Professional Documents
Culture Documents
I Gruppi Biblici Universitari sono dal 1950 il ramo italiano della International Fellowship of Evangelical Students, movimento internazionale che opera nelle universit di molti paesi del mondo con lo
scopo di suscitare e approfondire la conoscenza della fede cristiana.
Le Edizioni GBU accompagnano lazione dei gruppi pubblicando
libri utili allo studio delle Scritture e allapprofondimento della fede.
Gruppi Biblici Universitari www.gbuitalia.org
Edizioni GBU www.edizionigbu.it
Donald A. Carson
LINTOLLERANZA
DELLA NUOVA
TOLLERANZA
Edizioni GBU
INDICE
PREFAZIONE
11
31
63
4. PEGGIO DELLINCOERENZA
99
119
153
169
193
211
213
215
A Graham Cole,
ringraziandolo per le tante,
stimolanti conversazioni
PREFAZIONE
bito della discussione di un cristianesimo fondato sulle Scritture. In tutte tre le circostanze ho lasciato un tempo per domande e risposte; il confronto si rivelato vigoroso, cortese, a volte divertente e certamente, dal mio punto di vista, piacevole.
Ho detto tutto questo per spiegare come mi sono avvicinato alla stesura del libro che fra le vostre mani. Queste conferenze occasionali hanno tenuto alta la mia attenzione sullargomento, spingendomi ad approfondire letture e riflessioni in
merito. In un dato momento mi sono quindi convinto che fosse
giunto il tempo di metterle nero su bianco. Non ci vuole grande consapevolezza culturale per capire che i problemi che circondano questo tema stanno erodendo sia il cristianesimo occidentale sia il tessuto culturale dellOccidente stesso. Le sfide
che ci si presentano non verranno meno a breve.
Un altro stimolo alla stesura di questo libro provenuto da
un testo precedente dal titolo Christ and culture revisited (pubblicato anchesso da Eerdmans nelledizione inglese). In quel
libro fornisco una riflessione biblica e teologica, ma si tratta di
una riflessione che scalfisce soltanto la superficie di una questione, quella culturale, affrontata in termini piuttosto generali. Per contro, il tema del presente libro molto pi circoscritto. Allo stesso tempo, nello scrivere il precedente non ho potuto fare a meno di constatare lesistenza di argomenti che chiedevano di essere esaminati con maggiore dettaglio: fra questi,
nessuno pi di tolleranza/intolleranza. Ci che ora avete fra le
mani il risultato della disamina di questultimo aspetto. Mi si
perdoner se di tanto in tanto far riferimento a Christ and culture revisited per mostrare ci che sta alla base delle argomentazioni che intendo sviluppare qui.
Ancora una volta sono grato ad Andy Naselli, mio abilissimo assistente, per i suoi utili suggerimenti e per aver compilato gli indici.
D.A. Carson
10
CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
Il volto mutevole della tolleranza
Parlare di intolleranza della tolleranza pu sembrare ad alcuni una mera assurdit al pi, un oscuro ossimoro, quasi
come parlare del calore del freddo o dellopacit del bianco.
La tolleranza occupa oggi un posto di primo piano nella cultura occidentale, un po come la maternit e la torta di mele
nellAmerica degli anni 50: impossibile metterla in discussione senza essere tacciati in qualche misura di anacronismo. Suggerire, come faccio nel mio titolo, che la stessa tolleranza possa in determinati contesti risultare intollerante non vi aiuter
a farvi molti amici. Per dirla in modo un po pi sofisticato, la
tolleranza divenuta parte della struttura di plausibilit. Per
quanto ne so, lespressione struttura di plausibilit stata coniata dal sociologo Peter L. Berger1. Questi ladotta per indicare modelli di pensiero ampiamente recepiti e accolti, quasi senza fare domande, allinterno di una particolare cultura. Uno dei
corollari della sua argomentazione che in culture pi rigide e
monolitiche (come quella giapponese), le strutture di plausibilit fondanti possono essere incredibilmente complesse quello che intendo dire che vi pu essere una rete di posizioni vincolanti che costituiscono un sostrato di convinzioni, il quale raramente viene messo in discussione. Per contro, in una cultura
1. Vedi The sacred canopy: elements of a sociological theory of religion, Doubleday, New York, 1967, tr. it. La sacra volta. Elementi per una teoria sociologica della religione, Sugarco, Milano, 1984.
11
fortemente eterogenea come quella che caratterizza molti paesi del mondo occidentale, le strutture di plausibilit sono necessariamente pi limitate per la semplice ragione, unottima
ragione a dire il vero, che esiste un numero minore di posizioni comuni2. Le strutture di plausibilit che invece permangono
tendono a essere ritenute con particolare forza, quasi che vi sia
il riconoscimento che senza tali strutture la cultura correrebbe il rischio di sfaldarsi. In buona parte del mondo occidentale, nel mio modo di vedere, la tolleranza fa parte di quel novero
ristretto, ma gelosamente custodito, di strutture di plausibilit.
Scendere in piazza e mettere in discussione il concetto di tolleranza non significherebbe soltanto combattere contro i mulini
a vento ma sarebbe altres indice di insensibilit culturale, cattivo gusto e ignoranza.
Nondimeno io non mi abbatto. Vado avanti come chi sa
di avere qualcosa dimportante da dire e che non ancora stato detto con sufficiente forza. La nozione di tolleranza sta cambiando e con lavvicendarsi di nuove definizioni anche la sostanza della tolleranza mutata. Bench occorra spezzare una
lancia a favore di alcuni tratti della definizione corrente, la triste realt che la nuova tolleranza a noi contemporanea intrinsecamente intollerante. Non vede i propri difetti perch erroneamente ritiene di essere essa stessa metro di giudizio morale; non pu essere messa in discussione in quanto divenuta parte integrante della struttura di plausibilit dellOccidente. E, peggio ancora, questa nuova tolleranza socialmente pericolosa e certamente intellettualmente debilitante. Lo stesso
bene che cerca di produrre pu essere ottenuto pi efficacemente in altre maniere. La gran parte di ci che resta in questo capitolo dedicata alla presentazione e alla difesa di questa tesi.
1. Introduzione
13
le nella forma ma molto significativo nella sostanza3. Accettare che una posizione diversa o opposta esista e abbia il diritto
di esistere un conto; accettare la posizione stessa significa non
opporsi pi a essa. La nuova tolleranza afferma che, in effetti,
accettare la posizione altrui significa credere che quella posizione sia vera o se non altro altrettanto vera quanto la propria.
Si passa dal consentire la libera espressione di opinioni contrarie allaccettazione di tutte le opinioni; si salta dal permettere
la formulazione di ideologie e affermazioni con le quali siamo
in disaccordo allaccordare uguale validit a qualsivoglia ideologia e punto di vista. Scivoliamo in questo modo dalla vecchia
tolleranza alla nuova.
Il problema legato al significato di tolleranza in effetti pi complesso di quanto indicato da questi brevi commenti sulle voci dei dizionari. Infatti nelluso contemporaneo entrambi i significati sono riscontrabili nelluso comune e sovente non chiaro che cosa il dato scrittore oppure oratore intenda. Prendiamo ad esempio la frase: una persona molto tollerante. Sintende che la persona tollera le molte opinioni con
cui si trova in disaccordo o che tutte le opinioni sono valide in
egual misura? Un religioso musulmano afferma: Non tolleria3. opportuno aggiungere che non esiste omogeneit tra i dizionari di pi
lunga data e quelli pi recenti. In primo luogo, diversi dizionari mostrano distinzioni piuttosto significative tra il verbo tollerare e il sostantivo tolleranza e altri affini. La distinzione evidenziata sopra, in altre
parole, affonda le sue radici in un importante passaggio nelluso popolare corrente, che non si riflette ancora sistematicamente nei dizionari.
Questi hanno la tendenza a rincorrere sempre luso linguistico. Si possono trovare tuttavia saggi che risalgono a oltre un secolo fa in cui si presuppone la nuova definizione di tolleranza: p.es. nel 1891 B. Lazare
scrisse un saggio intitolato On the Need for Intolerance, Entretiens politiques et littraires 3; la traduzione inglese disponibile su http://marxists.org/reference/archive/lazare-bernard/1981/intolerance.htm (consultata il 28 dic. 2009). Supponendo che la tolleranza sia la caratteristica di et prive di convinzioni profonde (una visione che fa il paio con
la nuova tolleranza), Lazare sosteneva con forza istanze religiose e politiche: se si hanno idee forti e informate, essere intolleranti una virt beninteso, non zittire gli oppositori ma difendere vigorosamente le
proprie idee in modo tale che idee contrarie siano additate come errate. Se Lazare chiama questa virt intolleranza, ammesso che si affermi
che gli oppositori hanno il diritto di propugnare le proprie idee, possibile dire che si tratta in effetti della vecchia tolleranza!
14
1. Introduzione
mo le altre religioni. Dobbiamo intendere che, secondo il religioso, i musulmani non ritengono che le altre religioni abbiano il diritto di esistere o che i musulmani non possono convenire che le altre religioni vantino prerogative pari a quelle dellIslam? Un pastore cristiano dichiara: I cristiani di buon grado
tollerano le altre religioni. Significa forse che, secondo il pastore, i cristiani di buon grado accettano il diritto delle altre religioni a esistere oppure che i cristiani ritengono che tutte le religioni hanno la medesima validit? Voi cristiani siete cos intolleranti, dir qualcuno. Laffermazione significa che i cristiani vorrebbero che tutte le posizioni contrarie alla propria fossero estirpate o che i cristiani insistono sul fatto che Ges lunica via per andare a Dio? Nel primo caso si tratta di unasserzione palesemente infondata; nel secondo caso siamo di fronte
a unaffermazione certamente vera (sempre che i cristiani di cui
si parla siano cristiani che vogliono essere fedeli alla Bibbia).
assolutamente vero che i cristiani credono che Ges sia la sola
via per andare a Dio. Ma ci li rende intolleranti? Nel primo
senso del termine essi non sono affatto intolleranti. Nondimeno resta il fatto che qualsiasi affermazione rivendichi una
verit esclusiva ampiamente considerata indice di bieca intolleranza. Ma ci dipende interamente dal secondo significato che
abbiamo attribuito alla parola tolleranza.
Si possono introdurre altre utili distinzioni. Torniamo allasserzione i cristiani di buon grado tollerano le altre religioni.
Supponiamo per un momento che ci troviamo di fronte al primo significato di tollerare vale a dire che i cristiani di buon
grado convengono che le altre religioni hanno tanto diritto a esistere quanto la propria, indipendentemente da quanto quegli
stessi cristiani considerino per alcuni versi profondamente in errore le altre religioni. Questa visione pi classica della tolleranza lascia spazio a una certa indefinitezza. Laffermazione si riferisce a una tolleranza giuridica? In questo caso si intende dire
che i cristiani combattono per un eguale status di tutte le minoranze religiose davanti alla legge4. Naturalmente da un punto di
4. Ho imparato questa lezione molto bene da mio padre, uno di quei pochi evangelici che sosteneva il diritto dei Testimoni di Geova alla libert di culto e di proselitismo, in un tempo in cui il governo Duplessis del
15
vista cristiano si tratta di una disposizione temporanea che durer soltanto fino al ritorno di Cristo. come dire che in questo
mondo caduto e in rovina, in questo tempo di sconfinata idolatria, in questa et di confusione religiosa e teologica, Dio ha disposto ogni cosa in modo tale che il conflitto, lidolatria, leterogeneit e i sistemi di pensiero pi inconciliabili, persino relativi a Dio stesso, persistano. Nel nuovo cielo e nella nuova terra la volont di Dio non sar oggetto di contestazione ma diverr oggetto di diletto e alimenter ladorazione di Dio. Per ora,
nondimeno, Cesare (vale a dire il governo) ha la responsabilit
di preservare lordine sociale in un mondo in preda al caos. Sebbene lo stesso Cesare soggiaccia alla sovranit di Dio vi tuttavia fra Dio e Cesare una differenza sostanziale Ges stesso ci
ha detto di dare a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che
di Dio5. Non sar cos nel nuovo cielo e nella nuova terra. Perci questa tolleranza giuridica, che i cristiani sono chiamati a difendere con forza, appartiene al presente, al tempo cio in cui
il regno di Dio ha conosciuto i suoi albori ma non ancora la sua
consumazione o, per dirla con i teologi, a questet di escatologia inaugurata ma non realizzata.
Certamente nel suo giusto contesto la medesima frase, i
cristiani tollerano di buon grado le altre religioni, potrebbe
indicare non tanto la tolleranza giuridica ma quella sociale: vale
a dire che in una societ multiculturale persone di diverse religioni dovrebbero mescolarsi senza contese e condiscendenza,
dal momento che tutte le persone sono state create a immagine
di Dio e un giorno dovranno rendere conto a lui. I cristiani, pi
di tutti gli altri, dovrebbero sapere che non sono minimamente superiori agli altri da un punto di vista sociale. Parlano di un
grande Salvatore ma non devono ritenersi un grande popolo.
La tolleranza sociale va pertanto incoraggiata.
Unaltra distinzione richiede tuttavia una breve menzione.
Qualcuno dir che il Dio della Bibbia, anche secondo i termini
Qubec era repressivo nei loro confronti: vedi il mio Memoirs of an ordinary pastor: the life and reflections of Tom Carson, Crossway, Wheaton, 2008.
5. Per un trattamento pi esaustivo di questo punto, si veda D.A. Carson,
Christ and culture revisited, Eerdmans, Grand Rapids, 2008.
16
1. Introduzione
visione della tolleranza si basa su tre assunti: (1) esiste una verit
oggettiva ed nostro dovere ricercarla; (2) le varie parti di una
disputa credono di sapere dove risiede la verit, pur ponendosi in netta contrapposizione le une con le altre, giacch ciascuna di esse ritiene che laltra sia nel torto; (3) nondimeno le parti
ritengono a un tempo che il modo migliore di giungere alla verit in questione, ovvero la migliore possibilit di persuadere il
maggior numero di persone mediante la ragione e non la coercizione, sia il libero scambio di idee, indipendentemente da quanto errate possano sembrare alcune di esse. Questo terzo assunto presuppone che nessuna delle parti favorisca laltrui censura o repressione. La libera investigazione pu col tempo portare alla scoperta della verit; pi certamente finir con il convincere il maggior numero di persone. Il flogisto (una sostanza immaginaria che i chimici un tempo ritenevano responsabile della
combustione) sar smascherato e lossigeno trionfer; la meccanica newtoniana si affermer, la relativit einsteiniana e la meccanica quantistica prenderanno piede.
Una versione di questa pi antica visione della tolleranza
potremmo chiamarla la versione libertaria laica fa sua anche
unaltra sfumatura. Nel suo famoso scritto sulla libert, John
Stuart Mill (18061873) fornisce alla tolleranza un fondamento laico. Nellambito religioso, sostiene Mill, non esistono basi
razionali sufficienti per stabilire la veridicit delle affermazioni
di questa o quella religione. La sola posizione ragionevole verso la religione pertanto lagnosticismo pubblico e la benigna
tolleranza privata. Per Mill le persone dovrebbero essere tolleranti in ambito religioso, non perch questo sia il modo migliore per scoprire la verit ma precisamente perch, quale che essa
sia, non vi sono mezzi sufficienti per scoprirla7.
Una parabola resa famosa da un pensatore leggermente pi
lontano da noi nel tempo, Gotthold Ephraim Lessing (1729
S.G. Tallentyre, The friends of Voltaire, Smith Elder & co., London,
1906. Voltaire, nondimeno, ha lasciato dietro di s tutta una serie di
memorabili dichiarazioni sulla tolleranza, p.es. Che cos la tolleranza?
la conseguenza del nostro essere umani. Siamo tutti caratterizzati da
fragilit ed errori; perdoniamo le follie gli uni degli altri questa la
prima legge di natura, primo rigo del suo saggio Tolerance, 1755.
7. John Stuart Mill, Saggio sul governo, 1869.
18
1. Introduzione
[] Si litiga, si indaga,
si accusa. Invano. Impossibile provare
quale sia lanello vero
[]
quasi come per noi
provare quale sia la vera fede10.
Il giudice esorta i fratelli ad abbandonare la loro futile missione di determinare quale anello sia quello autentico e dotato di poteri magici. Ciascun fratello invitato piuttosto ad accettare il suo anello come loriginale e in quella convinzione vivere una vita di probit morale. Ci onorerebbe sia loro padre
sia Dio.
La parabola di Lessing aveva un significato particolare per
i suoi lettori illuministi del Settecento. Le tre grandi religioni
monoteiste erano cos simili che ciascun gruppo poteva tranquillamente continuare a pensare che la propria era la vera religione, preoccupandosi piuttosto di condurre vite caratterizzate da virt e bont, scevre di animoso dogmatismo, quel dogmatismo cui si attribuivano le sanguinose guerre del secolo precedente. Ci che serviva, in altre parole, era tolleranza religiosa. Non c niente di male nel credere che la propria religione
monoteista sia la migliore, purch si conduca una vita caratterizzata dal bene e si lasci che gli altri pensino che la propria religione sia la migliore.
C poco da meravigliarsi se la parabola continua a esercitare un richiamo sui lettori del XXI secolo. Le persone oggi non
sono meno scettiche verso enunciati di verit religiosa esclusivistici di quanto non lo fossero i lettori di Lessing. Potranno
10. Ibid., p. 157.
11. Ibid., p. 161.
20
1. Introduzione
12. When Jesus met Buddha Boston Globe, 14 Dec. 2008, http: //www.
boston.com/bostonglobe/ideas/articles/2008/12/14/when_jesus_met_
buddha/, ultimo accesso 31 dicembre 2009.
22
1. Introduzione
1. Introduzione
1. Introduzione
1. Introduzione
18. Cfr. Sandra L. Barnes, Subverting the power of prejudice: resources for individual and social change, Inter-Varsity, Downers Grove, 2006.
19. James Kalb, The tyranny of liberalism: understanding and overcoming administered freedom. Inquisitorial tolerance, and equality by command, ISI
Books, Wilmington, 2008.
29
20. Bernard Goldberg, 100 people who are screwing up America, HarperCollins, New York, 2005, viii.
30
CAPITOLO 2
CHE COSA
STA SUCCEDENDO?
Non ci vuole un grande sforzo di ricerca in rete per trovare alcune orrende affermazioni provenienti dalla destra religiosa.
Dite che bisogna trattare bene gli episcopali, i presbiteriani,
i metodisti e questi, quelli e quegli altri ancora. Assurdo.
Non devo trattare bene lo spirito dellanticristo. Posso amare
le persone che hanno convinzioni false ma non devo trattarle
bene1.
Voglio solo che vi lasciate investire da unondata di
intolleranza. Voglio che vi lasciate investire da unondata
di odio. S, lodio una buona cosa ... Il nostro obiettivo
la creazione di una nazione cristiana. Abbiamo un dovere
biblico: siamo chiamati da Dio a conquistare questo paese.
Non vogliamo parit. Non vogliamo il pluralismo2.
La persona che sia esposta soltanto a espressioni cristiane di questo tipo potrebbe facilmente sviluppare una buona
dose di simpatia per coloro che a sinistra tacciano il cristianesimo di intolleranza.
1. Pat Robertson, The 700 club, consultato il 2 gennaio 2010 su http://
www.imdb.com/title/tto149408/quotes.
2. Randall Terry, come riportato nel News Sentinel di Fort Wayne, Indiana,
16 August 1993.
31
Quei cristiani che dallinterno cerchino di leggere simili citazioni usando la massima indulgenza potrebbero far notare
che esiste una sorta di filone accademico subcristiano secondo cui lamore ricerca il bene dellaltra persona in modo risoluto, prescindendo dalla necessaria componente emotiva:
si pu ad esempio amare un pervertito, direbbero, odiandolo allo stesso tempo in modo viscerale. La locuzione lodio
una buona cosa ha un suo senso: esiste un mandato biblico a
odiare il male. Nondimeno quei cristiani che danno espressione alla vera natura della fede cristiana sanno coniugare la repulsione per lempiet con un amore trasparente per i propri nemici, non fossaltro perch seguono un maestro che in agonia
sulla croce ha gridato: Padre, perdona loro, perch non sanno
quello che fanno (Lc 23:34). Se i cristiani parlano di conquistare un paese mediante la potenza dellevangelizzazione un
conto; se danno invece limpressione di voler imporre la propria volont su una nazione ricorrendo alla forza delle armi o
anche solo alla forza dei numeri, dimenticano le distinzioni che
la Bibbia stessa fa tra Cristo e Cesare, tra la chiesa e il mondo,
tra aspettative legittime rispetto a ci che pensano debba avvenire ora e ci che sperano debba accadere in futuro. Peggio
ancora, dimostrano di avere una scarsissima consapevolezza di
come verranno percepiti al di fuori dei propri circoli.
Senza giustificare minimamente questo tipo di retorica, i
cristiani che sesprimono in questa maniera spesso lo fanno perch ritengono che le questioni che affrontano sono cos importanti da richiedere che si combatta per esse. La maggioranza dei loro
interlocutori risponde non affrontando le questioni che vengono sollevate ma schivandole e respingendo semplicemente
la loro intolleranza con unintolleranza pari, se non superiore.
Gi nel 1991 lallora stimato giornalista Lance Morrow
apriva il suo pezzo di prima pagina sulla rivista Time dal titolo
A Nation of Finger Pointers con queste parole:
Limpiccione e il piagnucolone sono i bambini sempre pi
presenti al parchetto americano.
Limpiccione il bullo con il luccichio da ayatollah negli occhi, gauleiter di correttezza, che sintromette per dire agli altri bambini che non possono fumare, essere grassi, bere al-
32
Si aggiunga a questa analisi profonda e accattivante il fatto che sia gli impiccioni sia i piagnucoloni accusano la parte
avversa di intolleranza ed ecco che il pezzo di Morrow continua a essere una penetrante esposizione di molte delle polarizzazioni che oggi danneggiano la dialettica pubblica. Lironia, nondimeno, permea il dibattito nella misura in cui lintolleranza degli impiccioni si fonda, a loro modo di vedere, sulla
propria tolleranza quella che Herbert Marcuse ha chiamato
tolleranza repressiva.4
Ci che propongo di fare in questo capitolo affastellare testimonianze dellultimo decennio, iniziando con un insieme di esempi per poi concentrarmi pi segnatamente su
quelli tratti dagli ambiti delleducazione, dei media e dellidentit sessuale, e concludere con alcune osservazioni su
3. Lance Morrow, A nation of finger pointers, Time, 12 Aug. 1991, p. 14.
Cfr. anche http://www.time.com/time/printout/0,8816,973578,00.html.
4. Devo questo riferimento a James Bowman e al suo libro incredibilmente penetrante Honor: a history, Encounter, New York, 2006, p. 237.
33
ESEMPI VARI
Nel 2005 la Cooperative Bank, banca di Manchester, in
Inghilterra, chiese a unorganizzazione cristiana, Christian Voice,
di chiudere i propri conti presso la banca poich le posizioni
dellorganizzazione erano incompatibili con quelle della
banca5. La dichiarazione pubblica della banca legge: Ci
giunta voce che Christian Voice responsabile di dichiarazioni
discriminatorie sullorientamento sessuale delle persone ... Simili
posizioni pubbliche sono incompatibili con la posizione della
Cooperative Bank, la quale pubblicamente sostiene diversit
e dignit in qualsiasi forma si presentino per il proprio staff,
i propri clienti e i propri azionisti. Pertanto, in nome della
diversit, la banca fa a meno di uno dei suoi clienti diversi!
Nella fattispecie la banca non pu essere coerente: infatti essa
ha senza dubbio clienti musulmani che non sono meno restii
di Christian Voice a condannare la pratica omosessuale. Dopo
il reportage della storia realizzato dalla BBC, la banca rilasci
unulteriore dichiarazione: Accettiamo il diritto di tutti alla
libert di pensiero in campo religioso; nondimeno non crediamo
che ci dia il diritto di incoraggiare e praticare attivamente
la discriminazione. Evidentemente la banca ritiene che gli
intendimenti religiosi privati sono accettabili purch non si
agisca di conseguenza cosa che naturalmente sminuisce
allistante la fede religiosa. Intanto il termine discriminazione
assume la forza retorica della parola intolleranza, senza
riflettere razionalmente sul fatto che il pi degli esseri umani
discrimina una dozzina di volte al giorno e la cultura trabocca
di discriminazione: non assumiamo pedofili come presidi, non
5. La faccenda ha avuto molta risonanza. Il reportage della BBC si pu
trovare su http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/4617849.stm (ultimo
accesso 2 gennaio 2010).
34
visto come espressione di una visione religiosa. Una studentessa, Kathryn Nurre, denunci il sovrintendente, sostenendo che
i suoi diritti costituzionali erano stati violati. Leggere le lettere della ragazza alleditore del Seattle Times equivale a farsi una
cultura su quanto facilmente la tolleranza possa trasformarsi in
intolleranza. Ci fu chi fece un plauso a Whitehead per aver
correttamente preteso che lensemble di fiati suonasse un pezzo laico per la cerimonia. Dopotutto la melodia molto familiare a tutti noi [viene il sospetto che chi scrive stia pensando a un altro componimento dallo stesso titolo ma diamogliela
buona] e, quando sentiamo suonare gli strumenti, saltano subito alla mente le parole11. Jay Nordlinger commenta: Qui ci
avviciniamo molto al crimine di pensiero: non possiamo cantare canzoni che parlano di Dio e non possiamo ascoltare parole che parlano di Dio ma le note, le note ci fanno pensare a Dio
e questo vietato in una cerimonia dei diplomi12. Nella causa
Nurre contro Whitehead, la Corte Federale Distrettuale di Seattle si pronunci contro la studentessa. Nurre ricorse in appello presso la Corte dAppello del Nono Circolo, che conferm la sentenza contro la studentessa. Il 22 marzo 2010 la Corte Suprema rifiut di riesaminare il caso, confermando di fatto
la decisione del Nono Circolo, contro appunto la studentessa.
Quattro anni dopo luccisione di tredici persone alla scuola superiore di Columbine, la scuola vinse la sua battaglia per
bandire tutti i messaggi religiosi dal suo memoriale murario
della tragedia. A seguito degli eventi che lo contraddistinsero, il padre di Daniel Rohrbough, una delle vittime, volle che
il memoriale contenesse parole che riflettessero la fede del figlio; la scuola lo proib. Il caso pass per i vari gradi di giudizio fino alla Corte Suprema che rifiut di esaminarlo, confermando anche in questo caso la decisione del grado inferiore: la
scuola cos ha vinto e, insieme a essa, lintolleranza. Tutte quelle cose che sono significative e daiuto a questa particolare famiglia non possono avere posto nel memoriale.
11. http://community.seattletimes.nwsource.com/archive/?date=20060705
&slug=wedletso5.
12. An unpretty pass: what a song without words says about American life,
National Review, 61, n. 20, 2 Nov. 2009, p. 33.
41
LAMBITO DELLEDUCAZIONE
Potrebbe essere utile qui distinguere fra ci che accade nel
mondo accademico laico e in college, seminari e universit
cristiane.
Nel primo facile registrare la pressione crescente a
conformarsi alla nuova tolleranza. Si prenda il caso di Scott
McConnell, studente del corso di laurea specialistica in Scienze
della Formazione al Le Moyne College. Nel 2005 lo studente
scrisse un saggio di fine corso sostenendo che il contesto
scolastico ideale dovrebbe basarsi su una rigida disciplina e sul
duro lavoro, comprensivi in alcuni casi di punizioni corporali.
McConnell ricevette una A per il suo lavoro, voto in linea con
la sua media. Alcuni mesi dopo fu per allontanato dal College
dal capo del Dipartimento di Scienze della Formazione. La
donna parl di una incompatibilit fra [i suoi] convincimenti
personali in relazione allinsegnamento e allapprendimento e
gli obiettivi del Le Moyne College. Con laiuto della Foundation
for Individual Rights in Education (FIRE) e del Center for
Individual Rights (CIR), McConnell port il Le Moyne College
in tribunale e vinse, ottenendo il reinserimento nel programma
di studi. Egli sostenne che il College aveva agito in cattiva fede:
aveva promesso libert di espressione ma laveva poi espulso
quando aveva espresso il proprio pensiero.
Nel 2005 poi, Noah Riner, allora presidente della
Dartmouth Student Assembly, parl a un incontro rivolto alle
matricole tradizionale appannaggio del presidente del corpo
studentesco. Egli afferm che lacquisizione di conoscenza non
tutto ci per cui la sua platea avrebbe dovuto lavorare; lo
sviluppo del carattere era un obiettivo ancora pi importante.
42
Klocek afferma di essersi reso conto che la discussione era sterile, di aver messo gi con calma il volantino e di aver fatto un
cenno con il mento allitaliana, come a dire: Me ne vado!.
Gli studenti sostennero che il volantino era stato lanciato sul
tavolo e che il professore aveva mostrato loro il dito medio.
Lintero incontro dur in tutto quindici minuti. Nonostante
potesse vantare un invidiabile curriculum come docente, Klocek fu subito sospeso. Il professore cit listituzione accademica per diffamazione. Dopo quattro anni (!), il giudice della
Cook County Circuit Court, Charles Winkler, archivi il caso
(marzo 2009). Klocek ricorse in appello; ancor oggi non si
giunti a una sentenza definitiva19. A prescindere dalle ragioni
e dai torti delluna e dellaltra parte, difficile non concludere che la DePaul University abbia distrutto la carriera accademica del professor Klocek per placare un gruppo di studenti che non poteva tollerare unopinione diversa dalla propria,
senza lamentare di aver ricevuto insulti e umiliazioni lassunto culturale della nuova tolleranza tende a giocare a loro favore nel processo di aggiudicazione di torti e ragioni. Nel suo
importante saggio del 2005 John J. Miller mette in luce diversi casi di docenti che in America hanno dovuto affrontare problemi simili20.
In un certo senso naturalmente lo spirito di tolleranza
nei campus universitari pu essere molto utile: talvolta pi
semplice per un cristiano trovare posto a un dibattito oggi
rispetto a trenta o quarantanni fa. Ma il prezzo da pagare
alto: se il cristiano sostiene che la confessione cristiana
contraddistinta da un elemento esclusivista, il che significa
che gli altri hanno in qualche misura torto, il posto spesso
viene tolto e anche piuttosto velocemente. Le ragioni non
sono, formalmente parlando, legate al fatto che il cristiano
un cristiano ma che il cristiano intollerante e ci non
pu essere tollerato. Il mondo accademico esercita pertanto
19. http://illinoisreview.typepad.com/illinoisreview/2009/04/judgethrows-out-thomas-klocek-case-against-depaulappeal-planned-.html.
20. Pariahs, martyrs and fighters back: conservative professors in America,
National Review 57, n. 19, 2005, pp. 4045. Occorre osservare che taluni professori, di cui Miller passa in rassegna le vicende, non sono conservatori: Klocek ad esempio ha votato democratico.
47
Se queste sono le cose che accadono nel mondo accademico in generale, qual la realt delle istituzioni cristiane?
Come figli a lungo emarginati, gli studiosi evangelici hanno
ancora troppa ansia di essere accettati dai loro pari; hanno
troppo desiderio di muoversi soltanto in quelle direzioni
che consentiranno loro di essere rilevanti. [Il risultato
che] siamo di gran lunga pi inclini a farci sentire quando le
nostre convinzioni cristiane sono in sintonia con gli assunti
della moderna riflessione accademica rispetto a quando
divergono da essi. molto pi facile ad esempio schierarsi
con lavanguardia del progresso sociale di quanto non lo sia
difendere quegli assunti cristiani che i circoli intellettuali, i
quali vanno oggi per la maggiore, considerano oscurantisti
21. N.O. Hatch, Evangelical colleges and the challenge of Christian thinking, in Joel A. Carpenter e Kenneth W. Shipps, a cura di, Making higher education Christian: the history and mission of Evangelical colleges in
America, Christian University Press, Grand Rapids, 1987, p. 163.
48
zioni pubbliche. Gli Scout, per fare un esempio, fanno sovente reclutamento nelle scuole pubbliche e godono di un trattamento speciale quanto alluso di parchi statali e nazionali per
le loro feste. Daltro canto questi privilegi vengono in un certo senso ripagati. Nellestate del 2008, ad esempio, lOrder of
the Arrow organizz Cinque siti, cinque settimane, cinquemila arcieri, un progetto in cui cinquemila volontari dedicarono cinque settimane a varie opere di conservazione e miglioria delle strutture pubbliche in parchi nazionali di tutto il paese. Dal 2004 i Boy Scout hanno dedicato qualcosa come dieci milioni di ore a coadiuvare progetti pubblici e alla cura del
demanio pubblico. Un altro progetto portato avanti dai Boy
Scout, Una buona svolta per lAmerica, li ha visti coinvolti
nella pulizia di centinaia di parchi cittadini e giardini scolastici. Per raggiungere il rango di Eagle Scout, un candidato deve
guidare il suo gruppo in un progetto di servizio alla comunit. Gli Scout in Arizona hanno dedicato migliaia di ore alla
prevenzione di incendi e a progetti di conservazione dentro e
tuttattorno al Grand Canyon.
Dunque lACLU e altri hanno combattuto contro gli Scout
numerose battaglie, nessuna direttamente legata allomosessualit ma tutte legate al rapporto fra gli Scout, il territorio e
le istituzioni pubbliche. Nel 2003 lACLU, per conto di una
coppia lesbica e di una agnostica, sostenne che gli Scout erano
unorganizzazione religiosa e pertanto i loro accordi con la citt di San Diego violavano il patto sociale. Questi accordi hanno
consentito agli Scout di gestire il campo estivo Balboa insieme
a mezzo acro sullisola di Fiesta per quasi un secolo, periodo in
cui gli Scout hanno contribuito di tasca propria con milioni di
dollari per sviluppare le propriet, garantendone lapertura al
pubblico. Le risultanti cause vanno avanti ancora oggi.
Nel 1928 Filadelfia diede in uso mezzo acro di terreno agli
Scout e questi a loro volta vi edificarono sopra, a proprie spese, un quartier generale di duemilacinquecento metri quadrati destinato alle belle arti. Nel 2000 il consiglio comunale di
Filadelfia cerc di sfrattare gli Scout e, di fronte al fallimento
di questo tentativo, pretese duecentomila dollari daffitto annuale. Gli Scout devono pagare o smetterla di discriminare gli
omosessuali e gli atei. Indipendentemente da questioni di equi52
t di chi realmente la propriet di quelledificio per il quale la citt non ha speso un soldo? non sarebbe pi pluralista e
davvero tollerante per la citt dire che se gli omosessuali e/o gli
atei vogliono realmente realizzare unistituzione simile a quella realizzata dagli Scout, la citt di Filadelfia si adoperer a loro
favore come ha fatto in passato per gli Scout? No, non basta: la
nuova tolleranza esige piuttosto che il governo cittadino sia intollerante verso coloro che non accettano la nuova definizione
di tolleranza. I due centri urbani, San Diego e Filadelfia, sono
solo due centri rappresentativi delle tante lotte che, in nome
della tolleranza, gli Scout hanno dovuto affrontare nel decennio trascorso, principalmente lungo le coste.
Non facile predire come questi casi e altri analoghi
andranno a finire. Due anni fa in Massachusetts fu ingiunto
allopera di carit Catholic Charities di rinunciare al proprio
programma di adozioni oppure modificare la propria politica
accettando di affidare i bambini a coppie dello stesso sesso.
Catholic Charities interruppe il programma. Non si capisce
come questo possa aiutare i bambini bisognosi di quello
stato. Si potrebbe affermare che Catholic Charities avrebbe
potuto opporre una resistenza maggiore. World Vision, una
missione evangelica, chiede ai propri collaboratori di astenersi
da rapporti extraconiugali, fra cui naturalmente i rapporti
omosessuali. Nel 2005 World Vision ricevette un milione e
mezzo di dollari da Office of Justice Programs per far fronte
alla montante violenza giovanile e delle gang in Virginia. Dopo
qualche tempo i legali furono chiamati a stabilire se World
Vision avesse una politica discriminatoria. Il Dipartimento di
Giustizia alla fine (nel 2007) diede ragione a World Vision sulla
base del Religious Freedom Restoration Act (RFRA) del 1993.
Dopotutto, come ha osservato Carl Esbeck, professore di
giurisprudenza alla University of Missouri: Le organizzazioni
non religiose che ricevono fondi federali assumono liberamente
sulla base dei loro obiettivi principali, esattamente allo stesso
modo in cui Planned Parenthood esige che i suoi dipendenti
siano a favore della possibilit di abortire e Sierra Club vaglia
i candidati sulla base della loro visione del riscaldamento
globale. Similmente i gruppi religiosi non possono rimanere
fedeli ai propri obiettivi fondativi se i loro dipendenti non sono
53
27. http://library.findlaw.com/2008/Jun/1/247208.html.
28. http://library.findlaw.com/2008/Jun/1/247208.html.
29. http://www.akegreen.org.
30. Il caso ha avuto molta risonanza. Si veda, ad esempio, http://www.
spectrummagazine.org/node/1200.
54
OBIETTIVO: IL CRISTIANESIMO
A rischio di sembrare paranoico o poco obiettivo, giusto che
dica che una parte spropositata dellintolleranza mascherata da
(nuova) tolleranza diretta contro i cristiani e il cristianesimo.
risaputo che alcune biblioteche pubbliche hanno messo
allindice il libro di John MacArthur Safe in the Arms of God32.
In diversi paesi Australia, Canada e Regno Unito nuove leggi hanno fatto s che dei pastori cristiani fossero trascinati in tribunale per rispondere daver pronunciato discorsi pubblici in
cui si contrapponeva il cristianesimo allIslam in modi ritenuti denigratori nei confronti dellIslam. In alcuni casi sono stati
giudicati colpevoli di crimini dodio. Non sono a conoscenza di
un singolo caso in cui accuse simili sono state rivolte a un imam
per raffronti che andassero nella direzione opposta.
Nel 2004, nella citt russa di Beslan, dei terroristi islamici
presero milleduecento persone in ostaggio in una scuola pubblica. Trecentoquarantaquattro di queste, di cui centottantasei studenti, rimasero uccise. Su scala minore, non per questo
meno orribile, due studenti mentalmente disturbati massacrarono tredici persone alla scuola superiore Columbine. Sullonda di tali avvenimenti, non sorprendente che molte scuole
abbiano fatto esercitazioni in modo che insegnanti e studenti insieme sapessero come reagire nel caso una violenza simile
si scatenasse nelle loro scuole serrare le porte delle classi, ri32. http://rabbiphilosopher.blogspot.com/2006/10/banned-books-johnmacarthur.html.
56
Nel corso della stesura di questo libro, alcune incredibili reazioni a Brit Hume sono comparse sulla stampa. Durante
un segmento televisivo di Fox News gli era stato chiesto quale consiglio avrebbe dato a Tiger Woods in seguito al tragico
scandalo a sfondo sessuale di cui sera reso responsabile. Fra
le altre cose, Hume disse, in tono piuttosto dimesso e gentile:
Si dice che sia un buddhista. Non credo che quella fede offra il genere di perdono e redenzione che d la fede cristiana ... Il mio messaggio per Tiger sarebbe: Tiger, rivolgiti alla
fede cristiana e potrai essere ristabilito e diventare un esempio per il mondo37.
CAPITOLO 3
NOTE DI STORIA
DELLA TOLLERANZA
cio al tema pi avvertito, per quanto diversificato, ha mostrato con regolarit una significativa connessione fra ci che sintende per tolleranza e ci che sintende per legge naturale o
legge morale pubblica (o comunque essa venga chiamata nei
vari contesti). Le prospettive storiche che non sondano questa
connessione, per quanto interessanti siano le loro distinte osservazioni, hanno tutte pi o meno argutamente elevato la tolleranza al rango di virt massima, in modo che i suoi rapporti
con altre virt ne risultano largamente oscurati3. Il risultato la
distorsione della tolleranza stessa.
J. Daryl Charles sostiene giustamente che nel mondo pre
cristiano grecoromano la direttrice che da Eraclito (535475
a.C. ca.) giunge fino agli stoici, passando per Aristotele (384
322 a.C.), mostra una forma di ci che successivamente sarebbe stata chiamata teoria della legge naturale una visione
dellordine morale basata sulla natura umana e sullespressione di tale natura attraverso la ragione4. Allinterno della tradizione cristiana, lenorme influenza di Tommaso dAquino sia
allinterno della tradizione cattolicoromana, con larticolazione della legge naturale, sia talvolta sotto forma di adattamento, specialmente in seno alla tradizione riformata, in termini di
3. P.es., G.N. Stanton e G.G. Strousma, Tolerance and intolerance in early
Judaism and Christianity, Cambridge University Press, Cambridge,
1998, formato da saggi che esplorano con utilit i modelli di tolleranza e intolleranza allinterno di vari gruppi ebraici e cristiani ma scarso
lesame di come questa tolleranza si collochi allinterno di una pi ampia visione morale. Leccezione data dal fatto che alcuni dei contributori mettono in discussione lidea che la tolleranza sia sempre una buona cosa, mentre altri pensano che la tolleranza sia piuttosto tristemente
limitata laddove vi una nozione di religione rivelata. Allo stesso modo
unopera contemporanea come quella di H. Knox Thames, Iternational
religious freedom advocacy: a guide to organizations, law, and NGOs, Baylor University Press, Waco, 2009, una risorsa formidabile per fornire a
viaggiatori, attivisti, agenzie varie e altri ancora gli strumenti per familiarizzare con quanto viene e non viene fatto per salvaguardare la libert religiosa e con le risorse disponibili allinterno delle Nazioni Unite, dellUnione Europea, dellOrganizzazione degli Stati Americani, dellUnione
Africana e cos via. Naturalmente non questo il genere di libro che pu
fermarsi a riflettere approfonditamente sulla natura della tolleranza.
4. D. Charles, Truth, tolerance, and Christian conviction: reflections on
a perennial question a review essay, Christian Scholars Review 36,
2007, in part. pp. 201211.
65
elaborazione del concetto di imago Dei e dei confini della grazia comune s manifestata in tutta una serie di strutture etiche che ricercavano il bene comune in ogni cultura. Allinterno di queste ampie reti di ragionamento morale la tolleranza
vista come una virt per la sua attenzione verso il bene comune. Laddove per la tolleranza svincolata da questa pi ampia prospettiva morale, vincolandosi nel contempo a nozioni di
libert individuale per la quale la persona devessere libera di
fare ci che vuole a prescindere da qualsivoglia considerazione del bene comune, ecco che essa si trasforma in qualcosa di
ferocemente diverso. Una cosa che manca in Charles una riflessione pi approfondita sulla distinzione fra Cristo e Cesare
e sul ruolo che linsegnamento di Ges ha avuto nello sviluppo
della tolleranza in Occidente (avremo a breve occasione di riflettere su questo tema). Nondimeno la stretta connessione che
Charles mantiene fra tolleranza e visione morale non importante soltanto dal punto di vista storico ma deve altres giocare un ruolo primario nella nostra valutazione di ci che sta accadendo oggi.
A.J. Conyers avanza argomenti analoghi5. Anche Conyers
ripercorre la storia alla ricerca delle tracce della tolleranza e
della sua applicazione, incentrandosi in modo particolare su
figure come quella di Locke (sul quale dir di pi oltre), per
dimostrare che storicamente la tolleranza era legata a societ che
avevano una visione morale condivisa e una coscienza, laddove
oggi molto pi intimamente legata alla libert individuale.
Invece di proteggere le minoranze come parte di una politica
pubblica, avendo come fine il bene comune, il forzato consenso
intorno alla libert individuale incoraggia ironicamente la
centralizzazione del potere e favorisce lindifferenza nei
confronti di valori diversi dal valore stesso della tolleranza.
Lanalisi della storia della tolleranza fatta da Amy Chua
piuttosto differente. Nel suo libro Day of empire: how
hyperpowers rise to global dominance and why they fall6
lautrice sostiene che gli imperi mondiali la dinastia Tang
5. A.J. Conyers, The long truce: how toleration made the world safe for power and profit, Baylor University Press, Waco, 2009.
6. New York, Anchor Books, 2007.
66
69
(12251274), in risposta allinterrogativo se i non credenti dovessero essere costretti alla fede, scriveva:
Fra i non credenti ve ne sono alcuni che non hanno mai ricevuta la fede, come i pagani e gli Ebrei; questi non devono
certo essere costretti alla fede, avendo come fine il portarli a
credere, dal momento che il credere dipende dalla volont:
nondimeno dovrebbero essere costretti dai fedeli, laddove
possibile, a non impedire la fede con la loro blasfemia, i loro
malvagi convincimenti o addirittura le loro persecuzioni12.
Naturalmente questa non proprio unespressione di libert religiosa come essa concepita oggi in Occidente.
Il Medioevo ha espresso molti esempi di intolleranza ben
pi violenta. LInquisizione papale ha istituito un gran numero
di tribunali in tutta Europa. Ad esempio, nel tardo XII secolo,
Lucio III cerc di estirpare leresia albigese dalla Francia meridionale, uno sforzo il suo che si protrasse per decenni. Uno di
questi tribunali fu istituito nel 1232 nel Regno dAragona; non
vi fu mai listituzione di un tribunale da parte dellInquisizione
papale nella vicina Castiglia. Nel 1478, convinto che lInquisizione papale fosse troppo debole, re Ferdinando II di Aragona
e la regina Isabella I di Castiglia istituirono lInquisizione spagnola o, per usare il titolo esatto, il Tribunale del SantUffizio.
Il suo scopo era quello di preservare lortodossia romanocattolica sostituendo i tribunali sotto controllo papale. LInquisizione spagnola rimase sotto il diretto controllo della monarchia
spagnola finch non fu formalmente abolita nel 1833.
In teoria lInquisizione esaminava soltanto casi di cristiani. Gli Ebrei, i musulmani e altre minoranze non rientravano
nel suo mandato. Tali minoranze erano sovente soggette ad altre leggi fortemente discriminatorie ma di tanto in tanto ottenevano posizioni di rilievo nella nazione. LInquisizione era interessata in primo luogo allesame dei casi dei conversos per
lo pi Ebrei e successivamente consistenti numeri di musulmani, professanti la conversione al cattolicesimo ma le cui conversioni erano sospette. Gli Ebrei si stavano evidentemente con12. Summa teologica III, 1.91, a.4.
73
vertendo in numeri significativi a causa di nuove ondate antisemite; i Mori musulmani si convertivano a loro volta in concomitanza con lespulsione dalla penisola iberica delle loro forze
armate, lasciandosi dietro numeri significativi di assoggettati al
trono di Spagna. Le prime sei vittime dellInquisizione furono
messe al rogo nel 1481. LInquisizione fu molto attiva allincirca dal 1480 al 1530. Le stime variano ma probabilmente non
meno di duemila persone andarono incontro alla morte in maniera analoga. Coloro che venivano trovati colpevoli dallInquisizione erano consegnati alle autorit secolari, le quali rendevano esecutiva la condanna. Inoltre, sebbene lInquisizione si
concentrasse principalmente sui conversos e non potesse vantare alcuna autorit diretta nei confronti degli Ebrei non convertiti e dei Musulmani di Spagna, si giunse al punto di considerare la presenza di Ebrei non convertiti una delle ragioni per cui
gli Ebrei convertiti conducevano una vita doppia, continuando a osservare i riti e le usanze giudaiche seguirono tentativi
di espulsione di tutti gli Ebrei da alcune grandi citt spagnole.
Naturalmente niente di tutto ci avvenne in nome dellintolleranza. Indubbiamente alcune delle motivazioni erano false e corrotte: la brama di potere da cui era pervaso il trono, il
populismo che si compiace nel far ricadere la colpa sulle minoranze e nellalimentare lodio, addirittura confiscando i beni
delle vittime pi abbienti. Parte della motivazione era preservare ci che le autorit consideravano vera religione. Va osservato tuttavia che lo sforzo volto a preservare ci che era considerato vera religione non si fondava tanto sulla dialettica e il libero scambio di idee quanto sulla coercizione coercizione del
tipo particolarmente pernicioso per il quale la chiesa e lo stato sono cos interdipendenti che la chiesa si serve dello stato
per imporre le pi severe sanzioni. In altre parole, non era tanto la dedizione verso una particolare comprensione della verit a portare a tali dolorosi risultati quanto la difesa della verit attraverso luso della coercizione fisica perpetrata di concerto con lo stato.
Uno dei risultati della Riforma fu quello di dividere
lEuropa in Stati protestanti e Stati cattolici. lecito dire che
i cattolici non tolleravano i protestanti cos come i protestanti
non tolleravano i cattolici: da ambedue le parti esisteva un
74
Civile inglese), una difesa appassionata del principio di libert di parola ed espressione. Milton fa appello almeno a tre criteri di controllo: (1) il criterio del bene pubblico, la visione che
qualsiasi societ sar una societ migliore, con maggiore benessere, se lautonomia umana preservata e le persone possono
fare, dire e pubblicare ci che vogliono; (2) il criterio della promozione di talune virt p.es. la tolleranza favorisce un ascolto attento degli altri, la virt dellautocritica e cose simili; (3) il
criterio epistemologico vale a dire, la tolleranza ben sadatta
al raggiungimento di convinzioni consolidate, allaccertamento della verit.
Ci non significa certamente che tutti i cristiani furono persuasi dagli argomenti di Milton. Cinque anni dopo la pubblicazione dellAreopagitica di Milton, Samuel Rutherford (1600
1661), teologo scozzese calvinista e gi rettore delluniversit di
St. Andrews, pubblic A free disputation against pretended liberty of conscience essenzialmente una risposta a Milton. Per
tutta la sua vita Rutherford profess e aliment un orrore profondo verso il pluralismo, rafforzato in lui, forse, dai suoi anni
londinesi trascorsi dal 1643 al 1647 in qualit di commissario
per la Scozia dellAssemblea di Westminster. Rutherford afferm che era necessario fare ricorso al magistrato quello che
chiameremmo il braccio della legge ai fini di costringere le
persone a conformarsi alla vera dottrina cristiana, la dottrina
cio definita dal miglior giudizio dei ministri ortodossi della religione (tale dottrina era naturalmente in linea con il suo pensiero). Egli sosteneva vigorosamente che un tale esercizio di autorit avrebbe dovuto produrre conformit comportamentale,
insistendo sul fatto che soltanto Dio conosceva il cuore e le motivazioni delle persone. Nel contempo vi era in Rutherford sufficiente capacit autocritica per capire che una simile posizione
avrebbe favorito con ogni probabilit lipocrisia, vale a dire un
atteggiamento religioso lontano dalla vera fede. Nondimeno,
egli stesso fu uno dei pi pii e strenui difensori della vera religione del cuore. La dissonanza fra il suo sottolineare limportanza della religione del cuore e la sua insistenza sulla necessit
che lo stato implementasse la conformit religiosa trovava una
sintesi, nel suo pensiero, nellimportanza del bene pubblico: la
coercizione del magistrato poteva non avere alcun effetto posi77
tesse salire al trono. Ora per Locke era pronto a sostenere che
sia la natura umana sia la storia mostrano che la tolleranza era
in effetti necessaria per lordine civile:
Non la diversit di opinione (che non pu essere evitata)
ma il rifiuto della tolleranza verso coloro che hanno opinioni
diverse (che possono essere del tutto accettabili), ad aver
prodotto tutti i conflitti e le guerre che hanno imperversato
nel mondo cristiano in nome della religione. I capi e le guide di
chiesa, mossi dallavarizia e da uninsaziabile brama di potere,
servendosi della smodata ambizione dei magistrati e della
credula superstizione delle volubili masse, le hanno incensate
e animate contro coloro che la pensavano diversamente da
loro: lhanno fatto predicando in modo contrario alle leggi
del vangelo e ai precetti della carit, spossessando scismatici
ed eretici dei loro beni e annientandoli20.
SVILUPPI PI RECENTI
John Stuart Mill (18061873), filosofo e funzionario britannico, accolse parte del medesimo dualismo da cui prendeva le
mosse il pensiero di Locke ma fu un sostenitore dellutilitarismo. Nel suo famoso Saggio sulla libert (1859), Mill asserisce che lintolleranza cos naturale per gli esseri umani che la
libert religiosa deve pi alla crescente indifferenza religiosa
che a un principio fondante21. Se, nondimeno, un principio va
stabilito, un singolo principio molto semplice sar sufficiente: vale a dire, il solo motivo per cui possa essere consentito
agli uomini, e individualmente e collettivamente, di interferire
con la libert di azione di qualunque componente del loro novero lautopreservazione22. Lidea sottesa a queste parole
che adottare una simile posizione e rinunciare alluso della forza quando si ha il potere di imporre il proprio pensiero la migliore salvaguardia contro la coercizione, nel momento in cui
quel potere viene meno. Naturalmente tale modo di ragionare fortemente utilitarista e non poco ingenuo. Dopotutto anche gli agenti dellInquisizione credevano di proteggere la so21. J.S. Mill, On liberty (1859), Hackett, Indianapolis, 1978, p. 8, in it. Saggio sulla libert, Il Saggiatore, Milano, 1981.
22. Ibid., p. 9.
81
ciet. per questa ragione che Mill ricorre altres alla controversa distinzione fra una condotta che concerne gli altri e una
condotta che concerne soltanto se stesso la sua versione della distinzione tra sfera oggettiva e pubblica e sfera soggettiva e
privata23. Inevitabilmente egli finisce per relegare molti aspetti
religiosi e morali (persino la monogamia!) alla seconda sfera24.
Si combinino queste posizioni con il crescente rispetto nel secolo XIX per i diritti e lautonomia della coscienza individuale
ed ecco che si inizier a comprendere la natura delle adesioni
contemporanee alla tolleranza. Mill introdusse unulteriore innovazione, fornendo unanalisi positiva della diversit. Come
osserva Edward Langerak, Locke non era tipo da celebrare la
diversit: sosteneva piuttosto che non sopportarla era irrazionale ... A partire da Mill tuttavia troviamo sempre pi riflessioni non solamente a sostegno della sopportazione della diversit in quanto foriera di pace e progresso ma altres riflessioni celebrative della diversit. Egli sosteneva pertanto che lopinione pubblica, non solo la coercizione legale, era un limite indesiderabile al progresso umano25. Infatti egli sosteneva che il giudizio della societ contro la diversit mutilava gli
individui in modo non dissimile dalla prassi cinese di fasciare
i piedi delle bambine26. Ci ha condotto alla percezione sempre pi forte secondo cui,
la tolleranza talvolta connota lapprovazione da parte delle
menti aperte di differenze importanti e non semplicemente
linclinazione a sopportarle ... Mill e alcuni liberali forse
sottovalutano il fatto che lintegrit personale e lidentit di
gruppo richiedono che le differenze significative vengano
giudicate spiacevolmente sbagliate, seppur tollerabili. Si
potranno apprezzare diversit etniche, culturali e di costume
per il colore che danno a un pluralismo desiderabile, e nel
23. Ibid., p. 73.
24. Ibid., p. 89.
25. E. Langerak, Theism and toleration, in Quinn e Taliaferro, a cura di, A
companion to philosophy of religion, pp. 518519; con riferimento a Mill,
On liberty, p. 9.
26. E. Langerak, Theism and toleration, art. cit., p. 519; con riferimento a
Mill, On liberty, p. 66.
82
32. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit., pp. 191203.
33. In J. Neusner e B. Chilton, a cura di, Religious tolerance in world religions, Templeton Foundation Press, West Conshohocken, 2008, pp.
297313. Cfr. anche M.A. Muqtedar Khan, American Muslims and the
Rediscovery of Americas Sacred Ground, in B.A. McGraw e J.R. Formicola, a cura di, Taking religious pluralism seriously: spiritual politics
on Americas sacred ground, Baylor University Press, Waco, 2005, pp.
127147.
86
La gran parte degli studiosi oggi conviene altres sul fatto che queste forze non comportano necessariamente labolizione della religione; la secolarizzazione pu piuttosto rimuovere la religione dai settori pubblici della politica, dei media e
del mondo accademico relegandola ai settori privati. Secondo
alcune valutazioni, una nazione pu diventare pi secolarizzata e pi religiosa a un tempo. solo che le posizioni religiose
non hanno pi molta importanza allinterno della sfera pubblica e pertanto nel determinare la traiettoria della nazione, la sua
essenza pubblica.
Linterruttore che questi sviluppi culturali hanno premuto si trova allinterno del dominio dei presupposti. Fino alla
prima parte del XIX secolo, la stragrande maggioranza degli
Europei, nonch di persone di discendenza europea, presupponevano lesistenza di Dio. Ci significa che tutto ci che riguardava la tolleranza e lintolleranza doveva essere considerato allinterno della cornice di questo presupposto, allinterno
cio della cornice di ci che le persone pensavano di Dio. EnFeltrinelli, Milano, 2009. Per una trattazione pi concisa, si veda il suo
The meaning of secularism, Hedgehog Review 12, n. 3, 2010, pp. 2334.
41. Cfr. O. Chadwick, The secularization of the European mind in the nineteenth century, Cambridge University Press, Cambridge, 1975, in it. Societ e pensiero laico, Sei, Torino, 1989.
42. C. Taylor, The meaning of secularism, art. cit., p. 25.
90
tro la fine del secolo un interruttore culturale fu tuttavia premuto: o le persone non presupponevano pi lesistenza di Dio
o, se lo facevano, non presupponevano pi che Dio fosse rilevante in relazione a tutte le questioni sollevate nella pubblica
piazza. Ci, a sua volta, significava che le questioni relative a
tolleranza e intolleranza dovevano essere elaborate in relazione a forme di pensiero non-teiste o informate da un teismo attenuato dalle montanti forze laicizzanti a tal punto da esercitare scarsa influenza.
Tale riconoscimento ci conduce alla successiva osservazione.
Terzo, il XX secolo, il pi sanguinoso nella storia umana, ha
manifestato spettacolari esempi di intolleranza le cui forme
pi violente hanno avuto ben poco a che fare con la religione.
Naturalmente vi stata una componente religiosa nella Guerra dei Balcani e ancora nella sanguinosa violenza che ha caratterizzato lo sterminio dei Tutsi per mano degli Hutu. Anche in
questo caso la gran parte degli osservatori ha tuttavia riconosciuto che i fattori prevalenti furono il tribalismo, il razzismo,
lingiustizia economica percepita, le interpretazioni totalmente
diverse della storia, lonore e gli omicidi di vendetta che assunsero le dimensioni del genocidio.
Pochi fattori religiosi entrarono in gioco in quello che fu
il pi grande dei massacri del XX secolo, perpetrato dal fascismo, da una parte, e dal comunismo, dallaltra43. Forse cinquanta milioni di Cinesi morirono sotto Mao, venti milioni circa sotto Stalin e poi arriviamo alla Seconda Guerra mondiale e allOlocausto. Sia nelle sue forme russe sia in quelle cinesi,
il comunismo ha mostrato un volto apertamente ateo. Sia nelle sue forme tedesche sia in quelle italiane, il fascismo fu nominalmente cristiano ma solamente nel senso che dimostr di servirsi della religione e di Dio per perseguire i propri fini politici e sociali, mai nel tentativo di conformarsi alla Scrittura o alla
verit e alla moralit cristiana, mai ancora nella volont di uniformarsi alla grande tradizione dei credo storici. Nonostante i
migliori sforzi di Jonathan I. Israel non soltanto per ricondurre lIlluminismo al pensiero di Spinoza ma altres per dimostra43. Si veda in particolare M. Pearse, The gods of war: Is religion the primary
cause of violent conflict?, InterVarsity, Downers Grove, 2007.
91
ti di fisica, chimica, ingegneria e informatica. I docenti dei dipartimenti di discipline umanistiche spesso altro non sono che
modernisti non ricostruiti oppure, cosa ancor pi comune,
si tratta di modernisti in relazione alle proprie discipline ma
postmodernisti nel campo dellideologia, della religione e della
morale. Chiaramente il postmodernismo si addolcito in qualche misura negli ultimi dieci anni o gi di l (venticinque anni
nellEuropa continentale), man mano che le debolezze e le assurdit delle sue forme pi estreme sono divenute evidenti a
molti. A prescindere dalla terminologia, il pragmatismo ora comunemente eclissa natura e religione quale autorit culturale45.
Se tuttavia il postmodernismo andato scemando nelle sue forme pi aggressive, esso ha lasciato un residuo di eclettismo soggettivo che favorisce lelevazione della tolleranza alla posizione
esaltata di virt massima.
Ci non significa che il postmodernismo ha da solo determinato tale elevazione della tolleranza. Se non ad altro, la panoramica fornita in questo capitolo serve a mostrare la complessit e linterconnessione fra i movimenti storici e culturali che hanno portato con s slittamenti tettonici nella percezione culturale. Non ultimo, in America le rilevanti forze erano allopera gi prima dellavvento del postmodernismo popolare. Quando Dietrich Bonhoeffer visit lAmerica negli anni
30 e cerc di comprendere lo scenario della chiesa americana, era affascinato dal modo in cui la tolleranza vincesse sulla verit46. Provenendo dallEuropa continentale, facile capire perch Bonhoeffer abbia letto la scena americana in questo
modo. Giusta o sbagliata che fosse tale lettura al tempo, non
si pu dubitare del fatto che limpatto del postmodernismo a
partire dagli anni 30 e poi la globalizzazione di una grossa parte del mondo e certamente di molte delle metropoli del mondo
(con effetti positivi e negativi) hanno rafforzato la percezione
secondo cui la tolleranza ha schiacciato la verit, se non altro in
45. Una delle tesi centrali di R. Lundin, From nature to experience: the American search for cultural authority, Rowman and Littlefield, New York,
2007.
46. Eric Metaxas, Bonhoeffer. La vita del teologo che sfid Hitler, (or. ing.
2010), Roma, Fazi, 2012, p. 419.
94
un senso: per la prima volta nella storia, la tolleranza oggi raramente percepita come qualcosa da realizzarsi per il bene della societ allinterno della matrice di un sistema morale e di verit ampiamente riconosciuto; piuttosto percepita come virt
indipendente, forse la virt pi alta.
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Uno dei pi lucidi pensatori su questo tema J. Daryl Charles:
La tolleranza al suo concepimento assunse i contorni della
virt per la sua attenzione al bene comune e il suo rispetto
nei confronti degli uomini in quanto persone. Sopportiamo
particolari usanze, comportamenti o abitudini talvolta
persino abitudini (relativamente) cattive nellinteresse
dellunit fra le persone. Nel contesto lockiano, la tolleranza
era invocata per i non-conformisti. Mai Locke avrebbe
tuttavia preso in considerazione n tantomeno appoggiato
una condotta moralmente discutibile. Si consideri
nondimeno linvoluzione del concetto. Ci che era una
virt pubblica nella sua precedente formulazione diviene un
vizio se e quando cessa di curarsi della verit, ignora il bene
comune e disdegna i valori che sostengono una comunit.
La cultura della tolleranza nella quale ci troviamo una
cultura nella quale le persone non credono a nulla, non
posseggono alcuna idea chiara del giusto e dello sbagliato
e sono considerevolmente indifferenti a tale precario stato
di cose. Come conseguenza di questa trasmutazione, la
tolleranza diventa indistinguibile da un intrattabile
relativismo intollerante. La sfida che le persone si trovano
ad affrontare quella di purificare la tolleranza affinch
rimanga una virt, senza soccombere alle forze centripete
del relativismo e dello spirito di questo secolo47.
47. J. Daryl Charles, Truth, tolerance and Christian conviction: reflections on
a perennial question a review essay, art. cit. p. 212.
95
La nuova tolleranza dunque diventata una virt altissima, se non la virt per eccellenza, in gran parte del mondo occidentale e non solo. Non pi funzione di un consenso morale, culturale ed etico maggiore, la tolleranza non pi vista nei
termini di ci che pu essere consentito legalmente, intellettualmente, socialmente laddove siano riconosciuti gli assunti di questo ampio consenso ma diviene un bene assoluto che
fa sua la prerogativa di erodere altri tratti distintivi della cultura, inclusi quelli morali e religiosi. A motivo del suo status indipendente, questa nuova tolleranza si trasforma ironicamente
in un sostegno moralizzante del relativismo morale. Uno degli
scopi di questo capitolo stato mostrare quanto grande sia stato tale cambiamento dalla comprensione e funzione della tolleranza nel passato, quando non era percepita come posizione
intellettuale ma responso sociale.
In aggiunta ai modi in cui questi cambiamenti nella nostra
comprensione della tolleranza hanno investito la cultura occidentale, occorre essere consapevoli di come le persone di altre culture stanno leggendo tali cambiamenti. Nel suo libro
Why the rest hates the West Understanding the roots of global
rage48, Meic Pearse nota come questa nuova visione della tolleranza rappresenti una minaccia per le altre culture:
Luso corrente del termine tolleranza in tempi recenti ha subito un significativo ridimensionamento. Laddove esso significava il rispetto di forti e reali differenze, ha finito per significare oggi labdicazione dogmatica allaffermazione di qualunque verit e unadesione moralistica al relativismo morale
la presa di distanze da uno o entrambi questi aspetti stigmatizzata come intolleranza ... Laddove la vecchia tolleranza
ammetteva che forti differenze negli ambiti della religione e
della morale camminassero fianco a fianco e competessero liberamente nella pubblica piazza, la nuova tolleranza desidera rinchiuderle fra quattro mura categorizzandole come questioni afferenti al giudizio privato; la pubblica piazza deve
diventare terreno neutro, indistinto. Se la vecchia tolleranza era, per lo meno, un valore vero, la nuova tolleranza in48. InterVarsity, Downers Grove, 2004.
96
tollerante pu essere definita un antivalore; una disposizione ostile verso qualunque pensiero che consideri una cosa
migliore dellaltra o che vada nella direzione di creare uno
spazio protetto da alternative per un dato modo di vivere49.
49. M. Pearse, Why the rest hates the West, op. cit., p. 12.
97
CAPITOLO 4
PEGGIO DELLINCOERENZA
La confusione sui due significati piuttosto diversi di tolleranza il significato pi vecchio secondo cui si poteva essere in
disaccordo con le posizioni altrui ma, allinterno del quadro di
una pi ampia visione etica, si affermava il diritto altrui a esprimere la propria visione; e il significato pi nuovo secondo cui
non si dovrebbe essere in disaccordo con le opinioni altrui o
denigrarle, una tolleranza questa che considerata il bene
massimo porta a svariate discussioni insensate. Passiamo da
un uso allaltro di tolleranza senza rendercene conto. Quel che
peggio che questi due significati di tolleranza non sono affatto disgiunti nel dibattito attuale: vi un terreno insidioso di
sovrapposizione che intorbidisce enormemente la discussione.
Si consideri ad esempio laccusa sollevata da molti, a sinistra, su una sostanziale intolleranza della destra, specialmente della destra religiosa. Le persone di destra vengono caratterizzate (in versione caricaturale?) secondo questa visione come
pit bull delle guerre di cultura piccoli cervelli, grossi denti,
forti mascelle e nessun interesse nel compromesso (nelle efficaci parole di Daniel Taylor)1. Sarebbe bello poter respingere
queste accuse come nulla pi che intemperanti, ipocrite e intolleranti invettive di sinistra; sarebbe ancora meglio se potessimo
affermare seriamente che tali invettive riflettono sempre e soltanto il secondo significato di intolleranza.
4. Peggio dellincoerenza
101
4. Peggio dellincoerenza
quando il principio della libert di parola e quello della tolleranza per le minoranze collidono, il primo perde. Fish ritiene
che lelemento davvero pericoloso di questo liberalismo che
si serve della retorica della neutralit ed eleva la tolleranza, pur
non essendo n neutrale n tollerante. quello che Fish chiama multiculturalismo da boutique. Tuttavia anche il multiculturalismo forte, che fa della tolleranza il proprio principio
portante, incontra dei problemi nel momento in cui deve rapportarsi con un sistema di fede caratterizzato da quellintolleranza chesso tanto detesta. Come rispondere allintolleranza
musulmana nei confronti di Salman Rushdie? Se la si tollera,
allora la tolleranza viene meno quale principio fondante; se la
si condanna, si diventa multiculturalisti da boutique. Nelle parole di un altro attento studioso di sinistra:
Nonostante tutta la sua ostentata apertura allAltro, il postmodernismo sa essere esclusivista e censorio quanto le ortodossie cui soppone. Si pu in genere parlare di cultura umana ma non di natura umana, di genere ma non di classe, di
corpo ma non di biologia, di piacere ma non di giustizia, di
postcolonialismo ma non di gretta borghesia. Si tratta di
uneterodossia interamente ortodossa, la quale, come qualsiasi forma di identit immaginaria necessita del suo uomo
nero e di bersagli di paglia per restare in auge4.
Gli esempi sono molti. In nome dellinclusione (perch, dopotutto, siamo tolleranti), potremmo finire con lessere esclusi4. T. Eagleton, The illusions of postmodernism, Blackwell, Oxford, 1997,
p. 26, in it. Le illusioni del postmodernismo, Editori Riuniti, Roma,
1998. Per coloro che sono interessati a questo filone di ricerca importante leggere Peter Berkowitz, John Rawls and the liberal faith, Wilson Quarterly 26, 22 Mar., 2002, pp. 6069. Berkowitz richiama lattenzione agli assunti di fede presenti nella teoria di Rawls, assunti relativi a tali valori quali la dignit umana, luguaglianza e lattenzione agli
svantaggiati. Nellarticolare simili fondamenti del liberalismo, Rawls
sembra tuttavia oscillare fra laffermazione che queste idee sono manifeste e laffermazione che esse dipendono dalla fede. Se per la prima
cosa vera, la fede non necessaria; se la fede necessaria per fissare le
fondamenta liberali, allora quale esattamente la ragione per cui si critica la fede altrui?
103
visti (dimostrando, in fin dei conti, intolleranza). Quando Central Park consente ai Newyorkesi di allestire un presepe natalizio, una menorah giudaica, una mezzaluna e una stella islamiche, ciascuna pagata da privati cittadini, nonostante gli allestimenti siano su terreno pubblico, siamo di fronte a un caso
di inclusione. Per contro alcuni anni fa, quando Eugene, citt
dellOregon, band gli alberi di Natale dal suolo pubblico perch non inclusivi, la citt si dimostr esclusivista. Sotto pressione la citt torn sui suoi passi e permise ai vigili del fuoco
di issare un albero per la vigilia e il giorno di Natale; anche a
quel punto il consiglio comunale solennemente dichiar che,
quandanche un solo cittadino avesse obiettato, allora lalbero
avrebbe dovuto essere rimosso. Pertanto in nome dellinclusione e della tolleranza, la citt ha permesso allanima pi sensibile (o a quella pi piagnucolosa) non soltanto di fissare lagenda pubblica ma di dettare una politica intollerante verso molti altri cittadini di Eugene con una decisione che giustificava
unesclusione immatura. Durante lultimo decennio e mezzo
in molti campus del paese i gruppi studenteschi hanno adottato una politica che esclude qualsiasi organizzazione studentesca non accetti fra i suoi conduttori omosessuali praticanti. Si
tratta naturalmente di uno sforzo volto a produrre in qualche
modo inclusione, sempre, beninteso, in nome della tolleranza. Il risultato la decisione di disconoscere i gruppi evangelici che per una questione di coscienza non possono sottostare a una simile condizione e che pertanto sono esclusi dal
coacervo del campus. Se tuttavia i gruppi non possono fissare
le proprie regole in merito alla selezione dei propri conduttori, allora che cosa pu impedire che si escluda il club di scienze perch non accetta come suo conduttore qualcuno che crede che la terra piatta, o Hillel, organizzazione universitaria
ebraica che accetta fra i suoi conduttori unicamente Ebrei e
persone che non negano lOlocausto o ancora unorganizzazione musulmana che non ammette fra i suoi conduttori i politeisti hindu? In ciascun caso questa politica potrebbe essere adottata per favorire linclusione e inoltre il gruppo sarebbe escluso dal campus. In realt, certo, nessuna associazione studentesca si spinge a tanto: i criteri di inclusione dei gruppi studenteschi sono altamente selettivi. Vi forte sostegno nei confron104
4. Peggio dellincoerenza
106
4. Peggio dellincoerenza
108
4. Peggio dellincoerenza
Nonostante queste sottigliezze, coloro che si ritengono laici, sia in Europa sia in America, tendono per a considerare
la propria posizione moralmente neutra e pertanto intrinsecamente superiore e degna di trovare riscontro nella legge, anche
se ci significa reprimere per legge coloro che contestano tale
visione. A volte questo filone di pensiero sviluppato ricorrendo ad argomenti sofisticati ed eleganti. Ad esempio Kathleen
M. Sullivan, scrivendo sulla University of Chicago Law Review,
afferma che linsistenza della Costituzione sul libero esercizio
della religione implica il libero esercizio della nonreligione,
il che pertanto,
stabilisce un ordine pubblico propriamente civile, che pone
fine alla guerra delle sette. Il prezzo di questa tregua la messa
al bando della religione e la sua uscita dalla pubblica piazza
ma il premio dovrebbe essere il consentire alle sottoculture
religiose di ritrarsi dalla sfera della regolamentazione
compatibilmente con una pacifica coesistenza diarchica9.
4. Peggio dellincoerenza
11. R.S. Hendel, Farewell to SBL: faith and reason in biblical studies, Biblical Archaeology Review 36, n. 4, Jul./Aug., 2010, pp. 28, 74.
12. http://www.michaelportillo.co.uk/articles/art_nipress/god.htm.
13. http://digital.library.sbts.edu/bitstream/handle/10392/1452/2007-02-26.
pdf?sequence=1.
111
4. Peggio dellincoerenza
Il piccolo elemento di verit nel paragrafo di Reich certamente che il terrorismo non un credo ma una tattica. Pu essere fatto proprio, come nel passato e come accadr nel futuro, da persone di innumerevoli estrazioni religiose e politiche.
Quello che davvero sconcertante in questo paragrafo per
come esso faccia di ogni erba un fascio, raggruppando dogmaticamente insieme tutti i religiosi, gli antimodernisti, contrapponendoli alla moderna civilizzazione. Ancora pi stupefacenti sono gli allineamenti operati da Garry Wills nel suo
editoriale apparso sul New York Times il 4 novembre 2004:
Gli stati laici della moderna Europa non comprendono
il fondamentalismo dellelettorato americano ... Ora assomigliamo a quelle nazioni meno di quanto assomigliamo ai
nostri nemici putativi. Dove altrimenti riscontriamo quello
zelo fondamentalista, quella rabbia di fronte alla secolarizzazione, intolleranza religiosa e quel timore misto a odio nei
confronti della modernit? Non in Francia n in Inghilterra n in Germania, Italia o Spagna. Lo troviamo nel mondo musulmano, in Al Qaeda, nei lealisti sunniti di Saddam
Hussein. Gli Americani si meravigliano del perch il resto
del mondo ci consideri cos pericolosi, cos testardi, cos impermeabili agli appelli internazionali. Temono la jihad, a
prescindere da chi sia a esprimere lo zelo religioso17.
Nondimeno gli accoliti delle religioni non dovrebbero essere tutti considerati alla stessa stregua cos come non lo si pu
fare per tutti gli atei e i secolaristi. Questi scrittori sarebbero contenti di essere associati a Peter Singer di Princeton e a
un ateismo, il suo, che lo porta a concludere che sarebbe bene
fissare un periodo di ventotto giorni dalla nascita prima che il
bambino abbia lo stesso diritto alla vita degli altri?
Il punto che mentre rivendicano una prerogativa morale pi alta, i secolaristi cercano spudoratamente di perseguire i
propri obiettivi. Naturalmente hanno tutto il diritto di farlo ma
non hanno il diritto di presumere che la loro posizione sia neu17. http://www.nytimes.com/2004/11/04/opinion/04wills.html?_r=1&ex=
1100577901&ei=1&en=d52c693351bb5a97.
113
I SECONDI FINI
Questa sezione del capitolo potrebbe facilmente fornire materiale sufficiente per un libro intero. Io invece mi limiter qui a
fornire una manciata di esempi rappresentativi che mostrano
come obiettivi nascosti vengano perseguiti da quei gruppi e da
quei movimenti che danno grande valore alla tolleranza.
(1) Diversi anni fa mi sono imbattuto in un libretto di trentadue pagine che esaminava la difesa pubblica dei diritti umani da parte di un certo numero di chiese riconosciute. Pub18. J. Coffey, The myth of secular intolerance, Cambridge Papers 12, n. 3,
Sep. 2003, p. 2.
114
4. Peggio dellincoerenza
blicato dallInstitute on Religion and Democracy (IRD), Human rights advocacy in the mainline Protestant churches (20002003) esamina le posizioni della Chiesa Metodista Unita, della
Chiesa Episcopale, della Chiesa Presbiteriana (Stati Uniti), dei
Luterani ELCA e i documenti ufficiali del Consiglio Nazionale delle Chiese e del Consiglio Mondiale delle Chiese. Chiaramente la speranza di queste chiese era quella di incoraggiare
una maggiore libert e tolleranza. Il documento dellIRD osserva tuttavia che durante gli anni passati le chiese sopra nominate hanno passato in rassegna centonovantasette dichiarazioni ufficiali di protesta contro la violazione dei diritti umani.
Il 69% erano indirizzate a Stati Uniti (37%) e Israele (32%).
Nessuna critica era rivolta a Cina, Libia, Siria o Nord Corea,
sebbene tutti e quattro questi paesi sovente negassero brutalmente ai propri cittadini la libert religiosa. Nessuno dei paesi confinanti con Israele viene criticato. Non intendo insinuare
nemmeno per un momento che lAmerica o Israele debbano
essere esenti da critiche. Tuttavia impossibile non notare un
disegno piuttosto soffocante quando si sorvola sulla Corea del
Nord, dove in migliaia muoiono sotto il peso dei lavori forzati
in campi di concentramento.
(2) Nel 2004 la Catholic League diede conto della sua
attenta contabilit di biglietti dauguri di fine anno prodotti
dalle principali aziende del settore. Il totale dei biglietti di
Natale ammontava a quattrocentoquarantatre ma soltanto
nove di questi (2%) riflettevano il significato religioso della
festa. Per contro, dei trentatre biglietti per Hanukkah,
ventisei (79%) avevano una stella di Davide o una menorah.
I biglietti per il Kwanzaa erano tutti caratterizzati da temi non
religiosi ma etnici. Soltanto i biglietti di Natale presentavano
componenti volgari o provocatorie, come, fra le altre, immagini
sadomaso e un angelo seminudo che domanda: Mai fatto un
angelo nella neve?; nulla di simile fra i biglietti di Hanukkah
e Kwanzaa. Come si spiegano simili statistiche specialmente
in un paese che ha un retroterra culturale per il 90% cristiano
e dove quasi la stessa percentuale di persone crede che Ges
sia nato da una vergine? Non occorre ipotizzare lesistenza di
una cospirazione. Le teorie cospirazioniste presuppongono
infatti incontri segreti e malvagie collusioni di cui non c
115
4. Peggio dellincoerenza
Miller, che ora insegna presso un college cristiano di arti liberali, pronto a confessare che tutti i college cristiani, nonostante la loro sostanziale differenza in termini di credo e di condotta con i loro omologhi secolari, spesso cadono nella stessa
ristrettezza mentale, influenzati da questa et uniformante e
globalizzante chiedendosi se il nostro compromesso con la
modernit non sia, in fondo, un patto con il diavolo26 nonostante lunica scelta responsabile sia continuare a perseguire un
pensiero pi forte.
(4) Il meraviglioso mondo della politica fornisce esempi infiniti di secondi fini, perseguiti in nome della tolleranza. Nella
citt americana che pi di tutte vuole essere riconosciuta per la
sua tolleranza, vale a dire San Francisco, venticinquemila teenager cristiani si sono radunati nel 2006 per manifestare contro
quella che hanno chiamato cultura popolare del terrorismo
contro la virt. I sovrintendenti locali approvarono risoluzioni in cui mettevano in guardia contro la loro maligna influenza
e alcuni dei consiglieri comunali erano apoplettici. Uno di loro,
citato svariate volte, si rifer ai giovani in questi termini: Rumorosi, fastidiosi, disgustosi, se ne dovrebbero andare da San
Francisco27. Grazie a Dio il San Francisco Chronicle rilev lironia: La reazione dei supervisori stata cos esageratamente
brutale che c una sola parola per descriverla: intollerante28.
Basta cos per. Il punto principale di questo capitolo sta
nellosservare come la nuova tolleranza si ritenga intrinsecamente neutrale, scevra da qualsivoglia sistema di pensiero religioso, morale o etico, ma non cos. Il problema va oltre una
semplice incoerenza. La nuova tolleranza infatti trasferisce costantemente allinterno della cultura gigantesche strutture di
pensiero e le impone su coloro che sono in disaccordo, sostenendo che sono gli altri a essere intolleranti.
CAPITOLO 5
LE SFIDE
Laccusa dintolleranza
Nel suo libro del 1991 The good society, Robert Bellah cita le
parole del discorso di laurea di un laureato di Harvard: Fra i
miei compagni di classe credo serpeggi unidea, un sentimento, che tutti noi a un certo punto abbiamo acquisito nel nostro
percorso a Harvard; in una parola, signori e signore, confusione. Un altro laureato alla stessa cerimonia dichiar:
Ci dicono che eresia insinuare la superiorit di un valore, pura fantasia credere in discorsi morali, schiavit sottoporsi a un giudizio pi sano del proprio. La libert del giorno doggi la libert di dedicarsi a qualunque valore si desideri, a condizione che lo riteniamo vero1.
Il problema legato a ci che ho chiamato nuova tolleranza. Per non dire che alcune posizioni sono sbagliate, que1. R. Bellah, The good society, Knopf, New York, 1991, pp. 4344; la citazione si trova anche in S. Garber, The fabric of faithfulness, InterVarsity,
Downers Grove, 2007, p. 222. Sono grato a Tom Frakes per aver portato questa citazione alla mia attenzione.
119
sta tolleranza diviene sinonimo di neutralit etica e religiosa. Essa si rifiuta di giudicare fra enunciati morali e di verit che rivaleggiano per il fatto che farlo significherebbe essere intolleranti. Per contro, la vecchia tolleranza quella che J.
Budziszewski chiama vera tolleranza2 in realt esige che si
prenda posizione fra le varie verit e assunti etici contrapposti. Diversamente non possibile trovarsi nella posizione di
chi sopporta qualcosa con cui in disaccordo. Parte delle crisi che affrontiamo in ambiti diversi quali listruzione, la politica e il diritto, per non parlare della religione, deriva dal declino della vecchia tolleranza e dal trionfo della nuova. La triste realt infatti che la neutralit etica questa nuova tolleranza in definitiva impossibile ma, nella misura in cui viene perseguita, paralizza le scelte sulla linea di condotta da tenere ed elimina le scelte di principio dal momento che rifiuta
la cornice di verit e moralit da cui dipende la vera tolleranza.
In questo capitolo rifletto principalmente sulla verit, in quello successivo sulla morale.
N la vecchia tolleranza n la nuova rappresentano una
posizione di matrice intellettuale; in entrambi i casi si tratta
di una reazione sociale. La vecchia tolleranza nasce come volont di sopportare, ammettere o tollerare persone e idee con
cui siamo in disaccordo; nella sua forma pi pura, la nuova
tolleranza impegno sociale a trattare tutte le idee e le persone come ugualmente giuste, salvo quelle persone e quelle
idee che divergono dalla visione fondamentale della tolleranza. I sostenitori della nuova tolleranza sacrificano saggezza e
principio sullaltare dellunico bene supremo: innalzare la propria visione della tolleranza. Coloro che sostengono e praticano il vecchio modello di tolleranza, coinvolti come sono in un
qualche sistema di valori, sono sovente tacciati di intolleranza.
Cos banditi, essi non meritano pi un posto a tavola.
In nessuna rappresentazione il conflitto pi profondo che
nelle visioni contrapposte della religione in generale e del cristianesimo in particolare. Le migliori menti, da una parte come
dallaltra del dibattito, riconoscono che il concetto di verit il
2. J. Budziszewski, True tolerance: liberalism and the necessity of judgment,
Transaction, New Brunswick, 2000.
120
centro nevralgico del problema. Stanley Fish, che per tanti anni
diresse il dipartimento di Anglistica della Duke University, per
poi insegnare alluniversit dellIllinois e successivamente diventare ordinario di Lettere e Giurisprudenza presso la Florida International University, non amico del cristianesimo confessionale, eppure analizza la questione con maggiore chiarezza di quanto non facciano alcuni sedicenti cristiani. Uno fra i
difensori pi eloquenti di una robusta forma di postmodernismo, Fish riconosce che coloro che vogliono insegnare la Bibbia come letteratura nelle scuole pubbliche, eludendo la questione della verit, preservano le proprie credenziali postmoderne ma sacrificano la Bibbia in termini di ci che essa afferma di essere e di ci che i cristiani dicono che sia.
Gli enunciati di verit della religione se non altro di
religioni come il Cristianesimo, lEbraismo e lIslam non
sono accessori rispetto alla sua identit; essi costituiscono la
sua identit.
La metafora a cui i teologi fanno ricorso quella del guscio
e del nocciolo: cerimonie, parabole, tradizioni, giorni sacri,
pellegrinaggi questi non sono che i segni esteriori di qualcosa che si crede li informi e dia loro significato. Quel qualcosa sono gli enunciati di verit della religione. Li si elimini e non rimarr altro che un guscio vuoto, un antico videogame con un supereroe vestito di tunica che divide le acque
del mar Rosso, seguito da un altro che riporta in vita i morti. Riesco gi a vedere il promo: pi emozionante di Pirati dei
Caraibi e Matrix. Di certo non starete insegnando religione.
La differenza fra gli enunciati di verit della religione e
gli enunciati di verit di altri soggetti accademici risiede nel
prezzo da pagare quando si sbaglia. Lo studente o linsegnante che dia la risposta sbagliata a una domanda cruciale
di sociologia o chimica potrebbe ricevere un brutto voto o al
peggio non ricevere una promozione. Si tratta di rischi reali
ma sono niente a confronto del rischio di sbagliare riguardo
allidentit del Dio unico e vero, e riguardo ai giusti modi per
adorarlo (o adorarla). Si sbagli questa risposta e non prenderai un brutto voto n perderai il lavoro, di certo per perderai la salvezza e sarai condannato per leternit allinferno.
121
Un argomento simile quello usato dallallora cardinale Joseph Ratzinger (poi papa Benedetto XVI): se la questione della
verit giudicata inappropriata nella sfera della religione e della fede, allora lo status di religione e di fede viene tramutato in
qualcosa che nessun credente riconosce4.
Molte voci contemporanee negano che la religione abbia
granch a che fare con una verit difendibile nella pubblica
piazza. Il sospetto legato al posto che la verit occupa nella religione ha a che fare con uno dei miti centrali del nostro tempo. In un saggio Phil Miles ne delinea bene i contorni5. Secondo questo mito una societ sar pi tollerante nella misura in
cui riterr nozioni flessibili, non dogmatiche, persino multivalenti della verit; al contrario, una societ sar pi intollerante
nella misura in cui creder in verit assolute, verit inflessibili,
rigide. In altre parole la tirannia e la tolleranza si trovano in perenne conflitto e quale polo trionfi dipende in gran parte dalla
concezione che abbiamo della verit.
Ma questo mito trova riscontro nella realt? un mito
vero? Miles presenta la sua tesi: La realt lesatto opposto
di quello che ci stato fatto credere. Per dirla in termini
semplici, la tirannia non il risultato inevitabile di una visione
assolutista della verit, piuttosto il prodotto diretto del
relativismo. Allo stesso modo la tolleranza non procede dal
3. Il saggio originale, Religion without truth, stato pubblicato sotto
forma di editoriale nel New York Times del 31 Mar. 2007 (ora disponibile
su http://www.nytimes.com/2007/03/31/opinion/31fishs.html). Un
seguito apparso il 15 Apr. 2007 (si veda http://opinionator.blogs.
nytimes.com/2007/04/15/religion-without-truth-part-two/).
4. J. Ratzinger, Truth and tolerance: Christian belief and world religions, Ignatius, San Francisco, 2004.
5. P. Miles, Of truth, tolerance and tyranny, Kategoria 22, 2001, pp. 727.
122
scernimento morale (seppure il versetto faccia parte del Sermone sul monte, che abbonda in distinzioni morali) e proibiscono
ogni giudizio morale sulle persone (seppure lo stesso capitolo
presenti Ges come giudice supremo [7:2123]). Tale affermazione non presta alcuna attenzione al contesto immediato n a
insegnamenti predominanti nella vita di Ges; nel suo contesto, il versetto, ampiamente citato, condanna quel giudizio della persona che mira a salvare se stessi mettendo in luce gli errori altrui, non gi lumile allinearsi morale a ci che Dio stesso ci
rivela inoltre Ges era amico di noti peccatori, era colui che
pianse su Gerusalemme per la sua cecit, che preg per il perdono di coloro che lo crocifiggevano e comand a coloro che lo
seguivano di amare i propri nemici. Daltro canto questo non
lintero quadro biblico. Ges parla dellinferno pi di quanto faccia qualunque altro personaggio della Bibbia e sostiene di
essere lunica via per andare al Padre (Gv 14:6). In un solo capitolo dice ben sei volte: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti
(Mt 23), chiamandoli ciechi e razza di vipere (23:19, 33).
Non c da meravigliarsi se Colin Gunton poteva scrivere: Il
valore di questi brani ... quello di mostrarci che Ges non era
un uomo tollerante. Allo stesso tempo il mezzo per esprimere il giudizio, dallinizio alla fine, sino alla croce, non repressivo. Proprio la morte pu essere parte del costo che la chiesa
dovr pagare per seguirlo nel repressivo mondo postmoderno
in cui viviamo11.
127
gnore, Signore! entrer nel regno dei cieli ma chi fa la volont del Padre mio, che nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome
tuo, cacciato demoni in nome tuo e fatto molte opere potenti
in nome tuo? Allora dichiarer loro: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori! (Mt 7:2123). Su alcune questioni il Nuovo Testamento distingue inoltre fra il piano
della tolleranza allinterno della chiesa e allinterno della cultura generale:
Vi ho scritto nella mia lettera di non mischiarvi con i fornicatori; non del tutto per con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari o con i ladri o con gliidolatri; perch altrimenti dovreste uscire dal mondo; ma quel che vi ho scritto
di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone,
un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. Poich
devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicher Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi (1 Cor 5:913).
131
17. Amusing ourselves to death: public discourse in the age of show business,
Penguin, New York, 1985, p. 121, in it. Divertirsi da morire, Longanesi,
Milano, 1986.
18. Free Press, New York, 2009.
137
literature, in D.A. Carson, a cura di, But my words will never pass
away: the enduring authority of the Christian Scriptures, 2 voll., Eerdmans, Grand Rapids, prossima pubblicazione.
27. Who chose the gospels? Probing the great gospel conspiracy, Oxford University Press, New York, 2010.
28. Cfr. A.J. Kostenberger e M.J. Kruger, The heresy of orthodoxy: how contemporary cultures fascination with diversity has reshaped our understanding of early Christianity, Crossway, Wheaton, 2010.
29. Il XIV Dalai Lama, Religious harmony and the Bodhgaya interviews,
141
33. Uno studioso musulmano come Shabbir Akhtar (citato alla nota 16
sopra) non riconosce soltanto questi punti, li ribadisce con forza.
144
genere di Dio che pretende molto dalle nostre vite e dalle vite
altrui rispondiamo: Nemmeno molti buddhisti. Se il laico
replica: Ma la mia via comunque superiore perch si fonda
massimamente sulla verit della realt stessa, rispondiamo
allora che il Dalai Lama dice la stessa cosa del buddhismo.
La differenza principale sta nel fatto che se il laico vuole che
tutte le altre religioni si ritirino allinterno della sfera privata,
egli sostiene a un tempo che i laici hanno il diritto di controllare
la sfera pubblica perch hanno ragione pur non riconoscendo
che stanno cercando di imporre la propria visione del mondo
a coloro che sono in disaccordo con essa. Gli altri, sostengono,
sono intolleranti perch affermano che coloro con cui sono in
disaccordo sbagliano. Tuttavia i laici non sono meno assertivi
nel dire che coloro che sono in disaccordo con loro sbagliano.
Eppure non passa mai loro per la mente la possibilit che forse
essi stessi sono intolleranti.
In breve, tutti noi prima o poi dobbiamo affrontare la questione della verit, ed essa influenza le visioni pi ampie di ci
che consideriamo sbagliato nel mondo, e di come affrontare il
problema. Tutti noi pensiamo in termini di peccato e redenzione (o loro equivalenti).
Verit e amore. piuttosto comune per la nuova tolleranza
contrapporre la verit allamore in un gioco a somma zero:
luna cresce, laltro diminuisce. Se la tua chiesa ha una
professione di fede, nella misura in cui cercherai di difendere
la verit, lamore per quelli di fuori diminuir. Se la tua visione
della fede cristiana legata alla difesa, alla proclamazione e
allarticolazione della verit, il tuo amore diminuir, poich
la verit traccia confini e stabilisce che coloro che sono in
disaccordo con te sono altro. Linevitabile risultato sar
lassenza damore e lintolleranza. Non si pu amare davvero e
nel contempo procacciare la verit.
Questa visione estranea alla Bibbia, per quanto sia
popolare oggi. Ad esempio, nella sua prima Lettera lapostolo
Giovanni stabilisce tre modi per verificare la veracit di
una professione di fede cristiana: una di queste modalit di
verifica quella della verit (i credenti devono credere che
certe cose sono vere), unaltra quella dellamore (i credenti
146
147
36. C.S. Lewis, The problem of pain (or. 1940), New York, HarperOne,
2001, pp. 3233, tr. it. Il probelma della sofferenza, Edizioni GBU,
Roma, 1988, p. 37.
148
approv alcune delle cose che Brooks aveva scritto sul tema ma
fece altres i seguenti appunti:
Il tipo di tolleranza che il dott. Brooks pi ammira, la tolleranza che cresce in qualunque uomo consapevole che la verit pi grande del concetto che lui stesso ha della verit e
che quelli che sembrano errori di altri uomini, altro non sono
spesso che parti di quella verit di cui egli possiede soltanto
una parte, non ci sembra affatto tolleranza ma cattolicit di
spirito. Noi non siamo tolleranti di verit nota o sospetta
tale; la vera tolleranza entra in gioco soltanto quando ci confrontiamo con ci che riteniamo errore; e questa la ragione
per cui, come sostiene ammirevolmente il dott. Brooks, non
vi pu essere vera tolleranza in una mente che non ha convinzioni forti e una comprensione ferma della verit39.
(3) Tolleranza senza libert religiosa. La tolleranza sia vecchia sia nuova qualcosa di diverso e meno profondo del diritto alla libert religiosa. I governi possono non affermare la libert religiosa ma possono, per ragioni di convenienza strategica o altro, essere tolleranti verso questa o quella pratica o credo
religioso. Per contro il concetto di diritto alla libert religiosa
presuppone un particolare concetto degli esseri umani, di Dio
e della libert. Non si dimentichi che i regimi pi crudelmente
oppressivi del XX secolo non avevano a capo credenti cristiani
o fondamentalisti musulmani, ma atei marxisti e teorici del nazismo che avevano fatto propri teoremi secolari. Essi avevano
una propria concezione della natura degli esseri umani e sulla
base di essa sterminarono milioni di persone; avevano una propria concezione di Dio e sulla base di essa negarono la sua esistenza o lo strumentalizzarono per i fini del partito (i cristiani
la chiamano idolatria); avevano una concezione propria della libert e sulla base di essa soppressero ogni libert.
(4) Verit senza la croce. Una delle cose che i sostenitori
della nuova tolleranza temono quella prerogativa di verit
39. B.B. Warfield, Reviews of recent theological literature, Presbyterian
Review 9, n. 33, 1888, p. 160. Sono grato a Fred Zaspel per avermi indirizzato a questo passaggio.
151
152
CAPITOLO 6
MORALIT E VERIT
Ho ripetutamente sostenuto che la nuova tolleranza
radicata in una visione della verit ampiamente condivisa
dalla cultura generale o per lo meno dallelite culturale. Il
problema che si pone allora quali violazioni di tale visione
possano essere tollerate e se la coercizione sociale o da parte
dello stato abbia un posto laddove tale visione della verit non
riconosciuta e, in quel caso, in quali circostanze. Qualcosa
di simile potrebbe dirsi della sfera della condotta morale:
secondo un modo conservatore di guardare le cose una certa
condotta incontrava in passato approvazione mentre altri
tipi di condotta erano disapprovate (immancabilmente sulla
base di un mix complesso di tradizione, rivelazione, istinto di
autoconservazione dello stato, consenso culturale e cose del
genere). La questione della tolleranza e dellintolleranza era
legata a quanto lallontanamento da tali norme culturali potesse
o meno risultare accettabile. Le questioni di verit e di moralit
erano palesemente collegate. Ad esempio era moralmente
153
154
Madigan: Sono assolutamente seria! Penso solo che quella parola ha un connotato troppo religioso per me. S, sono
persone cattive, quello che successo terribile ma quando
[il presidente Bush] va lass e dice: Sono malvagi e noi siamo buoni ... penso che viene tirata in ballo lintera questione della religione, che quello ha in testa.
Ospite: E allora?.
Madigan: Allora non quello che penso io, perci non
sono daccordo.
MORALIT E RELATIVISMO
Una delle migliori descrizioni concise del relativismo fra quelle che conosco quella di John Piper, The challenge of relativism, esposta alla Ligonier Conference nel 2007 e successiva-
6. M. Ellingsen, Blessed are the cynical: how original sin can make America
a better place, Brazos, Grand Rapids, 2002.
7. In The briefing 328, Jan. 2006.
8. Questo esempio viene utilmente discusso nel libro acerbamente fuori
moda di D. Bentley Hart, Atheist delusions: the Christian revolution and
its fashionable enemies, Yale University Press, New Haven, 2009.
157
mente ampliata e pubblicata9. Con il permesso dellautore riproduco o adatto alcuni dei punti principali qui, prima di volgere la discussione a ci che pi ci concerne.
Piper apre il suo discorso chiedendo: In che modo il cattivo relativismo si differenzia da forme di pensiero relativo che
invece sono buone?. Possiamo concludere che qualcuno
alto o basso paragonandolo a unaltra persona: in molti ambiti
questo modo di pensare non soltanto utile ma indispensabile. Quando facciamo simili raffronti le persone di qualsiasi provenienza hanno un qualche termine di paragone in mente, pertanto la relativa altezza o bassezza di due persone stabilita sulla base di uno standard condiviso.
Ma il relativismo differente. Perch il relativismo morale
esista, una o pi delle seguenti affermazioni deve essere vera:
(1) Non esiste uno standard di verit esterno o oggettivo.
(2) Lo standard pu esistere ma non possiamo conoscerlo.
(3) Lo standard esiste ma non possiamo conoscerne il significato.
(4) Lo standard esiste e possiamo conoscerne il significato
ma semplicemente non ci importa di farlo.
gorie su cui vi ampio consenso. Ed esattamente per la stessa ragione si ha che questa dialettica non pu essere supportata da
ampie reti di riferimento morale: non ve ne sono o almeno non
ce ne sono molte10.
MORALIT E TOLLERANZA
Leffetto di questo cambiamento sorprendente. In passato le
questioni morali avevano un posto centrale nel dibattito pubblico e parte di quel dibattito si occupava di comprendere in
quale misura fosse tollerabile una deviazione da determinati
canoni morali. Sempre pi tuttavia non ci si occupa di ci che
giusto e di ci che sbagliato. Il dibattito pubblico sincentra piuttosto su quali sanzioni debbano essere fissate per coloro che non tollerano (naturalmente secondo il nuovo senso del termine tolleranza!) labolizione di quelli che un tempo
10. Questo problema si presenta in molti ambiti, tuttavia fra coloro che pi
sono a favore di unapertura indefinita raro che venga presa in considerazione la seriet del problema. Si pensi ad esempio al libro di S.E. Gillingham, One Bible, many voices, Eerdmans, Grand Rapids, 1998. Lautrice sostiene diffusamente che sia la diversit di contenuto della Bibbia sia la diversit di approcci interpretativi ci conducono alla conclusione che la Bibbia ha molte voci, non soltanto una. In breve, dobbiamo insistere su un approccio pluralista alla Bibbia. Nella sua conclusione (pp. 245247), nondimeno, richiama il monito di Anthony Thiselton,
(New horizons in hermeneutics: the theory and practice of transforming
Bible study, Harper Collins, New York, 1992, p. 612), che mette doviziosamente in guardia da quel pluralismo autoritario che si maschera da
pluralismo liberale. Nel momento stesso in cui diciamo che il solo modo
responsabile per leggere la Bibbia quello interamente pluralista, abbiamo ridotto la nostra teoria a una singola opzione dogmatica che
poi esattamente ci che ha fatto Gillingham. Ella riconosce il problema:
Un appello a leggere la Bibbia in senso pluralista ha perci bisogno di
una qualche misura di autocritica (p. 245). Tuttavia tutto ci che riesce
a carpire da questa osservazione che mentre difendiamo il pluralismo
dovremmo essere critici del pluralismo in s cos come dovremmo essere critici di qualsiasi approccio esclusivista (p. 247). Ma se siamo cos
critici verso gli approcci pluralisti, non lecito chiedersi se non vi siano
certezze radicate nella Scrittura?
160
erano canoni morali. In altre parole la principale linea morale tracciata attraverso la cultura occidentale dichiara che coloro che tollerano pressoch qualsiasi cosa sono bravi, mentre
coloro che non lo fanno sono cattivi e pertanto non dovrebbero essere tollerati.
Il caso pi sorprendente quello dellomosessualit. Non
dobbiamo nemmeno sognarci di negare la complessit di ci
che fa della persona un omosessuale. In pochi si sono avvicinati allaccuratezza e alloggettivit dello studio di Stanton
L. Jones e Mark A. Yarhouse11. A livello popolare non tuttavia consentito a tale complessit, in modo pressoch assoluto,
di venire in superficie. Si presume quasi ovunque che le persone nascano cos e che non ci sia altro da dire. Quandanche
cos fosse e levidenza semplicemente non consente un cos
banale riduzionismo ci non significherebbe che la pratica
omosessuale cosa buona, in assenza di tutta unaltra serie di
altri presupposti.
La mia intenzione al momento non di documentare il
modo in cui i fatti vengono sistematicamente presentati con
intenti manipolatori (p.es. i media vanno alla ricerca di una
coppia omosessuale che si amata profondamente per quarantanni e la contrappongono a una malandata coppia eterosessuale al loro terzo matrimonio e martoriata dallabuso, senza considerare le abbondanti statistiche che mostrano quanto
infrequente sia la fedelt omosessuale) ma di osservare come i
media sistematicamente infangano il carattere di chiunque intrattenga il pensiero che la condotta omosessuale non sia una
cosa buona. Ricordiamo ad esempio che quando il presidente George W. Bush propose James Holsinger per la carica di
direttore generale della Sanit statunitense, qualcuno scopr
che ventanni prima Holsinger aveva votato con la maggioranza dello United Methodist Judicial Council per reiterare il divieto di ordinare omosessuali praticanti. Il Boston Globe pre-
sione sviluppatasi in classe sullomosessualit, il 4 maggio Howell distribu una email di tre pagine ai suoi studenti in cui
chiariva alcuni punti del pensiero cattolico sul tema, affrontando gli aspetti teorici legati alla legge naturale e la linea tematica utilitarismo e sessualit. Un mese pi tardi uno studente che non frequentava il corso ma che aveva visto la mail
inviata a un suo amico, il quale invece lo frequentava, sporse
lamentele al capo del dipartimento di Howell, sostenendo, fra
le altre cose, che insegnare a uno studente i lineamenti della
religione una cosa, dichiarare che gli atti omosessuali violino
le leggi di natura delluomo unaltra15. La logica di questaffermazione in s rivelatrice: la religione non ha il diritto di
occuparsi di questioni morali e nel frattempo la vera offesa
dire che una cosa sbagliata quando molte persone ritengono che sia giusta.
Il capo di dipartimento, Robert McKim, sostenne che luniversit aveva interesse a non far sentire a disagio i propri studenti, la qual cosa port naturalmente il significato di intolleranza a nuovi livelli di plasticit. Prima che il trambusto fosse
finito, Howell, alle corde, difese il suo diritto a insegnare come
aveva fatto sulla base del diritto di parola conferitogli dal primo emendamento. Luniversit lo licenzi ma un sollevamento significativo la costrinse a tornare sui suoi passi. Naturalmente la ragione per cui Howell prevalse non fu che i suoi argomenti morali improvvisamente diventarono convincenti per
le autorit universitarie ma che sia coloro che avevano trovato
lemail di Howell ragionevole sia quelli che lavevano trovata
spregevole erano uniti nella protesta contro ci che consideravano mancanza di riguardo da parte delluniversit nei confronti della libert accademica: in poche parole luniversit era
intollerante nella sua difesa della tolleranza. Era questa lunica questione morale.
Per farla breve, sia che uno aspiri a unalta carica politica sia che cerchi di mantenere un posto impopolare in un
ambiente accademico per non parlare di chi voglia vincere un concorso di bellezza, come dimostra il caso di Carrie
15. La faccenda stata ampiamente discussa. Uno dei resoconti pi completi
Fired, in a crowded theater, First Things 2006, Oct. 2010, pp. 2429.
163
Queste non sono questioni astratte. Una cultura che sminuisce valori quali lonore, lintegrit, il sacrificio personale a bene17. Dalla sua colonna su Salon, visualizzabile su http://www.salon.com/col/
pagl/1998/06/nc_23pagl.html (2000).
165
167
CAPITOLO 7
TOLLERANZA, DEMOCRAZIA
E SISTEMA MAGGIORITARIO
Se vero che la gran parte del dibattito pubblico contemporaneo relativo alla tolleranza e allintolleranza ruota attorno ai diritti individuali, tali diritti hanno unorigine. Da dove provengono? Dallo stato? Dalla legge naturale? Dal creatore? Se provengono dallo stato, derivano veramente dalle persone, sempre
che il governo di quello stato sia democratico? Se esistono limiti alla tolleranza e, come abbiamo visto, ve ne sono sempre
questi limiti verranno imposti per sanzione sociale? Attraverso forse restrizioni legali e sentenze? In altre parole, non possiamo addentrarci ulteriormente nelle sfide che il discorso sulla tolleranza, e in particolare sulla nuova tolleranza ci propone,
senza riflettere sullo stato in particolare, nel contesto in cui
redatto il presente libro, sullo stato democratico.
COMPRENDERE IL PROBLEMA
Robert P. George McCormick, Professor of Jurisprudence alla
Princeton University, racconta di un convegno dellAmerican
Constitution Society for Law and Policy. Preso posto, egli trov
sul tavolo davanti a s un libretto blu contenente la dichiarazione dindipendenza, il discorso di Lincoln a Gettysburg e la costituzione degli Stati Uniti dAmerica un volumetto tascabi169
che setta distinta ad esempio dal metodismo e dal presbiterianesimo, dal momento che sono in molti allinterno di quelle
tradizioni ad abbracciarlo. (3) Se levangelismo cos avverso
ad altre fedi come il giudice Pratt ci vuol far credere e se pertanto incapace di collaborare con denominazioni e altri gruppi
cristiani, come mai una parte integrante cos significativa della Chiesa battista del Sud, della Chiesa presbiteriana dAmerica o di organizzazioni come Focus on the Family? Gli evangelici sono in disaccordo coi cattolici, diciamo, sulla devozione mariana o sullautorit del papa cos come i cattolici sono
in disaccordo con gli evangelici sugli stessi punti. Ne consegue
forse che le due parti si disprezzino? Non evidente limpressione che il giudice Pratt volesse escludere gli evangelici sulla
base del fatto che, secondo lui, non sono sufficientemente tolleranti? (4) Alcune delle voci nellelenco delle dottrine distintive dellEvangelismo, come la morte sostitutiva di Cristo o la
sua resurrezione corporale, sono essenziali per ogni ramo confessionale del cristianesimo; le obiezioni a queste dottrine vengono principalmente da quelle voci liberali che vogliono disfarsi dellelemento soprannaturale. (5) E cos Chuck Colson sostiene che le persone devono nascere di nuovo? Ma guarda un
po, anche Ges (Gv 3). Il giudice Pratt vuole forse inserire anche alcuni insegnamenti di Ges nella sua lista nera continuando ad affermare che coloro che prendono Ges sul serio sono
settari? (6) Ma soprattutto che cosa crede di fare un giudice federale inserendo in una lista nera certune posizioni teologiche
(quelle settarie, secondo il suo intendimento) e non altre?
Non tanto la sua ignoranza teologica a essere sconcertante ma
il suo modo di dirimere la faccenda in nome della separazione
fra stato e chiesa. La sua decisione non soppone a IFI in quanto
organizzazione religiosa ma in quanto essa sposa posizioni religiose che a lui personalmente non piacciono e Pratt ritiene di
possedere la perspicacia teologica necessaria per stabilire quali
forme di credo religioso siano accettabili. Dove esattamente il
primo emendamento conferisce al potere giudiziario tale prerogativa di giudizio e potere discriminatorio?
Grazie a Dio, gran parte della sentenza del giudice Pratt
stata ribaltata un anno e mezzo dopo circa da una Corte dAppello distrettuale. La nuova sentenza ha chiarito meglio in qua172
173
Non una di queste una ferita mortale alla pratica religiosa in America. Persino prese tutte insieme non assomigliano
neanche lontanamente a un colpo fatale2.
Credo che lo slittamento verso una ridefinizione e banalizzazione delle cose una conseguenza della nostra cultura dellagio. Primancora della gravidanza, la sessualit stata ridefinita e banalizzata. Non si parla pi di consumazione ma di fare sesso. Separare la dimensione meccanica
da quella riproduttiva del rapporto sessuale trasforma radicalmente la natura dellatto e il rapporto allinterno del quale si realizza3.
la privatizzazione della religione equivale a tradire quella eredit. In effetti una religione relegata allinterno della sfera privata, come abbiamo visto, la sola forma di religione che la nuova tolleranza disposta a tollerare.
La privatizzazione della religione e la libert religiosa non
sono esattamente valori opposti, quasi che appartenessero a
un qualche nefasto gioco religioso a somma zero; tuttavia una
qualche forma di rapporto inverso esiste. Pu essere daiuto
definire meglio la cosa4. Si considerino le seguenti opzioni
Opzione uno: in questo mondo altamente privatizzato viene permesso ai cittadini di pensarla come vogliono sulle questioni religiose. Il modo in cui praticano la loro religione insieme ad altri pu essere tuttavia monitorato e controllato. Pu
esistere una fiorente retorica sulla libert di religione dopo
tutto le persone possono credere a ci che vogliono ma non
ci pu essere quasi nessuna vera libert quando la religione diventa qualcosa di pi di un fatto puramente privato (p.es. trasmettere la propria fede ai figli, adorare insieme ad altri in edifici non destinati al culto, cercare di diffondere la propria fede).
Opzione due: i cittadini di questo mondo hanno il diritto
non soltanto di avere la fede religiosa che vogliono ma altres di
incontrarsi insieme ad altri che condividono la stessa fede. Fanno felicemente parte di una comunit e di una tradizione religiosa. Dal loro punto di vista ci d loro la libert di esplorare il mondo dallinterno della propria tradizione; dal punto di
vista di altri cittadini e dello stato sono innocui bench un po
eccentrici. Ci che non devono fare per essere attivi nel fare
proseliti (anche se i credenti stessi preferirebbero considerare
questattivit evangelizzazione e non proselitismo). Essi stessi possono naturalmente convertirsi alla visione culturale dominante ma coloro che posseggono la visione dominante non
devono in nessun caso convertirsi a qualcosa che non sia la visione dominante (posizione tipica in molti paesi islamici oggi).
4. Utili discussioni si trovano in S.L. Carter, The dissent of the governed: a
meditation on law, religion and loyalty, Harvard University Press, Cambridge, 1998; e D. Novak, In defense of religious liberty, ISI Books,
Wilmington, 2009; B.A. McGraw e J. Renee Formicola, a cura di, Taking religious pluralism seriously: spiritual politics on Americas sacred sacred ground, Baylor University Press, Waco, 2005.
176
interpretano il detto di Grozio alla lettera, il detto cio secondo cui si pu avere la legge anche senza Dio (etiamsi
non sit Deus), e che sostengono che lateismo di fatto la sola
base convincente dadesione a una forma di governo democratica, non trovano alcun terreno sul quale sfidare razionalmente lingiusto esercizio dellautorit dello stato, vale a dire
lantitesi stessa della democrazia costituzionale. Ironicamente coloro il cui Dio non n lordine cosmico [si legga legge
naturale] n lordinatore del cosmo [si legga Dio] vedono i propri diritti protetti dalla dedizione democratica di coloro che hanno una religione morale o una religiosit morale. Ma come possono allora i nostri secolaristi dottrinari cercare di escludere i loro stessi protettori dalla dialettica di cui
ogni democrazia ha bisogno per giustificare la propria vita e
il proprio futuro?6.
Inoltre la documentazione degli ultimi cinquantanni circa, mostra in quanta parte i leader Afroamericani del movimento per i diritti civili che da ultimo svergognarono Jim Crow
abbiano fatto appello al cristianesimo. Diversi scrittori hanno mostrato dettagliatamente come le forze motrici del movimento non erano giovani bianchi laici (questi arrivarono dopo,
per cos dire) ma predicatori Afroamericani, mossi dalla loro
comprensione di Dio, della natura umana e della Bibbia7. Parlavano dallesterno delle strutture di potere, perch soltanto
cos queste strutture di potere potevano essere riformate. Vogliamo davvero alti gradi di privatizzazione della religione e libert religiosa minima? a fronte di ci che J.V. Schall pu
con grande eloquenza mettere in guardia contro una tirannia
6. D. Novak, Law: religious or secular?, prima pubbl. in Virginia Kaw Review, 2000; poi utilmente in M. Kavka, a cura di, Tradition in the public
square: a David Novak reader, Eerdmans, Grand Rapids, 2008, p. 186.
7. Si veda specialmente D.L. Chappell, A stone od hope: prophetic religion
and the death of Jim Crow, University of North Carolina Press, Chapel Hill, 2007, ben recensito da E. Fox-Genovese, Hopeful pessimism,
Books & Culture 10, n. 4, Jul./Aug., 2004, pp. 89; S. L. Carter, Liberalisms religion problem, First Things 121, Mar. 2002, pp. 2132 (un
resoconto a tratti davvero commovente). Cfr. anche J. Bethke Elshtain,
The KnowitAll-State, Books and Culture 6, n. 1, Jan./Feb., 2000,
pp. 2223.
179
MAGGIORITARIO E DEMOCRAZIA
Tirannia democratica? Non un po esagerato?
La letteratura che si occupa della comprensione cristiana
dello stato in generale e della democrazia in particolare
cospicua. Io stesso ho cercato di fornire un mio modesto
contributo al tema qualche anno fa11 e non ripeter qui le
argomentazioni teologiche e i modelli di riferimento cristiani.
Per introdurre quale sia linflusso dei governi democratici sul
modo in cui dovremmo concepire la tolleranza devo tuttavia
passare in rassegna sette punti che ho cercato di fissare in
precedenti lavori o a cui ho fatto cenno pi indietro in questo
libro. Questi punti costituiscono il fondamento di ci che
occorre dire in questo momento sulla tolleranza.
(1) In questi giorni di sondaggi e scarsi princpi facile pensare che il migliore voto per il Congresso sia un voto in linea
con lopinione maggioritaria. Certamente i rappresentanti del
popolo dovrebbero essere sensibili allopinione pubblica, non
ultima lopinione della maggioranza. Nondimeno le opinioni
pubbliche possono essere molto volubili, facilmente governate da eventi drammatici o da demagoghi dalla lingua incensata.
Inoltre la maggior parte dei sondaggi notoriamente manipolatrice: si pu in certa misura controllarne gli esiti, dando una
sorta di taglio alla domanda: Approva il diritto delle donne di
decidere se abortire?, che porter a percentuali diverse rispetto alla domanda: Pensi che sia giusto uccidere bambini gi autosufficienti nel grembo materno durante il terzo trimestre?.
Forse, cosa pi importante ancora, la democrazia funziona meglio nel momento in cui comprendiamo la natura di un governo rappresentativo. Nessuno lha spiegata meglio di Edmund
Burke nel suo Discorso agli elettori di Bristol (1744):
te cieco al ruolo fondamentale della libert religiosa. Egli vede correttamente il pericolo di un potere statale incontrollato e sa che ci deve essere un Dio al di fuori dello stato ma non pu offrirci nullaltro che le proprie posizioni: le sue posizioni devono essere Dio. Lindefinita hubris
sorprendente e testimonia il fatto che poco ha compreso del ruolo della
vera libert religiosa in una democrazia.
11. D.A. Carson, Christ and culture revisited, op. cit. in part. i capp. 45.
181
13. J. Stout, Democracy and tradition, Princeton University Press, Princeton, 2005; G. Himmelfarb, One nation, two cultures, Knopf, New York,
1999.
14. G. Meilaender, Talking democracy, First Things 142, Apr. 2004, pp.
2530; G. Weigel, Europes problem and ours, First Things 140, Feb.
2004, pp. 1825. Per unutile discussione di alcuni aspetti del dibattito,
si veda S.H. Moore, The limits of liberal democracy: politics and religion
at the end of modernity, InterVarsity, Downers Grove, 2009.
183
15. H. de Lubac, The drama of atheist humanism (or. fr. 1944), Sheed &
Ward, London, 1949, p. 14.
184
Lingrediente comune a tutti questi trasferimenti di autorit che questultima procede dalle elite verso il basso e non viceversa, dalla gente verso lalto. Storicamente le democrazie liberali hanno inteso linternazionalismo come caratterizzato dal
potere che fluisce verso lalto, dallo statonazione democratico verso gli accordi internazionali e i trattati; in decenni recenti
il modello europeo e sempre pi anche lesperienza americana
prevedono una sorta di transnazionalismo in cui il potere fluisce verso il basso a partire dalla comunit internazionale17
sia (in Europa) dallUE sia dalla Corte Internazionale sia
dallONU. La nozione secondo cui il potere legittimo non proviene da popoli democratici di statinazione democratici ma
da una comunit internazionale mal definita e che da ultimo
non rende conto del suo operato, invita inevitabilmente abusi da parte delle elite che facilmente si considerano superiori
per capacit di analisi: essi interpreteranno il pensiero della comunit internazionale in conformit con le proprie ideologie e
preferenze personali.
Si consideri altrimenti il ruolo sempre maggiore che hanno le corti di giustizia nel fissare con fiat giudiziario ci che in
passato avrebbe presupposto lazione del legislatore18. La questione non principalmente se il governo federale attraverso le
16. J. OSullivan, Debating democracy: can everyone go Athenian?, National Review 55, n. 24, 22 Dec., 2003, p. 36.
17. Ibid., Debating democracy, p. 37.
18. Si vedano i due importanti libri curati da T. Eastland: Religious liberty in the Supreme Court: the cases that define the debate over Church and
state, Eerdmans, Grand Rapids, 1995; Benchmarks: great constitutional
controversies in the Supreme Court, Eerdmans, Grand Rapids, 1995. Per
una trattazione pi ampia, si veda la tagliente critica di T. Sowell, Intellectuals and society, Basic Books, New York, 2009, in part. cap. 6.
185
corti abbia il diritto, ovvero lobbligo, di sollevare accuse criminali o di altra natura contro i religiosi che infrangono la legge19
certo che ce lha n se possa servirsi di questo precedente
per stabilire leggi che criminalizzano una condotta che in passato sarebbe stata vista come accettabile (p.es. affermare pubblicamente che la condotta omosessuale, sebbene ora non illegale, nondimeno immorale), riducendo di conseguenza la libert religiosa. La questione non nemmeno principalmente
relativa al modo in cui la Corte Suprema trovi regolarmente diritti nuovi allinterno della costituzione, diritti che qualsiasi lettura storica del testo non potrebbe in alcun modo convalidare. N ancora riguarda il modo in cui la Corte, nei suoi soventi lodevoli tentativi di adottare una posizione di mediazione al fine di portare un qualche grado di conciliazione tra fazioni in conflitto, possa finire per usare un linguaggio che in
effetti genera animosit contro particolari gruppi20. E ancora,
non si tratta in prima battuta dellinterpretazione che la Corte, sin dal caso Everson nel 1947, ha dato del primo emendamento, quasi che le sue clausole sulla religione fossero in conflitto le une con le altre. Il primo emendamento dice: Il Congresso non legiferer in merito allistituzionalizzazione della religione n proibir il libero esercizio della stessa; n limiter la
libert di espressione, di stampa o ancora il diritto della gente
a radunarsi pacificamente e presentare petizioni al governo affinch ripari i torti subiti. Le due locuzioni rilevanti, Il Congresso non legiferer in merito allistituzionalizzazione della religione e n proibir il libero esercizio della stessa, vengono sovente considerate dalla Corte in conflitto luna con laltra, in modo che il compito della Corte diventa appunto trovare un terreno neutrale fra le due. Tuttavia diversi studiosi, in particolare Carl Esbeck, hanno mostrato come, sia grammaticalmente sia alla luce dellintento originario dellemendamento, non vi sono due locuzioni in conflitto ma una clausola con due disposizioni, entrambe al servizio della libert reli19. Si veda specialmente M.A. Hamilton, God vs. the gavel: religion and the
rule of law, Cambridge University Press, Cambridge, 2005.
20. Si vedano gli esempi chiarificatori e la trattazione di S.D Smith, Conciliating hatred, First Things 144, Jun./Jul. 2004, pp. 1722.
186
giosa21. In origine la locuzione che vietava listituzionalizzazione della religione aveva lo scopo di rassicurare gli stati del fatto
che il Congresso non avrebbe interferito con le varie istituzioni religiose gi presenti negli Stati. Pertanto la prima locuzione
andava a braccetto con quella relativa al libero esercizio della
religione, volta a garantire libert religiosa. Il conflitto immaginato fra le due parti del primo emendamento stato creato ad
arte dalla Corte Suprema e si pu solo sperare che la Corte un
giorno sgombrer il campo dalla confusione che ha generato.
Per i nostri scopi il problema fondamentale non riguarda
tuttavia le varie decisioni delle corti ma il fatto che la Corte Suprema ha sempre pi assunto quel genere di ruoli e decisioni
che dovrebbero essere appannaggio dei legislatori, dei deputati
eletti. Quando sempre pi potere finisce nelle mani di elite non
elette e senza scadenza di mandato, la democrazia stessa vale
a dire il governo delle persone si indebolisce.
In breve, esistono molte ragioni per cui ci che si intende
per democrazia pu variare, e di molto.
(3) In ogni caso la democrazia, comunque la si voglia
intendere, non garantisce n verit n moralit. La gente si
chiama fuori dai pi svariati modelli di riferimento. Persino
quando le persone votano saggiamente, i loro rappresentanti
spesso cambiano idea. Dallaltro lato, se potenti agenzie o corti
sono sempre pi investite di potere statale, ci che i cittadini
vogliono importer poco oppure quelle agenzie potranno
talvolta fare cose giuste ma contrarie alla volont dei cittadini.
Tutto questo un modo per dire che il cristiano accorto non pu
elevare la democrazia a valore massimo. La democrazia rimane
il modo migliore di responsabilizzare il governo. Nondimeno,
21. C.E. Esbeck, The establishment clause as a structural restraint on governmental power, Iowa Law Review 84, 1998, pp. 1113; idem., Play
with the joints between the religious clauses and other Supreme Court
catachresis, Hofstra Law Review 34, 2006, pp. 13311336. Il secondo
titolo fa riferimento allopinione del giudice Ruth Bader Ginsburg secondo cui la Corte deve esplorare dove vi margine di manovra fra le
giunture che collegano le locuzioni, al fine di stabilire se c spazio per
lazione legislativa n imposta dalla locuzione sul libero esercizio della
religione n proibita dalla locuzione sullistituzione della religione. Cfr.
anche J. Hitchcock, The enemies of religious liberty, First Things 140,
Feb. 2011, pp. 2629.
187
mocrazia sono neutrali e indipendenti da qualsiasi grande modello di riferimento. La tesi del pi recente libro del teorico politico Francis Fukuyama corretta ma inadeguata: egli sostiene
che una democrazia liberale di successo richiede sia uno stato forte, unito e capace di far osservare le leggi sul proprio territorio sia una societ forte, coesa e capace di responsabilizzare lo stato23. Questa tesi non affronta in modo adeguato laspetto della responsabilit dei cittadini (sia quelli in posizione
di governo sia quelli non incardinati nel governo) verso qualcosa qualcuno pi grande di un sistema politico. Quando i
cittadini e i funzionari di un governo si distanziano progressivamente, almeno su alcuni temi, da questioni di verit e moralit, allora ci che lo stato tollera o non tollera viene facilmente
dirottato da disegni correnti, pi o meno espliciti, che possono
facilmente sfociare nella coercizione. E se la nozione stessa della tolleranza si distanzia parallelamente da nozioni pi ampie di
verit e tolleranza, tali che in vari ambiti il male pi grande la
(nuova) intolleranza, allora la coercizione dello stato sar linevitabile conseguenza24.
Per farla breve, la tesi ben articolata di Robert Kraynak di
gran lunga superiore: Perci dobbiamo affrontare linquietante dilemma del bisogno che la democrazia liberale moderna ha di
Dio ma Dio non liberale e democratico come vorremmo che fosse. E ancora:
23. The origins of political order: from prehuman times to the French devolution, Farrar, Strauss and Giroux, New York, 2011.
24. Una delle trattazioni recenti pi penetranti dello slittamento dalla verit
alla sensazione, dal principio alla terapia, dallonore allautostima, il libro di J. Bowman, Honor: a history, Encounter Books, New York, 2006,
in part. il cap. 10, The aristocracy of feeling (pp. 263291), in it. Breve storia dellonore, Rubettino, Soveria Mannelli, 2009. Bowman apre il
capitolo citando le note parole di W.H. Auden: La giustizia verr rimpiazzata dalla piet come virt umana cardinale e ogni paura della retribuzione scomparir ... La nuova aristocrazia consister soltanto in eremiti, barboni e invalidi permanenti. Il diamante grezzo, la consunta prostituta, il bandito buono verso sua madre ... saranno gli eroi e le eroine
della Nuova Et, quando il generale, lo statista e il filosofo diventeranno
lo zimbello di ogni farsa e satira (da For the time being: a Christmas oratorio, Faber & Faber, London, 1945, pp.115116, tr. it. Per il tempo presente, Milano, 1964.
190
Il cristianesimo non necessariamente una religione democratica o liberale n fa del sostegno a un ordine politico la sua
pi alta priorit. Le implicazioni di questo dilemma sono che
i laici si sbagliano se pensano che la religione debba rimanere fuori dalla pubblica piazza; ma i credenti si sbagliano
anchessi se pensano che sia facile conciliare la loro fede con
i princpi e le prassi della moderna democrazia liberale25.
CAPITOLO 8
GUARDARE AVANTI:
DIECI PAROLE
dovizia che la crisi era stata montata ad arte per fini politici.
Il fatto drammatico tuttavia che Yale ritir le vignette stesse,
rifiutando di includerle nel libro ma escludendo anche altre
rappresentazioni di Maometto, come quella di Gustave Dor
in cui il profeta viene smembrato nellinferno (una scena
dellInferno di Dante). Perch mai le vignette che sono il tema
del libro non sono state inserite? Yale avrebbe esercitato lo stesso
freno in risposta alle sensibilit cristiane? Nondimeno, vivendo
alla luce della tradizione occidentale della vecchia tolleranza, i
cristiani con ogni probabilit non minaccerebbero un editore
o dei curatori di un libro se Ges vi fosse rappresentato come
un travestito che fuma una canna o qualcosaltro di altrettanto
oltraggioso. Per quanto riguarda la stampa, le libert di parola
e di stampa sancite dal primo emendamento americano sono
evidentemente soggette a limitazioni autoimposte sulla base del
veto islamico. emerso gradualmente che la decisione di non
pubblicare n le vignette danesi n Dor non era stata dettata
dalla paura di una reazione violenta (pur essendo questa la
scusa ufficiale) ma dalla pressione esercitata dalluniversit sul
suo editore, affinch non venissero offesi i ricchi benefattori
musulmani delluniversit. Mark Steyn ha ragione quando dice:
Gli irrequieti musulmani europei e gli illimitati contributi
sauditi possono esercitare pressioni sugli editori, le istituzioni e i
media americani, pressioni che in ultima istanza minano il primo
emendamento. In Danimarca come in altri paesi, personaggi
vili e acquiescenti possono se non altro giustificarsi dicendo
che hanno periferie incendiarie a maggioranza musulmana e il
50% di disoccupazione giovanile. Ma non cos a New Haven,
dove i grandi capi sembrano servirsi della paura della violenza
per coprire gli appetiti della loro avidit2. Quale che sia il
motivo, che si tratti di paura della violenza o di paura di perdere
sovvenzioni, in nome della nuova tolleranza Yale University
Press ha sacrificato coraggio e principio sullaltare della paura.
Dobbiamo continuare a chiarire in che cosa consista la
(vecchia) tolleranza e fare ci che possiamo per mettere a nudo
la nuova tolleranza.
2. M. Steyn, Sharia in New Haven, National Review 61, n. 16, 7 Sep.
2009, p. 52.
195
Ancora una volta, sebbene la questione sia in parte teorica, linsistenza sulla verit ha molte applicazioni pratiche. Non
soltanto questione (per i cristiani) di insistere sulla verit del
vangelo ma di insistere su un parlare veritiero, su analisi veritiere, rappresentazioni veritiere delle altre religioni (dire che tutte dicono la stessa cosa non veritiero ed espressione di un
atteggiamento che dovrebbe essere respinto, nel primo caso,
come parlare non veritiero, appunto) e anche rappresentazioni
veritiere di ci che dice la Costituzione (pertanto se gli
argomenti di Carl Esbeck nel capitolo precedente sono corretti,
il primo emendamento indica qualcosa di diverso da ci che
comunemente si pensa: qual la verit? ) e insieme a tutto
ci, la volont, persino il desiderio, di correggere qualcosa che
abbiamo detto se viene dimostrato in modo convincente che
non abbiamo detto la verit.
Si moltiplichi questa diversit religiosa per le assortite diversit politiche, economiche, linguistiche, razziali ed etniche
che caratterizzano non soltanto lAmerica ma molte citt metropolitane del mondo di oggi, per non parlare delle differenze
culinarie, olfattive e delligiene personale, dellumorismo, delle
percezioni di tutte le questioni legate a sessualit e genere, ed
ecco che la totale diversit empirica si manifesta e spinge alcuni verso la xenofobia e altri verso la nuova tolleranza. La prima
affonda le proprie radici nella paura, la seconda in sciocchezze sentimentali.
12. Amazing grace How religion divides and unites us, Simon & Schuster,
New York, 2010.
13. First Things 210, Feb. 2011, p. 58.
201
Ci che occorre constatare lassenza di una logica lineare che dallosservazione della diversit indiscussa al dogma interamente discutibile mostri come ogni asse della diversit sia
ugualmente buono. I nazisti sono forse come gli Amish?
Lo stesso vale per il pluralismo epistemologico. La questione discussa opportunamente da Paul Helm:
Abbiamo credo buone ragioni, anche se non infallibili, su cui basare le nostre visioni; altri con diverse convinzioni ritengono di avere buone ragioni, anche se non infallibili.
E anche se alcuni di noi hanno posizioni che sono infallibilmente vere, non possiamo convincere tutti. Nondimeno questo fatto, ossia quello del pluralismo epistemologico, non ci
porta e non dovrebbe portarci a pensare che lo scetticismo
abbia ragione o persino che il relativismo, cugino di primo
grado dello scetticismo, abbia ragione ... Io mi schiero con
quelli che sostengono che la tolleranza fortemente desiderabile precisamente a causa del nostro fallibilismo epistemico. Dal momento che le mie convinzioni possono essere sbagliate, cos come le tue, un contesto nel quale le nostre visioni possono essere disseminate e discusse certamente qualcosa che reca beneficio a entrambi. Di conseguenza ciascuno
di noi deve riuscire a rivedere le proprie opinioni, le ragioni
a esse sottese e la forza relativa ... si potrebbe dire che la tolleranza necessaria precisamente per evitare una deriva verso lo scetticismo. Peggio ancora, una convinzione che pu
soltanto preservare se stessa, non tollerando le rivali, verr
vista probabilmente con scetticismo dagli oppositori e con
cinismo dai suoi sostenitori. Abbiamo bisogno di tolleranza
verso le diverse opinioni per rendere manifesto che esistono
confini di ragionevolezza come di irragionevolezza14.
14. P. Helm, Rutherford and the limits of toleration, in Tolerance and truth,
op. cit., p. 71.
202
203
Mi rendo conto:
che naturale che le persone si sentano a disagio con chi
diverso da loro ma mi sforzer di vincere questi sentimenti;
che le persone hanno diverse capacit e diversi aspetti esteriori, convinzioni, etnie, esperienze e identit e mi rendo
conto che il mondo un posto migliore a motivo di queste
differenze.
Prometto:
di essere consapevole dei miei pregiudizi e dei miei giudizi
parziali sulle persone;
di cercare di conoscere la persona che pu avere un aspetto, un modo di vestire, di vivere e di pensare diverso da me;
di controllare i miei pregiudizi e la mia tentazione di emettere giudizi parziali e affrettati sulle persone.
15. Cfr. Os Guinness, Unspeakable Facing up to the challenge of evil, HarperOne, New York, 2006.
16. Si veda lo splendido libro di C.J. Mahaney, Humility True greatness,
Multnomah, Sisters, 2005.
205
8. EVANGELIZZARE
Evangelizzare. Evangelizzare e fondare chiese. Evangelizzare e
pregare. Evangelizzare e vivere la vita alla luce del regno che attendiamo. Evangelizzare.
lecito chiedersi come mai un punto simile compaia in un
libro che cerca di venire a capo delle complesse correnti che
17. Non ultimo limportante libro di T.C. Tennent, Christianity at the religious roundtable Evangelicalism in conversation with Hinduism, Buddhism, and Islam, Baker, Grand Rapids, 2002.
18. Non necessario essere daccordo con ogni punto del libro per riconoscere che lappello di R.J. Mouw, Uncommon decency Christian civility
in an uncivil world, 2 ed. InterVarsity, Downers Grove, 2010 sia commovente sia penetrante.
206
Quarto, quegli uomini e quelle donne che hanno sperimentato una reale conversione (non gi chi prende una decisione
leggera che poco incide sul proprio modo di pensare e sulle
proprie priorit, decisione questa che da un punto di vista biblico non ha niente a che vedere con una vera conversione), diventeranno sale in un mondo in decadenza, luce in un mondo
nelloscurit e la loro influenza, a sua volta, potr invertire la
marea della percezione pubblica, secondo la misericordia di
Dio. Ci tengo a sottolineare che ci non significa che la nostra
motivazione nel condurre le persone a Cristo debba essere rendere lAmerica (o il Canada o lInghilterra o la Francia o lItalia
o il Brasile o la Cina o qualsiasi altro paese) un posto migliore.
Sarebbe un modo troppo utilitarista e materialista di intendere
la fede in Cristo Ges. Tuttavia, quando il vangelo prende piede in qualsiasi cultura, i cambiamenti allinterno di quella cultura sono inevitabili. per questo che in Cina oggi, laddove alcune voci sono apertamente votate a ridurre linfluenza del cristianesimo, altre aspettano solo che i cristiani prendano il loro
posto nella societ, perch molto spesso proprio i cristiani sono
i lavoratori pi affidabili, i dipendenti pi onesti e incorruttibili, e cos via. Vi sono persino spinte allo studio del cristianesimo per fini utilitaristici ed economici. In un certo senso, tali
spinte riflettono naturalmente un fraintendimento dellessenza
del cristianesimo ma, se non altro, limpatto potenzialmente
positivo di molte conversioni a Cristo trova in esse unaffermazione implicita.
ranza di questi cristiani. E dovesse tutto ci verificarsi per davvero, lo sopporteremmo con gioia, imparando un po meglio
come evangelizzare nelle nostre prigioni.
210
Antico Testamento
Esodo
34:6
34:7
125
125
Esdra
137
Geremia
29:7
83
Abacuc
1:24
1:13
125
125
Nuovo Testamento
Matteo
7:1
7:6
7:2123
21:2127
23
23:19
23:33
125
125
126, 129
159
126
126
126
Marco
12:17
83, 86
Luca
14:23
23:34
71, 92
32
Giovanni
14:6
126, 152
14:8
144
14:9
144
14:23
71, 92n
15:1825
58, 208
15:1816:4 83
18:36
83
Atti
5:41
17:30
17:31
209, 210
125
125
Romani
2:14
2:4
2:16
3:25
13:17
125
17
125
125
83, 189
1 Corinzi
5
5:913
13:7
128
129
197
2 Corinzi
1013
128
Galati
1:89
140
Filippesi
1:29
3:10
209
209
2 Tessalonicesi
2:11
210
Ebrei
12:8
147
1 Giovanni
4:78
4:911
4:16b
143
143
143
Giuda
140
Apocalisse
2:20
1314
128, 130
189
211
13
13:7
14:18
212
83
83
125
19
19:13
21:8
83
125
125
Laicizzazione
(secolarizzazione),
89, 90, 109, 113,
213
Abbad, Mohammad, 89
Acar, Ismail, 86
Agostino, 7172
Aikman, David, 155
Akhtar, Shabbir, 87n, 134, 144, 145
Ambrogio, 84
Armour, Leslie, 24
Atkinson, Edward, 107
Auden, W. H., 190n
Averill, Bob, 46
Baker, Brent H., 51n
Balmer, Randall, 52n
Barnes, Sandra L., 29n
Bayle, Pierre, 12n
Bellah, Robert, 119
Benedetto XVI (Cardinale Joseph
Ratzinger), 50, 122
Benitez, Guadalupe, 54
Berger, Peter L., 11, 12n
Berkowitz, Peter, 103n
Biebl, Franz, 40
Blair, Tony, 111
Blamires, Harry, 156n
Bolce, Louis, 49
Bonhoeffer, Dietrich, 94sg
Bonney, Richard, 75n
Bottum, Joseph, 173174
Bowman, James, 33n, 190n
Bozell, L. Brent, III, 51n
Bromund, Ted, 109n
Brooks, Phillips, 150151
Budziszewski, J., 120
Burke, Edmund, 181
Bush, George W., 69, 112, 155, 161
Butterfield, Herbert, 200
Buttiglione, Rocco, 162
Cameron, David, 38, 111
Campbell, David E., 201
Campbell, W. Keith, 137
Camus, Albert, 39
Carroll, Vincent, 116n
215
216
217
218
J. Lennox
A caccia di Dio
Presunzione e pretese
del nuovo ateismo
pp. 282, 18,00
ISBN 9788896441473
Nel mondo occidentale lateismo in crescita. In crescita chiassosa. in
atto un coordinato tentativo di organizzare i fedeli atei, incoraggiandoli a non vergognarsi del loro ateismo ma ad esserne fieri e a combattere come un esercito ben organizzato. Il nemico Dio. Gli atei puntano le
loro armi su Dio.
John Lennox, forte dei suoi dibattiti con i maggiori esponenti del nuovo
ateismo (Dawkins, Hitchens, etc.), dimostra che la caccia a Dio non solo
un progetto mal costruito ma non sta portando ad alcun risultato.
Un libro franco, diretto e stimolante.
Si tratta di un efficace e preciso atto daccusa contro i nuovi atei. Lennox, citando ampiamente i loro scritti, documenta chiaramente la loro
chiusura mentale, la loro riluttanza a valutare le evidenze e il loro ricorso alla derisione, allo scherno e alla rappresentazione fuorviante, invece
delluso di seri argomenti. Tutto ci contri- buisce a confermare, piuttosto che a indebolire, le credenze religiose. (Alvin Plantinga)
John C. Lennox (PhD, DPhil, DSc) professore di Matematica allUniversit di Oxford oltre che Pastoral Advisor al Green Templeton College di
Oxford. autore del bestseller God's Undertaker: Has Science Buried
God?, tradotto in italiano (Fede e scienza), ed noto in tutto il mondo
per i suoi dibattiti con i pi noti esponenti del nuovo ateismo.
Ren Breuel
Il Paradosso
della felicit
pp. 97, 12,00
ISBN 9788896441657
Tutti cercano di essere felici!
Lautore di questo libro dimostra che questa universale brama delluomo non altro che la ricerca di una felicit incentrata sul principio del
proprio piacere.
Lautore la definisce una felicit di plastica.
La tesi centrale del libro , al contrario, che la felicit rientra nei grandi
e paradossali misteri insiti nel vangelo: chiunque vuol salvare la sua vita
la perder, affermava Ges, ma chi perder la sua vita per amor mio e
dellevangelo, la salver.
Non troviamo la felicit quando cerchiamo di soddisfare i nostri desideri
ma quando, incuranti di noi stessi, smettiamo di ricercarla e ci doniamo
agli altri.
Riceviamo quando doniamo, siamo felici quando viviamo per Dio e non
per noi stessi.
Ren Breuel pastore della Chiesa Evangelica San Lorenzo a Roma e
cura il blog Wonderingfair.com. E' laureato in Economia e Commercio e
ha conseguito un Master in Teologia presso il Regent College di Vancouver, Canada. E' sposato con Sarah e padre di due figli.
Michael Green
Edizioni GBU
Via Colonnetta, 80
66013 Chieti Scalo
Cell. 345 5217945
Tel. e Fax 0871 563378
www.edizionigbu.it
info@edizionigbu.it
Finito di stampare nel mese di FEBBRAIO 2016 dalla tipografia
CITT NUOVA della P.A.M.O.M., Via Pieve Torina, 55 00156 Roma ,
Tel. 06 6530467