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ORG ANI Z Z A ZIONE

Musicale

A L ESSI O M A L A T EST A

18 febbraio 2015
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Alessio Malatesta
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ii

Introduzione
Ad oggi, non vi una concezione condivisa di cosa sia la musica. Ed in effetti, esistono svariate
differenti definizioni di musica: alcune la descrivono come arte, altre come linguaggio, altre come
costrutto sociale, altre ancora, poi, come categoria cognitiva, ed altre ancora, infine, come
esperienza soggettiva; inoltre, tali definizioni sono in continua evoluzione.
Non intenzionedellautoreriportare esaustivamente, in questa sede, tutte le definizioni proposte
(il lettore pi curioso verr senza dubbio soddisfatto dalla moltitudine di pubblicazioni in merito
allargomento), bens semplicemente sottolineare come esse delineino diverse prospettive che,
globalmente considerate, costituiscono un valido strumento per comprendere il fenomeno musicale
nel suo complesso.
Date queste premesse, sarebbe dunque fuori luogo, o quantomeno pretenzioso, anche solo tentare di
coniare una definizione universale di musica. Lautore preferisce, dunque, fornire una sua
personale nozione di musica come organizzazione (intesa,questultima, nel senso di prodotto delle
modalit con la quale si organizzano, ovvero si connettono, si associano, si distinguono, si
combinano, si coordinano e si strutturano differenti elementi).
Lautore ritiene,infatti,chelunicofattorechedistingueintrinsecamentelamusica, risiede proprio
nella volont e nella capacit di chi la crea, da un lato, e di chi la ascolta, dallaltro lato,
rispettivamente di realizzare e percepire una qualsivoglia forma di organizzazione.
Resta ora da chiarire quali siano gli elementi che vengono, appunto, organizzati. In termini generali,
possibile sostenere che essi siano rappresentati da tutto ci che possibile ascoltare; tale
affermazione, per, non consente di individuare in modo preciso dei concreti elementi
organizzativi. A tale scopo si rende necessariaunanalisipiattentaedapprofondita.
Nella prima parte del libro, allora, si identificheranno gli elementi che, opportunamente organizzati,
producono la musica. Essisonoleproprietdellasensazioneuditiva,ovverolecaratteristicheche
lascoltatore in grado di associare alla sensazione uditiva derivante dalla percezione di unonda
sonora. Solo in seguito alla definizione puntuale di tali elementi possibile, successivamente,
esporne le opportune modalit organizzative.
Nella seconda e terza partedellibro,cisiconcentrernellesporre, rispettivamente, le modalit di
organizzazione di solo due delle differenti propriet della sensazione uditiva, ovvero laltezza ed il
valore.
E opportuno precisare, infine, che il presente testo non ha comunque fini prescrittivi, bens
meramente descrittivi: non verr quindi fornita alcuna regola, procedura o indicazione, ma ci si
limiter ad esaminare gli elementi costitutivi della musica.
Indipendentemente dal talento, dal gusto, dalla cultura, dallesperienza, dalle convinzioni,
dallapproccio, dagli scopi, dagli schemi e dalle regole di ciascun musicista, egli si ritrover
comunque ad organizzare tali elementi.
Di conseguenza, in questo manuale, non vi traccia di alcuna invenzione, e neppure si pu parlare
di una qualche forma di scoperta, visto che i temi affrontati, ovvero i fondamenti strutturali del
fenomeno musicale, sono gi noti da lungo tempo e sono stati oggetto di approfonditi studi da parte
di altri autori. Piuttosto, si intende fornire una trattazione logica, organica e dettagliata della materia
che benefici di un punto di vista squisitamente scientifico e di un approccio il quanto pi possibile
oggettivo ed unitario.
iii

iv

Indice
PARTE PRIMA
E lementi organizzativi
I. Premessa

II. Londasonora

III. La sensazione uditiva

17

IV. Descrittori

46

V. Tavole riassuntive

52

PARTE SECONDA
Lorganizzazionedellaltezza
I. Premessa

69

II. Sistemi di intonazione

70

III. Altezze

73

IV. Intervalli

74

V. Strutture

76

VI. Aree strutturali

89

VII. Modi

98

VIII. Aree modali

114

IX. Descrizione di modi e strutture

123

X. Relazione tra modi e strutture

150
v

PARTE TERZA
Lorganizzazionedelvalore
I. Premessa

155

II. Sistemi metrici

156

III. Inizi/fini

163

IV. Valori

164

V. Figure

166

VI. Ritmi

177

vi

PARTE PRIMA

E L E M ENTI ORG ANI Z Z A TI VI

I. PR E M ESSA
Londa sonora un fenomeno naturale che, laddove sia considerato in se e per se, risulta
indipendentedalluomo.Perquestultimo,per,cichecontala sensazione uditiva risultante dalla
percezionediunondasonora.Taleonda,prodottadaunasorgentesonora,propagandosi nell'aria o
in un altro mezzo elastico,raggiungel'orecchio.Questultimo, tramite un complesso meccanismo,
responsabile della ricezione della variazione di pressione dellaria e della sua trasduzione in un
impulso elettrico. Einfineilcervello a processare il segnale trasformato, generando una sensazione
uditiva.
Enecessariosottolineare,quindi,chela sensazione uditiva non una copia esatta dell'onda sonora:
lapparato uditivo, infatti, trasforma le variazioni di pressione che lo colpiscono in modo non
sempre "fedele"; ed il cervello, poi, compie un enorme lavoro di elaborazione del segnale (un
lavoro in cui l'allenamento, o l'abitudine, e quindi fattori culturali, e non solo fisici o fisiologici,
giocano un ruolo di grande importanza).
Nel processo di percezione, dunque, si intrecciano strettamente parametri oggettivi e soggettivi. I
primi sono le grandezze fisiche che descrivono l'onda sonora e la sua propagazione (e come tali
indipendenti dall'ascoltatore). I secondi sono, appunto, le propriet della sensazione uditiva, e
dipendonodallapercezionedellondasonora da parte del soggetto che ascolta.
Nellaseguentetrattazionesiinizier,dunque,coldefinirelondasonoraelegrandezzefisicheattea
descriverla; si analizzeranno, in seguito, le propriet della sensazione uditiva generata dallonda
sonora stessa, in primo luogo dandone una definizione e, in secondo luogo, indagando il
collegamento tra esse e le grandezze fisiche che le determinano; infine si esporranno le opportune
modalit per descrivere tali propriet.

II.LONDASONORA
1.Londasonorasemplice
In fisica, un'onda una perturbazione di carattere oscillatorio che si propaga nello spazio e che pu
trasportare energia da un punto all'altro tramite la variazione di una grandezza fisica.
L'onda sonora un particolare tipo di onda in cui la perturbazione rappresentata dalla variazione
di pressione indotta da un corpo vibrante (detto sorgente sonora) posizionato in un determinato
punto dello spazio nel mezzo circostante (di solito l'aria).
I movimenti vibratori provenienti dalla sorgente determinano spostamenti delle particelle del mezzo
stesso intorno alla posizione di riposo (oscillazioni); grazie alle propriet meccaniche del mezzo, le
particelle, a loro volta, trasmettono il movimento alle altre particelle vicine, e queste, a loro volta,
ad altre ancora, provocando una variazione locale della pressione in grado di propagarsi nel mezzo
come una successione di rarefazioni e condensazioni (cio di variazioni di densit), originando
dunque un'onda meccanica longitudinale (ovvero l'oscillazione delle particelle del mezzo avviene
nella stessa direzione in cui l'onda si propaga),londasonoraappunto.
Per descrivere il fenomeno, ricorreremo ad una onda periodica di forma sinusoidale (onda
armonica) generata da una specifica sorgente sonora che si manifesta in un determinato punto dello
spazio.
Questa pu essere rappresentata utilizzando un grafico cartesiano, riportante il tempo ( t) sull'asse
delle ascisse, e gli spostamenti delle particelle (S) su quello delle ordinate. Il tracciato esemplifica
gli spostamenti delle particelle: all'inizio, la particella si sposta dal suo punto di riposo (asse delle
ascisse) fino al culmine del movimento oscillatorio (questo movimento rappresentato dal ramo
crescente di parabola che giunge al punto di massimo parabolico); poi la particella inizia un nuovo
spostamento in direzione opposta, passando per il punto di riposo e continuando per inerzia fino ad
un nuovo culmine simmetrico al precedente (questo movimento rappresentato dal ramo
decrescente che, intersecando l'asse delle ascisse, prosegue in fase negativa fino al minimo
parabolico). Infine, la particella ritorna in dietro e ripete nuovamente la sequenza di spostamenti
(vedi figura 1).

Figura 1: onda armonica

Il periodo T (graficamente il segmento tra due creste) il tempo impiegato dalla particella per
tornare nello stesso punto dopo aver cominciato lo spostamento (indica cio la durata di una
oscillazionecompleta).L ampiezza a (graficamente il segmento tra la cresta e l'asse delle ascisse),
invece, indica la distanza massima percorsa dalla particella durante l'oscillazione. Nonostante il
periodo e l'ampiezza siano due grandezze adatte a descrivere le caratteristiche di un'onda, esse non

5
sono frequentemente utilizzate, o perlomeno non in forma pura; si preferisce, infatti, usare altre
grandezze da queste derivate.
Dal periodo T si ottiene la frequenza f (secondo il rapporto T = 1/ f), definita come il numero di
oscillazioni compiute dalla particella nellunit di tempo e misurata in hertz (hz) = cicli/secondo.
Essa pu variare nel tempo (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente;
secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare:
attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche frequenze e intervalli di tempo; in
maniera ciclica; casualmente (vedi figure 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8).
La variazione compresa in un campo delimitato ad un estremo da una frequenza tendente agli 0 hz
e, allaltro estremo, da una frequenza tendente ad infiniti hz. In presenza di una variazione di
frequenza, sar sempre possibile identificare la frequenza minima, la frequenza massima, nonch
calcolarne la frequenza media.

Figura 2: variazione continua crescente

Figura 3: variazione continua decrescente

Figura 4: variazione discontinua crescente

Figura 5: variazione discontinua decrescente

Figura 6: variazione secondo una curva di inviluppo

Figura 7: variazione ciclica

Figura 8: variazione casuale

L' intensit sonora i , invece, definita come il rapporto tra la potenza dell'onda, ovvero la quantit
di energia emessa dalla sorgente sonora nell'unit di tempo, misurata in Watt (W) = joule/secondo e
la superficie da essa attraversata, misurata in metri quadrati (m2); viene dunque misurata in W/ m2.
Nel caso di unonda sinusoidale, lintensit sonora proporzionale al quadrato dellampiezza
delloscillazionedellonda stessa. Inoltre tale intensit pu variare nel tempo (in modo continuo o
discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da
diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifiche intensit sonore e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente.
La variazione compresa in un campo delimitato ad un estremo da unintensit tendente agli
0 W/ m2 e,allaltroestremo,daunintensittendenteadinfiniti W/ m2. In presenza di una variazione
di intensit sonora,sarsemprepossibile identificare lintensitsonora minima, lintensitsonora
massima,nonchcalcolarnelintensitsonoramedia.
Sesiconsideraunondasonoracaratterizzata,inundeterminatopuntodellospazio,daampiezza,e
dunque intensit sonora, sempre positiva nel tempo, essa si manifesterebbe, in tale punto, in eterno.
Inrealtunondasonorainiziaamanifestarsi(ovveroassume,inundeterminatopuntodellospazio,
ampiezza positiva) in un preciso istante (denominato istante iniziale) e finisce di manifestarsi
(ovvero torna ad avere, in quello stesso punto, ampiezza nulla) in un preciso istante (denominato

8
istante finale). Lintervallo di tempo compreso tra listante iniziale e quello finale denominato
durata d dellondasonora.
Eanchepossibileche,inundeterminatopuntodellospazio,nonsimanifestialcunaonda sonora;
ci riferiremo a tale assenza di onde sonore come al silenzio lintervallo di tempo, anchesso
delimitato da un istante iniziale ed un istante finale, durante il quale non si manifesta alcuna onda
sonora, ovvero vi il silenzio, denominato durata d del silenzio.
Il Sistema Internazionale di Unit di Misura (SI) identifica come unit di misura fondamentale del
tempo, o meglio, di un intervallo di tempo, il secondo (s); ad esso si accostano i prefissi atti ad
indicarne multipli (deca, etto, kilo, etc...) o sottomultipli (deci , centi , milli , etc...) di 10. Esistono poi
unit di misura non facenti parte del SI, ma che vengono accettate accanto a quelle ufficiali del SI,
in quanto il loro uso tutt'oggi molto diffuso in tutta la popolazione anche non di ambiente
scientifico quali il minuto (1min = 60s),lora (1h = 60min), il giorno (1d = 24h).
Lamisurazionedelladuratadiunondasonoraodiunsilenzioattraversounadelleunitdimisura
suesposte fornisce un valore preciso e compreso in un campo delimitato, ad un estremo, da una
duratatendentea0e,allaltroestremo,daunaduratatendenteadinfinito.
Il grafico tracciato in figura 1 rappresenta unonda sonora cosiddetta pura: l'oscillazione
periodica ed descritta da una funzione sinusoidale. Esistono tuttavia oscillazioni che possono
essere ben pi complesse in due sensi:

pur essendo periodiche, possono avere una forma non sinusoidale (sono le cosiddette onde
sonore impure). Per descriverle si pu ricorrere al teorema di Fourier, il quale dimostra
che qualunque funzione periodica di periodo To, che lo stesso, di frequenza fo = 1 / To,
continua e limitata, pu essere rappresentata mediante la somma di funzioni periodiche
sinusoidali (dette parziali armoniche o, semplicemente, armonici) di opportuna ampiezza e
di frequenza multipla intera della frequenza fondamentale fo (vedi figura 9).

Figura 9: rappresentazionediun onda sonora impura

Perfornireunsempliceesempiodiunondasonoraimpura,prendiamoinconsiderazione un
sistema vibrante costituito da una corda di lunghezza L fissata ai suoi due estremi (vedi
figura 10). Laddove la corda venga pizzicata essa vibra non solo ad una determinata
frequenza f (frequenza fondamentale, pari alla lunghezza L della corda stessa), ma anche ad
una frequenza di 2f (primo armonico, pari ad una lunghezza di L /2), ad una frequenza di 3f
(secondo armonico, pari ad una lunghezza di L /3), e cos via. La successione degli armonici
con frequenza multipla intera di una determinata frequenza fondamentale detta serie degli
armonici naturali.

Figura 10: sistema vibrante costituito da una corda di lunghezza L

possono essere non periodiche (sonoicosiddettirumori)edunquerappresentatemediante


la somma di funzioni periodiche sinusoidali (dette parziali non armoniche) di opportuna
ampiezza ma di frequenza non multipla intera della frequenza fondamentale (vedi figura
11).

Figura 11: rappresentazione di un rumore

Le onde sonore periodiche, siano esse pure oppure impure sono definitesuoni.
Ogni onda sonora dunque costituita da una specifica composizione, in termini di frequenza e
ampiezza, di parziali (la cos detta composizione spettrale cs).Epossibilechetuttiiparzialiinizino
a manifestarsi (ovvero assumano ampiezza positiva) in un medesimo istante iniziale, mantengano
tale ampiezza per tutta la durata, e finiscano di manifestarsi (ovvero tornino ad avere ampiezza
nulla) in un medesimo istante finale; in tal caso la composizione spettrale risultantesarstatica.E
anche possibile, per, che tutti o alcuni parziali inizino a manifestarsi e/o finiscano di manifestarsi
in istanti differenti e/o varino la propria ampiezza (in modo continuo o discontinuo) nel corso del
tempo; quando ci accade, la composizione spettrale risultante sar dinamica, ovvero varia (in
modo continuo o discontinuo) secondo una curva dinviluppo caratterizzata da diverse fasi

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(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche
composizioni spettrali e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente.
In ogni caso, possibile effettuare un'analisi spettrale dell'onda, cio misurare la frequenza e
l'ampiezza di ciascun parziale che costituisce l'onda sonora. Ci che ne risulta chiamato spettro in
frequenza dell'onda e pu essere rappresentato, qualora la composizione spettrale sia statica,
tramite uno spettrogramma statico, ovvero un grafico cartesiano che mette in relazione, appunto,
frequenza ed ampiezza (vedi figura 12).

Figura 12: spettrogramma statico

Qualora la composizione spettrale vari nel tempo, sar necessario adoperare uno spettrogramma
dinamico, ovvero un grafico tridimensionale che mette in relazione ampiezza, frequenza e tempo, in
cui essa risulta individuata mediante una complessa superficie definita in questo spazio (vedi figura
13).

Figura 13: spettrogramma dinamico

Londa sonora, infine, generata da una sorgente sonora. Immaginando una sorgente sonora
puntiforme, la sua posizione nello spazio tridimensionale p pu essere descritta con un sistema di
coordinate cartesiane, ovvero attraverso un sistema di riferimento costituito da tre rette ortogonali
X , Y e Z passanti per un punto, che lorigine del sistema di riferimento (vedi figura14). Per tali
rette si sceglie un'unit di misura della lunghezza, quali centi metro (cm), metro (m) o kilometro
(km), ed un verso di percorrenza. Le coordinate generiche di un punto nello spazio sono indicate
con le lettere x, y e z. Si indica con x il numero reale che individua la distanza di un punto dal piano
individuato dalle rette Y e Z misurata parallelamente all'asse X nell'unit di misura scelta per
quest'ultimo asse. Si definiscono analogamente y e z. Le tre coordinate che individuano un punto
nello spazio sono indicate con la simbologia (x,y,z).

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Figura 14: sistema di coordinate cartesiane

La posizione della sorgente sonora nello spazio pu variare (in modo continuo) secondo una curva
di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento,
tenuta, rilascio) identificate da specifiche posizioni e intervalli di tempo; in maniera ciclica;
casualmente.
2.Londasonoracompositaelaccadimentosonoro
Fino ad ora abbiamo considerato una singola onda sonora prodotta da una specifica sorgente sonora
che si manifesta, ovvero incide, in un determinato punto dello spazio; ad essa possiamo riferirci
comeadunonda sonora semplice (vedi figura 15).

Figura 15: onda sonora semplice

In presenza di una pluralit di onde sonore semplici che si manifestano, ovvero incidono, in un
determinatopuntodellospazio(persemplificarelanalisi,neprenderemoinconsiderazione,quidi
seguito, solamente due), si configurano diverse possibilit:
1. unonda sonorasemplice iniziaa manifestarsidopoche laltra ha finito di manifestarsi (le
onde sonore semplici si manifestano successivamente, ovvero sono intervallate da silenzio);
le onde sonore semplici possono essere prodotte da una medesima sorgente sonora o da pi
sorgenti sonore distinte.

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2. unonda sonora semplice inizia a manifestarsi nellistante in cui laltra finisce di
manifestarsi (ovvero si manifestano consecutivamente); le onde sonore semplici possono
essere prodotte da una medesima sorgente sonora o da pi sorgenti sonore distinte.
3. unonda sonora semplice inizia a manifestarsi prima che laltra ha finito di manifestarsi
(ovvero, in un determinato intervallo di tempo, si manifestano simultaneamente; tale
intervallo di tempo pu essere indicato come area di sovrapposizione tra onde sonore
semplici, mentrelintervalloditempoovesi manifestaunasolaondasonorasemplicepu
essereindicatocomeareadinonsovrapposizione)leondesonoresemplicisonoprodotte
da sorgenti sonore distinte.
Nelprimocaso,edampliandolanalisiadunnumeroqualsiasi di onde sonore semplici , si definisce
accadimento sonoro se mplice linsieme delle onde sonore semplici intervallate da silenzio che si
manifestano in un determinato punto dello spazio e dei silenzi che le intervallano (vedi figura 16).

Figura 16: accadimento sonoro semplice

Per tale accadimento possibile:

determinare il numero delle varie onde sonore semplici e dei silenzi che costituiscono
laccadimentosonorosemplice.
collocare nel tempo in maniera precisa istante iniziale e finale delle singole onde sonore
semplici,deisingolisilenziedellaccadimentosonorosemplice.
calcolare la durata delle singole onde sonore semplici, dei singoli silenzi, di tutte le onde
sonoresemplici,dituttiisilenziedellaccadimentosonorosemplice.
valutare la frequenza di ciascuna onda sonora semplice di cui composto: in presenza di
onde sonore semplici caratterizzate da frequenze costanti ma differenti tra loro o di
variazione della frequenza, possibile identificare la frequenza minima, massima e media;
nel caso di onde sonore semplici caratterizzate da frequenze costanti e uguali tra loro,
potremoassumerechelafrequenzadellaccadimentosonorosemplicecostante.
valutarelintensitsonoradiciascunaondasonorasemplicedicuicomposto:inpresenza
di onde sonore semplici caratterizzate da intensit sonore costanti ma differenti tra loro o di
variazionedellintensitsonora,possibileidentificarelintensitsonoraminima,massima
e media; nel caso di onde sonore semplici caratterizzate da intensit sonore costanti e uguali
tra loro, potremo assumere che lintensit sonora dellaccadimento sonoro semplice
costante.

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valutare la composizione spettrale di ciascuna onda sonora semplice di cui composto: nel
caso di onde sonore semplici caratterizzate da composizione spettrale proporzionalmente
identica (ovvero identica a parit di frequenza fondamentale e di ampiezza della stessa),
potremo assumere tale composizione spettrale come composizione spettrale comune a tutte
le onde sonore semplici costituentilaccadimentosonorosemplice.
valutare la posizione nello spazio della o delle sorgenti sonore.

Negli ultimi due casi , ed ampliando lanalisi ad un numero qualsiasi di onde sonore semplici, si
definisce onda sonora composita linsieme delle onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente e/o simultaneamente in un determinato punto dello spazio (vedi figura 17 e 18).

Figura 17: onda sonora composita (onde sonore semplici consecutive)

Figura 18: onda sonora composita (onde sonore se mplici simultanee)

Per tale onda sonora composita possibile:

determinare il numero delle varie onde sonore semplici che costituiscono londa sonora
composita.
collocare nel tempo in maniera precisa istante iniziale e finale delle singole onde sonore
sempliciedellondasonoracomposita.
calcolare la durata delle singole onde sonore semplici, di tutte le onde sonore semplici e
dellondasonoracomposita.

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determinare il numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un


determinato istante.
valutare la frequenza di ciascuna onda sonora semplice di cui composta: in presenza di
onde sonore semplici caratterizzate da frequenze costanti ma differenti tra loro o di
variazione della frequenza, possibile identificare la frequenza minima, massima e media;
nel caso di onde sonore semplici caratterizzate da frequenze costanti e uguali tra loro,
potremoassumerechelafrequenzadellondasonoracompositacostante.
valutarelintensitsonoradiciascunaondasonorasemplicedicuicomposta. Eopportuno
precisare che, nelle aree di sovrapposizione tra onde sonore, vale il principio di
sovrapposizione: in ogni punto dello spazio in cui due onde incidono simultaneamente,
l'oscillazione complessiva data dalla somma algebrica delle oscillazioni delle due onde
incidenti prese separatamente. La sovrapposizione delle onde pu avere carattere
"costruttivo", nel senso che l'ampiezza complessiva dell'onda risultante maggiore delle
singole ampiezze delle onde che, sommandosi, la compongono (si parla in tali casi
di interferenza costruttiva). Se invece la sovrapposizione delle onde produce un'onda di
ampiezza minore dalla somma delle due ampiezze componenti si parla di interferenza
distruttiva.

Quando la sovrapposizione avviene tra onde periodiche di frequenza ed ampiezza arbitraria,


un singolo punto dello spazio, a seconda della fase con cui le onde incidono nel punto stesso
(ove per fase si intende il parametro che descrive lo stato attuale di una funzione periodica
relativamente al suo periodo, ovvero l'angolo formato ad ogni istante tra londastessaeun
asse di riferimento), pu divenire, in istanti diversi, sede di interferenza costruttiva o
distruttiva rendendo lo studio dell'interferenza estremamente complesso. Inoltre, anche
all'interno della sola interferenza costruttiva (o distruttiva) possibile avere diverse "gradi"
di interferenza.

In definitiva, possibile identificare, in corrispondenza della variazione nel tempo della


frequenza, dellampiezza e della fase con cui le singole onde sonore semplici costituenti
londasonoracompositaraggiungonoundeterminatopuntonellospazio,lintensitsonora
minima,massimaemediadellondasonoracompositastessa.Occorreprecisareche,purin
presenza di tali variazioni, proprio per glieffettidellinterferenzatraondesonore,lintensit
sonoradellondasonoracompositapurimanerecostante.
valutare la composizione spettrale di ciascuna onda sonora semplice di cui composta (nel
caso di onde sonore semplici caratterizzate da composizione spettrale proporzionalmente
identica, potremo assumere tale composizione spettrale come unica composizione spettrale

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comune a tutte le onde sonore semplici costituenti londa sonora composita) e la


composizione spettrale complessiva risultante.
valutare la posizione nello spazio della o delle sorgenti sonore.

Peranalogia,edampliandolanalisiadunnumeroqualsiasidiondesonore composite , si definisce


accadimento sonoro composito linsiemedelleondesonorecompositeintervallatedasilenzio che si
manifestano in un determinato punto dello spazio e dei silenzi che le intervallano (vedi figura 19).

Figura 19: accadimento sonoro composito

Per tale accadimento possibile:

determinare il numero delle varie onde sonore composite e dei silenzi che costituiscono
laccadimentosonorocomposito.
collocare nel tempo in maniera precisa istante iniziale e finale delle singole onde sonore
composite,deisingolisilenziedellaccadimentosonorocomposito.
calcolare la durata delle singole onde sonore composite, dei singoli silenzi, di tutte le onde
sonorecomposite,dituttiisilenziedellaccadimentosonorocomposito.
valutare la frequenza di ciascuna onda sonora composita di cui composto: in presenza di
onde sonore composite caratterizzate da frequenze costanti ma differenti tra loro o di
variazione della frequenza, possibile identificare la frequenza minima, massima e media;
nel caso di onde sonore composite caratterizzate da frequenze costanti e uguali tra loro,
potremo assumere che la frequenzadellaccadimentosonorocompositocostante.
valutarelintensitsonoradiciascunaondasonoracompositadicuicomposto:inpresenza
di onde sonore composite caratterizzate da intensit sonore costanti ma differenti tra loro o
di variazione dellintensit sonora, possibile identificare lintensit sonora minima,
massima e media; nel caso di onde sonore composite caratterizzate da intensit sonore
costantieugualitraloro,potremoassumerechelintensitsonoradellaccadimentosonoro
composito costante.
valutare la composizione spettrale di ciascuna onda sonora composita di cui composto: nel
caso di onde sonore composite caratterizzate da composizione spettrale proporzionalmente
identica (ovvero identica a parit di frequenza fondamentale e di ampiezza della stessa),
potremo assumere tale composizione spettrale come composizione spettrale comune a tutte
leondesonorecompositecostituentilaccadimentosonorocomposito.
valutare la posizione nello spazio della o delle sorgenti sonore.

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Ingenerale,ampliando lanalisiadun numeroqualsiasidiondesonoresemplicie/ocomposite,si
definisce accadimento sonoro linsieme delle onde sonore semplici e/o composite intervallate da
silenzio che si manifestano in un determinato punto dello spazio e dei silenzi che le intervallano
(vedi figura 20).

Figura 20: accadimento sonoro

Per tale accadimento possibile:

determinare il numero delle varie onde sonore, semplici e composite, e dei silenzi che
costituisconolaccadimentosonoro.
collocare in maniera precisa istante iniziale e finale delle singole onde sonore, semplici e
composite,deisilenziedellaccadimentosonoro.
calcolare la durata delle singole onde sonore, semplici e composite, dei silenzi, di tutte le
onde sonore, semplici e composite,dituttiisilenzi,dellaccadimentosonoro.
determinare il numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato istante.
valutare la frequenza di ciascuna onda sonora di cui composto: in presenza di onde sonore
caratterizzate da frequenze costanti ma differenti tra loro o di variazione della frequenza,
possibile identificare la frequenza minima, massima e media; nel caso di onde sonore
caratterizzate da frequenze costanti e uguali tra loro, potremo assumere che la frequenza
dellaccadimentosonorocostante.
valutare lintensit sonoradiciascunaondasonoradicui composto:inpresenzadionde
sonore caratterizzate da intensit sonore costanti ma differenti tra loro o di variazione
dellintensit sonora, possibile identificare lintensit sonora minima, massima e media
nel caso di onde sonore caratterizzate da intensit sonore costanti e uguali tra loro, potremo
assumerechelintensitsonoradellaccadimentosonorocostante.
valutare la composizione spettrale di ciascuna onda sonora di cui composto: nel caso di
onde sonore caratterizzate da composizione spettrale proporzionalmente identica, potremo
assumere tale composizione spettrale come composizione spettrale comune a tutte le onde
sonore costituenti laccadimentosonoro.
valutare la posizione nello spazio della o delle sorgenti sonore

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I I I. L A SE NSA Z I O N E U D I T I V A
1.Leproprietdellasensazioneuditivageneratadaunondasonorasemplice(OSS)

Altezza
Laltezza A la propriet della sensazioneuditivachepermetteallascoltatorediqualificarlacome
acuta piuttosto che grave; o meglio di ordinare due o pi sensazioni uditive lungo una scala ai cui
estremistannolacutoedilgrave(lapercezionedunquedinaturacomparativa).
Essa dipende, per unonda sonora pura, dalla sua frequenza fondamentale: pi tale frequenza
elevata e pi la sensazione uditiva risulter acuta, mentre pi bassa e pi la sensazione uditiva
risulter grave. Poich l'orecchio umano in grado di percepire unonda sonora solo se la sua
frequenza compresa tra circa 16hz e 20000hz (campo di udibilit), tali valori (detti limiti di
udibilit) possono essere presi a riferimento per la definizione degli estremi della scala (che ha
dunque estensione limitata). Anche nel caso di unondasonoraimpura, il sistema percettivo, bench
sollecitato simultaneamente da parziali armoniche con frequenze differenti, non percepisce
effettivamente i singoli armonici come distinti, ma li fonde in un unica sensazione uditiva alla quale
in grado di attribuire in modo nettounaltezza corrispondente alla sola frequenza fondamentale.
Nelcasodionde nonperiodiche, invece, lapercezionedellaltezzarisulta indefinitaepossibile,
dunque,proporreunulterioredicotomia,ovverodefinita/indefinita(naturadellaltezza).
In corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza fondamentale di unonda periodica,
laltezza percepita varia (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente
secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare:
attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche altezze e intervalli di tempo; in
maniera ciclica (vibrato); casualmente. In presenza di una variazione di altezza, sar sempre
possibilepercepirnelaltezzaminimaelaltezzamassima.Diversamente,laltezzacostante.
Enecessarioprecisareche lapparatouditivorispondeallo stimolo rappresentato dalla variazione
della frequenza seguendo una scala logaritmica (laltezza non in relazione lineare con la
frequenza); in particolare, due distinte variazioni (o intervalli) di frequenza vengono percepiti come
uguali se identico il rapporto (e non la differenza) delle frequenze iniziali e finali di ciascuna
variazione (o intervallo).

Volume
Il volume V la propriet della sensazione uditiva che permetteallascoltatorediqualificarla come
forte piuttosto che debole; o meglio di ordinare due o pi sensazioni uditive lungo una scala ai cui
estremi stanno il forte e il debole (la percezione dunque di natura comparativa).
Essa dipende, in prima battuta, dallintensit sonora. La soglia di udibilit definita come la
minima intensit sonora (Imin) che l'orecchio umano in grado di percepire (stabilita
convenzionalmente a 10-12 W/m2). La soglia del dolore definita come la massima intensit sonora
(Imax) che l'orecchio umano in grado di tollerare, e oltre la quale la sensazione uditiva viene
sostituita da una sensazione di dolore (stabilita convenzionalmente a 1W/m2). Il campo di
variazione del volume , dunque, estremamente ampio (occupa circa 12 ordini di grandezza).
Questa grande variabilit, assieme al fatto che l'orecchio risponde allo stimolo rappresentato dalla
variazionedellintensitsonora seguendo una scala logaritmica, determina la scelta di esprimere la
misura del volume mediante una scala logaritmica: il livello cos ottenuto un numero puro al quale
si attribuisce per, per convenzione, un'unit di misura, il decibel (dB ), derivante dal rapporto tra
l'intensit sonora e la soglia di udibilit, secondo la formula:
Idb=10log10(I/Imin)

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Calcolando i valori di Imin e di Imax, possibile verificare che la scala si estende dagli 0dB
(estremo del piano) ai 120dB (estremo del forte), ed ha, quindi, estensione limitata. Occorre
precisare che tale misura, nonostante sia stata derivata tenendo in considerazione e assecondando le
caratteristiche del sistema uditivo umano, pu comunque essere utilizzata tanto per lintensit
sonora, quanto per il volume.
In corrispondenza della variazione nel tempo dellintensit sonora di unonda sonora, il volume
varia (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici volumi e intervalli di tempo; in maniera ciclica (tremolo);
casualmente. In presenza di una variazione di volume, sar sempre possibile percepirne il volume
minimo e il volume massimo. Diversamente, il volume costante.
Enecessarioprecisareche lapparatouditivorispondeallo stimolo rappresentato dalla variazione
dellintensit sonora seguendo una scala logaritmica (il volume non in relazione lineare con
lintensit sonora) inparticolare, due distinte variazioni (o intervalli) di intensit sonora vengono
percepiti come uguali se identico il rapporto (e non la differenza) delle intensit iniziali e finali di
ciascuna variazione (o intervallo).
Il volume dipende, per, anche dalla frequenza. Il rapporto tra questi due parametri pu essere
rappresentato tramite il diagramma di Fletcher e Munson (vedi figura 1), ovvero un sistema di assi
cartesiani, nel quale viene posizionata in ascissa la frequenza (hz) ed in ordinata il livello di
intensit sonora (dB ); all'interno di questo spazio, compaiono le curve di isofonia, ovvero linee che
riportano, al variare della frequenza, il luogo geometrico dei punti per i quali il volume costante.
Convenzionalmente si fissa il livello di volume, in tal caso misurato in phon, uguale al livello di
intensit sonora, misurata in dB, alla frequenza di 1000 Hz. Il phon definisce il livello di intensit
sonora che unonda pura di una determinata frequenza deve avere al fine di provocare la stessa
sensazione uditiva in termini di volume, dellondapura di riferimento alla frequenza di 1 kHz.

Figura 1: diagramma di Fletcher e Munson

Dal grafico possiamo trarre alcune importanti conclusioni:

se il volume fosse determinato completamente dalla sola intensit sonora della sorgente le
curve isofoniche sarebbero orizzontali.
alle basse e alle alte frequenze si ha un calo di sensibilit dell'orecchio.

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Valore
Il valore Va laproprietdellasensazioneuditivachepermetteallascoltatorediqualificarlacome
breve piuttosto che lunga; o meglio di ordinare due o pi sensazioni uditive lungo una scala ai cui
estremi stanno il breve ed il lungo (la percezione dunque di natura comparativa).
Il valore Va della sensazione uditiva generata da unonda sonora semplice dipende dalla durata
dellondasonorastessa.Inparticolare,dipendedallintervalloditempoduranteilqualepercepiamo
il manifestarsi dellonda sonora, compreso, dunque, tra listante in cui percepiamo che londa
sonorainiziaa manifestarsi(denominatoinizio),ovvero incui lintensitsonoradellonda sonora
stessa supera la soglia di udibilit, e listante in cui percepiamo che londa sonora finisce di
manifestarsi(denominatofine),ovveroincui lintensitsonoradellondasonorastessatornaaldi
sotto della medesima soglia.
Aldisottodellasogliadiudibilitpercepiamolassenzadiondesonore,ovveroilsilenzio.
Il valore Va della sensazione uditiva generata dal silenzio dipende dalla durata del silenzio stesso.
In particolare dipende dallintervallo di tempo, anchesso delimitato da un inizio (in tal caso
listanteincuipercepiamocheiniziaadesserciilsilenzio)edunafine(intalcasolistanteincui
percepiamochefiniscediesserciilsilenzio),duranteilqualepercepiamolassenzadiondesonore,
ovvero il silenzio stesso.
Epossibileidentificarelestremodelbreveconunaduratatendenteallo0,equellodellungocon
una duratatendenteallinfinito(o,sevogliamo,con la vitadellascoltatore).Eopportunonotare,
quindi, come il campo di variazione del valore sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione,
doveroso precisare che la valutazione relativa al valore di un sensazione uditiva, necessariamente
di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.

Timbro
Il timbro Ti la propriet della sensazione uditiva che permette allascoltatore di distinguere due
onde sonore con uguale frequenza, intensit sonora e durata (la percezione dunque di natura
comparativa). Rappresenta, dunque, quellattributo della sensazione uditiva che consente
all'ascoltatore di identificare la fonte sonora.
Mentre le altezze, i volumi e i valori possono essere ordinati lungo una scala cos da essere definiti
in base ad un'unica dimensione, ci non pu essere realizzato per il timbro, che una propriet
tipicamente multidimensionale. In altri termini, non pu esistere una scala lungo la quale si possono
ordinare e mettere a confronto timbri diversi, dal momento che essi possono differire sotto pi punti
di vista simultaneamente. Perci, dare una definizione rigorosamente scientifica di timbro
praticamente impossibile, in quanto esso non dipende direttamente da una grandezza fisica
"misurabile" come la frequenza o l'intensit sonora ma piuttosto in relazione alla materia e alla
costituzione della sorgente sonora stessa ed determinato dall'evoluzione della composizione
spettrale nel tempo, nonch dallinviluppo nel tempo dellintensit sonora. La rappresentazione
fornita dallo spettrogramma dinamico pu essere avvicinata, in prima approssimazione, al tipo di
analisi condotta dal nostro sistema percettivo. In corrispondenza della variazione nel tempo della
composizione spettrale di unonda (composizione spettrale dinamica) , il timbro varia (in modo
continuo o discontinuo) secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici timbri e intervalli
di tempo; in maniera ciclica; casualmente. Diversamente (composizione spettrale statica), il timbro
costante.
Per definire il timbro, possibile ricorrere, allora, a dicotomie derivanti o dal contenuto spettrale
(chiaro/scuro, caldo/freddo, pulito/sporco, spesso/sottile, duro/morbido, statico/dinamico,
vuoto/pieno, puro/impuro, ricco/povero, aperto/chiuso), o dallinviluppo dintensit sonora
(percussivo/sostenuto, stazionario/variabile, pulsante/continuo), o dalla fonte sonora
(naturale/sintetico, acustico/elettrico, analogico/digitale, legnoso/metallico).

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In questa sede, altres opportuno indagare la distinzione, a livello di sensazione uditiva, tra suono
(sensazione uditiva gradevole o non fastidiosa, o comunque tollerabile) e rumore (sensazione
uditiva sgradevole o fastidiosa, o addirittura intollerabile). In una accezione semplicistica basata su
un punto di vista strettamente fisico, ci che sembra caratterizzare il suono rispetto al rumore la
sua descrizione in termini di unonda periodica (lo spettrogramma deve contenere solo parziali
armonici); ed in effetti, come gi visto, ad un'onda periodica si associa un'altezza ben definita,
mentre, ad una non periodica, non sembra possibile attribuirla.
La questione in realt ben pi complessa. Infatti, la periodicit dell'onda non condizione
sufficiente per chiamare suono ci che udiamo; ovvero, non detto che onde periodiche generino
necessariamente suoni. A sostegno di questa tesi basta prendere in considerazione il fenomeno che
in acustica viene definito battimento:leffetto,chesiverificaquandoilnostrosistemauditivoviene
raggiunto contemporaneamente da onde sonore con frequenze differenti, consiste in un alternarsi
nel tempo di interferenza costruttiva e distruttiva che si manifesta come un salire e scendere
dellintensitsonora,conunafrequenzadiripetizioneparialladifferenzadellefrequenzeprimitive.
In altri termini si hanno battimenti quando lo sfasamento (e quindi il tipo di interferenza) tra due
suoni di frequenze differenti varia nel tempo. Laddove tali frequenze differiscano di poco il nostro
sistema uditivo viene "confuso" e, incapace di discriminare la loro altezza, genera una sensazione
uditiva con altezza intermedia, ma dal carattere "ruvido", rumoroso, appunto.
facile accorgersi, poi, che la periodicit non nemmeno condizione necessaria per distinguere il
suono dal rumore. Ci per due ordini di motivi:

il sistema percettivo sembra tollerare piccole deviazioni dalla periodicit.


nessuna onda esattamente periodica; una funzione periodica qualcosa di dato da sempre e
persempre,mentrelondasonora qualcosa che nasce, evolve nel tempo e muore.

inoltre possibile produrre esempi di onde non periodiche che il nostro orecchio considera un
suono.Eilcasodelrumorearmonicochesiottienesovrapponendodiverse bande di rumore bianco
(ovvero formato da tutte le parziali appartenenti al campo di udibilit), ciascuna centrata su un
multiplo intero della frequenza fondamentale prescelta. Quando le bande sono idealmente
strettissimelospettrodiventasimileaquellodiunondaimpura(generandodunqueunasensazione
uditiva con carattere di suono), mentre quanto pi le singole bande sono larghe, tanto pi
sopravviene il carattere di rumore. In tutti i casi l'onda sonora risultante possiede componenti
periodiche, ma in senso stretto non mai esattamente periodica, perch una componente casuale
sempre presente, tranne che nel caso limite di bande infinitamente strette (nel qual caso diviene
unondaimpura).

Provenienza
La provenienza P la propriet della sensazione uditiva che permette allascoltatore di collocare
nello spazio la sorgente sonora generatrice dellonda sonora rispetto a se stesso. Lorecchio, in
particolare tramite la sua parte esterna (il padiglione auricolare), infatti in grado di identificare il
puntodellospazionelqualelondasonorasemplicesioriginaedunquepercepireladirezionedalla
quale proviene, nonch la distanza che percorre.
Essa dipende dalla posizione nello spazio della sorgente sonora rispetto allascoltatore. E allora
possibile considerare lascoltatore come origine di un sistema di riferimento cartesiano (con i tre
assi X , Y e Z orientati lungo le direttrici sopra/sotto, destra/sinistra, davanti/dietro) e definire la
posizione della fonte sonora rispetto a tale sistema (ed allascoltatore dunque) attraverso le tre
coordinate x, y, z.
In corrispondenza della variazione della posizione nello spazio della sorgente sonora rispetto
allascoltatore (considerando che la sorgente sonora, lascoltatore o entrambi possono muoversi
nello spazio) , la provenienza varia (in modo continuo) secondo una curva di inviluppo

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caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio)
identificate da specifiche provenienze e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente.
Diversamente, la provenienza costante.
Anche in questo caso, ci troviamo al cospetto di una propriet tipicamente multidimensionale che
pu essere allora definita tramite dicotomie quali sopra/sotto, a destra/a sinistra, davanti/dietro
(direzione della provenienza) e lontana/vicina (distanza della provenienza).

Numerosit
La numerosit N la propriet della sensazione uditiva che ci permette di qualificarla come
numerosa piuttosto che non numerosa; o meglio di ordinare due o pi sensazioni uditive lungo una
scala ai cui estremi stanno il numeroso e il non numeroso (la percezione dunque di natura
comparativa). Tale parametro pu essere considerato in due accezioni distinte:

comenumerositistantanea Ni , essa il numero di onde sonore semplici percepite in un


determinato istante: quanto maggiore il numero di onde sonore semplici percepite in un
determinato istante, quanto pi la sensazione uditiva risulter numerosa in quello stesso
istante. Il numero di onde sonore semplici percepite in un determinato istante dipende dal
numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un medesimo punto
dello spazio in un determinato istante ni . In particolare, coincide con il pi alto tra il numero
di provenienze percepite, il numero di altezze percepite, e il numero di timbri percepiti.
Queste dipendono, a loro volta, rispettivamente dal numero di sorgenti sonore, dal numero
di frequenze e dal numero di composizioni spettrali. La numerosit istantanea assume, in un
determinato istante, un valore preciso e compreso in un campo delimitato da un lato
dallestremo del non numeroso (una sola onda sonora semplice percepita), e, dallaltro,
dallestremo del numeroso (infinite onde sonore semplici percepite). E opportuno notare,
quindi, come il campo di variazione della numerosit istantanea sia sostanzialmente infinito.
Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa alla numerosit istantanea
di un sensazione uditiva, necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto
tra due o pi sensazioni uditive differenti. In corrispondenza della variazione nel tempo del
numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un medesimo punto
dello spazio in un determinato istante, la numerosit istantanea varia (in modo discontinuo)
in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse
fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifiche numerosit istantanee e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In
presenza di una variazione di numerosit istantanea, sar sempre possibile percepirne la
numerosit istantanea minima e massima. Diversamente la numerosit istantanea costante.
Unonda sonorasemplicecaratterizzatadaununicasorgentesonora,ununica frequenza
ed ununica composizione spettrale e, di conseguenza, da ununica provenienza, ununica
altezzaedununicotimbro.Inpresenzadiunondasonorasemplicepercepiamodunque,in
qualsivoglia istante, una sola onda sonora semplice: la numerosit istantanea per unonda
sonora semplice costante ed assume il valore rappresentatodallestremodelnonnumeroso
(una sola onda sonora semplice percepita).

come numerositcomplessiva Nc, essa il numero di onde sonore semplici percepite in


un determinato intervallo di tempo : quanto maggiore il numero di onde sonore semplici
percepite in un determinato intervallo di tempo, quanto pi la sensazione uditiva risulter
numerosa complessivamente. Il numero di onde sonore semplici percepite in un determinato
intervallo di tempo dipende dal numero di onde sonore semplici che si manifestano in un
medesimopuntodellospazionellintervalloditempostesso nc. La numerosit complessiva
assume, in un determinato intervallo di tempo, un valore preciso e compreso in un campo

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delimitato da un lato dallestremo del non numeroso (una sola onda sonora semplice
percepita),e,dallaltro,dallestremodelnumeroso(infiniteondesonoresemplicipercepite).
Eopportunonotare,quindi,comeilcampodivariazione della numerosit complessiva sia
sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa
alla numerosit complessiva di un sensazione uditiva, necessariamente di tipo
comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti. In
presenza di unonda sonora semplice non sempre vero che percepiamo una sola onda
sonora semplice: infatti, laddove un parametro oppure pi parametri contestualmente tra
altezza,volumeetimbrovarino in mododiscontinuo,lascoltatorepuessere ingannato,e
percepire diverse onde sonore semplici consecutive (ovvero ci che abbiamo
precedentemente definito come onda sonora composita).

Velocit
La velocit Vel la propriet della sensazione uditiva che permette allascoltatore di qualificarla
come veloce piuttosto che lenta; o meglio di ordinare due o pi sensazioni uditive lungo una scala ai
cui estremi stanno il veloce ed il lento (la percezione dunque di natura comparativa).
Essa dipende dalla velocit con cui variano gli altri parametri soggettivi che caratterizzano la
sensazione uditivageneratadallondasonorasemplice(adesclusionedelvaloreedellanumerosit
che,per lasensazioneuditivageneratadaunondasonorasemplice,assumonounvalorepreciso):
tanto pi i parametri soggettivi variano velocemente, tanto pi la sensazione uditiva risulter veloce.
La velocit di variazione dei parametri soggettivi dipende, a sua volta, dalla velocit con cui variano
i parametri oggettivi che caratterizzano londa sonora semplice ad essi collegati: tanto pi i
parametri oggettivi variano velocemente, tanto pi la variazione dei parametri soggettivi risulter
veloce. Possiamo dunque analizzare la velocit di variazione di ciascun parametro soggettivo, in
relazione alla velocit di variazione dei parametri oggettivi che lo determinano, articolandolanalisi
a seconda che la sensazione uditiva sia generata da unonda sonora semplice pura, da unonda
sonora semplice impura (ed in tal caso distinguendo tra onde caratterizzate da composizione
spettrale statica o dinamica), o da un rumore. E opportuno precisare che prenderemo in
considerazione non la velocit istantanea di variazione dei parametri (che pu assumere valori
sempre differenti nel tempo), bens la velocit media.
Nelcasodiunondapura,lavelocitdellasensazioneuditivadaessa generata determinata dalla
velocit di variazione dellaltezza, dalla velocit di variazione del volume e dalla velocit di
variazione della provenienza.

La velocit di variazione dellaltezza della sensazione uditiva indotta da unonda sonora


semplice ( Vel A OSS) determinata dalla velocit di variazione della frequenza fondamentale
dellondasonorastessa( Velf OSS); quanto pi la frequenza fondamentale varia velocemente,
tantopilaltezzapercepitavariervelocemente.Sivistoinprecedenzacome la frequenza
fondamentale dellonda sonora, e conseguentemente laltezza della sensazione uditiva da
essa indotta, possa variare in modo discontinuo, oppure continuo.
In presenza di sole variazioni di frequenza fondamentale di tipo discontinuo d, potremo
allora valutare il numero n di tali variazioni e metterlo in relazione con la durata (misurata in
secondi s)dellondasonora,secondolaformula:

Velf OSS(nd)= n/s


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione
dellaltezza in presenza di sole variazioni di altezza di tipo discontinuo percepite, se si

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mettono in relazione il numero m di variazioni discontinue di altezza percepite con il valore
(misurato in secondi s)dellasensazioneuditivaindottadallonda sonora:

VelA OSS(md)= m/s


In presenza di sole n variazioni di frequenza fondamentale di tipo continuo c, ove ciascuna
variazione compresa tra due estremi A e B identificati dal cambiamento del senso di
variazione della frequenza fondamentale, potremo, invece, mettere in relazione la variazione
di frequenza fondamentale (f A/f B,inquantolorecchiorisponde,comegivisto,avariazioni
della stessa secondo una scala logaritmica) complessiva, e la durata (misurata in secondi s)
dellondasonora,secondolaformula:
n(hzA/hzB)
Velf OSS(nc)=
s

prendendo sempre hzB<hzA e 16<hz<20000

La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione


dellaltezza in presenza di sole m variazioni di altezza di tipo continuo percepite, se si
mettono in relazione la variazione di altezza complessiva percepita con il valore (misurato
in secondi s)dellasensazioneuditivaindottadallondasonora:
m(hzA/hzB)
VelA OSS(mc)=
s

prendendo sempre hzB<hzA e 16<hz<20000

E evidente, per, che la frequenza fondamentale di unonda sonora, e di conseguenza


laltezza della sensazione uditiva da essa indotta, pu variare in modo sia continuo che
discontinuo. In tal caso non possibile proporre una misura unitaria, proprio per la
differente natura delle variazioni in oggetto.

La velocit di variazione del volume della sensazione uditiva indotta da unonda sonora
semplice ( VelV OSS)determinatadallavelocitdivariazionedellintensitsonoradellonda
sonora stessa ( Veli OSS)quantopilintensitsonoravariavelocemente,tantopiilvolume
percepito varier velocemente. Si visto in precedenza come lintensit sonora dellonda
sonora, e conseguentemente il volume della sensazione uditiva da essa indotta, possa variare
in modo discontinuo, oppure continuo.
In presenza di sole variazioni di intensit sonora di tipo discontinuo d, potremo allora
valutare il numero n di tali variazioni e metterlo in relazione con la durata (misurata in
secondi s)dellondasonora,secondolaformula:

Veli OSS(nd)= n/s


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione del
volume in presenza di sole variazioni di volume di tipo discontinuo percepite, se si mettono
in relazione il numero m di variazioni discontinue di volume percepite con il valore
(misurato in secondi s) della sensazione uditiva indotta dallondasonora:

VelVOSS(md)= m/s
In presenza di sole n variazioni di intensit sonora di tipo continuo c, ove ciascuna
variazione compresa tra due estremi A e B identificati dal cambiamento del senso di

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variazione dellintensit sonora, potremo, invece, mettere in relazione la variazione di
intensit sonora ( I A/I B, in quanto lorecchio risponde, come gi visto, a variazioni della
stessa secondo una scala logaritmica) complessiva e la durata (misurata in secondi s)
dellondasonora,secondolaformula:
n( W/ m2A/ W/ m2B)
Veli OSS(nc)= prendendo sempre W/ m2B< W/ m2A e 1 >W/ m2 > 10-12
s
Considerando che il decibel un unit di misura logaritmica dellintensit sonora,
possibile proporre la formula alternativa:

Veli OSS(nc)=

n( dB A-dB B)

prendendo sempre dB B< dB A e 120 >dB >0

Le formule precedenti possono essere utilizzate per determinare la velocit di variazione del
volume in presenza di sole m variazioni di volume di tipo continuo percepite, se si mettono
in relazione la variazione di volume complessiva percepita con il valore (misurato in
secondi s)dellasensazioneuditivaindottadallondasonora:
m( W/ m2A/ W/ m2B)
VelV OSS(mc)= prendendo sempre W/ m2B< W/ m2A e 1 >W/ m2 > 10-12
s
oppure

VelVOSS(mc)=

m( dB A-dB B)

prendendo sempre dB B< dB A e 120 >dB >0

Eevidente,per,chelintensitsonoradiunondasonora,ediconseguenzailvolumedella
sensazione uditiva da essa indotta, pu variare in modo sia continuo che discontinuo. In tal
caso non possibile proporre una misura unitaria, proprio per la differente natura delle
variazioni in oggetto.

La velocit di variazione della provenienza della sensazione uditiva indotta da unonda


sonora semplice generata da una specifica sorgente sonora ( VelP OSS) determinata dalla
velocit di variazione della posizione della sorgente sonora stessa nello spazio rispetto
allascoltatore ( Velp OSS); quanto pi la posizione varia velocemente, tanto pi la
provenienza percepita varier velocemente. Si visto come la posizione nello spazio di una
sorgentesonorarispettoallascoltatore,econseguentementelaprovenienzadellasensazione
uditiva indotta dallonda sonora generata da tale sorgente sonora, possa variare solo in
modo continuo. Laddove una sorgente sonora vari la propria posizione nello spazio rispetto
allascoltatore,saremoinpresenzadellavariazionediunaopicoordinatecartesiane(x, y,
z) che definiscono la posizione della sorgente sonora nello spazio rispetto allascoltatore
(considerato origine del sistema di riferimento cartesiano).
In presenza di sole n variazioni di posizione di tipo continuo c, ove ciascuna variazione
compresa tra due estremi A e B identificati dal cambiamento del senso di variazione di una o

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picoordinatecartesianeatteadescrivernelaposizionenellospaziorispettoallascoltatore,
potremo, allora, mettere in relazione la variazione di posizione complessiva e la durata
(misurata in secondi s)dellondasonora,secondolaformula:
n [(x B- x A) + (y B- y A) + (z B- z A)]
VelpOSS(nc)=
s
prendendo sempre x B > x A, y B > y A e z B > zA
La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione della
provenienza in presenza di sole m variazioni di provenienza di tipo continuo percepite, se si
mettono in relazione la variazione di provenienza complessiva percepita con il valore
(misurato in secondi s)dellasensazioneuditivaindottadallondasonora:
m [(x B- x A) + (y B- y A) + (z B- z A)]
VelPOSS(m c)=
s
prendendo sempre x B > x A, y B > y A e z B > zA
Lanalisi precedente si presta ad essere applicata analogamente anche alla sensazione uditiva
generatadaunondasonoraimpuracaratterizzatadaunacomposizionespettralestaticaintalcaso,
infatti, avremo una percezione unitaria e definita dellaltezza (derivante dalla frequenza
fondamentale dellondasonorastessa),delvolume(derivantedallintensitsonoradellondasonora
stessa) e della provenienza (derivante dalla posizione nello spazio della sorgente sonora rispetto
allascoltatore) potremo allora utilizzare tali percezioni nella valutazione della velocit della
sensazione uditiva in oggetto.
Nel caso di unonda sonora impura caratterizzata da composizione spettrale dinamica, la velocit
dellasensazioneuditivadaessageneratadipendenonsolodallevelocitdivariazionedellaltezza,
del volume e della provenienza, ma anche dalla velocit di variazione del timbro.

La velocit di variazione del timbro della sensazione uditiva indotta da unonda sonora
semplice ( VelTi OSS) determinata dalla velocit di variazione della composizione spettrale
dellondasonorastessa( Velcs O SS); quanto pi la composizione spettrale varia velocemente,
tanto pi il timbro percepito varier velocemente. Si visto in precedenza come la
composizione spettrale dellonda sonora, e conseguentemente il timbro della sensazione
uditiva da essa indotta, possa variare in modo discontinuo oppure continuo.
In presenza di sole variazioni della composizione spettrale di tipo discontinuo d, potremo
allora valutare il numero di tali variazioni n e metterlo in relazione con la durata (misurata in
secondi s)dellondasonora,secondolaformula:

VelcsOSS(nd)= n/s
ove il numero di variazioni discontinue della composizione spettrale pari al numero degli
inizi/fini dei diversi parziali non coincidenti con linizio/fine dellonda sonora stessa
sommato al numero delle variazioni discontinue dampiezza, e conseguentemente di
intensit sonora, di tutti i parziali (laddove pi parziali inizino/finiscano e/o varino

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discontinuamente la propria ampiezza in un medesimo istante, si determina un'unica
variazione discontinua della composizione spettrale).
La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione del
timbro in presenza di sole variazioni di timbro di tipo discontinuo percepite, se si mettono in
relazione il numero m di variazioni discontinue di timbro percepite con il valore (misurato
in secondi s)dellasensazioneuditivaindottadallondasonora:

VelTiOSS(md)= m/s
Una variazione continua del contenuto spettrale di unonda sonora determinata dalla
variazione continua dellampiezza, e conseguentemente dellintensit sonora, di uno o pi
parziali che la compongono. Possiamo allora valutare la velocitdivariazionedellintensit
sonora di ciascuno dei k parziali che variano in modo continuo la propria intensit sonora,
secondolaformulasopraespostaperlavelocitdivariazionedellintensitsonoraincasodi
variazioni continue Veli OSS(nc). Andremo poi a calcolare la velocit media di variazione di
tali intensit, secondo la formula:

VelcsOSS(k c)=k Veli OSS(nc)/k


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione del
timbro in presenza di sole m variazioni di volume di tipo continuo percepite per ciascuno dei
j parziali di cui percepiamo che varia in modo continuo il proprio volume, se si mettono in
relazione la variazione di volume complessiva percepita con il numero j di tali parziali:

VelTiOSS( j c)=jVelVOSS(mc)/j
Eevidente,per,cheilcontenutospettralediunondasonora,ediconseguenzailtimbro
della sensazione uditiva da essa indotta, pu variare in modo sia continuo che discontinuo.
In tal caso non possibile proporre una misura unitaria, proprio per la differente natura delle
variazioni in oggetto.
Infine, in presenza di rumore (qui inteso nella basilare accezione di onda non periodica, dunque
formata da parziali non armonici) possiamo tenere in considerazione, ai fini della valutazione della
velocit della sensazione uditiva risultante, le sole velocit di variazione del volume, del timbro e
della provenienza cos come precedentemente definite; si gi visto infatti, come ad un rumore non
sia possibile associare una sensazione di altezza definita, e, di conseguenza, misurarne la
variazione.
Se prendiamo in considerazione la velocit media di variazione di un determinato parametro
oggettivo (e, conseguentemente, la velocit media di variazione del parametro soggettivo da esso
determinato),essasarcompresainuncampodelimitatodaunlatodallestremodellento(velocit
tendente a 0), e, dallaltro, dallestremo del veloce (velocit tendente ad infinito). E opportuno
notare, quindi, come il campo di variazione della velocit media di variazione di un determinato
parametro sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione
relativa alla velocit media di variazione di un determinato parametro, necessariamente di tipo
comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti
Se prendiamo in considerazione non la velocit media di variazione, bens la velocit istantanea di
variazione di un determinato parametro oggettivo (e, conseguentemente, la velocit istantanea di
variazione del parametro soggettivo da esso determinato), essa pu variare nel tempo (in modo
continuo o discontinuo) in senso crescente (accelerazione) o decrescente (decelerazione); secondo
una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco,

27
decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche velocit e intervalli di tempo; in maniera
ciclica; casualmente. In presenza di una variazione di velocit , sar sempre possibile percepirne la
velocit minima e la velocit massima. Diversamente la velocit costante. Inoltre, tali velocit
istantanee saranno comprese in un campo delimitato, da un lato, dallestremo del lento (velocit
tendente a 0) e, dallaltro, dallestremo del veloce (velocit tendente allinfinito). E opportuno
notare, quindi, come il campo di variazione della velocit istantanea di variazione di un determinato
parametro sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione
relativa alla velocit istantanea di variazione di un determinato parametro necessariamente di
tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.
Per concludere, doveroso evidenziare che la velocit della sensazioneuditivageneratadaunonda
sonora semplice pu dipendere dalla velocit di variazione non solo di un singolo parametro, ma
anche di un insieme di parametri; ed in pi, la velocit di variazione di ciascun parametro pu
essere differente. Ci rende il confronto tra sensazioni sonore differenti assai complesso; come gi
visto in precedenza per il timbro, in caso di grandezze multidimensionali, praticamente
impossibile darne una misurazione precisa ed oggettiva. Ci nonostante, le indicazioni precedenti
possono essere un valido riferimento per la comprensione del fenomeno ed un valido strumento
laddove sia un solo parametro a variare (in modo continuo o discontinuo) nel tempo.
Proprio per la natura composita della velocit della sensazione uditiva generatadaunondasonora
semplice , risulta impossibile esprimere valutazioni in merito alla variazione della stessa nel tempo.
Ovvero, le precedenti considerazioni si potranno applicare efficacemente, solo nel caso in cui la sua
variazione dipenda dalla variazione (continua o discontinua) di un unico parametro. Diversamente,
le indicazioni precedenti possono comunque essere un valido riferimento per la comprensione del
fenomeno.
2.Leproprietdellasensazioneuditivageneratadaunondasonoracompos ita (OSC)

Altezza
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, dovremo valutare la natura periodica o non
periodica delle stesse:

In presenza di sole onde non periodiche, la percezione di altezza risulter indefinita.


Inpresenzadisoleondeperiodiche,percepiremounaltezzadefinita.Inquestocaso,sipu
affermare che, in presenza di onde sonore semplici caratterizzate da frequenze fondamentali
costanti ma differenti tra loro o in corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza
fondamentale delle stesse, laltezza percepita varia (in modo continuo o discontinuo) in
senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi
(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifiche altezze e intervalli di tempo; in maniera ciclica (vibrato); casualmente. In
presenza di una variazione di altezza, sar sempre possibile percepirne laltezza minima e
laltezza massima. Diversamente laltezza costante. Il campo di variazione dellaltezza
resta compreso tra gli opposti limiti di udibilit.
In presenza di onde periodiche e non periodiche, percepiremo altezze di diversa natura:
definitaperleondeperiodicheeindefinitaperleondenonperiodiche.Epossibileproporre
la dicotomia definita/indefinita.

28
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di
non sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici ci si pu riferire alla precedente
trattazione in merito alla percezione dellaltezza per la sensazione uditiva generata da unonda
sonora semplice.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, dovremo valutare la natura periodica o non
periodica delle stesse:

In presenza di sole onde non periodiche, la percezione di altezza risulter indefinita.


In presenza di sole onde periodiche, laddove le diverse onde sonore semplici abbiano
medesima frequenza fondamentale, sar possibile percepire ununica altezza definita e
precisa, corrispondente a tale frequenza; se le frequenze fondamentali sono simili, si
verificher il fenomeno dei battimenti, rendendo la percezione dellaltezza imprecisa
quando le frequenze fondamentali sono diverse, saremo in grado di percepire
contemporaneamente altezze definite e precise differenti corrispondenti alle differenti
frequenze fondamentali. E possibile determinare il numero di altezze simultaneamente
percepite e proporre dicotomie quali precisa/imprecisa (precisione dellaltezza). In questo
caso, si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza
fondamentale delle onde sonore semplici, laltezza percepita/le altezze percepite
varia/variano (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo
una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco,
decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche altezze e intervalli di tempo; in
maniera ciclica (vibrato); casualmente. In presenza di una variazione di altezza, sar sempre
possibilepercepirnelaltezzaminimaelaltezzamassima.Diversamentelaltezza/lealtezze
/sonocostante/i.Ilcampodivariazionedellaltezzarestacompresotraglioppostilimitidi
udibilit.
In presenza di onde periodiche e non periodiche costituenti londa sonora composita,
percepiremo altezze di diversa natura: definita per le onde periodiche e indefinita per le onde
nonperiodiche.Epossibileproporreladicotomiadefinita/indefinita

Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche. In riferimento a tale onda sonora composita, possibile sostenere che, in
presenza di sole onde sonore semplici periodiche, e laddove nelle aree di sovrapposizione le onde
sonoresempliciabbianomedesimafrequenzafondamentale,percepiremoununicaaltezza definita
e precisa.
In questo caso, si pu affermare che, in presenza di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio caratterizzate da frequenze costanti ma
differenti tra loro o in corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza fondamentale delle
onde sonore semplici che si manifestano consecutivamente e/o simultaneamente in un determinato
puntodellospazio,laltezzapercepitavaria(inmodocontinuoodiscontinuo)insensocrescenteo
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche altezze e intervalli di
tempo; in maniera ciclica (vibrato); casualmente. In presenza di una variazione di altezza, sar
sempre possibile percepirne laltezza minima e laltezza massima. Diversamente laltezza
costante.Ilcampodivariazionedellaltezzarestacompresotraglioppostilimitidiudibilit.

29

Volume
Laddoveunondasonora composita un insieme di sole onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, ci si pu riferire alla precedente trattazione
inmeritoallapercezionedelvolumeperlasensazioneuditivageneratadaunonda sonora semplice.
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di
non sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici, ci si pu riferire alla precedente
trattazione in merito alla percezione del volume per la sensazione uditiva generata da unonda
sonora semplice.
Per le aree di sovrapposizionetraondesonoresemplici,asecondadellafrequenza,dellampiezzae
della fase con cui le singole onde sonore semplici si manifestano simultaneamente in un
determinatopuntodellospazio,lampiezza(e,diconseguenza,lintensitsonora)dellondasonora
composita sar determinata dai complessi e multiformi effetti dellinterferenza costruttiva e
distruttiva. Nel determinare il volume della sensazione uditiva, allora, non sar sufficiente
semplicemente sommare i volumi delle varie onde sonore semplici, ma sar necessario tener
presente il principio di sovrapposizione tra onde sonore.
In questo caso, si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza,
dellampiezzaedellafaseconcuilesingoleondesonoresemplici si manifestano simultaneamente
in un determinato punto dello spazio, il volume percepito pu restare costante oppure variare (in
modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo
caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio)
identificate da specifici volumi e intervalli di tempo; in maniera ciclica (tremolo); casualmente. In
presenza di una variazione di volume, sar sempre possibile percepirne il volume minimo e il
volume massimo. Il campo di variazione del volume resta compreso tra le opposte soglie di
udibilit.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche. In riferimento a tale onda sonora composita, potremo affermare che,
laddove lintensit sonora delle onde sonore semplici che si manifestano consecutivamente in un
determinato punto dello spazio, lintensit sonora delle onde sonore semplici nelle aree di non
sovrapposizione, e lintensit sonora risultante dalla variazione nel tempo della frequenza,
dellampiezzaedellafaseconcuilesingoleondesonoresemplicisimanifestanosimultaneamente
in un determinato punto dello spazio (nelle aree di sovrapposizione dunque), siano costanti ma
differenti tra loro o in presenza di variazioni nel tempo delle precedenti intensit sonore, il volume
percepito varia (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo una
curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco,
decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici volumi e intervalli di tempo; in maniera
ciclica (tremolo); casualmente. In presenza di una variazione di volume, sar sempre possibile
percepirne il volume minimo e il volume massimo. Diversamente il volume costante. Il campo di
variazione del volume resta compreso tra le opposte soglie di udibilit.

Valore
Epossibile fareriferimentoallatrattazionerelativaal valoredella sensazioneuditivageneratada
unondasonorasemplice.

30
E inoltre possibile considerare il valore della sensazione uditiva generata dallonda sonora
composita come estremo del lungo nella scala volta a valutare il valore della sensazione uditiva
generata da ciascuna onda sonora semplice percepita (vedasi la trattazione in merito alla numerosit
dellondasonoracomposita).
E infinepossibile confrontaretraloroi valoridelle sensazioniuditivegeneratedaciascunaonda
sonora semplice percepita (vedasi la trattazione in merito alla numerosit dellonda sonora
composita) al fine di ordinarle lungo la scala di misurazione.

Timbro
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, valgono le seguenti considerazioni:

in presenza di onde sonore semplici con composizione spettrale proporzionalmente identica,


percepiremo un unico timbro comune alle diverse onde sonore semplici. Per esso possiamo
proporreledicotomiederivantidalcontenutospettrale,odallinviluppodintensitsonora,o
dalla fonte sonora.
in presenza di onde sonore semplici con composizione spettrale proporzionalmente
differente, gli effetti percettivi divengono di difficile interpretazione e comunque altamente
soggettivi; essi possono posizionarsi lungo un continuum che vede da un lato la percezione
di un unico timbro risultante dalla manifestazione consecutiva delle diverse composizioni
spettrali caratterizzanti le varie onde sonore semplici (per esso possiamo proporre le
dicotomiederivantidalcontenutospettrale,odallinviluppodintensitsonora,odallafonte
sonora) e, dallaltro, la percezione di timbri distinti relativi alle differenti composizioni
spettrali (per ciascuno di essi o per linsieme degli stessi possiamo proporre le dicotomie
derivanti dal contenuto spettrale,odallinviluppodintensit sonora,odalla fontesonora).
Epossibiledeterminareilnumeroditimbriconsecutivamentepercepiti.
Si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della composizione
spettrale (composizione spettrale dinamica), il timbro/i timbri percepito/i varia/variano (in
modo continuo o discontinuo) secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi
(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifici timbri e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. Diversamente
(composizione spettrale statica) il timbro/i timbri /sono costante/i.

Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonore semplici che si manifestano


simultaneamente in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di
non sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici percepiremo un unico timbro. Per esso
possiamo proporre le dicotomie derivanti dal contenuto spettrale, o dallinviluppo dintensit
sonora, o dalla fonte sonora.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, le valutazioni in merito alla percezione del
timbro risentono decisamente della intrinseca multidimensionalit e difficolt di misurazione del
parametro in oggetto. Si pu sicuramente sostenere che, in presenza di onde sonore semplici con
composizione spettrale proporzionalmente identica, percepiremo un unico timbro comune alle
diverse onde sonore semplici (per esso possiamo proporre le dicotomie derivanti dal contenuto
spettrale,odallinviluppodintensitsonora,odallafontesonora).Laddoveinvecelacomposizione
spettrale delle varie onde sonore semplici sia proporzionalmente differente, gli effetti percettivi
divengono di difficile interpretazione e comunque altamente soggettivi; essi possono posizionarsi
lungo un continuum che vede da un lato la percezione di un unico timbro risultante dalla
manifestazione simultanea delle diverse composizioni spettrali caratterizzanti le varie onde sonore
semplici (per esso possiamo proporre le dicotomie derivanti dal contenuto spettrale, o

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dallinviluppodintensitsonora,odallafontesonora)e,dallaltro,lapercezioneditimbridistinti
relativi alle differenti composizioni spettrali (per ciascuno di essi o per linsieme degli stessi
possiamo proporre le dicotomie derivanti dal contenuto spettrale, o dallinviluppo dintensit
sonora, o dalla fonte sonora). E possibile determinare il numero di timbri simultaneamente
percepiti.
Si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della composizione spettrale
(composizione spettrale dinamica), il timbro/i timbri percepito/i varia/variano (in modo continuo o
discontinuo) secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici timbri e intervalli di
tempo; in maniera ciclica; casualmente. Diversamente (composizione spettrale statica) il timbro/i
timbri /sono costante/i.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche. In riferimento a tale onda sonora composita, possibile affermare che
percepiremo un unico timbro comune alle differenti onde sonore semplici solo in presenza di onde
sonore semplici con composizione spettrale proporzionalmente identica (per esso possiamo
proporreledicotomiederivantidalcontenutospettrale,odallinviluppodintensitsonora,odalla
fonte sonora). Laddove invece la composizione spettrale delle varie onde sonore semplici sia
proporzionalmente differente, gli effetti percettivi divengono di difficile interpretazione e
comunque altamente soggettivi; essi possono posizionarsi lungo un continuum che vede da un lato
la percezione di un unico timbro risultante dalla manifestazione consecutiva e/o simultanea delle
diverse composizioni spettrali caratterizzanti le varie onde sonore semplici (per esso possiamo
proporreledicotomiederivantidalcontenutospettrale,odallinviluppodintensit sonora, o dalla
fonte sonora)e, dallaltro, la percezione di timbri distinti relativi alle differenti composizioni
spettrali(perciascunodiessioperlinsiemedeglistessipossiamoproporreledicotomiederivanti
dal contenuto spettrale, o dallinviluppo dintensit sonora, o dalla fonte sonora). E possibile
determinare il numero di timbri complessivamente percepiti.
Si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della composizione spettrale
(composizione spettrale dinamica), il timbro/i timbri percepito/i varia/variano (in modo continuo o
discontinuo) secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici timbri e intervalli di
tempo; in maniera ciclica; casualmente. Diversamente (composizione spettrale statica) il timbro/i
timbri /sono costante/i.

Provenienza
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, esse possono essere generate da una o pi
sorgenti sonore:

se generate da una sola sorgente sonora, ci si pu riferire alla trattazione sulle provenienza
dellasensazioneuditivageneratadallondasonorasemplice.
se generate da pi sorgenti sonore, non sempre vero che percepiremo pi provenienze
differenti.Epossibileaffermare,infatti,che,tantomaggiorelaseparazionespazialedelle
differenti sorgenti sonore, ovvero la distanza tra le rispettive posizioni nello spazio, quanto
pi tenderemo a percepirle come distinte provenienze.
Facendo riferimento ad un sistema cartesiano, la distanza tra due sorgenti sonore puntiformi
A e B misurabile con la formula:

32
___
___________________________
AB =(x B- x A)2 + (y B- y A) 2 + (z B- z A) 2
Dunque,senellistanteincuileondesonoresemplicisimanifestanoconsecutivamente,le
differenti sorgenti sonore che le generano sono sufficientemente vicine (ovvero la distanza
tra le rispettive posizioni nellospaziominima),possibilechelorecchiovengaingannato
epercepiscaununicaprovenienza.Laddovevengapercepitaununicaprovenienza,peressa
possibile proporre le dicotomie sopra/sotto, a destra/a sinistra, davanti/dietro e
lontana/vicina. Laddove vengano percepite pi provenienze, per ciascuna di esse e per
linsieme delle stesse possibile proporre le dicotomie sopra/sotto, a destra/a sinistra,
davanti/dietro e lontana/vicina. In tal senso possibile determinare il numero di provenienze
consecutivamente percepite.
In corrispondenza della variazione della posizione nello spazio delle sorgenti sonore rispetto
allascoltatore (considerando che le sorgenti sonore, lascoltatore o entrambi possono
muoversi nello spazio) , la provenienza/le provenienze varia/variano (in modo continuo)
secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare:
attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche provenienze e intervalli di
tempo; in maniera ciclica; casualmente. Diversamente, la provenienza/le provenienze /sono
costante/costanti.
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di
non sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici, ci si pu riferire alla precedente
trattazione in merito alla percezione della provenienza per la sensazione uditiva generata da
unondasonorasemplice.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, evidente che ciascuna onda sonora
semplice generata da una sorgente sonora distinta. Ci nonostante, non sempre vero che
percepiremo pi provenienze differenti. Anche in questo caso, infatti, possibile affermare che,
tanto maggiore la separazione spaziale delle differenti sorgenti sonore, ovvero la distanza tra le
rispettive posizioni nello spazio, quanto pi tenderemo a percepirle come distinte provenienze.
Dunque, se nelle aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, le differenti sorgenti sonore che
le generano sono sufficientemente vicine (ovvero la distanza tra le rispettive posizioni nello spazio
minima), possibile che lorecchio venga ingannato e percepisca ununica provenienza. Laddove
venga percepita ununica provenienza, per essa possibile proporre le dicotomie sopra/sotto, a
destra/a sinistra, davanti/dietro e lontana/vicina. Laddove vengano percepite pi provenienze, per
ciascunadiesseeperlinsiemedellestessepossibileproporreledicotomiesopra/sotto,adestra/a
sinistra, davanti/dietro e lontana/vicina. In tal senso possibile determinare il numero di
provenienze simultaneamente percepite.
In corrispondenza della variazione della posizione nello spazio delle sorgenti sonore rispetto
allascoltatore (considerando che le sorgenti sonore, lascoltatore o entrambi possono muoversi
nello spazio) , la provenienza/le provenienze varia/variano (in modo continuo) secondo una curva
di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento,
tenuta, rilascio) identificate da specifiche provenienze e intervalli di tempo; in maniera ciclica;
casualmente. Diversamente, la provenienza/le provenienze /sono costante/costanti.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche. In riferimento a tale onda sonora composita, possibile sostenere che, se
negli istanti in cui le differenti onde sonore semplici si manifestano consecutivamente in un

33
determinato punto dello spazio e nelle aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, le
differenti sorgenti sonore che le generano sono sufficientemente vicine (ovvero la distanza tra le
rispettive posizioni nello spazio minima), possibile chelorecchiovengaingannatoepercepisca
ununica provenienza (per essa possibile proporre le dicotomie sopra/sotto, a destra/a sinistra,
davanti/dietro e lontana/vicina).
In questo caso, si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della posizione
nellospaziorispettoallascoltatoredellesorgentisonore,laprovenienzavaria(inmodocontinuo)
secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare:
attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche provenienze e intervalli di tempo;
in maniera ciclica; casualmente. Diversamente, la provenienza costante.

Numerosit
Relativamente alla numerosit istantanea valgono le seguenti considerazioni:
Laddoveunondasonoracomposita un insieme di sole onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, possibile percepire, in qualsivoglia
istante,ununicaondasonorasemplice.
Laddoveunondasonoracompositauninsiemedisoleonde che si manifestano simultaneamente
in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di non
sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici, percepiremo, in qualsivoglia
momento,ununicaondasonorasemplice.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, sar possibile percepire simultaneamente,
in un determinato istante, una o pi onde sonore semplici. Il numero di onde sonore semplici
percepite coincide con il pi alto tra il numero di provenienze percepite (vedansi le considerazioni
precedenti sulla provenienza), il numero di altezze percepite (vedansi le considerazioni precedenti
sullaltezza) e il numero di timbri percepiti (vedansi le considerazioni precedenti sul timbro). E
doveroso evidenziare, dunque, che la numerosit istantanea della sensazione uditiva generata da
unondasonoracomposita dipende dalla numerosit istantanea di pi parametri distinti.
Epossibileaffermareche, se prendiamo in considerazione la numerosit istantanea di un singolo
parametro, essa pu variare (in modo discontinuo) nel tempo in senso crescente o decrescente;
secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare:
attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche numerosit istantanee e intervalli di
tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una variazione di numerosit istantanea, sar
sempre possibile percepirne la numerosit istantanea minima e massima. Diversamente la
numerosit istantanea costante. Inoltre, tale numerosit istantanea sar compresa in un campo
delimitato, da un lato, dallestremo del non numeroso (una sola provenienza percepita o una sola
altezza percepita o un solo timbro percepito) e, dallaltro, dallestremo del numeroso (infinite
provenienze percepite o infinite altezze percepite o infiniti timbri percepiti). E opportuno notare,
quindi, come il campo di variazione della numerosit istantanea di un singolo parametro sia
sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa alla
numerosit istantanea di un singolo parametro, necessariamente di tipo comparativo, ovvero
deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.
Infine, possibile affermare che, se prendiamo in considerazione la numerosit istantanea della
sensazioneuditivageneratadaunondasonoracomposita,essapuvariare(in mododiscontinuo)
nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse
fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche
numerosit istantanee e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una
variazione di numerosit istantanea, sar sempre possibile percepirne la numerosit istantanea

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minima e massima. Diversamente la numerosit istantanea costante. Inoltre, tale numerosit
istantanea sarcompresa inuncampodelimitato,daun lato,dallestremo del non numeroso (una
solaondasonorasemplicepercepita)e,dallaltro,dallestremodelnumeroso(infiniteondesonore
semplici percepite). E opportuno notare, quindi, come il campo di variazione di tale numerosit
istantanea sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione
relativa alla suddetta numerosit necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal
confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche.
Relativamente alla numerosit complessiva valgono le seguenti considerazioni:
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, non sempre vero che potremo percepire
piondesonoresemplici:laddovevengapercepitaununicaprovenienza(vedansileconsiderazioni
precedenti sulla provenienza), lorecchio pu essere ingannato e percepire ununica onda sonora
semplice.Lapercezionediununica ondasonorasemplicerafforzataqualora,nellistanteincuile
differenti onde sonore semplici si manifestano consecutivamente, esse abbiano uno o pi parametri
tra altezza, volume e timbro uguali tra loro.
Laddoveunondasonoracompositaun insieme di sole onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di
non sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici, ci si pu riferire alla precedente
trattazione in merito alla percezione della numerosit complessiva per la sensazione uditiva
generatadaunondasonorasemplice.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, non sempre vero che percepiremo pi
onde sonore semplici: infatti, laddove venga percepita ununica provenienza (vedansi le
considerazioni precedenti sulla provenienza) , ununica altezza (vedansi le considerazioni
precedenti sullaltezza) ed un unico timbro (vedansi le considerazioni precedenti sul timbro),
lascoltatorepuessereingannato,epercepireunasolaondasonoresemplice.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche. La numerosit complessiva dellondasonoracompositasardeterminata
dalla somma di tutte le onde sonore semplici percepite durante lintero valore della sensazione
uditivageneratadallondasonoracompositastessaeassume,dunque,unvalorepreciso.
Tale numerosit complessiva sar compresa in un campo delimitato da un lato dallestremodelnon
numeroso (una sola onda sonora semplice percepita), e, dallaltro, dallestremo del numeroso
(infiniteondesonoresemplicipercepite).Eopportunonotare,quindi,comeilcampodi variazione
della numerosit complessiva sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che
la valutazione relativa alla suddetta numerosit complessiva, necessariamente di tipo comparativo,
ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.

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Velocit
Essa dipende dalla velocit con cui variano gli altri parametri soggettivi che caratterizzano la
sensazioneuditivageneratadallondasonoracomposita(adesclusionedelvaloree della numerosit
complessiva che, per la sensazione uditiva generata da unonda sonora composita, assumono un
valore preciso): tanto pi i parametri soggettivi variano velocemente, tanto pi la sensazione uditiva
risulter veloce. La velocit di variazione dei parametri soggettivi dipende, a sua volta, dalla
velocit con cui variano i parametri oggettivi che caratterizzano londa sonora composita ad essi
collegati: tanto pi i parametri oggettivi variano velocemente, tanto pi la variazione dei parametri
soggettivi risulter veloce. Possiamo dunque analizzare la velocit di variazione di ciascun
parametro soggettivo, in relazione alla velocit di variazione dei parametri oggettivi che lo
determinano.Ingenerale,lavelocitdellasensazioneuditivageneratadaunondasonoracomposita
dipende dalla velocit di variazione dellaltezza, dalla velocit di variazione del volume, dalla
velocit di variazione della provenienza, dalla velocit di variazione del timbro e dalla velocit di
variazione della numerosit istantanea. E opportuno precisare che prenderemo in considerazione
non la velocit istantanea di variazione dei parametri (che pu assumere valori sempre differenti nel
tempo), bens la velocit media.
Laddoveunondasonoracompositaun insieme disoleonde sonoresemplicichesi manifestano
consecutivamente in un determinato punto dello spazio, ci si pu riferire alla precedente trattazione
in merito alla percezione della velocit per la sensazione uditiva generata da unonda sonora
semplice.
Laddoveunondasonoracompositauninsiemedisoleondechesimanifestanosimultaneamente
in un determinato punto dello spazio, dovremo effettuare un distinguo tra aree di non
sovrapposizione e aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici.
Per le aree di non sovrapposizione tra onde sonore semplici, ci si pu riferire alla precedente
trattazione in merito alla percezione della velocit per la sensazione uditiva generata da unonda
sonora semplice.
Per le aree di sovrapposizione tra onde sonore semplici, valgono le seguenti considerazioni:

La velocit di variazione dellaltezza della sensazione uditiva indotta da unonda sonora


composita ( VelA OSC ) determinata dalla velocit di variazione della frequenza
fondamentaledellondasonorastessa( Velf OSC ); quanto pi la frequenza fondamentale varia
velocemente,tantopilaltezzapercepita varier velocemente.
Nelcasovengapercepitaununicaaltezzapossibileriferirsiallatrattazionesullavelocit
divariazionedellaltezzadiunasensazioneuditivageneratadaunondasonorasemplice.
Laddove si percepiscano altezze differenti necessario fornire ulteriori precisazioni.
Si visto in precedenza come la frequenza fondamentale dellonda sonora, e
conseguentemente laltezzadellasensazioneuditivadaessa indotta,possavariare in modo
discontinuo, oppure continuo.
In presenza di sole variazioni di frequenza fondamentale di tipo discontinuo d, potremo
allora valutare il numero n di tali variazioni (laddove pi onde sonore semplici costituenti
londasonoracompositavarinolapropriafrequenzafondamentaleinunmedesimoistante,
potremoconsiderareununica variazione)e metterlo inrelazionecon lintervalloditempo
(misurato in secondi s) durante il quale le onde sonore semplici si manifestano
simultaneamente, secondo la formula:

Velf OSC(nd)= n/s

36
La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione
dellaltezza in presenza di sole variazioni di altezza di tipo discontinuo percepite, se si
mettono in relazione il numero m di variazioni discontinue di altezza percepite con
lintervalloditempo(misuratoinsecondi s) durante il quale percepiamo che le onde sonore
semplici si manifestano simultaneamente:

VelA OSC(md)= m/s


In presenza, per ciascuna delle k onde sonore semplici che variano la propria frequenza
fondamentale in modo continuo, di sole n variazioni di tipo continuo c, ove ciascuna
variazione compresa tra due estremi A e B identificati dal cambiamento del senso di
variazione della frequenza fondamentale, potremo, invece, mettere in relazione la variazione
di frequenza fondamentale complessiva e lintervallo di tempo (misurato in secondi s)
durante il quale le onde sonore semplici si manifestano simultaneamente, secondo la
formula per determinare la velocit di variazione della frequenza fondamentale per un onda
sonora semplice Velf OSS(nc).
Sar poi necessario sommare i valori cos ottenuti per ciascuna delle k onde sonore semplici
che variano la propria frequenza fondamentale in modo continuo e mettere in relazione il
risultato cos ottenuto con il numero k di queste stesse onde sonore, secondo la formula:

Velf OSC(kc)=k Velf OSS (nc)/k


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione di
altezza in presenza di sole m variazioni di altezza di tipo continuo percepite per ciascuna
delle j onde sonore semplici di cui percepiamo che varia in modo continuo la propria
altezza, se si mettono in relazione la variazione di altezza complessiva percepita con il
numero j di tali onde:

VelA OSC( jc)=jVelA OSS (mc)/j


E evidente, per, che la frequenza di una singola onda sonora semplice pu variare in
modo sia continuo che discontinuo. Ed, inoltre, differenti onde sonore semplici possono
variare in modo differente (continuo o discontinuo). In tal caso non possibile proporre una
misura unitaria, proprio per la differente natura delle variazioni in oggetto.

La velocit di variazione del volume della sensazione uditiva indotta da unonda sonora
composita ( VelV OSC ) determinata dalla velocit di variazione dellintensit sonora
dellondasonorastessa( VelI OSC )quantopilintensitsonoravariavelocemente,tantopi
il volume percepito varier velocemente. A tal proposito, possibile riferirsi alla trattazione
sulla velocit di variazione del volume di una sensazione uditivageneratadaunondasonora
semplice.

La velocit di variazione della provenienza della sensazione uditiva indotta da unonda


sonora composita ( VelP OSC ) determinata dalla velocit di variazione della posizione della
sorgente sonora generatrice dellonda sonora stessa nello spazio rispetto allascoltatore
( Velp OSC ); quanto pi la posizione varia velocemente, tanto pi la provenienza percepita
varier velocemente.
Nelcasovengapercepitaununicasorgentesonorapossibileriferirsiallatrattazionesulla
velocit di variazione della provenienza di una sensazione uditiva generata da unonda
sonora semplice.

37
Laddove si percepiscano sorgenti sonore differenti necessario fornire ulteriori precisazioni.
Si visto come la posizione nello spazio di una sorgentesonorarispettoallascoltatorepossa
variare solo in modo continuo.
In presenza, per ciascuna delle k sorgenti sonore che variano la propria posizione in modo
continuo, di sole n variazioni di tipo continuo c, ove ciascuna variazione compresa tra
due estremi A e B identificati dal cambiamento del senso di variazione di una o pi
coordinate cartesiane atta a descriverne la posizione nello spazio, potremo, invece, mettere
in relazione la variazione di posizione complessiva e lintervallo di tempo (misurato in
secondi s) durante il quale le onde sonore semplici si manifestano simultaneamente, secondo
la formula per determinare la velocit di variazione della posizione per una singola sorgente
sonora VelpOSS(nc).
Sar poi necessario sommare i valori cos ottenuti per ciascuna delle k sorgenti sonore che
variano la propria posizione in modo continuo e mettere in relazione il risultato cos ottenuto
con il numero k di queste stesse sorgenti sonore, secondo la formula:

VelpOSC(k c)=k VelpOSS(nc)/k


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione di
provenienza in presenza di sole m variazioni di provenienza di tipo continuo percepite per
ciascuna delle j sorgenti sonore generatrici delle onde sonore semplici di cui percepiamo che
varia in modo continuo la propria posizione nello spazio rispetto allascoltatore, se si
mettono in relazione la variazione di provenienza complessiva percepita con il numero j di
tali onde:

VelPOSC( j c)=jVelPOSS (mc)/j

La velocit di variazione del timbro della sensazione uditiva indotta da unonda sonora
composita ( VelTi OSC ) determinata dalla velocit di variazione della composizione spettrale
( Velcs OSC ); quanto pi la composizione spettrale varia velocemente, tanto pi il timbro
percepito varier velocemente. A tal proposito, possibile riferirsi alla trattazione sulla
velocit di variazione del timbro di una sensazione uditiva generata da unonda sonora
semplice.

La velocit di variazione della numerosit istantanea della sensazione uditiva indotta da


unondasonoracomposita( VelNi O SC ) determinata dalla velocit di variazione del numero
di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un determinato punto dello
spazio ( Velni OSC ); quanto pi il numero di onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio varia velocemente, tanto pi la
numerosit istantanea percepita varier velocemente. Si visto in precedenza come il
numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un determinato
punto dello spazio, e conseguentemente la numerosit istantanea della sensazione uditiva
indottadallondasonoracomposita,possavariaresoloinmododiscontinuo.
In presenza di variazioni del numero di onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio di tipo discontinuo d, potremo allora
valutare il numero n di tali variazioni e metterlo in relazione con lintervallo di tempo
(misurato in secondi s) durante il quale le onde sonore semplici si manifestano
simultaneamente, secondo la formula:

VelniOSC(nd)= n/s

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La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione della
numerosit istantanea in presenza di sole variazioni di numerosit istantanea di tipo
discontinuo percepite, se si mettono in relazione il numero m di variazioni discontinue di
numerosit istantanea percepiteconlintervalloditempo(misuratoinsecondi s) durante il
quale percepiamo che le onde sonore semplici si manifestano simultaneamente:

VelNiOSC(md)= m/s
Se prendiamo in considerazione la velocit media di variazione di un determinato parametro
oggettivo (e, conseguentemente, la velocit media di variazione del parametro soggettivo da esso
determinato), essa sar compresa in un campo delimitatodaunlatodallestremodellento(velocit
tendente a 0), e, dallaltro, dallestremo del veloce (velocit tendente ad infinito). E opportuno
notare, quindi, come il campo di variazione della velocit media di variazione di un determinato
parametro sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione
relativa alla velocit media di variazione di un determinato parametro, necessariamente di tipo
comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti
Infine, possibile affermare che, se prendiamo in considerazione non la velocit media di
variazione, bens la velocit istantanea di variazione di un determinato parametro oggettivo (e,
conseguentemente, la velocit istantanea di variazione del parametro soggettivo da esso
determinato), essa pu variare nel tempo (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente
(accelerazione) o decrescente (decelerazione); secondo una curva di inviluppo caratterizzata da
diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifiche velocit e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una
variazione di velocit, sar sempre possibile percepirne la velocit minima e la velocit massima.
Diversamente la velocit costante. Inoltre, tali velocit istantanee saranno comprese in un campo
delimitato, da un lato, dallestremo del lento (velocit tendente a 0) e, dallaltro, dallestremo del
veloce (velocit tendente allinfinito). E opportuno notare, quindi, come il campo di variazione
della velocit istantanea di variazione di un determinato parametro sia sostanzialmente infinito. Per
tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa alla velocit istantanea di variazione
di un determinato parametro necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra
due o pi sensazioni uditive differenti.
Laddove unonda sonora composita un insieme sia di onde sonore semplici che si manifestano
consecutivamente, sia di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un
determinato punto dello spazio, potremo comunque applicare le differenti considerazioni suesposte
per le differenti casistiche.
E doveroso evidenziare che la velocit della sensazione uditiva generata da unonda sonora
composita, dunque, pu dipendere dalla velocit di variazione non solo di un singolo parametro, ma
anche di un insieme di parametri; ed in pi, la velocit di variazione di ciascun parametro pu
essere differente. Ci rende il confronto tra sensazioni sonore differenti assai complesso; come gi
visto in precedenza per il timbro, in caso di grandezze multidimensionali, praticamente
impossibile darne una misurazione precisa ed oggettiva. Ci nonostante, le indicazioni precedenti
possono essere un valido riferimento per la comprensione del fenomeno ed un valido strumento
laddove sia un solo parametro a variare (in modo continuo o discontinuo) nel tempo.
Proprio per la natura composita della velocit della sensazione uditiva generatadaunondasonora
composita, risulta impossibile, esprimere valutazioni in merito alla variazione della stessa nel
tempo. Ovvero, le precedenti considerazioni si potranno applicare efficacemente, solo nel caso in
cui la sua variazione dipenda dalla variazione (continua o discontinua) di un unico parametro
soggettivo. Diversamente, le indicazioni precedenti possono comunque essere un valido
riferimento per la comprensione del fenomeno.

39

3.La sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro (AS)


Altezza
In presenza di sole onde non periodiche, la percezione di altezza risulter indefinita.
In presenza di sole onde periodiche, e laddove nelle aree di sovrapposizione le onde sonore semplici
abbiano frequenza fondamentale diversa, percepiremo diverse altezze definite e precise nelle aree di
sovrapposizione,ununicaaltezzadefinitaeprecisaaltrove.
In presenza di sole onde periodiche, e laddove nelle aree di sovrapposizione le onde sonore semplici
abbiano frequenza fondamentale simile, percepiremo ununica altezza definita e imprecisa nelle
aree di sovrapposizione, ununica altezza definita e precisa altrove. E possibile proporre la
dicotomia precisa/imprecisa.
In presenza di sole onde periodiche, e laddove nelle aree di sovrapposizione le onde sonore semplici
abbianomedesimafrequenzafondamentale,percepiremoununicaaltezzadefinitaeprecisadurante
linteroaccadimentosonoro.
In questo caso, si pu affermare che, in presenza di onde sonore semplici e/o composite intervallate
da silenzio caratterizzate da frequenze fondamentali costanti ma differenti tra loro o in
corrispondenza della variazione nel tempo della frequenza fondamentale delle stesse, laltezza
percepita varia (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente o decrescente; secondo una
curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco,
decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche altezze e intervalli di tempo; in maniera
ciclica (vibrato); casualmente. In presenza di una variazione di altezza, sar comunque possibile
identificareecollocareneltempolaltezzaminimaemassimadellaccadimentosonoro.Ilcampodi
variazione dellaltezza resta compreso tra gli opposti limiti di udibilit. Diversamente, laltezza
costante.
In presenza di onde periodiche e non periodiche, percepiremo altezze di diversa natura: definite per
le onde periodiche e indefinite per le onde non periodiche. E possibile proporre la dicotomia
definita/indefinita.

Volume
In presenza di onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio caratterizzate da intensit
sonorecostanti madifferentitralorooincorrispondenzadella variazione neltempodellintensit
sonoradellestesse,ilvolumedellaccadimentosonorovaria(inmodocontinuo o discontinuo) in
senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi
(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici
volumi e intervalli di tempo; in maniera ciclica (tremolo); casualmente. In presenza di una
variazione di volume, sar comunque possibile identificare e collocare nel tempo il volume minimo
e massimo dellaccadimento sonoro. Il campo di variazione del volume resta compreso tra le
opposte soglie di udibilit. Diversamente, il volume costante.

Valore
Dipendedalladuratadellaccadimentosonoro(ovvero lintervalloditempocompresotralistante
in cui la prima onda sonora ad esso appartenente inizia e listante in cui lultima onda sonora ad
esso appartenentefinisce).Inparticolare,coincideconlintervalloditempocompresotralistante
incuiunondasonoraadessoappartenentesuperaperprimalasogliadiudibilit(inizio) elistante
incuiunondasonoraadessoappartenentescendeperultima al di sotto della suddetta soglia (fine).
Per il resto possibile riferirsi alla trattazione relativa al valore della sensazione uditiva generata da
unondasonorasemplice.

40
Einoltrepossibileconsiderareilvaloredellasensazioneuditivageneratadallaccadimentosonoro
come estremo del lungo nella scala volta a valutare il valore della sensazione uditiva generata da
ciascunaondasonorasemplicepercepita(vedasi latrattazione in meritoalla numerositdellonda
sonora composita) o da ciascuna onda sonora semplice e/o composita intervallata da silenzio o da
ciascun silenzio.
E infinepossibile confrontaretraloroi valoridelle sensazioniuditivegeneratedaciascunaonda
sonora semplice percepita (vedasi la trattazione in merito alla numerositdellondasonorasemplice
e composita) o da ciascuna onda sonora semplice e/o composita intervallata da silenzio o da ciascun
silenzio al fine di ordinarle lungo la scala di misurazione.

Timbro
Si percepir un unico timbro comune a tutte le onde sonore appartenenti allaccadimento sonoro
solo nel caso in cui esse abbiano composizione spettrale proporzionalmente identica (per esso
possibileproporreledicotomiederivantidalcontenutospettrale,odallinviluppodintensitsonora,
o dalla fonte sonora). Altrimenti si percepiranno timbri differenti, determinati dalle differenti
composizionispettralidellesingoleondesonoreappartenentiallaccadimentosonoro(perciascuno
di essi o per linsieme degli stessi possibile proporre le dicotomie derivanti dal contenuto
spettrale,odallinviluppodintensitsonora,odallafontesonora).

Provenienza
Le differenti onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio possono essere generate da
una o pi sorgenti sonore distinte.
In presenza di ununicasorgentesonora,nonsempreverochepercepiremoununicaprovenienza.
Durante il silenzio che intervalla due onde sonore successive, infatti, la sorgente sonora pu variare
la sua posizione nello spazio rispetto allascoltatore. Laddove la posizione iniziale e quella finale
siano sufficientemente lontane (ovvero si trovino ad una distanza sufficientemente ampia),
lorecchiopuessereingannato,epercepire,dunque,provenienzedifferenti.
In presenza di pi sorgenti sonore differenti, non sempre vero che percepiremo pi provenienze
distinte.Epossibileaffermare,infatti,che,senellistantefinalediciascunaondasonorasemplice
e/o composita, la sorgente sonora generatrice della stessa ha posizione nello spazio rispetto
allascoltatoresufficientementevicinaallaposizione nello spaziorispettoallascoltatoreche ha la
sorgente sonora generatrice dellonda sonora semplice e/o composita successiva nellistante
iniziale di questultima (ovvero se la distanza tra la posizione occupata da una sorgente sonora
nellistantefinaledellondasonorasemplicee/ocompositadaessagenerataelaposizioneoccupata
da unaltra sorgente sonora nellistante iniziale dellonda sonora semplice e/o composita da essa
generata e successiva alla prima minima) e, se nei momenti in cui le differenti onde sonore
semplici si manifestano consecutivamente e nelle aree di sovrapposizioni tra onde sonore semplici,
le posizioni nello spazio rispetto allascoltatore delle differenti sorgenti sonore generatrici delle
varie onde sonore semplici sono sufficientemente vicine (ovvero la distanza tra le relative posizioni
nello spazio minima), possibile che lorecchio venga ingannato e percepisca ununica
provenienza. Laddove venga percepita ununica provenienza, per essa possibile proporre le
dicotomie sopra/sotto, a destra/a sinistra, davanti/dietro e lontana/vicina. Laddove vengano
percepitepiprovenienze,perciascunadi esseeper linsiemedelle stessepossibileproporrele
dicotomie sopra/sotto, a destra/a sinistra, davanti/dietro e lontana/vicina. In tal senso possibile
determinare il numero di provenienze percepite.
In definitiva possibile affermare che, laddove venga percepita ununica provenienza, essa pu
essere considerata come unica provenienza comune a tutte le onde sonore semplici e/o composite
intervallate da silenzio.

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In questo caso, si pu affermare che, in corrispondenza della variazione nel tempo della posizione
nellospaziorispettoallascoltatoredellesorgentisonorechegeneranoleonde sonore semplici e/o
composite intervallate da silenzio, la provenienza varia in modo continuo secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifiche provenienze e intervalli di tempo; in maniera ciclica;
casualmente. Diversamente, la provenienza costante.

Numerosit
Relativamente alla numerosit istantanea valgono le seguenti considerazioni:
Per quanto riguarda i silenzi che intervallano le diverse onde sonore, possibile affermare che, in
qualsivoglia istante, non percepiremo alcuna onda sonora; in tal caso la numerosit istantanea sar
nulla; tale numerosit nulla pu essere presa come estremo inferiore della scala che misura il
parametro in oggetto perlaccadimentosonoro.
Infine, possibile affermare che, se prendiamo in considerazione la numerosit istantanea della
sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro, essa pu variare nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche numerosit
istantanee e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una variazione di
numerosit istantanea, sar sempre possibile percepirne la numerosit istantanea minima e massima.
Inoltre, tale numerosit istantanea sar compresa inun campodelimitato,daun lato,dallestremo
del non numeroso (nessuna onda sonora semplice percepita)e,dallaltro,dallestremodelnumeroso
(infiniteondesonoresemplicipercepite).Eopportunonotare,quindi,comeilcampodi variazione
di tale numerosit istantanea sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che
la valutazione relativa alla suddetta numerosit, necessariamente di tipo comparativo, ovvero
deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.
Relativamente alla numerosit complessiva valgono le seguenti considerazioni:
La numerosit complessiva dellaccadimentosonorosardeterminatadallasommaditutteleonde
sonoresemplicipercepitedurantelinterovaloredellasensazioneuditivageneratadallaccadimento
sonoro stesso e assume, dunque, un valore preciso.
E inoltre possibile proporre una misura della numerosit complessiva della sensazione uditiva
generata da un accadimento sonoro, basata sul numero di onde sonore semplici e/o composite
intervallate da silenzio percepite.
E infine possibile proporre una misura della numerosit complessiva della sensazione uditiva
generata da un accadimento sonoro, basata sul numero di silenzi che intervallano le onde sonore
semplici e/o composite percepiti.
Qualsivoglia misura della numerosit complessiva sar compresa in un campo delimitato da un lato
dallestremo del non numeroso (due sole onde sonore semplici percepite o due sole onde sonore
semplici e/ocomposite intervallateda silenzipercepiteounsolosilenziopercepito),e,dallaltro,
dallestremodelnumeroso(infiniteondesonoresemplici percepite o infinite onde sonore semplici
e/o composite intervallate da silenzi percepite o infiniti silenzi percepiti). E opportuno notare,
quindi, come il campo di variazione della numerosit complessiva sia sostanzialmente infinito. Per
tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa alla suddetta numerosit complessiva
necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive
differenti.

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Densit
La densit Den la propriet della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro che
permette allascoltatore di qualificarla come densa piuttosto che rada o meglio di ordinare due o
pi sensazioni uditive lungo una scala ai cui estremi stanno il denso ed il rado.
La densit percepita della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro ( Denp AS) dipende
dalladensiteffettivadellaccadimentosonorostesso( Dene AS).
Per determinare la densit effettiva di un accadimento sonoro possibile mettere in relazione la
durata complessiva (misurata in secondi s) delle n onde sonore semplici e/o composite intervallate
da silenzio dc con la durata (misurata in secondi s) dellaccadimento sonoro stesso, secondo la
formula:
n (sn)
DeneAS(dc)=
s AS
La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la densit percepita della sensazione
uditiva generata da un accadimento sonoro , se si mettono in relazione il valore complessivo
(misurato in secondi s) delle m onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio percepite
vc con il valore (misurato in secondi s)dellaccadimentosonoro,secondolaformula:
m (sm)
DenpAS(vc)=
s AS
Tale misura di densit sar compresa in un campo delimitato da un lato dallestremo del denso
(densittendentead1),e,dallaltro,dallestremodelrado(densittendente a 0).
Einoltrepossibilevalutareladensitdellasensazioneuditivageneratadaunaccadimentosonoro
anche solo in un determinato intervallo di tempo ad esso appartenente (dunque relazionando il
valore complessivo delle onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio percepite,
laddove comprese nellintervallo di tempo prescelto, con lintervallo di tempo prescelto stesso).
Laddove un accadimento sonoro venga diviso in pi intervalli di tempo ad esso appartenenti, sar
possibile confrontare le misure di densit per ciascun intervallo di tempo. In tal senso, possibile
affermare che la densit pu variare nel tempo (in modo discontinuo) in senso crescente o
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche densit e intervalli di
tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una variazione di densit, sar sempre
possibile percepirne la densit minima e la densit massima. Inoltre, la variazione di tale densit
sarcompresainuncampodelimitato,daunlato,dallestremodeldenso(densittendentead1)e,
dallaltro,dallestremodelrado(densittendentea0).

Velocit
La velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro dipende da tre fattori
distinti:
1. la velocit percepita cui si susseguono le differenti onde sonore semplici e/o composite
intervallate da silenzio ( VelOp AS). Questa dipende, a sua volta, dalla velocit effettiva cui si
susseguono le differenti onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio

43
( VelOe AS). E opportuno precisare che prenderemo in considerazione non la velocit
istantanea (che pu assumere valori sempre differenti nel tempo), bens la velocit media.
Perdeterminarequestultima,dovremoinnanzituttocalcolaretalenumero n di onde sonore.
Andremo poi a mettere in relazione il numero cos determinato con la durata (misurata in
secondi s)dellaccadimentosonorostesso,secondolaformula:

VelOe AS = n/s
La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit percepita cui si
susseguono le differenti onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio, se si
mettono in relazione il numero m delle stesse con il valore (misurato in secondi s)
dellaccadimentosonorostesso,secondolaformula:

VelOpAS = m/s
Tale misura di velocit sar compresa in un campo delimitato da un lato dallestremo del
veloce(velocittendenteadinfinito),e,dallaltro,dallestremodel lento (velocit tendente
a 0). E opportuno notare, quindi, come il campo di variazione di tale velocit sia
sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa
alla velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro, in questa
accezione, necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi
sensazioni uditive differenti.
In base a questa formula, possibile valutare la velocit della sensazione uditiva generata da
un accadimento sonoro anche solo in un determinato intervallo di tempo ad esso
appartenente (dunque relazionando il numero di onde sonore semplici e/o composite
intervallate da silenzio percepite, laddovecomprese nellintervalloditempoprescelto, con
lintervallo di tempo prescelto stesso). Laddove un accadimento sonoro venga diviso in pi
intervalli di tempo ad esso appartenenti, sar possibile confrontare le misure di velocit per
ciascun intervallo di tempo. In tal senso, possibile affermare che la velocit pu variare nel
tempo (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente (accelerazione) o decrescente
(decelerazione); secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche velocit e
intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una variazione di
velocit, sar sempre possibile percepirne la velocit minima e la velocit massima. Inoltre,
la variazione di tale velocit sarcompresainuncampodelimitato,daunlato,dallestremo
del veloce (velocit tendente ad infinito) e, dallaltro, dallestremo del lento (velocit
tendente a 0). Diversamente la velocit costante.
2. La velocit di variazione della numerosit istantanea della sensazione uditiva indotta da un
accadimento sonoro ( VelNi AS). Questa dipende, a sua volta, dalla velocit di variazione del
numero di onde sonore semplici che si manifestano simultaneamente in un medesimo punto
dello spazio ( Velni AS); quanto pi il numero di onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un medesimo punto dello spazio varia velocemente, tanto pi la
numerosit istantanea della sensazione uditiva indotta dallaccadimento sonoro varier
velocemente. E opportuno precisare che prenderemo in considerazione non la velocit
istantanea di variazione (che pu assumere valori sempre differenti nel tempo), bens la
velocit media.
Si visto in precedenza come il numero di onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un medesimo punto dello spazio, e conseguentemente la numerosit

44
istantanea della sensazione uditiva indotta dallaccadimento sonoro, possa variare solo in
modo discontinuo.
In presenza di sole variazioni del numero di onde sonore semplici che si manifestano
simultaneamente in un determinato punto dello spazio di tipo discontinuo d, potremo allora
valutare il numero n di tali variazioni e metterlo in relazione con la durata (misurata in
secondi s)dellaccadimentosonoro,secondolaformula:

Velni AS(nd)= n/s


La formula precedente pu essere utilizzata per determinare la velocit di variazione della
numerosit istantanea in presenza di sole variazioni di numerosit istantanea di tipo
discontinuo percepite, se si mettono in relazione il numero m di variazioni discontinue di
numerosit istantanea percepite con il valore (misurato in secondi s) della sensazione uditiva
generatadallaccadimentosonoro:

VelNi AS(md)= m/s


Tale misura di velocit sar compresa in un campo delimitato da un lato dallestremo del
veloce(velocittendenteadinfinito),e,dallaltro,dallestremodellento(velocittendente
a 0). E opportuno notare, quindi, come il campo di variazione di tale velocit sia
sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa
alla velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro, in questa
accezione, necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi
sensazioni uditive differenti.
Einoltrepossibileaffermareche,seprendiamoinconsiderazionenonlavelocitmediadi
variazione, bens la velocit istantanea di variazione del numero di onde sonore semplici
che si manifestano simultaneamente in un determinato punto dello spazio (e,
conseguentemente, la velocit istantanea di variazione della numerosit istantanea), essa
pu variare nel tempo (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente (accelerazione) o
decrescente (decelerazione); secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi
(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da
specifiche velocit e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In presenza di una
variazione di velocit, sar sempre possibile percepirne la velocit minima e la velocit
massima. Diversamente la velocit costante. Inoltre, tale velocit istantanea sar compresa
in un campo delimitato, da un lato, dallestremo del lento (velocit tendente a 0) e,
dallaltro, dallestremo del veloce (velocit tendente allinfinito). E opportuno notare,
quindi, come il campo di variazione della velocit istantanea di variazione di tale parametro
sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la valutazione relativa
alla velocit istantanea di variazione del suddetto parametro necessariamente di tipo
comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi sensazioni uditive differenti.
3. la velocit della sensazione uditiva generata da ciascuna onda semplice e/o composita
intervallata da silenzio percepita (vedasi la trattazione precedente sulla velocit della
sensazioneuditivageneratadallondasonorasempliceedallondasonoracomposita).
A tal riguardo, possibile affermare che, laddove la velocit della sensazione uditiva di
ognuna delle m onde sonore semplici e/o composite intervallate da silenzi percepite dipenda
dalla velocit di variazione (continua o discontinua) di un solo parametro soggettivo,
possibile affermare che la velocit della sensazione uditiva generata dallaccadimento
sonoro dipende dalla velocit di variazione (continua o discontinua) di tale parametro
soggettivo. E opportuno precisare che prenderemo in considerazione non la velocit
istantanea di variazione (che pu assumere valori sempre differenti nel tempo), bens la

45
velocit media. Per determinare questultima, possibile mettere in relazione la somma
delle velocit di variazione di tale parametro soggettivo per ciascuna delle m onde sonore
semplici e/o composite intervallate da silenzi percepite con il numero di onde sonore
percepite stesse, secondo la formula :
m ( Vel m)
Vel AS (VelOSC;VelOSS) =
m
In corrispondenza della variazione di velocit istantanea di tale singolo parametro
soggettivo, possibile affermare che la velocit della sensazione uditiva generata da un
accadimento sonoro varia nel tempo (in modo continuo o discontinuo) in senso crescente
(accelerazione) o decrescente (decelerazione); secondo una curva di inviluppo caratterizzata
da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio)
identificate da specifiche velocit e intervalli di tempo; in maniera ciclica; casualmente. In
presenza di una variazione di velocit , sar sempre possibile percepirne la velocit minima
e la velocit massima. Inoltre, la variazione di tale velocit sar compresa in un campo
delimitato, da un lato, dallestremo del veloce (velocit tendente ad infinito) e, dallaltro,
dallestremodellento(velocittendentea0).Eopportunonotare,quindi,comeil campo di
variazione della velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro
complessivo sia sostanzialmente infinito. Per tale ragione, doveroso precisare che la
valutazione relativa alla velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento
sonoro, necessariamente di tipo comparativo, ovvero deriva dal confronto tra due o pi
sensazioni uditive differenti.
Invece, laddove la velocit della sensazione uditiva di ognuna delle m onde sonore semplici
e/o composite intervallate da silenzi percepite dipenda dalla velocit di variazione di pi
parametri soggettivi oppure di un solo parametro differente per ciascuna di esse, risulta
impossibile, esprimere valutazioni in merito alla velocit della sensazione uditiva generata
dallaccadimento e, di conseguenza, alla sua variazione nel tempo. Ovvero, le precedenti
considerazioni si potranno applicare efficacemente, solo nel caso in cui la sua variazione
dipenda dalla variazione (continua o discontinua) di un unico parametro soggettivo.
Diversamente, le indicazioni precedenti possono comunque essere un valido riferimento per
la comprensione del fenomeno.
In definitiva opportuno sottolineare come la velocit della sensazione uditiva generata da un
accadimento sonoro dipenda da pi fattori differenti tra loro. Pur non essendo dunque possibile
pervenire ad una sua misurazione puntuale, le indicazioni precedenti possono comunque essere un
valido riferimento per la comprensione del fenomeno.

46

I V. D ESC R I T T O R I
1.Onda sonora semplice
Descrittoridellaltezza
Laddove in un determinato intervallo di tempo venga percepita unaltezza definita, si possono
considerare i seguenti descrittori della dicotomia acuta/grave:
Direzione:possibileverificareselaltezzacostanteoppure varia nel tempo in senso crescente o
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche altezze e intervalli di
tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione:possibileverificareselaltezzacostante(estensionenulla),variapoco(estensione
stretta), varia tanto (estensione ampia), varia lungo lintero campo di udibilit (estensione
massima); tra i due estremi si colloca lestensione media. Lestensione in altezza pu essere
costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo
caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio)
identificate da specifiche estensioni e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.
Registro: possibile verificare se laltezza si colloca prevalentemente verso lestremo del grave
(registro grave) piuttosto cheversoquellodellacuto(registroacuto).Traidueestremisicollocail
registromedio.Einoltrepossibilecombinareiregistriprecedentialfinediindividuareilregistro
medio-grave e quello medio-acuto. Risulta evidente che, al fine di individuare un registro specifico,
necessariochelaltezzanonabbiaunestensioneeccessivamenteampia.Ilregistroinaltezzapu
essere costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.
Laddoveinundeterminatointervalloditempovengapercepitaunaltezza indefinita, possono essere
considerati i descrittori di direzione, estensione e registro della dicotomia definita/indefinita (natura
dellaltezza).

Descrittori del volume


Si possono considerare i seguenti descrittori della dicotomia forte/piano:
Direzione: possibile verificare se il volume costante oppure varia nel tempo in senso crescente o
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici volumi e intervalli di
tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione: possibile verificare se il volume costante (estensione nulla), varia poco
(estensione stretta), varia tanto (estensione ampia), varia lungo lintero campo compreso tra la
soglia di udibilit e la soglia del dolore (estensione massima); tra i due estremi si colloca
lestensione media.Lestensione in volumepu essere costante oppure variare nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche estensioni e
intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Registro: possibile verificare se il volume si colloca prevalentemente verso lestremo del forte
(registro forte) piuttosto che verso quello del debole (registro debole). Tra i due estremi si colloca il
registromedio.Einoltrepossibilecombinareiregistriprecedentialfinedi individuare il registro
medio-forte e quello medio-debole. Risulta evidente che, al fine di individuare un registro specifico,

47
necessariocheilvolumenonabbiaunestensioneeccessivamenteampia.Ilregistroinvolumepu
essere costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.

Descrittori del valore


Ilvaloredellasensazioneuditivageneratadaunondasonorasempliceassumeunvalorepreciso.

Descrittori del timbro


Si visto in precedenza come il timbro, per sua natura, non possa essere definitosecondoununica
dimensione, n in qualche maniera misurato, discretizzato o collocato lungo una scala di
misurazione. Si sono proposte, invece, una pluralit di dicotomie che sopperissero a tale intrinseca
difficolt; si possono allora considerare i descrittori di direzione, estensione e registro delle
dicotomie derivanti dalla composizione spettrale (chiaro/scuro, caldo/freddo, pulito/sporco,
spesso/sottile, duro/morbido, statico/dinamico, vuoto/pieno, puro/impuro, ricco/povero,
aperto/chiuso), o dallinviluppo dintensit sonora (percussivo/sostenuto, stazionario/variabile,
pulsante/continuo), o dalla fonte sonora (naturale/sintetico, acustico/elettrico, analogico/digitale,
legnoso/metallico).

Descrittori della provenienza


Si possono considerare i descrittori di direzione, estensione e registro delle dicotomie sopra/sotto, a
destra/a sinistra, davanti/dietro (direzione della provenienza) e lontana/vicina (distanza della
provenienza).

Descrittori della numerosit


La numerosit della sensazione uditiva generata da unonda sonora semplice assume un valore
preciso.

Descrittori della velocit


Si visto in precedenza come la velocit della sensazione uditiva generata da unonda sonora
semplice, dipenda dalla velocit di variazione di molteplici parametri. Si sostenuto come, in
presenza di una variazione di pi parametri, sia sostanzialmente impossibile addivenire ad una
valutazione precisa di tale velocit e, di conseguenza, a valutarne la variazione nel tempo (mentre
resta possibile, invece, valutare la velocit di variazione dei singoli parametri coinvolti). Si anche
sostenuto come, laddove a variare, in modo continuo o discontinuo, sia un solo parametro (tra
altezza, volume, timbro e provenienza), la velocit di variazione di tale parametro possa essere
identificata con la velocit della sensazione uditiva generata dallonda sonora semplice. In questo
caso si possono considerare i seguenti descrittori della dicotomia veloce/lento:
Direzione: possibile verificare se la velocit costante oppure varia nel tempo in senso crescente
o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche velocit e intervalli
di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione: possibile verificare se la velocit costante (estensione nulla), varia poco
(estensione stretta), varia tanto (estensione ampia), varia lungo lintero campo compreso tra
lassenza di variazione e la variazione infinita (estensione massima); tra i due estremi si colloca

48
lestensionemedia.Lestensioneinvelocitpu essere costante oppure variare nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche estensioni e
intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Registro: possibile verificare se la velocit si colloca prevalentementeversolestremodelveloce
(registro veloce) piuttosto che verso quello del lento (registro lento). Tra i due estremi si colloca il
registromedio.Einoltrepossibilecombinareiregistriprecedentialfinediindividuareilregistro
medio-veloce e quello medio-lento. Risulta evidente che, al fine di individuare un registro specifico,
necessario che la velocit non abbia unestensione eccessivamente ampia. Il registro in velocit
pu essere costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.

2.Onda sonora composita


Descrittoridellaltezza
Laddove in un determinato intervallo di tempo venga percepita unaltezza indefinita, si possono
considerare i descrittori di direzione, estensione e registro della dicotomia definita/indefinita.
Laddove in un determinato intervallo di tempo venga percepita ununica altezza definita ma
imprecisa a causa dei battimenti, si possono considerare i descrittori di direzione, estensione e
registrodelledicotomieacuta/graveeprecisa/imprecisa(precisionedellaltezza).
Laddoveinundeterminatointervalloditempovengapercepitaununicaaltezzadefinitaeprecisao
vengano percepite contemporaneamente pi altezze definite e precise differenti si possono
considerare i descrittori di direzione, estensione e registro della dicotomia acuta/grave per ciascuna
dellealtezzepercepiteeperlinsiemedellestesse,consideratecomplessivamente.

Descrittori del volume


Epossibileriferirsiallatrattazionerelativaaidescrittoridelvolumeperunondasonorasemplice.

Descrittori del valore


Ilvaloredellasensazioneuditivageneratadaunondasonoracompositaassumeunvalorepreciso.
Se consideriamo, per, i valori delle sensazioni uditive generate dalle diverse onde sonore semplici
checostituisconolondasonoracomposita, e li confrontiamo con il valore della sensazione uditiva
generata dallonda sonora composita, oppure tra loro, si possono considerare i descrittori di
direzione, estensione e registro della dicotomia lungo/breve:
Direzione: possibile verificare se il valore costante oppure varia nel tempo in senso crescente o
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici valori e intervalli di
tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione:possibileverificareseilvalorecostante(estensionenulla),variapoco(estensione
stretta),variatanto(estensioneampia),varialungolinterocampocompresotraladurata tendente
a 0 e la durata dellonda sonora composita (estensione massima) tra i due estremi si colloca
lestensione media. Lestensione in valore pu essere costante oppure variare nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche estensioni e
intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale

49

Registro: possibile verificare se il valore si colloca prevalentemente verso lestremo del breve
(registro breve) piuttosto che verso quello del lungo (registro lungo). Tra i due estremi si colloca il
registromedio.Einoltrepossibilecombinareiregistriprecedentialfinediindividuareilregistro
medio-breve e quello medio-lungo. Risulta evidente che, al fine di individuare un registro specifico,
necessariocheilvalorenonabbiaunestensioneeccessivamenteampia.Ilregistroinvalorepu
essere costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.
Descrittori del timbro
Laddove in un determinato intervallo di tempo venga percepito un unico timbro o vengano percepiti
consecutivamente pi timbri differenti, potremo considerare i descrittori relativi al timbro di
unonda sonora semplice per ciascun timbro percepito e per linsieme degli stessi, considerati
complessivamente.
Laddove in un determinato intervallo di tempo vengano percepiti contemporaneamente pi timbri
differenti, potremo considerare i descrittori relativi al timbro di unonda semplice per ciascun
timbropercepitoeperlinsiemedeglistessi,consideraticomplessivamente.

Descrittori della provenienza


Laddove in un determinato intervallo di tempo venga percepita ununica provenienza o vengano
percepite consecutivamente pi provenienze differenti, potremo considerare i descrittori relativi alla
provenienza di unonda sonora semplice per ciascuna provenienza percepita e per linsieme delle
stesse, considerate complessivamente.
Laddove in un determinato intervallo di tempo vengano percepite contemporaneamente pi
provenienzedifferenti,potremoconsiderareidescrittoridellaprovenienzadiunondasempliceper
ciascunadelleprovenienzepercepiteeperlinsiemedellestesse,consideratecomplessivamente.

Descrittori della numerosit


Riferendoci alla numerosit istantanea, si possono considerare i seguenti descrittori della dicotomia
numeroso/non numeroso:
Direzione: possibile verificare se la numerosit costante oppure varia nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche numerosit e
intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione: possibile verificare se la numerosit costante (estensione nulla), varia poco
(estensionestretta),variatanto(estensioneampia),varialungolinterocampocompresotrailnon
numeroso, in questo caso una sola onda sonora semplice percepita, ed il numeroso, in questo caso
infinite onde sonore semplici percepite (estensione massima); tra i due estremi si colloca
lestensione media. Lestensione in numerosit pu essere costante oppure variare nel tempo in
senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi
(tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche
estensioni e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale
Registro: possibile verificare se la numerosit si colloca prevalentemente verso lestremo del
numeroso (registro numeroso) piuttosto che verso quello del non numeroso (registro non
numeroso).Traidue estremisi colloca ilregistromedio.E inoltrepossibilecombinare iregistri
precedenti al fine di individuare il registro medio-numeroso e quello medio-non numeroso. Risulta
evidente che, al fine di individuare un registro specifico, necessario che la numerosit non abbia

50
unestensione eccessivamente ampia. Il registro in numerosit pu essere costante oppure variare
nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse
fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifici
registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Tali descrittori possono, inoltre, essere applicati anche alla numerosit istantanea di altezze,
timbri e provenienze percepite.
La numerosit complessiva della sensazione uditiva generatadaunondasonoracompositaassume
un valore preciso.

Descrittori della velocit


Si visto in precedenza come la velocit della sensazione uditiva generata da unonda sonora
composita, dipenda dalla velocit di variazione di molteplici parametri. Si sostenuto come, in
presenza di una variazione di pi parametri, sia sostanzialmente impossibile addivenire ad una
valutazione precisa di tale velocit e, di conseguenza, a valutarne la variazione nel tempo (mentre
resta possibile, invece, valutare la velocit di variazione dei singoli parametri coinvolti). Si anche
sostenuto come, laddove a variare, in modo continuo o discontinuo, sia un solo parametro (tra
altezza, volume, timbro, provenienza e numerosit istantanea), la velocit di variazione di tale
parametro possa essere identificata con la velocit della sensazione uditiva generata dallonda
sonora composita.
Si possono allora considerare i descrittori di direzione, estensione e registro della dicotomia
veloce/lento.

3.Accadimento sonoro
Descrittoridellaltezza
Epossibileriferirsiallatrattazionerelativaaidescrittoridellaltezzaperunondasonoracomposita.

Descrittori del volume


Epossibileriferirsiallatrattazionerelativaaidescrittoridelvolumeperunondasonorasemplice.

Descrittori del valore


Il valore della sensazione uditiva generata da un accadimento sonoro assume un valore preciso.
Se consideriamo, per, i valori delle diverse onde sonore semplici o i valori delle diverse onde
sonore semplici e/o composite intervallate da silenzio, o i valori dei silenzi, e li confrontiamo con il
valore dellaccadimento sonoro, oppure tra loro, si possono applicare i descrittori di direzione,
estensione e registro della dicotomia lungo/breve

Descrittori del timbro


Epossibileriferirsi alla trattazione relativa ai descrittori del timbro per un onda sonora composita.

Descrittori della provenienza


E possibile riferirsi alla trattazione relativa ai descrittori della provenienza per un onda sonora
composita.

51

Descrittori della numerosit


E possibile riferirsi alla trattazione relativa ai descrittori della numerosit per un onda sonora
composita.

Descrittori della densit


Si possono considerare i seguenti descrittori della dicotomia denso/rado:
Direzione: possibile verificare se la densit costante oppure varia nel tempo in senso crescente o
decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per
esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche densit e intervalli di
tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Estensione: possibile verificare se la densit costante (estensione nulla), varia poco
(estensione stretta), varia tanto (estensione ampia), varia lungo lintero campo compreso tra la
densit tendente a 0 e la densit pari a 1 (estensione massima); tra i due estremi si colloca
lestensione media.Lestensione in densitpu essere costante oppure variare nel tempo in senso
crescente o decrescente; secondo una curva di inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente
per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta, rilascio) identificate da specifiche estensioni e
intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo casuale.
Registro: possibile verificare se la densit si colloca prevalentemente verso lestremo del denso
(registro denso) piuttosto che verso quello del rado (registro rado). Tra i due estremi si colloca il
registromedio.Einoltrepossibilecombinareiregistriprecedentialfinediindividuareilregistro
medio-denso e quello medio-rado. Risulta evidente che, al fine di individuare un registro specifico,
necessariocheladensitnonabbiaunestensioneeccessivamenteampia.Ilregistroindensitpu
essere costante oppure variare nel tempo in senso crescente o decrescente; secondo una curva di
inviluppo caratterizzata da diverse fasi (tipicamente per esemplificare: attacco, decadimento, tenuta,
rilascio) identificate da specifici registri e intervalli di tempo; in maniera ciclica e regolare; in modo
casuale.

Descrittori della velocit


Come precedentemente appurato, la velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento
sonoro dipende da una pluralit di fattori. Anche in questo caso, perci, non ci resta che ammettere
la sostanziale impossibilit di addivenire ad una definizione puntuale di tale velocit e, di
conseguenza, di valutarne la variazione nel tempo. Al massimo possibile valutare la velocit dei
singoli fattori coinvolti.
Per quanto riguarda la velocit alla quale si susseguono le differenti onde sonore semplici e/o
composite intervallate da silenzio percepite, si possono considerare i descrittori di direzione,
estensione e registro della dicotomia lento/veloce.
Perquantoriguardalavelocitdivariazionedellanumerositistantaneadellasensazioneuditiva
indotta da un accadimento sonoro complessivo, si possono considerare i descrittori di direzione,
estensione e registro della dicotomia lento/veloce.
Per quanto riguarda la velocit della sensazione uditiva generata da ciascuna onda semplice e/o
composita intervallata da silenzio costituente laccadimento sonoro, si visto come, solo laddove
essa dipenda dalla velocit di variazione (continua o discontinua) di un solo parametro soggettivo,
sia possibile affermare che la velocit della sensazione uditiva generata dallaccadimento sonoro
dipende dalla velocit di variazione (continua o discontinua) di tale parametro soggettivo, e sia
dunque possibile determinare la velocit della sensazione uditiva generata da un accadimento
sonoro nonch valutarne la variazione nel tempo. In tal caso si possono considerare i descrittori di
direzione, estensione e registro della dicotomia lento/veloce.

52

V. T A V O L E R I ASSU N T I V E
1.Onda sonora semplice
Propriet della sensazione uditiva

Altezza

Volume

Valore

Timbro

Provenienza

Grandezza fisica determinante

Frequenza

Intensit
sonora
Frequenza

Durata

Composizione
spettrale
Intensit sonora

Posizione

Dicotomie

acuto/grave
definita/indefinita

forte/debole

lungo/breve

Descrittori

Direzione
Estensione
Registro

Direzione
Estensione
Registro

Assume valore preciso

chiaro/scuro
caldo/freddo
pulito/sporco
spesso/sottile
duro/morbido
statico/dinamico
vuoto/pieno
puro/impuro
ricco/povero
aperto/chiuso
percussivo/sostenuto
stazionario/variabile
pulsante/continuo
naturale/sintetico
acustico/elettrico
analogico/digitale
legnoso/metallico
suono/rumore
Direzione
Estensione
Registro

sopra/sotto
destra/sinistra
davanti/dietro
lontana/vicina

Direzione
Estensione
Registro

53

n altezze percepite
simultaneamente

Numerosit istantanea
n OSS percepite simultaneamente
n timbri percepiti
simultaneamente

n provenienze percepite
simultaneamente

Frequenza

n OSS che si manifestano simultaneamente


Composizione spettrale

Posizione

numeroso/non numeroso

Assume valore preciso

54

n altezze percepite in un intervallo di


tempo

Frequenza

Numerosit complessiva
n OSS percepite in un intervallo di tempo
n timbri percepiti in un intervallo di
n provenienze percepite in un
tempo
intervallo di tempo
n OSS che si manifestano in un intervallo di tempo
Composizione spettrale
Posizione
numeroso/non numeroso

Assume valore preciso

n volumi percepiti in un intervallo


di tempo

Intensit sonora

55

Velocit variazione altezza


Altezza
Valore
Velocit variazione
frequenza
Frequenza
Durata

Velocit variazione volume


Volume
Valore
Velocit variazione intensit
sonora
Intensit sonora
Durata

Velocit
Velocit variazione provenienza
Provenienza
Valore
Velocit variazione posizione
Posizione
durata
veloce/lento

Direzione
Estensione
Registro

Velocit variazione timbro


Timbro
Valore
Velocit variazione composizione
spettrale
Composizione spettrale
Durata

56

2.Onda sonora composita


Propriet della sensazione uditiva

Altezza

Volume

Valore

Timbro

Provenienza

Grandezza fisica determinante

Frequenza

Intensit
sonora
Frequenza

Durata

Composizione
spettrale
Intensit sonora

Posizione

Dicotomie

acuto/grave
definita/indefinita
precisa/imprecisa

forte/debole

lungo/breve

Descrittori

Direzione
Estensione
Registro

Direzione
Estensione
Registro

Direzione
Estensione
Registro

chiaro/scuro
caldo/freddo
pulito/sporco
spesso/sottile
duro/morbido
statico/dinamico
vuoto/pieno
puro/impuro
ricco/povero
aperto/chiuso
percussivo/sostenuto
stazionario/variabile
pulsante/continuo
naturale/sintetico
acustico/elettrico
analogico/digitale
legnoso/metallico
suono/rumore
Direzione
Estensione
Registro

sopra/sotto
destra/sinistra
davanti/dietro
lontana/vicina

Direzione
Estensione
Registro

57

n altezze percepite
simultaneamente

Numerosit istantanea
n OSS percepite simultaneamente
n timbri percepiti
simultaneamente

n provenienze percepite
simultaneamente

Frequenza

n OSS che si manifestano simultaneamente


Composizione spettrale

Posizione

numeroso/non numeroso

Direzione
Estensione
Registro

58

n altezze percepite in un
intervallo di tempo

Frequenza

Numerosit complessiva
n OSS percepite in un intervallo di tempo
n timbri percepiti in un intervallo di
n provenienze percepite in un intervallo di
tempo
tempo
n OSS che si manifestano in un intervallo di tempo
Composizione spettrale
Posizione
numeroso/non numeroso

Assume valore preciso

n volumi percepiti in un intervallo di


tempo

Intensit sonora

59

Velocit variazione numerosit istantanea


Velocit variazione n OSS percepite
simultaneamente
n altezze/timbri/provenienze percepite
simultaneamente
Velocit variazione n OSS che si
manifestano simultaneamente
Frequenza/Composizione
spettrale/Posizione

Velocit
Velocit variazione altezza Velocit variazione volume Velocit variazione provenienza

Velocit variazione timbro

Altezza

Volume

Provenienza

Timbro

Valore
Velocit variazione
frequenza

Valore
Velocit variazione
intensit sonora

Valore
Velocit variazione posizione

Valore
Velocit variazione
composizione spettrale

Posizione
Durata

Composizione spettrale
Durata

Frequenza
Durata

Intensit sonora
Durata temporale
veloce/lento

Direzione
Estensione
Registro

60

3.Accadimento sonoro
Propriet della sensazione uditiva

Altezza

Volume

Valore

Timbro

Provenienza

Grandezza fisica determinante

Frequenza

Intensit
sonora
Frequenza

Durata

Composizione
spettrale
Intensit sonora

Posizione

Dicotomie

acuto/grave
definita/indefinita
pecisa/imprecisa

forte/debole

lungo/breve

Descrittori

Direzione
Estensione
Registro

Direzione
Estensione
Registro

Direzione
Estensione
Registro

chiaro/scuro
caldo/freddo
pulito/sporco
spesso/sottile
duro/morbido
statico/dinamico
vuoto/pieno
puro/impuro
ricco/povero
aperto/chiuso
percussivo/sostenuto
stazionario/variabile
pulsante/continuo
naturale/sintetico
acustico/elettrico
analogico/digitale
legnoso/metallico
suono/rumore
Direzione
Estensione
Registro

sopra/sotto
destra/sinistra
davanti/dietro
lontana/vicina

Direzione
Estensione
Registro

61

n altezze percepite simultaneamente

Frequenza

Numerosit istantanea
n OSS percepite simultaneamente
n timbri percepiti simultaneamente
n provenienze percepite simultaneamente
n OSS che si manifestano simultaneamente
Composizione spettrale
numeroso/non numeroso

Direzione
Estensione
Registro

Posizione

62

n altezze percepite in un intervallo


di tempo

Frequenza

Numerosit complessiva
n OSS percepite in un intervallo di tempo
n timbri percepiti in un intervallo n provenienze percepite in un intervallo
di tempo
di tempo
n OSS che si manifestano in un intervallo di tempo
Composizione spettrale
Posizione
numeroso/non numeroso

Assume valore preciso

n volumi percepiti in un intervallo


di tempo

Intensit sonora

63

Numerosit complessiva (segue)


n OSS e OSC intervallate da silenzi percepite in un
intervallo di tempo

n OSS e OSC intervallate da silenzi che si manifestano in un


intervallo di tempo

Densit
n silenzi percepiti in un
intervallo di tempo

n silenzi in un intervallo di
tempo

Densit percepita
Valore
Densit effettiva
Durata

numeroso/non numeroso

denso/rado

Assume valore preciso

Direzione
Estensione
Registro

64

Velocit
Velocit percepita OSS e OSC intervallate da silenzi
n OSS e OSC intervallate da silenzi percepite in un intervallo di tempo
Valore
Velocit effettiva OSS e OSC intervallate da silenzi
n OSS e OSC intervallate da silenzi che si manifestano in un intervallo di tempo
Durata
veloce/lento

Direzione
Estensione
Registro

Velocit variazione numerosit istantanea


Velocit variazione n OSS percepite simultaneamente
n altezze/timbri/provenienze percepite simultaneamente
Velocit variazione n OSS che si manifestano
simultaneamente
Frequenza/Composizione spettrale/Posizione

65

Velocit variazione altezza


Altezza
Valore
Velocit variazione
frequenza
Frequenza
Durata

Velocit (segue)
Velocit variazione
Velocit variazione volume
provenienza
Volume
Provenienza
Valore
Valore
Velocit variazione intensit
sonora
Velocit variazione posizione
Intensit sonora
Posizione
Durata
Durata
veloce/lento

Direzione
Estensione
Registro

Velocit variazione timbro


Timbro
Valore
Velocit variazione composizione
spettrale
Composizione spettrale
Durata

66

67

PARTE SECONDA

LORGANIZZAZIONE
DELLALTEZZA

68

69

I. PR E M ESSA
In base allaprimapartedeltesto,possiamotrarrealcuneimportanticonclusioniinmeritoallaltezza
dellasensazioneuditivageneratadaunondasonora:

pu essere pi o meno definita; si visto come, in sostanza, solo in presenza di onde sonore
periodiche, siapossibilepercepireunaltezzadefinita.
pu essere pi o meno precisa; si visto come, infatti, solo in assenza di battimenti tra onde
sonore,siapossibilepercepireunaltezzaprecisa.
dipende, laddove sia definita, dalla frequenza fondamentale dellonda sonora generante la
sensazione uditiva stessa; per essere percepita, tale frequenza deve essere compresa nel
campo di udibilit.
dinaturacomparativaovvero,lascoltatorenoningradodiaddivenireallamisurazione
puntuale di una singola altezza attraverso la sua traduzione in una frequenza specifica, ma
ha la capacit di confrontare altezze differenti e di ordinarle lungo una scala ai cui estremi
stanno lacuto ed il grave in altri termini, ciascuna altezza acquisisce un significato per
lascoltatore solo mettendola in relazione con altre altezze.
percepita in via logaritmica; ovvero, due distinte variazioni di frequenza vengono
percepite come uguali se identico il rapporto (e non la differenza) delle frequenze iniziali e
finali di ciascuna variazione.
pu variare, in corrispondenza di una variazione della frequenza, in maniera discontinua
oppure continua; in entrambi i casi, potremo prendere in considerazione, al fine di valutarne
la variazione, le due o pi altezze differenti, corrispondenti a differenti frequenze, che
rappresentano gli estremi della variazione stessa.
pu essere descritta, in corrispondenza della frequenza fondamentale dellonda sonora
generantelasensazioneuditivastessa,daunafunzionecontinuanellintervallocompreso tra
gli opposti limiti di udibilit; ovvero pu assumere infiniti valori, in corrispondenza degli
infinitivaloriassuntidallafrequenzafondamentaleallinternodelcontinuumdifrequenze
appartenentialcampodiudibilitdatocheluomoingrado di percepire, comprendere ed
organizzare solo un numero finito, e possibilmente limitato, di elementi, opportuno
discretizzare tale continuum, ovvero determinare quali frequenze, tenere in
considerazione. Tale intendimento realizzato attraverso i sistemi di intonazione.

Nella seguente trattazione si inizier, dunque, col definire i sistemi di intonazione ed enunciarne le
propriet si analizzer, in seguito, il significato assunto dallaltezza della sensazione uditiva
nellambitoditalisistemi; infine, si esporranno le opportune modalit di organizzare tale altezza.

70

I I. SIST E M I D I I N T O N A Z I O N E
1.Definizione
Si definisce sistema di intonazione una disposizione (ovvero un insieme ordinato dal grave
allacuto) di frequenze organizzate in cicli (ovvero insiemi ordinati dal grave allacuto che si
ripetonodalgraveallacuto)din frequenze (con n numero naturale > 1).
Poich la disposizione di frequenze che definisce il sistema di intonazione il risultato
dellorganizzazioneciclica delle frequenze stesse (ovvero dellaripetizionedalgraveallacutodiun
insieme ordinato dal grave allacuto di n frequenze), il sistema di intonazione pu essere
rappresentato tramite un ciclo di n frequenze.

Esempio 1: sistema di intonazione rappresentato da cicli di 3 frequenze:


Disposizione frequenze:

f1

f2

f3

f4

f5

f6

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

VI

Organizzazione in cicli di 3 frequenze:

(f1

f3)1 (f4

f5

f6)2 (f7

f8

f9)3 (f10 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

III)1 (I

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

f2
II

f7

f8

f9

VII VIII IX

f10 ...
X ...

Sistema di intonazione rappresentato tramite il ciclo di frequenze (Ii IIi IIIi), ove i = 1, 2, 3, ...:
Ii
IIIi

IIi

2.Propriet

i cicli di frequenze sono tali per cui costante il rapporto k tra frequenze equivalenti
consecutive, ove per frequenze equivalenti si intendono frequenze occupanti la medesima
posizione nellordinamentodeidifferenticicli.
la costanza del rapporto tra frequenze equivalenti consecutive implica la costanza del
rapporto tra frequenze equiparabili, ovvero occupanti le medesime posizioni
nellordinamentodiciascunciclo.
a parit del numero di frequenze costituenti i cicli, la scelta di quali frequenze considerare
come inizio e fine del ciclo non influenza n la costanza del rapporto tra frequenze
equivalenti consecutive, n la costanza del rapporto tra frequenze equiparabili.
ad esclusione delle frequenze equivalenti e delle frequenze equiparabili, non detto che sia
costante il rapporto tra frequenze equidistanti, ovvero che si trovano alla stessa distanza,
misurata come numero x di passi compresi tra due frequenze, ove ciascun passo
congiunge frequenze consecutive. A tal fine necessario imporre una condizione specifica,
ovvero che il rapporto tra due frequenze consecutive sia pari a nk (ed in tal caso il rapporto
tra due frequenze separate da x passi sar pari a n kx).
la frequenza pigravedelladisposizionedellefrequenzedettaoriginedelsistema.

71

i sistemi di intonazione si differenziano in base allorigine del sistema, al numero di


frequenze di cui ciascun ciclo composto, al rapporto k tra frequenze equivalenti
consecutive, ai rapporti tra le frequenze di cui ciascun ciclo composto.

Esempio 1: sistema di intonazione rappresentato da cicli di 3 frequenze con rapporto tra frequenze
equivalenti consecutive pari a 2:
Disposizione frequenze (in Hz):
Ordinamento disposizione frequenze:

10 12 15
I

II

20

24 30

40

60

80 ...

IV

V VI

VII VIII IX

X ...

III

48

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40

48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

II

II

(I

III)1 (I

II

III)2 (I

III)3 (I ...

Rapporto tra frequenze equivalenti consecutive costante:


I2/I1 = I3/I2 = II2/II1 = II3/II2 = III2/III1 = III3/III2 = 2
20/10 = 40/20 = 24/12 = 48/24 = 30/15 = 60/30 = 2
Rapporti tra frequenze equiparabili costanti:
II1/I1 = II2/I2 = II3/I3 = 1,2
12/10 = 24/20 = 48/40 = 1,2
III1/I1 = III2/I2 = III3/I3 = 1,5
15/10 = 30/20 = 60/40 = 1,5
III1/II1 = III2/II2 = III3/II3 = 1,25
15/12 = 30/24 = 60/48 = 1,25
Rapporti tra frequenze equidistanti:
1 passo: II1/I1=1,2III1/II1=1,25I2/III1= 1,333333
12/10=1,215/12=1,2520/15=1,333333
2 passi: III1/I1=1,5I2/II1=1,666666II2/III1= 1,6
15/10=1,520/12=1,66666624/15=1,6

Esempio 2: sistema di intonazione rappresentato da cicli di 3 frequenze con rapporto tra frequenze
equivalenti consecutive pari a 2 e rapporto tra frequenze consecutive pari a 32(1,26) :

72
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12,6 15,9 20 25,2 31,8 40 50,4 63,6 80

Ordinamento della disposizione:

II

III

IV V

VI

VII VIII IX

...

X ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10 12,6 15,9)1 (20 25,2 31,8)2 (40 50,4 63,6)3 (80 ...
Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

III)1 (I

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

Rapporto tra frequenze equivalenti consecutive costante:


I2/I1 = I3/I2 = II2/II1 = II3/II2 = III2/III1 = III3/III2 = 2
20/10 = 40/20 = 25,2/12,6 = 50,4/25,2 = 31,8/15,9 = 63,6/31,8 = 2
Rapporti tra frequenze equiparabili costanti:
II1/I1 = II2/I2 = II3/I3 = 1,26
12,6/10 = 25,2/20 = 50,4/40 = 1,26
III1/I1 = III2/I2 = III3/I3 = 1,59
15,9/10 = 31,8/20 = 63,6/40 = 1,59
III1/II1 = III2/II2 = III3/II3 = 1,26
15,9/12,6 = 31,8/25,2 = 63,6/50,4 = 1,26
Rapporti tra frequenze equidistanti:
1 passo: II1/I1 = III1/II1 = I2/III1 = 1,26 (32)
12,6/10 = 15,9/12,6 = 20/15,9 = 1,26
2 passi: III1/I1 = I2/II1 = II2/III1 = 1,59 (322)
15,9/10 = 20/12,6 = 25,2/15,9 = 1,59

3.Ambito di applicazione
Non intenzione dellautore n presentare un elenco dei differenti sistemi di intonazione che si
sono succeduti nel corso della storia o che sono comunque utilizzabili, eventualmente corredato da
unanalisi delle logiche e dei procedimenti che sottendono alla loro formulazione (a tal fine si
rimanda a trattazioni specifiche in merito, di cui abbonda la letteratura scientifica musicale), n
tantomenosostenere latesidellaconvenienzadellutilizzodiunsistemapiuttostochediunaltro,
eventualmente corredata da unanalisi dei vantaggi e degli svantaggi che caratterizzano ciascun
sistema (la scelta delluno o dellaltro sistema risiede in ragioni di ordine storico, tecnologico ed
estetico che esulano dal presente lavoro).
La seguente trattazione potr essere egualmente applicata ad un qualsivoglia sistema di intonazione.

73

I I I. A L T E Z Z E
1.Definizione
Si definisce altezza la posizione che una determinata frequenza occupa nellordinamento della
disposizione di frequenze che definisce un sistema di intonazione.
Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di altezze differenti (ovvero differenti
posizionioccupatedadifferentifrequenze),ma,grazieallorganizzazionedellefrequenzeinciclidi
n frequenze, possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle n classi di altezze con
posizione I, II, ..., N . Esse rappresentano le differenti posizioni che una frequenza pu occupare
allinternodiqualunqueciclocostituenteilsistemadiintonazione.
Le altezze che corrispondonoafrequenzeequivalentisidiconoaltezzeequivalenti.Unaclassedi
altezze composta di sole altezze equivalenti.
Le altezze che corrispondono a frequenze equiparabili si dicono altezze equiparabili.

Esempio 1: classi di altezze relative ad un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 3


frequenze con rapporto tra frequenze equivalenti consecutive pari a 2:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24 30

40

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

48

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

Altezze (posizione nel ciclo):

(A1

Classi di altezze:

III)1 (I

B1 C1) (A2

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

B2

C2) (A3

B3

C3) (A4 ......

A, B, C

Esempio 2: classi di altezze relative ad un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12


frequenze:
Classi di altezze:

A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L

74

I V. I N T E R V A L L I
1.Definizione
Sidefinisceintervalloladistanzatraduealtezze,misuratacomenumero x dipassicompresitra
esse, ove ciascun passo congiunge altezze consecutive.
Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di intervalli differenti (ovvero differenti
distanzetradifferentialtezze),ma,grazieallorganizzazionedelle frequenze in cicli di n frequenze,
possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle n classidiintervallitrale n classidi
altezze aventi tra loro distanza 0, 1, ..., n-1. Esse rappresentano le differenti distanze che possono
esisteretraduealtezzeallinternodiqualunqueciclocostituenteilsistemadiintonazione.
E infatti possibile ricondurre un intervallo superiore al ciclo (necessariamente tra due altezze
appartenenti a cicli differenti) allintervallo inferiore al ciclo stesso tra due altezze equivalenti a
quelle prese in considerazione ma appartenenti allo stesso ciclo questultima sar misurata, in
definitiva, come numero x di passi compresi tra due altezze appartenenti al medesimo ciclo ed
equivalenti alle due altezze prese in considerazione.
Tutti gli intervalli tra due altezze ciascuna appartenente ad una stessa classe di altezze (e dunque
equivalenti tra loro) si dicono intervalli equivalenti.
E opportuno notare che la distanza tra due altezze equivalenti consecutive pari ad n. Due
intervalli la cui somma pari ad n sidiconointervallicomplementari.
Losservazione in base alla quale, ad esclusione delle frequenze equivalenti e delle frequenze
equiparabili, non detto che sia costante il rapporto tra frequenze equidistanti, si traduce, in termini
di intervalli, nellosservazione che, ad esclusione degli intervalli tra altezze equivalenti e degli
intervalli tra altezze equiparabili, non detto che intervalli tra altezze equidistanti siano percepiti
come uguali. Come gi detto, a tal fine necessario imporre una condizione specifica.

Esempio 1: classi di intervalli relative ad un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 3


frequenze con rapporto tra frequenze equivalenti consecutive pari a 2:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24 30

40

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

48

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

Altezze (posizione nel ciclo):

(A1

III)1 (I

B1 C1) (A2

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

B2

C2) (A3

B3

C3) (A4 ...

Classi di altezze:

A, B, C

Intervalli:

A1 A1 = B1 B1 = C1 C1 = A2 A2 = B2 B2 = C2 C2 = 0

inferiore al ciclo

75

Classi di intervalli:

A1 B1 = B1 C1 = C1 A2 = A2 B2 = B2 C2 = C2 A3 = 1

inferiore al ciclo

A1 C1 = B1 A2 = C1 B2 = A2 C2 = B2 A3 = C2 B3 = 2

inferiore al ciclo

A1 A2 = B1 B2 = C1 C2 = A2 A3 = B2 B3 = C2 C3 = 3

superiore al ciclo

A1 B2 = B1 C2 = C1 A3 = A2 B3 = B2 C3 = C2 A4 = 4

superiore al ciclo

0, 1, 2

Esempio 2: classi di intervalli relative ad un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12


frequenze:
Classi di intervalli:

0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11

76

V. ST R U T T U R E
1.Definizione
Sidefiniscestrutturadiordine z (con z numero naturale > 1) una disposizione di z altezze e degli
y = z-1 intervalli consecutivi (ovvero tra altezze consecutive) compresi tra la prima e lultima
altezza.

Esempio 1: struttura definita da una disposizione di 3 altezze e dei 2 intervalli consecutivi compresi
tralaprimaelultimaaltezzainunsistema di intonazione rappresentato da cicli di 3 frequenze:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24 30

40

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

48

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

Altezze (posizione nel ciclo):

(A1

III)1 (I

B1 C1) (A2

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

B2

C2) (A3

B3

C3) (A4 ...

Classi di altezze:

A, B, C

Intervalli:

A1 A1 = B1 B1 = C1 C1 = A2 A2 = B2 B2 = C2 C2 = 0

inferiore al ciclo

A1 B1 = B1 C1 = C1 A2 = A2 B2 = B2 C2 = C2 A3 = 1

inferiore al ciclo

A1 C1 = B1 A2 = C1 B2 = A2 C2 = B2 A3 = C2 B3 = 2

inferiore al ciclo

A1 A2 = B1 B2 = C1 C2 = A2 A3 = B2 B3 = C2 C3 = 3

superiore al ciclo

A1 B2 = B1 C2 = C1 A3 = A2 B3 = B2 C3 = C2 A4 = 4

superiore al ciclo

Classi di intervalli:

0, 1, 2

Disposizione di altezze:
Disposizione di intervalli:

B1 C2 A3
4

Struttura definita dalla disposizione di altezze B1C2A3 e dalla disposizione di intervalli consecutivi
compresitralaprimaelultimaaltezza4 1 :
B1C2A3
4 1

77

Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di strutture differenti (ovvero differenti
disposizioni di altezze e degli intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza), ma,
grazie allorganizzazione delle frequenze in cicli di n frequenze, possibile riferirsi, ai fini della
seguente analisi, solo alle n(n-1), n(n-1)(n-2), ... , n! classi di strutture definite da una
disposizione semplice (ovvero senza ripetizioni di elementi) di 2, 3, ..., n classidialtezzeedi 1,
2, ..., n-1 classidiintervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaclassedialtezze.

Esempio 2: strutture definite da una disposizione di 3 altezze e dei 2 intervalli consecutivi compresi
tralaprimaelultimaaltezzainunsistema di intonazione rappresentato da cicli di 3 frequenze:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24 30

40

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

48

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

Altezze (posizione nel ciclo):

(A1

III)1 (I

B1 C1) (A2

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

B2

C2) (A3

B3

C3) (A4 ...

Classi di altezze:

A, B, C

Intervalli:

A1 A1 = B1 B1 = C1 C1 = A2 A2 = B2 B2 = C2 C2 = 0

inferiore al ciclo

A1 B1 = B1 C1 = C1 A2 = A2 B2 = B2 C2 = C2 A3 = 1

inferiore al ciclo

A1 C1 = B1 A2 = C1 B2 = A2 C2 = B2 A3 = C2 B3 = 2

inferiore al ciclo

A1 A2 = B1 B2 = C1 C2 = A2 A3 = B2 B3 = C2 C3 = 3

superiore al ciclo

A1 B2 = B1 C2 = C1 A3 = A2 B3 = B2 C3 = C2 A4 = 4

superiore al ciclo

Classi di intervalli:

0, 1, 2

Strutture:

A1B1C1
1 1

A1B1A2
1 2

A1B1B2
1 3

A1B1C2
1 4

A1C1A2
2 1

A1C1B2
2 2

A1C1C2
2 3

A1C1A3
2 4

A1A2B2
3 1

A1A2C2
3 2

A1A2 A3
3 3

A1A2B3
3 4

A1B2C2
4 1

A1B2A3
4 2

A1B2B3
4 3

A1B2C3
4 4

78

Classi di strutture:

B1C1A2
1 1

B1C1B2
1 2

B1C1C2
1 3

B1C1A3
1 4

B1A2B2
2 1

B1A2C2
2 2

B1A2A3
2 3

B1A2B3
2 4

B1B2C2
3 1

B1B2A3
3 2

B1B2B3
3 3

B1B2C3
3 4

B1C2A3
4 1

B1C2B3
4 2

B1C2C3
4 3

B1C2A4
4 4

C1A2B2
1 1

C1A2C2
1 2

C1A2A3
1 3

C1A2B3
1 4

C1B2C2
2 1

C1B2A3
2 2

C1B2B3
2 3

C1B2C3
2 4

C1C2A3
3 1

C1C2B3
3 2

C1C2C3
3 3

C1C2A4
3 4

C1A3B3
4 1

C1A3C3
4 2

C1A3A4
4 3

C1A3B4
4 4

ABC
11

ACB
22

BCA BAC
11
22

CAB
11

CBA
22

2.Propriet
Data una struttura di ordine z definita da una disposizione di z altezze e degli y = z-1 intervalli
consecutivicompresitralaprimaelultimaaltezza:
la numerosit della struttura pari a z.
ladimensionedellastrutturapariallintervallotralaprimaelultimaaltezza.
non esiste una relazione biunivoca tra la disposizione delle z altezze e la disposizione degli y
intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezza,ovveroalladisposizionedelle
z altezze corrisponde sempre una ed una sola disposizione degli y intervalli consecutivi
compresitra laprimae lultima altezza ma non viceversa inparticolare,alladisposizione
degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza corrispondono n
differenti disposizioni di z altezze, le cosiddette n traslazioni della disposizione delle z
altezze (vedi paragrafo sulle traslazioni della disposizione di altezze).
linsiemedituttigliintervalliesistentitratuttelealtezzeappartenentialladisposizionedelle
z altezzechedefiniscelastrutturadettointervallisticadellastruttura.
la struttura ad essa speculare definita dalla disposizione di z altezze con medesime prima
ed ultima altezza della disposizione di z altezze che definisce la struttura presa in
considerazione corrispondente alla disposizione di y intervalli speculare alla disposizione
degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza che definisce la
struttura presa in considerazione.

79

la struttura ad essa speculare ha uguale numerosit, pari a z, essendo definita da una


differente disposizione dello stesso numero di altezze.
lastrutturaadessaspecularehaugualedimensione,pariallintervallotralaprimaelultima
altezza, essendo definita dalla disposizione speculare degli stessi y intervalli.
la struttura ad essa speculare ha uguale intervallistica, essendo definita dalla disposizione
speculare degli stessi y intervalli.
non esiste una relazione biunivoca tra la struttura e la sua intervallistica, ovvero alla struttura
corrisponde sempre una ed una sola intervallistica ma non viceversa; in particolare, se si
considerano esclusivamente le strutture di ordine z, allintervallistica della struttura
corrispondono le 2n strutture di ordine z definite dalle n traslazioni delle 2 disposizioni di z
altezze che definiscono la struttura presa in considerazione e la struttura speculare ad essa.
se la struttura definita da una disposizione di z = n/k altezze (con k numero naturale
compreso tra 1 ed n/2) e degli y = z -1 intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultima
altezza ed ha intervallistica [x, 2x, ...yx], allora tutte le strutture componenti il campo delle
permutazioni della disposizione delle z altezze hanno uguale intervallistica (vedi paragrafo
sulle permutazioni della disposizione di altezze). In tal caso, se si considerano
esclusivamente le strutture di ordine z,allintervallisticadellastrutturacorrispondonole nz!
strutture di ordine z definite dalle n traslazioni delle z! permutazioni della disposizione delle
z altezze che definisce la struttura presa in considerazione.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


ADH:
34
I. La numerosit della struttura pari a 3
II. La dimensione della struttura pari a 7
III. 12 traslazioni della disposizione di altezze ADH:
ADH BEI CFJ DGK EHL FIA GJB HKC ILD JAE KBF LCG
IV. Intervallistica della struttura: [3, 4, 7]
V. Disposizione di y intervalli speculare alla disposizione degli y intervalli consecutivi compresi
tralaprimaelultimaaltezzachedefiniscelastrutturapresainconsiderazione:4 3
Disposizione di altezze con medesime prima ed ultima altezza della struttura presa in
considerazione corrispondente alla disposizione di y intervalli speculare alla disposizione
degli y intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzachedefiniscelastruttura
presa in considerazione: AEH
Struttura speculare:

AEH con uguale numerosit, dimensione ed intervallistica.


43

VI. 12 strutture definite dalle 12 traslazioni della disposizione di altezze ADH:


ADH BEI CFJ
34 34 34

DGK EHL FIA


34
34
34

GJB
34

HKC
34

ILD
34

JAE
34

KBF LCG
34
34

12 strutture definite dalle 12 traslazioni della disposizione di altezze AEH:

80
AEH BFI CGJ DHK EIL FJA GKB HLC IAD
43 43 43
43
43 43 43
43
43

JBE
43

KCF LDG
43
43

VII. AllintervallisticadellastrutturaADHcorrispondonolestrutturealpuntoVI.
34

3.Traslazioni della disposizione di altezze


Data una struttura di ordine z definita da una disposizione di z altezze e degli y = z-1 intervalli
consecutivicompresitralaprimaelultimaaltezza:

possibile individuare n strutture di ordine z distinte definite dalle n traslazioni della


disposizione delle z altezze che definisce la struttura presa in considerazione (ove per
traslazione si intende una differente disposizione di z altezze cui corrisponde la medesima
disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza che
definisce la struttura presa in considerazione).
la disposizione di z altezze che definisce la struttura una delle n traslazioni della
disposizione delle z altezze stessa.
linsiemedelle n strutture di ordine z distinte definite dalle n traslazioni della disposizione
delle z altezzedettocampodelletraslazionidelladisposizionedellez altezze.
tutte le strutture componenti il campo delle traslazioni della disposizione delle z altezze
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definite da una differente disposizione dello
stesso numero di altezze.
tutte le strutture componenti il campo delle traslazioni della disposizione delle z altezze
hanno uguale dimensione, pariallintervallotralaprimaelultimaaltezza,essendodefinite
dalla medesima disposizione di intervalli.
tutte le strutture componenti il campo delle traslazioni della disposizione delle z altezze
hanno uguale intervallistica, essendo definite dalla medesima disposizione di intervalli.
linsieme di tutti gli intervalli esistenti tra tutte le altezze appartenenti alle strutture
componenti il campo delle traslazioni della disposizione delle z altezze detto
intervallisticadelcampodelletraslazionidella disposizione delle z altezze.Essacoincide
con lintervallistica di qualsiasi struttura componente il campo delle traslazioni della
disposizione delle z altezze stesso.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle traslazioni della disposizione delle z
altezze e la sua intervallistica, ovvero al campo delle traslazioni della disposizione delle z
altezze corrisponde sempre una ed una sola intervallistica ma non viceversa; in particolare,
se si considerano esclusivamente le strutture di ordine z,allintervallisticadelcampodelle
traslazioni della disposizione delle z altezze corrispondono le 2n strutture di ordine z definite
dalle n traslazioni delle 2 disposizioni di z altezze che definiscono la struttura presa in
considerazione e la struttura speculare ad essa.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


ADH:
34
I. Campo delle traslazioni della disposizione di altezze ADH:
ADH BEI CFJ
34 34 34

DGK EHL FIA


34
34
34

GJB
34

HKC ILD
34
34

JAE
34

KBF LCG
34
34

81
II. Tutte le strutture componenti il campo delle traslazioni della disposizione di altezze ADH
hanno numerosit pari a 3, dimensione pari a 7 ed intervallistica [3, 4, 7].
III. Intervallistica del campo delle traslazioni della disposizione di altezze ADH: [3, 4, 7].
IV. 12 strutture definite dalle 12 traslazioni della disposizione di altezze ADH:
ADH BEI CFJ
34
34 34

DGK EHL
34
34

FIA
34

GJB
34

HKC
34

ILD
34

JAE
34

KBF LCG
34
34

12 strutture definite dalle 12 traslazioni della disposizione di altezze AEH:


AEH BFI CGJ DHK EIL FJA GKB HLC
43 43 43
43
43 43 43
43

IAD
43

JBE
43

KCF LDG
43
43

V. Allintervallistica del campo delle traslazioni della disposizione di altezze ADH


corrispondono le strutture al punto IV.

4.Permutazioni della disposizione di altezze


Data una struttura di ordine z definita da una disposizione di z altezze e degli y = z-1 intervalli
consecutivicompresitralaprimaelultimaaltezza:

possibile individuare z! strutture di ordine z distinte definite dalle z! permutazioni della


disposizione delle z altezze che definisce la struttura presa in considerazione (ove per
permutazione si intende una differente disposizione delle stesse altezze).
la disposizione di z altezze che definisce la struttura una delle z! permutazioni della
disposizione delle z altezze stessa.
linsieme delle z! strutture di ordine z distinte definite dalle z! permutazioni della
disposizione delle z altezze detto campo delle permutazioni della disposizione delle z
altezze.
tutte le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definite da differenti disposizioni dello stesso
numero di altezze.
le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze hanno
ugualedimensione,pariallintervallotralaprimaelultimaaltezza,solosedefinitedalla
medesima disposizione di intervalli o da disposizioni speculari di intervalli.
le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze hanno
uguale intervallistica solo se definite dalla medesima disposizione di intervalli o da
disposizioni speculari di intervalli.
se la struttura definita da una disposizione di z = n/k altezze (con k numero naturale
compreso tra 1 ed n/2) e degli y = z -1 intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultima
altezza ed ha intervallistica [x, 2x, ...yx], allora tutte le strutture componenti il campo delle
permutazioni della disposizione delle z altezze hanno uguale intervallistica (vedi esempio 2).
linsieme di tutti gli intervalli esistenti tra tutte le altezze appartenenti alle strutture
componenti il campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze detto
intervallistica del campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze.
lintervallistica del campo delle permutazioni della disposizione delle z altezze formata
esclusivamente da coppie di intervalli complementari.

82

non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni della disposizione delle z
altezze e la sua intervallistica, ovvero al campo delle permutazioni della disposizione delle z
altezze corrisponde una ed una sola intervallistica ma non viceversa. In particolare, se si
considerano esclusivamente le strutture di ordine z, allintervallistica del campo delle
permutazioni della disposizione delle z altezze corrispondono le 2nz! strutture di ordine z
definite dalle n traslazioni delle z! permutazioni delle 2 disposizioni delle z altezze che
definiscono la struttura presa in considerazione e la struttura speculare ad essa.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


ADH:
34
I. Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH:
ADH
34

AHD
78

DAH
97

DHA
45

HAD
53

HDA
89

II. Tutte le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH
hanno numerosit pari a 3.
III. La struttura ADH ha dimensione pari a 7.
34
La struttura AHD ha dimensione pari a 15.
78
La struttura DAH ha dimensione pari a 16.
97
La struttura DHA ha dimensione pari a 9.
45
La struttura HAD ha dimensione pari a 8.
53
La struttura HDA ha dimensione pari a 17.
89
IV. La struttura ADH ha intervallistica: [3, 4, 7,].
34
La struttura AHD ha intervallistica: [3, 7, 8,].
78
La struttura DAH ha intervallistica: [4, 7, 9].
97
La struttura DHA ha intervallistica: [4, 5, 9].
45

83
La struttura HAD ha intervallistica: [3, 5, 8].
53
La struttura HDA ha intervallistica: [5, 8, 9].
89
V. Intervallistica del campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH:
[3, 4, 5, 7, 8, 9].
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 3+9, 4+8, 5+7.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [3+9, 4+8, 5+7].
VI. 72 strutture definite dalle 12 traslazioni delle 6 permutazioni disposizione di altezze ADH:
ADH
34

AHD
78

DAH
97

DHA
45

HAD
53

HDA
89

BEI
34

BIE
78

EBI
97

EIB
45

IBE
53

IEB
89

CFJ
34

CJF
78

FCJ
97

FJC
45

JCF
53

JFC
89

DGK
34

DKG
78

GDK
97

GKD
45

KDG
53

KGD
89

EHL
34

ELG
78

HEL
97

HLE
45

LEH
53

LHE
89

FIA
34

FAI
78

IFA
97

IAF
45

AFI
53

AIF
89

GJB
34

GBJ
78

JGB
97

JBG
45

BGJ
53

BJG
89

HKC
34

HCK
78

KHC
97

KCH
45

CHK CKH
53
89

ILD
34

IDL
78

LID
97

LDI
45

DIL
53

DLI
89

JAE
34

JEA
78

AJE
97

AEJ
45

EJA
53

EAJ
89

KBF
34

KFB
78

BKF
97

BFK
45

FKB
53

FBK
89

LCG
34

LGC
78

GLC
53

GCL
89

CLG
97

CGL
45

84
72 strutture definite dalle 12 traslazioni delle 6 permutazioni della disposizione di altezze AEH:
AEH
43

AHE
79

EAH
87

EHA
35

HAE
54

HEA
98

BFI
43

BIF
79

FBI
87

FIB
35

IBF
54

IFB
98

CGJ
43

CJG
79

GCJ
87

GJC
35

JCG
54

JGC
98

DHK
43

DKH
79

HDK
87

HKD
35

KDH
54

KHD
98

EIL
43

ELI
79

IEL
87

ILE
35

LEI
54

LIE
98

FJA
43

FAJ
79

JFA
87

JAF
35

AFJ
54

AJF
98

GKB
43

GBK
79

KGB
87

KBG
35

BGK
54

BKG
98

HLC
43

HCL
79

LHC
87

LCH
35

CHL
54

CLH
98

IAD
43

IDA
79

AID
87

ADI
35

DIA
54

DAI
98

JBE
43

JEB
79

BJE
87

BEJ
35

EJB
54

EBJ
98

KCF
43

KFC
79

CKF
87

CFK
35

FKC
54

FCK
98

LDG
43

LGD
79

GLD
54

GDL
98

DLG
87

DGL
35

VII. Allintervallistica del campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH
corrispondono le strutture al punto VI.

Esempio 2: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


AGDJ:
696
I. Intervallistica della struttura: [3, 6, 9]
II. Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AGDJ:
AGDJ
696

AGJD
636

ADGJ
333

ADJG
369

AJGD
999

AJDG
963

85
GADJ
636

GAJD
696

GDAJ
999

GDJA
963

GJAD
333

GJDA
369

DAGJ
963

DAJG
999

DGAJ
369

DGJA
333

DJAG
636

DJGA
696

JAGD
369

JADG
333

JGAD
963

JGDA
999

JDAG
696

JDGA
636

III. Tutte le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione di altezze AGDJ
hanno intervallistica: [3, 6, 9]

5.Permutazioni della disposizione di intervalli


Data una struttura di ordine z definita da una disposizione di z altezze e degli y = z-1 intervalli
consecutivi compresitralaprimaelultimaaltezza:

se nella disposizione degli y intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzavi


sono solo intervalli differenti, possibile individuare y! strutture di ordine z distinte definite
dalle y! disposizioni di z altezze con medesime prima ed ultima altezza della disposizione di
z altezze che definisce la struttura presa in considerazione corrispondenti alle y!
permutazioni della disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e
lultima altezza che definisce la struttura presa in considerazione (ove per permutazione si
intende una differente disposizione degli stessi intervalli); se nella disposizione degli y
intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza vi sono intervalli uguali,
alcune permutazioni danno la stessa disposizione. In generale, se una struttura definita da
una disposizione di y intervalli consecutivi compresi tra due altezze -di cui y1 intervalli di un
tipo, y2 intervalli di un altro tipo, etc. fino a yk , con y = y1 + y2 + ... + yk - possibile
individuare y!/ y ! ... y ! strutture di ordine z distinte. Tali strutture avranno sempre in
1

comunelaprimaelultimaaltezza,manonlealtezzecompresetraesse.
la disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza che
definisce la struttura una delle y!/ y1! ... yk! permutazioni della disposizione degli y
intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzastessa.
linsieme delle y!/ y1! ... yk! strutture di ordine z distinte definite dalle y!/ y1! ... yk!
disposizioni di z altezze con medesime prima ed ultima altezza della disposizione di z
altezze che definisce la struttura presa in considerazione corrispondenti alle y!/ y1! ... yk!
permutazioni della disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e
lultima altezza detto campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli
consecutivicompresitralaprimaelultimaaltezza.
tutte le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli
consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza hanno uguale numerosit, pari a z,
essendo definite da differenti disposizioni dello stesso numero di altezze.
tutte le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli
consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza hanno uguale dimensione, pari
allintervallotralaprimaelultimaaltezza,essendodefinitedadifferentidisposizionidegli
stessi y intervalli.

86

le strutture componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli


consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza hanno uguale intervallistica solo se
definite da disposizioni speculari di intervalli.
linsieme di tutti gli intervalli esistenti tra tutte le altezze appartenenti a tutte le strutture
componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli consecutivi
compresitralaprimaelultimaaltezzadettointervallisticadelcampodellepermutazioni
della disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la primaelultimaaltezza.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni della disposizione degli y
intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzaelasuaintervallistica,ovvero
al campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli consecutivi compresi tra la
prima e lultima altezza corrisponde sempre una ed una sola intervallistica ma non
viceversa. In particolare, se si considerano esclusivamente le strutture di ordine z,
allintervallistica del campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli
consecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzacorrispondonolen y!/ y1 ! ... yk! strutture
di ordine z definite dalle n traslazioni delle y!/ y ! ... y ! disposizioni di z altezze con
1

medesime prima ed ultima altezza della disposizione di z altezze che definisce la struttura
presa in considerazione corrispondenti alle y!/ y1! ... yk! permutazioni della disposizione
degli y intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza che definisce la
struttura presa in considerazione.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


ACDH
214
I. Campo delle permutazioni della disposizione di intervalli 2 1 4 compresi tra A ed H:
ACDH
214

ACGH
241

ABDH
124

ABFH
142

AEGH
421

AEFH
412

II. Tutte le strutture appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di intervalli
2 1 4 compresi tra A ed H hanno numerosit pari a 4.
III. Tutte le strutture appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di intervalli
2 1 4 compresi tra A ed H hanno dimensioni pari a 7.
IV. Le strutture ACDH e AEFH hanno intervallistica [1, 2, 3, 4, 5, 7].
214
412
Le strutture ACGH e ABFH hanno intervallistica [1, 2, 4, 5, 6, 7].
241
142
Le strutture ABDH e AEGH hanno intervallistica [1, 2, 3, 4, 6, 7].
124
421
V. Intervallistica del campo delle permutazioni della disposizione di intervalli 2 1 4 compresi tra
A ed H: [1, 2, 3, 4, 5, 6, 7].
VI. 72 strutture definite dalle 12 traslazioni delle 6 disposizioni di 4 altezze con prima altezza A
ed ultima altezza H corrispondenti alle 6 permutazioni della disposizione di intervalli 2 1 4:

87
ACDH
214

ACGH
241

ABDH
124

ABFH
142

AEGH
421

AEFH
412

BDEI
214

BDHI
241

BCEI
124

BCGI
142

BFHI
421

BFGI
412

CEFJ
214

CEIJ
241

CDFJ
124

CDHJ
142

CGIJ
421

CGHJ
412

DFGK
214

DFJK
241

DEGK
124

DEIK
142

DHJK
421

DHIK
412

EGHL
214

EGKL
241

EFHL
124

EFJL
142

EIKL
421

EIJL
412

FHIA
214

FHLA
241

FGIA
124

FGKA
142

FJLA
421

FJKA
412

GIJB
214

GIAB
241

GHJB
124

GHLB
142

GKAB
421

GKLB
412

HJKC
214

HJBC
241

HIKC
124

HIAC
142

HLBC
421

HLAC
412

IKLD
214

IKCD
241

IJLD
124

IJBD
142

IACD
421

JLAE
214

JLDE
241

JKAE
124

JKCE
142

JBDE
421

JBCE
412

KABF
214

KAEF
241

KLBF
124

KLDF
142

KCEF
421

KCDF
412

LBCG
214

LBFG
241

LACG
124

LAEG
142

LDFG
421

IABD
412

LDEG
412

VII. Allintervallisticadelcampodellepermutazionidelladisposizione di intervalli 2 1 4 compresi


tra A ed H corrispondono le strutture al punto VI.

6.Criteri per la selezione delle strutture


Dato un sistema di intonazione rappresentato da cicli di n frequenze,epossibileselezionaretuttele
strutture:

definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata altezza o


insieme di altezze.
definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata altezza o
insieme di altezze come prima altezza o prime altezze della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata altezza o
insieme di altezze come ultima altezza o ultime altezze della disposizione stessa.

88

definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata sottodisposizione di altezze.
definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata sottodisposizione di altezze come prime altezze della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di altezze contenente una determinata sottodisposizione di altezze come ultime altezze della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli come primo intervallo o primi intervalli della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli come ultimo intervallo o ultimi intervalli della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente un determinato insieme di
intervalli ove per ciascun intervallo sia stabilito quante volte pu apparire nella disposizione
stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente un determinato insieme di
intervalli ove per ciascun intervallo sia stabilito quante volte pu apparire consecutivamente
nella disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente una determinata sottodisposizione di intervalli.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente una determinata sottodisposizione di intervalli come primi intervalli della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di intervalli contenente una determinata sottodisposizione di intervalli come ultimi intervalli della disposizione stessa.
aventi una determinata numerosit.
aventi una determinata dimensione.
cui corrisponde una determinata intervallistica, ovvero appartenenti ad una determinata area
strutturale (vedi paragrafo sulle aree strutturali).
cui corrisponde unintervallistica contenente un determinato intervallo o insieme di
intervalli.
appartenenti al campo delle traslazioni della disposizione di z altezze.
appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di z altezze.
appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione degli y intervalli consecutivi
compresi tra due altezze.
contenute in un determinato modo (vedi paragrafo sui modi)

I precedenti criteri possono essere combinati liberamente tra loro per dar vita ad ulteriori criteri.

89

V I. A R E E ST R U T T U R A L I
1.Definizione
Si definisce area strutturale di ordine z (con z numero naturale > 1) linsieme delle strutture di
ordine z corrispondenti allintervallistica del campo delle permutazioni della disposizione di z
altezze che definisce una determinata struttura di ordine z.
Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di aree strutturali di ordine z differenti
(ovvero differenti insiemi delle strutture di ordine z corrispondentiallintervallisticadelcampodelle
permutazioni della disposizione di z altezze che definisce una struttura di ordine z), ma, grazie
allorganizzazionedellefrequenzeinciclidi n frequenze, possibile riferirsi, ai fini della seguente
analisi,soloalleclassidiareestrutturalidiordine 2, 3, ..., n corrispondentiallintervallisticadel
campo delle permutazioni della disposizione di 2, 3, ..., n classi di altezze che definisce una
struttura di ordine 2, 3, ..., n.

2.Propriet
Dataunareastrutturalediordine z corrispondenteallintervallisticadelcampodellepermutazioni
della disposizione di z altezze che definisce una struttura di ordine z:

essa comprende le 2nz! strutture di ordine z definite dalle n traslazioni delle z! permutazioni
delle 2 disposizioni delle z altezze che definiscono la struttura presa in considerazione e la
struttura speculare ad essa.
tutte le strutture componenti larea strutturale hanno uguale numerosit, pari a z, essendo
definite da una differente disposizione dello stesso numero di altezze.
lestrutturecomponentilareastrutturalehannougualedimensione,pariallintervallotrala
prima e lultima altezza, solo se definite dalla medesima disposizione di intervalli o da
disposizioni speculari di intervalli.
le strutture componenti larea strutturale hanno uguale intervallistica solo se definite dalla
medesima disposizione di intervalli o da disposizioni speculari di intervalli.
se la struttura presa in considerazione definita da una disposizione di z = n/k altezze (con k
numero naturale compreso tra 1 ed n/2) e degli y = z -1 intervalli consecutivi compresi tra la
primaelultimaaltezza ed ha intervallistica [x, 2x, ...yx], allora tutte le strutture componenti
larea intervallare hanno uguale intervallistica (vedi esempio 2 relativo al paragrafo sulle
permutazioni della disposizione di altezze).
linsieme di tutti gli intervalli esistenti tra tutte le altezze appartenenti alle strutture
componentilareastrutturaledettointervallisticadellareastrutturale.
lintervallistica dellarea strutturale coincide con lintervallistica del campo delle
permutazioni della disposizione delle z altezze che definisce la struttura presa in
considerazione.
lintervallistica dellarea strutturale formata esclusivamente da coppie di intervalli
complementari.
esiste una relazione biunivoca tra larea strutturale e la sua intervallistica, ovvero allarea
strutturale corrisponde una ed una sola intervallistica e viceversa.

90

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze, data la struttura


ADH:
34
I.

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH:


ADH
34

AHD
78

DAH
97

DHA
45

HAD
53

HDA
89

II.

Intervallistica del campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH:


[3, 4, 5, 7, 8, 9].
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 3+9, 4+8, 5+7.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [3+9, 4+8, 5+7].

III.

Larea strutturale di ordine 3 corrispondente allintervallistica del campo delle permutazioni


della disposizione di altezzeADHcomprendelestrutturealpuntoVI.dellesempio1relativo
al paragrafo sulle permutazioni della disposizione di altezze.

IV. Intervallistica dellarea strutturale di ordine 3 corrispondente allintervallistica del campo


delle permutazioni della disposizione di altezze ADH: [3, 4, 5, 7, 8, 9].
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 3+9, 4+8, 5+7.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [3+9, 4+8, 5+7].
V.

Allintervallistica dellarea strutturale di ordine 3 corrispondono le strutture al punto VI.


dellesempio1relativoalparagrafosullepermutazionidelladisposizionedialtezze.

3.Procedimento per individuare le aree strutturali di ordine z


Dato un sistema di intonazione rappresentato da cicli di n frequenze:
I.

si individuino le n classidialtezzeelen classidiintervallitraesse.

II.

per ciascun intervallo x si individuino le disposizioni di y = z-1 intervalli la cui somma pari
ad x.

III.

si associ la prima disposizione di intervalli individuata al punto II. ad una qualsiasi delle n
traslazioni della disposizione di z altezze corrispondenti e si proceda ad individuare il campo
delle permutazioni della disposizione di z altezze che definisce la struttura cos ottenuta.

IV. delle disposizioni di intervalli che definiscono le strutture appartenenti al campo delle
permutazioni individuato al punto III. si raggruppi la disposizione di intervalli in oggetto con
le disposizioni di intervalli individuate al punto II. e si raggruppino tra loro le rimanenti
disposizioni di intervalli.
V.

si ripetano i punti III. e IV. fino a quando non si siano raggruppate tutte le disposizioni di
intervalli individuate al punto II.

VI. si raccolgano i raggruppamenti che contengono disposizioni speculari degli stessi intervalli; in
tal modo sar possibile rappresentare le differenti aree strutturali ed individuarne
lintervallistica.

91
VII. associando a ciascuna delle disposizioni di intervalli appartenenti a tali raccoglimenti le n
traslazioni della disposizione di z altezze corrispondenti, si ottiene larea strutturale
corrispondente allintervallistica del campo delle permutazioni di una qualsivoglia
disposizione di z altezze che corrisponde ad una qualsivoglia disposizione di intervalli
appartenente al raccoglimento.

Esempio1: aree strutturali di ordine 3 in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 12


altezze:
I.

II.

Classi di altezze:

A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L

Classi di intervalli:

0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11

Disposizioni di 2 intervalli la cui somma pari a:


0: /
1: /
2: 1 1

III.

3: 1 2

21

4: 1 3

31

22

5: 1 4

41

23

32

6: 1 5

51

24

42

33

7: 1 6

61

25

52

34

43

8: 1 7

71

26

62

35

53 44

9: 1 8

81

27

72

36

63 45

54

10: 1 9

91

28

82

37

73 46

64

55

11: 1 10 10 1 2 9

92

83

38 74

47

56

65

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ABC corrispondente alla disposizione
di intervalli 1 1:
ABC ACB BAC BCA CAB CBA
1 1 2 11 11 2 1 10 10 1 11 11

IV. Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:


1 1 , 1 10 , 10 1

2 11 , 11 2 , 11 11

92
V.

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ABD corrispondente alla disposizione
di intervalli 1 2:
ABD ADB BAD BDA DAB DBA
1 2 3 10 11 3 2 9
9 1 10 11
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
12,29,91

3 10 , 11 3 , 10 11

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ACD corrispondente alla disposizione
di intervalli 2 1:
ACD ADC CAD CDA DAC DCA
2 1 3 11 10 3 1 9
9 2 11 10
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
21,19,92

3 11 , 10 3 , 11 10

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ABE corrispondente alla disposizione
di intervalli 1 3:
ABE AEB BAE BEA EAB EBA
1 3 4 9 11 4 3 8 8 1 9 11
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli:
13,38,81

4 9 , 11 4 , 9 11

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADE corrispondente alla disposizione
di intervalli 3 1:
ADE AED DAE DEA EAD EDA
3 1 4 11 9 4 1 8
8 3 11 9
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
31,18,83

4 11 , 9 4 , 11 9

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ACE corrispondente alla disposizione
di intervalli 2 2:
ACE AEC CAE CEA EAC ECA
2 2 4 10 10 4 2 8 8 2 10 10
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
22,28,82

4 10 , 10 4 , 10 10

93
Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ABF corrispondente alla disposizione
di intervalli 1 4:
ABF AFB BAF BFA FAB FBA
1 4 5 8 11 5 4 7 7 1 8 11
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
14,47,71

5 8 , 11 5 , 8 11

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AEF corrispondente alla disposizione
di intervalli 4 1:
AEF AFE EAF EFA FAE FEA
4 1 5 11 8 5 1 7 7 4 11 8
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
41,17,74

5 11 , 8 5 , 11 8

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ACF corrispondente alla disposizione
di intervalli 2 3:
ACF AFC CAF CFA FAC FCA
2 3 5 9 10 5 3 7 7 2 9 10
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
23,37,72

5 9 , 10 5 , 9 10

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADF corrispondente alla disposizione
di intervalli 3 2:
ADF AFD DAF DFA FAD FDA
3 2 5 10 9 5 2 7 7 3 10 9
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
32,27,73

5 10 , 9 5 , 10 9

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ABG corrispondente alla disposizione
di intervalli 1 5:
ABG AGB BAG BGA GAB GBA
15
6 7 11 6 5 6
6 1 7 11
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
15,56,61

6 7 , 11 6 , 7 11

94
Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AFG corrispondente alla disposizione
di intervalli 5 1:
AFG AGF FAG FGA GAF GFA
5 1 6 11 7 6 1 6 6 5 11 7
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
51,16,65

6 11 , 7 6 , 11 7

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ACG corrispondente alla disposizione
di intervalli 2 4:
ACG AGC CAG CGA GAC GCA
2 4 6 8 10 6 4 6
6 2 8 10
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
24,46,62

6 8 , 10 6 , 8 10

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AEG corrispondente alla disposizione
di intervalli 4 2:
AEG AGE EAG EGA GAE GEA
4 2 6 10 8 6 2 6
6 4 10 8
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
42,26,64

6 10 , 8 6 , 10 8

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADG corrispondente alla disposizione
di intervalli 3 3:
ADG AGD DAG DGA GAD GDA
33
69 96
36
63 99
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
33,36,63

69,96,99

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ACH corrispondente alla disposizione
di intervalli 2 5:
ACH AHC CAH CHA HAC HCA
25
7 7 10 7 5 5
5 2 7 10
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
25,55,52

7 7 , 10 7 , 7 10

95
Campo delle permutazioni della disposizione di altezze ADH corrispondente alla disposizione
di intervalli 3 4:
ADH AHD DAH DHA HAD HDA
34
78 97
45
53
89
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
34,45,53

78,97,89

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AEH corrispondente alla disposizione
di intervalli 4 3:
AEH AHE EAH EHA HAE HEA
43 79 87
35 54 98
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
43,35,54

79,87,98

Campo delle permutazioni della disposizione di altezze AEI corrispondente alla disposizione
di intervalli 4 4:
AEI AIE EAI EIA IAE IEA
44 88 88 44 44 88
Raggruppamento delle disposizioni di intervalli individuate:
44

88

VI. Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[1+11, 2+10]:


1 1 , 1 10 , 10 1

2 11 , 11 2 , 11 11

*possibileconsiderarequestaareastrutturalecomesotto-areadellarea strutturale
corrispondenteallintervallistica[1+11, 2+10, 3+9].
Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[1+11, 2+10, 3+9]:
12,29,91

3 10 , 11 3 , 10 11

21,19,92

3 11 , 10 3 , 11 10

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[1+11, 3+9 , 4+8]:


13,38,81

4 9 , 11 4 , 9 11

31,18,83

4 11 , 9 4 , 11 9

96

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[2+10, 4+8]:
22,28,82

4 10 , 10 4 , 10 10

*possibileconsiderarequestaareastrutturalecomesotto-areadellareastrutturale
corrispondenteallintervallistica[2+10, 4+8, 6+6].
Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[1+11, 4+8, 5+7]:
14,47,71

5 8 , 11 5 , 8 11

41,17,74

5 11 , 8 5 , 11 8

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[2+10, 3+9, 5+7]:


23,37,72

5 9 , 10 5 , 9 10

32,27,73

5 10 , 9 5 , 10 9

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica [1+11, 5+7, 6+6]:


15,56,61

6 7 , 11 6 , 7 11

51,16,65

6 11 , 7 6 , 11 7

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[2+10, 4+8, 6+6]:


24,46,62

6 8 , 10 6 , 8 10

42,26,64

6 10 , 8 6 , 10 8

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[3+9, 6+6]:
33,36,63

69,96,99

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[2+10, 5+7]:
25,55,52

7 7 , 10 7 , 7 10

*possibileconsiderarequestaareastrutturalecomesotto-areadellareastrutturale
corrispondenteallintervallistica [2+10, 3+9, 5+7].

97
Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[3+9, 4+8, 5+7]:
34,45,53

78,97,89

43,35,54

79,87,98

Rappresentazionedellareastrutturalecorrispondenteallintervallistica[4+8]:
44

88

VII. Areastrutturalecorrispondenteallintervallistica[3+9, 4+8, 5+7]:


ADH DHA HAD
34 45 53

AHD DAH HDA


78
97 89

AEH EHA HAE


43 35 54

AHE EAH HEA


79 87 98

BEI
34

EIB IBE
45 53

BIE EBI IEB


78 97 89

BFI FIB IBF


43 35 54

BIF FBI IFB


79 87 98

CFJ
34

FJC
45

CJF FCJ JFC


78 97 89

CGJ GJC JCG


43 35 54

CJG GCJ JGC


79 87 98

DGK GKD KDG DKG GDK KGD DHK HKD KDH


34 45
53
78
97 89
43 35
54

DKH HDK KHD


79 87 98

EHL HLE LEH


34 45
53

ELH HEL LHE


78 97 89

EIL ILE LEI


43 35 54

ELI IEL LIE


79 87 98

FIA IAF AFI


34 45 53

FAI IFA AIF


78 97 89

FJA
43

FAJ
79

GJB JBG BGJ


34 45 53

GBJ JGB BJG


78 97 89

GKB KBG BGK


43 35 54

GBK KGB BKG


79 87 98

HKC KCH CHK


34
45 53

HCK KHC CKH


78 97 89

HLC LCH CHL


43 35 54

HCL LHC CLH


79 87 98

ILD
34

LDI DIL
45 53

IDL LID DLI


78 97
89

IAD ADI DIA


43 35 54

IDA AID DAI


79
87 98

JAE AEJ EJA


34 45 53

JEA AJE EAJ


78 97 89

JBE BEJ EJB


43 35 54

JEB BJE
79 87

JCF
53

JAF
35

AFJ
54

JFA
87

AJF
98

EBJ
98

KBF BFK FKB


34 45 53

KFB BKF FBK


78 97 89

KCF CFK FKC


43 35 54

KFC CKF FCK


79
87 98

LCG CGL GLC


34 45 53

LGC CLG GCL


78 97 89

LDG DGL GLD


43 35 54

LGD DLG GDL


79 87 98

98

V I I. M O D I
1.Definizione
Si definisce modo di ordine z (con z numero naturale > 1) una disposizione di altezze e degli
intervalliconsecutivicompresitralaprimaelultimaaltezzaorganizzatainciclidi z altezze cui
attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.
Poich la disposizione di altezze ed intervalli che definisceilmodoilrisultatodellorganizzazione
ciclica delle altezze e degli intervalli stessi (ovvero della ripetizione dal grave allacuto di un
insieme ordinato dal grave allacuto di z altezze e z intervalli), il modo pu essere rappresentato
tramite un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e
degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima
posizione di cicli consecutivi.

Esempio 1: modo rappresentato da un ciclo di 2 altezze cui attribuito un indice che identifica la
prima posizione del ciclo e dei 2 intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi in un sistema di intonazione rappresentato da cicli
di 3 frequenze:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24

30

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

40

48

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

Altezze (posizione nel ciclo):

(A1

III)1 (I

B1 C1) (A2

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

B2

C2) (A3

B3

C3) (A4 ...

Classi di altezze:

A, B, C

Intervalli:

A1 A1 = B1 B1 = C1 C1 = A2 A2 = B2 B2 = C2 C2 = 0

inferiore al ciclo

A1 B1 = B1 C1 = C1 A2 = A2 B2 = B2 C2 = C2 A3 = 1

inferiore al ciclo

A1 C1 = B1 A2 = C1 B2 = A2 C2 = B2 A3 = C2 B3 = 2

inferiore al ciclo

A1 A2 = B1 B2 = C1 C2 = A2 A3 = B2 B3 = C2 C3 = 3

superiore al ciclo

A1 B2 = B1 C2 = C1 A3 = A2 B3 = B2 C3 = C2 A4 = 4

superiore al ciclo

Classi di intervalli:

0, 1, 2

Disposizione di altezze:

B1

C2

B3

C4

B5

C6

B7

...

99
Disposizione di intervalli:

Organizzazione in cicli di 2 altezze:

(B1

Organizzazione in cicli di 2 intervalli:

C2) 1 (B3
(4

2) 1

C4) 2 (B5
(4

...

C6) 3 (B7 ...

2) 2 (4

2) 3

Modo rappresentato tramite il ciclo di altezze (BiCi+1), ove i = 1, 2, 3, ... cui attribuito un indice
che identifica la prima posizione del ciclo e degli intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi (4 2):
Bi
2

4
Ci+1

Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di modi differenti (ovvero differenti
disposizioni di altezze e degli intervalli consecutivi compresi tra la prima e lultima altezza
organizzate in cicli di altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e
degli intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione
di cicli consecutivi), ma, grazie allorganizzazione delle frequenze in cicli di n frequenze,
possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle n(n-1), n(n-1)(n-2), ... , n! classidimodi
definiti da un ciclo semplice (ovvero senza ripetizioni di elementi) di 2, 3, ..., n classidialtezze
cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e delle 1, 2, ..., n classi di
intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi.

Esempio 2: modi rappresentati da un ciclo di 3 altezze cui attribuito un indice che identifica la
prima posizione del ciclo e dei 3 intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che
occupano la prim a posizione di cicli consecutivi in un sistema di intonazione rappresentato da cicli
di 3 frequenze:
Disposizione frequenze (in Hz):

10 12 15

20

24 30

40

60

80 ...

VII VIII IX

X ...

Ordinamento disposizione frequenze:

II

III

IV

V VI

Altezze (posizione nella disposizione):

48

J ...

Organizzazione in cicli di 3 frequenze: (10

12 15)1 (20 24 30)2 (40 48 60)3 (80 ...

Ordinamento del ciclo di frequenze:

(I

II

III)1 (I

II

III)2 (I

Altezze (posizione nel ciclo):

A1

B1

C1

B2

C2

A2

II

A3

B3

III)3 (I ...
C3 A4 ...

Classi di altezze:

A, B, C

Intervalli:

A1 A1 = B1 B1 = C1 C1 = A2 A2 = B2 B2 = C2 C2 = 0

inferiore al ciclo

A1 B1 = B1 C1 = C1 A2 = A2 B2 = B2 C2 = C2 A3 = 1

inferiore al ciclo

100
A1 C1 = B1 A2 = C1 B2 = A2 C2 = B2 A3 = C2 B3 = 2

inferiore al ciclo

A1 A2 = B1 B2 = C1 C2 = A2 A3 = B2 B3 = C2 C3 = 3

superiore al ciclo

A1 B2 = B1 C2 = C1 A3 = A2 B3 = B2 C3 = C2 A4 = 4

superiore al ciclo

Classi di intervalli:

0, 1, 2

Modi:Ai
1
Ci

Ai

Ai

Ai

Bi

Ai+1

Bi

Bi+1

Bi

Ci+1

Bi

1
Ai

Ai

Ai

Ai

Ai+1

Ci

Bi+1

Ci

Ci+1

Ci

Ai+2

Ci

Ai

Ai

Ai

Ai

Bi+1

Ai+1

Ci+1

Ai+1

Ai+2

Ai+1

Bi+2

Ai+1

1
Ai
1

Ci+1

Bi+1

Ai

Ai

Ai

Ai+2

1
Bi

Bi+1

Bi+2

Bi+1

Ci+2

Bi+1

Bi

Bi

Bi

Ai+1

Ci

Bi+1

Ci

Ci+1

Ci

Ai+2

Ci

1
Bi

Bi

Bi

Bi

Bi+1

Ai+1

Ci+1

Ai+1

Ai+2

Ai+1

Bi+2

Ai+1

Bi

Bi

Ci+1

Bi+1
1

Ai+2

Bi

Bi

Bi+1 Bi+2
2

Bi+1 Ci+2
3

Bi+1
4

101
Bi

Bi

Ai+2

Ci+1

Bi+2

Bi+1

Ai+1

Ci
3
1
Ci+1

Ci

Ci

Ci+1

Bi+1

Ci
2
2
Ai+2

Ci
2

Ai+2

Ci+1

Ci

Ci

Bi+1
4

Ci

Ci

Ci

Bi+2

Ci+1 Ci+2

Ci+1 Ai+3

Ci+1
4

Ci
4

Ci+2

Ci
4

Ai+2 Ai+3
2

Bi+1 Ci+2

Ci
Ai+2

Ci
Bi+2

Ai+1

Ai+1 Bi+2

Bi+1 Bi+2

Ci+1
4

Ci

Ai+1 Ai+2

Ci+1 Ai+3

Ci

Bi
4

Ci+2 Ci+2

Classi di modi:

Bi

Ai+2 Bi+3

Ai+2

1.Propriet
Dato un modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

la numerosit del modo pari a z.


ladimensionedel modopariallintervallotra leduealtezze equivalenticheoccupano la
prima posizione di cicli consecutivi.
non esiste una relazione biunivoca tra il ciclo delle z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo ed il ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le
due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi, ovvero al ciclo
delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo

102

corrisponde sempre uno ed un solo ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due
altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi, ma non viceversa;
in particolare, al ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi corrispondono n differenti cicli di z
altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo, le cosiddette n
traslazioni del ciclo delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione
del ciclo (vedi paragrafo sulle traslazioni del ciclo di altezze).
linsiemedituttigliintervalliesistenti tra tutte le altezze appartenenti al ciclo delle z altezze
cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che definisce il modo
dettointervallisticadelmodo.
lintervallisticadelmodoformataesclusivamentedacoppie di intervalli complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il modo e la sua intervallistica, ovvero al modo
corrisponde sempre una ed una sola intervallistica ma non viceversa; in particolare, se si
considerano esclusivamente i modi di ordine z, allintervallisticadelmodocorrispondonogli
n(z-1)!z!/ z1 ! ... zk! modi rappresentati dalle n traslazioni delle (z-1)! permutazioni degli z!/
z ! ... z ! cicli delle z altezze cui attribuito il medesimo indice del ciclo di z altezze che
1

rappresenta il modo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1 ! ... zk! permutazioni
del ciclo di intervalli consecutivi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima
posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli di un altro tipo, etc.
fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che definisce il modo preso in considerazione (vedi
paragrafi sulle permutazioni del ciclo di altezze e sulle permutazioni del ciclo di intervalli).

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo


A
4

B
3

I. La numerosit del modo pari a 3.


II. La dimensione del modo pari a 8.
III. 8 traslazioni del ciclo di altezze (ABE):
(ABE) (BCF) (CDG) (DEH) (EFA) (FGB) (GHC) (HCD)
IV. Intervallistica del modo: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
V. 6 permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4):
(1 3 4) (1 4 3) (3 1 4) (3 4 1) (4 1 3) (4 3 1)
6 cicli di altezze cui attribuito il medesimo indice del ciclo di altezze (ABE) corrispondenti
alle 6 permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4)
(ABE) (ABF) (ADE) (ADH) (AEF) (AEH)

103
VI. 2 permutazioni del ciclo di altezze (ABE):
(ABE) (AEB)
2 permutazioni del ciclo di altezze (ABF):
(ABF) (AFB)
2 permutazioni del ciclo di altezze (ADE):
(ADE) (AED)
2 permutazioni del ciclo di altezze (ADH):
(ADH) (AHD)
2 permutazioni del ciclo di altezze (AEF):
(AEF) (AFE)
2 permutazioni del ciclo di altezze (AEH):
(AEH) (AHE)
VII. 8 traslazioni del ciclo di altezze (ABE):
(ABE) (BCF) (CDG) (DEH) (EFA) (FGB) (GHC) (HAD)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AEB):
(AEB) (BFC) (CGD) (DHE) (EAF) (FBG) (GCH) (HDA)
8 traslazioni del ciclo di altezze (ABF):
(ABF) (BCG) (CDH) (DEA) (EFB) (FGC) (GHD) (HAE)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AFB):
(AFB) (BGC) (CHD) (DAE) (EBF) (FCG) (GDH) (HEA)
8 traslazioni del ciclo di altezze (ADE):
(ADE) (BEF) (CFG) (DGH) (EHA) (FAB) (GBC) (HCD)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AED):
(AED) (BFE) (CGF) (DHG) (EAH) (FBA) (GCB) (HDC)
8 traslazioni del ciclo di altezze (ADH):
(ADH) (BEA) (CFB) (DGC) (EHD) (FAE) (GBF) (HCG)

104
8 traslazioni del ciclo di altezze (AHD):
(AHD) (BAE) (CBF) (DCG) (EDH) (FEA) (GFB) (HGC)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AEF):
(AEF) (BFG) (CGH) (DHA) (EAB) (FBC) (GCD) (HDE)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AFE):
(AFE) (BGF) (CHG) (DAH) (EBA) (FCB) (GDC) (HED)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AEH):
(AEH) (BFA) (CGB) (DHC) (EAD) (FBE) (GCF) (HDG)
8 traslazioni del ciclo di altezze (AHE):
(AHE) (BAF) (CBG) (DCH) (EDA) (FEB) (GFC) (HGD)
VIII. 96 modi rappresentati dai cicli di altezze al punto VII.
A

1 4

1 4

1 4

1 4

1 4

1 4

1 4

B F

C G

D H

E A

F B

G C

H D

A
7

B
4 7

F D
B

1 3

G
4 7

A G

3
H
4 7

B H

C A

1 3

C H

1 3

D A
4

F
4 7

H F

E
4 7

G E

5
1 3

B G
4

D
4 7

C
4 7

E C
5

1 3

E B
4

F C
4

1 3

1 3

G D
4

H E
4

A
4

5 7

5 7

5 7

5 7

5 7

5 7

5 7

F C

G D

H E

A F

B G

C H

D A

A
4

B
3 4

H
3 4

A C
1

G
3 4

H B
1

F
3 4

G A
1

E
3 4

F H
1

D
3 4

E G
1

C
3 4

D F
1

B D
1

C
1

105
A

4 5

4 5

4 5

4 5

4 5

4 5

4 5

E E

F F

G G

H H

A A

B B

C C

A
1

B
3 1

7
C
3 1

D A
4

A
5

B
7 5

H E

G
3 1

H E

7
H
3 1

A F

B G

7 5

A F
B

F
3 1

G D

4
7 5

B G

E
3 1

F C

4
7 5

D
3 1

E B

7 5

C H

7 5

D A

7 5

E B

F C

4 3

4 3

4 3

4 3

4 3

4 3

4 3

E G

F H

G A

H B

A C

B D

C E

5 4

5 4

5 4

5 4

5 4

5 4

5 4

F F

G G

H H

A A

B B

C C

D D

A
1

B
4 1

4 1

E A

4 1

F B

G C

A
4

B
7 4

H F

H D

B F

C G

7 4

7 4

B H
5

7 4

C A
5

A
1

A E

4 1

IX. Allintervallisticadelmodo
4

4 1

A G
5

4 1

3
7 4

4 1

3
corrispondono i modi al punto VIII.

7 4

D B
5

7 4

E C
5

F D
5

G
5

106

2.Traslazioni del ciclo di altezze


Dato un modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare n modi di ordine z distinti rappresentati dalle n traslazioni del ciclo
delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il modo preso in considerazione (ove per traslazione si intende un differente
ciclo di z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo al quale
corrisponde il medesimo ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi).
il ciclo di z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il modo una delle n traslazioni del ciclo delle z altezze cui attribuito un
indice che identifica la prima posizione del ciclo.
linsiemedegli n modi di ordine z distinti rappresentati dalle n traslazioni del ciclo delle z
altezzecuiattribuitounindicecheidentificalaprimaposizionedelciclodettocampo
delle traslazioni del ciclo delle z altezze.
tutti i modi componenti il campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati da un differente ciclo dello stesso numero di
altezze.
tutti i modi componenti il campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
dimensione,pariallintervallotraledue altezze equivalenti che occupano la prima posizione
di cicli consecutivi, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di intervalli.
tutti i modi componenti il campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
intervallistica, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di intervalli.
linsiemedituttigliintervalliesistentitratuttelealtezzeappartenentiaimodicomponentiil
campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze detto intervallistica del campo delle
traslazioni del ciclo delle z altezze. Essa coincide con lintervallistica di qualsiasi modo
componente il campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze stesso.
lintervallisticadelcampodelletraslazionidelciclodellez altezze formata esclusivamente
da coppie di intervalli complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze e la
sua intervallistica, ovvero al campo delle traslazioni del ciclo delle z altezze corrisponde
sempre una ed una sola intervallistica ma non viceversa; in particolare, se si considerano
esclusivamente i modi di ordine z, allintervallistica del campo delle traslazioni del ciclo
delle z altezze corrispondono gli n(z-1)!z!/ z1 ! ... zk! modi rappresentati dalle n traslazioni
delle (z-1)! permutazioni degli z!/ z ! ... z ! cicli delle z altezze cui attribuito il medesimo
1

indice del ciclo di z altezze che rappresnta il modo preso in considerazione corrispondenti
alle z!/ z1! ... zk! permutazioni del ciclo di intervalli consecutivi tra le due altezze equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2
intervalli di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il modo
preso in considerazione (vedi paragrafi sulle permutazioni del ciclo di altezze e sulle
permutazioni del ciclo di intervalli).

107

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo


A
4

B
3

I. Campo delle traslazioni del ciclo di altezze (ABE):


A
4

B
1 4

1 4

B F
3

C
1 4

C G
3

D
1 4

D H
3

E
1 4

E A
3

F
1 4

F B
3

G
1 4

G C
3

H
1

H D
3

A
3

II. Tutti i modi appartenenti al campo delle traslazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno
numerosit pari a 3, dimensione pari a 8 ed intervallistica [1, 3, 4, 5, 7,].
III. Intervallistica del campo delle traslazioni del ciclo di altezze (ABE): [1, 3, 4, 5, 7].
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
IV. Allintervallisticadelcampodelletraslazionidelciclodialtezze(ABE)corrispondonoimodi
alpuntoVIII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeimodi.

3.Permutazioni del ciclo di altezze


Dato un modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare (z-1)! modi di ordine z distinti rappresentati dalle (z-1)! permutazioni
del ciclo delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo
che rappresenta il modo preso in considerazione (ove per permutazione si intende un
differente ciclo delle stesse altezze cui attribuito un indice che identifica come prima
posizione del ciclo la medesima altezza identificata come prima posizione del ciclo che
rappresenta il modo preso in considerazione).
il ciclo di z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il modo una delle (z-1)! permutazioni del ciclo delle z altezze cui attribuito
un indice che identifica la prima posizione del ciclo.
linsieme degli (z-1)! modi di ordine z distinti rappresentati dalle (z-1)! permutazioni del
ciclo delle z altezzedettocampodellepermutazioni del ciclo delle z altezze.
tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati da differenti cicli dello stesso numero di altezze.
i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
dimensione,pariallintervallotraleduealtezzeequivalenticheoccupanolaprimaposizione
di cicli consecutivi, solo se rappresentati da cicli differenti degli stessi intervalli.
tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
intervallistica.

108

linsiemedituttigliintervalliesistentitratuttelealtezzeappartenentiaimodicomponentiil
campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze detto intervallistica del campo delle
permutazioni del ciclo delle z altezze. Essacoincideconlintervallisticadiqualsiasimodo
componente il campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze stesso.
lintervallistica del campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze formata
esclusivamente da coppie di intervalli complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze e
la sua intervallistica, ovvero al campo delle permutazioni del ciclo delle z altezze
corrisponde una ed una sola intervallistica ma non viceversa. In particolare, se si
considerano esclusivamente i modi di ordine z, allintervallistica del campo delle
permutazioni del ciclo delle z altezze corrispondono gli n(z-1)!z!/ z1 ! ... zk! modi
rappresentati dalle n traslazioni delle (z-1)! permutazioni degli z!/ z ! ... z ! cicli delle z

altezze cui attribuito il medesimo indice del ciclo di z altezze che rappresenta il modo
preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1! ... zk! permutazioni del ciclo di intervalli
consecutivi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli
consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli di un altro tipo, etc. fino a zk , con z =
z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il modo preso in considerazione (vedi paragrafo sulle
permutazioni del ciclo di intervalli).

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo


A
4

B
3

I. Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE):


AA
1
7
4

4
E

E
5

II. Tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno
numerosit pari a 3.
III. IlmodoAhadimensione pari a 8.
4
1
E

B
3

IlmodoAhadimensioneparia16.
7
4
B

E
5

109
IV. Tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno
intervallistica: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
V. Intervallistica del campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE): [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
VI. Allintervallistica del campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE) corrispondono i
modialpuntoVIII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeimodi.

4.Rotazioni del ciclo di altezze


Dato un modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare z modi di ordine z distinti rappresentati dalle z rotazioni del ciclo
delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo (ove per
rotazione si intende il medesimo ciclo di altezze cui attribuito un differente indice che
identifica la prima posizione del ciclo).
il ciclo di z altezze cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il modo una delle z rotazioni del ciclo delle z altezze cui attribuito un indice
che identifica la prima posizione del ciclo.
linsieme degli z modi di ordine z distinti rappresentati dalle z rotazioni del ciclo delle z
altezzecuiattribuitounindicecheidentificalaprimaposizionedelciclodettocampo
delle rotazioni del ciclo delle z altezze.
tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di altezze.
tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
dimensione,pariallintervallotraledue altezze equivalenti che occupano la prima posizione
di cicli consecutivi, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di intervalli.
tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze hanno uguale
intervallistica, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di intervalli.
linsiemedituttigliintervalliesistentitratuttelealtezzeappartenentiaimodicomponentiil
campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze detto intervallistica del campo delle
rotazioni del ciclo delle z altezze. Essa coincide con lintervallistica di qualsiasi modo
componente il campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze stesso.
lintervallisticadelcampodellerotazionidelciclodelle z altezze formata esclusivamente
da coppie di intervalli complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze e la
sua intervallistica, ovvero al campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze corrisponde una
ed una sola intervallistica ma non viceversa. In particolare, se si considerano esclusivamente
i modi di ordine z, allintervallistica del campo delle rotazioni del ciclo delle z altezze
corrispondono gli n(z-1)!z!/ z1 ! ... zk! modi rappresentati dalle n traslazioni delle (z-1)!
permutazioni degli z!/ z ! ... z ! cicli delle z altezze cui attribuito il medesimo indice del
1

ciclo di z altezze che rappresenta il modo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1!

110

... zk! permutazioni del ciclo di intervalli consecutivi tra le due altezze equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli
di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il modo preso in
considerazione (vedi paragrafo sulle permutazioni del ciclo di intervalli).
Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo
A
4

B
3

I. Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE):


ABE
4
1
1
3
3
4
E

B
3

E
4

A
1

II. Tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno numerosit
pari a 3.
III. Tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno dimensione
pari a 8.
IV. Tutti i modi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE) hanno
intervallistica: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
V. Intervallistica del campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE): [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
VI. Allintervallisticadelcampodellerotazionidelciclodialtezze(ABE)corrispondonoimodial
puntoVIII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeimodi.

5.Permutazioni del ciclo di intervalli


Dato un modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

se nel ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi vi sono solo intervalli differenti, possibile
individuare z! modi di ordine z distinti rappresentati dagli z! cicli di z altezze cui attribuito
il medesimo indice del ciclo di z altezze che rappresenta il modo preso in considerazione
corrispondenti alle z! permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due

111
altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi che rappresenta il
modo preso in considerazione (ove per permutazione si intende un differente ciclo degli
stessi intervalli); se nel ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi vi sono intervalli uguali,
alcune permutazioni danno lo stesso ciclo. In generale, se un modo rappresentato da un
ciclo di z intervalli consecutivi compresi tra due altezze equivalenti che occupano la prima
posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli di un altro tipo, etc.
fino a z , con z = z + z + ... + z - possibile individuare z/ z ! ... z ! modi di ordine z
k

distinti. Tali modi avranno sempre in comune laltezza che occupa la prima posizione del
ciclo, ma non le altre.
il ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la
prima posizione di cicli consecutivi che rappresenta il modo una delle z/ z1 ! ... zk!
permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.
linsieme degli z!/ z1! ... zk! modi di ordine z distinti rappresentati dalle z!/ z1 ! ... zk!
permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2
intervalli di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - detto campo delle
permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti
che occupanolaprimaposizionedicicliconsecutivi.
tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definiti da differenti cicli dello stesso numero di
altezze.
tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
hannougualedimensione,pariallintervallotraleduealtezze,essendodefinitidadifferenti
cicli degli stessi z intervalli.
tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi,
hanno uguale intervallistica, essendo definiti da differenti cicli degli stessi z intervalli.
linsieme di tutti gli intervalli esistenti tra tutte le altezze appartenenti a tutti i modi
componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli compresi tra le due
altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi detto
intervallisticadelcampodellepermutazionidelciclodegli z intervalli consecutivi compresi
tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi. Essa
coincideconlintervallisticadiqualsiasimodocomponenteilcampodellepermutazionidel
ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la
prima posizione di cicli consecutivi stesso.
lintervallistica del campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
formata esclusivamente da coppie di intervalli complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli
consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli
consecutivi e la sua intervallistica, ovvero al campo delle permutazioni del ciclo degli z
intervalli consecutivi compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima
posizione di cicli consecutivi corrisponde sempre una ed una sola intervallistica ma non
viceversa. In particolare, se si considerano esclusivamente i modi di ordine z,
allintervallistica del campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi

112
compresi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
corrispondono gli n(z-1)!z!/ z1! ... zk! modi rappresentati dalle n traslazioni delle (z-1)!
permutazioni degli z!/ z ! ... z ! cicli delle z altezze cui attribuito un indice che identifica la
1

prima posizione del ciclo corrispondenti alle z!/ z1! ... zk! permutazioni del ciclo di intervalli
consecutivi tra le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli
consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli di un altro tipo, etc. fino a zk , con z =
z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il modo preso in considerazione.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo


A
4

B
3

I. Campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le altezze Ai ed Ai+1:


AAAAAA
4
1
3
1
4
3
1
3
3
4
1
4
E

B
3

B
4

D
1

D
4

E
1

E
3

II. Tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le
altezze Ai ed Ai+1 hanno numerosit pari a 3.
III. Tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le
altezze Ai ed Ai+1 hanno dimensioni pari a 8.
IV. Tutti i modi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le
altezze Ai ed Ai+1 hanno intervallistica: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
V. Intervallistica del campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le altezze Ai ed
Ai+1: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
VI. Allintervallistica del campo delle permutazioni del ciclo di intervalli (1 3 4) tra le altezze Ai
ed Ai+1corrispondonoimodialpuntoVIII.dellesempio1relativoalparagrafosullepropriet
dei modi.

113

6.Criteri per la selezione dei modi


Dato un sistema di intonazione rappresentato da cicli di n frequenze,epossibileselezionaretuttii
modi:

rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente una determinata altezza o


insieme di altezze.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente una determinata altezza o
insieme di altezze come prima altezza o prime altezze del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente una determinata altezza o
insieme di altezze come ultima altezza o ultime altezze del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente un determinato sotto-ciclo di
altezze.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente un determinato sotto-ciclo di
altezze come prime altezze del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di altezze contenente un determinato sotto-ciclo di
altezze come ultime altezze del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli come primo intervallo o primi intervalli del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato intervallo o
insieme di intervalli come ultimo intervallo o ultimi intervalli del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato insieme di
intervalli ove per ciascun intervallo sia stabilito quante volte pu apparire nel ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato insieme di
intervalli ove per ciascun intervallo sia stabilito quante volte pu apparire consecutivamente
nel ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato sotto-ciclo di
intervalli.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato sotto-ciclo di
intervalli come primi intervalli del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di intervalli contenente un determinato sotto-ciclo di
intervalli come ultimi intervalli del ciclo stesso.
aventi una determinata numerosit.
aventi una determinata dimensione.
cui corrisponde una determinata intervallistica, ovvero appartenenti ad una determinata area
modale (vedi paragrafo sulle aree modali).
cui corrisponde unintervallistica contenente un determinato intervallo o insieme di
intervalli.
appartenenti al campo delle traslazioni del ciclo di z altezze.
appartenenti al campo delle permutazioni del ciclo di z altezze.
appartenenti al campo delle rotazioni del ciclo di z altezze.
appartenenti al campo delle permutazioni del ciclo degli z intervalli consecutivi compresi tra
le due altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.

I precedenti criteri possono essere combinati liberamente tra loro per dar vita ad ulteriori criteri.

114

V I I I. A R E E M O D A L I
1.Definizione
Sidefinisceareamodalediordine z (con z numero naturale > 1) linsiemedei modidiordine z
corrispondentiallintervallistica di un determinato modo di ordine z.
Ogni sistema di intonazione caratterizzato dalla presenza di aree modali di ordine z differenti
(ovvero differenti insiemi dei modi di ordine z corrispondenti allintervallistica di un determinato
modo di ordine z),ma,grazieallorganizzazionedellefrequenzeinciclidi n frequenze, possibile
riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle classi di aree modali di ordine 2, 3, ..., n
corrispondentiallintervallisticadiunadeterminataclassedi modi di ordine 2, 3, ..., n.

2.Propriet
Dataunareamodalediordine z corrispondenteallintervallisticadiundeterminatomododiordine
z:
essa comprende gli n(z-1)!z!/ z1 ! ... zk! modi rappresentati dalle n traslazioni delle (z-1)!
permutazioni degli z!/ z ! ... z ! cicli delle z altezze cui attribuito il medesimo indice del

ciclo di z altezze che rappresenta il modo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1!
... z ! permutazioni del ciclo di intervalli consecutivi tra le due altezze equivalenti che
k

occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 intervalli di un tipo, z2 intervalli


di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il modo preso in
considerazione.
tutti i modi componenti larea modale hanno uguale numerosit, pari a z, essendo
rappresentati da un differente ciclo dello stesso numero di altezze.
i modi componenti larea modale hanno uguale dimensione, pari allintervallo tra le due
altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi, solo se
rappresentati da cicli differenti degli stessi intervalli.
tuttiimodicomponentilareamodalehannougualeintervallistica.
linsiemedituttigliintervalliesistentitratuttelealtezzeappartenentiaimodicomponentil
area modale di ordine z dettointervallisticadellareamodalediordinez.
lintervallisticadellareamodalediordine z coincideconlintervallisticadelmododiordine
z preso in considerazione.
lintervallisticadellareamodalediordine z formata esclusivamente da coppie di intervalli
complementari.
esisteunarelazionebiunivocatraunareamodalediordine z e la sua intervallistica, ovvero
adunareamodalediordinez corrisponde una ed una sola intervallistica e viceversa.

Esempio 1: in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 frequenze, dato il modo


A
4

B
3

115
I. Intervallistica del modo preso in considerazione: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
II. Lareamodalediordine3corrispondenteallintervallisticadelmodopresoinconsiderazione
comprendeimodialpuntoVIII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeimodi.
III. Intervallistica dellareamodalediordine3corrispondenteallintervallisticadelmodopresoin
considerazione: [1, 3, 4, 5, 7]
Tale intervallistica costituita dalle coppie di intervalli complementari: 1+7,3+5, 4+4.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1+7, 3+5, 4+4].
IV. Allintervallistica dellarea modale di ordine 3 corrispondono i modi al punto VIII.
dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeimodi.

3.Procedimento per individuare le aree modali di ordine z


Dato un sistema di intonazione rappresentato da cicli di n frequenze:
I.

si individuino le n classidialtezzeelen classidiintervallitraesse.

II.

si individuino i cicli di z intervalli la cui somma pari ad n.

III.

si associ il primo ciclo di intervalli individuato al punto II. ad una qualsiasi delle n
traslazioni del ciclo di z altezze corrispondenti e si proceda ad individuare il campo delle
permutazioni del ciclo di z altezze che rappresenta il modo cos ottenuto; per ciascuno
dei modi componenti il campo delle permutazioni si proceda ad individuare il campo
delle rotazioni del ciclo di z altezze che lo rappresenta.

IV.

si raggruppino tra loro i cicli di intervalli che rappresentano i modi componenti ciascuno
dei campi delle rotazioni individuati al punto III.

V.

ripetere i punti III. e IV. fino a quando non si siano raggruppati tutti i cicli di intervalli
individuati al punto II.

VI.

si raccolgano i raggruppamenti che contengono cicli degli stessi intervalli; in tal modo
sar possibile rappresentare le differenti aree modali ed individuarne lintervallistica
corrispondente.

VII.

associando a ciascuno dei cicli di intervalli appartenenti a tali raccoglimenti le n


traslazioni del ciclo di z altezze corrispondenti,siottiene larea modalecorrispondente
allintervallistica di un qualsivoglia modo rappresentato da un qualsivoglia ciclo di
altezze che corrisponde ad un qualsivoglia ciclo di intervalli appartenente al
raccoglimento.

Esempio1: aree modali di ordine 3 in un sistema di intonazione rappresentato da cicli di 8 altezze:


I.

Classi di altezze:

A, B, C, D, E, F, G, H,

116
Classi di intervalli:
II.

0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7,

Cicli di 3 intervalli la cui somma pari a 8:


(1 1 6) (1 2 5) (1 3 4) (1 4 3) (1 5 2) (1 6 1)
(2 1 5) (2 2 4) (2 3 3) (2 4 2) (2 5 1)
(3 1 4) (3 2 3) (3 3 2) (3 4 1)
(4 1 3) (4 2 2) (4 3 1)
(5 1 2) (5 2 1)
(6 1 1)

III.

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABC) corrispondente al ciclo di intervalli
(1 1 6):
A
6
1

A
7
2

B
1

C
7

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABC):


ABC
1
1
1
1
6

6
C

A
1

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ACB):


ACB
7
2
2
7
7
7
B

B
7

A
2

IV. Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(1 1 6) , (1 6 1) , (6 1 1)
V.

(2 7 7) , (7 7 2) (7 2 7)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABD) corrispondente al ciclo di intervalli
(1 2 5):
AA
5
1
7
3
D

B
2

D
6

117
Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABD):
ABD
1
1
2
1
5

5
D

A
2

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ADB):


ADB
7
3
3
6
6
7
B

A
3

Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(1 2 5) , (2 5 1) , (5 2 1)

(3 6 7) , (6 7 3) , (7 3 6)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABE) corrispondente al ciclo di intervalli
(1 3 4):
AA
4
1
7
4
E

E
5

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABE):


ABE
1
1
3
3
4

4
E

A
1

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (AEB):


AEB
4
4
5
5
7

7
B

E
5

B
7

A
4

Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(1 3 4) , (3 4 1) , (4 1 3)

(4 5 7) , (5 7 4) , (7 4 5)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABF) corrispondente al ciclo di intervalli
(1 4 3):

118
AA
1
7
5

3
F

F
4

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABF):


ABF
1
1
4
4
3

3
F

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (AFB):


AFB
7
5
5
4
4
7
B

Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(1 4 3) , (4 3 1) , (3 1 4)

(5 4 7) , (4 7 5) , (7 5 4)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ABG) corrispondente al ciclo di intervalli
(1 5 2):
AA
1
7
6

2
G

G
3

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ABG):


ABG
1
1
5
5
2

2
G

A
1

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (AGB):


AGB
7
6
6
3
3
7
B

G
3

B
7

A
6

119
Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:
(1 5 2) , (5 2 1) , (2 1 5)

(6 3 7) , (3 7 6) , (7 6 3)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ACE) corrispondente al ciclo di intervalli
(2 2 4):
AA
4
2
6
4
E

E
6

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ACE):


ACE
2
2
2
2
4

4
E

A
2

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (AEC):


AEC
6
4
4
6
6
6
C

A
4

Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(2 2 4) , (2 4 2) , (4 2 2)

(4 6 6) , (6 6 4) , (6 4 6)

Campo delle permutazioni del ciclo di altezze (ACF) corrispondente al ciclo di intervalli
(2 3 3):
AA
3
2
6
5
F

F
5

Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (ACF):


ACF
2
2
3
3
3

3
F

C
3

F
3

A
2

120
Campo delle rotazioni del ciclo di altezze (AFC):
AFC
6
5
5
5
5
6
C

F
5

C
6

A
5

Raggruppamento dei cicli di intervalli individuati:


(2 3 3) , (3 3 2) , (3 2 3)

(5 5 6) , (5 6 5) , (6 5 5)

VI. Rappresentazionedellareamodalecorrispondenteallintervallistica[1+7, 2+6]:


(1 1 6) , (1 6 1) , (6 1 1)

(2 7 7) , (7 7 2) (7 2 7)

*possibileconsiderarequestaareamodalecomesotto-areadellareamodale
corrispondenteallintervallistica[1+7, 2+6, 3+5].
Rappresentazionedellareamodalecorrispondenteallintervallistica [1+7, 2+6, 3+5]:
(1 2 5) , (2 5 1) , (5 2 1)

(3 6 7) , (6 7 3) , (7 3 6)

(1 5 2) , (5 2 1) , (2 1 5)

(6 3 7) , (3 7 6) , (7 6 3)

Rappresentazionedellareamodalecorrispondenteallintervallistica [1+7, 3+5, 4+4]:


(1 3 4) , (3 4 1) , (4 1 3)

(4 5 7) , (5 7 4) , (7 4 5)

(1 4 3) , (4 3 1) , (3 1 4)

(5 4 7) , (4 7 5) , (7 5 4)

Rappresentazionedellareamodalecorrispondente allintervallistica[2+6, 4+4]:


(2 2 4) , (2 4 2) , (4 2 2)

(4 6 6) , (6 6 4) , (6 4 6)

Rappresentazionedellareamodalecorrispondenteallintervallistica[2+6, 3+5]:
(2 3 3) , (3 3 2) , (3 2 3)

(5 5 6) , (5 6 5) , (6 5 5)

*possibileconsiderarequestaareamodalecomesotto-areadellareamodale
corrispondenteallintervallistica[1+7, 2+6, 3+5].

121
VII. Areamodalecorrispondenteallintervallistica[1+7, 3+5, 4+4]:
ABEAEB
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7

4
E

B A
3

B E
7

A
4

BCFBFC
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7

4
F

C B
3

B
4

CDGCGD
4
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7
G

D C
3

G D
4

G C
5

D G
7

C
4

DEHDHE
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7

4
H

E D
3

H E
4

H D
5

D
4

EFAEAF
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7

4
A

A E
5

F A
7

E
4

FGBFBG
4
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7
B

B G
4

B F
5

G B
7

F
4

GHCGCH
4
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7
C

H G
3

C H
4

H C
7

G
4

HADHDA
1
1
3
3
4
7
4
4
5
5
7

4
D

A H
3

D A
4

H
1

D H
5

A D
7

H
4

122
ABFAFB
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7

3
F

B A
4

B F
7

A
5

BCGBGC
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7

3
G

C B
4

G C
3

G B
4

C G
7

B
5

CDHCHD
3
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7
H

D C
4

H D
3

D H
7

C
5

DEADAE
3
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7
A

4
3

D
5

EFBEBF
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4

B F
3

7
E

FGCFCG
3
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7
C

C G
3

G C
7

F
5

GHDGDH
3
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7
D

H G
4

D H
3

D G
4

H D
7

G
5

HAEHEA
1
1
4
4
3
7
5
5
4
4
7

A H
4

E
3

H
1

E
4

A
7

H
5

123

I X. D ESC R I Z I O N E D I M O D I E ST R U T T U R E

1.Ordini di descrittivit
Dato un insieme di k elementi differenti caratterizzati dalla presenza di z attributi appartenenti ad un
insieme di n attributi (con k, z, n numeri naturali > 1), possibile, per ciascun elemento,
determinare z ordini di descrittivit degli attributi rispetto allelemento, utili a descrivere
lelemento con 1, 2, , z attributi (ove dunque lo z ordine descrive lelemento in maniera
esaustiva, ovvero con tutti gli attributi), basati sulla capacit di ciascun attributo (1 ordine), o di
una combinazione di essi (2,, z ordine),di isolareunsottoinsiemedallinsiemeoriginario(1
ordine) o dai sottoinsiemi isolati al precedente ordine (2,,z ordine).
Il sottoinsieme isolato da un determinato attributo caratterizzante un elemento dellinsieme
originarioformatodaglielementidellinsiemeoriginarioaccomunatidallapresenzadellattributo
stesso. Meno numeroso il sotto-insieme isolato, maggiore la descrittivit di quellattributo,
ovvero la capacit di quellattributo di descrivere lelemento preso in considerazione rispetto
allinsiemeoriginariocuiappartiene.Possiamodunqueordinareidifferentiattributicaratterizzanti
lelementoinbaseallaminornumerositdeisottoinsiemiisolati.Taleordinamentocostituisceil1
ordine di descrittivit degli attributi rispetto allelemento (utile a descrivere l elemento con un
solo attributo).
Successivamente, verifichiamo la numerosit dei sottoinsiemi isolati da ciascuna combinazione di 2
attributicaratterizzantilelementopresoinconsiderazione.Possiamoquindiordinarequesteultime
inbaseallaminornumerositdeisottoinsiemiisolati.Taleordinamentocostituisceil2 ordine di
descrittivitdegliattributirispettoallelemento(utileadescriverelelementocon2attributi).
Reiterando il processo, definiamo i successivi ordini di descrittivit fino allo z.
Quando un attributo o una combinazione di j attributi comune a tutti gli elementi dellinsieme
originario, non porter mai allisolamento di un sottoinsieme caratterizzato da minor numerosit,
fino allordine (z-1), nel caso di singolo attributo comune, o allordine (x-j),nel caso di una
combinazione di j attributi.
Quando 2 o pi attributi (al 1 ordine) oppure 2 o pi combinazioni di attributi (al 2,,z ordine)
isolano sottoinsiemi della medesima minor numerosit, tali attributi o combinazioni di attributi
hannolamedesimacapacitdidescriverelelemento.
Nel processo di determinazione dei differenti ordini di descrittivit, quando per la prima volta, 1 o
pi attributi (al 1 ordine) oppure 1 o pi combinazioni di attributi (al 2,,z ordine) isolano un
sotto-insiemedi1 soloelemento,siamo inpresenzadi1opi descrittori necessariesufficienti
dellelemento(osononecessarie sufficientiad identificareunospecificoelementodellinsieme
originario).Gliattributiolecombinazionidiattributisuccessiviadessisonodescrittorisufficienti
ma non necessari (sono sufficienti ma non necessari ad identificare uno specifico elemento
dellinsiemeoriginario).Gliattributiocombinazionidiattributiprecedentiadessisonodescrittori
necessari ma non sufficienti (sono necessari ma non sufficienti ad identificare uno specifico
elementodellinsiemeoriginario).

2.Ordini di descrittivit di modi e strutture


Poich ciascun modo di ordine z rappresentato da un ciclo di z altezze e ciascuna struttura di
ordine z definita da una disposizione di z altezze appartenenti allinsieme di n altezze che
caratterizzano un sistema di intonazione, le considerazioni del precedente paragrafo possono essere
applicate a modi e strutture.

124
Dato un insieme di k modi di ordine z o di k strutture di ordine z differenti caratterizzati dalla
presenza di z altezze appartenenti ad un insieme di n altezze, possibile, per ciascun modo o
struttura, determinare z ordinididescrittivitdellealtezzestesserispettoalmodooallastruttura,
utili a descrivere il modo o la struttura con 1,2,,z altezze (ove dunque lo z ordine di descrittivit
descrive il modo o la struttura in maniera esaustiva, ovvero con tutte le altezze), basati sulla
capacit di ciascuna altezza (1 ordine), o di una combinazione di esse (2,, z ordine), di isolare
unsottoinsiemedallinsiemeoriginario(1 ordine) o dai sottoinsiemi isolati al precedente ordine di
rappresentativit (2,,z ordine).
Ilsottoinsieme isolatodaunadeterminataaltezzacaratterizzanteun modoostrutturadellinsieme
originario formato dai modi o strutture dellinsieme originario accomunati dalla presenza
dellaltezzastessa. Meno numeroso il sotto-insieme isolato, maggiore la descrittivit di quella
altezza, ovvero la capacit di quella altezza di descrivere il modo o struttura preso in considerazione
rispetto allinsieme originario cui appartiene. Possiamo dunque ordinare le differenti altezze
caratterizzanti il modo o la struttura in base alla minor numerosit dei sottoinsiemi isolati. Tale
ordinamentocostituisceil1 ordinedidescrittivitdellealtezzerispettoalmodooallastruttura
(utile a descrivere il modo o la struttura con una sola altezza).
Successivamente, verifichiamo la numerosit dei sottoinsiemi isolati da ciascuna combinazione di 2
altezze caratterizzanti il modo o la struttura presa in considerazione. Possiamo quindi ordinare
queste ultime in base alla minor numerosit dei sottoinsiemi isolati. Tale ordinamento costituisce il
2 ordinedidescrittivitdellealtezzerispettoalmodooallastruttura (utile a descrivere il modo o
la struttura con 2 altezze).
Reiterando il processo, definiamo i successivi ordini di descrittivit fino allo z.
Quandounaltezzaounacombinazionedi j altezzecomuneatuttiimodiostrutturedellinsieme
originario, non porter mai allisolamento di un sottoinsieme caratterizzato da minor numerosit,
fino allordine (z-1), nel caso di singola altezza comune, o allordine (x-j), nel caso di una
combinazione di j altezze.
Quando 2 o pi altezze (al 1 ordine) oppure 2 o pi combinazioni di altezze (al 2,,z ordine)
isolano sottoinsiemi della medesima numerosit, tali altezze o combinazioni di altezze hanno la
medesima capacit di descrivere il modo o la struttura.
Nel processo di determinazione dei differenti ordini di descrittivit, quando per la prima volta, 1 o
pi altezze (al 1 ordine) oppure 1 o pi combinazioni di altezze (al 2, , z ordine) isolano un
sotto-insieme di 1 solo modo o struttura, siamo in presenza di 1 o pi descrittori necessari e
sufficientidelmodoodellastruttura(osononecessariesufficientiadidentificareunospecifico
modoostrutturadellinsiemeoriginario).Lealtezzeolecombinazionidialtezzesuccessiveadesse
sono descrittori sufficienti ma non necessari (sono sufficienti ma non necessari ad identificare
uno specifico modo o struttura dellinsieme originario). Le altezze o combinazioni di altezze
precedentiadessesonodescrittorinecessarimanonsufficienti(sononecessarimanonsufficienti
ad identificare uno specificomodoostrutturadellinsiemeoriginario).

Esempio 1: determinazione degli ordini di descrittivit per ciascuno dei modi appartenenti ad un
determinato insieme di modi
Innanzituttonecessarioidentificarelinsiemedimodi:
I.

Si considerino i seguenti 4 modi di ordine 7 rappresentati da cicli di 7 altezze cui attribuito


un indice che identifica la prima posizione del ciclo e dei 7 intervalli consecutivi tra le due
altezze equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi in un sistema di
intonazione rappresentato da cicli di 12 frequenze:

125
AAAA
2
1
2
1
2
1
L
C
L
C
L
C
L
2
2
2
1
3
2
3
J
E
J
D
I
E
I
2
1
2
2
1
1
1
H
F
H
F
H
F
H
2
2
2
2
1

II.

2
C
1
D
2
F

Per ciascuno dei modi individuati al punto I. si considerino i 7 modi di ordine 7 distinti
rappresentati dalle 7 rotazioni del ciclo di 7 altezze cui attribuito un indice che identifica la
prima posizione del ciclo:
1

L
2
J
2
H

2
F
1
E
2
C

ACEF
2
2
2
2
1
1
C
A
E
C
F
E
2
1
1
2
2
2
E
L
F
A
H
C
1
2
2
1
2
2
F
J
H
L
J
A
2
2
2
1

2
H
2
J
2
L

HJL
2
2
2
2
1
J
H
L
J
A
2
2
1
1
2
2
L
F
A
H
C
1
1
2
2
2
A
E
C
F
E
2
2
1

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ACDF
2
2
1
1
2
2
L
C
A
D
C
F
D
2
1
1
2
2
2
1
J
D
L
F
A
H
C
2
2
2
2
1
2
2
H
F
J
H
L
J
A
2
2
2
1
HJL
2
2
2
2
2
1
F
J
H
L
J
A
2
2
2
1
1
2
2
D
L
F
A
H
C
1
1
2
2
2
1
C
A
D
C
F
D
2
1
2
1

2
H
2
J
2
L

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

126
ACEF
2
2
2
2
1
1
C
A
E
C
F
E
2
1
1
2
2
2
E
L
F
A
H
C
1
3
2
1
1
2
F
I
H
L
I
A
2
1
3
1

1
L
3
I
1
H

2
H
1
I
3
L

HIL
1
1
3
3
1
I
H
L
I
A
3
2
1
1
1
2
L
F
A
H
C
1
1
2
2
2
A
E
C
F
E
2
2
1

2
F
1
E
2
C

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ACDF
2
2
1
1
2
2
C
A
D
C
F
D
1
1
2
2
2
1
D
L
F
A
H
C
2
3
2
1
1
2
F
I
H
L
I
A
2
1
3
1

1
L
3
I
1
H

H
1
I
3
L

HIL
1
1
3
3
1
I
H
L
I
A
3
2
1
1
1
2
L
F
A
H
C
1
2
2
2
1
A
D
C
F
D
2
1
2

2
F
2
D
1
C
III.

Per ciascuno dei modi individuati al punto II. si consideri il modo di ordine 7 rappresentato
dalla traslazione del ciclo di 7 altezze cui attribuito un indice che identifica come prima
posizionedelciclolaltezzaA.
1

L
2
J
2
H

AAAA
2
2
2
2
1
1
C
K
C
K
B
L
2
1
1
2
2
2
E
J
D
I
D
J
1
2
2
1
2
2
F
H
F
H
F
H
2
2
2
1

2
C
2
E
2
G

127

2
K
1
J
2
H

AAA
2
2
2
2
1
C
K
C
K
B
2
2
1
1
2
2
E
I
D
I
D
1
1
2
2
2
F
H
F
G
F
2
2
1

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1
L
2
J
2
H

2
K
2
I
1
H

AAAA
2
2
1
1
2
2
C
K
B
L
C
K
1
1
2
2
2
1
D
J
D
J
E
J
2
2
2
1
2
2
F
H
F
I
G
H
2
2
2
1

2
C
2
E
2
G

AAA
2
2
2
2
1
C
K
C
K
B
2
2
1
1
2
2
E
I
D
I
D
1
2
2
2
1
F
G
F
G
E
2
1
2

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1
L
3
I
1
H

2
K
1
J
2
H

AAAA
2
2
2
2
1
1
C
K
C
K
B
L
2
1
1
2
2
2
E
J
D
I
D
J
1
3
2
1
1
2
F
G
F
H
E
H
2
1
3
1

2
C
1
D
3
G

AAA
1
1
3
3
1
B
L
D
J
B
3
2
1
1
1
2
E
J
E
I
D
1
1
2
2
2
F
I
G
G
F
2
2
1

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

128

1
L
3
I
1
H

2
K
2
I
1
H

AAAA
2
2
1
1
2
2
C
K
B
L
C
K
1
1
2
2
2
1
D
J
D
J
E
J
2
3
2
1
1
2
F
G
F
I
F
H
2
1
3
1

2
C
1
D
3
G

AAA
1
1
3
3
1
B
L
D
J
B
3
2
1
1
1
2
E
J
E
I
D
1
2
2
2
1
F
H
G
G
E
2
1
2

Nelle seguenti tabelle vengono illustrati, per ciascuno dei modi individuati al punto III., i relativi
ordini di descrittivit.
Lintestazionedellecolonneindicalordine di descrittivit.
Inciascunacolonna,dallaltoversoilbasso,possibilevederelordinamento in senso decrescente
delle altezze o combinazioni di altezze in base alla descrittivit di ciascuna altezza o combinazione
di altezze.
Il numero a fianco alle altezze o combinazione di altezze indica la dimensione del sottoinsieme da
essa o da esse isolato.
Le altezze o le combinazioni di altezze che isolano sottoinsiemi di uguale numerosit sono stati
raccolti insieme.
Le altezze o le combinazioni di altezze in grassetto sono i descrittori necessari e sufficienti.

129

I
L10
E15
C16
F18
H18
J18
A28

II
LF5
LH7
LE7
FE7
LJ8
LC8
EC8
LA10
JF10
JE10
HE10
JH11
JC11
FC11
HF12
HC12
EA15
CA16
JA18
HA18
FA18

I
C16
K16
D18
F18
H18
J18
A28

II
KJ8
KC8
DC8
JF10
HD10
KH11
KD11
JH11
JD11
JC11
FD11
FC11
KF12
HF12
HC12
KA16
CA16
JA18
HA18
FA18
DA18

III
LJF3
LFE3
LHF4
LHE4
JFE4
LJH5
LFC5
LFA5
LEC5
FEC5
LJE6
LJC6
LHC6
JHF6
JHE6
JFC6
JEC6
HFE6
HEC6
LHA7
LEA7
FEA7
LJA8
LCA8
JHC8
HFC8
ECA8
JFA10
JEA10
HEA10
JHA11
JCA11
FCA11
HFA12
HCA12
III
KJD5
KJC5
KDC5
JDC5
KJH6
KJF6
KHD6
KHC6
KFC6
JHF6
JHD6
JFD6
JFC6
HFD6
HDC6
FDC6
KJA8
KHF8
KFD8
KCA8
JHC8
HFC8
DCA8
JFA10
HDA10
KHA11
KDA11
JHA11
JDA11
JCA11
FDA11
FCA11
KFA12
HFA12
HCA12

IV
LJHF2
LJFE2
LHFE2
LJHE3
LJFC3
LJFA3
LHEC3
LFEC3
LFEA3
JHFE3
JFEC3
LJHC4
LJEC4
LHFC4
LHFA4
LHEA4
JHFC4
JHEC4
JFEA4
HFEC4
LJHA5
LECA5
LFCA5
FECA5
LJEA6
LJCA6
LHCA6
JHFA6
JHEA6
JFCA6
JECA6
HFEA6
HECA6
JHCA8
HFCA8
IV
KJHD3
KJFC3
KJDC3
KHDC3
JHFD3
JFDC3
KJHF4
KJHC4
KJFD4
KHFD4
KHFC4
KFDC4
JHFC4
JHDC4
HFDC4
KJDA5
KJCA5
KDCA5
JDCA5
KJHA6
KJFA6
KHDA6
KHCA6
KFCA6
JHFA6
JHDA6
JFDA6
JFCA6
HFDA6
HDCA6
FDCA6
KHFA8
KFDA8
JHCA8
HFCA8

V
LJHFE1
LJHFC2
LJFHA2
LJHEC2
LJFEC2
LJFEA2
LHFEC2
LHFEA2
JHFEC2
HFECA2
LJHEA3
LJFCA3
LHECA3
LFECA3
JHFEA3
JFECA3
LJHCA4
LJECA4
LHFCA4
JHFCA4
JHECA4

V
KJHFD2
KJHFC2
KJHDC2
KJFDC2
KHFDC2
JHFDC2
KJHDA3
KJFCA3
KJDCA3
KHDCA3
JHFDA3
JFDCA3
KJHFA4
KJHCA4
KJFDA4
KHFDA4
KHFCA4
KFDCA4
JHDCA4
JHFCA4
HFDCA4

VI
LJHFEC1
LJHFEA1
LJHFCA2
LJHECA2
LJFECA2
LHFECA2
JHFECA2

VI
KJHFDC1
KJHFDA2
KJHFCA2
KJHDCA2
KJFDCA2
KHFDCA2
JHFDCA2

VII
LJHFECA1

VII
KJHFDCA1

130
I
B10
I15
K16
D18
F18
H18
A28

II
HB5
IH7
IB7
FB7
KI8
KB8
DB8
IF10
ID10
HD10
BA10
KH11
KD11
FD11
KF12
HF12
IA15
KA16
HA18
FA18
DA18

III
IHB3
HDB3
IHD4
IFB4
HFB4
KIH5
KIB5
KHB5
HBA5
FDB5
KIF6
KID6
KHD6
KFB6
KDB6
IHF6
IFD6
IDB6
HFD6
IHA7
IBA7
FBA7
KHF8
KFD8
KBA8
KIA8
DBA8
IFA10
IDA10
HDA10
KHA11
KDA11
FDA11
KFA12
HFA12

IV
IHFB2
IHDB2
HFDB2
KIHD3
KIHB3
KIFB3
KHDB3
IHFD3
IFDB3
IHBA3
KIHF4
KIFD4
KIDB4
KHFD4
KHFB4
KFDB4
IHDA4
IFBA4
HFBA4
KIHA5
KIBA5
KHBA5
FDBA5
KIFA6
KIDA6
KHDA6
KFBA6
KDBA6
IHFA6
IFDA6
IDBA6
HFDA6
HDBA6
KHFA8
KFDA8

V
IHFDB1
KIHFD2
KIHFB2
KIHDB2
KHFDB2
KIFDB2
IHFBA2
IHDBA2
HFDBA2
KIHBA3
KIHDA3
KHDBA3
KIFBA3
IHFDA3
IFDBA3
KIHFA4
KHFDA4
KHFBA4
KFDBA4
KIFDA4
KIDBA4

I
L10
G14
E15
C16
H18
J18
A28

II
LG5
HG5
LH7
LE7
GE7
GC7
LJ8
LC8
EC8
LA10
JE10
HE10
JH11
JG11
JC11
HC12
GA14
EA15
CA16
JA18
HA18

III
LHG3
LGC3
HGE3
GEC3
LHE4
LGE4
HGC4
LJH5
LJG5
LEC5
JHG5
HGA5
LGA5
LJE6
LJC6
LHC6
JHE6
JGE6
JGC6
JEC6
HEC6
LHA7
LEA7
GEA7
GCA7
LJA8
LCA8
JHC8
ECA8
JEA10
HEA10
JHA11
JGA11
JCA11
HCA12

IV
LHGE1
LHGC2
LGEC2
HGEC2
LJHG3
LJHE3
LJGC3
LHGA3
LHEC3
LGCA3
JHGE3
JGEC3
HGEA3
GECA3
LJHC4
LJGE4
LJEC4
LHEA4
LGEA4
JHGC4
JHEC4
HGCA4
LJHA5
LJGA5
LECA5
JHGA5
LJEA6
LJCA6
LHCA6
JHEA6
JGEA6
JGCA6
JECA6
HECA6
JHCA8

V
LHGEC1
LHGEA1
HGECA1
LJHGE2
LJHGC2
LJHEC2
LJGEC2
LHGCA2
LGECA2
JHGEC2
LJHGA3
LJHEA3
LJGCA3
LHECA3
JHGEA3
JGECA3
LJHCA4
LJGEA4
LJECA4
JHGCA4
JHECA4

VI
KIHFDB1
KIHFDA2
KIHFBA2
KIHDBA2
KIFDBA2
KHFDBA2
IHFDBA2

VII
KIHFDBA1

VI
VII
LJHGEC1 LJHGECA1
LHGECA1
LJHGEA2
LJHGCA2
LJHECA2
LJGECA2
JHGECA2

131

I
E15
C16
K16
F18
H18
J18
A28

II
KE7
FE7
KJ8
KC8
EC8
JF10
JE10
HE10
KH11
JH11
JC11
FC11
KF12
HF12
HC12
EA15
KA16
CA16
JA18
HA18
FA18

III
KJE3
KEC3
KFE4
JFE4
KJC5
FEC5
KJH6
KJF6
KHE6
KHC6
KFC6
JHF6
JHE6
JFC6
JEC6
HFE6
HEC6
KEA7
FEA7
KJA8
KHF8
KCA8
JHC8
HFC8
ECA8
JFA10
JEA10
HEA10
JHA11
KHA11
JCA11
FCA11
HFA12
KFA12
HCA12

I
I15
K16
C16
D18
F18
H18
A28

II
IH7
IC7
KI8
KC8
DC8
IF10
ID10
HD10
KH11
KD11
FD11
FC11
KF12
HF12
HC12
IA15
KA16
CA16
HA18
FA18
DA18

III
KIC3
IDC3
IHD4
IHC4
KIH5
KDC5
KIF6
KHD6
KFC6
KID6
KHC6
IHF6
IFD6
IFC6
HFD6
HDC6
FDC6
IHA7
ICA7
KHF8
KFD8
KCA8
KIA8
HFC8
DCA8
IDA10
IFA10
HDA10
KDA11
KHA11
FDA11
FCA11
HFA12
KFA12
HCA12

IV
KJFE2
KJEC2
KFEC2
KJHE3
KJFC3
KJEA3
KHEC3
JHFE3
JFEC3
KJHF4
KJHC4
KHFE4
KHFC4
KFEA4
JHEC4
JHFC4
JFEA4
HFEC4
KJCA5
FECA5
KJHA6
KJFA6
KHEA6
KHCA6
KFCA6
KECA6
JHFA6
JHEA6
JFCA6
JECA6
HFEA6
HECA6
KHFA8
JHCA8
HFCA8
IV
KIHC2
KIDC2
IHDC2
KIHD3
KIFC3
KICA3
KHDC3
IHFD3
IFDC3
IDCA3
KIHF4
KIFD4
KHFD4
KHFC4
KFDC4
IHFC4
IHDA4
IHCA4
HFDC4
KIHA5
KDCA5
KIFA6
KIDA6
KHDA6
KHCA6
KFCA6
IHFA6
IFDA6
IFCA6
HFDA6
HDCA6
FDCA6
KHFA8
KFDA8
HFCA8

V
KJFEC1
KJHFE2
KJHFC2
KJHEC2
KJFEA2
KJECA2
KHFEC2
KFECA2
JHFEC2
KJHEA3
KJFCA3
KHECA3
JHFEA3
JFECA3
KJHFA4
KJHCA4
KHFEA4
KHFCA4
JHFCA4
JHECA4
HFECA4

V
KIHDC1
KIHFD2
KIHFC2
KIHCA2
KIFDC2
KIDCA2
KHFDC2
IHFDC2
IHDCA2
KIHDA3
KIFCA3
KHDCA3
IHFDA3
IFDCA3
KIHFA4
KIFDA4
KHFDA4
KHFCA4
KFDCA4
IHFCA4
HFDCA4

VI
VII
KJHFEC1 KJHFECA1
KJFECA1
KJHFEA2
KJHFCA2
KJHECA2
KHFECA2
JHFECA2

VI
KIHFDC1
KIHDCA1
KIHFDA2
KIHFCA2
KIFDCA2
KHFDCA2
IHFDCA2

VII
KIHFDCA1

132
I
B10
G14
I15
K16
D18
F18
A28

II
GB5
GF5
KG7
IG7
IB7
FB7
KI8
KB8
DB8
IF10
ID10
BA10
KD11
GD11
FD11
KF12
GA14
IA15
KA16
FA18
DA18

III
KIG3
KGB3
IGF3
GFB3
KGF4
IGB4
IFB4
KIB5
GFD5
GFA5
GDB5
GBA5
FDB5
KIF6
KID6
KGD6
KFB6
KDB6
IGD6
IFD6
IDB6
KGA7
IGA7
IBA7
FBA7
KIA8
KFD8
KBA8
DBA8
IFA10
IDA10
FDA11
GDA11
KDA11
KFA12

I
L10
C16
J18
H18
F18
D18
A28

II
LF5
LD5
LH7
LJ8
LC8
DC8
LA10
JF10
HD10
JH11
JD11
JC11
FD11
FC11
HF12
HC12
CA16
JA18
HA18
FA18
DA18

III
LFD2
LJF3
LDC3
LJD4
LHF4
LHD4
LJH5
LFC5
LFA5
LDA5
JDC5
LJC6
LHC6
JHF6
JHD6
JFD6
JFC6
HFD6
HDC6
FDC6
LHA7
LJA8
LCA8
JHC8
HFC8
DCA8
JFA10
HDA10
JHA11
JDA11
JCA11
FDA11
FCA11
HFA12
HCA12

IV
KIGF2
KIGB2
KGFB2
IGFB2
KIGD3
KIGA3
KIFB3
KGDB3
KGBA3
IGFD3
IGFA3
IFDB3
GFDB3
GFBA3
KIFD4
KIDB4
KGFD4
KGFA4
KFDB4
IGDB4
IGBA4
IFBA4
KIBA5
GFDA5
GDBA5
FDBA5
KIFA6
KIDA6
KGDA6
KFBA6
KDBA6
IGDA6
IFDA6
IDBA6
KFDA8
IV
LJFD1
LJHF2
LJDC2
LHFD2
LFDC2
LFDA2
LJHD3
LJFC3
LJFA3
LHDC3
LDCA3
JHFD3
JFDC3
LJHC4
LJDA4
LHFC4
LHFA4
LHDA4
JHFC4
JHDC4
HFDC4
LJHA5
LFCA5
JDCA5
LJCA6
LHCA6
JHFA6
JHDA6
JFDA6
JFCA6
HFDA6
HDCA6
FDCA6
JHCA8
HFCA8

V
KIGFB1
KIGFD2
KIGFA2
KIGDB2
KIGBA2
KIFDB2
KGFDB2
KGFBA2
IGFDB2
IGFBA2
KIGDA3
KIFBA3
KGDBA3
IGFDA3
IFDBA3
GFDBA3
KIFDA4
KIDBA4
KGFDA4
KFDBA4
IGDBA4

V
LJHFD1
LJFDC1
LJFDA1
LHFDC1
LJHFC2
LJHFA2
LJHDC2
LJDCA2
LHFDA2
LFDCA2
JHFDC2
LJHDA3
LJFCA3
LHDCA3
JHFDA3
JFDCA3
LJHCA4
LHFCA4
JHFCA4
JHDCA4
HFDCA4

VI
KIGFDB1
KIGFBA1
KIGFDA2
KIGDBA2
KIFDBA2
KGFDBA2
IGFDBA2

VII
KIGFDBA1

VI
VII
LJHFDC1 LJHFDCA1
LJHFDA1
LJFDCA1
LJHFCA2
LJHDCA2
LHFDCA2
JHFDCA2

133
I
B10
K16
D18
F18
H18
J18
A28

II
JB5
HB5
FB7
KJ8
KB8
DB8
JF10
HD10
BA10
KH11
KD11
JH11
JD11
FD11
KF12
HF12
KA16
JA18
HA18
FA18
DA18

III
JHB2
KJB3
HDB3
JDB4
HFB4
KJD5
KHB5
JFB5
JBA5
HBA5
FDB5
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KJF6
KHD6
KFB6
KDB6
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JHD6
JFD6
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FBA7
KJA8
KHF8
KFD8
KBA8
DBA8
JFA10
HDA10
KHA11
KDA11
JHA11
JDA11
FDA11
KFA12
HFA12

I
L10
G14
E15
I15
C16
J18
A28

II
LI5
LG5
JI5
LE7
IG7
IC7
GE7
GC7
LJ8
LC8
EC8
IE9
LA10
JE10
JG11
JC11
GA14
IA15
EA15
CA16
JA18

III
LIG2
JIC2
IGC2
LJI3
LGC3
GEC3
LIE4
LIC4
LGE4
JIG4
JIE4
IGE4
IEC4
LJG5
LIA5
LGA5
LEC5
JIA5
LJE6
LJC6
JGE6
JGC6
JEC6
LEA7
ICA7
GEA7
GCA7
IGA7
LJA8
LCA8
ECA8
IEA9
JEA10
JGA11
JCA11

IV
JHDB1
KJHB2
KJDB2
JHFB2
JHBA2
HFDB2
KJHD3
KJFB3
KJBA3
KHDB3
JHFD3
JFDB3
HDBA3
KJHF4
KJFD4
KHFD4
KHFB4
KFDB4
JDBA4
HFBA4
KJDA5
KHBA5
JFBA5
FDBA5
KJHA6
KJFA6
KHDA6
KFBA6
KDBA6
JHDA6
JHFA6
JFDA6
HFDA6
KHFA8
KFDA8
IV
LIGC1
JIGC1
IGEC1
LJIG2
LJIC2
LIGE2
LIGA2
LGEC2
JIEC2
IGCA2
JICA2
LJIE3
LJIA3
LJGC3
LIEC3
LGCA3
JIGE3
JGEC3
GECA3
LJGE4
LJEC4
LIEA4
LICA4
LGEA4
JIGA4
JIEA4
IGEA4
IECA4
LJGA5
LECA5
LJEA6
LJCA6
JGEA6
JGCA6
JECA6

V
KJHDB1
JHFDB1
JHDBA1
KJHFD2
KJHFB2
KJHBA2
KJFDB2
KJDBA2
KHFDB2
JHFBA2
HFDBA2
KJHDA3
KJFBA3
KHDBA3
JHFDA3
JFDBA3
KJHFA4
KJFDA4
KHFDA4
KFDBA4
KHFBA4

V
LJIGC1
LIGEC1
LIGCA1
JIGEC1
JIGCA1
IGECA1
LJIGE2
LJIGA2
LJIEC2
LJICA2
LJGEC2
LIGEA2
LGECA2
JIECA2
LJIEA3
LJGCA3
LIECA3
JIGEA3
JGECA3
LJECA4
LJGEA4

VI
KJHFDB1
KJHDBA1
JHFDBA1
KJHFDA2
KJHFBA2
KJFDBA2
KHFDBA2

VI
LJIGEC1
LJIGCA1
LIGECA1
JIGECA1
LJIGEA2
LJIECA2
LJGECA2

VII
KJHFDBA1

VII
LJIGECA1

134
I
G14
E15
C16
K16
H18
J18
A28

II
HG5
KG7
KE7
GE7
GC7
KJ8
KC8
EC8
JE10
HE10
KH11
JH11
JG11
JC11
HC12
GA14
EA15
KA16
CA16
JA18
HA18

III
KHG2
KGE2
KJE3
KEC3
HGE3
GEC3
KJG4
KGC4
HGC4
KJC5
JHG5
HGA5
KJH6
KHE6
KHC6
JHE6
JGE6
JGC6
JEC6
HEC6
KGA7
KEA7
GEA7
GCA7
KJA8
KCA8
JHC8
ECA8
JEA10
HEA10
KHA11
JHA11
JGA11
JCA11
HCA12

IV
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KHGE1
KGEC1
KJHG2
KJEC2
KHGC2
KHGA2
KGEA2
HGEC2
KJHE3
KJGC3
KJEA3
KHEC3
KECA3
JHGE3
JGEC3
HGEA3
GECA3
KJHC4
KJGA4
KGCA4
JHGC4
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HGCA4
KJCA5
JHGA5
KJHA6
KHEA6
KHCA6
JHEA6
JGEA6
JGCA6
JECA6
HECA6
JHCA8

V
KJHGE1
KJGEC1
KJGEA1
KHGEC1
KHGEA1
KGECA1
KJHGC2
KJHGA2
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KHGCA2
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HGECA2
KHECA3
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JHECA4

VI
KJHGEC1
KJHGEA1
KJGECA1
KHGECA1
KJHGCA2
KJHECA2
JHGECA2

I
E15
I15
C16
K16
F18
H18
A28

II
KE7
IH7
IC7
FE7
KI8
KC8
EC8
IE9
IF10
HE10
KH11
FC11
KF12
HF12
HC12
IA15
EA15
KA16
CA16
HA18
FA18

III
KIC3
KEC3
KIE4
KFE4
IHE4
IHC4
IFE4
IEC4
KIH5
FEC5
KIF6
KHE6
KHC6
KFC6
IHF6
IFC6
HFE6
HEC6
KEA7
IHA7
ICA7
FEA7
KIA8
KHF8
KCA8
HFC8
ECA8
IEA9
IFA10
HEA10
FCA11
KHA11
KFA12
HFA12
HCA12

IV
KIEC1
KIFE2
KIHC2
KFEC2
IHEC2
KIHE3
KIFC3
KHEC3
KECA3
IHFE3
IFEC3
KICA3
KIHF4
KIEA4
KHFE4
KHFC4
KFEA4
IHFC4
IHEA4
IHCA4
IFEA4
IECA4
HFEC4
KIHA5
FECA5
KIFA6
KHCA6
KFCA6
IFCA6
HFEA6
HECA6
IHFA6
KHFA8
KHEA8
HFCA8

V
KIHEC1
KIFEC1
KIECA1
KIHFE2
KIHFC2
KIFEA2
KIHCA2
KHFEC2
KFECA2
IHFEC2
IHECA2
KIHEA3
KIFCA3
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IHFEA3
IFECA3
KIHFA4
KHFEA4
KHFCA4
IHFCA4
HFECA4

VI
KIHFEC1
KIHECA1
KIFECA1
KIHFEA2
KIHFCA2
KHFECA2
IHFECA2

VII
KJHGECA1

VII
KIHFECA1

135
I
G14
I15
C16
K16
D18
F18
A28

II
GF5
KG7
IG7
IC7
GC7
KI8
KC8
DC8
IF10
ID10
KD11
GD11
FD11
FC11
KF12
GA14
IA15
KA16
CA16
FA18
DA18

III
IGC2
GFC2
KIG3
KIC3
IGF3
IDC3
KGF4
KGC4
GDC4
KDC5
GFD5
GFA5
KIF6
KID6
KGD6
KFC6
IGD6
IFD6
IFC6
FDC6
KGA7
IGA7
ICA7
GCA7
KIA8
KFD8
KCA8
DCA8
IFA10
IDA10
KDA11
GDA11
FDA11
FCA11
KFA12

IV
KIGC1
IGFC1
IGDC1
IGDA1
KIGF2
KIDC2
KGFC2
IGCA2
GFDC2
GFCA2
KIGD3
KIGA3
KIFC3
KICA3
KGDC3
IGFD3
IGFA3
IFDC3
IDCA3
KIFD4
KGFD4
KGCA4
KGFA4
KFDC4
KDCA5
GFDA5
KIFA6
KIDA6
KGDA6
KFCA6
IFDA6
IFCA6
GDCA6
FDCA6
KFDA8

V
KIGFC1
KIGDC1
KIGCA1
IGFDC1
IGFCA1
IGDCA1
KIGFD2
KIGFA2
KIFDC2
KIDCA2
KGFDC2
KGFCA2
GFDCA2
KIGDA3
KIFCA3
KGDCA3
IGFDA3
IFDCA3
KIFDA4
KGFDA4
KFDCA4

VI
KIGFDC1
KIGFCA1
KIGDCA1
IGFDCA1
KIGFDA2
KIFDCA2
KGFDCA2

VII
KIGFDCA1

I
B10
G14
I15
E15
K16
D18
A28

II
ED5
EB5
GB5
KG7
KE7
IG7
IB7
GE7
KI8
KB8
DB8
IE9
ID10
BA10
KD11
GD11
GA14
IA15
EA15
KA16
DA18

III
KGE2
KED2
GEB2
KIG3
KGB3
EDB3
KIE4
KEB4
IGE4
IGB4
IED4
IEB4
GED4
KIB5
GDB5
GBA5
EDA5
EBA5
KID6
KGD6
KDB6
IGD6
IDB6
KGA7
KEA7
IGA7
IBA7
GEA7
KIA8
KBA8
DBA8
IEA9
IDA10
KDA11
GDA11

IV
KIGE1
KGED1
KGEB1
KIED2
KIGB2
KGEA2
KEDB2
KEDA2
IGEB2
GEDB2
GEBA2
KIGD3
KIGA3
KIEB3
KGDB3
KGBA3
IGED3
IEDB3
EDBA3
KIEA4
KIDB4
KEBA4
IGDB4
IGBA4
IGEA4
IEDA4
IEBA4
GEDA4
KIBA5
GDBA5
KIDA6
KGDA6
KDBA6
IGDA6
IDBA6

V
KIGED1
KIGEB1
KIGEA1
KGEDB1
KGEDA1
KGEBA1
KIGDB2
KIGBA2
KIEDB2
KIEDA2
KIEBA2
KEDBA2
IGEDB2
IGEBA2
GEDBA2
KIGDA3
KGDBA3
IGEDA3
IEDBA3
KIDBA4
IGDBA4

VI
KIGEDB1
KIGEDA1
KIGEBA1
KGEDBA1
KIGDBA2
KIEDBA2
IGEDBA2

VII
KIGEDBA1

136
I
L10
I15
E15
C16
F18
H18
A28

II
LI5
LF5
LH7
LE7
IH7
IC7
FE7
LC8
EC8
IE9
LA10
IF10
HE10
FC11
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HC12
IA15
EA15
CA16
HA18
FA18

III
LIH2
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LFE3
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LIC4
LHF4
LHE4
IHE4
IHC4
IFE4
IEC4
LIA5
LFC5
LFA5
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IFC6
HFE6
HEC6
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IHA7
ICA7
FEA7
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HFC8
ECA8
IEA9
IFA10
HEA10
FCA11
HFA12
HCA12

I
G14
C16
K16
D18
F18
J18
A28

II
GF5
KG7
GC7
KJ8
KC8
DC8
JF10
KD11
JG11
JD11
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GD11
FD11
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CA16
JA18
FA18
DA18

III
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GDC4
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GFD5
GFA5
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KFC6
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KFD8
KCA8
JGD8
DCA8
JFA10
KDA11
JGA11
JDA11
JCA11
GDA11
FDA11
FCA11
KFA12

IV
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LIHF2
LIHC2
LIHA2
LIFE2
LHFE2
IHEC2
LIFC3
LIFA3
LIEC3
LHEC3
LFEC3
LFEA3
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LHFA4
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LHEA4
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LECA5
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IHFA6
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HECA6
HFCA8
IV
JGFC1
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GFCA2
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KJFD4
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JGDA8

V
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LIFEC2
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LHFCA4
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HFECA4

V
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KJGDC2
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KJGDA3
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JGDCA3
JFDCA3
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KFDCA4

VI
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IHFECA2

VI
KJGFDC1
KJGFCA1
JGFDCA1
KJGFDA2
KJGDCA2
KJFDCA2
KGFDCA2

VII
LIHFECA1

VII
KJGFDCA1

137
I
B10
E15
I15
K16
D18
H18
A28

II
ED5
EB5
HB5
KE7
IH7
IB7
KI8
KB8
DB8
IE9
ID10
HE10
HD10
BA10
KH11
KD11
IA15
EA15
KA16
HA18
DA18

III
KED2
HED2
IHB3
HDB3
HEB3
EDB3
KIE4
KEB4
IHE4
IHD4
IED4
IEB4
KIH5
KIB5
KHB5
EDA5
EBA5
HBA5
KID6
KHE6
KHD6
KDB6
IDB6
KEA7
IHA7
IBA7
KIA8
KBA8
DBA8
IEA9
IDA10
HEA10
HDA10
KHA11
KDA11

IV
KHED1
IHED1
HEDB1
KIED2
KHEB2
KEDA2
KEDB2
IHEB2
IHDB2
HEDA2
KIHE3
KIHD3
KIHB3
KIEB3
KHDB3
IHBA3
IEDB3
HEBA3
HDBA3
EDBA3
KIEA4
KIDB4
KEBA4
IHEA4
IHDA4
IEDA4
IEBA4
KIHA5
KIBA5
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KIDA6
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KHDA6
KDBA6
IDBA6

V
KIHED1
KHEDB1
KHEDA1
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KIEDB2
KIEDA2
KIEBA2
KHEBA2
KEDBA2
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KIHBA3
KHDBA3
IEDBA3
KIDBA4

I
L10
G14
C16
D18
H18
J18
A28

II
LG5
LD5
HG5
LH7
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LJ8
LC8
DC8
LA10
HD10
JH11
JG11
JD11
JC11
GD11
HC12
GA14
CA16
JA18
HA18
DA18

III
LHG3
LGD3
LGC3
LDC3
HGD3
LJD4
LHD4
HGC4
GDC4
LJH5
LJG5
LGA5
LDA5
JHG5
JDC5
HGA5
LJC6
LHC6
JHD6
JGC6
HDC6
LHA7
GCA7
LJA8
LCA8
JHC8
JGD8
DCA8
HDA10
JHA11
JGA11
JDA11
JCA11
GDA11
HCA12

IV
LGDC1
LJDC2
LHGD2
LHGC2
HGDC2
LJHG3
LJHD3
LJGD3
LJGC3
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LHDC3
LGDA3
LGCA3
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LJGA5
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HDCA6
JGDA8
JHCA8

V
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HGDCA2
LJHGA3
LJHDA3
LJGDA3
LJGCA3
JHGDA3
JGDCA3
LJHCA4
JHDCA4
JHGCA4

VI
VII
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KIHEDA1
KHEDBA1
IHEDBA1
KIHEBA2
KIHDBA2
KIEDBA2

VI
LJHGDC1
LJGDCA1
LHGDCA1
LJHGDA2
LJHGCA2
LJHDCA2
JHGDCA2

VII
LJHGDCA1

138
I
B10
E15
K16
F18
H18
J18
A28

II
JB5
HB5
EB5
KE7
FE7
FB7
KJ8
KB8
JF10
JE10
HE10
BA10
KH11
JH11
KF12
HF12
EA15
KA16
JA18
HA18
FA18

III
JHB2
JEB2
FEB2
KJE3
KJB3
HEB3
KFE4
KEB4
JFE4
HFB4
KHB5
JFB5
HBA5
EBA5
JBA5
KJH6
KJF6
KHE6
KFB6
JHF6
JHE6
HFE6
KEA7
FEA7
FBA7
KJA8
KHF8
KBA8
JFA10
JEA10
HEA10
JHA11
KHA11
HFA12
KFA12

IV
KJEB1
JHEB1
JFEB1
KJFE2
KJHB2
KHEB2
KFEB2
JHFB2
JHBA2
JEBA2
HFEB2
FEBA2
KJHE3
KJFB3
KJEA3
KJBA3
JHFE3
HEBA3
KJHF4
KHFE4
KHFB4
KFEA4
KEBA4
JFEA4
HFBA4
KHBA5
JFBA5
KJHA6
KJFA6
KHEA6
KFBA6
JHFA6
JHEA6
HFEA6
KHFA8

V
KJFEB1
KJHEB1
JHFEB1
JHEBA1
JFEBA1
KJHFE2
KJHFB2
KJHBA2
KJFEA2
KHFEB2
KHEBA2
KFEBA2
JHFBA2
HFEBA2
KJHEA3
KJFBA3
KJEBA3
JHFEA3
KJHFA4
KHFEA4
KHFBA4

VI
KJHFEB1
KJHEBA1
KJFEBA1
JHFEBA1
KJHFEA2
KJHFBA2
KHFEBA2

VII
KJHFEBA1

I
L10
G14
E15
I15
D18
J18
A28

II
LI5
LG5
LD5
JI5
ED5
LE7
IG7
GE7
LJ8
IE9
LA10
JE10
ID10
JG11
JD11
GD11
GA14
IA15
EA15
JA18
DA18

III
LIG2
LED2
LID2
LJI3
LGD3
JID3
JED3
LJD4
LIE4
LGE4
JIG4
JIE4
IGE4
IED4
GED4
LJG5
LIA5
LGA5
LDA5
JIA5
EDA5
LJE6
JGE6
IGD6
LEA7
IGA7
GEA7
LJA8
JGD8
IEA9
JEA10
IDA10
JGA11
JDA11
GDA11

IV
LJID1
LIGD1
LIED1
LJIG2
LJED2
LIGE2
LIGA2
LIDA2
LGED2
LEDA2
JIED2
LJIE3
LJIA3
LJGD3
LGDA3
JIGE3
JIGD3
JIDA3
JGED3
JEDA3
IGED3
LJGE4
LJDA4
LIEA4
LGEA4
JIGA4
JIEA4
IGEA4
IEDA4
GEDA4
LJGA5
LJEA6
JGEA6
IGDA6
JGDA8

V
LJIGD1
LJIED1
LIGED1
LJIDA1
LIEDA1
LIGDA1
LJIGE2
LJIGA2
LJGED2
LJEDA2
LIGEA2
LGEDA2
JIGED2
JIEDA2
LJIEA3
LJGDA3
JIGEA3
JIGDA3
JGEDA3
IGEDA3
LJGEA4

VI
LJIGED1
LJIGDA1
LJIEDA1
LIGEDA1
LJIGEA2
LJGEDA2
JIGEDA2

VII
LJIGEDA1

139
I
B10
G14
I15
D18
F18
J18
A28

II
JI5
JB5
GB5
GF5
IG7
IB7
FB7
DB8
JF10
IF10
ID10
BA10
JG11
JD11
GD11
FD11
GA14
IA15
JA18
FA18
DA18

III
JIF2
JIB2
JID3
JGF3
JGB3
IGF3
GFB3
JIG4
JDB4
IGB4
IFB4
JIA5
JFB5
JBA5
GFD5
GFA5
GDB5
GBA5
FDB5
JFD6
IGD6
IFD6
IDB6
IGA7
IBA7
FBA7
JGD8
DBA8
JFA10
IFA10
IDA10
JGA11
JDA11
FDA11
GDA11

IV
JIGF1
JIFD1
JIFB1
JIGB2
JIFA2
JIDB2
JIBA2
JGFB2
IGFB2
JIGD3
JIDA3
JGFD3
JGFA3
JGDB3
JGBA3
JFDB3
IGFD3
IGFA3
IFDB3
GFDB3
GFBA3
JIGA4
JDBA4
IGDB4
IGBA4
IFBA4
JFBA5
GFDA5
GDBA5
FDBA5
JFDA6
IGDA6
IFDA6
IDBA6
JGDA8

V
JIGFD1
JIGFB1
JIGFA1
JIFDB1
JIFDA1
JIFBA1
JIGDB2
JIGBA2
JIDBA2
JGFDB2
JGFBA2
IGFDB2
IGFBA2
JIGDA3
JGFDA3
JGDBA3
JFDBA3
IGFDA3
IFDBA3
GFDBA3
IGDBA4

VI
VII
JIGFDB1 JIGFDBA1
JIGFDA1
JIGFBA1
JIFDBA1
JIGDBA2
JGFDBA2
IGFDBA2

I
L10
I15
C16
D18
F18
H18
A28

II
LI5
LF5
LD5
LH7
IH7
IC7
LC8
DC8
LA10
IF10
ID10
HD10
FD11
FC11
HF12
HC12
IA15
CA16
HA18
FA18
DA18

III
LIH2
LID2
LFD2
LIF3
LDC3
IDC3
LIC4
LHF4
LHD4
IHD4
IHC4
LIA5
LFC5
LFA5
LDA5
LHC6
IHF6
IFD6
IFC6
HFD6
HDC6
FDC6
LHA7
IHA7
ICA7
LCA8
HFC8
DCA8
IFA10
IDA10
HDA10
FDA11
FCA11
HFA12
HCA12

IV
LIHD1
LIFD1
LIDC1
LIHF2
LIHC2
LIHA2
LIDA2
LHFD2
LFDC2
LFDA2
IHDC2
LIFC3
LIFA3
LHDC3
LDCA3
IHFD3
IFDC3
IDCA3
LICA4
LHFC4
LHFA4
LHDA4
IHFC4
IHDA4
IHCA4
HFDC4
LFCA5
LHCA6
IHFA6
IFDA6
IFCA6
HFDA6
HDCA6
FDCA6
HFCA8

V
LIHFD1
LIHDC1
LIHDA1
LIFDC1
LIFDA1
LIDCA1
LHFDC1
LIHFC2
LIHFA2
LIHCA2
LHFDA2
LFDCA2
IHFDC2
IHDCA2
LIFCA3
LHDCA3
IHFDA3
IFDCA3
LHFCA4
IHFCA4
HFDCA4

VI
VII
LIHFDC1 LIHFDCA1
LIHFDA1
LIHDCA1
LIFDCA1
LIHFCA2
LHFDCA2
IHFDCA2

140
I
B10
G14
K16
D18
F18
J18
A28

II
JB5
GF5
GB5
KG7
FB7
KJ8
KB8
DB8
JF10
BA10
KD11
JG11
JD11
GD11
FD11
KF12
GA14
KA16
JA18
FA18
DA18

III
KJB3
KGB3
JGF3
JGB3
GFB3
KJG4
KGF4
JDB4
KJD5
JFB5
JBA5
GFD5
GFA5
GDB5
GBA5
FDB5
KJF6
KGD6
KFB6
KDB6
JFD6
KGA7
FBA7
KJA8
KFD8
KBA8
JGD8
DBA8
JFA10
KDA11
JGA11
JDA11
GDA11
FDA11
KFA12

I
L10
I15
E15
C16
F18
J18
A28

II
LI5
LF5
JI5
LE7
IC7
FE7
LJ8
LC8
EC8
IE9
LA10
JF10
JE10
IF10
JC11
FC11
IA15
EA15
CA16
JA18
FA18

III
JIF2
JIC2
LJI3
LJF3
LIF3
LFE3
LIE4
LIC4
JIE4
JFE4
IFE4
IEC4
LFC5
LFA5
LEC5
LIA5
JIA5
FEC5
LJE6
LJC6
JFC6
JEC6
IFC6
LEA7
ICA7
FEA7
LJA8
LCA8
ECA8
IEA9
JFA10
JEA10
IFA10
FCA11
JCA11

IV
KJGB1
KJGF2
KJDB2
KGFB2
JGFB2
KJGD3
KJFB3
KJBA3
KGDB3
KGBA3
JGFD3
JGDB3
JGBA3
JGFA3
JFDB3
GFDB3
GFBA3
KJGA4
KJFD4
KGFD4
KGFA4
KFDB4
JDBA4
KJDA5
JFBA5
GFDA5
GDBA5
FDBA5
KJFA6
KGDA6
KFBA6
KDBA6
JFDA6
KFDA8
JGDA8
IV
LJIF1
JIFE1
JIFC1
LJIC2
LJFE2
LIFE2
JIFA2
JIEC2
JICA2
LJIE3
LJIA3
LJFC3
LJFA3
LIFC3
LIFA3
LIEC3
LFEC3
LFEA3
JFEC3
IFEC3
LJEC4
LIEA4
LICA4
JIEA4
JFEA4
IFEA4
IECA4
LECA5
LFCA5
FECA5
LJEA6
LJCA6
JECA6
JFCA6
IFCA6

V
KJGFB1
KJGDB1
KJGBA1
KJGFD2
KJGFA2
KJFDB2
KJDBA2
KGFDB2
KGFBA2
JGFDB2
JGFBA2
KJGDA3
KJFBA3
KGDBA3
JGFDA3
JGDBA3
JFDBA3
GFDBA3
KJFDA4
KGFDA4
KFDBA4

V
LJIFE1
LJIFC1
LJIFA1
JIFEC1
JIFEA1
JIFCA1
LJIEC2
LJICA2
LJFEC2
LJFEA2
LIFEC2
LIFEA2
JIECA2
LJIEA3
LJFCA3
LIFCA3
LIECA3
LFECA3
JFECA3
IFECA3
LJECA4

VI
KJGFDB1
KJGFBA1
KJGDBA1
KJGFDA2
KJFDBA2
KGFDBA2
JGFDBA2

VI
LJIFEC1
LJIFEA1
LJIFCA1
JIFECA1
LJIECA2
LJFECA2
LIFECA2

VII
KJGFDBA1

VII
LJIFECA1

141
I
G14
C16
K16
D18
H18
J18
A28

II
HG5
KG7
GC7
KJ8
KC8
DC8
HD10
KH11
KD11
JH11
JG11
JD11
JC11
GD11
HC12
GA14
KA16
CA16
JA18
HA18
DA18

III
KHG2
HGD3
KJG4
KGC4
HGC4
GDC4
KJD5
KJC5
KDC5
JHG5
JDC5
HGA5
KJH6
KHD6
KHC6
KGD6
JHD6
JGC6
HDC6
KGA7
GCA7
KJA8
KCA8
JHC8
JGD8
DCA8
HDA10
KHA11
KDA11
JHA11
JGA11
JDA11
JCA11
GDA11
HCA12

I
B10
E15
I15
K16
F18
H18
A28

II
HB5
EB5
KE7
IH7
IB7
FE7
FB7
KI8
KB8
IE9
IF10
HE10
BA10
KH11
KF12
HF12
IA15
EA15
KA16
HA18
FA18

III
FEB2
IHB3
HEB3
KIE4
KFE4
KEB4
IHE4
IFE4
IFB4
IEB4
HFB4
KIH5
KIB5
KHB5
HBA5
EBA5
KIF6
KHE6
KFB6
IHF6
HFE6
KEA7
IHA7
IBA7
FEA7
FBA7
KIA8
KHF8
KBA8
IEA9
IFA10
HEA10
KHA11
KFA12
HFA12

IV
KHGD1
KJHG2
KHGC2
KHGA2
HGDC2
KJHD3
KJGD3
KJGC3
KJDC3
KHDC3
KGDC3
JHGD3
JGDC3
HGDA3
KJHC4
KJGA4
KGCA4
JHGC4
JHDC4
HGCA4
GDCA4
KJDA5
KJCA5
KDCA5
JHGA5
JDCA5
KJHA6
KHDA6
KHCA6
KGDA6
JHDA6
JGCA6
HDCA6
JGDA8
JHCA8
IV
IFEB1
KIFE2
KHEB2
KFEB2
IHFB2
IHEB2
HFEB2
FEBA2
KIHE3
KIHB3
KIFB3
KIEB3
IHFE3
IHBA3
HEBA3
KIHF4
KIEA4
KHFE4
KHFB4
KFEA4
KEBA4
IHEA4
IFEA4
IFBA4
IEBA4
HFBA4
KIHA5
KIBA5
KHBA5
KIFA6
KHEA6
KFBA6
IHFA6
HFEA6
KHFA8

V
KJHGD1
KHGDC1
KHGDA1
KJHGC2
KJHGA2
KJHDC2
KJGDC2
JHGDC2
KHGCA2
HGDCA2
KJHDA3
KJGDA3
KJGCA3
KJDCA3
KHDCA3
KGDCA3
JHGDA3
JGDCA3
KJHCA4
JHGCA4
JHDCA4

V
KIFEB1
IHFEB1
IFEBA1
KIHFE2
KIHFB2
KIHEB2
KIFEA2
KIEBA2
KHFEB2
KHEBA2
KFEBA2
IHFBA2
IHEBA2
HFEBA2
KIHEA3
KIHBA3
KIFBA3
IHFEA3
KIHFA4
KHFEA4
KHFBA4

VI
KJHGDC1
KJHGDA1
KHGDCA1
KJHGCA2
KJHDCA2
KJGDCA2
JHGDCA2

VII
KJHGDCA1

VI
VII
KIHFEB1 KIHFEBA1
KIFEBA1
IHFEBA1
KIHFEA2
KIHFBA2
KIHEBA2
KHFEBA2

142
I
L10
G14
E15
D18
H18
J18
A28

II
LG5
LD5
HG5
ED5
LH7
LE7
GE7
LJ8
LA10
JE10
HE10
HD10
JH11
JG11
JD11
GD11
GA14
EA15
JA18
HA18
DA18

III
LED2
HED2
LHG3
LGD3
JED3
HGE3
HGD3
LJD4
LHE4
LHD4
LGE4
GED4
LJH5
LJG5
LDA5
LDA5
JHG5
HGA5
EDA5
LJE6
JHE6
JHD6
JGE6
LHA7
LEA7
GEA7
LJA8
JGD8
JEA10
HEA10
HDA10
JHA11
JGA11
JDA11
GDA11

IV
LHGE1
LHED1
JHED1
HGED1
LJED2
LHGD2
LGED2
LEDA2
HEDA2
LJHG3
LJHE3
LJHD3
LJGD3
LHGA3
LGDA3
JHGE3
JHGD3
JGED3
JEDA3
HGEA3
HGDA3
LJGE4
LJDA4
LHEA4
LHDA4
LGEA4
GEDA4
LJHA5
LJGA5
JHGA5
LJEA6
JHEA6
JHDA6
JGEA6
JGDA8

V
LJHED1
LHGED1
LHGEA1
LHEDA1
JHGED1
JHEDA1
HGEDA1
LJHGE2
LJHGD2
LJGED2
LJEDA2
LHGDA2
LGEDA2
LJHGA3
LJHEA3
LJHDA3
LJGDA3
JHGEA3
JHGDA3
JGEDA3
LJGEA4

VI
LJHGED1
LJHEDA1
LHGEDA1
JHGEDA1
LJHGEA2
LJHGDA2
LJGEDA2

VII
LJHGEDA1

I
B10
G14
I15
E15
D18
J18
A28

II
JI5
JB5
GB5
ED5
EB5
IG7
IB7
GE7
DB8
IE9
JE10
ID10
BA10
JG11
JD11
GD11
GA14
IA15
EA15
JA18
DA18

III
JIB2
JEB2
GEB2
JID3
JGB3
JED3
EDB3
JIG4
JIE4
JDB4
IGE4
IGB4
IED4
IEB4
GED4
JIA5
JBA5
GDB5
GBA5
EDA5
EBA5
JGE6
IGD6
IDB6
IGA7
IBA7
GEA7
JGD8
DBA8
IEA9
JEA10
IDA10
JGA11
JDA11
GDA11

IV
JIEB1
JGEB1
JEDB1
JIGB2
JIED2
JIDB2
JIBA2
JEBA2
IGEB2
GEDB2
GEBA2
JIGE3
JIGD3
JIDA3
JGED3
JGDB3
JGBA3
JEDA3
IGED3
IEDB3
EDBA3
JIGA4
JIEA4
JDBA4
IGEA4
IGDB4
IGBA4
IEDA4
IEBA4
GEDA4
GDBA5
JGEA6
IGDA6
IDBA6
JGDA8

V
JIGEB1
JIEDB1
JIEBA1
JGEDB1
JGEBA1
JEDBA1
JIGED2
JIGDB2
JIGBA2
JIEDA2
JIDBA2
IGEDB2
IGEBA2
GEDBA2
JIGEA3
JIGDA3
JGEDA3
JGDBA3
IGEDA3
IEDBA3
IGDBA4

VI
VII
JIGEDB1 JIGEDBA1
JIGEBA1
JIEDBA1
JIGEDA2
JIFDBA2
JIGEDA2
IGEDBA2

143

3.Criterio quantitativo per la determinazione della differenza tra due modi o strutture
Dati due modi o strutture del medesimo ordine, il numero di altezze differenti che li caratterizza ne
misura la differenza: maggiore il numero di altezze differenti, maggiore la differenza tra i due
modi o strutture.
Dato un insieme di modi o strutture del medesimo ordine, possibile valutare la differenza tra uno
di essi o una di esse e tutti gli altri modi o struttureappartenentiallinsiemestessoinbasealcriterio
quantitativo sopra esposto. Tali altri modi o strutture possono cos essere ordinati in base alla
differenza rispetto al modo preso in considerazione o alla struttura presa in considerazione.
Quando due o pi modi o strutture sono caratterizzati dallo stesso numero di altezze differenti
rispetto al modo o alla struttura preso in considerazione, essi o esse sono egualmente differenti
rispetto al modo o alla struttura preso in considerazione.

Esempio 1: differenza tra modi appartenenti ad un determinato insieme di modi


Si prenda in considerazione linsieme di modi presentato al punto III. dellesempio 1 relativo al
paragrafo sugli ordini di descrittivit di modi e strutture.
Nelle seguenti tabelle viene misurata, per ciascuno dei modi appartenenti a tale insieme, la
differenza tra esso e tutti gli altri modi.
Lintestazionediciascunacolonna,ingrassetto,indicailmodopresoinconsiderazione.
In ciascuna colonna, dallalto verso il basso, possibile vedere lordinamento in senso crescente
degli altri modi in base alla differenza di ciascun modo rispetto al modo preso in considerazione.
Il numero a fianco a ciascun modo indica il numero di altezze differenti tra esso e il modo preso in
considerazione.
I modi egualmente differenti dal modo preso in considerazione sono stati raccolti insieme.

ACEFHJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEFHIL
ACEFIJL
ACDFHJK
ACEGIJL
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ACDFHIL
ADEGHJL
ACDFHIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ADEGIJL
ACDGHJK
ABEFHIK
ABDFHIK
ACDFGIK
ABDEHIK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABDFGIK
ABDEGIK
ABDEGIJ

1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
5
5
5

ACDFHJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACDFGJK
ABDEHIK
ACDGHJK
ACEFHJL
ABDFHIK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEGHJL
ABDFGIK
ACEFHIL
ABDFGIJ
ACEFIJL
ABEFHIK
ADEGHJL
ACEGIJL
ABDEGIK
ADEGIJL
ABDEGIJ

1
1
1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4

ABDFHIK
ACDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK
ABDEHIK
ABEFHIK
ACDFHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ABDEGIK
ABEFHJK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEFHIL
ACDFGJK
ACEFIJL
ACDGHJK
ABDEGIJ
ACEFHJL
ACEGHJK
ACDGHJL
ADEGIJL
ADEGHJL
ACEGHJL
ACEGIJL

1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
5
5

ACEGHJL
ACEFHJL
ACEGIJL
ACEGHJK
ACDGHJL
ADEGHJL
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEFHIL
ADEGIJL
ACEFIJL
ACDGHJK
ACDFHJK
ACEFHIK
ACDFGJK
ABEFHJK
ACDFHIL
ABDEGIJ
ACDFHIK
ABDFHJK
ACDFGIK
ABDEGIK
ABDEHIK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABEFHIK
ABDFHIK
ABDFGIK

1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4
5
5

ACEFHJK
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEFHIK
ABEFHJK
ACEGHJL
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEGHJK
ACEFHIL
ACDFGJK
ACEFIJL
ACDGHJK
ABEFHIK
ABDFHIK
ACEGIJL
ACDFGIK
ABDEHIK
ACDGHJL
ACDFHIL
ABDFGJK
ADEGHJL
ABDFGIK
ABDEGIK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDEGIJ

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4

ACDFHIK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEFHIK
ACDFGIK
ACDFHIL
ACEFHJK
ABDFGIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEFHIL
ACDFGJK
ABDEHIK
ACDGHJK
ABEFHIK
ACEFHJL
ACEGHJK
ABDEGIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACEFIJL
ACEGHJL
ACEGIJL
ADEGIJL
ADEGHJL
ABDEGIJ

1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4

ABDFGIK
ABDFHIK
ACDFGIK
ABDEGIK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACDFHIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ABDEHIK
ABEFHIK
ABDEGIJ
ACEGIJL
ABEFHJK
ADEGIJL
ACDFHIL
ACDGHJK
ACEFHIK
ACDFHJK
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEGHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ACEFIJL
ADEGHJL
ACEFHJL
ACEGHJL

1
1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4
5
5

144
ACDFHJL
ACEFHJL
ACDFHJK
ACDGHJL
ACDFHIL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFHJK
ACEFHIL
ACDFGJK
ACEFIJL
ACDGHJK
ADEGHJL
ABDFHIK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ABEFHJK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABDFGIK
ACEGIJL
ABDEHIK
ABEFHIK
ABDEGIJ
ABDEGIK

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
5

ABDFHJK
ACDFHJK
ABDFHIK
ABEFHJK
ABDFGJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFGIK
ACDFHJL
ACDFGJK
ABDEHIK
ABDFGIJ
ACDGHJK
ABEFHIK
ACEFHJL
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ABDEGIK
ACDGHJL
ACDFHIL
ADEGHJL
ABDEGIJ
ACEGHJL
ACEFHIL
ADEGIJL
ACEFIJL
ACEGIJL

ACEFHIL
ACEFHJL
ACEFHIK
ACDFHIL
ACEFIJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEGIJL
ABEFHIK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEGHJK
ACDFGIK
ABDEHIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ADEGIJL
ADEGHJL
ABDFGIK
ABDFHJK
ABDEGIK
ACDFGJK
ABDFGIJ
ACDGHJK
ABDEGIJ
ABDFGJK

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
5

ACDFGJK
ACDFHJK
ACDFGIK
ABDFGJK
ACDGHJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFGIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEGHJK
ACDGHJL
ABDFGIJ
ACEFHJL
ABDFHIK
ACEGHJL
ACEGIJL
ACEFHIK
ABDEGIK
ABEFHJK
ADEGIJL
ACDFHIL
ACEFIJL
ADEGHJL
ABDEGIJ
ACEFHIL
ABDEHIK
ABEFHIK

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
5

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4

ACEGIJL
ACEGHJL
ADEGIJL
ACEFIJL
ACEFHJL
ACEGHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ADEGHJL
ABDEGIJ
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEFHIK
ACDFGIK
ABDEGIK
ACDFGJK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ACDGHJK
ACDFHJK
ACDFHIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ABDFGJK
ABEFHIK
ABDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK

ABDEHIK
ABDFHIK
ABDEGIK
ABEFHIK
ACDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK
ACEFHIK
ABEFHJK
ACDFHIL
ABDEGIJ
ACDFHJK
ACEFHJK
ACEGHJK
ACDFGIK
ACEFHIL
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACDGHJK
ADEGHJL
ACEFHJL
ACEGHJL
ACDFHJL
ACEGIJL
ACDFGJK
ACDGHJL
ACEFIJL

1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
5
5
5

1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4

ACEGHJK
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDGHJK
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEGIJL
ACEFHIK
ACDFGJK
ACDGHJL
ABEFHJK
ADEGHJL
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACDFGIK
ABDEGIK
ACEFHIL
ABDEHIK
ADEGIJL
ABDFGJK
ACEFIJL
ABEFHIK
ABDEGIJ
ABDFHIK
ABDFGIK
ABDFGIJ
ACDFHIL

ACDGHJL
ACEGHJL
ACDFHJL
ACDGHJK
ADEGHJL
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEGIJL
ACEGHJK
ACDFGJK
ADEGIJL
ACDFHIL
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFHJK
ACDFGIK
ACEFHIL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACEFIJL
ABDEGIJ
ABDFHIK
ABDFGIK
ACEFHIK
ABDEGIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ABEFHIK

1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
5

ACEFHIK
ACEFHJK
ACDFHIK
ACEFHIL
ABEFHIK
ACEFHJL
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEGHJK
ACDFGIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ACDFHIL
ACEFIJL
ACEGHJL
ABDFGIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEGIJL
ABDEGIK
ACDFGJK
ACDGHJK
ACDGHJL
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ADEGHJL
ABDEGIJ

ABEFHJK
ACEFHJK
ABDFHJK
ABEFHIK
ACEFHJL
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEGHJK
ACEFHIK
ABDEHIK
ABDFGJK
ACEGHJL
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDEGIK
ACEFHIL
ACDFGJK
ABDFGIJ
ACEFIJL
ACDGHJK
ADEGHJL
ABDEGIJ
ABDFGIK
ACEGIJL
ACDFGIK
ACDGHJL
ADEGIJL
ACDFHIL

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4

1
1
1
2
2
2
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2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4

ACDFGIK
ACDFHIK
ABDFGIK
ACDFGJK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEFHIK
ABDEGIK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABDFGJK
ACDGHJK
ACEFHJK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEGIJL
ACEGHJK
ACEFHIL
ABDEHIK
ACDGHJL
ADEGIJL
ACEFIJL
ABEFHIK
ABDEGIJ
ACEFHJL
ACEGHJL
ABEFHJK
ADEGHJL

ADEGIJL
ACEGIJL
ADEGHJL
ABDEGIJ
ACEGHJL
ABDEGIK
ACDGHJL
ABDFGIJ
ACEFIJL
ACEFHJL
ABDFGIK
ACDFHJL
ACEGHJK
ACDFGIK
ACEFHIL
ACDFGJK
ABDEHIK
ACDFHIL
ABDFGJK
ACDGHJK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFHJK
ACEFHIK
ABEFHJK
ABEFHIK

1
1
1
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4

1
1
1
2
2
2
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2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4

ABDEGIK
ABDFGIK
ABDEHIK
ABDEGIJ
ABDFHIK
ACDFGIK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABEFHIK
ABDFHJK
ACEGIJL
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDFGJK
ABEFHJK
ACDGHJK
ADEGHJL
ACDFHIK
ACDFHJK
ACEGHJL
ACEFHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ACDFHIL
ACEFIJL
ACEFHJL
ACDFHJL

ABDFGIJ
ABDFGIK
ABDFGJK
ABDEGIJ
ABDFHIK
ABDFHJK
ACDFGIK
ABDEGIK
ACDFGJK
ADEGIJL
ACDFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEGIJL
ABDEHIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ACDFHIL
ACEFIJL
ACDGHJK
ABEFHIK
ADEGHJL
ACEFHJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACEFHIL

1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4

1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
5
5

145
ACDFHIL
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEFHIL
ACEFHJL
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEFHIK
ACDFGIK
ACDGHJL
ACEFIJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ABDFGIK
ABDFHJK
ACEGIJL
ACDFGJK
ABDEHIK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ACDGHJK
ABEFHIK
ADEGHJL
ACEGHJK
ABDEGIK
ABEFHJK
ABDFGJK
ABDEGIJ

1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4

ABDFGJK
ABDFGIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ABDFGIJ
ACDFHJK
ABDFHIK
ACDFGIK
ABDEGIK
ABEFHJK
ACDGHJK
ABDEGIJ
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEGHJK
ABDEHIK
ACDGHJL
ADEGIJL
ABEFHIK
ADEGHJL
ACEFHJL
ACEGHJL
ACEGIJL
ACEFHIK
ACDFHIL
ACEFIJL
ACEFHIL

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
5

ACEFIJL
ACEFHJL
ACEGIJL
ACEFHIL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHJL
ACEFHIK
ADEGIJL
ACDFHJK
ACDFHIK
ACEGHJK
ACDFGIK
ACDFGJK
ACDGHJL
ABEFHJK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABEFHIK
ADEGHJL
ABDEGIJ
ABDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK
ABDEGIK
ABDEHIK
ABDFGJK
ACDGHJK

1
1
1
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4

ACDGHJK
ACDFHJK
ACEGHJK
ACDFGJK
ACDGHJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACDFGIK
ABDFGJK
ADEGHJL
ACEFHJL
ABDFHIK
ABDFGIK
ACEGIJL
ACEFHIK
ABDEGIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABDEGIJ
ACEFHIL
ACEFIJL
ABEFHIK

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4

ABEFHIK
ABDFHIK
ACEFHIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK
ABDEGIK
ACEFHIL
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEGHJK
ACDFGIK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEFIJL
ABDEGIJ
ACEGHJL
ACDFHJL
ACEGIJL
ACDFGJK
ADEGIJL
ACDGHJK
ADEGHJL
ACDGHJL

1
1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
5

ADEGHJL
ACEGHJL
ACDGHJL
ADEGIJL
ACEFHJL
ACDFHJL
ACEGIJL
ACEGHJK
ACDGHJK
ABDEGIJ
ACDFHJK
ACEFHJK
ABDFHJK
ABDEGIK
ACEFHIL
ACDFGJK
ABDEHIK
ABEFHJK
ABDFGIJ
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEFIJL
ABDFHIK
ACDFHIK
ABDFGIK
ACEFHIK
ACDFGIK
ABEFHIK

1
1
1
2
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4

ABDEGIJ
ABDEGIK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGIK
ACEGIJL
ABDEHIK
ABDFGJK
ADEGHJL
ABDFHIK
ACEGHJL
ABDFHJK
ACEGHJK
ACDFGIK
ACDFGJK
ACDGHJL
ABEFHJK
ACEFIJL
ACDGHJK
ABEFHIK
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEFHIK
ACEFHIL
ACDFHIL

1
1
1
2
2
2
2
2
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
3
4
4
4
4
4
4
4
4

4.Criterio qualitativo per la determinazione della differenza tra due modi o strutture
Dati due modi o strutture appartenenti ad un insieme di modi o strutture del medesimo ordine, la
dimensione del sottoinsieme isolato dallaltezza o dalla combinazione di altezze che deve essere
sostituita o devono essere sostituite nel primo modo o nella prima struttura per ottenere il secondo
modo o la seconda struttura misura la differenza del secondo modo o della seconda struttura rispetto
al primomodooallaprimastruttura:minoreladimensionedelsottoinsiemeisolatodallaltezzao
dalla combinazione di altezze che deve essere sostituita o devono essere sostituite nel primo modo o
nella prima struttura per ottenere il secondo modo o la seconda struttura, maggiore la differenza
del secondo modo o della seconda struttura rispetto al primo modo o alla prima struttura.
Dato un insieme di modi o strutture del medesimo ordine, possibile valutare la differenza tra uno
di essi o una di esse etuttiglialtrimodiostruttureappartenentiallinsiemestessoinbasealcriterio
qualitativo sopra esposto. Tali altri modi o strutture possono cos essere ordinati in base alla
differenza rispetto al modo preso in considerazione o alla struttura presa in considerazione.
Quando sono uguali le dimensioni dei sottoinsiemi isolati dallaltezza o dalla combinazione di
altezze che deve essere sostituita o devono essere sostituite nel modo preso in considerazione o
nella struttura presa in considerazione per ottenere due o pi altri modi o strutture appartenenti
allinsiemestesso,questiultimioquesteultimesonoegualmentedifferentirispettoalmodopresoin
considerazione o alla struttura presa in considerazione.

Esempio 1: differenza tra modi appartenenti ad un determinato insieme di modi


Si prenda in considerazione linsieme di modi presentato al punto III. dellesempio 1 relativo al
paragrafo sugli ordini di descrittivit di modi e strutture.

146
Nelle seguenti tabelle viene misurata, per ciascuno dei modi appartenenti a tale insieme, la
differenza tra esso e tutti gli altri modi.
Lintestazionediciascunacolonna,ingrassetto,indicailmodopresoinconsiderazione.
In ciascuna colonna, dallalto verso il basso, possibile vedere lordinamento in senso crescente
degli altri modi in base alla differenza di ciascun modo rispetto al modo preso in considerazione.
Ilnumeroafiancoaciascunmodoindicaladimensionedelsottoinsiemeisolatodallaltezzaodalla
combinazione di altezze che deve essere sostituita o devono essere sostituite nel modo preso in
considerazione per ottenerlo (tale altezza o combinazione di altezze indicata tra parentesi).
I modi egualmente differenti dal modo preso in considerazione sono stati raccolti insieme.

ACEFHJL
ACEGHJL
ACEFHIL
ACEFIJL
ACDFHJL
ACEGIJL
ADEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIL
ACEFHIK
ABEFHJK
ADEGIJL
ACDFHJK
ACDGHJL
ACDFHIK
ABEFHIK
ABDFHJK
ACEGHJK
ABDFHIK
ACDFGJK
ABDEGIJ
ACDFGIK
ABDEHIK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACDGHJK
ABDFGIK
ABDEGIK

18
18
18
15
12
11
10
10
8
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
4
3
3
3
3
3
2
2

(F)
(J)
(H)
(E)
(FH)
(CF)
(L)
(EJ)
(JL)
(CL)
(CFH)
(EL)
(EF)
(EJL)
(CJL)
(CEL)
(FL)
(CEJL)
(EHL)
(CFHL)
(EHJL)
(CFJL)
(CEHL)
(CEHL)
(EFL)
(CEHJL)
(CFHJL)

ACDFHJK
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFGJK
ACDGHJK
ACDFHJL
ABDFHJK
ACDGHJL
ABDFGJK
ACEFHJL
ABDFHIK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ACEGHJL
ABDFGIK
ABEFHJK
ACDFHIL
ABDEHIK
ABDFGIJ
ACEFIJL
ADEGHJL
ACEFHIL
ABEFHIK
ACEGIJL
ABDEGIK
ADEGIJL
ABDEGIJ

18
18
18
18
16
16
12
12
11
11
11
11
11
8
8
8
8
6
6
6
6
5
5
4
4
4
4

(D)
(J)
(H)
(F)
(K)
(C)
(FK)
(CH)
(DK)
(CJ)
(DF)
(DJ)
(HJ)
(DFK)
(CHJ)
(CD)
(JK)
(CFJ)
(CHK)
(DHK)
(CFK)
(DJK)
(CDJ)
(DFHK)
(CFHJ)
(CFHK)
(CFHK)

ABDFHIK
ABDFGIK
ABDEHIK
ABEFHIK
ABDFHJK
ABDEGIK
ABDFGIJ
ACDFHIK
ABEFHJK
ACEFHIK
ACDFHIL
ABDEGIJ
ACDFHJK
ABDFGJK
ACEFHJK
ACEFHIL
ACDFHJL
ACDFGIK
ACEFHJL
ADEGIJL
ACDGHJK
ACEGHJK
ACDFGJK
ACDGHJL
ACEFIJL
ADEGHJL
ACEGHJL
ACEGIJL

18
18
18
15
12
11
10
10
8
8
8
7
7
6
6
5
5
4
4
4
3
3
3
3
3
2
2

(H)
(F)
(D)
(I)
(FH)
(HK)
(B)
(DI)
(BD)
(BK)
(FHK)
(BI)
(HI)
(BDI)
(BDK)
(BIK)
(BH)
(BDIK)
(BFHK)
(BFI)
(BDFI)
(BHI)
(BFIK)
(BDHK)
(BFIK)
(BDFIK)
(BDFHK)

ACEGHJL
ACEGIJL
ADEGHJL
ACDGHJL
ACEFHJL
ADEGIJL
ACEGHJK
ACDFHJL
ACDGHJK
ACDFHIL
ABDEGIJ
ACEFHJK
ACEFHIK
ACEFHIL
ACEFIJL
ACDFHJK
ACDFHIK
ABDEGIK
ACDFGJK
ACDFGIK
ABDEHIK
ABEFHJK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABEFHIK
ABDFHIK
ABDFGIK
ABDFHJK

18
16
15
14
12
10
7
7
6
6
5
5
5
5
4
4
4
4
3
3
3
3
3
3
2
2
2

(H)
(C)
(E)
(G)
(CH)
(L)
(EG)
(EL)
(EGJ)
(CHL)
(GL)
(GJL)
(GJL)
(GH)
(EGL)
(EGJL)
(CHJL)
(EHL)
(EHJL)
(CGJL)
(CGL)
(CEHL)
(CEHL)
(CGJL)
(CEGJL)
(CEHJL)
(CEGL)

147
ACEFHJK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACEFHJL
ABEFHJK
ACDFHJK
ACEGHJL
ACEFIJL
ABEFHIK
ACDFHIK
ACDFGJK
ABDFHJK
ACEGIJL
ACEFHIL
ACDFHJL
ACDGHJK
ABDFHIK
ACDFGIK
ABDEHIK
ABDFGJK
ADEGHJL
ABDFGIK
ABDEGIK
ACDGHJL
ADEGIJL
ABDEGIJ
ABDFGIJ
ACDFHIL

18
18
16
16
15
12
11
11
10
10
8
8
8
7
7
6
6
6
6
6
4
4
4
4
4
3
3

(F)
(J)
(K)
(C)
(E)
(FK)
(HK)
(CJ)
(EJ)
(EH)
(CE)
(FHK)
(JK)
(EK)
(EF)
(CEJ)
(EHJ)
(CFJ)
(CEH)
(CFK)
(CEHJ)
(CFHJ)
(EFK)
(CFHK)
(CFHK)
(CEHK)
(EJK)

ABDFHJK
ABDFHIK
ABEFHJK
ABDFGJK
ABDFGIK
ABDFGIJ
ABEFHIK
ACDFHJK
ABDEHIK
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFHJL
ABDEGIJ
ACDGHJK
ACEFHJL
ABDEGIK
ACDGHJL
ADEGHJL
ACEGHJK
ACDFGJK
ACEGHJL
ACEFHIK
ADEGIJL
ACDFHIL
ACEFIJL
ACEGIJL
ACDFGIK
ACEFHIL

18
18
18
11
11
11
10
10
8
8
8
8
7
6
6
6
6
5
5
4
4
4
3
3
2
2
2

(J)
(D)
(H)
(HJ)
(HK)
(DJ)
(B)
(FJ)
(BD)
(BJ)
(BK)
(FHK)
(BF)
(BDK)
(FHJ)
(BFK)
(BFK)
(BDF)
(BH)
(BDFK)
(BDJ)
(BFHK)
(BJK)
(BDHK)
(BDFHK)
(BHJ)
(BDJK)

ACDFHIK
ACEFHIK
ACDFGIK
ACDFHIL
ABDFHIK
ACDFHJK
ABDFGIK
ACEFHIL
ABDEHIK
ACEFHJK
ACDGHJK
ACDFHJL
ABDEGIK
ABDFGIJ
ABEFHIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ACEFHJL
ACEGHJK
ACDGHJL
ACEFIJL
ACEGHJL
ACEGIJL
ABDFGJK
ABDEGIJ
ABEFHJK
ADEGHJL
ADEGIJL
ACEGIJL
ADEGIJL
ACEGHJL
ACEFIJL
ACEFHIL
ACDGHJL
ABDEGIJ
ACEFHJL
ADEGHJL
ACDFGIK
ABDEGIK
ACDFHIL
ACEGHJK
ACEFHIK
ABDFGIJ
ACDFHIK
ABDFGIK
ACDFHJL
ACDFGJK
ACDGHJK
ABDEHIK
ABDFGJK
ABEFHIK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACEFHJK
ABDFHJK
ABEFHJK

18
18
16
16
15
12
11
11
10
10
8
8
8
8
7
7
6
6
6
6
4
4
4
4
3
3
2

16
15
14
11
9
8
7
7
6
6
6
5
5
5
4
4
4
4
4
3
3
3
2
2
2
1
1

(D)
(H)
(K)
(C)
(I)
(CH)
(DK)
(CF)
(DI)
(FI)
(IK)
(CFH)
(CK)
(CD)
(CI)
(HI)
(DIK)
(DFI)
(FIK)
(DHK)
(DFIK)
(DFHK)
(CHI)
(CFHK)
(CDI)
(CFIK)
(CFHIK)

(C)
(I)
(G)
(GJ)
(EI)
(CL)
(GI)
(CI)
(EJL)
(CJL)
(EGJ)
(IL)
(GJL)
(CEL)
(EGJL)
(CEJL)
(EGI)
(EIL)
(EIL)
(CGJL)
(CEIL)
(CGJL)
(EGIL)
(CEGJL)
(GIL)
(CEGIL)
(CGIL)

ABDFGIK
ABDEGIK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABDFHIK
ABDEGIJ
ABEFHIK
ACDFGIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ABEFHJK
ADEGIJL
ABDEHIK
ACEFHIK
ACDFHIK
ACDFHJK
ACEFHJK
ACEGIJL
ACDGHJK
ACEGHJL
ACEGHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ACDFHIL
ACEFIJL
ADEGHJL
ACEFHJL
ACDFHJL

18
16
15
14
12
11
10
7
7
6
6
5
5
5
4
4
4
4
3
3
3
3
3
3
3
2
2

ACEGHJK
ACEGHJL
ACDGHJK
ACEFHJK
ACEGIJL
ACEFHIK
ACDFGJK
ABDEGIK
ADEGHJL
ACEFHJL
ACDFHJK
ACDGHJL
ABEFHJK
ACDFHIK
ACDFGIK
ABDEHIK
ADEGIJL
ABDFGJK
ABEFHIK
ABDEGIJ
ABDFGIK
ACEFHIL
ABDFHIK
ABDFHJK
ACDFHJL
ACEFIJL
ABDFGIJ
ACDFHIL

(F)
(K)
(I)
(G)
(FK)
(DG)
(B)
(GI)
(BI)
(DGI)
(BFK)
(FG)
(BDG)
(BG)
(BGI)
(BDGI)
(BDFK)
(BFI)
(BFIK)
(BDFI)
(BDGK)
(BFIK)
(BGK)
(BDGK)
(BFIK)
(BDGIK)
(BGIK)

16
15
14
11
11
10
8
8
7
7
7
7
6
6
6
6
6
6
6
4
4
3
3
2
2
1
1

(K)
(E)
(G)
(HK)
(GJ)
(EH)
(CHJ)
(CK)
(GK)
(EG)
(EK)
(CG)
(EGJ)
(EHJ)
(CGJ)
(CHK)
(CEH)
(CGJ)
(CHK)
(CEHJ)
(GJK)
(CEGJ)
(CEG)
(EGK)
(GHK)
(CEHK)
(EGJK)

ACDFHJL
ACEFHJL
ACDGHJL
ACDFHIL
ACEGHJL
ACEFHIL
ADEGHJL
ACDFHJK
ACEFIJL
ACDFHIK
ABDFHJK
ADEGIJL
ACDFGJK
ABDFHIK
ACEGIJL
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACEFHJK
ACDFGIK
ACDGHJK
ABDFGIK
ACEFHIK
ABDEGIJ
ABDEHIK
ABEFHJK
ACEGHJK
ABDEGIK
ABEFHIK
ACEFHIK
ACEFHIL
ABEFHIK
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDEHIK
ACEGHJK
ACDFGIK
ACDFHJK
ACEFHJL
ABDFHIK
ACEGIJL
ABDEGIK
ABEFHJK
ACDFHIL
ACEGHJL
ABDFGIK
ACEFIJL
ACDFHJL
ABDFHJK
ACDFGJK
ADEGIJL
ACDGHJK
ABDEGIJ
ABDFGIJ
ADEGHJL
ACDGHJL
ABDFGJK

18
18
18
11
11
11
10
10
8
8
8
7
6
6
6
6
5
5
5
4
4
4
3
3
2
2
2

16
16
15
15
11
10
10
9
8
8
8
8
7
7
6
6
5
4
4
4
4
4
4
3
3
2
2

(D)
(F)
(J)
(DF)
(DJ)
(CF)
(L)
(DH)
(JL)
(CL)
(CFH)
(HL)
(CJL)
(DFH)
(CHL)
(CHL)
(DL)
(HJL)
(FL)
(CHJL)
(DJL)
(CFHL)
(CFJL)
(CDL)
(DFL)
(CFHJL)
(CDJL)

(K)
(C)
(I)
(E)
(CF)
(FI)
(EH)
(EI)
(IK)
(CE)
(FHK)
(CFH)
(CI)
(EK)
(FIK)
(CEH)
(HIK)
(EIK)
(CEI)
(EHI)
(CFHK)
(EFI)
(CFHK)
(CEHK)
(CFIK)
(EFIK)
(CEHI)

148
ACDFGIK
ABDFGIK
ACDFGJK
ACDFHIK
ACEFHIK
ABDEGIK
ACDGHJK
ABDFGIJ
ACEGIJL
ACDFHJK
ABDFHIK
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEFHJK
ACEGHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ADEGIJL
ACEFIJL
ABDEGIJ
ACEGHJL
ABEFHIK
ACEFHJL
ACDFHJL
ADEGHJL
ABDFHJK
ABDEHIK
ABEFHJK

16
15
14
11
11
10
8
8
7
7
7
7
6
6
6
6
6
6
6
4
4
3
3
3
2
2
1

(C)
(I)
(G)
(DG)
(CF)
(FI)
(CK)
(DFK)
(GI)
(CG)
(GK)
(CI)
(DGI)
(DFI)
(DGK)
(FIK)
(CFK)
(DGK)
(CFK)
(DFIK)
(CDG)
(DGIK)
(GIK)
(CFIK)
(CGI)
(CFG)
(CDGI)

ABDEGIK
ABDEGIJ
ABDFGIK
ABDEHIK
ABEFHIK
ABDFGJK
ADEGIJL
ABDFHIK
ABDFGIJ
ACEGIJL
ACEGHJK
ABEFHJK
ACEFHIK
ACDFGIK
ADEGHJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFGJK
ABDFHJK
ACDGHJK
ACEFHIL
ACDGHJL
ACEFIJL
ACEFHJL
ACDFHIK
ACDFHJK
ACDFHJL
ACDFHIL

ABDEHIK
ABDEGIK
ABEFHIK
ABDFHIK
ABDEGIJ
ABDFGIK
ABEFHJK
ABDFHJK
ACEFHIK
ACEFHJK
ACEGHJK
ACEFHIL
ABDFGIJ
ACDFHIK
ADEGIJL
ADEGHJL
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEGHJL
ACDFHIL
ABDFGJK
ACDGHJK
ACDFHJL
ACEGIJL
ACDFGIK
ACDGHJL
ACEFIJL
ACDFGJK

18
18
15
11
10
10
9
8
6
6
6
6
5
5
5
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
3
2

(H)
(D)
(E)
(HK)
(EH)
(DI)
(EI)
(BD)
(BDI)
(BDI)
(BDK)
(EHK)
(BE)
(BHK)
(BIK)
(BDIK)
(BEI)
(BDIK)
(BEK)
(EHI)
(BEI)
(BEIK)
(BDHK)
(BEH)
(BEIK)
(BDHK)
(BEHI)

ACDGHJL
ACEGHJL
ADEGHJL
ACDFHJL
ADEGIJL
ACEFHJL
ACDFHIL
ACEGIJL
ACDGHJK
ACEFHIL
ACDFGJK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ABDEGIJ
ACDFHJK
ACDFHIK
ACEGHJK
ACDFGIK
ABDFGIK
ABDEGIK
ABDFHIK
ACEFHJK
ABDFHJK
ACEFHIK
ABDEHIK
ACEFIJL
ABEFHJK
ABEFHIK

16
15
14
11
9
8
7
7
6
6
6
5
5
5
4
4
4
4
4
3
3
3
2
2
1
1
1

18
16
14
12
11
11
10
10
8
7
6
6
6
5
5
5
5
4
4
3
3
3
3
3
3
1
1

(K)
(E)
(G)
(DG)
(EI)
(BK)
(EG)
(EK)
(BDK)
(BDI)
(DGI)
(BDG)
(BE)
(BIK)
(BDIK)
(BDGI)
(BEI)
(EGI)
(BEI)
(BDGK)
(BEIK)
(BDGK)
(BDGIK)
(BEG)
(BEGIK)
(BEGIK)
(BEGK)

(D)
(C)
(G)
(CH)
(DG)
(GJ)
(DH)
(L)
(DGJ)
(HL)
(CHL)
(CHL)
(CHL)
(GL)
(GJL)
(DL)
(HJL)
(CHJL)
(CHJL)
(CGJL)
(DGL)
(CGL)
(DGJL)
(CGJL)
(DGH)
(CDGL)
(CDGJL)

ACEFHIL
ACEFIJL
ACEFHJL
ACDFHIL
ACEGIJL
ACEGHJL
ACEFHIK
ACDFHJL
ABDFHIK
ADEGIJL
ABEFHIK
ACDFHIK
ADEGHJL
ACEFHJK
ABDEHIK
ACDFHJK
ACDFGIK
ABDEGIK
ACDGHJL
ABEFHJK
ABDEGIJ
ABDFGIK
ABDFHJK
ACEGHJK
ABDFGIJ
ACDGHJK
ACDFGJK
ABDFGJK
ABEFHJK
ABEFHIK
ABDFHJK
ABDFHIK
ACEFHJK
ABDEHIK
ABDFGJK
ACEFHJL
ABDEGIJ
ACEGHJK
ACEGHJL
ABDFGIK
ABDEGIK
ABDFGIJ
ADEGHJL
ACDFHJK
ACEFHIK
ACEFIJL
ACDFHJL
ACEGIJL
ADEGIJL
ACEFHIL
ACDFGJK
ACDFHIK
ACDGHJL
ACDGHJK
ACDFGIK
ACDFHIL

18
15
15
12
10
10
9
8
8
8
7
6
5
5
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
2
1
1

18
15
10
10
10
10
8
8
7
6
6
6
6
6
5
5
5
4
4
4
3
3
2
2
2
1
1

(H)
(I)
(E)
(FH)
(FI)
(L)
(EI)
(CL)
(CFH)
(CL)
(EL)
(CFI)
(IL)
(CFL)
(EIL)
(EHL)
(CFHL)
(EFI)
(CIL)
(CFHL)
(CEHL)
(CEIL)
(FIL)
(CEHL)
(EFIL)
(EHIL)
(CEHIL)

ACDFGJK
ACDGHJK
ACDFGIK
ABDFGJK
ACDFHJK
ACDGHJL
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIK
ABDFGIK
ACEGHJK
ACEGIJL
ACEFHIK
ABDFGIJ
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEFHJL
ABDFHIK
ABDEGIK
ADEGIJL
ACEFIJL
ADEGHJL
ABDEGIJ
ABEFHJK
ACDFHIL
ACEFHIL
ABEFHIK
ABDEHIK

18
18
16
14
12
11
11
11
11
11
8
8
8
7
7
6
6
6
6
6
6
6
4
4
3
3
1

(F)
(J)
(C)
(G)
(FK)
(DK)
(DG)
(GJ)
(CJ)
(DF)
(DFK)
(DGJ)
(CK)
(GK)
(CG)
(DGK)
(CGJ)
(CFJ)
(CFK)
(DGK)
(CFK)
(CFK)
(CDG)
(GJK)
(DGJK)
(CDGJ)
(CFGJ)

(J)
(E)
(EJ)
(B)
(FJ)
(EH)
(BK)
(FHK)
(BF)
(BFK)
(EHJ)
(FHJ)
(EHK)
(BFK)
(BE)
(BJ)
(BHK)
(BEK)
(BFHK)
(BFHK)
(BJK)
(BEH)
(BEJ)
(BEFK)
(BEF)
(BEHJ)
(BEJK)

ADEGIJL
ACEGIJL
ADEGHJL
ACEFIJL
ACEGHJL
ABDEGIJ
ACDGHJL
ABDEGIK
ACEFHIL
ABDFGIJ
ACEFHJL
ABDFGIK
ACDFGIK
ACDFHIL
ABDEHIK
ABDFHIK
ACDFHIK
ACDFHJL
ACDFGJK
ABDFGJK
ACDGHJK
ABEFHIK
ACEFHIK
ACDFHJK
ABDFHJK
ACEGHJK
ACEFHJK
ABEFHJK

18
15
11
10
10
9
8
8
7
6
6
6
6
5
4
4
4
4
4
4
3
3
2
2
2
1
1

(D)
(I)
(DG)
(DI)
(L)
(EI)
(JL)
(DGJ)
(EL)
(DGI)
(EJL)
(EJL)
(EGJ)
(GJL)
(EGJL)
(EGJL)
(EGI)
(EIL)
(EIL)
(EIL)
(DGJL)
(DGJL)
(EGIL)
(EGIL)
(DIL)
(DGIL)
(DGIL)

149
ABDFGIJ
ABDFGIK
ABDEGIJ
ABDFGJK
ABDFHIK
ABDEGIK
ABEFHIK
ABDFHJK
ADEGIJL
ABEFHJK
ACEFIJL
ACEGIJL
ACDFGIK
ACEFHJL
ACDFHJK
ACEFHJK
ACDFHJL
ACDGHJL
ACDGHJK
ADEGHJL
ACEGHJL
ACDFHIK
ACEGHJK
ACEFHIK
ACEFHIL
ABDEHIK
ACDFHIL
ACDFGJK

18
18
15
11
10
8
7
7
6
5
5
5
4
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
3
3
3
2

(J)
(F)
(I)
(GJ)
(FJ)
(DGJ)
(GI)
(BF)
(DGI)
(BDG)
(BDF)
(BJ)
(BDGI)
(BGI)
(BDGI)
(BGI)
(BFI)
(BFI)
(BFI)
(BDFI)
(BGJ)
(BDFI)
(BDGJ)
(BDGJ)
(FGJ)
(BGJ)
(BIJ)

ACDGHJK
ACEGHJK
ACDFGJK
ACDGHJL
ACDFHJK
ABDFGJK
ACEGHJL
ACEFHJK
ACDFHIK
ACDFGIK
ABDFGIK
ACEFHIK
ABDEGIK
ADEGHJL
ACDFHJL
ABDFHJK
ACEFHJL
ABDFHIK
ACEGIJL
ABDEHIK
ADEGIJL
ABDFGIJ
ABDEGIJ
ABEFHJK
ACDFHIL
ACEFHIL
ABEFHIK
ACEFIJL

18
18
16
14
12
11
11
11
11
8
8
8
8
7
7
6
6
6
6
6
6
6
4
4
3
3
1

(D)
(H)
(K)
(G)
(CH)
(DK)
(DG)
(GJ)
(HJ)
(CHJ)
(DGJ)
(CHJ)
(CK)
(GK)
(CG)
(DGK)
(CGJ)
(DHK)
(CGJ)
(CHK)
(CHK)
(CHK)
(CDG)
(GJK)
(DGJK)
(CDGJ)
(DGHK)

ACDFHIL
ACEFHIL
ACDFHJL
ACEFHJL
ACDFHIK
ACDGHJL
ACEFIJL
ABDFHIK
ADEGIJL
ACDFGIK
ACEGHJL
ABDFGIK
ABDFGIJ
ADEGHJL
ACDFHJK
ACEFHIK
ABDEHIK
ABDFHJK
ABDEGIK
ABDEGIJ
ACEGIJL
ACDGHJK
ABEFHIK
ACEFHJK
ACDFGJK
ABDFGJK
ACEGHJK
ABEFHJK
ABEFHIK
ABDEHIK
ABDFHIK
ABEFHJK
ABDEGIK
ABDFGIK
ACEFHIK
ABDFHJK
ACEFHIL
ABDEGIJ
ACEFHJK
ABDFGIJ
ACEFHJL
ACEFIJL
ACDFHIK
ACDFHJK
ACEGIJL
ACEGHJK
ADEGIJL
ACDFHIL
ABDFGJK
ACEGHJL
ACDFHJL
ACDFGIK
ADEGHJL
ACDFGJK
ACDGHJL
ACDGHJK

18
15
10
10
10
10
8
8
7
6
6
6
6
5
5
5
4
4
4
3
3
3
2
2
2
1
1

18
15
15
12
10
10
9
8
8
7
6
5
5
5
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
2
1
1

(D)
(I)
(DI)
(L)
(FI)
(DH)
(CL)
(CFH)
(HL)
(DFI)
(CHL)
(CHL)
(CFI)
(IL)
(DL)
(CFL)
(CIL)
(CFHL)
(CFHL)
(DFHI)
(FIL)
(CDL)
(DIL)
(HIL)
(CHIL)
(DFIL)
(CDIL)

(F)
(E)
(I)
(FH)
(EH)
(B)
(EI)
(BK)
(FHK)
(BI)
(EHK)
(BIK)
(BHK)
(BE)
(BEI)
(BFHK)
(BFI)
(BFHK)
(BEK)
(EHI)
(BFIK)
(BEIK)
(BEH)
(BFIK)
(BEHI)
(BEFIK)
(BEFI)

ABDFGJK
ABDFGIK
ABDFGIJ
ABDFHJK
ABDEGIJ
ABDFHIK
ABEFHJK
ABDEGIK
ACDFGJK
ABEFHIK
ACDGHJK
ACEGHJL
ACDGHJL
ADEGIJL
ADEGHJL
ACDFHJK
ACEFHJK
ACEGHJK
ACDFGIK
ACEGIJL
ACEFHJL
ACDFHIK
ACDFHJL
ACEFHIK
ABDEHIK
ACEFIJL
ACEFHIL
ACDFHIL
ADEGHJL
ACEGHJL
ADEGIJL
ACDGHJL
ACEFHJL
ACEGIJL
ACEFHIL
ACDFHJL
ACDGHJK
ABDEGIJ
ACDFHIL
ACEGHJK
ABDEGIK
ABDEHIK
ACDFHJK
ABDFHIK
ACDFHIK
ABDFHJK
ACDFGJK
ABDFGIJ
ABDFGJK
ACEFHJK
ABDFGIK
ACEFHIK
ACDFGIK
ABEFHJK
ACEFIJL
ABEFHIK

18
16
14
12
11
11
10
10
8
7
6
6
6
6
5
5
5
5
4
3
3
3
3
3
3
1
1

18
18
15
11
10
8
7
7
7
6
5
5
5
4
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
3
3
3

(J)
(K)
(G)
(FK)
(GJ)
(DG)
(FJ)
(B)
(DGJ)
(BF)
(BDK)
(BFK)
(BFK)
(BFK)
(BG)
(BDG)
(BDF)
(BJ)
(BDFK)
(BDGK)
(BGJ)
(BGK)
(BDGJ)
(FGJ)
(BDGK)
(BDGJK)
(BGJK)

ACEFIJL
ACEFHIL
ACEGIJL
ACEFHJL
ADEGIJL
ACEGHJL
ACDFHIL
ACDFHJL
ACEFHIK
ACDFHIK
ACDFGIK
ABEFHIK
ADEGHJL
ACEFHJK
ABDFGIJ
ABDEGIJ
ACDFHJK
ABDFHIK
ABDFGIK
ACDFGJK
ACDGHJL
ABEFHJK
ABDFHJK
ACEGHJK
ABDEGIK
ABDEHIK
ABDFGJK
ACDGHJK

18
18
15
11
10
10
9
8
6
6
6
6
5
5
5
4
4
4
4
4
4
3
3
3
3
3
2

(J)
(F)
(I)
(CF)
(FI)
(EJ)
(EI)
(JL)
(EJL)
(EJL)
(CJL)
(CFI)
(IL)
(CEL)
(CFL)
(EIL)
(CEJL)
(CEJL)
(EIL)
(EFI)
(CIL)
(CEIL)
(FIL)
(CFJL)
(CFJL)
(CEIL)
(EFIL)

(D)
(H)
(E)
(DG)
(DH)
(DGJ)
(EG)
(EL)
(HL)
(EGJ)
(DL)
(HJL)
(GJL)
(EGL)
(EGJL)
(EGJL)
(EGL)
(EHL)
(EHL)
(EHL)
(DGL)
(EHJL)
(DGJL)
(EHJL)
(DGL)
(DGH)
(DGJL)

ABDEGIJ
ABDEGIK
ABDFGIJ
ABDEHIK
ABDFGIK
ADEGIJL
ABDFGJK
ACEGIJL
ABEFHIK
ADEGHJL
ABDFHIK
ACEGHJL
ACEGHJK
ABEFHJK
ACEFIJL
ACEFHJL
ACEFHJK
ABDFHJK
ACDFGJK
ACDGHJL
ACDGHJK
ACEFHIK
ACEFHIL
ACDFHJK
ACDFHJL
ACDFGIK
ACDFHIK
ACDFHIL

18
15
11
10
10
9
8
8
7
6
6
6
6
5
4
4
4
4
4
4
3
3
2
2
2
1
1

(J)
(E)
(GJ)
(EJ)
(B)
(EI)
(BD)
(DGJ)
(BI)
(EGJ)
(BDI)
(BDI)
(DGI)
(BDG)
(BDGI)
(BDGI)
(EGI)
(BEI)
(BEI)
(BEI)
(BDGJ)
(BDGJ)
(BEGI)
(BEGI)
(BEJ)
(BEGJ)
(BEGJ)

150

X. R E L A Z I O N E T R A M O D I E ST R U T T U R E
1. Procedimento per associare le aree strutturali ad un insieme di modi
Dato un sistema di intonazione rappresentato da cicli di n frequenze:
1. si individuino le n classidialtezzeelen classidiintervallitraesse.
2. si individuino le classi di aree strutturali di ordine z e le classi di strutture che le
compongono.
3. siindividuiundeterminatoinsiemediclassidimodi.
E ora possibile associare a ciascuna delle classi di modi individuate al punto 3. le classi di
strutture individuate al punto 2.

Esempio 1: strutture componenti le aree strutturali di ordine z associate a ciascuno dei modi
appartenenti ad un determinato insieme di modi.
Nella seguente tabella, le strutture componenti le aree strutturali di ordine 3 in un sistema di
intonazione rappresentato da cicli di 12 altezze (vedi esempio 1 del paragrafo relativo al
procedimento per individuare le aree strutturali di ordine z) sono associate a ciascuno dei modi
presentato al punto I. dellesempio 1 relativo al paragrafo sugli ordini di descrittivit di modi e
strutture.

ACEFHJL

ACDFHJL

ACEFHIL

ACDFHIL

EFH, LAC
FHE, ACL
HEF, CLA
EHF, LCA
FEH, ALC
HFE, CAL
CEF, JLA
EFC, LAJ
FCE, AJL
CFE, JAL
ECF, LJA
FEC, ALJ

CDF, LAC
DFC, ACL
FCD, CLA
CFD, LCA
DCF, ALC
FDC, CAL
ACD, JLA
CDA, LAJ
DAC, AJL
ADC, JAL
CAD, LJA
DCA, ALJ

EFH, LAC
FHE, ACL
HEF, CLA
EHF, LCA
FEH, ALC
HFE, CAL
CEF, FHI
EFC, HIF
FCE, IFH
CFE, FIH
ECF, HFI
FEC, IHF

CDF, LAC
DFC, ACL
FCD, CLA
CFD, LCA
DCF, ALC
FDC, CAL
ACD, FHI
CDA, HIF
DAC, IFH
ADC, FIH
CAD, HFI
DCA, IHF

[1+11, 2+10]
11
1 10
10 1
2 11
11 2
11 11
[1+11, 2+10, 3+9]
12
29
91
3 10
11 3
10 11
21
19
92
3 11
10 3
11 10

151
[1+11, 3+9 , 4+8]

LAD
ADL
DLA
LDA
ALD
DAL
LCD
CDL
DLC
LDC
CLD
DCL

EFI, HIL
FIE, ILH
IEF, LHI
EIF, HLI
FEI, IHL
IFE, LIH
EHI, ILA
HIE, LAI
IEH, AIL
EIH, IAL
HEI, LIA
IHE, ALI

HIL, LAD
ILH, ADL
LHI, DLA
HLI, LDA
IHL ALD
LIH, DAL
ILA, LCD
LAI, CDL
AIL, DLC
IAL, LDC
LIA,CLD
ALI, DCL

ACE, FHJ, HJL


CEA, HJF, JLH
EAC, JFH, LHJ
AEC, FJH, HLJ
CAE, HFJ, JHL
ECA, JHF, LJH

DFH, FHJ, HJL


FHD, HJF, JLH
HDF, JFH, LHJ
DHF, FJH, HLJ
FDH, HFJ, JHL
HFD, JHF, LJH

ACE
CEA
EAC
AEC
CAE
ECA

DFH
FHD
HDF
DHF
FDH
HFD

EFJ, LAE
FJE, AEL
JEF, ELA
EJF, LEA
FEJ, ALE
JFE, EAL
AEF, HLA
EFA, LAH
FAE, AHL
AFE, HAL
EAF, LHA
FEA, ALH

CDH
DHC
HCD
CHD
DCH
HDC
HLA
LAH
AHL
HAL
LHA
ALH

HIA, LAE
IAH, AEL
AHI, ELA
HAI, LEA
IHA, ALE
AIH, EAL
AEF, HLA
EFA, LAH
FAE, AHL
AFE, HAL
EAF, LHA
FEA, ALH

CDH, HIA
DHC, IAH
HCD, AHI
CHD, HAI
DCH, IHA
HDC, AIH
DHI
HID
IDH
DIH
HDI
IHD

ACF, CEH, HJA, JLC


CFA, EHC, JAH, LCJ
FAC, HCE, AHJ, CJL
AFC, CHE, HAJ, JCL
CAF, ECH, JHA, LJC
FCA, HEC, AJH, CLJ
CFH, EHJ, JAC, LCE
FHC, HJE, ACJ, CEL
HCF, JEH, CJA, ELC
CHF, EJH, JCA, LEC
FCH, HEJ, AJC, CLE
HFC, JHE, CAJ, ECL

ACF, HJA, JLC


CFA, JAH, LCJ
FAC, AHJ, CJL
AFC, HAJ, JCL
CAF, JHA, LJC
FCA, AJH, CLJ
ADF, CFH, JAC
DFA, FHC, ACJ
FAD, HCF, CAJ
AFD, CHF, JCA
DAF, FCH, AJC
FDA, HFC, CJA

ACF, CEH
CFA, EHC
FAC, HCE
AFC, CHE
CAF, ECH
FCA, HEC
CFH, LCE
FHC,CEL
HCF, ELC
CHF, LEC
FCH, CLE
HFC, ECL

ACF, DFI
CFA, FID
FAC, IDF
AFC, DIF
CAF, FDI
FCA, IFD
ADF, CFH
DFA, FHC
FAD, HCF
AFD, CHF
DAF, FCH
FDA, HFC

LAF
AFL
FLA
LFA
ALF
FAL

LAF
AFL
FLA
LFA
ALF
FAL

LAF
AFL
FLA
LFA
ALF
FAL

CDI, LAF
DIC, AFL
ICD, FLA
CID, LFA
DCI, ALF
DIC, FAL

13
38
81
49
11 4
9 11
31
18
83
4 11
94
11 9
[2+10, 4+8]
22
28
82
4 10
10 4
10 10
[1+11, 4+8, 5+7]
14
47
71
58
11 5
8 11
41
17
74
5 11
85
11 8
[2+10, 3+9, 5+7]
23
37
72
59
10 5
9 10
32
27
73
5 10
95
10 9
[1+11, 5+7, 6+6]

15
56
61
67
11 6
7 11

152
51
16
65
6 11
76
11 7

LEF
EFL
FLE
LFE
ELF
FEL

JCD
CDJ
DJC
JDC
CJD
DCJ

CHI, LEF
HIC, EFL
ICH, FLE
CIH, LFE
HCI, ELF
IHC, FEL

CHI
HIC
ICH
CIH
HCI
IHC

FHL
HLF
LFH
FLH
HFL
LHF
FJL
JLF
LFJ
FLJ
JFL
LJF

DFJ, FHL
FJD, HLF
JDF, LFH
DJF, FLH
FDJ, HFL
JFD, LHF
DHJ, FJL, LDF
HJD, JLF, DFL
JDH, LFJ, FLD
DJH, FLJ, LFD
HDJ, JFL, DLF
JHD, LJF, FDL

CEI, FHL
EIC, HLF
ICE, LFH
CIE, FLH
ECI, HFL
IEC, LHF
IAC
ACI
CIA
ICA
AIC
CAI

FHL
HLF
LFH
FLH
HFL
LHF
IAC, LDF
ACI, DFL
CIA, FLD
ICA, LFD
AIC, DLF
CAI, FDL

LCF
CFL
FLC
LFC
CLF
FCL

JAD, LCF
ADJ, CFL
DJA, FLC
JDA, LFC
AJD, CLF
DAJ, FCL

CFI, FIN, INC, NCF


FIC, INF, NCI, CFN
ICF, NFI, CIN, FNC
CIF, FNI, ICN, NFC
FCI, IFN, NIC, CNF
IFC, NIF, CNI, FCN

CFI, FIN, INC, NCF


FIC, INF, NCI, CFN
ICF, NFI, CIN, FNC
CIF, FNI, ICN, NFC
FCI, IFN, NIC, CNF
IFC, NIF, CNI, FCN

ACH, CEJ, FHA, HJC, JLE


CHA, EJC, HAF, JCH, LEJ
HAC, JCE, AFH, CHJ, EJL
AHC, CJE, FAH, HCJ, JEL
CAH, ECJ, HFA, JHC, LJE
HCA, JEC, AHF, CJH, ELJ

ACH, FHA, HJC


CHA, HAF, JCH
HAC, AFH, CHJ
AHC, FAH, HCJ
CAH, HFA, JHC
HCA, AHF, CJH

ACH, FHA
CHA, HAF
HAC, AFH
AHC, FAH
CAH, HFA
HCA, AHF

ACH, FHA
CHA, HAF
HAC, AFH
AHC, FAH
CAH, HFA
HCA, AHF

CFJ, EHL, JAE


FJC, HLE, AEJ
JCF, LEH, EJA
CJF, ELH, JEA
FCJ, HEL, AJE
JFC, LHE, EAJ
AEH, FJA, HLC
EHA, JAF, LCH
HAE, AFJ, CHL
AHE, FAJ, HCL
EAH, JFA, LHC
HEA, AJF, CLH

ADH, CFJ
DHA, FJC
HAD, JCF
AHD, CJF
DAH, FCJ
HDA, JFC
FJA, HLC
JAF, LCH
AFJ, CHL
FAJ, HCL
JFA, LHC
AJF, CLH

EHL, FIA
HLE, IAF
LEH, AFI
ELH, FAI
HEL, IFA
LHE, AIF
AEH, EIN, HLC
EHA, INE, LCH
HAE, NEI, CHL
AHE, ENI, HCL
EAH, IEN, LHC
HEA, NIE, CLH

ADH, FIA, ILD


DHA, IAF, LDI
HAD, AFI, DIL
AHD, FAI, IDL
DAH, IFA, LID
HDA, AIF, DLI
HLC, IAD
LCH, ADI
CHL, DIA
HCL, IDA
LHC, AID
CLH, DAI

DHL, HLD, LDH


DLH, HDL, LHD

AEI, EIA, IAE


AIE, EAI, IEA

DHL, HLD, LDH


DLH, HDL, LHD

[2+10, 4+8, 6+6]:


24
46
62
68
10 6
8 10
42
26
64
6 10
86
10 8
[3+9, 6+6]
33
36
63
69
96
99
[2+10, 5+7]
25
55
52
77
10 7
7 10
[3+9, 4+8, 5+7]
34
45
53
78
97
89
43
35
54
79
87
98
[4+8]:
44
88

153

PARTE TERZA

LORGANIZZAZIONE
DEL VALORE

154

155

I.PR E M ESSA
In base alla prima parte del testo, possiamo trarre alcune importanti conclusioni in merito al valore
dellasensazioneuditivageneratadaunondasonoraodaunsilenzio:

dipendedalladuratadellondasonoraodelsilenziogenerante la sensazione uditiva stessa.


dinaturacomparativaovvero,lascoltatorenoningradodiaddivenireallamisurazione
puntuale di un singolo valore attraverso la sua traduzione in una durata specifica, ma ha la
capacit di confrontare valori differenti e di ordinarli lungo una scala ai cui estremi stanno il
lungoedil breve in altritermini,ciascun valoreacquisisceunsignificatoperlascoltatore
solo mettendolo in relazione con altri valori.
puesseredescritto,incorrispondenzadelladuratadellonda sonora o del silenzio generante
la sensazione uditiva stessa, da una funzione continua nel tempo; ovvero pu assumere
infiniti valori, in corrispondenza degli infiniti valori assunti dalla durata allinterno del
continuumrappresentatodaltempodatocheluomoingradodipercepire,comprendere
ed organizzare solo un numero finito, e possibilmente limitato, di elementi, opportuno
discretizzare tale continuum, ovvero determinare quali durate (e dunque quali inizi/fini)
tenere in considerazione. Tale intendimento realizzato attraverso il sistema metrico.

Nella seguente trattazione si inizier, dunque, col definire i sistemi metrici ed enunciarne le
propriet; si analizzer, in seguito, il significato assunto dal valore della sensazione uditiva
nellambitoditalisistemiinfine,siesporrannoleopportunemodalitdiorganizzaretalevalore.

156

I I. SIST E M I M E T R I C I
1.Definizione
Sidefinisce sistema metricounadisposizione(ovveroun insiemeordinatoneltempo)di istanti
iniziali/finali organizzati in cicli (ovvero insiemi ordinati nel tempo che si ripetono nel tempo) di n
istanti iniziali/finali (con n numero naturale > 1).
Poich la disposizione di istanti iniziali/finali che definisce il sistema metrico il risultato
dellorganizzazioneciclicadegliistantiiniziali/finalistessi(ovvero della ripetizione nel tempo di un
insieme ordinato nel tempo di n istanti iniziali/finali), il sistema metrico pu essere rappresentato
tramite un ciclo di n istanti iniziali/finali.

Esempio 1: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali:


Disposizione istanti:

i1

i2

i3

i4

i5

i6

i7

i8

i9

i10 ...

Ordinamento disposizione istanti:

II

III

IV

VI

VII VIII IX

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(i1

i2

i3)1 (i4

i5

i6)2 (i7

i8

i9)3 (i10 ...

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

III)1 (I

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

X ...

Sistema metrico rappresentato tramite il ciclo di istanti (Ii IIi IIIi), ove i = 1, 2, 3, ...:
Ii
IIIi

IIi

2.Propriet

gli intervalli di tempo tra gli istanti iniziali/finali consecutivi sono uguali.
luguaglianza degli intervalli di tempo tra gli istanti iniziali/finali consecutivi implica
luguaglianza degli intervalli di tempo tra gli istanti iniziali/finali equivalenti consecutivi
(ove per istanti equivalenti si intendono istanti occupanti la medesima posizione
nellordinamento dei differenti cicli), luguaglianza degli intervalli di tempo tra gli istanti
iniziali/finali equiparabili (ovvero occupanti le medesime posizioni nellordinamento di
ciascun ciclo) e, in generale, luguaglianza degli intervalli di tempo tra gli istanti
iniziali/finali equidistanti (ovvero che si trovano alla stessa distanza, misurata come numero
x di passi compresi tra due istanti iniziali/finali, ove ciascun passo congiunge istanti
iniziali/finali consecutivi).
a parit del numero di istanti iniziali/finali costituenti i cicli, la scelta di quali istanti
iniziali/finali considerare come inizio e fine del ciclo non influenza n luguaglianza
degliintervalliditempotragliistantiiniziali/finaliequivalenticonsecutivi,nluguaglianza
degli intervalli di tempo tra gli istanti iniziali/finali equiparabili, n, in generale,
luguaglianzadegliintervalliditempotragliistantiiniziali/finaliequidistanti.

157

ilprimoistantedelladisposizionedegliistantidettooriginedelsistema.Taleistante,pur
avendo una collocazione precisa nel tempo, viene convenzionalmente identificato come
origine (ovvero lo 0) nella misurazione del tempo stesso tramite le unit di misura del SI.
isistemimetricisidifferenzianoinbasealloriginedelsistema(conparticolare riferimento
alla sua collocazione nel tempo), al numero di istanti iniziali/finali di cui ciascun ciclo
composto,allamisuradellintervalloditempotragliistantiiniziali/finaliconsecutivi.

Esempio 1: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali e intervallo di tempo tra
gli istanti iniziali/finali consecutivi =0,5s
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

2,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

IV V

VI

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

1)1 (1,5
III)1 (I

Intervalli di tempo tra istanti equivalenti consecutivi uguali:


I2-I1 = I3-I2 = II2-II1 = II3-II2 = III2-III1 = III3-III2 = 1,5
1,5-0 = 3-1,5 = 2-0,5 = 3,5-2 = 2,5-1 = 4-2,5 = 1,5
Intervalli di tempo tra istanti equiparabili uguali:
II1-I1 = II2-I2 = II3-I3 = 0,5
0,5-0 = 2-1,5 = 3,5-3 = 0,5
III1-I1 = III2-I2 = III3-I3 = 1
1-0 = 2,5-1,5 = 4-3 = 1
III1-II1 = III2-II2 = III3-II3 = 0,5
1-0,5 = 2,5-2 = 4-3,5 = 0,5
Intervalli di tempo tra istanti equidistanti uguali:
1 passo: II1-I1 = III1-II1 = I2-III1 = 0,5
0,5-0 = 1-0,5 = 1,5-1 = 0,5
2 passi: III1-I1 = I2-II1 = II2-III1 = 1
1-0 = 1,5-0,5 = 2-1 = 1

3,5

VII VIII IX

2,5)2 (3

3,5

II

III)2 (I

II

4,5 ...
X ...

4)3 (4,5 ...


III)3 (I ...

158

3.Unit di tempo
Lintervallo di tempo tra gli istanti iniziali/finali consecutivi appartenenti alla disposizione che
definisce il sistema metrico pu essere utilizzato come unit di misura del tempo, o, pi
semplicemente, come unit di tempo (u).
La posizione di ciascun istante iniziale/finale appartenente alla disposizione che definisce il sistema
metrico pu essere misurata rispettoalloriginedelsistemao rispetto al primo istante iniziale/finale
del ciclo di istanti iniziali/finali cui appartiene tramite un numero naturale di unit di tempo.
La distanza tra due istanti iniziali/finali appartenenti alla disposizione che definisce il sistema
metrico pu essere misurata tramite un numero naturale di unit di tempo risultante dalla differenza
tralerispettiveposizionideidueistantiiniziali/finalistessimisuraterispettoalloriginedelsistema
o rispetto al primo istante iniziale/finale del ciclo di istanti iniziali/finali cui appartengono (laddove
appartengano al medesimo ciclo) tramite un numero naturale di unit di tempo.
EcomunquepossibilemisurarelunitditempotramiteleunitdimisuradelSI(peresempio: u =
1s; u = 0,5s; u = 2s). E altres possibile quantificare il numero di unit di tempo presenti in un
intervallo di tempo pari ad una determinata unit di misura del SI; se si prende in considerazione il
minuto, si ottiene l UPM (acronimo di Unit di tempo Per Minuto), ovvero unindicazione della
velocit cui si susseguono le unit di tempo ( Velu ): maggiore il numero di UPM , maggiore la
velocit cui si susseguono le unit di tempo. Dunque, le misurazioni dellunit di tempo fornite
tramite le unit di misura del SI possono essere tradotte in corrispondenti indicazioni di velocit cui
si susseguono le unit di tempo (per esempio: u = 1s corrisponde a Velu = 60 UPM ; u = 0,5s
corrisponde a Velu = 120 UPM ; u = 2s corrisponde a Velu = 30 UPM ).

Esempio 1: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

IV V

VI

VII VIII

1,5

3,5

4,5 ...

IX

X ...

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):0123456789...
Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

1)1 (1,5
III)1 (I

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

2)1 (0

Distanza tra i due istanti evidenziati in grassetto(in u):

2)2

(0

2)3 (0 ...

41=3

Esempio 2: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):0

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

0,5

(0

2,5

IV V

VI

VII VIII

1,5

1)1 (1,5

4
2

2,5)2 (3

3,5

7
3,5

4,5 ...

IX

X ...

9 ...

4)3 (4,5 ...

159
Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

Distanza tra i due istanti evidenziati in grassetto (in u):

III)1 (I
2)1 (0

II

III)2 (I

2)2

(0

II

III)3 (I ...

2)3 (0 ...

5-4=21=1

4.Proporzionirispettoallunitditempo
Una o pi unit di tempo possono essere divise in 1, 2, ..., m parti uguali. Per un quadro completo
delle possibilitadisposizionepossibileriferirsiallatavoladelleproporzioni(figura1).
Essaderivadallapplicazionedeidifferenticoefficientididivisione 1, 2, ..., m indicati in grassetto
nelle intestazioni di riga (nella seguente rappresentazione ci si limitati ai primi 8), ai differenti
numeri naturali di unit di tempo indicati in grassetto nelle intestazioni di colonna (nella seguente
rappresentazione ci si limitati ai primi 8).
Dunque,inciascunacellariportatoilrisultatodellapplicazione di un determinato coefficiente di
divisione ad un determinato numero di unit di tempo: cos facendo, si ottiene un intervallo di
tempo espresso come proporzione rispetto allunit di tempo. Le celle del medesimo colore
contengono intervalli di tempo uguali,indicatipercomedifferentiproporzionirispettoallunitdi
tempo.
La tavola delle proporzioni consente di mettere in relazione i differenti intervalli di tempo non solo
conlunitditempomaanchetraloro.

Figura 1: tavola delle proporzioni

1/1

2/1

3/1

4/1

5/1

6/1

7/1

8/1

1/2

2/2

3/2

4/2

5/2

6/2

7/2

8/2

1/3

2/3

3/3

4/3

5/3

6/3

7/3

8/3

1/4

2/4

3/4

4/4

5/4

6/4

7/4

8/4

1/5

2/5

3/5

4/5

5/5

6/5

7/5

8/5

1/6

2/6

3/6

4/6

5/6

6/6

7/6

8/6

1/7

2/7

3/7

4/7

5/7

6/7

7/7

8/7

1/8

2/8

3/8

4/8

5/8

6/8

7/8

8/8

160
La posizione di qualsiasi istante iniziale/finale successivo allorigine del sistema metrico (dunque
non solo di quelli appartenenti alla disposizione che definisce il sistema metrico stesso) pu essere
misuratarispettoalloriginedelsistemaorispetto al primo istante iniziale/finale del ciclo di istanti
iniziali/finaliallinternodelqualesitrovatramiteunnumerorazionalediunitditempo.
La distanza tra due qualsiasi istanti iniziali/finalisuccessivialloriginedelsistemametrico(dunque
non solo tra quelli appartenenti alla disposizione che definisce il sistema metrico stesso) pu essere
misurata tramite un numero razionale di unit di tempo risultante dalla differenza tra le rispettive
posizioni dei due istanti iniziali/finali stessi misurate rispetto allorigine del sistema o rispetto al
primoistanteiniziale/finaledelciclodiistantiiniziali/finaliallinternodelqualesitrovano(laddove
sitrovinoallinternodelmedesimo ciclo) tramite un numero razionale di unit di tempo.

Esempio 1: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

4,5 ...

Ordinamento della disposizione:

II

III

IX

X ...

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):0123456 7

9 ...

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

Istantisuccessivialloriginedelsistema
non appartenenti alla disposizione (in s):

1,5

2,5

IV V

VI

VII VIII

1)1 (1,5
III)1 (I

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

2)1 (0

0,75

3,5

2)2

(0

2)3 (0 ...

1,7

Posizione rispetto loriginedelsistema(inu):3/217/5


Posizione rispetto al primo istante del
cicloallinternodelqualesitrovano(inu):3/22/5
Distanza tra i due istanti (in u):

17/5 3/2 = 19/10

Esempio 2: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

3,5

IV V

VI

VII VIII

4,5 ...

IX

X ...

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):0123456789...
Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

1)1 (1,5
III)1 (I
2)1 (0

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

2)2

(0

2)3 (0 ...

161
Istantisuccessivialloriginedelsistema
non appartenenti alla disposizione (in s):

1,75 2,25

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):

7/2

9/2

Posizione rispetto al primo istante del


cicloallinternodelqualesitrovano(inu):1/23/2
Distanza tra i due istanti (in u):

9/2 7/2 = 3/2 1/2 = 2/2

E possibile verificare per tutti gli istanti iniziali/finali successivi allorigine del sistema metrico
(dunque non solo per quelli appartenenti alla disposizione che definisce il sistema metrico stesso)
luguaglianzadegliintervalliditempotragliistantiiniziali/finali equivalenti consecutivi (in questo
caso uguaglianza di distanza misurata tramite un numero razionale di unit di tempo risultante dalla
differenza tra le rispettive posizioni dei due istanti iniziali/finali equivalenti consecutivi stessi
misurate rispetto allorigine del sistema tramite un numero razionale di unit di tempo, ove per
istantiequivalentisiintendonoistantioccupantilamedesimaposizioneallinternodidifferenticicli
misurata rispetto al primo istante iniziale/finale del ciclodiistantiiniziali/finaliallinternodelquale
si trovano rispettivamente tramite un numero razionale di unit di tempo).

Esempio 3: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

Posizionerispettoloriginedelsistema (in u):0

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

Istanti equivalenti consecutivi successivi


alloriginedelsistemanonappartenenti
alla disposizione (in s):

0,125

1,5

2,5

IV V

VI

VII VIII

1)1 (1,5
III)1 (I
2)1 (0

3,5

4,5 ...

IX

X ...

9 ...

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

2)2

(0

1,625

2)3 (0 ...

3,125

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):1/413/425/4
Posizione rispetto al primo istante del
cicloallinternodelqualesitrovano(inu):1/41/41/4
Distanza tra istanti equivalenti consecutivi
successivialloriginedelsistemanon
appartenenti alla disposizione (in u):

25/4 13/4 = 13/4 1/4 = 12/4

E possibile verificare per tutti gli istanti iniziali/finali successivi allorigine del sistema metrico
(dunque non solo per quelli appartenenti alla disposizione che definisce il sistema metrico stesso)

162
luguaglianza degli intervalli di tempo tra gli istanti iniziali/finali equiparabili (in questo caso
uguaglianza di distanza misurata tramite un numero razionale di unit di tempo risultante dalla
differenza tra le rispettive posizioni dei due istanti iniziali/finali equiparabili stessi misurate rispetto
alloriginedelsistemaoalprimo istante iniziale/finaledelciclodi istanti iniziali/finali allinterno
del quale si trovano rispettivamente tramite un numero razionale di unit di tempo, ove per istanti
equiparabili si intendono istanti occupanti le medesime posizioni allinterno di ciascun ciclo
misuraterispettoalprimoistanteiniziale/finaledelciclodiistantiiniziali/finaliallinternodelquale
si trovano rispettivamente tramite un numero razionale di unit di tempo).

Esempio 4: sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali eVelu = 120 UPM
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

3,5

IV V

VI

VII VIII

4,5 ...

IX

X ...

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):0123456789...
Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Posizione rispetto al primo istante


del ciclo cui appartiene (in u):

(0

Istanti equiparabili successivi


alloriginedelsistemanonappartenenti
alla disposizione (in s):

0,25

1)1 (1,5
III)1 (I
2)1 (0

0,75

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

2)2 (0

2)3 (0 ...

1,75 2,25

Posizionerispettoloriginedelsistema(inu):1/23/27/29/2
Posizione rispetto al primo istante del
cicloallinternodelqualesitrovano(inu):1/23/21/23/2
Distanza tra istanti equiparabili
successivi alloriginedelsistemanon
appartenenti alla disposizione (in u):

9/2 7/2 = 3/2 1/2 = 2/2

4.Ambito di applicazione
Non intenzione dellautore n presentare un elenco dei differenti sistemi metrici che si sono
succeduti nel corso della storia o che sono comunque utilizzabili, eventualmente corredato da
unanalisi delle logiche e dei procedimenti che sottendono alla loro formulazione (a tal fine si
rimanda a trattazioni specifiche in merito, di cui abbonda la letteratura scientifica musicale), n
tantomenosostenere latesidellaconvenienzadellutilizzodiunsistemapiuttostochediunaltro,
eventualmente corredata da unanalisi dei vantaggi e degli svantaggi che caratterizzano ciascun
sistema (la scelta delluno o dellaltro sistema risiede in ragioni di ordine storico, tecnologico ed
estetico che esulano dal presente lavoro).
La seguente trattazione potr essere egualmente applicata ad un qualsivoglia sistema metrico.

163

I I I. I N I Z I/F I N I
1.Definizione
Si definisce inizio/fine la posizione che un determinato istante iniziale/finale successivo
allorigine del sistema metrico occupa rispetto allorigine del sistema stesso misurata tramite un
numero razionale x di unit di tempo.
Ogni sistema metrico caratterizzato dalla presenza di inizi/fini differenti (ovvero differenti
posizionioccupatedadifferentiistantiiniziali/finali),ma,grazieallorganizzazionedegliistantiin
cicli di n istanti, possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle infinite classi di
inizi/fini con posizione 0 x < n/1. Esse rappresentano le differenti posizioni che un istante
iniziale/finalepuoccupareallinternodiqualunqueciclocostituenteilsistemametrico(misurate,
dunque, rispetto al primo istante iniziale/finale del ciclo di istanti iniziali/finaliallinternodelquale
si trovano tramite un numero razionale x di unit di tempo).
Gli inizi/fini che corrispondono a istanti iniziali/finali equivalenti si dicono inizi/fini equivalenti.
Unaclassediinizi/finicompostadisoliinizi/finiequivalenti.
Gli inizi/fini che corrispondono a istanti iniziali/finali equiparabili si dicono inizi/fini equiparabili.

Esempio 1: classi di inizi/fini relative ad un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti


iniziali/finali e Velu = 120 UPM:
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

3,5

IV V

VI

VII VIII

4,5 ...

IX

X ...

Inizi/fini (posizione rispetto


loriginedelsistemainu):01/12/13/14/15/16/17/18/19/1...
Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

1)1 (1,5
III)1 (I

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

164

I V. V A L O R I
1.Definizione
Sidefiniscevaloreladistanzatradueinizi/finimisuratatramiteunnumerorazionale w di unit di
tempo risultante dalla differenza tra le rispettive posizioni dei due istanti iniziali/finali stessi
misuraterispettoalloriginedelsistematramiteunnumerorazionalex di unit di tempo.
Ogni sistema metrico caratterizzato dalla presenza di valori differenti (ovvero differenti distanze
tradifferentiinizi/fini),ma,grazieallorganizzazionedegliistanti iniziali/finali in cicli di n istanti,
possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle infinite classi di valori tra le infinite
classidi inizi/finiaventitralorodistanza 0 w < n/1. Esse rappresentano le differenti distanze
chepossonoesisteretradueinizi/finiallinternodiqualunqueciclocostituenteilsistemametrico.
E infatti possibile ricondurre un valore superiore al ciclo (necessariamente tra due inizi/fini
allinternodiciclidifferenti)alvaloreinferiorealciclostessotradueinizi/finiequivalentiaquelli
presi in considerazione maappartenentiallo stessocicloquestultimasar misurata,indefinitiva,
tramite un numero razionale w di unit di tempo risultante dalla differenza tra le rispettive posizioni
di due istanti iniziali/finali appartenenti al medesimo ciclo ed equivalenti ai due istanti iniziali/finali
presi in considerazione misurate rispetto allorigine del sistema tramite un numero razionale x di
unit di tempo.
Tutti i valori tra due inizi/fini ciascuno appartenente ad una stessa classe di inizi/fini (e dunque
equivalenti tra loro) si dicono valori equivalenti.
Eopportunonotarecheladistanzatradueinizi/finiequivalenticonsecutivi pari ad n. Due valori
la cui somma pari ad n sidiconovaloricomplementari.

Esempio 1: classi di valori relative ad un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti


iniziali/finali e Velu = 120 UPM:
Disposizione istanti (in s):

0,5

Ordinamento della disposizione:

II

Inizi/fini (posizione rispetto


lorigine del sistema in u):

1/1

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

Valori:

0 w < 3/1 inferiore al ciclo

1,5

2,5

III

IV V

VI

VII VIII

2/1

3/1 4/1

5/1

1)1 (1,5
III)1 (I

3,5

4,5 ...

IX

X ...

6/1

7/1

8/1 9/1 ...

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

165

w 3/1superiorealciclo
Classi di valori:

0 w < 3/1

166

V. F I G U R E
1.Definizione
Sidefiniscefiguradiordine z (con z numero naturale > 1) una disposizione di z inizi/fini e degli y
= z-1 valori consecutivi (ovvero tra inizi/fini consecutivi) compresi tra il primo inizio e lultima
fine.

Esempio 1: figura definita da una disposizione di 3 inizi/fini e dei 2 valori consecutivi compresi tra
il primo inizio elultimafine in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali:
Disposizione istanti (in s):

0,5

Ordinamento della disposizione:

II

Inizi/fini (posizione rispetto


loriginedelsistemainu):

1/1

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

Valori:

0 w < 3/1 inferiore al ciclo

1,5

2,5

III

IV V

VI

VII VIII

2/1

3/1 4/1

5/1

1)1 (1,5
III)1 (I

3,5

4,5 ...

IX

X ...

6/1

7/1

8/1 9/1 ...

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

w 3/1superiorealciclo
Classi di valori:

0 w < 3/1

Disposizione di inizi/fini:
Disposizione di valori:

1/41

2/12

19/4

1/23

3/2

Figura definita dalla disposizione di inizi/fini 1/41


2/12
1/23 e dalla disposizione di valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafine19/4 3/2:
1/41 2/12 1/23
19/4 3/2
Ogni sistema metrico caratterizzato dalla presenza di figure differenti (ovvero differenti
disposizioni di inizi/fini e dei valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine), ma,
grazieallorganizzazionedegli istanti iniziali/finali in ciclidi n istanti, possibile riferirsi, ai fini
della seguente analisi, solo alle infinite classi di strutture definite da una disposizione semplice
(ovvero senza ripetizioni di elementi)di classi di inizi/finiedelle classidi valoriconsecutivi
compresitralaprimaclassediinizielultimaclassedifini.

167

Esempio 2: figure definite da una disposizione di 3 inizi/fini e dei 2 valori consecutivi compresi tra
il primo inizio elultimafine in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali:
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

3,5

IV V

VI

VII VIII

4,5 ...

IX

X ...

Inizi/fini (posizione rispetto


loriginedelsistemainu):01/12/13/14/15/16/17/18/19/1...
Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

Valori:

0 w < 3/1 inferiore al ciclo

1)1 (1,5
III)1 (I

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

w 3/1superiorealciclo
Classi di valori:

0 w < 3/1

Esempi di figure:

a)1/21 1/11 2/11


1/2 1/1
b)1/21 3/21 2/12
1/1 7/2
c) 5/21 2/12 1/43
5/2 5/4
d)1/21 2/11 2/12
3/2 3/1

Esempi di classi di figure:

a) 1/2

1/1 2/1
1/2 1/1

b)1/2 3/2 2/1


1/1 1/2
c) 5/2 2/1 1/4
5/2 5/4
d) 1/2 2/1 2/1 non rappresenta una classe di figure in quanto non
3/2
0
definita da una disposizione semplice di inizi/fini

168

2.Propriet
Data una figura di ordine z definita da una disposizione di z inizi/fini e degli y = z-1 valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafine:
la numerosit della figura pari a z.
la dimensione della figuraparialvaloretrailprimoinizioelultimafine.
non esiste una relazione biunivoca tra la disposizione degli z inizi/fini e la disposizione degli
y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine, ovvero alla disposizione
degli z inizi/fini corrisponde sempre una ed una sola disposizione degli y valori consecutivi
compresitrailprimoinizioelultimafinemanonviceversainparticolare,alladisposizione
degli y valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultima fine corrispondono infinite
differenti disposizioni di z inizi/fini, le cosiddette infinite traslazioni della disposizione degli
z inizi/fini (vedi paragrafo sulle traslazioni della disposizione di inizi/fini).
linsiemedituttiivaloriesistentitra tutti gli inizi/fini appartenenti alla disposizione degli z
inizi/finichedefiniscelafiguradettovaloristicadellafigura.
la figura ad essa speculare definita dalla disposizione di z inizi/fini con medesime primo
inizio ed ultima fine della disposizione di z inizi/fini che definisce la figura presa in
considerazione corrispondente alla disposizione di y valori speculare alla disposizione degli
yvaloriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafinechedefiniscelafigurapresa
in considerazione.
la figura ad essa speculare ha uguale numerosit, pari a z, essendo definita da una differente
disposizione dello stesso numero di inizi/fini.
la figura ad essa speculare ha uguale dimensione, pari allintervallo tra il primo inizio e
lultima fine, essendo definita dalla disposizione speculare degli stessi y valori.
la figura ad essa speculare ha uguale valoristica, essendo definita dalla disposizione
speculare degli stessi y valori.
non esiste una relazione biunivoca tra la figura e la sua valoristica, ovvero alla figura
corrisponde sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa; in particolare, se si
considerano esclusivamente le figure di ordine z, alla valoristica della figura corrispondono
le infinite figure di ordine z definite dalle infinite traslazioni delle 2 disposizioni di z
inizi/fini che definiscono la figura presa in considerazione e la figura speculare ad essa.
se la figura definita da una disposizione di z = n/k inizi/fini (con k numero intero compreso
tra 1 ed n/2) e degli y = z -1 valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafineed
ha valoristica [1/1, 2/1, ...y/1], allora tutte le figure componenti il campo delle permutazioni
della disposizione degli z inizi/fini hanno uguale valoristica (vedi paragrafo sulle
permutazioni della disposizione di inizi/fini). In tal caso, se si considerano esclusivamente le
figure di ordine z, alla valoristica della figura corrispondono le infinite figure di ordine z
definite dalle infinite traslazioni delle z! permutazioni della disposizione degli z inizi/fini che
definisce la figura presa in considerazione.

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, data la figura


1/2 3/2 2/1:
1/1 1/2
I. La numerosit della figura pari a 3
II. La dimensione della figura pari a 3/2
III. Esempi di traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2

3/2

2/1:

169
a) 1/4

5/4

7/4

b) 3/4

7/4

9/4

IV. Valoristica della struttura: [1/2, 1/1, 3/2]


V. Disposizione di y valori speculare alla disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il
primo inizio elultimafinechedefiniscelafigurapresainconsiderazione:1/2 1/1
Disposizione di inizi/fini con medesimi primo inizio ed ultima fine della figura presa in
considerazione corrispondente alla disposizione di y valori speculare alla disposizione degli y
valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafinechedefiniscelafigurapresain
considerazione: 1/2 1/1 2/1
Figura speculare: 1/2

1/1 2/1
1/2 1/1

con uguale numerosit, dimensione e valoristica.

VI. Esempi di figure definite da traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2


a) 1/4 5/4 7/4
1/1 1/2

b) 3/4

3/2

2/1:

1/1

2/1:

7/4 9/4
1/1 1/2

Esempi di figure definite da traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2


a) 1/4 3/4 7/4
1/2 1/1

b) 3/4

VII. Alla valoristica della figura 1/2


x1 x2 x3
1/1 1/2

x1

5/4 9/4
1/2 1/1

3/2 2/1 corrispondono le infinite figure:


1/1 1/2

x2 x3
1/2 1/1

ove 0 xi < 3/1

3.Traslazioni della disposizione di inizi/fini


Data una figura di ordine z definita da una disposizione di z inizi/fini e degli y = z-1 valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafine:

possibile individuare infinite figure di ordine z distinte definite dalle infinite traslazioni
della disposizione degli z inizi/fini che definisce la figura presa in considerazione (ove per
traslazione si intende una differente disposizione di z inizi/fini cui corrisponde la medesima
disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine che
definisce la figura presa in considerazione).
la disposizione di z inizi/fini che definisce la figura una delle infinite traslazioni della
disposizione degli z inizi/fini stessa.
linsieme delle infinite figure di ordine z distinte definite dalle infinite traslazioni della
disposizione degli z inizi/fini detto campo delle traslazioni della disposizione degli z
inizi/fini.
tutte le figure componenti il campo delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definite da una differente disposizione dello
stesso numero di inizi/fini.

170

tutte le figure componenti il campo delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini
hannougualedimensione,parialvaloretrailprimoinizioelultimafine,essendo definite
dalla medesima disposizione di valori.
tutte le figure componenti il campo delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini
hanno uguale valoristica, essendo definite dalla medesima disposizione di valori.
linsiemedituttiivaloriesistenti tra tutti gli inizi/fini appartenenti alle figure componenti il
campo delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini detto valoristica del campo
delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini. Essa coincide con la valoristica di
qualsiasi figura componente il campo delle traslazioni della disposizione degli z inizi/fini
stesso.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle traslazioni della disposizione degli z
inizi/fini e la sua valoristica, ovvero al campo delle traslazioni della disposizione degli z
inizi/fini corrisponde sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa; in particolare, se
si considerano esclusivamente le figure di ordine z, alla valoristica del campo delle
traslazioni della disposizione degli z inizi/fini corrispondono le infinite figure di ordine z
definite dalle infinite traslazioni delle 2 disposizioni di z inizi/fini che definiscono la figura
presa in considerazione e la figura speculare ad essa.

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, data la figura


1/2 3/2 2/1:
1/1 1/2
I. Campo delle traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2
x1 x2 x3
1/1 1/2

3/2

2/1:

ove 0 xi < 3/1

II. Tutte le figure componenti il campo delle traslazioni della disposizione di inizi/fini
1/2 3/2 2/1 hanno numerosit pari a 3, dimensione pari a 3/2 e valoristica [1/2, 1/1, 3/2,].
III. Valoristica del campo delle traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2 3/2 2/1:
[1/2, 1/1, 3/2].
IV. Esempi di figure definite da traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2 3/2 2/1:
a) 1/4 5/4 7/4
1/1 1/2

b) 3/4

7/4 9/4
1/1 1/2

Esempi di figure definite da traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2


a) 1/4 3/4 7/4
1/2 1/1

b) 3/4

1/1

5/4 9/4
1/2 1/1

V. Alla valoristica del campo delle traslazioni della disposizione di inizi/fini 1/2
corrispondono le infinite figure:
x1 x2 x3
1/1 1/2

2/1:

x1 x2 x3
1/2 1/1

ove 0 xi < 3/1

3/2

2/1

171

4.Permutazioni della disposizione di inizi/fini


Data una figura di ordine z definita da una disposizione di z inizi/fini e degli y = z-1 valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafine:

possibile individuare z! figure di ordine z distinte definite dalle z! permutazioni della


disposizione degli z inizi/fini che definisce la figura presa in considerazione (ove per
permutazione si intende una differente disposizione degli stessi inizi/fini).
la disposizione di z inizi/fini che definisce la figura una delle z! permutazioni della
disposizione degli z inizi/fini stessi.
linsiemedelle z! figure di ordine z distinte definite dalle z! permutazioni della disposizione
degli z inizi/finidettocampodellepermutazionidelladisposizionedegliz inizi/fini.
tutte le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definite da differenti disposizioni dello stesso
numero di inizi/fini.
le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini hanno
uguale dimensione, pari al valore tra il primo inizio e lultima fine, solo se definite dalla
medesima disposizione di valori o da disposizioni speculari di valori.
le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini hanno
uguale valoristica solo se definite dalla medesima disposizione di valori o da disposizioni
speculari di valori.
se la figura definita da una disposizione di z = n/k inizi/fini (con k numero naturale
compreso tra 1 ed n/2) e degli y = z -1 valori consecutivi compresi tra il primo inizio e
lultima fine ed ha valoristica [1/1, 2/1,...y/1], allora tutte le figure componenti il campo
delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini hanno uguale valoristica (vedi
esempio 2).
linsiemedituttiivaloriesistentitratuttigliinizi/finiappartenentiallefigurecomponentiil
campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini detto intervallistica del
campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini.
la valoristica del campo delle permutazioni della disposizione degli z inizi/fini formata
esclusivamente da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni della disposizione degli z
inizi/fini e la sua valoristica, ovvero al campo delle permutazioni della disposizione degli z
inizi/fini corrisponde una ed una sola valoristica ma non viceversa. In particolare, se si
considerano esclusivamente le figure di ordine z, alla valoristica del campo delle
permutazioni della disposizione degli z inizi/fini corrispondono le infinite figure di ordine z
definite dalle infinite traslazioni delle z! permutazioni delle 2 disposizioni degli z inizi/fini
che definiscono la figura presa in considerazione e la figura speculare ad essa.

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, data la figura


1/2 3/2 2/1:
1/1 1/2
I. Campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini 1/2
1/2 3/2 2/1
1/1 1/2

1/2 2/1 3/2


3/2 5/2

3/2 1/2 2/1


2/1 3/2

3/2 2/1 1/2


1/2 3/2

3/2

2/1:

2/1 1/2 3/2


3/2 1/1

2/1 3/2 1/2


5/2 2/1

II. Tutte le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini
1/2 3/2 2/1 hanno numerosit pari a 3.

172
III. La figura 1/2 3/2 2/1 ha dimensione pari a 3/2.
1/1 1/2
La figura 1/2 2/1 3/2 ha dimensione pari a 4/1.
3/2 5/2
La figura 3/2 1/2 2/1 ha dimensione pari a 7/2.
2/1 3/2
La figura 3/2 2/1 1/2 ha dimensione pari a 2/1.
1/2 3/2
La figura 2/1 1/2 3/2 ha dimensione pari a 5/2.
3/2 1/1
La figura 2/1 3/2 1/2 ha dimensione pari a 9/2.
5/2 2/1
IV. La figura 1/2 3/2 2/1 ha valoristica: [1/2, 1/1, 3/2].
1/1 1/2
La figura 1/2 2/1 3/2 ha valoristica: [3/2, 1/1, 5/2].
3/2 5/2
La figura 3/2 1/2 2/1 ha valoristica: [1/2, 3/2, 2/1].
2/1 3/2
La figura 3/2 2/1 1/2 ha valoristica: [1/2, 3/2, 2/1].
1/2 3/2
La figura 2/1 1/2 3/2 ha valoristica: [3/2, 1/1, 5/2].
3/2 1/1
La figura 2/1 3/2 1/2 ha valoristica: [3/2, 2/1, 5/2].
5/2 2/1
V. Valoristica del campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini 1/2 3/2 2/1:
[1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle seguenti coppie di valori complementari:
1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
VI. Figura speculare 1/2 1/1 2/1.
1/2 1/1
VII. Campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini 1/2 1/1 2/1:
1/2 1/1 2/1
1/2 1/1

1/2 2/1 1/1


3/2 2/1

1/1 1/2 2/1


5/2 3/2

1/1 2/1 1/2


1/1 3/2

2/1 1/2 1/1


3/2 1/2

2/1 1/1 1/2


2/1 5/2

173
VIII. Alla valoristica del campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini 1/2 3/2 2/1
corrispondono le infinite figure definite dalle infinite traslazioni delle 6 permutazioni della
disposizione di inizi/fini 1/2 3/2 2/1 e dalle infinite traslazioni delle 6 permutazioni della
disposizione di inizi/fini 1/2 1/1 2/1:
x1 x2 x3
1/1 1/2

x1 x2 x3
3/2 5/2

x1 x2 x3
2/1 3/2

x1 x2 x3
1/2 3/2

x1 x2 x3
3/2 1/1

x1 x2 x3
5/2 2/1
ove 0xi <3/1

x1 x2 x3
1/2 1/1

x1 x2 x3
3/2 2/1

x1 x2 x3
5/2 3/2

x1 x2 x3
1/1 3/2

x1 x2 x3
3/2 1/2

x1 x2 x3
2/1 5/2

Esempio 2: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti inizi/fini, data la figura:


3/4

7/4 11/4
1/1 1/1
I.

Valoristica della figura: [1/1, 2/1].

II.

Campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini 3/4

3/4 7/4 11/4


1/1 1/1
III.

3/4 11/4 7/4


2/1 2/1

7/4 3/4 11/4


2/1 2/1

7/4 11/4 3/4


1/1 1/1

7/4

11/4:

11/4 3/4 7/4


1/1 1/1

11/4 7/4 3/4


2/1 2/1

Tutte le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione di inizi/fini


3/4 7/4 11/4 hanno valoristica: [1/1, 2/1].

5.Permutazioni della disposizione di valori


Data una figura di ordine z definita da una disposizione di z inizi/fini e degli y = z-1 valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafine:

se nella disposizione degli y valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafinevi


sono solo valori differenti, possibile individuare y! figure di ordine z distinte definite dalle
y! disposizioni di z inizi/fini con medesimi primo inizio ed ultima fine della disposizione di z
inizi/fini che definisce la figura presa in considerazione corrispondenti alle y! permutazioni
della disposizione degli y valori consecutivi compresi trailprimoinizioelultimafineche
definisce la figura presa in considerazione (ove per permutazione si intende una differente
disposizione degli stessi valori); se nella disposizione degli y valori consecutivi compresi tra
il primo inizio e lultima fine vi sono valori uguali, alcune permutazioni danno la stessa
disposizione. In generale, se una figura definita da una disposizione di y valori consecutivi
compresi tra un inizio ed una fine -di cui y1 valori di un tipo, y2 valori di un altro tipo, etc.
fino a y , con y = y + y + ... + y - possibile individuare y!/ y ! ... y ! figure di ordine z
k

distinte. Tali figure avranno sempre in comune il primo inizio e lultima fine, ma non gli
inizi/fini compresi tra essi.
la disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine che
definisce la figura una delle y!/ y1! ... yk! permutazioni della disposizione degli y valori
consecutivicompresitrailprimoinizioelultimafinestessa.

174

linsiemedelley!/ y1! ... yk! figure di ordine z distinte definite dalle y!/ y1! ... yk! disposizioni
di z inizi/fini con medesimi primo inizio ed ultima fine della disposizione di z inizi/fini che
definisce la figura presa in considerazione corrispondenti alle y!/ y1! ... yk! permutazioni
della disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine
dettocampodellepermutazionidelladisposizionedegli y valori consecutivi compresi tra il
primoinizioelultimafine.
tutte le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y valori
consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine hanno uguale numerosit, pari a z,
essendo definite da differenti disposizioni dello stesso numero di inizi/fini.
tutte le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y valori
consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine hanno uguale dimensione, pari al
valore tra il primo inizio e lultima fine, essendo definite da differenti disposizioni degli
stessi y valori.
le figure componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y valori
consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine hanno uguale valoristica solo se
definite da disposizioni speculari di valori.
linsieme di tutti i valori esistenti tra tutte gli inizi/fini appartenenti a tutte le figure
componenti il campo delle permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi
compresi tra il primo inizio e lultima fine detto intervallistica del campo delle
permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e
lultimafine.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni della disposizione degli y
valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafineelasuavaloristica,ovveroal
campo delle permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo
inizio e lultima fine corrisponde sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa. In
particolare, se si considerano esclusivamente le figure di ordine z, alla valoristica del campo
delle permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo inizio e
lultima fine corrispondono le infinite figure di ordine z definite dalle infinite traslazioni
delle y!/ y1! ... yk! disposizioni di z inizi/fini con medesime primo inizio ed ultima fine della
disposizione di z inizi/fini che definisce la figura presa in considerazione corrispondenti alle
y!/ y1! ... yk! permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi compresi tra il primo
inizioelultimafinechedefiniscelafigurapresain considerazione.

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 frequenze, data la figura


1/2 3/2 2/1 1/4:
1/1 1/2 5/4
VIII. Campo delle permutazioni della disposizione di valori 1/1 1/2 5/4 compresi tra 1/2 e 1/4:
1/2 3/2 2/1 1/4
1/1 1/2 5/4

1/2 3/2 11/4 1/4


1/1 5/4
1/2

1/2 1/1 2/1 1/4


1/2 1/1 5/4

1/2 1/1 9/4 1/4


1/2 5/4 1/1

1/2 7/4 11/4 1/4


5/4 1/1
1/2

1/2 7/4 9/4 1/4


5/4 1/2
1/1

IX. Tutte le figure appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di valori
1/1 1/2 5/4 compresi tra 1/2 e 1/4 hanno numerosit pari a 4.

175
X. Tutte le figure appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di valori
1/1 1/2 5/4 compresi tra 1/2 e 1/4 hanno dimensioni pari a 11/4.
XI. Figure 1/2 3/2 2/1 1/4 e 1/2 7/4 9/4 1/4 hanno valoristica [1/2, 1/1, 5/4, 3/2, 7/4, 11/4].
1/1 1/2 5/4
5/4 1/2 1/1
Figure 1/2 3/2 11/4 1/4 e 1/2 1/1 9/4 1/4 hanno valoristica [1/2, 1/1, 5/4, 7/4, 9/4, 11/4].
1/1 5/4 1/2
1/2 5/4 1/1
Figure 1/2 1/1 2/1 1/4 e 1/2 7/4 11/4 1/4 hanno valoristica [1/2, 1/1, 5/4, 3/2, 9/4, 11/4].
1/2 1/1 5/4
5/4 1/1 1/2
XII. Valoristica del campo delle permutazioni della disposizione di valori 1/1 1/2 5/4 compresi tra
1/2 e 1/4 : [1/2, 1/1, 5/4, 3/2, 7/4, 9/4, 11/4].
XIII. Alla valoristica del campo delle permutazioni della disposizione di valori 1/1 1/2 5/4
compresi tra 1/2 e 1/4 corrispondono le infinite figure definite dalle infinite traslazioni delle 6
disposizioni di 4 inizi/fini con primo inizio 1/2 ed ultima fine 1/4 corrispondenti alle 6
permutazioni della disposizione di valori 1/1 1/2 5/4:
x1 x2 x3 x4
1/1 1/2 5/4

x1 x2 x3 x4
1/1 5/4 1/2

x1 x2 x3 x4
1/2 1/1 5/4
ove 0 xi < 3/1

x1 x2 x3 x4
1/2 5/4 1/1

x1 x2 x3 x4
5/4 1/1 1/2

x1 x2 x3 x4
5/4 1/2 1/1

6.Criteri per la selezione delle figure


Dato un sistema metrico rappresentato da cicli di n istanti iniziali/finali, e possibile selezionare
tutte le figure:

definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente un determinato inizio/fine o


insieme di inizi/fini.
definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente un determinato inizio o
insieme di inizi/fini come primo inizio o primi inizi/fini della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente una determinata fine o
insieme di inizi/fini come ultima fine o ultimi inizi/fini della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente una determinata sottodisposizione di inizi/fini.
definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente una determinata sottodisposizione di inizi/fini come primi inizi/fini della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di inizi/fini contenente una determinata sottodisposizione di inizi/fini come ultimi inizi/fini della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente un determinato valore o
insieme di valori.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente un determinato valore o
insieme di valori come primo valore o primi valori della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente un determinato valore o
insieme di valori come ultimo valore o ultimi valori della disposizione stessa.

176

definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente un determinato insieme di


valori ove per ciascun valore sia stabilito quante volte pu apparire nella disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente un determinato insieme di
valori ove per ciascun valore sia stabilito quante volte pu apparire consecutivamente nella
disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente una determinata sottodisposizione di valori.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente una determinata sottodisposizione di valori come primi valori della disposizione stessa.
definite da una qualsivoglia disposizione di valori contenente una determinata sottodisposizione di valori come ultimi valori della disposizione stessa.
aventi una determinata numerosit.
aventi una determinata dimensione.
cui corrisponde una determinata valoristica.
cui corrisponde una valoristica contenente un determinato valore o insieme di valori.
appartenenti al campo delle traslazioni della disposizione di z inizi/fini.
appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione di z inizi/fini.
appartenenti al campo delle permutazioni della disposizione degli y valori consecutivi
compresi tra un inizio ed una fine.
contenute in un determinato ritmo (vedi paragrafo sui ritmi)

I precedenti criteri possono essere combinati liberamente tra loro per dar vita ad ulteriori criteri.

177

V I. R I T M I
1.Definizione
Si definisce ritmo di ordine z (con z numero naturale > 1) una disposizione di inizi/fini e dei
valoriconsecutivicompresitrailprimoinizioelultimafineorganizzatainciclidi z inizi/fini cui
attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi
tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.
Poich ladisposizionedi inizi/fini e valorichedefinisce ilritmo ilrisultatodellorganizzazione
ciclica degli inizi/fini e dei valori stessi (ovvero della ripetizione nel tempo di un insieme ordinato
nel tempo di z inizi/fini e z valori), il ritmo pu essere rappresentato tramite un ciclo di z inizi/fini
cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi
compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.

Esempio 1: ritmo rappresentato da un ciclo di 2 inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la
prima posizione del ciclo e dei 2 valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi in un siste ma metrico rappresentato da cicli di 3
istanti iniziali/finali:
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

IV V

VI

VII VIII

Inizi/fini (posizione rispetto


loriginedelsistemainu):01/12/13/14/15/1

3,5

4,5 ...

IX

X ...

7/1

8/1 9/1 ...

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

Valori:

0 w < 3/1 inferiore al ciclo

1)1 (1,5

6/1

III)1 (I

w 3/1superiorealciclo
Classi di valori:

0 w < 3/1

Disposizione di inizi/fini:

1/21

3/22

Disposizione di valori:
Organizzazione in cicli di 2 inizi/fini:
Organizzazione in cicli di 2 valori:

4/1
(1/21

1/23
2/1

3/24
4/1

1/25
2/1

3/26
4/1

3/22) 1 (1/23 3/24) 2 (1/25

(4/1

2/1) 1 (4/1

1/27
2/1

...

...

3/26) 3 (1/27 ...

2/1) 2 (4/1

2/1) 3

178
Ritmo rappresentato tramite il ciclo di inizi/fini (1/2i 3/2i+1), ove i = 1, 2, 3, ... cui attribuito un
indice che identifica la prima posizione del ciclo e dei valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi (4/1 2/1):
1/2i
2/1

4/1
3/2i+1

Ogni sistema metrico caratterizzato dalla presenza di ritmi differenti (ovvero differenti
disposizioni di inizi/fini e dei valori consecutivi compresi tra il primo inizio e lultima fine
organizzate in cicli di inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo e
dei valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi), ma, grazie allorganizzazione degli istanti iniziali/finali in cicli di n istanti,
possibile riferirsi, ai fini della seguente analisi, solo alle infiniteclassidimodidefinitidaunciclo
semplice(ovverosenzaripetizionidielementi)diclassidiinizi/finicuiattribuitounindiceche
identifica la prima posizione del ciclo e delle classi di valori consecutivi compresi tra i due
inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.

Esempio 2: ritmi rappresentati da un ciclo di 3 inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la
prima posizione del ciclo e dei 3 valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prim a posizione di cicli consecutivi in un siste ma metrico rappresentato da cicli di 3
istanti iniziali/finali:
Disposizione istanti (in s):

0,5

1,5

Ordinamento della disposizione:

II

III

2,5

3,5

IV V

VI

VII VIII

4,5 ...

IX

X ...

Inizi/fini (posizione rispetto


loriginedelsistemainu):01/12/13/1 4/1

5/1

6/1

7/1

8/1 9/1 ...

Organizzazione in cicli di 3 istanti:

(0

0,5

2,5)2 (3

3,5

4)3 (4,5 ...

Ordinamento del ciclo di istanti:

(I

II

II

III)2 (I

II

III)3 (I ...

Inizi/fini (posizione rispetto al primo


istante del ciclo cui appartiene in u):

(01 1/11 2/11) (02 1/12 2/12) (03 1/13 2/13) (0 ...

Classi di inizi/fini:

0 x < 3/1

Valori:

0 w < 3/1 inferiore al ciclo


w 3/1

Classi di valori:

0 w < 3/1

superiore al ciclo

1)1 (1,5
III)1 (I

179
Esempidiritmi:1/21
3/2
1/2
a)
2/11
1/11
1/1
1/21
3/2
1/1
b)
2/12

3/21
7/2

5/21
21/4

5/2

c)
1/43

2/12
5/4

1/21
3/2
3/2
d)
2/12

2/11
3/1

Esempi di classi di ritmi:

1/2
3/2
1/2
a)
2/1

1/1
1/1
1/2

3/2

1/1

b)
2/1

3/2
1/2

5/2
9/4

5/2

c)
1/4

2/1
5/4

1/2
3/2

3/2

d)
2/1

2/1
0

non rappresenta una classe di ritmi in quanto


non definita da una ciclo semplice di inizi/fini

180

2.Propriet
Dato un ritmo di ordine z rappresentato da un ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

la numerosit del ritmo pari a z.


la dimensione del ritmo pari al valore tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima
posizione di cicli consecutivi.
non esiste una relazione biunivoca tra il ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo ed il ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due
inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi, ovvero al ciclo
degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo
corrisponde sempre uno ed un solo ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due
inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi, ma non viceversa;
in particolare, al ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi corrispondono infiniti differenti cicli di z
inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo, le cosiddette
infinite traslazioni del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima
posizione del ciclo (vedi paragrafo sulle traslazioni del ciclo di inizi/fini).
linsiemeditutti i valori esistenti tra tutti gli inizi/fini appartenenti al ciclo degli z inizi/fini
cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che definisce il ritmo
dettovaloristicadelritmo.
la valoristica del ritmo formata esclusivamente da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il ritmo e la sua valoristica, ovvero al ritmo
corrisponde sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa; in particolare, se si
considerano esclusivamente i ritmi di ordine z, alla valoristica del ritmo corrispondono gli
infiniti ritmi rappresentati dalle infinite traslazioni delle (z-1)! permutazioni degli z!/ z1! ...
zk! cicli degli z inizi/fini cui attribuito il medesimo indice del ciclo di z inizi/fini che
rappresenta il ritmo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z ! ... z ! permutazioni del
1

ciclo di valori consecutivi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1
+ z2 + ... + zk - che definisce il ritmo preso in considerazione (vedi paragrafi sulle
permutazioni del ciclo di inizi/fini e sulle permutazioni del ciclo di valori).

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, dato il ritmo:


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

I. La numerosit del ritmo pari a 3.


II. La dimensione del ritmo pari a 3/1.
III. Esempi di traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2
a) (1/4

5/4

7/4)

b) (3/4

7/4

9/4)

3/2

2/1):

181
IV. Valoristica del ritmo: [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2]
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
V. 6 permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2):
(1/1 1/2 3/2) (1/1 3/2 1/2) (1/2 1/1 3/2) (1/2 3/2 1/1) (3/2 1/1 1/2) (3/2 1/2 1/1)
6 cicli di inizi/fini cui attribuito il medesimo indice del ciclo di inizi/fini (1/2
corrispondenti alle 6 permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2):

3/2

2/1)

(1/2 3/2 2/1) (1/2 3/2 0) (1/2 1/1 2/1) (1/2 1/1 5/2) (1/2 2/1 0) (1/2 2/1 5/2)
VI. 2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):
(1/2 3/2 2/1) (1/2 2/1 3/2)
2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 0):
(1/2 3/2 0) (1/2 0 3/2)
2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 1/1 2/1):
(1/2 1/1 2/1) (1/2 2/1 1/1)
2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 1/1 5/2):
(1/2 1/1 5/2) (1/2 5/2 1/1)
2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 0):
(1/2 2/1 0) (1/2 0 2/1)
2 permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 5/2):
(1/2 2/1 5/2) (1/2 5/2 2/1)
VII. Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):
x1
3/2
1/1
x3

x2
1/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 3/2):
x1
3/2
3/2
x3

x2
5/2

182
Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 0):
x1
1/2
1/1
x3

x2
3/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 0 3/2):
x1
2/1
5/2
x3

x2
3/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 1/1 2/1):
x1
3/2
1/2
x3

x2
1/1

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 1/1):
x1
5/2
3/2
x3

x2
2/1

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 1/1 5/2):
x1
1/1
1/2
x3

x2
3/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 5/2 1/1):
x1
5/2
2/1
x3

x2
3/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 0):
x1
1/2
3/2
x3

x2
1/1

183
Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 0 2/1):
x1
3/2
5/2
x3

x2
2/1

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 2/1 5/2):
x1
1/1
3/2
x3

x2
1/2

Ritmi definiti dalle infinite traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 5/2 2/1):
x1
3/2
2/1
x3

x2
5/2

VIII. Alla valoristica del ritmo


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

corrispondono gli infiniti ritmi al punto VII.

2.Traslazioni del ciclo di inizi/fini


Dato un ritmo di ordine z rappresentato da un ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare infiniti ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle infinite traslazioni
del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo
che rappresenta il ritmo preso in considerazione (ove per traslazione si intende un differente
ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo al
quale corrisponde il medesimo ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi).
il ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il ritmo una delle infinite traslazioni del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito
un indice che identifica la prima posizione del ciclo.
linsieme degli infiniti ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle infinite traslazioni del
ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo
dettocampodelletraslazionidelciclodegli z inizi/fini.

184

tutti i ritmi componenti il campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati da un differente ciclo dello stesso numero di
inizi/fini.
tutti i ritmi componenti il campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
dimensione, pari al valore tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di valori.
tutti i ritmi componenti il campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
valoristica, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di valori.
linsieme di tutti i valori esistenti tratutte gli inizi/fini appartenenti ai ritmi componenti il
campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini detto valoristica del campo delle
traslazioni del ciclo degli z inizi/fini. Essa coincide con la valoristica di qualsiasi ritmo
componente il campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini stesso.
la valoristica del campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini formata esclusivamente
da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini e
la sua valoristica, ovvero al campo delle traslazioni del ciclo degli z inizi/fini corrisponde
sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa; in particolare, se si considerano
esclusivamente i ritmi di ordine z, alla valoristica del campo delle traslazioni del ciclo degli
z inizi/fini corrispondono gli infiniti ritmi rappresentati dalle infinite traslazioni delle (z-1)!
permutazioni degli z!/ z1! ... zk! cicli degli z inizi/fini cui attribuito il medesimo indice del
ciclo di z inizi/fini che rappresenta il ritmo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1!
... z ! permutazioni del ciclo di valori consecutivi tra i due inizi/fini equivalenti che
k

occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di un


altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il ritmo preso in
considerazione (vedi paragrafi sulle permutazioni del ciclo di inizi/fini e sulle permutazioni
del ciclo di valori).

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, dato il ritmo:


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

I. Campo delle traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):


x1
3/2
1/1
x3

x2
1/2

II. Tutti i ritmi appartenenti al campo delle traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
numerosit pari a 3, dimensione pari a 3/1 e valoristica [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
III. Valoristica del campo delle traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):[1/2,1/1,3/2,2/1,5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].

185

IV. Alla valoristica del campo delle traslazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) corrispondono i
ritmialpuntoVII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeiritmi.

3.Permutazioni del ciclo di inizi/fini


Dato un ritmo di ordine z rappresentato da un ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare (z-1)! ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle (z-1)! permutazioni
del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo
che rappresenta il ritmo preso in considerazione (ove per permutazione si intende un
differente ciclo degli stessi inizi/fini cui attribuito un indice che identifica come prima
posizione del ciclo il medesimo inizio identificato come prima posizione del ciclo che
rappresenta il ritmo preso in considerazione).
il ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il ritmo una delle (z-1)! permutazioni del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito
un indice che identifica la prima posizione del ciclo.
linsieme degli (z-1)! ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle (z-1)! permutazioni del
ciclo degli z inizi/finidettocampodellepermutazionidelciclodegli z inizi/fini.
tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati da differenti cicli dello stesso numero di
inizi/fini.
i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
dimensione, pari al valore tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi, solo se rappresentati da cicli differenti degli stessi valori.
tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fine hanno uguale
valoristica.
linsieme di tutti i valori esistenti tra tutti gli inizi/fini appartenenti ai ritmi componenti il
campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini detto valoristica del campo delle
permutazioni del ciclo degli z inizi/fini. Essa coincide con la valoristica di qualsiasi ritmo
componente il campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini stesso.
la valoristica del campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini formata
esclusivamente da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini
e la sua valoristica, ovvero al campo delle permutazioni del ciclo degli z inizi/fini
corrisponde una ed una sola valoristica ma non viceversa. In particolare, se si considerano
esclusivamente i ritmi di ordine z, alla valoristica del campo delle permutazioni del ciclo
degli z inizi/fini corrispondono gli infiniti ritmi rappresentati dalle infinite traslazioni delle
(z-1)! permutazioni degli z!/ z1! ... zk! cicli degli z inizi/fini cui attribuito il medesimo
indice del ciclo di z inizi/fini che rappresenta il ritmo preso in considerazione corrispondenti
alle z!/ z1! ... zk! permutazioni del ciclo di valori consecutivi tra i due inizi/fini equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di
un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il ritmo preso in
considerazione (vedi paragrafo sulle permutazioni del ciclo di valori).

186

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 inizi/fini, dato il ritmo:


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

I. Campo delle permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):


1/21/2
3/2
1/1
2/1
2/1

3/2

3/2

1/2

3/2
2/1

5/2

II. Tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
numerosit pari a 3.
III. Il ritmo1/2hadimensioneparia3/1.
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

Il ritmo

1/2hadimensioneparia6/1.
2/1
3/2
3/2

2/1
5/2

IV. Tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
valoristica: [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
V. Valoristica del campo delle permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):
[1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
VI. Alla valoristica del campo delle permutazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1)
corrispondono i ritmi al punto VII. dellesempio 1 relativo al paragrafo sulle propriet dei
ritmi.

187

4.Rotazioni del ciclo di inizi/fini


Dato un ritmo di ordine z rappresentato da un ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

possibile individuare z ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle z rotazioni del ciclo
degli z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo (ove per
rotazione si intende il medesimo ciclo di inizi/fini cui attribuito un differente indice che
identifica la prima posizione del ciclo).
il ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo che
rappresenta il ritmo una delle z rotazioni del ciclo degli z inizi/fini cui attribuito un indice
che identifica la prima posizione del ciclo.
linsieme degli z ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle z rotazioni del ciclo degli z
inizi/finicuiattribuitounindicecheidentificalaprimaposizionedelciclodettocampo
delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini.
tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
numerosit, pari a z, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di inizi/fini.
tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
dimensione, pari al valore tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di valori.
tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini hanno uguale
valoristica, essendo rappresentati dal medesimo ciclo di valori.
linsieme di tutti i valori esistenti tra tutti gli iniz/fini appartenenti ai ritmi componenti il
campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/finidettovaloristicadelcampodellerotazioni
del ciclo degli z inizi/fini.Essacoincideconlavaloristicadiqualsiasiritmocomponente il
campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini stesso.
la valoristica del campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini formata esclusivamente
da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini e la
sua valoristica, ovvero al campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini corrisponde una
ed una sola valoristica ma non viceversa. In particolare, se si considerano esclusivamente i
ritmi di ordine z, alla valoristica del campo delle rotazioni del ciclo degli z inizi/fini
corrispondono gli infiniti modi rappresentati dalle infinite traslazioni delle (z-1)!
permutazioni degli z!/ z1! ... zk! cicli degli z inizi/fini cui attribuito il medesimo indice del
ciclo di z inizi/fini che rappresenta il ritmo preso in considerazione corrispondenti alle z!/ z1!
... z ! permutazioni del ciclo di valori consecutivi tra i due inizi/fini equivalenti che
k

occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di un


altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il ritmo preso in
considerazione (vedi paragrafo sulle permutazioni del ciclo di valori).

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, dato il ritmo:


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

188
I. Campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):
1/23/22/1
3/2
1/1 1/1
1/2 1/2
3/2
2/1

3/2
1/2

1/2

2/1
3/2

3/2

1/2
1/1

II. Tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
numerosit pari a 3.
III. Tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
dimensione pari a 3/1.
IV. Tutti i ritmi componenti il campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) hanno
valoristica: [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
V. Valoristica del campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1):
[1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
VI. Alla valoristica del campo delle rotazioni del ciclo di inizi/fini (1/2 3/2 2/1) corrispondono i
ritmialpuntoVII.dellesempio1relativoalparagrafosulleproprietdeiritmi.

5.Permutazioni del ciclo di valori


Dato un ritmo di ordine z rappresentato da un ciclo di z inizi/fini cui attribuito un indice che
identifica la prima posizione del ciclo e degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini
equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi:

se nel ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano
la prima posizione di cicli consecutivi vi sono solo valori differenti, possibile individuare
z! ritmi di ordine z distinti rappresentati dagli z! cicli di z inizi/fini cui attribuito il
medesimo indice del ciclo di z inizi/fini che rappresenta il ritmo preso in considerazione
corrispondenti alle z! permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due
inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi che rappresenta il
ritmo preso in considerazione (ove per permutazione si intende un differente ciclo degli
stessi valori); se nel ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi vi sono valori uguali, alcune
permutazioni danno lo stesso ciclo. In generale, se un ritmo rappresentato da un ciclo di z
valori consecutivi compresi tra due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di
cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1

189

+ z2 + ... + zk - possibile individuare z/ z1! ... zk! ritmi di ordine z distinti. Tali ritmi avranno
sempreincomunelinizio/finecheoccupalaprima posizione del ciclo, ma non gli altri.
il ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la
prima posizione di cicli consecutivi che rappresenta il ritmo una delle z/ z1 ! ... zk!
permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi.
linsieme degli z!/ z1! ... zk! ritmi di ordine z distinti rappresentati dalle z!/ z1! ... zk!
permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di un
altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - dettocampodellepermutazionidelciclo
degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima
posizionedicicliconsecutivi.
tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi
compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
hanno uguale numerosit, pari a z, essendo definiti da differenti cicli dello stesso numero di
inizi/fini.
tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi
compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi
hanno uguale dimensione, pari al valore tra i due inizi/fini, essendo definiti da differenti cicli
degli stessi z valori.
tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi
compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi,
hanno uguale valoristica, essendo definiti da differenti cicli degli stessi z valori. Essa
coincide con la valoristica di qualsiasi ritmo componente il campo delle permutazioni del
ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la
prima posizione di cicli consecutivi stesso.
linsiemedituttiivaloriesistentitratuttegliinizi/finiappartenentiatuttiiritmicomponenti
il campo delle permutazioni del ciclo degli z valori compresi tra i due inizi/fini equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi detto valoristica del campo delle
permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupanolaprimaposizionedicicliconsecutivi.
la valoristica del campo delle permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i
due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi formata
esclusivamente da coppie di valori complementari.
non esiste una relazione biunivoca tra il campo delle permutazioni del ciclo degli z valori
consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli
consecutivi e la sua valoristica, ovvero al campo delle permutazioni del ciclo degli z valori
consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli
consecutivi corrisponde sempre una ed una sola valoristica ma non viceversa. In particolare,
se si considerano esclusivamente i ritmi di ordine z, alla valoristica del campo delle
permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i due inizi/fini equivalenti che
occupano la prima posizione di cicli consecutivi corrispondono gli infiniti modi
rappresentati dalle infinite traslazioni delle (z-1)! permutazioni degli z!/ z1! ... zk! cicli degli
z inizi/fini cui attribuito un indice che identifica la prima posizione del ciclo corrispondenti
alle z!/ z1! ... zk! permutazioni del ciclo di valori consecutivi tra i due inizi/fini equivalenti
che occupano la prima posizione di cicli consecutivi - di cui z1 valori di un tipo, z2 valori di
un altro tipo, etc. fino a zk , con z = z1 + z2 + ... + zk - che rappresenta il ritmo preso in
considerazione.

190

Esempio 1: in un sistema metrico rappresentato da cicli di 3 istanti iniziali/finali, dato il ritmo:


1/2
3/2
1/1
2/1

3/2
1/2

I. Campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli inizi/fini 1/2i ed 1/2i+1:
1/21/21/21/21/21/2
3/2
1/1 1/2
1/1 3/2
1/2 1/1
1/2 1/2
3/2 1/1
3/2
2/1

3/2
1/2

3/2
3/2

2/1

1/1 5/2
1/1

1/1
3/2

2/1 5/2
1/1

2/1
1/2

II. Tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli
inizi/fini 1/2i ed 1/2i+1 hanno numerosit pari a 3.
III. Tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli
inizi/fini 1/2i ed 1/2i+1 hanno dimensioni pari a 3/1.
IV. Tutti i ritmi componenti il campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli
inizi/fini 1/2i ed 1/2i+1 hanno valoristica: [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
V. Valoristica del campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli inizi/fini 1/2i
ed 1/2i+1: [1/2, 1/1, 3/2, 2/1, 5/2].
Tale valoristica costituita dalle coppie di valori complementari: 1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2.
Essa pu dunque essere cos rappresentata: [1/2+5/2, 1/1+2/1, 3/2+3/2].
VI. Alla valoristica del campo delle permutazioni del ciclo di valori (1/1 1/2 3/2) tra gli inizi/fini
1/2i ed 1/2i+1corrispondono i ritmi al punto VII. dellesempio 1 relativo al paragrafo sulle
propriet dei ritmi.

6.Criteri per la selezione dei ritmi


Dato un sistema metrico rappresentato da cicli di n istantiiniziali/finali,epossibileselezionaretutti
i ritmi:

rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato inizio/fine o


insieme di inizi/fini.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato inizio/fine o
insieme di inizi/fini come primo inizio/fine o primi inizi/fini del ciclo stesso.

191

rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato inizio/fine o


insieme di inizi/fini come ultimo inizio/fine o ultimi inizi/fini del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato sotto-ciclo di
inizi/fini.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato sotto-ciclo di
inizi/fini come primi inizi/fini del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di inizi/fini contenente un determinato sotto-ciclo di
inizi/fini come ultimi inizi/fini del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato valore o insieme
di valori.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato valore o insieme
di valori come primo valore o primi valori del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato valore o insieme
di valori come ultimo valore o ultimi valori del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato insieme di valori
ove per ciascun valore sia stabilito quante volte pu apparire nel ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato insieme di valori
ove per ciascun valore sia stabilito quante volte pu apparire consecutivamente nel ciclo
stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato sotto-ciclo di
valori.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato sotto-ciclo di
valori come primi valori del ciclo stesso.
rappresentati da un qualsivoglia ciclo di valori contenente un determinato sotto-ciclo di
valori come ultimi valori del ciclo stesso.
aventi una determinata numerosit.
aventi una determinata dimensione.
cui corrisponde una determinata valoristica.
cui corrisponde una valoristica contenente un determinato valore o insieme di valori.
appartenenti al campo delle traslazioni del ciclo di z inizi/fini .
appartenenti al campo delle permutazioni del ciclo di z inizi/fini.
appartenenti al campo delle rotazioni del ciclo di z inizi/fini.
appartenenti al campo delle permutazioni del ciclo degli z valori consecutivi compresi tra i
due inizi/fini equivalenti che occupano la prima posizione di cicli consecutivi.

I precedenti criteri possono essere combinati liberamente tra loro per dar vita ad ulteriori criteri.

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