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Otranto 2014
Carissimo/a,
Il giorno dopo Giovanni il Battista stava ancora l con due dei suoi
discepoli e, fissando lo sguardo su Ges che passava, disse: Ecco lAgnello di
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Dio!. E i due discepoli, sentendolo parlare cos, seguirono Ges. Ges allora si
volt e, vedendo che lo seguivano, disse: Che cercate?. Gli risposero: Rabb
(che significa maestro), dove abiti?. Disse loro: Venite e vedrete. Andarono
dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano
circa le quattro del pomeriggio (Gv 1, 35-38).
riesce nella vita. Lo strano silenzio che abita il rumore non custodisce nulla e
quello ben pi sordo e doloroso che lo accompagna non ci fa sentire importanti,
non ci dice che la vita non sarebbe la stessa senza di noi, anzi, ci ruba lunicit, ci
consegna allo squallore della massa indistinta, ci omologa agli standard definiti
chiss dove; ci fa stare in mezzo agli altri, ma non con gli altri n ci fa esistere
per gli altri.
Su questo forse abbiamo opinioni diverse, ma qui, a mio parere, che
ritrovo il nodo cruciale della crisi che stiamo attraversando, la quale non tocca
soltanto lorganizzazione della vita, ma le relazioni e i rapporti tra le persone che
della vita sono la materia prima ed essenziale. Il silenzio che opprime
destinato, prima o poi, ad esplodere: c sempre una calma che precede la
tempesta! Il fallimento della societ nel suo complesso vedi i suoi riflessi nella
cosiddetta emergenza educativa segna lesperienza dei giovani da parte a
parte, sino a quella forma di passione per il rischio vissuta con agghiacciante
temerariet.
Non intendo elencare questi giochi, n discutere se con essi testimoniamo la
virtualit del corpo e la capacit di infrangere ogni limite. Quel che mi preme
sottolineare il grigiore di questi modi distorti e disturbati di segnalare la propria
esistenza, di dire ci sono, di vedere se, caso mai, dal rischio estremo possa
guadagnare qualche fiotto di senso. Non certamente in questo senso che quella
umana una vita spericolata, se non altro perch la passione per il rischio e la
sfida al limite esterno non sono che sintomi di una profonda disaffezione sociale,
spie di una vistosa ferita di non-appartenenza, tratti di una vita muta che esplode
per elemosinare uno spazio di esistenza o chiedere un briciolo di riconoscimento.
6. Di tuttaltro fascino invece la domanda di Ges, gravida della possibilit
di un nuovo inizio, carica di trepidazione e di promesse, come linizio delle storie
dei fidanzati che non sanno come andr a finire, eppure sono certi di essere
entrati in una situazione nuova e totalmente affascinante.
Daltra parte, non forse il ricominciare che permette di crescere e di
andare avanti? La vita non un monotono e continuo svolgersi dello stesso filo,
ma una trama di cominciamenti, di ri-significazioni, di ri-prese, di ri-progettazioni.
nella forma dellargilla continuamente riplasmata dalla storia e dalle storie che
accediamo alla maturit. Le sempre nuove percezioni di noi stessi ci aiutano ad
andare avanti e a risistemare le inevitabili distorsioni, a rivedere le percezioni
erronee, a correggere le sempre possibili deformazioni. Colui che cerca sente il
bisogno di cercare ancora persino quando ha trovato: ogni evento, ogni cosa,
qualsiasi persona hanno sempre nuovi orizzonti da svelare. Lamore vero si
esprime nella continua scoperta di profondit sempre nuove, nel valorizzare tutto
quel che ci viene dagli altri e nel rimuovere le deprimenti presunzioni di essere
degli arrivati.
Che cercate? dunque la domanda in cui si raccoglie tutta la proposta di
una vita autenticamente riuscita. Pi che alludito, domanda che va dritta al
cuore e colpisce in pieno la nostra libert sollecitandola a rispondere in maniera
nuova e creativa. Le domande che vengono da Lui rigenerano le nostre
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oltre alla sofferenza umana, dove Dio ti attende perch tu offra il meglio di te: la
tua capacit di amare, di compatire, di servire.
Soffrire con laltro, per gli altri; soffrire per amore della verit e della
giustizia; soffrire a causa dellamore e per diventare una persona che ama
veramente: questi sono elementi fondamentali di umanit, labbandono dei quali
distruggerebbe luomo stesso.
Ti auguro, perci di vivere senza venderti e senza lasciarti comprare, senza
etichette e senza distinzioni, senza altro nome che quello di persona umana. Ti
auguro di vivere senza seminare vittime lungo il cammino della vita, senza
sospettare o condannare nemmeno a fior di labbra, di lottare per un mondo dove
ognuno possa reclamare il diritto di esserti fratello.
Se puoi, scrivimi. Mi farai felice.
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