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La greca vomma

Allora, partiamo dal vega. Il vega la derivata del prezzo dell'opzione al variare della volatilit. E'
una derivata (parziale) prima.
In simboli, nel caso di un'opzione call, il cui prezzo lo indichiamo con c, avremo:
V

dove V il vega e la volatilit.


Nel caso di un portafoglio, avremo equivalentemente:
V

dove con (che la versione maiuscola della lettera pi greco) indichiamo l'at now del portafoglio,
ovvero il suo valore nel momento in cui lo osserviamo.
Se il vega elevato avremo un portafoglio che molto sensibile alla volatilit. Viceversa, un
portafoglio con basso vega, mostrer una variazione dell'at now molto meno marcata rispetto alla
variazione della volatilit.
Facciamo un esempio. Supponiamo di avere un'opzione put scritta sull'indice DJ EuroStoxx 50,
strike 2650 e scadenza luglio prossimo, con un valore di 59,65 punti. E supponiamo che il suo vega
valga 2,28. Se la volatilit aumenta di un punto percentuale, passando - ad esempio - da 19,75% a
20,75%, quale sar la variazione del valore della nostra opzione?
p V 2,28 (20,75 19,75) 2,28

Il valore della nostra put, pertanto, passer da 59,65 a 61,93.


Vediamolo in real time su un foglio excel.
La figura mostra una parte della chain delle opzioni scritte sul DJ EuroStoxx 50, scadenza corrente.
I dati sono aggiornati in real time per mezzo di collegamenti dde al server di IW. Le formule
impiegate sono quelle dell'Hoadley (ma altre andranno bene lo stesso).

Il valore del sottostante calcolato per mezzo della put-call parity (per evitare la questione
dividendi, gi trattata nel post dedicato alla volatilit).
Adesso concentriamoci sulla put 2650. Riportiamo il prezzo di questa nella cella B27. Nella cella
C27 riportiamo la volatilit, quella presente in cella J13, sommando a questa la variazione di
volatilit implicita, in punti percentuali, riportata in cella D27.
Un po' quello che fa Antonio con il suo celebre Calibro.

In questo modo, se immettiamo in D27 un incremento - per esempio +1 - o un decremento - per


esempio -1 - avremo un immediato aggiustamento della VI in C27 e, successivamente, la
contestuale variazione del prezzo, in B27, dovuta alla variazione di VI.
Vediamolo nell'immagine successiva.

Avendo inserito 2, nella cella D27, la VI si incrementata dal valore del momento, 19,77% (visibile
anche in cella J13), a 21,77%. Conseguentemente il prezzo dell'opzione, precedentemente pari a
60,6, si portato a 65,16. Infatti, con un vega di 2,27 ed una variazione di volatilit di due punti
percentuali abbiamo:
p V 2,27 (21,77 19,77 ) 4,54

e quindi:
p f pi p 60,6 4,54 65,14

dove pf e pi, evidentemente, saranno il valore della put finale ed iniziale.


Si osservi la differenza di due centesimi rispetto al valore calcolato con la funzione di Hoadley;
teniamolo a mente, ci ritorneremo.
Ed ora introduciamo il vomma.
Partiamo dalla definizione. Il vomma definito come la derivata parziale prima del vega rispetto
alla volatilit. In simboli:
vomma

Consideriamo un portafoglio di valore ; essendo:


V

possiamo anche scrivere:


vomma

V
2

possiamo allora concludere che il Vomma la derivata (parziale) seconda del prezzo rispetto alla
volatilit. Per avere un'idea un po' come il gamma, che definito come la derivata del delta

rispetto al sottostante o, che la stessa cosa, come la derivata (parziale) seconda del prezzo di
un'opzione (o di un portafoglio) rispetto al sottostante.
Per fare un'analogia che sicuramente risulter familiare ai pi, si pu dire che il delta come la
velocit e il gamma come l'accelerazione. Se noi lasciamo cadere un grave da un certa altezza
questo, essendo soggetto alla forza di gravit subir, a causa del secondo principio della dinamica (o
di Newton), un'accelerazione pari a:
g

F
m

avendo indicato con g l'accelerazione di gravit, con m la massa del grave e con F la forza di
gravitazione terrestre.
E quindi, man mano che andr gi la sua velocit, che inizialmente sar pari a zero, aumenter di
circa 10 m/s ogni secondo.
Quindi, al passare del tempo aumenta lo spazio percorso ed aumenta la velocit, a causa della
presenza dell'accelerazione. Nel caso di un'opzione, il tempo rappresentato dal sottostante, lo
spazio percorso dal prezzo dell'opzione, la velocit dal delta e l'accelerazione dal gamma.
Ecco, il delta ci dice quanto un'opzione si apprezza al variare del sottostante. Il gamma ci dice
quanto si apprezza il delta al variare del sottostante. Prendiamo un'opzione call atm. Sappiamo che
il suo delta 0,5. Quindi, se l'indice su cui scritta cresce di 100 punti, il valore dell'opzione
crescer di 50 punti. Ma, per la gioia dell'acquirente di quell'opzione, anche il delta crescer. E
quanto? Ce lo dice il gamma. Quindi, per fare un esempio, se il delta si porta a 0,6, significa che se
il sottostante cresce di altri 100 punti l'opzione, questa volta, crescer di 60 punti.
Ecco, il vega sta al delta, come il vomma sta al gamma. Se il vega ci dice quanto cresce il valore di
un'opzione al crescere della volatilit, il vomma ci dice quanto cresce il vega al crescere della
volatilit.
Domani, tempo permettendo, vedremo come calcolare questa greca del secondo ordine (avete capito
perch del secondo ordine? Perch definita per mezzo di una derivata seconda e non prima).

Ora cercheremo di calcolare il vomma e, soprattutto, di spiegarne le caratteristiche dinamiche. Ci,


soprattutto, per poterlo inquadrare all'interno di una strategia (soprattutto di volatilit).
Per prima cosa occorre che io faccia una rapida incursione nel modello B&S (Black & Scholes). Il
motivo che per calcolare il vomma ci dobbiamo costruire specifiche funzioni excel.
Cominciamo col dire che i prezzi di una call e di una put scritte su un sottostante che non paga
dividendi, di stile europeo, si calcolano, secondo il modello B&S, per mezzo delle equazioni:

c S0 N (d1 ) KerT N (d 2 )

rT
p Ke N (d 2 ) S0 N (d1 )
dove:

ln(S0 / K ) (r 2 /2)T
d1
T
ln(S0 / K ) (r 2 /2)T
d2
T

La simbologia adottata quella internazionale (per chi ha studiato sull'Hull dovrebbe gi


conoscerla). In passato anch'io l'ho gi adottata; tuttavia, a beneficio di chi avesse ancora qualche
dubbio, ecco qui spiegati i vari simboli:
S0 : valore del sottostante all'istante t 0

K : valore dello strike

r : tasso free risk

T : tempo alla scadenza del contratto d' opzione

: volatilit implicita (VI)


c : prezzo della call

p : prezzo della put

La funzione N(x) la cumulata di una normale standardizzata. In altri termini, la probabilit che
una variabile con una distribuzione normale standardizzata, in genere indicata con (0,1), assuma
un valore inferiore a x.
Mi rendo conto che per chi non ha familiarit con le funzioni di distribuzione forse faticher un po'
a comprendermi; ma non si disperi: ai fini dell'obiettivo che ci siamo posti non fondamentale!
Diciamo subito, a tal proposito, che una tale funzione disponibile tra le funzioni statistiche di
excel, e corrisponde a:
=DISTRIB.NORM.ST()

Riprendiamo ora il nostro foglio excel e vediamo come impostare i calcoli necessari per ottenere il
valore del vomma.
Procederemo cos:
prima calcoleremo i termini d1 e d2. Quindi N(d1) ed N(d2), e poi il vomma.
Per il vomma, anche qui chiedo un atto di fede, si pu dimostrare che esso vale:
d d
vomma V 1 2

dove V, come stato detto nell'intervento precedente, il vega. Quindi, dopo aver calcolato d1 e d2,
calcoleremo il vomma per ogni opzione.
Allora, vediamo il foglio.

Sono indicate le formule che abbiamo prima anticipato. Non ho visualizzato quelle presenti in B34,
B35 e B36 in quanto sostanzialmente analoghe a quella presente in B33. In B38 e in B39, per
verificare che le formule fossero corrette, ho provveduto ad utilizzarle per il calcolo del prezzo di
una call e di una put, strike 2650. Come si pu osservare nella chain, celle D13 e J13, i valori sono
sostanzialmente equivalenti.
Le formule, pertanto, dovrebbero ben funzionare.
In colonna G ed M, come mostrato dalla figura, stato calcolato il vomma. Come si pu osservare
esaminando la formula contenuta nella cella M3, questa greca uguale al prodotto tra d1, d2 e il
vega. Il tutto fratto la volatilit implicita. Una sola attenzione: mentre i fattori d1, e d2 sono gli stessi
per tutte le opzioni, il vega e la volatilit implicita, invece, devono essere quelli inerenti
quell'opzione.
Ora che abbiamo capito come calcolare questa greca cerchiamo di studiarne le caratteristiche
dinamiche. Per far questo dobbiamo preparare un altro foglio excel, che inseriremo nella medesima
cartella, dove osserveremo il variare del vega al variare della VI ed il variare del vomma al variare

del vega e della VI. Naturalmente occorrer fissare lo strike ed il tipo di opzione. Considereremo
ancora una put 2650 scadenza luglio 2013.
Ecco il foglio.

Consideriamo un intervallo di variazione della VI dal 15% al 40% con incrementi di un punto
percentuale. Poi, per ognuno di tali valori, calcoliamo vega e vomma come abbiamo appreso.
Successivamente, mettiamo in relazione il vega rispetto alla VI. Otteniamo il grafico seguente.

Come si nota, si ottiene una curva che crescente al crescere della VI. In sostanza, per ogni valore
della VI, abbiamo un certo valore del vega che ci dice di quanto aumenta l'opzione se la VI
aumenta. Ma se la VI aumenta, il valore del vega cambia, aumentando anch'esso. Ci significa che,
con questo nuovo valore del vega, un aumento della VI produrr un aumento dell'opzione ancor
maggiore. E' quello che, sul versante del sottostante, accade con il delta e con il gamma.
In sintesi, l'acquirente di un'opzione - put, in questo caso, ma la stessa cosa se l'opzione fosse una
call - si dice che long di vega. Nel senso che se aumenta la VI la sua opzione si apprezzer. E,
naturalmente, se la VI diminuisce diminuir anche il valore dell'opzione detenuta.
Il venditore di opzione, invece, short di vega. Per esso valgono considerazioni diametralmente
opposte a quelle appena delineate per l'acquirente.
Ed ora cerchiamo di approfondire il vomma. Innanzitutto cerchiamo di capire come varia al variare
della VI. Ripetiamo quanto appena fatto per il vega ed otteniamo il grafico di figura.

Come si nota, il vomma decrescente al crescere della VI. D'altronde, ricordando il concetto di
derivata, essendo questo la derivata del vega rispetto alla VI dovevamo attendercelo osservando il
grafico del vega.
Ricordiamo che il vomma la derivata prima del vega rispetto alla VI; la derivata prima in un punto
dlla variabile indipendente (in questo caso la VI), inoltre, rappresenta la pendenza della retta
tangente nel punto considerato.
Il grafico successivo fa vedere come, all'aumentare della VI, la pendenza della retta tangente
diminuisce tendendo a zero. Ed proprio quello che vediamo osservando direttamente i valori del
vomma.

In sostanza, nel caso esaminato, il vomma ci sta dicendo che all'aumentare della VI il vega cresce,
si, ma tende ad assumere valori prossimi ad un valore costante: circa 2,2 nel caso osservato.
In pratica, sempre osservando il grafico, per chi punta ad un apprezzamento dell'opzione grazie ad
un aumento della volatilit, dovr cercare di sfruttare il tratto che, nell'esempio che stiamo portando

avanti, va da bassi valori di VI fino al 24%-25% circa. Poi, dopo tali valori, la crescita del vega non
pi significativa.

Vorrei far notare che vega e vomma non dipendono dal tipo di opzione, call o put.
In figura mostro, relativamente a due opzioni scritte dul DJ EuroStoxx 50, strike 2550, scadenza
luglio p.v., l'andamento del vega e del vomma al variare della VI.

Ci si pu divertire a confrontare tutte le celle corrispondenti per verificare che vi perfetta


equivalenza fino alla sesta cifra decimale.
A questo punto (l'appetito vien mangiando!), visto che queste due greche non dipendono dal tipo di
opzione, vediamo come si comportano al variare dello strike e della VI.
Per la scelta degli strike ho operato nel seguente modo:
- mi sono centrato sull'attuale atm, 2500 circa;
- ho considerato solo quegli strike con le due ultime cifre pari a "00"; ho escluso quelli le cui ultime
cifre erano "25" o "75" per poter indagare, in questo modo, un'escursione pi ampia della variabile
"strike". In sostanza ho utilizzato un incremento di 50 punti.
Scelgo la put, come tipo di opzione; ma i risultati, come abbiamo appena visto, sarebbero gli stessi
se scegliessi una call.
Ecco il foglio risultante.

Piuttosto che realizzare un grafico nello spazio (il lettore tenga conto che un riferimento cartesiano
nel piano non pi sufficiente, in quanto le variabili sono tre, ora), opto per una famiglia di curve
parametriche, dove il parametro il valore dello strike. La variabile delle ordinate, la y, rimane il
vega e quella delle ascisse, la x, resta la VI.
Ecco il grafico.

Nonostante i colori siano di aiuto, trattandosi di 21 curve ho preferito scrivere, a fianco a ciascuna
di queste, il valore dello strike a cui la curva si riferisce. Spero aumenti la leggibilit.
Ed ora facciamo qualche osservazione. La VI dell'atm (2550), attualmente, quota 22,13%. Se ci
spostiamo 100 punti sopra, abbiamo 19,71%; mentre, 100 punti sotto, abbiamo 24,96%.
Considerando questo intervallo di VI, gli strike candidati ad apprezzarsi meglio grazie ad un
aumento di volatilit sembrano i 2350-2400-2700-2750.
Comunque, a beneficio di chi volesse approfondire, aggiungo anche lo skew di VI per gli strike pi
vicini, sopra e sotto, all'atm.

Ed ora vediamo che ci dice il vomma. Anche qui, dopo aver preparato un foglio excel per il calcolo
di questa greca relativamente agli stessi strike gi considerati per il vega:

Rappresentiamolo graficamente optando, anche in questo caso, per la soluzione parametrica.

Come anticipato, nelle considerazioni precedenti, gli strike gi menzionati sono quelli che
mostrano un vomma crescente nel range di VI 17%-25%. Attenzione, per: al crescere della
volatilit il vomma, sempre in riferimento agli stessi strike, tende ad appiattirsi: ci vuol dire che il
vega ha raggiunto un punto oltre il quale non cresce pi.
Altra osservazione interessante quella inerente gli strike 2250-2600-2500: il vomma, nel range di
VI 17%-25%, decrescente: ci significa che il vega, nello stesso range, sta diminuendo la sua
pendenza di crescita. Cio, aumenta sempre, ma con minor velocit. Diciamo che sta decelerando.
Infine, una considerazione squisitamente matematica: il vomma sempre positivo: una derivata
positiva significa che la pendenza della funzione crescente. Questo vuol dire che il vega, in un
modo o nell'altro, sempre crescente (poco, molto, con concavit rivolta verso l'alto, oppure verso
il basso). Ma questo lo vediamo anche dal grafico che mostra l'andamento parametrico, rispetto allo
strike, del vega.

Correzione delle formule per il calcolo del vomma


Ringrazio ancora umbolox, per la preziosa segnalazione.
Come gi scrittogli nella risposta, l'analisi dinamica sul vega rimane, in quanto corretta. Va invece
modificata quella sul vomma e, soprattutto, la tabella della chain gi pubblicata con uno dei primi
interventi dove, per ogni strike preso in considerazione, si evidenziavano le greche vega e vomma.
Una considerazione di metodo: preferisco, in luogo di una correzione dei post precedenti,
aggiungere l'intervento che segue, a rettifica dei suddetti post. Ci sostanzialmente per due ragioni:
- vorrei che vi fosse "memoria storica" dell'intervento errato e della successiva rettifica (a tal
proposito, "1948" di Orwell una lettura davvero interessante!); anche a beneficio di coloro che
dovessero leggere questo post in un futuro pi o meno lontano da oggi;
- utile, per i non esperti, assistere in diretta all'attivit di ricerca di un esperto il quale, quando
commette un errore (ravvisandolo su propria autoanalisi o, come nel caso in questione, perch
segnalato da un altro esperto), lo rettifica sostituendolo e spiegandolo con un'analisi corretta.
Prima di immergersi nella modifica dei fogli, per, opportuno che i coefficienti d1 e d2 siano
calcolati con specifiche function, per non appesantire le formule excel.
Per, anzich riscriverle, user quelle che ha usato umbolox nel foglio messo a disposizione nel suo
ultimo intervento.

Si tratta delle formule per il calcolo delle determinanti della B&S elaborate dal noto Peter McPhee,
esperto di programmazione VBA excel e finanza.
Quella cerchiata la function che esprime il valore di d1. La successiva, invece, esprime il valore
della funzione d2.
Colgo l'occasione per spiegare, brevemente, come si realizza una function in VBA. Le istruzioni:
Function e End Function sono parole riservate VBA che racchiudono le istruzioni necessarie per il
calcolo di quella funzione.
Alla parola Function deve seguire il nome della funzione (che viene assegnato liberamente
dall'utente che deve, comunque, rispettare le regole di costruzione di tale nome). Peter McPhee, in
questo caso, ha deciso di scegliere, quale nome: dOne.
Tra parentesi tonde, subito dopo tale nome, vengono indicate le variabili di ingresso: sei, nel nostro
caso, i cui nomi sono quelli indicati in figura.

Quindi, quando noi in una formula excel chiameremo dOne, assegnandogli tra parentesi tonde i
valori numerici delle sei variabili, o gli indirizzi delle celle dove trovare tali valori, il sistema ci
restituir il valore di dOne (d1).
Proviamo a fare una verifica (che, come si potuto osservare, non bastano mai!). Inserisco nelle
celle D31 e D32 le formule per il calcolo di d1 e d2 realizzate da Peter, per confrontarle con quelle
che avevo prima scritto io e riferite allo strike 2650.

Come si pu notare i valori coincidono. A questo punto possiamo proseguire.


Ricalcoliamo il vomma nella chain delle opzioni utilizzando le function di Peter. Otteniamo il foglio
illustrato in figura:

Un'altra considerazione a parziale rettifica di quanto affermavo negli interventi precedenti. Vi sono
piccole variazioni del vomma, a parit di strike, di una call rispetto a quella di una put. Per esempio,
nel caso della 2400 abbiamo 5,83 contro 5,98. Si tratta di 15 centesimi (una distanza di circa il
2,6%) dovuta al fatto che la VI, che teoricamente dovrebbe esser la stessa (anche per non consentire
arbitraggi), in realt un po' pi alta per le put rispetto a quella delle call. Questa differenza si
riflette anche sul vega e, visto che il vomma dipende, oltre che da d1 e d2, anche da VI e vega, tali
differenze sulla VI spiegano le differenze sul vomma.
Ripetiamo l'analisi dinamica del vomma, dopo aver modificato le formule errate.

Continuo a prendere in considerazione la put, piuttosto della call, nonostante vi siano le differenze
prima indicate. Ci in quanto si tratta di differenze minime, ai fini degli obiettivi della nostra
analisi.
Ed ecco il grafico, per il quale valgono le considerazioni gi effettuate, da un punto di vista
qualitativo. Evidentemente, avendo modificato le formule, per correggerle, gli andamenti delle
curve saranno differenti da prima.

Proviamo, anche qui, a delineare una prima analisi. Gli strike 2450-2500-2700-2750 presentano
andamenti decrescenti. Ci significa che il vega, relativamente a questi strike, pur crescente in via
di decelerazione.
Gli strike 2350-2400-2800-2850 hanno un andamento prima crescente, poi decrescente, dopo il
raggiungimento del massimo in area 21%-23% della VI. Ci significa che il vega, pur essendo
sempre crescente, mostra prima un'accelerazione e, successivamente, una decelerazione.
Per comprendere meglio quest'ultima affermazione ripropongo il grafico del vega dove ho
evidenziato l'andamento di questa greca relativamente allo strike 2800.

Ho indicato con un segmento rosso il punto in cui la curva cambia concavit (matematicamente si
dice che quello un punto di flesso). Fino a quel punto la curva accelera, come si vede. Poi, pur
continuando a crescere, da quel punto in poi comincia una decelerazione.
E' quello che accade per la nota curva esponenziale, y=ex, indicata in figura:

che cresce sempre (ha concavit rivolta verso l'alto); e, mutatis mutandis, l'inverso accade per la
funzione logaritmo (in qualunque base), anch'essa mostrata in figura (con concavit rivolta verso il
basso):

(le immagini sono tratte da wikipedia). Ecco, nel caso della curva inerente l'andamento del vega per
lo strike 2800, accade qualcosa di analogo: prima cresce con andamento simil-esponenziale; poi,
dopo il punto di flesso, con andamento simil-logaritmico.
Spero di esser stato chiaro.
Ancora una considerazione, a beneficio di chi, una volta comprese le argomentazioni esposte, vuole
cercare di usarle in chiave strategica.
Dovrebbe apparir chiaro, a questo punto, che chi volesse attuare una strategia che si avvantaggi in
modo particolare dalla crescita del vega, oltre ad essere un compratore di opzioni dovr rivolgersi a
quegli strike che presentano un vomma crescente, che corrisponde ad un vega in accelerazione.
Ma, attenzione! Non bisogna dimenticarsi dello skew di VI. L'errore pi comune quello di
considerare la VI costante al variare dello strike, guardare quella dell'atm, ad esempio 20,33%,
tirare una riga verticale in corrispondenza di tale valore, come mostrato in figura:

e scegliere lo strike che mostra l'andamento del vomma pi confacente ai nostri scopi: ad esempio
lo strike 2200, il cui vomma in procinto di decollare. Ma questo un errore! Il 20,33% di VI per
lo strike 2600 (l'atm nel momento in cui scrivo queste righe); per lo strike 2200 la VI pi alta,
circa il 30%. E quindi, prima si sceglie lo strike, poi si guarda la VI alla quale quello strike si trova,
e, infine, si conclude se quello lo strike che fa al caso nostro. Nel caso dell'esempio appena fatto,
strike 2200, come si pu vedere dal grafico , la curva sta raggiungendo, o lo ha appena raggiunto, il
punto di flesso in cui vi il cambio di concavit.
Concludo qui, sperando di esser stato chiaro, nonostante l'argomento non sia tra i pi ...
... malleabili!
Metto a disposizione, inoltre, il foglio costruito cos come descritto nel corso di questi interventi. Le
dde sono quelle di IW, ma si possono modificare con quelle del proprio broker: non dovreste aver
difficolt.

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