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impedimenti
(nivarana)
del venerabile Ajahn Brahmavamso
UDDHACCA-KUKKUCCA:
e rimorso
VICIKICCHA: dubbio
inquietudine
2. La malevolenza si riferisce al
desiderio di punire, nuocere o
distruggere. Include il puro odio verso
una persona, o persino verso una
situazione, e pu generare cos tanta
energia da essere allo stesso tempo
attraente
e
dare
assuefazione.
Quando si esprime appare sempre
giustificata perch il suo potere tale
che facilmente corrompe la nostra
capacit di giudicare correttamente.
Include anche la malevolenza verso se
stessi, meglio nota come senso di
colpa, che nega a se stessi ogni
possibilit
di
felicit.
Nella
meditazione, la malevolenza pu
apparire
come
disgusto
verso
loggetto
stesso
di
meditazione,
rifiutandolo tanto che la propria
attenzione costretta a vagare
altrove. Il Buddha associava la
malevolenza allessere malati. Proprio
come linfermit priva della libert e
della felicit della salute, cos la
malevolenza nega la libert e la
felicit della pace. La malevolenza
superata applicando Metta, gentilezza
amorevole. Quando c malevolenza
verso una persona, metta insegna a
vedere in quella persona pi di tutto
ci che ci urta, per capire perch
quella persona ci ferisce (spesso
perch si ferisce intensamente da
sola) e incoraggiare a mettere da
parte il proprio dolore per guardare gli
superata
sviluppando
la
contentezza, che lopposto del
trovare difetti. Impariamo la semplice
gioia di essere soddisfatti con poco,
piuttosto che volere sempre di pi.
Siamo grati per questo momento,
piuttosto che andare a vedere le sue
mancanze.
Per
esempio,
nella
meditazione lirrequietudine spesso
limpazienza di muoversi velocemente
allo stadio successivo. I progressi pi
veloci sono conseguiti da chi
contento dello stadio in cui al
momento
si
trova,
ed
Un
tale
dubbio
superato
raccogliendo
indicazioni
corrette,
avendo una buona mappa, cos da
riconoscere i segni impercettibili nel
territorio
non
familiare
della
meditazione profonda e sapere quindi
quale direzione prendere. Il dubbio
nelle proprie capacit superato col
nutrire autostima mediante l'aiuto di
un buon maestro. Un insegnante di
meditazione come un allenatore che
convince la squadra che pu farcela. Il
Buddha affermava che possiamo
raggiungere i jhana e lilluminazione
se
seguiamo
attentamente
e
pazientemente le istruzioni. Lunica
incertezza "quando" ! Anche
lesperienza vince il dubbio sulle
proprie capacit e anche il dubbio se
questa sia o no la strada giusta.
Quando abbiamo da noi stessi capito i
bellissimi
passaggi
del
sentiero,
scopriamo che di fatto siamo capaci
delle cose pi sublimi, e che questo
il sentiero che conduce in quella
direzione.
Il dubbio che prende la forma di una
costante valutazione "E questo un
jhana?" "Come sto andando?"
superato comprendendo che tali
domande meglio lasciarle alla fine,
ad un paio di minuti dal termine della
meditazione. Un giuria si pronuncia
solo alla fine del processo, quando
tutte le prove sono state presentate.