Nel fascicolo del 15 dicembre, 1933, della rivista Psychica , l'articolo di fondo dovuto a Raoul Montandon ed intitolato: Le contrazioni muscolari inconsce e il movimento della bacchetta . In esso il chiaro Autore prende in considerazione un problema di notevole importanza per gli studi sulla rabdomanzia (o radiestesia, come oggi si preferisce chiamarla). Il Montandon nota anzitutto il grande sviluppo che tali studi hanno assunto ormai ovunque, e se ne rallegra. Constata per che il problema teorico della radiestesia ben lungi dall'essere risolto. Se si confrontano i fatti osservati e le ipotesi esplicative formulate sino al giorno d'oggi, si urta ben presto in contraddizioni irriducibili, e si constata che una certa spiegazione, valevole per un certo numero di casi, resta del tutto inoperante per altri, stabiliti con non meno rigore. Una di queste contraddizioni si riferisce al movimento della bacchetta o del pendolo rabdomantico durante le esperienze. La spiegazione ((classica)) di tale movimento fu data primamente dal Chevreul, e accettata dall'Acadmie des Sciences e da studiosi del valore del Barrett e del Richet: si tratterebbe di movimenti muscolari inconsci trasmessi dal rabdomante alla bacchetta o al pendolo. N bacchetta n pendolo, quindi, avrebbero la bench minima propriet di muoversi spontaneamente; essi non sarebbero se non amplificatori dei movimenti inconsci delle mani del soggetto in esperimento. Ricordiamo che a questa tesi hanno aderito, anche in scritti recenti, l'Osty, il Vesme, ecc. Senonch il Montandon fa notare giustamente che il Richet stesso, nel suo Trait, riporta una curiosa osservazione del P. Lemoine: che cio quando s'introducono le due estremit della bacchetta in una specie di astuccio che vien tenuto tra le palme della mano, la bacchetta gira nell'astuccio. In tal caso dove vanno a finire, si chiede il Montandon, i movimenti muscolari incoscienti, dato che non v' pi contatto tra i muscoli della mano e la bacchetta? Il Montandon riporta poi, a conforto della sua tesi, interessanti osservazioni non molto note. La prima tratta dal n. 2, 1932, della Revue Mtapsychique . Il relatore, Jean Tenaille, ricorda che con un rabdomante, da lui conosciuto nel Canad, la bacchetta girava nonostante ogni sforzo contrario compiuto sia dal soggetto
dell'esperienza, sia dallo stesso Tenaille. Il rabdomante usava un
legno forcuto di cui teneva le estremit serrate fra le mani. Il Tenaille chiuse le mani del soggetto tra le sue, e strinse con tutte le sue forze. A un certo punto, egli scrive, con nostro profondo stupore la forca riusc a risalire: il legno aveva girato all'interno della scorza, la cui aderenza con le nostre mani era rimasta totale. Fatti analoghi sono stati riferiti dall'ing. E. K. Miller, il noto studioso zurighese del fluido umano , dal Dr. Jules Regnault, ecc.; in alcuni dei casi riportati dal Muller e dal Regnault (trascritti dal Montandon) la bacchetta fin con lo spezzarsi, vincendo in tal modo la resistenza muscolare del rabdomante. In certi casi, secondo il Regnault, la bacchetta, fatta di balena o di altra sostanza molto elastica, sfugge dalle mani dell'operatore e salta a una distanza di due o tre metri da lui. Da tali fenomeni il Montandon si sente autorizzato a concludere: 1) che la bacchetta pu girare senza che i muscoli della mano siano con essa in contatto; 2) che la forza X che in giuoco pu raggiungere un'altissima potenza. Entrambe queste conclusioni sono del tutto contrastanti, come si vede, con la tesi del Chevreul. Passando ad esaminare il caso del pendolo , il Montandon riporta attestati del tutto conformi. Il Bosser, dell'Universit di Losanna, ottiene spesso con i suoi pendoli movimenti di una velocit superiore alle possibilit muscolari umane: il cono formato dal filo si appiattisce sino a non formare pi che una sorta di cerchio avente come centro l'incontro del pollice e dell'indice. Avvolgendo il filo con della stoffa pesante, e rivestendo con un grosso guanto la mano dello sperimentatore, il risultato rimane il medesimo. Il Montandon ribadisce quindi la sua convinzione, che l'ipotesi di Chevreul, cio, non sia applicabile a tutti i casi. E stabilisce giustamente un parallelo con ci che avviene nelle esperienze compiute a mezzo del tavolino medianico. Anche in questo caso si possono invocare i movimenti muscolari inconsci : ma fino a un certo punto, ossia sino a tanto che le mani degli sperimentatori sono in contatto con la tavola. Quando le mani son distaccate da questa, o anche quando il mobile pesantissimo o quando si rompe - come talvolta avvenuto - in mille pezzi, la spiegazione non basta pi e occorre rivolgersi ad altre interpretazioni. La forza che agisce nei fenomeni di telecinesi, al pari di quella che in giuoco nelle esperienze rabdomantiche del genere di quelle citate, ha dunque le caratteristiche seguenti: a) si esercita al di fuori dell'azione
muscolare diretta; b) non si trova in alcun rapporto proporzionale
con le piccole contrazioni muscolari. Il Montandon conclude riservandosi di tornare, in altra occasione, sulla natura di questa forza. Comunque, egli scrive, l'ipotesi delle ,contrazioni muscolari inconsce un'ipotesi oggi giorno sorpassata, da mettere risolutamente da parte, e da sostituire mediante una spiegazione che stringa pi da presso la realt e che tenga conto, d'altro canto, dei progressi straordinari compiuti nel campo delle scienze psichiche dopo l'inchiesta condotta dall'Acadmie des Sciences . Emilio Servadio