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dei Conservatori
di Giuseppe
Prezzolini,
Rusconi Editore
1972
pp. 137-144:
Sul mio
atteggiamento
verso il fascismo
molte son le
leggende e poche le
letture.
Il fascismo dur
circa trent'anni fra
incubazione,
esplosione,
conflagrazione,
estinzione. Modificai
il mio
atteggiamento a
seconda di queste
vicende. Ma non in
vista di appetiti
sociali o finanziari,
come accadde a
molti.
Ero meglio
informato di
moltissimi italiani.
Vivevo all'estero,
oltre gli americani
leggevo giornali
italiani, e periodici
antifascisti di Parigi.
Per non credevo
molto n a quelli n
a questi. C'erano
silenzi e bugie,
cecit e fantasie da
ambo le parti.
Passavo le vacanze
in Italia e parlavo in
confidenza con
pochi amici fascisti
e antifascisti fidati.
Visitavo Croce e
Mussolini.
Non il caso di
seguire le mie
previsioni. Non
Ma mi stizzivano le
lezioni di morale di
inglesi, americani e
francesi. Avevano
commesso, anche
recentemente, le
stesse rapine e ne
stavano godendo la
gloria ed i benefici,
senza pensare un
momenti di
restituire le terre
rubate, secondo le
loro idee umanitarie
e democratiche, ai
popoli ai quali le
avevano portate
via.
Il secondo punto il
giudizio storico sul
fascismo. Sono
stato uno dei primi
a considerare il
fascismo come un
fenomeno naturale
che ha avuto ragioni
profonde e uno
svolgimento che
rientra nei limiti
della storia di tutti i
tempi. Non va
giudicato da un
punto di vista
morale. Il fascismo
un fenomeno
degno di
attenzione come il
comunismo.
In Italia ci fu un
tentativo di
rinnovare un Paese
scosso dalla guerra,
e farlo pi
orgoglioso, pi
energico, pi virile,
pi avventuroso, e
introdurlo nel gioco
delle grandi
potenze; Mussolini
sbagli l'ultima
carta nel calcolare il
nemico e anche la
capacit del popolo
italiano, e port alla
sconfitta e al
disastro.
In Russia ci fu dopo
la guerra perduta
una rivoluzione che
voleva presentare al
mondo una nuova
civilt, in cui gli
uomini non
sarebbero stati pi
sfruttati, avrebbero
goduto il benessere,
la giustizia,
l'affratellamento;
ma dopo aver
distrutto
l'aristocrazia e aver
ucciso alcuni milioni
di "coltivatori
diretti", la
popolazione viene
sfruttata da una
burocrazia lenta e
incapace a dirigere
l'economia in modo
soddisfacente, le
spese militari sono
le pi alte del
mondo, le truppe
sono impiegate nel
reprimere un altro
Paese amico che
vuole cambiar di
governo, oppure
ammassate ai
confini di un altro
Paese comunista.
Non so perch si
voglia fare una
differenza morale
fra i due. Ambedue
i sistemi hanno
usato sistemi simili
di illusione, di
repressione, di
eccitamento, di
crudelt, di ragion
di Stato che furon
usati per secoli,
salvo che in
proporzioni maggiori
di quelle dei tempi
passati. Dunque
studiamo questi
fenomeni per quello
e i propri caratteri
nazionali.
Il fascismo pot
vantarsi di essere
idea italiana che
trov imitatori in
altri Paesi, e parve,
per un certo tempo,
soddisfare i bisogni
di alcuni Paesi
europei e cercare
funzioni economiche
dello Stato. Gli
episodi di
soppressione della
libert individuale,
l'arricchimento dei
capi, la corruzione
pubblica e la
crudelt politica che
resero odioso il
fascismo non erano
che avvenimenti
superficiali, in
nessun modo nuovi
nella vita italiana,
ma capaci di
oscurare la realt
che aveva dato
origine
all'esperimento
fascista.
Il fascismo fu un
movimento sociale e
politico di notevole
importanza, se pot
durare ventidue
anni. Non pot
sorgere senza
ragioni profonde,
del resto facili a
vedersi. Infatti,
esso fu
principalmente la
conseguenza di una
guerra, non voluta
dalla maggioranza
della popolazione,
imposta ad essa da
piccoli gruppi e da
una circostanza di
politica estera che
non interessava
profondamente la
popolazione italiana.
Tale guerra port
uno sconquasso
nelle istituzioni
liberali, che erano
state appiccicate al
Paese piuttosto che
nate da esso. Ed in
quel disordine una
minoranza di
veterani, di
demi-solde, che
erano stati abituati
dalla guerra a
comandare, a
rischiare la vita ed a
toglierla agli
avversari, ebbe il
sopravvento sopra
timidi parlamentari,
avvocati
chiacchieroni, e
organizzazioni
operaie abituate alle
transazioni ed agli
scioperi politici, ma
non alla lotta
violenta.
Il fascismo fu una
delle pi italiane
creazioni politiche
che ci siano state.
Poich se
guardiamo alla
storia d'Italia, quali
forme originali di
Stato si trovano?
Prima di tutto il
Papato, universale
monarchia in
principio, ma
storicamente in
grande parte
formata e nutrita da
menti e volont
italiane, poi i
Comuni, oligarchie
cittadine mercantile,
quindi le Signorie,
dittature di fatto e
bellicose che
diventarono
ereditarie e
conservatrici col
tempo, e poi si salta
apparente
entusiasmo, dalla
maggioranza degli
italiani; i quali si
adattarono ad
alzare la mano in
segno di saluto, a
marciare col passo
dell'oca, a radunarsi
ad ore esatte
gridando gli stessi
motti, insomma a
comportarsi come
non si eran mai
comportati
"collettivamente" in
nessuno dei
momenti della loro
storia, anche
quando furono
dominati da
stranieri.
Il fascismo fu l'apice
del Risorgimento
italiano, ed anche
l'ultimo atto del
Risorgimento
nazionale ed il pi
disperato tentativo,
non riuscito, di dare
unit ai popoli della
penisola italiana
costituendovi uno
Stato forte. Il
fallimento di questo
tentativo, dovuto a
forse estranee al
Paese, ha condotto
l'Italia a cercar di
diventare una
provincia
dell'Europa, come
unico mezzo di
salvare e di far
valere entro un
organismo politico
pi forte ed ampio
le qualit del suo
popolo artistico,
individualistico e
abile; poich
l'alternativa sarebbe
la sudditanza alla
Russia.
trovato l'appoggio ,
l'entusiasmo, le
dedizioni, le
imitazioni la
complicit e il
benestare, almeno a
segni e parole, del
popolo italiano. Il
fascismo fu una
situazione storica
che il popolo
italiano, salvo
eccezioni, tutto
quanto, plebe e
magnati, clero e
laici, esercito e
universit, capitale
e provincia,
industriali e
commercianti e
agricoltori fecero
propria, nutrirono
I fascisti
consegnarono
l'Italia alla
Germania, gli
antifascisti agli
alleati; tutti insieme
prepararono la
schiavit politica
sotto lo straniero,
che essi preferivano
alla vittoria
dell'avversario
politico interno. Le
distruzioni e le
rapine sono per
met dei tedeschi e
per met degli
alleati. I fascisti non
capirono che la
Germania non
lavorava per il
fascismo, ma per
s; e gli antifascisti
non capirono che gli
alleati non
lavoravano per
l'antifascismo, ma
per se stessi.