesa, di un pi
esteso radicamento nella societ civile e soprattutto di un deciso
inserimento nei centri di potere specificamente economico.
Gli anni immediatamente successivi alle nuove elezioni politiche del
1958, che non alterarono di molto il peso delle forze politiche, videro i primi
tentativi di apertura a sinistra dei governi democristiani; apertura
incoraggiata anche dallesito fallimentare del breve governo guidato da
Fernando Tambroni e sostenuto in Parlamento dal voto di fiducia decisivo
del Movimento sociale italiano, che aveva scatenato la reazione violenta
delle forze antifasciste che nella citt di Genova avevano dato vita a una
vera e propria insurrezione popolare. I fatti di Genova servirono alla DC per
comprendere che lallargamento della sua base di consenso non poteva
avvenire in direzione delle forze di destra, ma di quelle di sinistra.
Dovendo tracciare un bilancio degli anni del centrismo, Scoppola fa
rilevare come lo spettro del comunismo, la minaccia sempre avvertita dalle
forze conservatrici del paese, che aveva condizionato lazione politica di De
Gasperi, aveva finito anche per frenare ogni iniziativa di riforma e in
definitiva lo stesso processo di crescita democratica del paese, e aveva
lasciato spazio a severe misure repressive per il mantenimento dellordine
pubblico. A ci si aggiunga che la politica del centrismo non aveva avuto la
capacit di esprimere una egemonia culturale: anche il mondo cattolico era
rimasto distante dalla politica centrista non riconoscendosi per esempio
nella scelta di far parte del Patto Atlantico.
Daltra parte le forze di sinistra, pur dando voce a esigenze reali della
popolazione, pagavano il loro legame con lUnione sovietica e con la
tradizione leninista, rallentando linserimento delle classi operaie nella vita
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dello Stato. Senza contare che linsuccesso della riforma elettorale del 1953
determin quello che in sede storiografica stato definito il governo ai
margini, alludendo a una azione di governo sempre pi rivolta a
consolidare le maggioranze, a gestire interessi di parte e quindi a
mantenere il consenso elettorale.
Il centro-sinistra 1962-1968
Fu Aldo Moro, allora segretario della DC, a formulare apertamente,
allinizio del 1962, la proposta del centro-sinistra sulla base di un
avvicinamento gi in atto fra la stessa DC e il PSI di Pietro Nenni, che
aveva ipotizzato la possibilit di offrire un appoggio esterno a una nuova
maggioranza impegnata nellattuazione di un programma di grandi riforme.
Allinizio del 1962, prese avvio il primo governo di centro-sinistra
guidato da Fanfani e formato da DC, Socialdemocratici e PRI con
lastensione nel voto di fiducia da parte dei socialisti. Il contenuto del
progetto riformatore della nuova coalizione riguardava due aspetti
fondamentali: la nazionalizzazione delle aziende produttrici di energia
elettrica, che diede vita alla nuova societ nazionale Enel, e lintroduzione
della scuola media unica e obbligatoria. Le altre importanti riforme che
erano allordine del giorno del nuovo governo, come la creazione delle
Regioni per il decentramento amministrativo e la pianificazione urbanistica,
vennero congelate in vista delle elezioni del 1963, in cui la DC si vide
ridimensionata nei consensi a vantaggio invece del PCI, che guadagn
soprattutto grazie alle profonde trasformazioni sociali di quegli anni.
Alla fine del 1963, prese il via il primo governo affidato alla
presidenza di Aldo Moro, con la effettiva partecipazione dei socialisti. Lesito
della collaborazione fu per il PSI molto difficile, una parte dei suoi deputati
decise infatti la scissione dando vita al partito socialista italiano di unit
proletaria (PSIUP), ma pi in generale risult fallimentare lintera azione del
governo, immobilizzata da quella che Moro battezz la politica dei due
tempi, che prevedeva di restituire vigore alleconomia prima di applicare il
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programma di riforme, ma che nei fatti si tradusse in una politica del rinvio
che cost allo stesso Moro le dimissioni.
Nellestate del 1964, si verificarono oscuri tentativi di sovvertire
lordinamento democratico orditi dal comandante generale Giovanni De
Lorenzo attraverso il piano Solo, che prevedeva loccupazione delle
prefetture, della Rai e delle sedi dei partiti di opposizione, con levidente
finalit di porre fine al centro-sinistra.
Dal sostanziale immobilismo furono caratterizzati anche gli altri due
governi Moro con cui si concluse nel 1968 lesperienza della collaborazione
con la sinistra, deludendo quasi completamente le tante aspettative di
riforma su cui era nata.
Il dibattito storiografico ha messo in luce le conseguenze del
fallimento del centro-sinistra, che rinunciando a realizzare un efficace
programma di riforma ha appiattito la vita politica e lattivit dei partiti su una
ricerca del consenso fine a se stessa, spesso aiutata dallutilizzo delle
risorse pubbliche e delle istituzioni dello Stato. Allincapacit di riformare
lapparato dello Stato, si rimedi cercando di collocare nei posti chiave del
potere uomini di partito, con il risultato di realizzare una vera e propria
occupazione dello Stato. Lesistenza di un sistema democratico bloccato,
che non consentiva lalternanza alla guida del paese delle opposizioni, ma
al contrario prevedeva lesclusione del PCI, avrebbe finito per immiserire la
stessa vita democratica del paese e per rendere i partiti, centri di potere per
lerogazione di privilegi e di vantaggi.
Scoppola ha concluso come le maggiori responsabilit dei governi
poco significativi sul piano delle realizzazioni guidati da Moro, della loro
scarsa incisivit, rimandino alla debolezza intrinseca al sistema politico della
democrazia
italiana,
incapace
appunto
di
fare
uscire
dalle
urne
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