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VALERIO SAVOIA
AmbienteDiritto.it
Legislazione Giurisprudenza
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Abstract
The new strategy for the development and the occupation is represented from the negotiated programming, a complex
of instruments inspires you to an only philosophy of finalized participation to promote and to value the processes of
development of the Country. It consists in ulterior introduced criteria of participation from the legislator beside the
traditional instruments of economic politics, to the aim to coordinate the action of the State and the powers that influence
in the development processes, and to join together the varieties of interests that act to various territorial scale.
The present job is taken care of the instruments of negotiated programming employs to you from the public
Administrations, in particular comes dealt the topic of the Agreements of Program, uses you like instrument of financing
for the participations of reclamation.
Leaving from one more general classification than such normative instruments all are analyzed make that they lead to
the realization of the Agreement of Program and also the successes to you implementations to you.
Key words: Negotiated programming; Institutional understanding of program; Agreement of Program Picture;
Agreement of Program; Convention.
INDICE
INTRODUZIONE
1 LA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
2 STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
3 LINTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA
4 LACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
4.1. LAPQ COME STRUMENTO ATTUATIVO DELLIIP
4.2. ISTRUTTORIA E STIPULA DELL ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
4.3. LE SEZIONI DELLACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
4.4. IL MONITORAGGIO DELLATTUAZIONE DELLINTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA E DEGLI ACCORDI DI
PROGRAMMA QUADRO
4.5. IL PROCESSO, I SOGGETTI E GLI STRUMENTI DEL MONITORAGGIO
4.6. I CONTENUTI INFORMATIVI DEL MONITORAGGIO
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
allaffermarsi delle istituzioni rappresentative dei territori regionali e locali. Nella seconda met degli anni 90 vengono
emanate le leggi Bassanini, fino ad arrivare, alla fine del 2001, alla legge costituzionale n. 3, che ha approvato la
riforma del titolo V della Costituzione.
In questo contesto nasce lidea della programmazione negoziatache si sviluppa nel corso degli anni novanta.
Il testo vigente del Titolo V ( Le Regioni, le Province, i Comuni), articolo 114 della Costituzione italiana risulta
essere una sintesi della nuova architettura istituzionale e di governo:
La Repubblica costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Citt metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le
Province, le Citt metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi
dalla Costituzione.
Si tratta di una questione nodale per capire gli scenari sul tema degli Accordi di Programma Quadro. Da questo
articolo si evince che la Repubblica Italiana la risultante della coesistenza di vari soggetti politici: lo Stato, le Regioni e i
Comuni.
Ciascuno di questi soggetti, infatti, strutturato in questo sistema in modo tale che sia rappresentativo di una parte della
popolazione anche se nella realt lo Stato detiene la funzione costituzionale e dunque le regole fondamentali; il Governo
ha una competenza estesa su tutto il territorio nazionale; la sovranit continua ad essere incardinata nel Parlamento, con
tutto ci che questo comporta dal punto di vista della capacit politica e decisionale.
Questa spinta a far emergere le realt locali fa cambiare completamente il modo con il quale questi livelli di governo si
relazionano fra di loro.
Quando lo scenario era tendenzialmente gerarchico le relazioni tra i livelli di governo, regionali e subregionali, si
consideravano subordinati agli indirizzi politici nazionali. Passando, invece, da uno schema gerarchico ad uno paritario,
dal punto di vista giuridico e politico subentrata unaltra disciplina delle relazioni tra gli enti.
Ha trovato applicazione quel principio di leale collaborazione che individua lo strumento necessario di tipo giuridico
nella forma dellAccordo. LAccordo , infatti, una modalit tecnica di condivisione e di definizione delle regole, oltre che
delle decisioni programmatorie e di attuazione, tipiche delle forme di governo tendenzialmente federaliste o, comunque
con livelli di governo locale fortemente autonomi dal punto di vista politico. Da qui si deve partire quando si parla degli
strumenti della programmazione negoziata.
In questo scenario storico e politico va considerata anche lUnione Europea, con il suo peso nella politica del nostro
Paese e soprattutto nelle Regioni meridionali e nelle aree in ritardo di sviluppo, visto che fornisce in questo momento
storico la gran parte delle risorse di investimento per sviluppo programmabili ad opera degli Enti locali, ovvero i Fondi
Strutturali.
Nasce in questo scenario lesigenza di dare una regola al principio di reale collaborazione negli investimenti.
2 STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
Larticolo 2, comma 203, della legge n. 662 del 23 dicembre 1996, costituisce la fonte giuridica della
programmazione negoziata.
Tale norma, al fine di regolare gli interventi che coinvolgono una molteplicit di soggetti pubblici e privati e che
comportano attivit decisionali complesse, nonch la gestione unitaria delle risorse finanziarie, istituisce i seguenti
strumenti di programmazione negoziata:
1) lIntesa Istituzionale di Programma (di cui parleremo diffusamente pi avanti);
2) l Accordo di Programma Quadro (di cui parleremo diffusamente pi avanti);
3) il Patto Territoriale: ovvero lAccordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati
relativo allattuazione di un programma di interventi caratterizzati da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale.
Questo Accordo il risultato della concertazione e tocca in maniera trasversale diversi segmenti socio-economici, con
unattenzione costante ai bisogni ed alle esigenze delle parti interessate;
4) il Contratto di Programma: un contratto stipulato tra amministrazione statale, grandi imprese, consorzi di piccole
imprese, e rappresentanze di distretti industriali, per la realizzazione di iniziative atte a generare significative ricadute
occupazionali, anche riferibili ad attivit di ricerca e di servizio a gestione consortile;
5) il Contratto darea: uno strumento operativo concordato tra amministrazioni, anche locali, rappresentanze dei
lavoratori e dei datori di lavoro, ed eventuali altri soggetti interessati per realizzare azioni finalizzate ad accelerare lo
sviluppo e creare nuova occupazione in territori circoscritti. Le sue finalit prioritarie consistono quindi nella realizzazione
di un ambiente
economico favorevole ad attirare iniziative imprenditoriali, e nella creazione di nuova occupazione mediante lo stimolo
agli investimenti.
Tutti questi strumenti implicano decisioni istituzionali e risorse finanziarie a carico delle amministrazioni statali e degli Enti
pubblici territoriali.
La delibera CIPE del 21 marzo del 1997 ha dettato la disciplina di dettaglio delle Intese Istituzionali di Programma,
dei Patti Territoriali, dei Contratti d'Area e dei Contratti di Programma, definendone finalit, oggetto, soggetti
coinvolti, modalit attuative e di finanziamento.
Questi strumenti sono applicabili in tutto il territorio nazionale e non solo nelle aree sottoutilizzate. Solo a queste
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
ultime, tuttavia, sono destinati i fondi assegnati dal CIPE con proprie delibere.
Esaminiamo, in dettaglio, lattuale disciplina della programmazione negoziata, come risultante dalla legge 23
dicembre 1996, n. 662 e dalla Delibera CIPE del 21 marzo 1997, in particolare lIntesa Istituzionale di
Programma e lAccordo di Programma Quadro.
3 LINTESA ISTITUZIONALE DI PROGRAMMA
Larticolo 2, comma 203, lettera a) della legge finanziaria n. 662 del 1996 definisce la
Programmazione negoziata come la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto pubblico
competente e la parte o le parti pubbliche o private per lattuazione di interventi diversi, riferiti ad ununica finalit di
sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attivit di competenza.
La lettera b) del medesimo articolo esplicita la definizione dellIntesa Istituzionale di Programma, come
laccordo tra amministrazione centrale, regionale o delle province autonome con cui tali soggetti si impegnano a
collaborare sulla base di una ricognizione programmatica delle risorse finanziarie disponibili, dei soggetti interessati, delle
procedure amministrative occorrenti per la realizzazione di un piano pluriennale di interesse comune o funzionalmente
collegati. La gestione finanziaria degli interventi per i quali sia necessario il concorso di pi amministrazioni dello Stato,
nonch di queste ed altre amministrazioni, enti ed organismi pubblici, anche operanti in regime privatistico, pu attuarsi
secondo le procedure o le modalit previste allart. 8 del DPR n. 367 del 1994.
Larticolo 1.1 della suddetta delibera CIPE del 21 marzo 1997 fissa le seguenti regole: LIntesa costituisce lo
strumento con il quale sono stabiliti congiuntamente tra il Governo e la giunta di ciascuna regione o provincia autonoma
gli obiettivi da conseguire e i settori nei quali indispensabile lazione congiunta degli organismi predetti. Essa
rappresenta lordinaria modalit del rapporto tra Governo nazionale e giunta di ciascuna Regione o Provincia Autonoma
per favorire lo sviluppo, in coerenza con la prospettiva di una progressiva trasformazione dello Stato in senso federalista.
Oggetto dellIntesa la collaborazione finalizzata alla realizzazione di un piano pluriennale di interventi di interesse
comune e funzionalmente collegati da realizzarsi nel territorio della singola Regione o Provincia Autonoma e nel quadro
della programmazione statale e regionale.
Da questa disciplina ne deriva che lIntesa uno strumento che riguarda gli esecutivi dello Stato e delle Regioni o delle
Province Autonome. LIntesa riguarda, quindi, il Governo e le Giunte, questi sono i soggetti indicati espressamente.
Si tratta di un dialogo a livello politico tra esecutivi, tra Ministri ed Assessori, Ministri e Presidenti di Giunte regionali, su
decisioni programmatorie.
LIntesa Istituzionale di Programma , dunque, un Accordo politico tra esecutivi e rientra, dal punto di vista della
disciplina, tra gli atti di indirizzo politico amministrativo, di cui agli articoli 3 e 14 del Decreto Legislativo n. 165
del 2001. LIntesa un atto di orientamento, un atto di macro-programmazione, un atto di strategia e di indirizzo
politico amministrativo.
In pratica lIntesa, che segue uno schema generale predefinito approvato dalla Conferenza Stato- Regioni
nella seduta del 9 ottobre 1997 adattato di volta in volta alle singole specificit regionali. Essa costituita da:
a) un articolato;
b) un Allegato Tecnico allIntesa Istituzionale di Programma.
Ciascuna Intesa definita sulla base di un processo lungo e complesso di concertazione e codecisione da parte dello
Stato e della Regione, allinterno del quale viene concordata la strategia di sviluppo regionale, che deve individuare:
gli obiettivi;
le priorit, ovvero i settori nei quali indispensabile lazione congiunta;
gli specifici Accordi di Programma Quadro - precisandone criteri, tempi e modi per la
sottoscrizione - attraverso i quali attuare
i programmi dintervento necessari a conseguire gli obiettivi concordati;
le risorse finanziarie disponibili;
la previsione delle modalit di verifica periodica e di aggiornamento degli obiettivi generali e degli
strumenti attuativi (APQ).
Nella fase attuativa, il governo dellIntesa affidato a due appositi organismi:
1) il Comitato istituzionale di gestione (CIG), rappresentativo del livello politico, cui partecipano i Ministri o
Sottosegretari e i rappresentanti della Giunta regionale o della Provincia Autonoma, con il compito di governare i
processi;
2) il Comitato paritetico di attuazione (CPA), rappresentativo del livello amministrativo, cui partecipano i
rappresentanti delle amministrazioni interessate, con il compito di vigilare sul corretto svolgersi delle attivit.
LIntesa deve essere approvata dal CIPE, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e
le Province Autonome di Trento e Bolzano, prima della sua sottoscrizione da parte del Presidente del Consiglio
dei Ministri e del Presidente della Giunta regionale o della Provincia Autonoma.
Dal 3 marzo 1999, data di sottoscrizione delle prime tre Intese Istituzionali di Programma stipulate tra il Governo e le
Regioni Lombardia, Toscana e Umbria, la fase della stipula delle ulteriori intese con le restanti Regioni si conclusa nel
primo semestre 2001.
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
Le Intese vengono finanziate annualmente con risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) determinate
annualmente con le autorizzazioni iscritte nella tabella D della legge finanziaria annuale, e successivamente ripartite tra
tutte le Regioni e Province Autonome con le apposite delibere del CIPE. Sono risorse aggiuntive, complementari a
quelle ordinarie, finalizzate al riequilibrio economico e sociale di territori che presentano divari strutturali.
In questa prospettiva, le Intese costituiscono lo strumento di programmazione delle risorse aggiuntive
nazionali per la politica di sviluppo regionale.
4 LACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
4.1. LAPQ COME STRUMENTO ATTUATIVO DELLIIP
Una particolare attenzione va posta allAccordo di Programma Quadro che rappresenta lo strumento attuativo
dellIntesa Istituzionale di Programma.
Come indicato allarticolo 2, comma 203, lettera c) della legge n. 662/1996, lAccordo di Programma Quadro
(APQ) definisce un programma esecutivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati previsto nellambito
di una Intesa Istituzionale di Programma (IIP).
LAccordo stipulato tra Amministrazioni centrali, Regioni, Province Autonome ed Enti locali ed altri soggetti pubblici e
privati interessati.
La normativa citata prevede che lAPQ debba indicare:
1. le attivit e gli interventi da realizzare;
2. i soggetti responsabili dellattuazione delle singole attivit ed interventi;
3. gli eventuali Accordi di Programma ai sensi dellarticolo 34 del Decreto Legislativo n. 267/2000;
4. le eventuali Conferenze di Servizi o Convenzioni necessarie per lattuazione dellAccordo;
5. gli impegni di ciascun soggetto, nonch del soggetto cui competono poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi, o
inadempienze;
6. i procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti tra i soggetti partecipanti allAccordo;
7. le risorse finanziarie occorrenti per le diverse tipologie di intervento, a valere sugli stanziamenti pubblici o anche
reperite tramite finanziamenti privati;
8. le procedure ed i soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica dei risultati.
Le disposizioni della norma sopra citata sono state recepite da uno schema tipo di APQ definito dal Ministero
dellEconomia e delle Finanze in collaborazione con le Regioni.
Al fine di fornire elementi utili allapprofondimento degli APQ, da una parte illustreremo i principali passaggi dellistruttoria
dellAccordo e le caratteristiche delle diverse sezioni dellatto, dallaltra i contenuti dellattivit di monitoraggio.
4.2. ISTRUTTORIA E STIPULA DELL ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
Le principali fasi dellistruttoria, tra loro temporalmente sovrapposte, concernono:
1. lanalisi del programma di interventi;
2. lanalisi delle amministrazioni coinvolte;
3. lanalisi delle risorse finanziarie e delle schede-intervento.
1) La prima fase ha come finalit lesame della proposta della Regione riguardo agli obiettivi dellAccordo e allinsieme
degli interventi che si intendono realizzare.
Una prima verifica riguarda la coerenza della proposta con quanto definito in sede di Intesa Istituzionale di Programma,
ovvero circa la previsione o meno dellindicazione dello stipulando APQ nellIntesa medesima.
Tuttavia, recenti delibere CIPE consentono alle Regioni di scegliere in piena autonomia, indipendentemente dalla
previsione nellambito della precedente IIP, i settori dintervento relativi ai progetti da finanziare.
Una seconda verifica riguarda lesame delle finalit dellAccordo, in particolare gli obiettivi da perseguire, il contributo dei
singoli interventi al raggiungimento degli stessi obiettivi e la loro coerenza con gli atti di programmazione e le normative
comunitarie, nazionali e regionali, ovvero con precedenti finanziamenti pubblici.
In questa parte dellistruttoria si intende assicurare che il programma di interventi da finanziare sia in linea e quindi
contribuisca positivamente alla programmazione di settore di livello superiore e che allo stesso tempo siano chiaramente
definiti i suoi obiettivi.
E necessario, infatti, verificare che gli interventi da inserire nellAPQ siano stati individuati nel rispetto della coerenza
programmatica: per ogni Amministrazione centrale e regionale la coerenza programmatica stabilita facendo
riferimento ai criteri specificati nei propri Programmi operativi comunitari, nazionali e regionali, o nei propri DOCUP
(Documento Unico di Programmazione), con un rafforzamento, per quanto riguarda la coerenza programmatica, della
rilevanza dei criteri generali comunitari aggiornati a seguito della revisione di met percorso del ciclo di programmazione
comunitario 2000-2006. Ogni Amministrazione avr la flessibilit di discostarsi, su specifiche questioni, da tali criteri,
dandone chiara motivazione, purch, se Autonomie regionali, in coerenza con la propria programmazione regionale.
2) La seconda fase ha come finalit lindividuazione dei soggetti interessati che parteciperanno alla definizione e alla
stipula dellAccordo (Ministero dellEconomia e delle Finanze - Servizio per le Politiche di Sviluppo Territoriale istituzionalmente competente in materia di IIP e APQ; Regione interessata; Amministrazioni Centrali di Settore, Enti a
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carattere nazionale o regionale, ecc.). Occorre definire innanzitutto le tematiche affrontate dallAccordo e
conseguentemente identificare gli Uffici nazionali e locali competenti in materia di programmazione e di attuazione degli
interventi in quel determinato settore.
3) La terza fase ha come finalit la verifica delle risorse finanziarie relativamente:
alla provenienza (statale, regionale, Enti locali o privati);
alla fonte normativa di finanziamento;
allammontare, per importo ed anno di competenza.
Questa analisi finanziaria importante soprattutto per gli APQ riguardanti le Regioni del Centro Nord (non rientranti
nellobiettivo 1), considerato che per quelle solo una parte del territorio area sottoutilizzata e pertanto quindi
necessario verificare che le risorse CIPE siano destinate a finanziare interventi ricadenti nelle predette aree.
I dati relativi alla fonte di finanziamento debbono trovare corrispondenza con quelli risultanti dalle schedeintervento allegate allAccordo, al fine di verificare che lammontare complessivo delle risorse l indicate - per importo
e fonte - sia coerente con quanto riportato nel testo dellAccordo e che la disponibilit (competenza) per anno dei
finanziamenti sia compatibile con la complessiva distribuzione annuale del costo degli interventi.
Al termine dellistruttoria viene attivata la procedura di firma dellAccordo, con la convocazione dei rappresentanti dei
soggetti interessati.
4.3. LE SEZIONI DELLACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO
Cos come in molteplici atti amministrativi, e come riscontrabile nellesempio riportato nellallegato 1 e relativo al settore
delle bonifiche, lAccordo introdotto da una sezione premesse, nella quale vengono riportati:
i principali riferimenti normativi, tra i quali quelli concernenti la programmazione negoziata, le delibere CIPE di
finanziamento di interventi infrastrutturali in aree sottoutilizzate, gli atti di approvazione dellIntesa Istituzionale di
Programma;
la legislazione di settore, a livello comunitario, nazionale e regionale;
gli atti programmatori di settore a carattere nazionale e regionale, che costituiscono il quadro di riferimento per il
programma di interventi finanziati con lAccordo.
Segue larticolato dellAccordo, suddiviso in 3 sezioni principali.
Nella prima sezione vengono sinteticamente illustrati gli obiettivi del programma di interventi finanziato con lAccordo e
le sue caratteristiche, elementi che verranno successivamente approfonditi nella Relazione tecnica.
Vengono normalmente inseriti anche riferimenti alla coerenza del programma con la programmazione comunitaria e
regionale di settore e ad eventuali successivi Accordi che si prevedono di stipulare tra Amministrazione regionale ed Enti
pubblici e privati coinvolti nellattuazione dellAccordo.
Nella seconda sezione vengono trattati gli aspetti finanziari. In corrispondenza con le analisi descritte nel precedente
paragrafo, vengono qui riportati i dati relativi alla copertura finanziaria (per fonte di finanziamento, importo ed anno di
competenza) specificando, nel caso di contributi assentiti da parte di amministrazioni centrali ma non riferiti a delibere
CIPE anche gli estremi dellunit previsionale di base. Vengono inoltre trattati gli aspetti relativi al trasferimento delle
somme dalle amministrazioni centrali a quella regionale e leventuale impegno della Regione a garantire i finanziamenti
provenienti da amministrazioni locali non firmatarie dellAccordo.
Nella terza ed ultima sezione, che comprende i restanti articoli, vengono:
regolati gli impegni ed i rapporti tra i soggetti che stipulano lAccordo;
individuati il Responsabile dellAccordo ed i responsabili di interventi e definiti i loro compiti;
precisate le disposizioni generali, relative ad eventuali modifiche dellatto, alla successiva adesione di altri soggetti ed
agli altri atti da effettuare a conclusione dellAccordo.
Infine, tra i documenti normalmente allegati allAccordo c una Relazione tecnica nella quale, come precedentemente
illustrato, vengono rappresentate le caratteristiche del programma di interventi.
In dettaglio, nella Relazione vengono descritte:
la finalit e la strategia del programma di interventi;
la sua coerenza con la programmazione comunitaria, nazionale e regionale di settore;
le caratteristiche dei singoli interventi, dal punto di vista tecnico e finanziario.
4.4. IL MONITORAGGIO DELLATTUAZIONE DELLINTESA ISTITUZIONALE DI
PROGRAMMA E DEGLI ACCORDI DI PROGRAMMA QUADRO
L attivit di monitoraggio, prevista con cadenza semestrale in tutte le IIP ed APQ sottoscritti, parte integrante del
processo di attuazione delle Intese e degli Accordi attuativi delle stesse. La centralit di questa attivit emerge sotto due
differenti profili:
la verifica in itinere del processo dello stato di attuazione degli interventi;
la definizione di eventuali azioni di rimodulazione e di integrazione finalizzate a superare ostacoli attuativi ed a
garantire il perseguimento degli obiettivi generali dellIntesa e dellAccordo.
Lattivit di monitoraggio si configura come un processo condiviso tra le parti sottoscrittici, coordinato e gestito:
- a livello di singolo APQ, dal Soggetto Responsabile dellattuazione dellAccordo (comunemente un Dirigente
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amministrazioni, a rendere fungibili strumenti autoritativi con procedure e mezzi dellazione consensuale e negoziale.
7 LACCORDO DI PROGRAMMA
7.1. LA NORMA
Una figura giuridica che riguarda direttamente il coordinamento nellesercizio di potere amministrativo rappresentato
dallAccordo di Programma disciplinato dallart. 34 del Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 ed esteso
agli appalti pubblici dellart. 1 della legge n. 549/95.
Si ricorda che la prima sezione degli APQ riporta lindicazione degli eventuali Accordi di Programma da stipulare a valle,
alla cui sottoscrizione non partecipa il Dicastero dellEconomia e delle Finanze.
La predetta norma recita:
1. Per la definizione e l'attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per la loro
completa realizzazione, l'azione integrata e coordinata di Comuni, di Province e Regioni, di amministrazioni statali e di
altri soggetti pubblici, o comunque di due o pi tra i soggetti predetti, il presidente della regione o il presidente della
provincia o il sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalenti sull'opera o sugli interventi o sui programmi di
intervento, promuove la conclusione di un Accordo di Programma, anche su richiesta di uno o pi dei soggetti interessati,
per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalit, il finanziamento ed ogni altro
connesso adempimento.
2. L'accordo pu prevedere altres procedimenti di arbitrato, nonch interventi surrogatori di eventuali inadempienze dei
soggetti partecipanti.
3. Per verificare la possibilit di concordare l'Accordo di Programma, il presidente della regione o il presidente della
provincia o il sindaco convoca una conferenza tra i rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate.
4. L'accordo, consistente nel consenso unanime del presidente della regione, del presidente della provincia, dei sindaci e
delle altre amministrazioni interessate, approvato con atto formale del presidente della regione o del presidente della
provincia o del sindaco ed pubblicato nel bollettino ufficiale della regione. L'accordo, qualora adottato con decreto del
presidente della regione, produce gli effetti della intesa di cui all'articolo 81, d.p.r. 24 luglio 1977, n. 616, determinando le
eventuali e conseguenti variazioni degli strumenti urbanistici e sostituendo le concessioni edilizie, sempre che vi sia
l'assenso del comune interessato.
5. Ove l'accordo comporti variazione degli strumenti urbanistici, l'adesione del sindaco allo stesso deve essere ratificata
dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza.
5-bis. Per l'approvazione di progetti di opere pubbliche comprese nei programmi dell'amministrazione e per le quali
siano immediatamente utilizzabili i relativi finanziamenti si procede a norma dei precedenti commi. L'approvazione
dell'Accordo di Programma comporta la dichiarazione di pubblica utilit, indifferibilit ed urgenza delle medesime opere;
tale dichiarazione cessa di avere efficacia se le opere non hanno avuto inizio entro tre anni .
6. La vigilanza sull'esecuzione dell'Accordo di Programma e gli eventuali interventi sostitutivi sono svolti da un collegio
presieduto dal presidente della regione o dal presidente della provincia o dal sindaco e composto da rappresentanti degli
enti locali interessati, nonch dal commissario del governo nella regione o dal prefetto nella provincia interessata se
all'accordo partecipano amministrazioni statali o enti pubblici nazionali.
7. Allorch l'intervento o il programma di intervento comporti il concorso di due o pi regioni finitime, la conclusione
dell'Accordo di Programma promossa dalla presidenza del consiglio dei ministri, a cui spetta convocare la conferenza
di cui al comma 3. Il collegio di vigilanza di cui al comma 6 in tal caso presieduto da un rappresentante della
presidenza del consiglio dei ministri ed composto dai rappresentanti di tutte le regioni che hanno partecipato
all'accordo. La presidenza del consiglio dei ministri esercita le funzioni attribuite dal comma 6 al commissario del governo
ed al prefetto.
8. La disciplina di cui al presente articolo si applica a tutti gli Accordi di Programma previsti da leggi vigenti relativi ad
opere, interventi o programmi di intervento di competenza delle regioni, delle province o dei comuni, salvo i casi in cui i
relativi procedimenti siano gi formalmente iniziati alla data di entrata in vigore della presente legge.
LAccordo di Programma, che autorevole dottrina qualifica come contratto di diritto pubblico, ha lo scopo di coordinare
lazione di diversi soggetti pubblici di volta in volta coinvolti, in virt delle loro attribuzioni istituzionali, nella realizzazione
di opere, di interventi ovvero di programmi di interventi che richiedono, per la loro completa realizzazione, lazione
integrata e coordinata di comuni, di province e regioni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici o, comunque,
di due o pi tra i soggetti predetti.
La semplificazione realizzata con lintroduzione dellAccordo di Programma si risolve nel consentire lacquisizione, in un
unico contesto procedurale, delle manifestazioni di volont, di conoscenza, di giudizio dei soggetti (Comuni, Province,
Regioni, Amministrazioni statali o altre soggettivit pubbliche), il cui intervento coordinato sia richiesto in vista del fine
specifico da raggiungere, ma non comporta alcuna alterazione delle competenze attribuite dalla legge agli organi deputati
ad esprimere in via istituzionale la volont delle singole Amministrazioni, i quali soli sono legittimati, in via diretta o
tramite il soggetto che li rappresenta, ad esprimere quel consenso unanime nel quale si sostanzia laccordo medesimo.
Loggetto di tale Accordo definito mediante il riferimento alle attribuzioni di pi soggetti pubblici nella realizzazione di
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economico ed efficiente dei compiti istituzionali da parte soprattutto dei piccoli Comuni e degli enti locali, costituito dalle
convenzioni.
Lart. 30 del D. Lgs. n. 267/2000 (T.U. sugli Enti Locali), disciplina la convenzione come la forma di cooperazione tra
Comuni e Province di pi ampia applicazione, utilizzabile sia per lesercizio di servizi che di funzioni.
1. Al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati, i comuni e le province possono stipulare tra loro
apposite convenzioni.
2. Le convenzioni devono stabilire i fini, la durata, le forme di consultazione degli enti contraenti, i loro rapporti finanziari
ed i reciproci obblighi e garanzie.
3. Per la gestione a tempo determinato di uno specifico servizio o per la realizzazione di un'opera lo Stato e la regione,
nelle materie di propria competenza, possono prevedere forme di convenzione obbligatoria fra i comuni e le province,
previa statuizione di un disciplinare-tipo.
4. Le convenzioni di cui al presente articolo possono prevedere anche la costituzione di uffici comuni, che operano con
personale distaccato dagli enti partecipanti, ai quali affidare l'esercizio delle funzioni pubbliche in luogo degli enti
partecipanti all'accordo, ovvero la delega di funzioni da parte degli enti partecipanti all'accordo a favore di uno di essi,
che opera in luogo e per conto degli enti deleganti.
Il limite pi evidente alle possibilit applicative dellistituto, risiede nel fatto che esso non d vita ad un soggetto di diritto
n ad una struttura separata dagli enti partecipanti, per cui serve a realizzare non una gestione comune ma il
coordinamento di gestioni separate, sia pure con il concorso finanziario e nel rispetto degli indirizzi di tutti. Di qui,
lesigenza che nellatto contrattuale,
sottoscritto dai legali rappresentanti degli enti partecipanti, siano chiaramente precisati non solo gli scopi, la durata, i
rapporti finanziari, ma anche le regole di gestione e le forme di consultazione.
Oltre alle convenzioni facoltative, sono previste anche convenzioni obbligatorie imposte dallo Stato o dalle Regioni, nelle
materie di rispettiva competenza, per la gestione a tempo determinato di uno specifico servizio o per la realizzazione di
unopera, previa stipula di un disciplinare (art. 30, comma 3).
LAccordo di Programma, invece, assume un rilievo di primo piano, sia per lampiezza della disciplina riservata dalla
legge (art. 34), sia per il carattere di assoluta novit, quale istituto di applicazione generale nellamministrazione locale.
Analogamente alla convenzione lAccordo di Programma rappresenta uno strumento di cooperazione in cui profili
organizzativi sono pressoch assenti; ci che lo distingue dalla prima la maggiore estensione dei soggetti pubblici che
possono essere coinvolti; non soltanto enti locali, ma anche Amministrazioni statali e altre pubbliche istituzioni. E
indubbio, per, che con esso stato predisposto uno strumento flessibile, di vaste applicazioni ed in grado di adeguarsi
alle esigenze peculiari delle singole situazioni.
9 LA RIFORMA DELLE INTESE ISTITUZIONALI DI PROGRAMMA
La delibera CIPE n. 20 del 29 settembre 2004 ha previsto, al punto 3.7, lemanazione di una nuova disciplina
finalizzata a rafforzare il governo delle Intese Istituzionali di Programma ed in particolare il ruolo dei Comitati istituiti nel
loro ambito, al fine di garantire che, allulteriore rafforzamento delle stesse Intese come strumento di programmazione
economica integrata, si accompagni lefficace attuazione degli interventi ed al fine di definire, tra laltro, lambito di
applicazione dellart. 4, comma131, della legge n. 350/2003 (finanziaria 2004).
In attuazione delle indicazioni contenute nella predetta delibera, il CIPE, nella seduta del 22 marzo 2006, ha approvato il
nuovo sistema di regole e procedure degli APQ, che entrer in vigore dopo la pubblicazione della predetta delibera
sulla Gazzetta Ufficiale.
La revisione delle regole di funzionamento degli APQ, svolta dal Tavolo composto dalle Regioni e dalle Amministrazioni
centrali, stata condotta con il fine di semplificare le procedure e rafforzare la governance, in linea con
quanto previsto dalla citata delibera CIPE n. 20 del 2004.
La riforma ha tenuto conto: della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 concernente la riforma dello Stato in senso
federalista; degli obiettivi fissati dalle leggi finanziarie relativi allaccelerazione della spesa ed al miglioramento della
qualit degli investimenti pubblici; degli indirizzi di medio termine nella prospettiva del nuovo ciclo di programmazione
comunitaria 2007-2013 e dei documenti preparatori del Quadro Strategico Nazionale, che affermano il principio
dellunitariet della politica di coesione regionale, nelle componenti nazionale e comunitaria (si fa, infatti, riferimento ad
una gestione integrata sia della programmazione sia dei fondi regionali comunitari e nazionali).
9.1. I PRINCIPALI ASPETTI DELLA RIFORMA DELLE IIP: LE INNOVAZIONI INTRODOTTE
A. Governance dellintesa istituzionale di programma.
Sotto il profilo della governance, con le nuove regole sono stati istituiti due organismi preposti alla gestione dellIIP:
1) il Tavolo dei sottoscrittori istituito per ogni Accordo, composto dai firmatari o da loro delegati, con il
compito di esaminare le proposte formulate dal Responsabile dellAPQ o dagli altri sottoscrittori e di assumere le relative
decisioni, riguardanti, in particolare:
la riprogrammazione delle risorse ed economie (secondo la vecchia procedura per questo tipo di operazioni si
richiedeva il ricorso al Comitato Istituzionale di Gestione delle Intese CIG, di cui abbiamo parlato prima che, si
rammenta, un Comitato con una rappresentanza a livello politico);
http://www.ambientediritto.it/...ttrina/Politiche%20energetiche%20ambientali/politiche%20e.a/strumenti_programmazione_bonifica_savoia.htm[05/02/2011 16.59.08]
Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
nazionale, trasmissione del riparto settoriale regionale, concertazione del Quadro Strategico dellAPQ).
Sul fronte degli interventi, al fine di accelerarne lattuazione e, quindi, la spesa, prevista la possibilit, per la Regione,
di attribuire la premialit e imporre sanzioni alle stazioni appaltanti.
Per questa fase la gestione della premialit stata, quindi, demandata alle Regioni e alle Province Autonome che
potranno prevedere incentivi per le stazioni appaltanti pi efficienti sia nellaggiudicare i lavori sia per il raggiungimento di
un obiettivo di costo realizzato pari al 35% del costo totale entro il 31 dicembre del terzo anno dalla stipula degli Accordi
di Programma Quadro.
Per quanto concerne, invece, il meccanismo sanzionatorio, previsto il disimpegno della quota di finanziamento FAS
qualora i lavori (o i servizi e le forniture) non siano stati aggiudicati nellarco dei tre anni successivi alla pubblicazione
delle delibera CIPE di riferimento, fatta salva la possibilit di effettuare una riprogrammazione delle risorse a rischio.
10 CASI PARTICOLARI DI ACCORDO DI PROGRAMMA
10.1. ACCORDI DI PROGRAMMA IN MATERIA DI AREE EX ESTRATTIVE MINERARIE
La legge n. 388 del 23/12/2000 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge
finanziaria 2001) allarticolo 114, comma 20, ha stabilito che, con apposito decreto del Ministero dellAmbiente e
della Tutela del Territorio, dovesse essere indicato un elenco di aree industriali prioritarie, ivi comprese quelle ex
estrattive minerarie, rientranti in un Piano straordinario per la bonifica e il recupero ambientale.
In attuazione del suddetto articolo, il 31 luglio 2003 stato emanato un Decreto del Ministro dellAmbiente e della
Tutela del Territorio di concerto con il Ministro dellEconomia e delle Finanze (c.d. Decreto Bagnoli) che individua un
primo elenco di aree ex estrattive minerarie e stanzia complessivamente 14.884.689,00 euro per la loro bonifica ed il loro
recupero ambientale.
Le risorse sono state trasferite a sette regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia
Giulia) secondo la ripartizione indicata nel decreto medesimo e destinate ai singoli interventi localizzati allinterno delle
aree indicate nella tabella stessa. Il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio ha concordato con le Regioni e
gli Enti Locali interventi tesi a garantire il disinquinamento delle aree afferenti alle miniere dismesse, le cui attivit
pregresse nel tempo hanno causato una contaminazione diffusa, in un ottica di tutela sanitaria e ambientale.
I suddetti finanziamenti dovranno essere utilizzati secondo le modalit ed i termini stabiliti dagli appositi Accordi di
Programma fra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio, la Regione competente, la Provincia, i Comuni ed i
soggetti pubblici e privati interessati. Nellambito di tali Accordi sono stati inoltre definiti i singoli interventi da finanziare.
A ciascun intervento, descritto mediante apposite schede tecniche allegate allaccordo, si applicano le procedure, i limiti
di accettabilit e i criteri stabiliti dal DM n. 471/99. In particolare le attivit, in linea generale, riguardano:
- lelaborazione del Piano di caratterizzazione e dei primi interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza (MISE) e la
sistematizzazione dei dati esistenti;
- la realizzazione delle attivit di caratterizzazione e dei primi interventi di MISE;
- lanalisi degli esiti delle attivit di cui al precedente punto ed il monitoraggio post-intervento;
- la progettazione di interventi di bonifica definitiva.
Il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio ha predisposto una bozza di articolato dellAccordo di Programma
in cui le regioni hanno specificato gli interventi e hanno redatto schede tecniche contenenti una dettagliata descrizione
dellarea in oggetto, con lintervento previsto, il cronoprogramma delle attivit, la tabella dei costi dei singoli interventi,
specificando nella fattispecie ci che viene finanziato con risorse del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio
e ci che viene finanziato con le risorse degli Enti locali (Regione, Provincia, Comune).
Sono stati firmati i seguenti Accordi di Programma:
Il 24 gennaio 2005 stato firmato laccordo tra il Ministero dellAmbiente la Regione Lombardia, le Province di
Brescia,Bergamo e Sondrio, i Comuni di Bovegno, Sellero, Gorno, Oneta, Oltre il Colle, Parre, Premolo e Lanzada.
Laccordo prevede la bonifica ed il recupero delle aree minerarie dismesse e delle discariche mediante riempimento dei
vuoti sotterranei per consolidamento, sistemazione di impianti e recupero naturalistico delle sponde dei torrenti.
Il costo complessivo dellaccordo di 2.560.000,00, di cui 2.400.000,00 a valere sulle risorse iscritte sullo stato di
previsione del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio stanziate a favore della Regione Lombardia
nellambito del D.M. del 32 luglio 2003, e 160.000,00 messi a disposizione da Enti Locali e Soggetti Attuatori.
In data 10 febbraio 2005 stato firmato laccordo tra il Ministero dellAmbiente, lAssessorato della difesa dellAmbiente
della Regione Autonoma della Regione Sardegna, il Comune di Villaputzu ed il Comune di San Vito.
Laccordo prevede un quadro programmatico-finanziario finalizzato alla messa in sicurezza di emergenza,
caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale e recupero ai sensi del D.M.471/99 delle aree afferenti alla miniera
dismessa di Baccu Locci, che si estende sui territori dei Comuni di Villaputzu e di San Vito.
Le risorse necessarie alla realizzazione dellintervento sono state stimate in 3.558.000,00, di cui 1.100.000,00
finanziati dal Ministero dellAmbiente sulla base dellAccordo di Programma e le restanti risorse a carico della Regione
Sardegna e del Comune di Villaputzu.
In data 28 febbraio 2005 sono stati firmati due Accordi di Programma, relativi rispettivamente al comprensorio minerario
del Monte Amiata ed al Compendio ex estrattivo delle Colline Metallifere ed area industriale ex metallurgica di Scarlino,
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio, la Regione Toscana, lARPAT, la Provincia di Siena, la
Provincia di
Grosseto, la Comunit Montana delle Colline Metallifere, la Comunit Montana Val di Merse, il Comune di Abbadia San
Salvatore, il Comune di Massa Marittima, il Comune di Chiusdino, il Comune di Scarlino, il Comune di Follonica.
Laccordo prevede un quadro programmatico finanziario finalizzato alla messa in sicurezza demergenza,
caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale e recupero ai sensi del DM n. 471/99 delle aree afferenti alle miniere di
Ritorto Fontalcinaldo (Comune di Massa Marittima), di Cetine (Comune di Chiusdino), Salciaia-Cassarello (Comuni di
Scarlino-Follonica), Abbadia S. Salvatore (Provincia di Siena).
Il costo complessivo dellAccordo relativo alla bonifica dellarea di Abbadia San Salvatore di 2.485.450,73 di cui
1.400.000,00 a carico del Ministero dellAmbiente e 1.085.450,73 a carico del Comune. Il costo complessivo
dellaccordo relativo allarea di Scarlino di 1.605.000,00 di cui 205.000,00 a carico del bilancio regionale e
1.400.000,00 stanziate dal Ministero dellAmbiente.
In particolare gli interventi allinterno del comprensorio minerario del Monte Amiata e del compendio ex estrattivo delle
Colline Metallifere (Miniera di Ritorto-Fontalcinaldo, Miniera di Cetine, Miniera di Salciaia-Cassarello) prevedono una
serie di interventi mirati alla bonifica delle aree contaminate dalla presenza di residui derivanti dalle pregresse attivit
minero-metallurgiche, che consistono sostanzialmente in: asportazione dei rifiuti costituiti dai materiali minero-metallurgici
abbandonati sullarea e, previa caratterizzazione, anche dei terreni risultati contaminati, demolizione di manufatti
contaminati, impermeabilizzazione di aree non diversamente trattabili, controllo idraulico di tutta larea oggetto della
bonifica, progettazione definitiva e realizzazione di interventi di messa in sicurezza permanente che consentiranno di
isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti.
In data 15 aprile 2005 sono stati firmati due Accordi di Programma, relativi rispettivamente al comprensorio ex estrattivo
minerario dellisola dElba e al compendio ex estrattivo minerario del Cecina tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela
del Territorio, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, la Provincia di Pisa, il Comune di Volterra, il Comune di
Pomarance, il Comune di Castelnuovo Val di Cecina, il Comune di Montecatini Val di Cecina, il Comune di
Montescudaio, il Comune di Riparbella, il Comune di Guardistallo, Il Comune di Cecina, il Comune di Rio Marina, il
Comune di Porto Azzurro, il Comune di Capoliveri, la Comunita Montana della Val di Cecina, lArpat, il Cnr, lIcram.
LAccordo prevede interventi allinterno dei comprensori minerari del Cecina e dellElba mirati alla messa in sicurezza di
emergenza con recinzione delle aree interessate dalla contaminazione, asportazione del terreno contaminato e suo
smaltimento. E inoltre previsto lisolamento idraulico dei livelli acquiferi nei pozzi minerari, e interventi atti a
salvaguardare lequilibrio idrogeologico.
Il costo complessivo degli interventi di euro 1.400.000 per il Cecina, e di euro 1.400.000 per lElba, stanziati per la
RegioneToscana dal Ministero per lAmbiente e la Tutela del Territorio.
Il 16 marzo 2005 stato firmato un Accordo di programma tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio, la
Regione Piemonte, la Provincia di Verbano-Cusio-Ossola, i Comuni di Ceppo Morelli,Macugnaga, Valstrona e lArpa
Piemonte per la bonifica ed il recupero ambientale dei siti ex estrattivi minerari Valle Anzasca e Valstrona.
LAccordo prevede un quadro programmatico-finanziario finalizzato alla messa in sicurezza di emergenza,
caratterizzazione, bonifica e recupero ambientale delle aree afferenti alla Concessione mineraria Pestarena-Lavanchetto
(Comune di Ceppo Morelli e Macugnaga) e alla Concessione mineraria Campello Monti (Comune di Valstrona). Le
risorse necessarie alla realizzazione degli interventi sono stimate in 400.000,00 per larea mineraria Valle Anzascae
100.000,00 per larea mineraria Valstrona, finanziati dal Ministero dellAmbiente. In particolare, gli interventi allinterno
delle aree minerarie Valle Anzasca e Valstrona prevedono una serie di azioni di indagine e caratterizzazione che
permetteranno di definire lo stato ambientale delle aree, identificando prioritariamente eventuali necessit di messa in
sicurezza di emergenza, lo stato di contaminazione delle matrici ambientali e lidentificazione di problematiche
idrogeologiche. Si proceder alla messa in sicurezza demergenza consistente in: regimazione delle acque acide e
contaminate da metalli alluscita dalle principali gallerie in prossimit del Torrente Gromolo (se tecnicamente realizzabile),
recinzione e stabilizzazione delle discariche di rifiuti inerti presenti, rimozione di eventuali rifiuti solidi urbani ai sensi
dellart. 14 del D.Lgs 22/97 (a carico del Comune), campagna geognostica, caratterizzazione e monitoraggio ambientale;
definizione di ipotesi progettuali per il progetto preliminare e definitivo di bonifica.
In data 16 dicembre 2005 stato firmato un Accordo di programma tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del
Territorio, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Udine, il Comune Di Tarvisio, relativo all area
mineraria dismessa Miniera di Raibl a Cave del Predil in Comune di Tarvisio (Udine). Laccordo prevede la bonifica della
miniera e dei depositi degli inerti provenienti dagli scavi dai quali si estraeva zinco e piombo e la rinaturalizzazione dei
luoghi. Il costo complessivo degli interventi di 1.000.000,00 finanziati dal Ministero dellAmbiente sulla base
dellAccordo di Programma.
Il 18 novembre 2005 stato firmato un accordo di programma tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio,
la Regione Liguria, la Provincia di Genova e il Comune di Sestri Levante per la bonifica ed il recupero ambientale dei siti
ex estrattivi della miniera di Libiola nel Comune di Sestri Levante (GE).
Lintervento prevede la messa in sicurezza di emergenza mediante regimazione delle acque acide contaminate da metalli
alluscita delle principali gallerie in prossimit del Torrente Gromolo,
recinzione e stabilizzazione delle discariche di inerti, rimozione dei rifiuti RSU. Successivamente si proceder ad una
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
campagna geognostica ai fini della caratterizzazione e della definizione di progetti di bonifica. I costo complessivo
dellaccordo di 450.000,00 di cui 250.000,00 a carico del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e
200.000,00 a carico della Regione Liguria.
In data 22 febbraio 2006 stato firmato un accordo di programma tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del
Territorio, il Commissario Delegato per lEmergenza dei Rifiuti e la Tutela delle Acque della Regione Siciliana,
lAssessorato alla Presidenza della Regione Siciliana, lAssessorato allIndustria della Regione Siciliana, la Provincia di
Agrigento, la Provincia di Caltanissetta, la Provincia di Enna, il Comune di Caltanissetta, il Comune di Casteltermini, il
Comune di Villarosa per la bonifica ed il recupero ambientale dei siti ex estrattivi del comprensorio di miniere di zolfo nel
distretto minerario di Caltanissetta e della miniera di Trabonella. Laccordo prevede un quadro programmatico finanziario
finalizzato alla messa in sicurezza demergenza, caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale e recupero ai sensi del
DM n. 471/99 delle aree afferenti alle miniere di Respica Candrilli-Vassallo nel Comune di Villarosa, di San GiovannelloBartoccelli nel Comune di Villarosa, di Cozzo Disi nel Comune di Casteltermini, di Trabonella nel Comune di
Caltanissetta. Gli interventi previsti sono: messa in sicurezza consistente in segregazione di boccapozzi, rimozione e
conferimento in discarica autorizzata di manufatti in cemento-amianto; caratterizzazione mediante esecuzione di
perforazioni a carotaggio continuo e prelievo di campioni di acqua e di terreno; progetto di bonifica consistente in
estrazione di materiale, emungimento dellacqua, raccolta e smaltimento e recupero dal sito di eventuali abbancamenti di
rifiuti vari e conferimento degli stessi in discarica autorizzata.
Il costo complessivo dellaccordo di 4.386.000,00 di cui 2.000.000,00 a valere sulle risorse del Ministero
dellAmbiente e della Tutela del Territorio e di 2.386.000,00 a carico della Regione Siciliana.
Resta da firmare un Accordo di Programma con la Regione Siciliana per le miniere saline dismesse nel Distretto
minerario di Caltanissetta e le Miniere di Zolfo nel Comune di Lercara Friddi
10.2. ACCORDO DI PROGRAMMA PER LA BONIFICA ED IL RIPRISTINO AMBIENTALE DEL SITO DI INTERESSE
NAZIONALE DI CASALE MONFERRATO
In data 27 aprile 2006 stato stipulato un Accordo di Programma tra il Ministero dellAmbiente e della Tutela del
Territorio, la Regione Piemonte, la Provincia di Alessandria e il Comune di Casale Monferrato per la realizzazione
coordinata degli interventi di risanamento e bonifica dallamianto nellarea di Casale Monferrato.
LAccordo persegue lobiettivo di ridurre gli effetti dellinquinamento e del rischio sanitario connessi alla presenza di
rilevanti quantit di amianto provenienti dallo stabilimento Eternit S.p.A., rilevati nellarea di Casale Monferrato e dei
Comuni dellex USL 76.
Esso costituito da 13 interventi descritti in schede tecniche redatte ai sensi della delibera CIPE del 23 dicembre 1993
(PTTA 1994-1996) e nellambito del Progetto definitivo di bonifica, denominato Intervento di bonifica di interesse
nazionale Casale Monferrato. Progetto di bonifica, approvato con decreto interministeriale del 29 novembre 2004 ed
finanziato a valere sulle risorse provenienti da varie linee di finanziamento.
Nel suddetto progetto di bonifica del 29 novembre 2004 sono stati puntualmente indicati i siti da bonificare con presenza
di amianto e sono state altres descritte le modalit di attuazione della bonifica, affidata ad una gestione diretta
dellAmministrazione Pubblica, al fine di una uniforme applicazione delle procedure di bonifica, di una efficace
programmazione dei lavori e del conseguente monitoraggio ambientale.
In particolare previsto che la rimozione del c.d. polverino sia attuata con risorse pubbliche, mentre gli interventi di
rimozione delle coperture e di altri manufatti nonch il loro smaltimento saranno assistiti da un contributo pubblico pari a
30 euro al metro quadrato, cos come stabilito dalla Regione Piemonte.
E stata, altres, prevista una procedura aperta che consente di inserire nel registro di censimento delle aree
inquinate, ulteriori aree con analoghe caratteristiche che, a seguito dellesame istruttorio del Ministero dellAmbiente e
della Tutela del Territorio di concerto con la Regione Piemonte otterranno parere favorevole in sede di Conferenza dei
Servizi decisoria ai sensi dellarticolo 14 della Legge n. 241/90.
Il punto di forza del suddetto Accordo si rileva, infatti, nella sua articolazione programmatica aperta, in linea con quanto
previsto dal progetto di bonifica finanziato a valere sulle risorse assentite dal Programma nazionale di bonifica di cui al
D.M. n. 468/2001.
In prima applicazione i fondi saranno utilizzati per la bonifica delle aree gi censite, con la previsione di destinare i
finanziamenti che si renderanno disponibili (revoche, economie, ribassi dasta) agli ulteriori interventi di bonifica che
saranno individuati con le modalit sopra descritte.
LAccordo, pertanto integra i diversi i strumenti di programmazione e di finanziamento al fine di razionalizzare ed
ottimizzare risorse finanziarie precedentemente stanziate ed ancora disponibili fornendo le risorse e gli strumenti
necessari ad una corretta e definitiva azione di risanamento ambientale del territorio a salvaguardia della salute dei
cittadini.
Il costo complessivo degli interventi previsti dal presente Accordo di 28.973.232,04 di cui:
10.329.137,98 Risorse MATT - PTTA
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
LAZIO 269.657,40
LIGURIA 160.829,40
LOMBARDIA 358.113,60
MARCHE 177.180,40
MOLISE 137.196,40
PIEMONTE 290.788,60
PUGLIA 261.169,00
SARDEGNA 244.818,20
SICILIA 304.637,80
TOSCANA 267.557,70
UMBRIA 162.750,40
VALLE DAOSTA 127.948,60
VENETO 263.134,90
BOLZANO 95.961,40
TRENTO 90.600,40
TOTALE 4.467.483,80
QUADRO DEI FINANZIAMENTI RICOMPRESI NEL D.M. 18.03.2003, N. 101. FINANZIAMENTO
INTERVENTI URGENTI.
11.1. FINANZIAMENTI DESTINATI ALLA MAPPATURA DELLE ZONE DEL
TERRITORIO NAZIONALE INTERESSATE DALLA PRESENZA DI AMIANTO E AGLI INTERVENTI DI
BONIFICA URGENTE.
Il censimento di aree con presenza di amianto stato affidato dal D.P.R. 08/08/94 alle Regioni. Poich detto censimento
stato solo in parte attuato, al fine di individuare in tempi brevi le aree contaminate da amianto, tra cui quelle relative ai
siti industriali dismessi, stata approvata la Legge 23/03/200, n. 93 che ha disposto, allart. 20 (censimento
dellamianto e interventi urgenti):
1. Per la realizzazione di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale e degli interventi di
bonifica urgente, autorizzata la spesa di lire 6.000 milioni per lanno 2000 e di lire 8.000 milioni per gli anni 2001 e
2002.
2. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dellarticolo 17, comma 3, della legge
23 agosto 1988, n. 400, con decreto del Ministro dellambiente, emanato, di concerto con il Ministro del tesoro, del
bilancio e della programmazione economica, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le
province autonome di Trento e di Bolzano, il regolamento di attuazione del comma 1, contenente:
a) i criteri per lattribuzione del carattere di urgenza agli interventi di bonifica;
b) i soggetti e gli strumenti che realizzano la mappatura, prevedendo il coinvolgimento delle regioni e delle strutture
periferiche del Ministero dellambiente e dei servizi territoriali regionali;
c) le fasi e la progressione della realizzazione della mappatura.
Con D.M. n. 101 del 18/03/2003 stato emanato il Regolamento per la realizzazione di mappatura delle
zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto cos come previsto dallart. 20 della legge 23 marzo
2001, n. 93. Il Decreto, nel disciplinare la materia, ha individuato quattro categorie di ricerca e i dati fondamentali per
poter mappare i siti, gli strumenti per realizzare i censimenti e le modalit di trasmissione dei risultati.
GLOSSARIO
ACCORDO DI PROGRAMMA
Strumento dellazione amministrativa disciplinato dallart. 34 del decreto legislativo n. 267/2000 (T.U. sullordinamento
degli Enti locali).
LAccordo di Programma consente la definizione e l'attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che
richiedono, per la loro completa realizzazione, l'azione integrata e coordinata di Comuni, di Province e Regioni, di
Amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici, o comunque di due o pi tra i soggetti predetti. La conclusione
dellAccordo promossa, anche su richiesta di uno o pi dei soggetti interessati, dal Presidente della Regione o dal
Presidente della Provincia o dal Sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalente sull'opera o sugli interventi
o sui programmi di intervento per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalit, il
finanziamento ed ogni altro connesso adempimento.
La disciplina prevista dallart. 34 del d. lgs. n. 267/2000 si applica a tutti gli Accordi di Programma previsti da leggi vigenti
relativi ad opere, interventi o programmi di intervento di competenza delle Regioni, delle Province o dei Comuni.
http://www.ambientediritto.it/...ttrina/Politiche%20energetiche%20ambientali/politiche%20e.a/strumenti_programmazione_bonifica_savoia.htm[05/02/2011 16.59.08]
Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
OBIETTIVO 1
Ai sensi del Regolamento 1260/1999 del Consiglio, recante disposizioni generali sui Fondi Strutturali, si identificano
come Obiettivo 1 le aree in cui il Pil pro-capite regionale, espresso in parit di potere dacquisto, risulta essere, sulla
base della media degli ultimi tre anni disponibili inferiore al 75 per cento della media comunitaria.
Il riferimento per il presente ciclo di programmazione ai dati del periodo 1994-1996.
I territori regionali che ne fanno attualmente parte sono: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Per le Aree Obiettivo 1, in ragione dell'ammontare delle risorse finanziarie destinate e della notevole estensione
territoriale, vi un significativo coordinamento nazionale ed una integrazione - almeno formale - fra tutti i Fondi
Strutturali.
Il Governo Centrale, le Regioni e l'Unione Europea hanno concordato e negoziato un documento strategico, il Quadro
Comunitario di Sostegno (QCS), che contiene il quadro finanziario e i criteri e indirizzi per le specifiche strategie da
attuare tramite i Programmi Operativi Regionali (POR) e Nazionali (PON), finanziati congiuntamente dai Fondi Strutturali.
OBIETTIVO 2
Comprende, secondo le definizioni comunitarie del Regolamento 1269/1999, aree in fase di mutazione economica nel
settore industria e servizi; aree rurali in fase di declino; zone urbane o dipendenti dalla pesca, in difficolt o zone ad
esse contigue.
La definizione delle aree Obiettivo 2 compiuta nellambito di un plafond di popolazione prefissato per ciascuno degli
Stati membri a livello comunitario. Allinterno di ciascuno Stato membro si procede alla ripartizione della popolazione
rispettando i criteri regolamentari di individuazione delle aree. Nella presente fase di programmazione lobiettivo 2
comprende aree e criteri di selezione relativi a due obiettivi distinti - 2 e 5b- nel ciclo di programmazione 1994-1999.
Riguarda aree del Centro Nord.
Le Regioni del Centro Nord definiscono la strategia da realizzare tramite i tre principali Fondi Strutturali con tre diversi
documenti programmatici, rispettivamente sotto il coordinamento del Ministero per l'Economia e Finanze, del Ministero del
Lavoro e del Ministero per le attivit agricole e forestali: il Documento Unico di Programmazione (Docup), co-finanziato
dal Fesr, il Programma Operativo Regionale (POR), co-finanziato dal Fse e il Piano di Sviluppo Rurale (PSR), cofinanziato dal Feoga.
PATTI TERRITORIALI
Il Patto territoriale un accordo stipulato tra differenti soggetti locali imprese, enti locali, associazioni industriali e del
lavoro, parti sociali e altri soggetti pubblici volto ad individuare obiettivi di sviluppo condivisi, ed una batteria di
interventi produttivi ed infrastrutturali tra loro integrati, necessari per conseguirli. Lo strumento stato regolamentato dalla
L. n. 662/96, art. 2, comma 203, lett. d) che definisce il Patto un "accordo, promosso da enti locali, parti sociali, o da altri
soggetti pubblici o privati () relativo allattuazione di un programma di interventi caratterizzati da specifici obiettivi di
promozione dello sviluppo locale".
Le competenze per la gestione dei Patti Territoriali che sono state recentemente trasferite al Ministero delle Attivit
Produttive ed alle Regioni.
PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
La Programmazione negoziata ha lo scopo di regolare gli interventi che coinvolgono una molteplicit di soggetti pubblici
e privati e che comportano attivit decisionali complesse, nonch la gestione unitaria delle risorse finanziarie. Gli
strumenti di attuazione sono individuati in:
Intesa Istituzionale di Programma, attuata mediante Accordo di Programma Quadro
Patto territoriale
Contratto di programma
Contratto di area.
La Programmazione negoziata stata formulata con la legge 662 /1996, art. 203, legge finanziaria per l'anno 1997. La
stessa legge ha demandato al CIPE il compito di regolamentare gli strumenti di attuazione della politica economica
nazionale, delegandone anche l'approvazione, nonch la ripartizione delle risorse finanziarie pubbliche destinate allo
sviluppo delle aree sottoutilizzate.
RISORSE AGGIUNTIVE
Le risorse provenienti dai fondi strutturali comunitari, compresa la quota di cofinanziamento nazionale, nonch le risorse
per le aree sottoutilizzate, comprensive degli stanziamenti specificatamente destinati alle Intese (ex lege n. 208/98),
assegnate annualmente con legge finanziaria e ripartite dal CIPE con propria delibera.
RISORSE ORDINARIE
Le risorse in conto capitale derivate dai bilanci ordinari, di fonte statale, regionale o di altri enti.
RISORSE PROGRAMMATE (O ATTIVATE) NEGLI APQ
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Strumenti di programmazione negoziata: gli accordi di programma come strumento di finanziamento per gli interventi di bonifica. VALERIO SAVOIA
Il complesso delle risorse inserite nel quadro finanziario degli Accordi di programma Quadro al momento della stipula,
destinate al finanziamento di progetti da realizzare in un arco di tempo pluriennale. Sono distinte in risorse ordinarie
dello Stato e di altri Enti, risorse aggiuntive, provenienti dai fondi strutturali comunitarie/o dal Fondo (nazionale) per le
aree sottoutilizzate (FAS), risorse private.
Nota bibliografica
F. GRANATA Strumenti di programmazione negoziata. Napoli, Liguori, 1999;
A. CONTIERI Strumenti di programmazione negoziata: la con sensualit per lo sviluppo: i principi. Napoli, Editoriale
Scientifica, 2000;
M. CENTORRINO, G.F. LO PRESTI Strumenti di sviluppo locale: la programmazione negoziata: dalla nascita alle
recenti evoluzioni. Bari, Palomar, 2005;
R. CUONZO La programmazione negoziata nellordinamento giuridico. Padova, CEDAM, 2007.
www.wikipedia.org;
http://sirsi.infrastrutturetrasporti.it/pagein.php?pag=sis&value=Accordi;
www.dps.mef.gov.it/intese_apq.asp
Lautore, assumendo ogni responsabilit per eventuali errori od omissioni contenute nel presente lavoro, desidera
ringraziare la dott.ssa Giulia Magaletti ed il dott. Alessandro Casadei della D.G. Qualit della Vita del Ministero
dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
* valerio.savoia@libero.it
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