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IDROGENO E CELLE A

COMBUSTIBILE
Sviluppo, problemi sociologici,
funzionamento, impianti.

Christian Vanetti

Cenni storici

Linteresse per le celle a combustibile funzionanti


ad idrogeno sorge a nella seconda met dello
scorso secolo nel settore automobilistico ed
aereospaziale. Successivi studi tenderanno ad
indirizzare la ricerca verso impieghi nel campo
della produzione-fornitura di energia elettrica da
idrogeno nellindustria pesante e nelle civili
abitazioni.
Diversi sono gli ostacoli di natura politicaeconomica-sociale che lidrogeno incontra
tuttoggi nello sviluppo di un eventuale e diffuso
impiego, inoltre la ricerca in materia viene
parecchio ostacolata da interessi lobbystici da
parte delle 7 sorelle del petrolio.
Christian Vanetti

L'idrogeno impiegato nelle celle un veicolo di energia,


non un combustibile.
Esso svolge una reazione elettrochimica, non una
combustione termica come, invece accade per i combustibili
fossili nei motori o nelle turbine generatrici di energia
elettrica.
Per ottenerlo serve un'elettrolisi che lo divida dalle molecole
nelle quali esso presente (acqua, idrocarburi,ammoniaca,
ecc).
Il vantaggio che spinge a generare energia dall'idrogeno
consiste nella possibilit di ricavare energia elettrica
direttamente dalla prima reazione chimica nella quale viene
coinvolto che di natura elettrochimica (come accade per le
batterie). Nelle altre forme di produzione che impiegano
combustibili fossili, invece si passa da una combustione con
liberazione di energia termica ad una conversione di questa
in elettromeccanica con parecchi passaggi che comportano
svariate perdite energetiche. Nelle celle a combustibile ad
idrogeno tutte queste perdite non sono presenti proprio
perch l'unica trasformazione quella dell'energia da forma
chimica in elettrica ed per questo che i rendimenti
energetici di queste produzioni sono molto alti.
Christian Vanetti

Le celle a combustibile
PRINCIPIO:
- Le celle a combustibile operano trasformando energia chimica in energia elettrica, come accade
per le comuni batterie.
Il combustibile (generalmente ricco in idrogeno) entra nel comparto anodico dove ossida e
produce e-;
il comburente (ad es. aria) viene rifornito al catodo dove viene ridotto l'ossigeno .
Un elettrolita riceve lo scambio di ioni e chiude il circuito.
Le batterie producono energia in base a quanti reagenti sono accumulati in esse, una volta
esauriti, la
reazione cessa. Le celle, invece, producono energia fino a quando si fornisce
combustibile e
comburente. L'unico ostacolo alla loro durata utile l'eventuale
degradazione dei suoi componenti.
Vengono impiegate nella micro-cogenerazione

Christian Vanetti

La Micro-cogenerazione
La microcogenerazione prevede che l'idrogeno venga:
- prodotto in impianti centralizzati
- oppure prodotto in loco in prossimit dell'utenza microcogenerativa
Nel primo caso, si parla di futuro a medio-lungo termine, a causa della difficolt di adottare fonti
energetiche primarie a basso costo (carbone e nucleare) e contenere le eventuali forti emissioni di
CO2.
Il secondo , invece, uno scenario molto pi realizzabile nel breve periodo sfruttando la rete gi
presente di distribuzione degli idrocarburi per estrarre da essi l'idrogeno da impiegare nella
microcogenerazione utilizzando i processi di Steam-reforming (SR), Partial oxidation (POX), AutoThermal reforming (ATR). Questi processi di cosdetto Reforming avvengono nel reformer che pu
trovarsi implememntato nell'impianto della cella o sfruttare impianti per la trasformazione del
combustibile in idrogeno centralizzati.
SR : si miscela idrocarburo a vapore, si conduce la reazione ad alta temperatura, si purifica la
miscela ottenuta con ossidazione selettiva. Si ottiene il 65-70% di idrogeno dal combustibile;
POX : si fa reagire aria e combustibile in quantit minore a quella stechiometrica, si ottiene
idrogeno ma operando ad altissime temperature e con bassi rendimenti;
ATR : si ottiene dall'insieme delle precedenti. Si fornisce aria alla miscela vapore+combustibile a
sufficienza per bruciare parte del combustibile ed innalzare le temperature col calore prodotto. E'
un sistema meno ingombrante dell'SR e pi produttivo del POX.

Christian Vanetti

Classificazione delle celle a


combustibile
Le principali caratteristiche quali la tolleranza alle impurit del combustibile, le
temperature di funzionamento e le specie chimiche coinvolte nelle reazione, sono i
parametri con i quali si sceglie di utilizzare un elettrolita piuttosto che un altro. Il tipo di
elettrolita utilizzato permette di classificare le diverse tipologie di fuel-cells.
Gli elettroliti possono essere:
- conduttori ionici;
- conduttori di elettroni;
- semi-conduttori.
Gli elettroliti, in generale, possono essere sostanze liquide, soluzioni saline in acqua,
sali fusi,puri o in miscela oppure solidi ionici.
A seconda del tipo di elettrolita varia la temperatura di funzionamento delle fuel-cells.
In particolare, le reazioni che avvengono a bassa temperatura necessitano, per poter
avvenire velocemente ed efficacemente, di catalizzatori molto pi costosi (Pt,Ag,Au) di
quelle ad alta temperatura (Ni).
Inoltre, nelle celle che operano a basse temperature il combustibile deve essere il pi
puro possibile, poich il CO e la CO2 possono legarsi con i catalizzatori ed inibire la loro
funzione. Ci non accade in presenza di alte temperature d'esercizio perch il CO e la
CO2 possono venire efficacemente consumati dalle reazioni.

Christian Vanetti

Classificazione delle celle a


combustibile
Principali tipi di celle a combustibile (fuel-cells) in base a
temperatura ed elettrolita:
Nome
AFC
PEM
PAFC
MCFC
SOFC

Elettrolita
Ione trasportato
Soluzione alcalina di KOH (liquido)OHMembrana polimerica (solido) H+
Acido fosforico H3PO4 (liquido) H+
Carbonati fusi di K o Na (liquido) CO3-Ossido metallico solido
O--

Temperatura di funzionamento
Campi applicativi prevalenti
70-120 C
Uso spaziale
80-120 C
Trasporti, generazione
200 C
Gen. Elettrica- cogenerazione
600-700 C
Gen. Elettrica- cogenerazione
600-1000 C
Gen. Elettrica- cogenerazione

Christian Vanetti

Rendimento ideale delle celle a


combustibile
Il lavoro max ottenibile da una cella in condizioni ideali e reversibili :
Wel=G=-nFErev (J/mole)
dove:
n= n di elettroni che partecipa alla reazione (n=2 se ad ossidare
l'idrogeno)
F=cost. di Faraday (circa 96458 Coulomb/mole di elettroni)
G=max lavoro estraibile Gr=Hr-TSr
In una reazione aA+bB

cC+dD

G=

[C ]c [ D ]D
E RT ln
[ A] a [B]b
0

Sostituendo G alla prima equazione e ricavandone Erev, otteniamo:


Erev=

E0

RT [C ]c [ D]D
ln
nF
[ A]a [ B]b

Che l'espressione del potenziale di Nernst

dove E0 una costante dipendente dal valore di T quando opero a G0.


Il rendimento per una FC in condizioni ideali esprimibile come:
=

Wel
PCI

Wel /nF
PCI /nF

Erev
Epci
Christian Vanetti

Epci non altro che un equivalente elettrico del potere calorifico del combustibile.
Essendo di tipo continua la corrente prodotta nelle reazioni, esiste proporzionalit tra
potenza generata e tensione, secondo la legge P=Vi
Detto ci, esiste pure diretta proporzionalit tra rendimento e tensione di cella ;
E' la tensione di cella, infatti, il parametro pi utilizzato per quantificarne le
prestazioni,.
Il potenziale reversibile V dell'idrogeno E0=1,229 V a 25C , ma se diminuiamo la
temperatura di reazione ecco che questo parametro scende velocemente. In
generale, utilizzando combustibili ricchi in idrogeno e ossigeno riusciamo ad ottenere
tensioni di cella pi elevate rispetto ad altri ossidanti.

Christian Vanetti

Funzionamento irreversibile
e perdite
In realt esiste un sostanziale scostamento dalle situazioni ideali considerate in
precedenza, vi necessit di introdurre le perdite a livello di resistenza elettrica.
Le principali sono:
Polarizzazione Ohmica: perdite causate al flusso degli ioni nei vari comparti della
cella (elettrodi ed elettrolita). Variano di importanza a seconda del tipo di materiali
utilizzati. Per evitarla si pu operare riducendo la distanza tra gli elettrodi oltre che
scegliendo materiali dotati di migliore conduttivit.
Polarizzazione per concentrazione: dovuta ai diversi gradienti di concentrazione
che si instaurano in seguito alle reazioni. Porta ad una diminuzione della tensione V
inversamente proporzionale alla concentrazione dei reagenti. Si pu evitarla
controllando le concentrazioni e le cinetiche delle reazioni.
Polarizzazione per attivazione: come tutte le reazioni chimiche, anche le
elettrochimiche hanno bisogno di superare un potenziale di attivazione per poter
avvenire. Quindi maggiore il potenziale di attivazione, maggiore l'energia che devo
fornire per abbattere tale potenziale e maggiori perdite di reagenti (in termini
quantitativi) ho. Si pu ridurre la perdita introducendo un catalizzatore che permetta di
abbassare il potenziale di attivazione.
In base alle seguenti considerazioni si pu notare che a differenza delle altre tecnologie
di conversione energetica le fuel cells operano meglio, con alti rendimenti, se non
funzionano a pieno carico.
Christian Vanetti

In definitiva, ai fini di una riduzione delle perdite di polarizzazione si pu intervenire:


Aumentando le pressioni e le temperature d'esercizio (per le relazioni di P e di T del
potenziale di Nernst);
Utilizzando elettrocatalizzatori migliori;
Riduzione delle concentrazioni delle impurit nei gas.
Non tutto il reagente viene impiegato durante le reazioni. E' necessario introdurre,ai fini
del calcolo del rendimento reale, il fattore di utilizzazione Uf.
Uf=

mH2 ,ingmH2, out


mH2, ing

mH2consumato
=
mH2ing

Il rendimento reale (per la corrente continua) di una cella a combustibile


complessivamente risulta essere:
reale,DC=

VcellUf
Epci

Allo stesso modo si procede per determinare un fattore di utilizzazione per l'agente
ossidante.
Dovendo, per convertire la corrente continua (DC) in alternata (AC), dobbiamo
introdurre nel rendimento l'efficienza del processo do conversione. Complessivamente:
reale,AC=

VcellUf
X DC / AC
Epci

Christian Vanetti

Celle a membrana
polimerica

Caratteristiche di funzionamento:
L'elettrolita una membrana polimerica a scambio ionico, contiene gruppi
funzionale sulfonici (SO3-) che scambiano i protoni.
Gli elettrodi sono film sottili con supporto di carbonio contenenti platino (catalizzatore).
Le celle sono sovrapposte alternando anodo-catodo a formare una pila. La reazione
provoca la formazione di acqua liquida. Applicazioni su piccola scala.
Le reazioni sono:
Anodo : H2
2H++2eCatodo : 1/2O2+2e-

H2O

Vantaggi:
operano a bassa temperatura e sostengono elevate densit di corrente che
consentono accensioni e salite di carico veloci e la costruzione di celle leggere e
compatte, con potenza specifica pi elevata rispetto alle altre FC;
Svantaggi:
alle basse temperature esistono problemi di gestione delle impurit tipo il CO che
si libera con le reazioni di idrogeno proveniente da combustibili fossili.Si deve operare
con ossidazione selettiva in fase di reforming. Bisogna prestare attenzione alla
formazione di acqua nel comparto catodico che allaga la porosit dei materiali che lo
costituiscono diminuendone l'efficenza.

Christian Vanetti

Caratteristiche di un modulo da generazione standard con reforming


Ballard da 250 kWel:
Rendimento elettrico netto : 40%
Potenza elettrica AC : 250 kW
Potenza termica recuperabile : 237 kW
Rendim. Tot. (termico+elettrico) : ~80%
Dimensioni (LxPxH) : 5,7x2,4x2,4 m
Massa: 12100Kg

Christian Vanetti

Le celle a combustibile PEM, sono tutt'ora in una fase preliminare di sviluppo


tecnologico e i prezzi non sono dettagliati non son ancora tabulati, ma sono
ancora oggetto di previsioni.
Moduli da qualche kW hanno un costo che si aggira attorno ai 6000 euro/kWel.
Si parla che nell'ambito di utilizzo residenziale i costi arriveranno attorno ai
1000 euro/kWel.
Le manutenzioni ordinarie a cadenza annuale+le eventuali sostituzioni di
pezzi danneggiati avrebbero un costo di circa 20 euro/MWh.

Christian Vanetti

Celle ad acido fosforico


Le celle cd. PACF sono caratterizzate dall'avere come elettrolita l'acido fosforico.
In precedenza si utilizzava acido all'85% in concentrazione, ora si arrivati al 100%.
L'acido agisce da scambiatore ionico attraverso gli ioni H+/OH- che vengono a formarsi
dalle dissociazioni che esso incontra. Le temperature di esercizio sono di 150-220C.
Gli elettrodi che la costituiscono sono a base carboniosa. Le diverse celle sono
connesse da piastre di grafite.
Le reazioni elettrochimiche della cella sono:
Anodo : H2
2H++2eCatodo : 1/2O2+2eH2O
come prima, con produzione di acqua al catodo.
Vantaggi: L'elettrolita garantisce assorbimento della CO2 presente nell'idrogeno
proveniente da idrocarburi; l'ossidante utilizzato pu essere aria.
Svantaggi: L'H3PO4 ha scarsa tolleranza nei confronti del CO(proveniente dalle eventuali
impurit), la cui concentrazionedeve essere contenuta entro l'1%. Se si utilizzano
combustibili diversi dall'idrogeno bisogner provvedere anche all'abbattimento dello
zolfo con l'impiego di una sezione di desolforazione. Bisogna prestare attenzione alla
formazione di acqua nel comparto catodico che allaga la porosit dei materiali che lo
costituiscono diminuendone l'efficenza.

Christian Vanetti

Le celle ad acido fosforico sono le uniche fino ad ora ad aver raggiunto uno
stadio di sviluppo commerciale. I 250 impianti a multi-kW installati
provvedono alla produzione di circa 60 MW.
I rendimenti elettrici che si ottengono oscillano dal 40 al 45% del PCI.
Questa tipologia di celle a combustibile si adatta particolarmente all'utilizzo
in zone dove richiesto un bassissimo impatto ambientale quali centri
abitati, parchi protetti, ecc , anche se i costi di realizzazione sono elevati.
Inoltre le PAFC hanno la particolarit di riuscire a seguire l'andamento dei
picchi di carico ed a seguirli con rendimenti comunque alti.
La vita utile di circa 40.000 h di utilizzo, le celle commercializzate
vengono vendute in moduli da 200kW con un costo di circa 4.000 euro/kWel,
destinato a scendere in futuro col crescere delle vendite.
Schema esmplificativo di impianto PAFC:

Christian Vanetti

Caratteristiche di un modulo PAFC tipo PC-25 della UTC:


Rendimento elettrico netto AC(rif. PCI) = 40%
Potenza AC = 200 kWel
Potenza termica recuperabile = 264 kW @ 60C / 132 kW @ 120C
Rendimento totale (elettrico+termico) = 87%PCI
Dimensioni (LxPxH) = 5,4x3,0x3,0 m
Massa = 17000 kg
Rumore = 60 dbA @ 10m
Installazione = Indoor/Outdoor

Christian Vanetti

Celle a combustibile a carbonati


sfusi

Le MCFC Molten Carbonate Fuel Cell utilizzano un elettrolita composto da una


miscela di carbonati alcalini trattenuta da una matrice ceramica.
Opera a 600-700C, formando sali carbonici altamente conduttivi senza
l'ausilio di catalizatori. L'anodo una lega Ni-Cr, mentre il catodo formato
da un ossido di Ni e Li.
Le reazioni elettrochimiche della cella sono:
Anodo: H2+CO3=
H2O+CO2+2eCatodo: 1/2O2+CO2+2eCO3=
Sono stati realizzati impianti che forniscono l'idrogeno necessario alla
reazione effettuando direttamente il reforming dal metano+acqua nello
stesso reattore nel quale viene prodotta energia utilizzando dei catalizzatori
che portano ad avere idrogeno+acqua.Si forma anidride carbonica nel
comparto catodico che puo essere allontanata o recuperata per immetterla
nel comparto anodico.
Vantaggi: non servono catalizzatori pregiati a meno che non si faccia il
reforming in loco;
Svantaggi: in questo caso le alte temperature invece che beneficiare, creano
sollecitazioni e condizioni favorevoli all'aggressione degli elettrodi e dei vari
comparti della cella.
Christian Vanetti

I pochi impianti dimostrativi di


questo genere producono
potenze di circa 250 kWel.
L'uso di queste celle risulta
promettente negli impianti a
ciclo ibrido.
Generalmente non viene
utilizzato solo il metano come
combustibile per ricavarne
idrogeno, ma anche biogas
proveniente da discariche e da
impianti di trattamento acque.
La tecnologia MCFC ancora in fase di sviluppo, in termini di costi si parla di
400euro/kWel per singola pila(stack), fino ad arrivare a 1000 euro/kWel per
l'intero impianto. La vita utile dello stack di max 4-6anni, il resto
dell'impianto arriva a 15-20 anni.
L'alta temperatura generata dalle reazioni, 700-800C viene riutilizzata in
parte per scaldare l'acqua ed in parte per condurre le reazioni del
reforming.

Christian Vanetti

Caratteristiche di una cella MCFC stazionaria per generazione e


cogenerazione da 250 kWel:
Rendimento elettrico netto AC = >47%
Potenza nominale AC = 250kW
Potenza termica recuperabile = 170kW
Temperatura gas di scarico = 400C
Rend. Tot. (termico+elettrico) = 80%PCI
Dimens. (LxPxH) = 8,5x2,7x3,0m

Christian Vanetti

Celle a combustibile a ossidi solidi


La sigla che le contraddistingue SOFC Solid Oxid Fuel Cells.
L'elettrolita un ossido metallico non poroso, generalmente ceramico come l'ossido di
Zirconio drogato con Ittrio o Calcio. La cella opera egregiamente, con buona
conduzione ionica a 650-1000C. Gli elettrodi sono ossidi di Zirconio al Cobalto o al
Nichel(anodo) e da composti di Manganese-Lantanio(catodo). Elettrodo, elettrolita e
interconnessione sono depositati in strati successivi con particolari tecniche costruttive,
uno sull'altro formando la struttura della cella.
Le reazioni elettrochimiche della cella sono:
Anodo : H2
H2O+2eCatodo : 1/2O2+2eO=
Vantaggi: essendo solido l'elettrolita, vengono eliminati tutti i problemi di gestione delle
tre diverse fasi gas-liquido-solido (l'equilibrio dell'elettrolita liquido, allagamento
elettrodi). L'elettrolita solido permette di creare celle con geometrie particolari. Le alte
temperature aiutano a eliminare il CO e permettono l'inserimento diretto del metano,
senza catalizzatori e generando gi in parte il reforming. Maggiori tolleranze alle
impurit. Consistente recupero termico. Costi potenzialmente pi bassi rispetto alle
altre tipologie
Svantaggi: per le alte temperature stress termomeccanico consistente che logora i
componenti. Costi elevati.
Christian Vanetti

Le celle a combustibile ad ossidi solidi sono presenti per di pi sottoforma di


tubi con diametro esterno di 2,2cm o in alternativa come tubi appiattiti.
I primi sono di difficile realizzazione e quindi costi elevati poich gli elettroliti
ricoprono la superficie cilindrica di questi tubi e bisogna loro conferire
l'adeguata forma con complessi sistemi ad aria compressa, ecc.
Il comparto anodico riveste la parte pi esterna di questi tubi, a contatto col
combustibile che fluisce sulla superficie esterna in senso parallelo all'asse. Il
comparto catodico ospitato nella parte interna dove circola invece il
comburente aria.
Le varie celle sono messe in connessione tra di loro attraverso un sistema di
interconnessione che genera problemi di cadute ohmiche. Tra i due c'
l'elettrolita.

Per ovviare a questo inconveniente sono in fase di sperimentazione i tubi


schiacciati che evitano l'installazione dell'elettrolita garantendo il contatto
con altri tubi schiacciati con il semplice incastro di due elementi consecutivi
senza strato di interconnessione. Con i tubi schiacciati aumenterebbe la
superficie elettrolitica e quindi si possono ridurre le lunghezze ed i costi. Si
pensa di sostituire i setti quadrati con quelli triangolari che aumenterebbero
la densit di potenza circa quattro Christian
volteVanetti
pi di un tubo normale.

Sono in fase di studio sistemi di celle a ossidi solidi di diverse geometrie. Le


planari che utilizzano meno materiale pregiato, posseggono maggiore
densit energetica (diminuiscono le polarizzazioni ohmiche) e hanno minori
costi di fabbricazione sono realizzate in sandwiches costituiti da diversi strati:
Un rivestimento sulle rispettive facciate che serve anche da interconnessione
con le altre celle ,ed ha delle scanalature che convogliano combustibile sulla
faccia che ospita lo strato anodico ed ossidante su quella del comparto
catodico. L'elettrolita costituisce lo strato in mezzo.

Le migliori prestazioni in termini di longevit e continuit sono state raggiunte dalle


celle tubolari. Le potenze elettriche che si possono raggiungere per questo tipo di
celle variano dai 250kW ad 1MW con rendimenti del 46-50% e del 58-60% in caso di
ciclo ibrido. Su queste tipologie di celle il governo federale americano ha
sponsorizzato un importante programma di ricerca. Ci ha portato ad ottenere moduli
cogenerativi a celle tubolari per uso residenziale assemblando 48 celle tubolari per
una potenza totale di 5kWel.
Christian Vanetti

Caratteristiche delle celle SOFC tubolari:


Dimensioni = Lungh. Attiva 150cm, diametro esterno 2,2cm
Potenza max per cella = 210 Wel a P ambiente, 265Wel a 10 bar
Ciclio termici sperimentati = 100 cicli da T ambiente a 1000C
Velocit di variaz. T = 200C/h
Utilizzazione max = 88% combustibile
Durata sperimentata = 20000h
Degrado = < 0,1% ogni 1000h
Pressioni di utilizzo = 1-1,15 bar
Costi = ???

Christian Vanetti

Christian Vanetti

Il
ciclo
ibrido
Il ciclo ibrido tutt'oggi la soluzione energetica che suscita pi unteresse ai

fini produttivi proprio per gli alti rendimenti.


Esso sfrutta il calore delle celle ad alta temperature MCFC e SOFC per fare
funzionare una turbina ed avere ulteriore incremento del rendimento
energetico. Abbina, sostanzialmente il ciclo elettrochimico delle celle al ciclo
termodinamico. Il ciclo consiste nell'abbinare una cella ad alta temperatura
con una turbina che invece di funzionare tramite la combustione della
miscela aria-combustibile, funziona grazie ai gas ad alta temperatura prodott
dalla reazione elettrochimica che vengono cos avviati all'espansione. Nella
cella inoltre viene prodotta elettricit.
I rendimenti per un ipotetico impianto di grande taglia sarebbero dell'ordine
del 70%. Inoltre il calore cos ottenuto puo essere impiegato per
cogenerazione.

Christian Vanetti

Analizziamo i problemi legati


alla diffusione dellidrogeno:
Problemi di natura politica-economica-sociale :
- Sotto questa categoria rientrano tutte le problematiche di
natura non tecnologica legate allo sviluppo di massa
dellidrogeno, costituiscono gli ostacoli maggiori che la
ricerca incontra per la diffusione e produzione di questo
elemento chimico ed energia dallo stesso. I grandi studiosi
delleconomia, quali Jeremy Rifkin e Joseph Romm
analizzano minuziosamente il possibile passaggio ad
uneconomia completamente allidrogeno. Essi
evidenziano nei loro studi come nella storia dellumanit in
un certo senso lascesa e la caduta delle civilt, nonch le
stesse gerarchie che in esse si instaurarono siano state
saldamente legate alla disponibilit dellenergia e da chi ne
detiene il possesso esclusivo decidendone la sua
destinazione finale nel sistema. Disponibilit non solo di
energia come noi la intendiamo(meccanica,termica,
elettrica), ma in senso pi ampio come impiego di risorse di
ogni genere.
Christian Vanetti

Secondo Romm e Rifkin possiamo equiparare lo sviluppo


futuro dello scenario energetico mondiale con lo
sviluppo che ha avuto internet nella civilt
odierna(tenendo conto delle somatiche differenze dei
due settori). Nel dettaglio, internet ha portato le
informazioni presso ciascun individuo che naviga allo
stesso modo di tutti gli altri connessi; in internet si
tutti sullo stesso piano in quanto chiunque pu
produrre contenuti e renderli disponibili ad altri..

Christian Vanetti

La soluzione lanciata ai problemi del settore energetico-petrolifero


consisterebbe nel creare una grande rete di interconnessione
mondiale chiamata EWW Energy Worldwide Web (simile a
WWW), dove tutti gli utenti nelle proprie abitazioni sono produttori
ed utilizzatori di energia pulita in tutto il mondo, fornitori di
energia per gli altri e produttori allo stesso momento per se stessi.
Questo scenario paradisiaco ci salverebbe dal declino totale a
patto che venga introdotto prima di un tempo in cui il passaggio
allidrogeno sia sufficiente per instaurare questa nuova
concezione. Rappresenterebbe quindi una grande rivoluzione che
coinvolgerebbe tutti, ridistribuendo il potere e la ricchezza su scala
globale, risolvendo gran parte dei problemi anche ambientali del
mondo attuale. Ci, ovviamente non piace ai grandi produttori di
petrolio e di energia che si vedrebbero intaccati nel loro principale
e proficuo interesse.
Inoltre, linstaurazione della EWW potrebbe in parte risolvere il
problema della produzione dellidrogeno da combustibili fossili ed
inquinanti delegando i singoli di destinare lenergia che producono
a grandi centrali per effettuare i processi di hydrocracking su larga
scala e rendere disponibile energia anche per le aziende pi
affamate.

Christian Vanetti

Problemi di natura tecnica:


-Produzione dell'idrogeno:
Il principio sul quale si basano le celle a combustibile simile a quello delle normali
pile elettriche. Esse cio compiono una trasformazione elettrochimica che genera
elettricit. Questo passaggio risulta molto pi vantaggioso in termini di rendimenti delle
normali trasformazioni termodinamiche poich non viene dissipata molta energia
sottoforma di calore. L'idrogeno non un combustibile quindi, ma un veicolo
trasportatore dell'energia chimica, necessita a monte di un dispositivo che permetta
l'idrolisi elettrochimica dell'acqua o di idrocarburi in modo da poter disporre di H2 a
sufficienza per fare avvenire detta reazione. Questo dispositivo avrebbe bisogno di
grandi quantitativi di energia elettrica per isolare l'idrogeno, energia che potrebbe
essere ricavata purtroppo ancora da combustibili fossili, radioattivi o nella speranza da
fonti pulite(come accennato prima)
-Stoccaggio dell'idrogeno:
L'idrogeno, differentemente dagli idrocarburi, in condizioni di temperatura e
pressione standard, ha una minore densit energetica (Kw/m3), quindi a parit di
energia ricavata necessito di molto pi spazio per un serbatoio di idrogeno che per uno
di idrocarburo normale. Si potrebbe comprimerlo, ma rimarrebbe molto pesante e
servirebbe elettricit per il compressore; si potrebbe renderlo liquido come sugli
shuttle, ma bisogna raffreddarlo. Lo stoccaggio il maggior problema nello sviluppo
dell'idrogeno. Comunque diverse sono le soluzioni a questo inconveniente, ancora in
via di studio e progetto, quali lo strippaggio dall'ammoniaca e il trasporto negli idruri.
Christian Vanetti

Conclusioni
Attualmente le celle ad acido fosforico sono le pi convenienti e le uniche ad
avere un mercato. Si trovano impianti di questo tipo che arrivano fino agli 11
MW max di potenza elettrica, il costo di un impianto di questo tipo di
3000euro/kWel con rendimenti elettrici del 40-42%.
Esiste comunque sostanziale interesse per la produzione con celle a SOFC e
MCFC.
L'estrazione dell'idrogeno necessario alle reazioni elettrochimiche deriva
quasi completamente dal gas naturale portando con se una piccola quantit
di anidride carbonica, ma se si volesse in un futuro impiegare fonti di energia
rinnovabili per l'elettrolisi non si avrebbero emissioni di alcun gas e si
otterrebbe energia pulita al 100%.

Christian Vanetti

Thanks to:
Jeremy Rifkin
L'economia
all'idrogeno,
ed.Mondadori 2002

Ennio Macchi, Stefano


Campanari, Paolo Silva
La microcogenerazione a
gas naturale,
ed.Polipress 2005

Christian Vanetti

Thanks to:

Christian Vanetti

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