You are on page 1of 8

RELAZIONE GITA SCHILPARIO - ASPETTO STORICO

LA VIA MALA
Il nome Via Mala identifica un tratto della strada daccesso alla valle di Scalve. completamente scolpita nelle pareti
rocciose e si affaccia sul fiume Dezzo, passando tra insenature e orridi, permettendo di apprezzare molto da vicino e con
chiarezza diverse forme geologiche.
La Via Mala una tra le arterie montane pi panoramiche e spettacolari dEuropa: Questa strada attraversa vari comuni di
brescia e bergamo, tra cui Schilpario, e si pu anche considerare un "ingresso" per il parco delle Orobie.
La strada stata costruita nel 1861 ed caratterizzata da due elementi principali: lubicazione e la modalit costruttiva. Il
tracciato stradale stato portato a termine nel 1864, rappresentava la nuova e pi moderna alternativa al precedente sentiero,
largo appena 80 cm. La Valle di Scalve una ricca zona mineraria. Questo luogo era noto anche ai romani, che si insediarono
per l'attivit estrattiva.
La roccia formata soprattutto da calcare, che una roccia sedimentaria: gli strati di roccia si sono formati sul fondo del mare
per la sedimentazione lenta ma inesorabile di fanghi, avvenuta 210 milioni di anni fa, nel Triassico.
CASA CANTONIERA SULLA VIA MALA
Le case cantoniere sono degli immobili, di propriet demaniale e gestiti dall'ANAS, caratterizzati dal tipico colore rosso
pompeiano. Prendono il nome dai "cantonieri", gli operai addetti alla manutenzione delle strade, che per esigenze di servizio,
avevano necessit di alloggiare sul luogo di lavoro. L'ANAS (acronimo che originariamente indicava Azienda Nazionale
Autonoma delle Strade) una societ per azioni italiana, avente per unico socio il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Essa gestisce la rete stradale ed autostradale italiana, sotto la vigilanza tecnica e operativa del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti.

MINIERA
La Val di Scalve era conosciuta fin dal tempo dei Romani per i suoi giacimenti di minerali ( rame ma soprattutto ferro ),
considerati una notevole fonte di reddito, in alternativa al taglio di legname, alla pastorizia e alla scarsa agricoltura. L'uomo ha

praticato per secoli l'antica tradizione mineraria improntando la propria storia, cultura ed economia sullattivit estrattiva del
ferro.
Le miniere di ferro, che hanno per lungo tempo occupato un posto rilevante nelleconomia della Valle di Scalve, sono state
definitivamente abbandonate nel 1972.
Lelemento pi singolare e caratterizzante costituito dal fatto che sempre stato favorito il ciclo integrale: dalla estrazione del
minerale, alla sua lavorazione, fino alla produzione di utensili o di armi, come avveniva ai tempi della dominazione veneta, a
cui si deve limpulso di questo tipo di organizzazione dellindustria mineraria . Prima di allora infatti l'escavazione del minerale
nelle miniere avveniva con metodi arcaici ed empirici.
Durante la dominazione della Repubblica di Venezia fu introdotta in valle la polvere nera o da mina. L'uso di questa polvere
increment notevolmente la quantit di minerale estratto dalle miniere.
Sempre in questo periodo erano contemporaneamente attivi ben cinque forni fusori. Di questi purtroppo non ne rimane pi
alcuna traccia. Una parte della ghisa prodotta, una lega del ferro con il carbone, veniva sottoposta al processo di riduzione
nelle numerose fucine nelle quali esperti artigiani forgiavano zappe, badili, scuri, picconi, chiodi e tutti gli attrezzi necessari per
lattivit mineraria, ma pare anche armature militari per committenti veneti.
Con la rivoluzione industriale divent impraticabile il ciclo integrale e quindi la produzione di manufatti perse importanza, ma
continu , accanto allestrazione, la produzione della ghisa.
Le condizioni di vita e di lavoro dei minatori rimasero pressoch invariate, almeno fino allavvento delle "Societ" ( la Falck,
Breda ), che subentrarono alla fine degli anni trenta ai consorzi di piccoli proprietari e che introdussero tecnologie moderne e
cambiamenti decisivi nelle condizioni lavorative. Vi fu in effetti una rivoluzione che intensific la produzione mineraria, i
processi di escavazione e di lavorazione del minerale.
A partire dagli anni '50, lo sfruttamento di tutte le miniere italiane, ed in particolare di quelle lombarde, sub una repentina crisi,
dovuta soprattutto alla concorrenza dei mercati esteri. Dagli enormi giacimenti a cielo aperto di regioni d'oltremare, il minerale
veniva portato in Europa a prezzi concorrenziali, tali da rendere antieconomica l'estrazione locale. Negli anni '70 quindi cess
definitivamente la secolare e prevalente attivit degli abitanti della Val di Scalve: alcuni di essi furono costretti ad una forzata
emigrazione; altri, con tenace intraprendenza attuarono una graduale "riconversione" produttiva: attualmente, in alcune
pertinenze minerarie sono localizzate fiorenti attivit industriali. Nel 1997, dopo anni di abbandono, stata costituita la
Cooperativa SKI MINE di Schilpario con lo scopo di rivalutare e trasmettere alle future generazioni la storia e la cultura
mineraria della Valle di Scalve, realizzando un percorso museale all'interno del sotterraneo della miniera Berbera.
I minerali pi diffusi dai quali si estrae il ferro sono: lematite ( Fe2O3 ), la siderite ( FeCO3), la pirite ( FeS2 ).

Definizione di alcuni termini relativi alla visita alla miniera:


-polvere nera o pirica: La polvere nera, o polvere pirica, un tipo di polvere da sparo che brucia in maniera progressiva alla
velocit di circa 3000 km/h, usata in passato (prima del 1890) come propellente per le armi da fuoco, ma anche molto usata in
pirotecnica per le cariche di lancio e di scoppio. Avendo un basso potere dirompente considerato un esplosivo relativamente
poco pericoloso.
La composizione ottimale della polvere nera costituita da (percentuali in massa):
- Nitrato di potassio nella proporzione del 74,65%
- Carbone di legno nella proporzione del 13,50%
- - Zolfo nella proporzione dell'11,85%
- dinamite: Si tratta di un preparato destinato a causare un'esplosione, considerato pi sicuro (poich pi stabile) degli altri
esplosivi in uso all'epoca della sua scoperta. Nel tempo, per , si riscontr un'elevata probabilit di rilascio della nitroglicerina,
che riassumeva la forma liquida e ripresentava quindi i detti problemi di pericolosit: infatti, se la dinamite veniva esposta a
basse temperature, la nitroglicerina fuoriusciva, dato che si dilatava con il freddo (come l'acqua), e, fuoriuscendo dai candelotti
di dinamite, creava gravi problemi nel trasporto a causa di accidentali esplosioni, data la sua elevata sensibilit. Presentatosi
quindi questo problema, lo studio si volse alla ricerca di altri prodotti esplosivi pi stabili.

- lampada ad acetilene: La lampada a carburo o ad acetilene un tipo di lampada che stata utilizzata nel passato
principalmente dai minatori, ed attualmente utilizzata dagli speleologi all'interno di grotte e miniere, anche se oggi stata
quasi completamente sostituita dall'illuminazione elettrica a LED, pi pratica e meno inquinante.
Fu inventata intorno al 1900 e costitu un'innovazione importante poich forniva molta pi luce delle lampade a petrolio o delle
lucerne. In passato ne sono state prodotte versioni adatte all'uso domestico, ed altre utilizzate come fanali per l'illuminazione
dei veicoli. La lampada utilizza come combustibile l'acetilene, un gas pi leggero dell'aria (formula chimica C2H2), prodotto
dalla reazione chimica generata dal contatto dell'acqua con il carburo di calcio (formula chimica CaC2). Questo tipo di
lampada ha sostituito in passato nell'uso minerario le precedenti a olio per la sua praticit di utilizzo, per la chiarezza della

luce generata dalla fiamma dell'acetilene e per il basso costo del carburo di calcio, che si ottiene a partire dal carbonato di
calcio, attraverso un passaggio intermedio in ossido di calcio.

- ghisa e acciaio: La Ghisa una lega ferro-carbonio, contenente anche altri elementi, come silicio, manganese, zolfo, fosforo,
in percentuali varie, caratterizzata da un tenore di carbonio compreso fra l'1,9% e il 5,5%. Le leghe ferro-carbonio contenenti
una quantit di carbonio inferiore all'1,9% costituiscono i diversi tipi di acciaio.
La ghisa che si ottiene direttamente nell'altoforno dai minerali di ferro, tramite processi detti siderurgici, detta ghisa
d'altoforno oppure ghisa di prima fusione, ghisa madre, ghisa greggia e viene prevalentemente usata per produrre, mediante
affinazione, i diversi tipi di acciaio. Solo in parte viene rifusa, sia direttamente sia dopo sottrazione o aggiunta di altri elementi
come silicio, manganese, zolfo, fosforo insieme a rottami di acciaio e ghisa, e colata in stampi, per produrre getti destinati
all'industria metalmeccanica.
L'Acciaio una lega di ferro e carbonio che contiene una percentuale di carbonio inferiore al 2% e pi piccole quantit di altri
elementi come il silicio, il manganese, lo zolfo e il fosforo. Le materie prime per la produzione dell'acciaio sono:
- la ghisa greggia, proveniente dall'altoforno, che viene affinata (riduzione della percentuale del carbonio e delle impurit) e che
la materia prima principale;
- il rottame di ferro, derivato da recuperi civili e industriali
- le ferroleghe, che sono leghe di ferro particolari, che non hanno impiego autonomo ma vengono appunto preparate per essere
usate nella produzione di acciai e ghise speciali; contengono una percentuale di carbonio generalmente molto bassa (dallo
0,1% all'1%), con massiccia presenza (che pu superare l'80%) di altri elementi come silicio, manganese, cromo, nichel,
cobalto ecc... che vengono aggiunte agli acciai per migliorarne le caratteristiche.

- torrefazione del metallo: un processo per ossidare i minerali, eliminare leccessiva umidit e gli elementi volatili nocivi,
come zolfo e arsenico.
- Pojat: La pojat una carbonaia, questa era una tecnica molto usata in passato in gran parte del territorio alpino, subalpino e
appenninico, per trasformare la legna, preferibilmente di faggio, ma anche di abete, larice, frassino, castagno, cerro, pino e
pino mugo, in carbone.

Nonostante questa tecnica abbia subito piccoli cambiamenti nel corso dei secoli, la carbonaia ha sempre mantenuto una
forma di montagnola conica, formata da un camino centrale e altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il
tiraggio dell'aria. Il procedimento di produzione del carbone sfrutta una combustione imperfetta del legno, che avviene in
condizioni di scarsa ossigenazione.

- forno fusore: il forno fusore ha la funzione di fornire alla carica, la quantit di calore necessaria per fondere o surriscaldare un
metallo, al fine di renderlo abbastanza fluido e scorrevole per poi formarlo.
- maglio: Il maglio un dispositivo meccanico per lavorazioni di fucinatura o stampaggio che deforma plasticamente un pezzo
sotto l'azione di una pressione.
LA VAL SERIANA
I insediamenti in Val Seriana risalgono al VII millennio a.C., quando l'uomo inizia a stanziarsi anche nelle zone di alta quota
precedentemente inaccessibili a causa delle glaciazioni. Le presenze umane aumentano nel III millennio a.C. durante la
cosiddetta et del rame quando l'uomo vive in grotte e ripari presenti ancora oggi sul territorio; ne sono esempio le grotte ad
Aviatico il "Bus de la Scabla" e "Corna Altezza".
La Val Seriana, in base all'orografia del territorio, pu essere divisa in tre zone. La prima, pi a nord, presenta i caratteri alpini;
la zona intermedia caratterizzata da estesi pianori; la parte finale si distingue per la presenza di un ampio territorio limitato
da morbidi fianchi.
Le cittadine di Nembro, Albino e Alzano Lombardo sono i centri principali della bassa valle.
Dopo una quindicina di chilometri troviamo la Val Gandino, polo turistico, industriale e artistico da secoli. Menzione particolare
merita Selvino che si trova sull'altopiano che separa le valli Seriana e Brembana.
Prima di giungere in Alta Val Seriana, sulla sinistra vi la Val del Riso, sede in passato di miniere di zinco.
Dell'Alta Val Seriana nucleo principale Clusone, che si trova a un'altitudine di 650 m sul livello del mare.
Altri paesi: Gromo, con il suo borgo medioevale; Valcanale, da dove partono molti dei sentieri per le Orobie; Valbondione che
offre la possibilit di vedere le cascate del Serio, le seconde cascate pi alte in Europa, con un tuffo di 315 m.
Infine abbiamo, tra gli altri, i paesi montani di Castione della Presolana e Onore.
La valle si pu percorrere grazie alla strada provinciale che collega Bergamo e Valbondione (lunghezza: 55 km).

Tra le componenti pi caratteristiche del paesaggio naturale si ritrovano le aree naturalistiche e faunistiche come la catena
delle Alpi Orobie, il pizzo della Presolana (confine naturale tra la Val Seriana e la Valle di Scalve), il pizzo Formico che
troneggia sulla cittadina di Clusone e la Val Vertova.
Ad arricchire il gi articolato paesaggio naturale, vi sono elementi storico-culturali di grande interesse come sentieri di
montagna e mulattiere, sedimi di ex ferrovie locali, ville e residenze nobiliari, miniere e cave, centrali elettriche e santuari
religiosi isolati.
Tra i centri storico-artistici pi noti vanno certamente citati Clusone, per i suoi antichi e prestigiosi affreschi, Ardesio, Gromo,
Vertova e Oneta.
Precedentemente l'economia della valle si basava sull'agricoltura. Le colture pi diffuse erano quelle del castagno (eccettuata
l'Alta Valle), del granturco e della patata (soprattutto a Selvino e Rovetta). Era importante anche l'allevamento di bovini, caprini
e ovini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l'agricoltura si ridimension lasciando spazio all'industria. Le principali attivit
manifatturiere della valle hanno storicamente gravitato attorno al comparto dell'industria tessile, meccanotessile e della
chimica delle fibre tessili; anche la valle stata soggetta ad un ridimensionamento delle proprie attivit industriali durante gli
anni ottanta.
PASSO E PIZZO DELLA PRESOLANA
Il passo della Presolana un valico alpino delle Prealpi Bergamasche, in provincia di Bergamo, che unisce la val Borlezza e la
valle Seriana alla valle di Scalve.
Nel punto pi elevato raggiunge una quota di 1 297 m s.l.m. ed situato fra il massiccio della Presolana a nord e il monte
Scanap a sud.
Origine del nome:
Il passo della Presolana prende il nome dal massiccio montuoso che lo sovrasta, ovvero il massiccio della Presolana.
Curiosit:
La zona posta presso il valico , ai giorni nostri, caratterizzata dalla presenza di frequentate strutture turistiche e di una
stazione sciistica. Nelle vicinanze del passo si trova il "Salto degli Sposi", famoso dirupo che ha preso il nome dall'azione
"suicida" dei due sposi polacchi Massimiliano Prihoda e Anna Stareat trovati morti ai piedi dell'alto dirupo che insieme
amavano frequentare.

Comuni di appartenenza:
Il passo compreso nei territori dei comuni di Castione della Presolana, Colere e Angolo Terme, quest'ultimo appartenente
alla provincia di Brescia.
Utilizzo ed importanza del passo:
Il passo della Presolana venne percorso e valicato gi nel Neolitico, come testimoniato dai ritrovamenti risalenti all'Et del
Rame ed all'Et del Ferro non molto lontani da esso, perch situato in una zona molto ricca in ambito minerario.
Il passo della Presolana particolarmente importante perch rappresenta il passaggio pi agevole tra due delle principali valli
bergamasche, la Valle Seriana ed la Valle di Scalve e perch ha permesso il passaggio ed il trasporto di beni e, soprattutto,
prodotti dell'attivit mineraria.
La Presolana un massiccio montuoso delle Prealpi Bergamasche che raggiunge un'altitudine massima di 2.521 m s.l.m. e
chiamata Regina delle Orobie.
Comuni di appartenenza:
situato completamente in provincia di Bergamo, fra la Val Seriana (spartito tra i comuni di Castione della Presolana, Rovetta
e Oltressenda Alta) e la Valle di Scalve (spartito tra i comuni di Colere e Vilminore di Scalve).
Origine del nome:
Numerose sono le versioni che vorrebbero fornire il nome di questa montagna, e molte hanno uno sfondo leggendario. La pi
suggestiva deriverebbe dall'espressione latina Presa-Alana, con riferimento ad una battaglia che vide la sconfitta del popolo
degli Alani ad opera dei Romani proprio in quella zona. Si dice che fu un'immensa carneficina, tanto che alla valle in cui
accaddero questi scontri venne cambiato nome in Calve (attualmente Valle di Scalve) a causa "della calvarie d'ossa spolpate
avanzate al grande macello".
Sempre secondo la leggenda si dice che, nelle notti di tempesta, gli spiriti degli Alani vaghino ancora tra le rocce di questa
montagna.
Altre leggende vedono coinvolti folletti, spiriti e splendide fanciulle ed il sovrano germanico Carlo Magno che si dice sconfisse
un re locale di nome Alano.
Nonostante tutte le dicerie, la versione pi credibile resta quella pi recente, secondo la quale il nome Presolana deriverebbe
dal dialetto praizzla (in italiano praticciolo) per via dei piccoli prati presenti sulle pendici del monte.
Altre informazioni:

Fin dalla met dell'Ottocento il massiccio ha attratto alcuni dei pi importanti nomi dell'alpinismo, come Carlo Medici,
Federico Frizzoni ed Antonio Cur .
Situato a met cammino tra la Pianura Padana e le Alpi Retiche occidentali, il Pizzo della Presolana un imponente blocco
calcareo che presenta alcuni dei pi ricchi giacimenti minerari e fossili delle Alpi, scoperti ed utilizzati gi in epoche antiche.
Le cime principali del massiccio vanno a formare una catena che va da ovest ad est che comprende la Presolana di Castione,
la Presolana Occidentale (la vetta pi elevata), la Presolana del Prato, la Presolana Centrale, la Presolana Orientale ed il
monte Visolo.
Il versante meridionale del massiccio particolarmente dolce ed adatto al pascolo delle greggi e delle mandrie, mentre quello
settentrionale, ovvero quello che sovrasta l'abitato di Colere, molto verticale, ideale per i percorsi di arrampicata.
Curiosit:
La Presolana molto probabilmente la montagna pi importante della regione di Bergamo nonostante non sia la pi elevata (il
primato spetta al Pizzo Coca con 3050 metri) e la pi difficile da scalare.
Il motivo di questa particolarit legato alle numerose vie di arrampicata che sono presenti sul versante nord del massiccio
(alcune molto difficili) ed alla relativamente bassa quota che ne permettono l'accesso anche in stagione non buonissima.
La Presolana, insomma, una delle zone sciistiche e montane pi attrezzate, e quindi apprezzate, della bergamasca.

You might also like