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CELEBRAZIONE DELLA LODE Sante Babolin Fondamento della nostra lo- de al Signore & lo stupore, pro- vocato in noi dalla sorprenden- te prasenza del Signore e dalla gratuita del suo amore. La lo- de autentica sgorga dalle pro- fondita dell'edorazione ed esplo- de nell'effervescenza del canti- co:« Celebrate il Signore, per- ché @ buono, perché la sua gra- zia @ eterna. Chi pud narrare i prodigi del Signore, far risuona- re tutta la sua lode? » (Sal. 106, 1-2). 1. LA GLORIA DI DIO SUPERA OGNI NOSTRA ATTESA Molte volte @ in differenti mo- Gi il Signore si manifest all'uo- mo nella storia, pero la manife- stazione pill piena si @ realizza- ta in Gest! Cristo: « Dio ha tan- to amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv. 3, 16). Lo stupore nasce in noi non_soltanto dalla rivelazione i Dio mo particolarmente dal suo amore, Percid possiamo af- fermare che lo stupore viene provocato in noi sia dall'inter- vento di Jahv che dallinter- vento di Gesir di Nazareth Jahve. stupisce l'uomo: cost @ ‘per Mosé che sentendo la voce di Dio «si vela il viso perché ha paura di guardare verso Dio» (Es. 3,6), cosi & per Isaia che contempia la glo- ria di Dio in visione profetica ed esclama: « Ohimé! lo sono perduto» (Is. 6.5), cosl & por Ezechiele che, dopo aver visto la_ gloria di Dio, dichiara: = Quando la vidi, caddi con la faccia a terra» (Ez. 1,28). Que- sta @ pure l'esperienza di Ma ria_e dei pastori, secondo il vangelo di Luca:' Maria, sen- tendo le parole dell’angelo « ri- mase turbata e si domandava che senso avesse un tele salu- to» (Le. 1.29); 1 pastor, da parte loro dopo la notte di Na- tale, raccontarono cid che vide- ro € «tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano » (Lc. 2,18). Gesi stupisce coloro che lo incontravano; gia a dodici anni nel tempio, provoca lo stupore « tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intel- ligenza e le sue risposte » (Le. 2.47); a Nazareth « tutti gli ren- devano testimonianza od erano meravigliati delle parole di gra- zia che uscivano dalla sua boo- ca (Lc. 4,22); sul Tabor Gest viene assaciato alla gloria di Jahva che gli rende testimonian- za: = Questi @ il mio Figlio pre- diletto, nel quale mi sono com- Piaciuto. Ascoltatelo ». All'udire cid, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore » (Mt. 17, 56), € il timore fu cosi grande che Pietro « non sapeva quel che di- ceva» (Lc, 9,33); nalla resur- rezione, le donne’ « con timore € glola grande corsero a darne Fannuncio » (Mt. 28, 1-8); ei di- scepoli, per la grande gioia nel vedere Il Maestro risorto, « non credevano ai loro occhi ed erano stupefatti= (Le. 24,41); nella pentecoste infine, la folla che si radund nella piazza « rimase sbigottita, @ tutti erano stupe- fatti e fuori di se per lo stupo- re» (At. 2,67) 2, L'UOMO STUPEFATTO ADORA JAHVE' E IL SIGNORE GESU" Il termine adarare deriva dal latino «ad os», che significa = portare la mano alla bocca >. In questo gesto possiamo scor- gere tre momenti che esprimo- no bene il significeto dell'ado- razione: portare la mano alla bocca (prostrazione, venerazio- ne e sottomissione}, tenere la mano alla bocca (silenzio). staccare la mano dalla bocca (trasporto e abbandono). Adorare significa accettare la legge del Signore e lasciarsi giudicare dalia sua legge: el Signore = che s‘innalza sovrano Su ogni cosa » (1 Cr. 29,11) va Vadorazione di tutti i popoli (Sal. 99, 1-5) e di tutta la terra (Sal. 96,9); @ nel nome del Si gnore Gest: « ogni ginocchio si si pieghi, nei cieli, sulla terra @ sotto terra » (Fil. 2,10). Co- lui che vive cosi, con’ il cuore prostrato davanti all’Altissimo, & uno di quei veri adoratori che i Padre cerca (G. 4,23). Il silenzio davanti ella maesta di Dio esprime attesa e ricordo, Attendere significa sperare nai Signore, credere nella sua on- nipotenza e nel compimento del- le sue promesse: «Il Signore risiede nel suo tempio santo. Taceia, davanti a lui, tutta la ra» (Ab. 2,20); e = quando I'A- gnello apri'il settimo sigillo, fece silenzio in cielo » (Ap. 8,1) Ricordare pol significa fare co- me Maria che ascoltando quan- to le riferivano 1 pastori, « ser- bava tutte quelle cose meditan- dole nel suo cuore» (Lc. 2, 48-19); maditare @ richiamare a 86 le promesse del Signore, r- conoscerne il compimento e ren- dergli grazie. Provare trasporto davanti al Signore @ donargli la propria liberta, rispondere all'amore con amore: = Da questo abbiamo conosciuto I'amore: Egli ha dato la sua vita per nol; quind! anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli » (1 Gv. 3,16). La stret- ta connessione tra adorazione @ amore si scorge gid nella rea. zione delle donne davanti a Gri- sto risorto: « le donne, avvicina- tesi, gli presero i piedi @ lo ado rarono » (Mt. 28,9). La derivazio- ne dell’annuncio dall'adorazione @ testimoniata della dichiarazio- ne di Giovanni: « Cid che noi ab- biamo udito, cid che noi abbia- mo veduto con i nostri occhi cid che noi abbiamo contempla- to e cid che le nostre mani han. no toccato, noi lo annunciamo a voi » (1 Gv. 1, 1-3). 3, IL_VERO ADORATORE ESULTA CON GANTI DI GIOIA La lode celebra il Signore e si realizza secondo un movimento estatico (exstasis = uscire da 86): lo sguardo interiore dello spirito @ puntato su Dio amato per se stesso. S. Francesco di Sales descrive molto bene que- sto atteggiamento interiore: « la anima, penetrata da grande complacenza nell'infinita perfe- zione di Dio, come ape sacra, va svolazzando sul fiori delle opere e delle grandezze divine per raccoglieme una dolce ve- ieta di compiacenze, dalle qua- |i pot fa nascere e fabbrica un coleste miele di benedizionl, lo- die tributi d'onore, con cui a tutto potere magnifica e glorifi- ca il nome del suo Diletto » (Teotimo, L. V, ¢. 8) Da queste riflessioni possie- mo fare alcune conclusion cir- ca la celebrazione della lode: a, La lode elogia Dio con Dio. Ci Si rivolge a Dio con espres- sioni esclamative 0 elogiative, con le quali non si chiede nulla, ma soltanto si dichiara cid che Dio @; ad es. « Tu sei buono », = Signore, non ci sono altri dei all'infuori di te », «Tu solo, Si- gnore, sei grande », ecc. In al- tre parole, si proclamano gli attributi di'Dio: benevolenza (1 Sam. 2), salvezza (Sal. 71, 15), potenza'e meravigliosi progetti (Sal, 29.4; Is, 25,1), prowiden- za (Sal. 104,27), gloria (Es. 15, 21), santita'e unicit& (Dt. 6,4; Le, 2,14) saplenza, bonta e liber- {8 nei suoi interventi in nostro favore. b. La lode proclama le grandi opere di Dio (At. 2.11). Testi- moniare & lodare il Signore. Quando la testimonianza si re: lizza nell'assemblea ¢ si « cele- bra», allora @ la potenza del Signore che viene esaltata, dal suo popolo che ne ha beneficia- to. Questa @ la preghiera del giusti che esultano davanti al lo- ro Salvatore: alla prima procla- mazione dolla grandezza del Si- gnore, lassemblea _reagisce Prontamente, © f retti e umili di cuore formano un solo coro di benedizioni. Direi che questa @ la tipica preghiera pentecosta- le 0 pasquale. Soltanto l’insen- sato, che & pieno di sé e che lo- da se stesso davanti a Dioe agli uomini (Le. 18, 11-12), non si la. scera travolgere dalla proclama- zione delle grandezze di Dio. c. La lode @ esplosione di vi- ta (Sal. 6,6). II Signore va lo- dato con tutta la nostra perso- na; tutte le nostre facolta, su- periorl © inferiori, secondo or- dine e proporzione, devono cele- brare la lode del Signore; © pu- re il corpo, con canti e danze, @ chiamato a lodare. il Signore (Sal. 57, 8s; 108, 2.6). Sentiamo le disposizioni di Davide, che ebbe l'ardire «di danzare con tutte le forze davanti al Signo- re» (2Sam. 6,14), riguardo al culto: « Egli radund tutti 1 capi di Israele, i sacerdoti ¢ | leviti. Si conterono j leviti, dai trenta anni in su; censiti, uno per uno, risultarono trentottomila. « Di costoro ventiquattromila diriga- no lattivita del tempio, seimila siano magistrati © giudici, quat- tromila portieri © quattromila lo- dino il Signore con tutti gli stru- menti inventati da me per lo- darlo » (1 Cr. 23, 25) Celebrare il Signore nella lo- de ® sintonizzare la nostra fede con la vita dei nostri fratelli che vivono gi nella gloria ¢ che in. nalzano un cantico nuovo « A Colui che siede sul trono e al- VAgnello» (Ap. 5,13).

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