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A
grandi
distanze
due
atomi
non
sono
in
grado
di
esercitare
delle
forze
luno
sullaltro.
Con
il
diminuire
della
distanza
(distanza
interatomica,
lungo
la
congiungente
dei
nuclei)
essi
risentono
di
una
forza
attrattiva
(FA)
che
dipender
dal
tipo
di
legame
che
si
instaurer.
Oltre
una
distanza
limite,
si
originer
invece
una
forza
di
tipo
repulsivo
(FR)
per
evitare
la
sovrapposizione
dei
livelli
energetici
degli
atomi.
La
forza
netta
(FN)
che
permette
l'instaurarsi
di
un
legame
data
da:
!
=
!
+
!
E1
All'equilibrio
FN
=
0
quindi
esister
una
distanza
di
equilibrio
r0.
Dalla
distanza
di
equilibrio,
due
atomi
risponderanno
con
una
forza
FA
quando
si
cercher
di
separarli
e
con
una
forza
FR
quando
si
cercher
di
avvicinarli.
Lo
stesso
discorso
pu
essere
fatto
dal
punto
di
vista
energetico:
!
E2
! = ! = ! + !
!
Dove
r
la
distanza
atomica,
EA
l'energia
attrattiva
ed
ER
l'energia
repulsiva.
L'equilibrio,
in
questo
caso,
corrisponder
al
minimo
dell'energia
netta
in
corrispondenza
del
quale
si
individua
il
valore
E0
in
corrispondenza
di
r0.
E0
rappresenta
l'energia
necessaria
da
fornire
al
sistema
per
rompere
il
legame
e
allontanare
due
atomi
all'infinito.
Graficamente
possibile
rappresentare
forze
ed
energie
di
legame
rispetto
alla
distanza
interatomica
(Fig.
1).
Figura
1
-
Forze
ed
energie
di
legame
che
si
instaurano
in
una
coppia
di
atomi
L'energia
di
legame
pu
essere
scritta
secondo
la
relazione:
!
!
E3
!
=
!
+
!
=
-
!
+
!
!
!
Dove
A
una
costante
di
proporzionalit,
B
funzione
del
covolume
e
della
temperatura
mentre
m
e
n
dipendono
dal
tipo
di
legame.
Il
segno
meno
caratterizzante
l'energia
attrattiva
dipende
dal
fatto
che
la
coppia
di
atomi
a
produrre
il
lavoro.
La
forma
della
curva
dell'energia
di
legame
ed
i
valori
ad
essa
associati,
danno
un'indicazione
sulle
caratteristiche
del
composto:
Ad
una
gola
stretta
e
profonda
corrisponde
un
elevato
E0
(in
modulo)
e
i
composti
saranno
caratterizzati
da
elevate
temperature
di
fusione
e
da
elevata
rigidezza
meccanica
(Modulo
di
Young);
Ad
una
gola
larga
e
poco
profonda
corrisponde
un
contenuto
E0
(in
modulo)
e
i
composti
saranno
caratterizzati
da
elevate
dilatazioni
termiche
(l'ampiezza
delle
oscillazioni
rispetto
a
r0
saranno
elevate).
Essendo
gli
elettroni
tutti
impegnati
a
formare
il
legame
tra
gli
atomi
non
possibile
che
questi
tipi
di
solidi
conducano
la
corrente
elettrica.
Siccome
il
catione
pu
attrarre
pi
anioni
questo
legame
risulter
adirezionale.
Ogni
anione
dovr
essere
circondato
da
cationi
nelle
tre
direzioni
dello
spazio
e
viceversa
(Figura
3).
La
struttura
che
ne
consegue
sar
ordinata
e
simmetrica.
Questo
impone
una
struttura
cristallina
particolare
nei
solidi
ionici,
da
cui
derivano
alcune
propriet
caratteristiche:
ad
esempio
se
sottoposti
a
sforzi
essi
tendono
a
rompersi
in
modo
fragile
senza
deformarsi,
saranno
quindi
molto
resistenti,
duri
e
con
temperature
di
fusione
elevate.
Il
legame
ionico
tipico
dei
materiali
ceramici.
Figura
3
Disposizione
degli
ioni
in
un
solido
ionico,
rappresentazione
bidimensionale
Il
legame
covalente
Si
forma
tra
elementi
con
simile
elettronegativit
in
modo
tale
da
far
s
che
lelettrone
dellatomo
meno
elettronegativo
non
venga
ceduto
a
quello
pi
elettronegativo.
La
configurazione
stabile
dellottetto
assicurata
dalla
condivisione
di
uno
o
pi
elettroni
di
valenza
da
parte
degli
atomi
interessati
dal
legame
(Figura
4).
Gli
elettroni
appartengono
contemporaneamente
agli
atomi
coinvolti.
Questo
tipo
di
legame
si
pu
formare
anche
tra
atomi
uguali.
Anche
in
questo
caso
gli
elettroni
sono
impegnati
a
formare
il
legame
e
per
questo
i
solidi
covalenti
non
conducono
lelettricit.
Il
legame
direzionale
(lungo
la
congiungente
dei
nuclei)
e
quindi
le
propriet
dei
solidi
caratterizzati
da
questo
legame
possono
essere
differenti
nelle
diverse
direzioni.
Se
sottoposti
a
sforzi
essi
si
rompono
in
modo
fragile.
Le
forze
di
legame
possono
essere
estremamente
elevate
(diamante)
o
deboli
(bismuto).
Questo
legame
caratteristico
dei
composti
organici
e
in
particolare
delle
catene
che
formano
i
materiali
polimerici.
Una
molecola
caratterizzata
dal
legame
covalente
e
composta
da
atomi
di
diversa
natura
si
comporter
da
dipolo:
gli
e-
di
legame
stazioneranno
per
maggior
tempo
attorno
all'atomo
di
dimensioni
maggiori
causando
uno
sbilanciamento
di
carica
elettrica
(Figura
5).
Figura
5
Esempio
della
formazione
di
dipolo
e
conseguente
legame
elettrostatico
Molto
spesso
all'interno
di
uno
stesso
materiale
i
legami
interatomici
sono
in
parte
ionici
e
in
parte
covalenti.
Soltanto
pochi
composti
presentano
legami
puramente
ionici
o
covalenti.
Per
determinare
la
percentuale
di
legame
ionico
possibile
utilizzare
la
seguente
formula:
%Lionico
=
1
exp
[-0,25(XA
-
XB)2]*100
E4
Dove
XA
e
XB
sono
le
elettronegativit
degli
atomi
interessati
dal
legame.
Il
legame
metallico
I
metalli
sono
caratterizzati
da
un
massino
di
tre
elettroni
i
valenza,
utili
per
formare
un
determinato
tipo
di
legame.
Si
ha
un
legame
metallico
quando
ogni
atomo
fornisce
i
suoi
elettroni
di
valenza
per
dare
origine
a
una
nuvola
di
elettroni
che
circonda
gli
ioni
caricati
positivamente.
Questo
legame
caratteristico
degli
elementi
della
zona
centrale
della
tavola
periodica
(i
metalli
appunto)
che
sono
caratterizzati
da
pochi
elettroni
debolmente
legati
al
nucleo
(Figura
6).
Questo
composto
caratterizzato
da
un
nucleo
ionizzato
che
viene
schermato
interamente
dallo
sciame
di
elettroni.
Figura
6
Rappresentazione
schematica
del
legame
metallico
Dato
che
gli
elettroni
circondano
tutti
gli
ioni
metallici,
si
ha
una
struttura
tridimensionale
ordinata
e
la
forte
attrazione
elettrostatica
crea
il
solido
metallico.
Gli
ioni
metallici
sono
simmetrici
e
formano
strutture
cristalline
compatte
e
ad
alta
simmetria
(vedi
capitoli
seguenti).
Il
legame
adirezionale,
identico
in
tutte
le
direzioni
e
questo
comporta
quindi
anche
adirezionalit
nelle
propriet.
Se
i
metalli
sono
sottoposti
a
sforzi
essi
si
deformano
prima
di
rompersi,
infatti
gli
ioni
riescono
a
scorrere
(rompendo
lo
stesso
numero
di
legami
che
si
riformano)
gli
uni
sugli
altri
in
quanto
sono
legati
dalla
nuvola
elettronica.
Gli
elettroni
non
appartenngono
ad
uno
specifico
ione
e
si
muovono
liberamente
allinterno
del
metallo
dando
ragione
dellelevata
conducibilit
elettrica
e
termica
di
questi
materiali.
I
legami
secondari
Questi
legami,
legami
di
Van
der
Waals,
sono
legami
che
si
originano
tra
molecole
polari.
Le
forze
in
gioco
sono
trascurabili
in
presenza
dei
legami
primari.
I
dipoli
elettrici
presenti
nelle
molecole
permettono
l'instaurarsi
di
forze
Coulombiane
comportando
un
legame
direzionale
debole
con
elevata
dilatazione
termica.
Tali
legami
sono
di
fondamentale
importanza
nei
polimeri,
e
rappresentano
i
legami
tra
le
diverse
catene
polimeriche.
3.
Le
strutture
cristalline
Quando
una
sostanza
solidifica,
essa
pu
formare
sia
una
struttura
amorfa
sia
una
struttura
cristallina.
Le
strutture
amorfe
presentano
al
massimo
un
ordine
a
corto
raggio
ma
possono
essere
definite
come
strutture
random.
Queste
forme
di
solidificazione
sono
tipiche
del
vetro
e
di
alcuni
polimeri.
Le
strutture
cristalline
invece
sono
caratterizzate
da
un
ordine
a
lungo
raggio,
i
metalli
e
i
materiali
ceramici
(tranne
il
vetro)
assumono
questa
struttura.
La
solidificazione
in
strutture
ordinate
consente
di
ottenere
dei
legami
atomici
caratterizzati
da
distanze
interatomiche
minori
che
nel
caso
di
composti
amorfi.
Una
maggior
vicinanza
degli
atomi
consente
di
minimizzare
lenergia
di
legame
diminuendo
di
conseguenza
lenergia
interna
del
composto
(Figura
7).
Figura
7
Impacchettamento
random
ed
ordinato
Si
definiranno
ora
le
strutture
cristalline
tipiche
dei
metalli,
si
descriveranno
pi
avanti
quelle
relative
ai
polimeri
e
ai
ceramici.
I
solidi
metallici
sono
i
pi
semplici
in
quanto
formati
da
atomi
di
un
solo
tipo
che
non
hanno
legami
direzionali.
Per
tale
motivo
lorganizzazione
di
questi
solidi
dipende
principalmente
da
regole
geometriche.
In
questa
trattazione
assumiamo
lipotesi
che
gli
atomi
siano
delle
sfere
rigide
cos
da
semplificare
la
trattazione.
I
reticoli
di
Bravais
Una
struttura
cristallina
un
insieme
di
atomi
organizzati
in
modo
regolare
che
si
ripetono
allinfinito
nello
spazio.
Se
si
considerano
gli
atomi
come
punti
(base),
essi
costituiscono
un
reticolo
cristallino
se
si
ripetono
in
modo
regolare
nelle
tre
dimensioni.
Gli
atomi
occupano
i
punti
di
intersezione
tra
le
linee
che
definiscono
il
reticolo
(Figura
8).
Lunita
che,
se
ripetuta,
forma
il
cristallo
detta
cella
elementare
e
si
definisce
tramite
i
parametri
di
cella
indicati
sempre
in
figura
8.
I
parametri
di
cella
(lunghezze
ed
angoli)
sono
uniche
per
ogni
sostanza
cristallina.
possibile
individuare
qualsiasi
posizione
reticolare
tramite
una
semplice
traslazione
della
cella
unitaria.
Le
celle
elementari
che
si
possono
trovare
nei
cristalli
esistenti
in
natura
sono
solo
14
e
sono
definite
come
i
reticoli
di
Bravais
(Figura
9).
Nei
principali
metalli
di
interesse
ingegneristico
si
trovano
solo
3
tipi
di
cella
elementare.
Queste
sono
la
cella
cubica
a
corpo
centrato,
a
facce
centrate
e
la
cella
esagonale
compatta.
Definiremo
ora
le
principali
caratteristiche
di
questi
sistemi
cristallini:
il
numero
di
atomi
per
cella,
il
numero
di
coordinazione,
il
fattore
di
compattazione
atomica
la
densit
lineare
e
la
densit
planare.
Figura
9
-
Rappresentazione
della
posizioni
atomiche
nella
cella
del
reticolo
CCC:
rappresentazione
ad
atomi
puntuali
(a
sinistra)
e
rappresentazione
ad
sfere
rigide.
Gli
atomi
sui
vertici
sono
condivisi
da
altre
otto
celle
elementari
mentre
latomo
al
centro
appartiene
solo
alla
cella
stessa
(Figura
10).
Il
numero
di
atomi
per
cella
quindi
pari
a:
1/8*8+1=2
Figura
10
Rappresentazione
degli
atomi
appartenenti
a
una
sola
cella
del
reticolo
cubico
a
corpo
centrato.
Nei
metalli
ciascun
atomo
ha
un
numero
di
atomi
primi
vicini
(in
contatto
con
quellatomo).
Questo
numero
il
numero
di
coordinazione.
Il
numero
di
coordinazione
per
un
reticolo
CCC
pari
a
8
(come
riferimento
si
prenda
latomo
al
centro
della
cella).
Si
consideri
ora
la
lunghezza
del
lato
della
cella
pari
ad
a
e
il
raggio
dellatomo
pari
a
R.
Esiste
una
relazione
tra
lato
della
cella
e
raggio
atomico
(gli
atomi
si
toccano
lungo
la
diagonale
del
cubo):
3 = 4 =
4
3
Figura
11
Relazione
grafica
e
numerica
tra
il
raggio
atomico
e
la
distanza
interatomica
di
base
Il
fattore
di
compattazione
atomica
(FCA)
il
rapporto
tra
il
volume
occupato
dagli
atomi
della
cella
e
il
volume
totale
della
cella.
=
Per
una
cella
cubica
a
corpo
centrato
il
valore
di
FCA
pari
a
0,68.
Questo
significa
che
il
volume
di
cella
occupato
dagli
atomi
solo
il
68%.
La
densit
lineare
(L)
esprime
il
numero
di
punti
reticolari
per
unit
di
lunghezza
lungo
una
direzione:
! =
Lungo
la
diagonale
del
cubo,
gli
atomi
sono
in
contatto
tra
loro
comportando
il
massimo
valore
di
L.
Questa
direzione
quella
corrispondente
alla
massima
densit
e
viene
quindi
chiamata
direzione
close-packed.
La
densit
di
piano
(P)
indica
il
numero
di
atomi
per
unit
di
area
di
un
piano
di
interesse.
Vengono
considerati
solo
atomi
centrati
sul
piano
e
il
fattore
peso
per
gli
atomi
condivisi
basato
su
frazioni
di
area.
! =
Mentre
tutti
i
sistemi
cristallini
hanno
direzioni
close-packed
non
tutti
i
sistemi
contengono
piani
close-packed.
Per
ogni
sistema
cristallino
tuttavia
esisteranno
dei
piani
per
cui
P
assume
il
massimo
valore
per
quel
sistema.
La
cella
cubica
a
facce
centrate
(CFC)
Questo
reticolo
caratterizza
il
ferro
puro
(912C<T<1396C),
il
rame,
largento,
loro,
lalluminio,
il
nichel,
il
piombo,
il
platino.
La
cella
cubica
a
facce
centrate
rappresentata
in
figura
12.
La
rappresentazione
fa
vedere
come
la
disposizione
degli
atomi
sia
la
seguente:
un
atomo
per
ogni
vertice
del
cubo
e
un
atomo
al
centro
di
ogni
faccia
del
cubo.
La
rappresentazione
a
sfere
rigide
(Figura
12,
a
destra)
illustra
come
gli
atomi
si
toccano
sulle
diagonali
delle
facce
del
cubo.
Figura
12
-
Rappresentazione
delle
posizioni
atomiche
nella
cella
del
reticolo
CFC:
rappresentazione
per
atomi
puntuali
(a
sinistra)
e
rappresentazione
per
sfere
rigide.
Gli
atomi
sui
vertici
sono
condivisi
da
altre
otto
celle
elementari
mentre
gli
atomi
al
centro
delle
facce
appartengono
a
due
celle
(Figura
13).
Il
numero
di
atomi
per
cella
quindi
pari
a:
1/8*8+1/2*6=4
Figura
13
Rappresentazione
degli
atomi
appartenenti
a
una
sola
cella
del
reticolo
cubico
a
corpo
centrato.
Il
numero
di
coordinazione
per
un
reticolo
CFC
pari
a
12
(come
riferimento
si
prenda
latomo
al
centro
di
una
faccia).
Si
consideri
la
lunghezza
del
lato
della
cella
pari
ad
a
e
il
raggio
dellatomo
pari
a
R.
Esiste
una
relazione
tra
lato
della
cella
e
raggio
atomico
(gli
atomi
si
toccano
lungo
la
diagonale
della
faccia
del
cubo):
2 = 4 =
4
2
Figura
14
Relazione
grafica
e
numerica
tra
il
raggio
atomico
e
la
distanza
interatomica
di
base
Quindi,
il
fattore
di
compattazione
atomica
pari
a
0,74.
Questo
significa
che
il
volume
di
cella
occupato
dagli
atomi
il
74%.
La
densit
lineare
lungo
la
diagonale
della
faccia
(dove
c
il
contatto
degli
atomi)
massima
e
questa
direzione
quella
close-packed.
La
cella
esagonale
compatta
(EC)
Questo
reticolo
caratterizza
il
magnesio,
lo
zinco,
il
titanio
(T
<
882C),
il
cobalto
e
il
cadmio.
Figura
15
-
Rappresentazione
delle
posizioni
atomiche
nella
cella
del
reticolo
EC:
rappresentazione
per
atomi
puntuali
(a
sinistra)
e
rappresentazione
per
sfere
rigide.
Gli
atomi
sui
vertici
sono
condivisi
da
altre
sei
celle
elementari,
gli
atomi
al
centro
delle
facce
appartengono
a
due
celle
(Figura
15)
i
tre
atomi
sul
piano
intermedio
appartengono
interamente
alla
cella.
Il
numero
di
atomi
per
cella
quindi
pari
a:
1/6*12+1/2*2+3=6
Il
numero
di
coordinazione
per
un
reticolo
EC
pari
a
12
e
il
suo
fattore
di
compattazione
atomica
pari
a
0,74.
Si
notano
alcune
similitudini
con
il
reticolo
CFC.
Questo
dovuto
al
fatto
che
i
due
reticoli
sono
ottenuti
dallimpilamento
di
piani
cristallografici
equivalenti
che
sono
piani
di
massima
densit
atomica.
Questi
piani
sono:
i
piani
basali
del
reticolo
esagonale
e
i
piani
(111)
del
reticolo
cubico
a
corpo
centrato.
I
reticoli
hanno
per
una
forma
diversa
perch
la
sequenza
di
impilamento
differente.
Allotropia
Lallotropia
di
un
metallo
la
sua
capacit,
al
variare
della
temperatura
e/o
della
pressione,
di
assumere
diverse
strutture
cristalline.
Lesempio
principale
quello
del
ferro
puro,
che
subisce
una
serie
di
trasformazioni
allotropiche
durante
il
suo
riscaldamento
dalla
temperatura
ambiente
alla
sua
temperatura
di
fusione
(e
viceversa).
Come
illustrato
prima
a
temperatura
ambiente
il
ferro
puro
ha
una
struttura
CCC
(ferro
),
riscaldando
il
questo
metallo
la
struttura
rimane
la
stessa
fino
a
912C
ove
si
ha
una
trasformazione
allotropica
ed
esso
diventa
CFC
(ferro
).
Questa
struttura
resta
stabile
fino
a
1396C
dove
il
ferro
si
subisce
una
nuova
trasformazione
in
CCC
(ferro
)
che
rimane
stabile
fino
alla
fusione.
La
trasformazione
allotropica
non
una
trasformazione
chimica
ma
fisica
dovuta
alla
diffusione.
Il
metallo
rimane
invariato
ma
cambia
la
sua
organizzazione
cristallina
con
conseguente
variazione
di
densit
e
altre
propriet.
Gli
indici
di
Miller-Bravais
e
sistemi
di
scorrimento
Gli
indici
di
Miller-Bravais
sono
necessari
per
individuare
posizioni,
direzioni
e
piani
allinterno
di
un
reticolo
cristallino.
Nella
seguente
trattazione
si
studieranno
le
sole
celle
cubiche.
In
generale
gli
assi
di
un
reticolo
sono
scelti
lungo
gli
spigoli
della
cella
unitaria.
Direzione
cristallografica
(Figura
16)
Una
direzione
cristallografica
definita
come
un
vettore
che
congiunge
due
punti
del
reticolo.
Per
determinare
una
direzione
si
usano
tre
indici
secondo
la
seguente
convenzione:
a) si
sceglie
un
vettore
tale
che
passi
dallorigine
delle
coordinate.
Ogni
vettore
pu
essere
traslato
nel
reticolo
senza
alterarsi
se
si
mantiene
il
parallelismo;
b) si
determina
la
lunghezza
delle
proiezioni
del
vettore
sui
tre
assi.
Questa
viene
misurata
tramite
la
dimensione
della
cella
unitaria
a;
c) questi
tre
numeri
sono
moltiplicati
o
divisi
per
un
fattore
comune
in
modo
da
ridurli
ai
pi
piccoli
valori
interi;
d) i
tre
indici,
non
separati
da
virgola,
sono
racchiusi
tra
parentesi
quadre
:[uvw].
Gli
indici
negativi
sono
rappresentati
da
una
barra
sopra
lindice
appropriato.
Per
alcune
strutture
cristalline
diverse
direzioni,
non
parallele,
con
indici
diversi,
sono
equivalenti
cio
la
spaziatura
tra
gli
atomi
lungo
ciascuna
direzione
la
stessa.
Nei
cristalli
cubici
tutte
le
direzioni
rappresentate
dai
seguenti
indici
sono
equivalenti:
[100],
[100],
[010],
[010],
[001]
e
[001].
Le
direzioni
equivalenti
sono
raggruppate
in
famiglie
racchiuse
tra
parentesi
angolate
<100>.
Figura
16
Indici
di
Miller-Bravais
per
individuare
direzioni
cristallografiche
Figura
17
-
Indici
di
Miller-Bravais
per
individuare
piani
cristallografici
Sistemi
di
scorrimento
Le
direzioni
di
massima
densit
atomica
rappresentano
quelle
direzioni
(che
si
sviluppano
continuamente
per
tutto
il
reticolo)
in
cui
gli
atomi
sono
il
pi
vicino
possibile,
quindi
hanno
una
elevata
densit
lineare.
Per
un
sistema
CCC
queste
direzioni
sono
rappresentate
dalle
diagonali
interne
del
cubo
caratterizzate
dagli
indici
[111].
Ci
sono
due
direzioni
indipendenti
di
questo
tipo.
Per
un
sistema
CFC
le
direzioni
di
massimo
impacchettamento
corrispondono
alle
diagonali
delle
facce
del
cubo
caratterizzate
dagli
indici
[110].
Ci
sono
tre
direzioni
indipendenti
di
questo
tipo.
Lungo
le
direzioni
di
massimo
impacchettamento
(close-packed)
la
deformazione
del
reticolo
favorita.
Allo
stesso
modo
si
possono
individuare
i
piani
di
massimo
impacchettamento
(piani
ottaedrici)
dove
la
densit
planare
maggiore.
Per
un
sistema
CCC
questi
piani
sono
rappresentati
dai
congiungenti
gli
spigoli
opposti
del
cubo
caratterizzati
dagli
indici
(110).
Ci
sono
sei
piani
indipendenti
di
questo
tipo.
Per
un
sistema
CFC
i
piani
di
massimo
impacchettamento
corrispondono
al
piano
congiungente
tre
vertici
opposti
del
cubo
corrispondenti
a
(111).
Ci
sono
quattro
piani
indipendenti
di
questo
tipo.
Lungo
i
piani
di
massimo
impacchettamento
(close-packed)
la
deformazione
del
reticolo
favorita
in
quanto
la
spaziatura
tra
questi
piani
maggiore
comportando
una
maggior
distanza
interatomica.
Dal
grafico
dellEN
facile
dedurre
che
ad
una
maggior
distanza
interatomica
corrisponde
una
minor
energia
di
legame
e
quindi
maggior
facilit
di
scorrimento.
Le
direzioni
e
i
piani
close-packed
per
le
celle
CCC
e
CFC
sono
mostrati
in
figura
18.
I
sistemi
di
scorrimento
corrispondono
alle
possibilit
di
scorrimento
dei
reticoli
cristallini.
In
dettaglio
un
CCC
pu
scorrere
facilmente
lungo
due
direzioni
su
sei
piani
differenti,
per
un
totale
di
12
combinazioni.
Allo
stesso
modo
un
CFC
facilitato
nella
deformazione
in
tre
direzioni
su
quattro
piani
per
un
totale
di
12
combinazioni.
Da
questo
si
deduce
che
i
CCC
e
i
CFC
hanno
lo
stesso
numero
di
sistemi
di
scorrimento
indipendenti
(Figura
19).
Ad
un
maggior
numero
di
sistemi
di
scorrimento
corrisponde
una
maggior
attitudine
allo
scorrimento
dei
piani
cristallini,
quindi
si
potrebbe
dire
che
Fe
(CCC)
e
Al
(CFC)
abbiano
lo
stessa
capacit
di
deformazione.
Questo
non
vero
in
quanto
lattivazione
dei
sistemi
di
scorrimento
avviene
in
maniera
diversa
nei
due
reticoli.
Generalmente
i
CCC
hanno
un
totale
di
12
sistemi
di
scorrimento
ma
quelli
attivi
a
Tambiente
inferiore
rispetto
ai
CFC.
Lattivazione
dei
sistemi
di
scorrimento
attribuibile
alle
variabili
fisiche,
principalmente
proprio
alla
temperatura.
Inoltre,
questo
spiega
il
fenomeno
della
transizione
fragile-duttile
(si
vedano
i
prossimi
capitoli)
ovvero
del
perch
alle
basse
temperature
il
ferro
si
rompe
di
schianto
senza
mostrare
deformazioni
visibili
mentre
lalluminio
conserva
la
sua
capacit
di
deformazione
(si
ricordi
il
Titanic,
le
navi
Liberty
e
la
campagna
di
Russia
di
Napoleone).
Reticolo
Metalli
Piani
di
Direzioni
di
Numero
di
Rappresentazione
scorrimento
scorrimento
sistemi
di
scorrimento
CFC
Cu,
Al,
{111}
<110>
4
x
3
=
12
Ni,
Pb,
4
3
Ag,
Au,
Fe-g,
ecc.
CCC
Fe-a,
W,
Mo,
Ottone-
b
,
ecc.
{110}
6
<111>
2
6 x 2 = 12