MOLTIPLICHIAMO

la nostra voce
bollettino elettronico di informazione del Sindacato dei Marittimi
www.sindacatomarittimi.eu Numero 3 - Anno I - Novembre 2007

Dott. Coccia, ci spieghi... U.S. Merchant Academy

L’Europa chiede e Questa sì che è un’accademia!
il dottor Coccia risponde. Un esempio del modo in cui negli
Restano però aperti Stati Uniti preparano i giovani per la
ancora numerosi interrogativi. futura carriera in mare

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Analisi di una crisi

EDITORIALE
Ormai man mano che passa il tempo si co-
mincia a delineare sempre di più quale sia
la strada che l’Unione Europea vuole pren- La mancanza di Ufficiali è un fattore che sembra investire tutta la marineria euro-
dere per rilanciare e tutelare la marineria pea. E’ la fine di una vocazione?
della Comunità. Speriamo che da ora in
avanti non assisteremo e non venga ampli-
ficata la risposta “lo chiede l’Europa” per
mascherare manovre nocive nei confronti
del settore marittimo, e che hanno unico
scopo dare profitti agli armatori. Speriamo
che lo Stato anche si attenga alle future
direttive ma soprattutto metta mano per
risolvere situazioni già create in contrasto
già ora con l’idea europea.
In poche parole non dicessero che l’Europa
ha chiesto all’Italia di investire nel futuro
a Manila. Lo scenario pero che si sta ma-
nifestando ci darà la possibilità di denun-
ciare future decisioni lesive nei confronti
della nostra categoria, ed impedire magari
Anni fa Grillo fece una battuta sull’acqua mine- Questo per dire che quello che sta accadendo
il dare agevolazioni non meritate agli ar-
rale, che diceva in poche parole come l’Italia nel nostro settore è quasi la stessa cosa, con un
matori. Tutti sapete che i nostri armatori
del Nord beveva acqua minerale del Sud e vice- unica differenza il nostro salario diminuisce.
stanno chiedendo, sfruttando anche l’Acca-
versa, così che l’unico risultato era avere tir che Spieghiamo bene. In tutta Europa si parla di
demia, l’attuazione delle agevolazioni che
andavano su e giù per la penisola e l’acqua au- mancanza di Ufficiali, tanto da parlare di crisi.
derivano dalla Tonnage Tax. Ora se questo
mentasse di prezzo. A nessuno dei due manca-
dovesse accadere sarà legittimo informare
va l’acqua in bottiglia, ma se la scambiavano. continua a pag. 2
la Commissione Europea su questa vicen-
da e chiedere un intervento. Non si può
agevolare chi investe per il futuro della
marineria a Manila, invece che in Italia o
massimo Europa. Non dimenticando poi
Accademia Italiana della Marina Mercantile:
che il 90% della colpa di questa situazione
è proprio degli armatori, che non solo han-
due piedi in una scarpa...
no prima generato il danno, ma ora chie-
Un genitore ci ha mandato un documento, che riporta l’intervento del Presidente dell’Ac-
dono agevolazioni per risolverlo. Si potrà
cademia del Mare E. Massolo, fatto nella seduta della Commissione VII Cultura, Scienza
intervenire anche sull’argomento Comitato
e Istruzione del 25/07/2007.
Welfare se questo non farà il suo lavoro e
Ci ha sottolineato, o meglio evidenziato delle parti, ponendoci delle domande e manife-
se non servirà. Non dimentichiamo che una
stando un senso di disagio verso queste persone, che non fanno una dichiarazione univo-
parte del Comitato è la stessa che blocca le
ca, ma cambiano le idee e mostrano fatti reali opposti a quanto dichiarano.
informazioni ai marittimi. Si stanno apren-
Questo genitore parte dalla ormai famosa Accademia Italiana a Manila, dove parteci-
do nuovi scenari e dovremmo sfruttarli al
pano anche Enti dello Stato (RINA, IPSEMA ect). Ovviamente questi genitori e ragazzi si
meglio. E’ ovvio che CGIL-CISL-UIL anche in
sentono non solo abbandonati, ma derisi e presi in giro.
contesto europea hanno la loro importan-
Nel documento questa persona ha evidenziato parti del discorso del Presidente Massolo
za, ma a differenza che in Italia non sono
(segnalandoci il suo passato da sindacalista, anche se noi non sappiamo nulla di que-
predominanti.
sta sua passata attività, ndr). E’ importante questa cosa, non tanto perchè ci segnala e
E’ ora di muoversi colleghi. Dovete finirla
illustra che il SDM ha delle ragioni, ma perchè anche i genitori dei ragazzi del nautico
di temere gli armatori e dare un segno di
iniziano a voler capire cosa sta accadendo e accadrà ai loro giovani.
reazione. Contiuate ad aderire al nostro
progetto.
2 MOLTIPLICHIAMO
continua da pag. 1
Tutti hanno dato varie motivazioni ma pochi
hanno detto di chi esattamente è la colpa, la
responsabilità di questa situazione. La risposta
è semplice, gli armatori, ma tutti fanno finta in-
vece che sono finite le vocazioni, in tutti i pae-
si, nello stesso tempo e senza motivo. E’ ovvio
che la scusa non regge più.
Allora cosa fare? Bene gli armatori che dovreb-
bero essere severamente puniti per quello cha
hanno fatto, grazie al buonismo che ci con-
traddistingue chiedono agevolazioni a destra e
manca e investono in paesi terzi, come le Fi-
lippine. Ci dicono che i filippini si sono distinti
per bravura a bordo delle navi (no che costano
poco, ndr) e che quindi occorre affidare a loro
il futuro della marineria italiana, anzi europea.
Ma nel resto del mondo cosa accade? Strano
ma vero, in tutte le Nazioni comprese quelle
dei paesi meno sviluppati mancano marittimi.
In poche parole i nostri armatori cercano ex-
tracomunitari, e nei paesi di questi i governi
segnalano lo stesso problema dell’Europa. I
marittimi si sono estinti.
In poche parole siamo diventati come quelle
bottiglie d’acqua. Tra non molto i filippini ver-
ranno in Italia e noi andremo magari in paesi
Indonesiani a cercare imbarchi. Ma allora il
problema dov’è? E’ il costo del lavoro, ci stan-
no facendo scomparire per dare lavoro a per-
sonale extracomunitario che costa di meno.
Quanto denaro occorre per aprire una Accade-
mia, con simulatori, professori ect? Non poco.
Allora già questo indica, visto che CONFITAR-
MA non è una onlus e ne tanto meno lo è lo
Stato, che rientreranno di tutti i soldi investiti,
come minimo.
Ma in tutto il mondo gli Stati fanno quello che
fa l’Italia, cioè investire in paesi extracomuni-
tari e affidare il futuro della nostra marineria a
personale estero? No. Ad esempio in America
stanno provvedendo ad obbligare gli armatori
ad investire nei loro giovani, a rilanciare la loro
marineria, stanno in poche parole rispettando i
propri cittadini e difendendo la loro tradizione
ma soprattutto i loro posti di lavoro.
Solo per farvi capire, stanno segnalando man-
canza di ufficiali e marittimi paesi come Nige-
ria, India, Viet Nam.
Abbiamo letto ultimamente una dichiarazione
del Dott. Parlato che afferma che i giovani non
ANALISI DI UNA CRISI
vogliono più navigare, ma perché non dice an-
che il motivo?
Dice che questo lavoro lo vogliono fare solo gli
extracomunitari, un po come i lavapiatti, eppu-
re non crediamo affatto che un giovane con-
fonda un marittimo con un lavapiatti.
Il problema è più in fondo. Chi fa e ha fatto il
nautico Dott. Parlato non riesce a trovare im-
barco E’ solo questa la verità.
Questa estate abbiamo chiamato noi la Igna-
zio Messina che aveva dichiarato che soffriva
nel dover imbarcare stranieri. La sa la risposta
del loro ufficio armamento? Imbarchiamo solo
cadetti dell’Accademia. E allora Dott. Parlato ci
dica questi giovani se non entrano in questa
benedetta Accademia, non trovano imbarco
cosa devono fare? Andare a Manila o in Vie-
tnam?
Inoltre credete che ora le vocazioni in Italia au-
menteranno quando i ragazzi sapranno che lo
Stato, gli armatori investono nei giovani filippi-
ni e non in loro? Ma come si sentono i genitori
di questi ragazzi che magari stanno facendo
sacrifici per far studiare i loro giovani?
L’IPSEMA fa parte del Comitato Welfare. Noi
riteniamo che umanizzare il nostro settore ri-
porterebbe i giovani in mare. Rivalutando la
figura del marittimo riporterà i giovani verso
questo mestiere.
Non possiamo votare, la qualità della vita a
bordo materiale, sociale ect è a livelli scarsissi-
mi, lo stipendio non è straordinario come dice
Confitarma e comunque non è su 12 mensilità.
Non siamo riconosciuti come lavoro usurante.
I contratti attuali non garantiscono un futuro ai
marittimi. Non possiamo chiedere un mutuo o
un prestito ( a volte li danno le stesse compa-
gnie e capirà bene cosa comporta). Allora se
prima non mettiamo mano a queste cose i gio-
vani non tornano in mare, e quindi si prendo-
no persone che vivono in posti poveri perchè
accettano tutto questo. Prima erano i rumeni,
oggi sono i filippini i quali però cominciano a
svegliarsi. Fanno sciopero contro i corsi STCW.
E allora dove la prossima Accademia?
Ormai è comodo dare sempre la colpa ai gio-
vani, lo ha fatto anche il Ministro Schioppa, ma
cerchiamo di capire il problema e non giustifi-
carlo per poi fare scelte comode. Se il denaro
investito a Manila fosse stato utilizzato in Italia,
se la politica cominciasse a tenere in conside-
razione i marittimi le vocazioni (termine che a
la nostra voce
noi non piace molto) aumenterebbero.
I giovani ci contattano, ci chiedono come acce-
dere a questo mestiere. Abbiamo dovuto fare
un’area a loro dedicata dove hanno un vade-
mecum e il filmato prodotto dalla Commissio-
ne Europea che non vuole investire nei filippi-
ni, ma vuole rilanciare i marittimi europei.
Quello che lo Stato sta facendo con gli armato-
ri tamponerà il problema per poco tempo, ed
è solamente la strada più breve. I giovani con-
tinueranno ad allontanarsi perché allontanati.
I filippini arrivati al loro obiettivo lasceranno il
lavoro in mare per investire nel loro paese a
terra, come già fanno.
Voi ne parlate statisticamente, attraverso nu-
meri, noi ci lavoriamo insieme ci parliamo. Lo
sa che loro ci gabbano, facendoci notare come
noi dopo 10 anni di navigazione non abbiamo
nulla e loro hanno case e negozi dopo 5 anni.
Lo sa che a loro della carriera non interessa
nulla. Un 3° ufficiale indiano a bordo ci raccon-
tava che a casa aveva l’auto con l’autista, che
dopo 6 anni avrebbe avuto i soldi per aprire
una attività a terra e che quello era il suo obiet-
tivo e non diventare un Master. Potete dire a
tutto il mondo che state facendo la cosa giu-
sta, ma non pretendete che a credervi siamo
proprio noi marittimi che sulle navi ci passiamo
la vita e conosciamo bene la nostra realtà. Il
vostro vantaggio è che i marittimi per la socie-
tà sono invisibili e per tanto potete raccontare
una realtà comoda ma non vera. Nostro com-
pito oggi è invece farla conoscere a tutti. È già
molto importante l’avvicinamento dei genitori
dei ragazzi del nautico, perché vuol dire che
prendono coscienza della reale situazione. La
domanda è, a voi sono vicini? Noi non credia-
mo, ed è per questo che le vocazioni diminui-
scono sempre di più. Invece che conquistarle
le allontanate.
Sia lo Stato che gli armatori dovranno prendersi
le proprie responsabilità, perché non permet-
teremo che avvenga quello a cui abbiamo già
assistito. Si sta premiando un armamento che
ha distrutto in poco più di 30 anni la tradizione
marinara italiana, come se loro non avessero
colpe e responsabilità, e addirittura si punisco-
no le future generazioni e si colpevolizza la ge-
nerazione che ha subito il blocco dell’ingresso
nel mondo del lavoro marittimo, accusandola
di poca passione e vocazione.
Questo è INACCETTABILE.
MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce
a cura dell’Ufficio Stampa del Sindacato dei Marittimi
Direttore responsabile
Mauro Marino
Il presente bollettino elettronico di informazione
del Sindacato dei Marittimi è diffuso gratuita-
mente via internet attraverso le pagine del sito
www.sindacatomarittimi.eu.
Pubblicato in data 13/11/07
 MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce
ACCADEMIA ITALIANA DELLA MARINA MERCANTILE: DUE PIEDI IN UNA SCARPA
continua da pag. 1
Prima di tutto questo genitore ci domanda per-
chè l’Accademia del Mare non ha contatti con
il SDM. Diciamo non ha contatti ma ci legge.
Noi crediamo che contatti con noi non posso-
no esserci perchè all’interno della Accademia
stessa ci sono i tre sindacati confederali, per-
tanto non vogliono già solo per questa stupida
ragione parlare con noi. Se Lei ci segue, sa che
più volte abbiamo chiesto a questa Accademia
più autonomia, ma capirà che la cosa è diffici-
le. Non crediamo come dice Lei che sia il pas-
sato da sindacalista del Presidente Massolo la
ragione di questo distacco, ma semplicemente
accordi su cui questa Accademia si regge, e
aggiungeremmo in bilico. Altrimenti l’essere
un cartellone pubblicitario di Confitarma non
avrebbe spiegazione.
Poi passa al nostro forum, dove vi è un cadetto
di questa Accademia che non ne parla bene. Si
è vero, ma ricordi che noi del SDM non siamo
contro l’Accademia, non ne vogliamo la chiu-
sura, ma una regolamentazione . Se legge la
nostra proposta vede come si possa salvagu-
radare tutto, la domanda è perchè gli altri non
vogliono. Ed è qui che ha ragione Lei, quando
sostiene che queste persone vogliono stare con
due piedi in una scarpa, e che parlano soste-
nendo una tesi invece che un altra, a seconda
di dove si trovano. Allora vediamo di analizzare
quel documento da Lei inviatoci.
Lei ha evidenziato “La flotta mercantile italiana
è in costante crescita e ammodernamento......
che l’offerta di diplomati nautici non riesce
asoddisfare completamente, anche perché la
maggior parte di essi sceglie, al termine de-
gli studi superiori, di non navigare, perdendo
l’occasione di un’occupazione certa e qualifica-
ta e di un’importante carriera prima a bordo
delle navi e poi nel vasto e articolato settore
del cluster marittimo.” E’ SOLO UNA SCUSA, la
realtà è che gli armatori non imbarcano allievi.
C’è da dire una cosa che il Dott. Massolo non
dice, e cioè che non solo gli armatori non im-
barcano, ma i nostri giovani per chiedere un
imbarco devono fare prima dei corsi obligatori
che hanno un certo costo che incide molto su
alcune famiglie. Quindi il diplomato deve pri-
ma fare dei corsi a pagamento e poi sperare
in un imbarco. Noi non parleremmo di fine
delle vocazioni, ma di una operazione messa
su ad arte per allontanare dal lavoro in mare i
nostri giovani. Ricordiamo anche i molti allievi
che nel 2000 fecero questi corsi e che ancora
oggi non hanno avuto i rimborsi previsti da leg-
ge. Inoltre noi SDM abbiamo passato l’estate
a chiamare le compagnie per mandargli i gio-
vani allievi a bordo, la risposta era duplice. La
prima molto classica, non abbiamo bisogno di
personale, la seconda di nuova ideazione dice
“imbarchiamo solo allievi dell’accademia”. I
giovani non perdono l’occasione, non gli viene
semmai offerta. Dott. Massolo, non insegni a
noi marittimi come si cercava e trovava lavo-
ro, non dica che sono finite le vocazioni e che
i giovani perdono le occasioni, che esperienza
ha Lei diretta? E’ un marittimo? Ha vissuto il
dopo diploma nautico, scontrandosi con real-
tà diverse da quelle che mostra e racconta? Sa
quanti giovani hanno fatto i corsi a pagamen-
to investendo nel futuro, inviato curriculum e
dopo un anno hanno dovuto per forza cambia-
re strada, e vedere inoltre il denaro investito
nei corsi vano? Dica loro guardanboli negli oc-
chi che hanno colpe, che hanno perso o peggio
tradito la loro vocazione. Gli dica che hanno
perso loro l’occasione, non lo dica in una sedu-
ta di una Commissione.
Il Dott. Massolo poi dice “I bilanci inducono
molte società a imbarcare ufficiali di grado in-
feriore provenienti da Paesi extracomunitari,
che costano meno, ma sono meno qualificati”
verissimo. Ma allora come fa a chiedere l’ap-
plicazione di una Tonnage Tax che così come è
non risolve questo problema? Come mai non
si è opposto ne Lei, ne la CISL e altri all’aper-
tura dell’Accademia a Manila? Quindi ci scu-
si, avete preferito investire per aumentare la
qualità dei Filippini perchè comunque costano
meno! E’ QUESTA LA VERITA’ Si perchè Lei con-
tinua sostenendo, sempre giustamente che
“sel’attuale calo numerico della gente di mare
nell’Unione europea dovesse continuare, la
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comunità perderebbe un importante patrimo-
nio storico e professionale, le scuole nautiche
potrebbero chiudere” e allora come può esse-
re l’Accademia di Manila la soluzione a questa
situazione!
Poi leggiamo “Gli allievi effettuano 12 mesi di
imbarco in qualità di allievi ufficiali, vengono
retribuiti con la paga sindacale, il 30 per cento
dello stipendio viene versato dall’armamento
come contributo all’Accademia. Ciò è inserito
dall’Accademia nel sito dedicato alle istituzioni
Maritime training institution” diciamo che da
quanto leggiamo sul forum i cadetti, almeno
quelli di un certo anno, non sapevano nulla
di questa quota. Noi speriamo solo che anche
questa quota non sia però legata alla Tonnage
Tax male applicata!!
Ma tra gli obiettivi indicati dal Massolo leggia-
mo “combattere il rischio di declino della tra-
dizione marinara italiana di comando Italian
style for shipping” e di “accrescere l’apprezza-
mento sociale per il mare come forma di occu-
pazione e di carriera” e “aumentare le azioni di
orientamento” tutte cose che noi SDM stiamo
facendo concretamente, ma loro sembra solo
ne parlino ma non seguono alle loro dichiara-
zioni fatti, anzi.
Per concludere, sarebbe stupido dare le colpe
al Presidente Massolo di risultati negativi, ma
vogliamo fare delle riflessioni. Leggendo da
quanto lui esposto si capisce che i problemi li
conosce, per sentito dire ma li conosce (toglia-
mo la scusa delle vocazioni, quella è una canto-
nata). Allora come mai appoggia una Tonnage
Tax che così com’è è sbagliata? Perchè non è
andato contro l’accademia di Manila e non ha
chiesto che quel denaro fosse investito in altro
modo? Questo perchè è stato invece puntuale
a chiedere la Tonnage Tax a nome dell’arma-
mento e chiede con fermezza l’applicazione
del decreto apri carriera e che diminuisce i
tempi d’esperienza per divenire Ufficiali. Chi è
responsabile e serio, deve si chiedere queste
due norme, ma presentare delle modifiche che
non permettano fallimenti nella loro applica-
zione. In altri paesi i risultati sono stati deva-
stanti. Guardiamo la realtà. La Tonnage Tax ha
fallito nei paesi del Nord Europa, tanto è che
la stanno rivedendo, e la diminuzione di espe-
rienza ha causato un aumento delle collisioni.
4 MOLTIPLICHIAMO
Dott. Coccia, ci spieghi bene!!!
Riportiamo questa dichiarazione del Dott. Coc-
cia. “..un tempo l’Istituto Nautico dava al diplo-
mato una buona preparazione data la grande
omogeneità del naviglio e della tecnologia ap-
plicata, ma oggi la situazione è profondamente
mutata per cui si ha bisogno di un professio-
nista non solo tecnico, ma con conoscenze di
teoria gestionale, relazioni umane, di comuni-
cazioni, legali e dunque la riforma dei nautici
non può essere rinviata...” Diceva anche “a li-
vello europeo si sta tentando il rilancio della
professione marittima con adeguate iniziative”
infatti la Commissione Europea come da noi
Sindacato dei Marittimi mostrato, aveva addi-
rittura prodotto un film sulla carriera in mare,
da noi messo sul sito e che molti ragazzi del
nautico ci hanno detto mai visto. Il film fu fatto
nel 2004. Adeguate iniziative poi Dott. Coccia
quali sono aprire una Accademia nelle Filippi-
ne? Questo ha chiesto l’Europa? Ci faccia un
piacere basta dire queste giustificazioni da
bambino che ha marinato la scuola! L’Europa
chiede serietà, chiede iniziative. Ma come fà a
dire che l’Europa vi ha chiesto di investire nel
futuro della marineria non solo italiana nelle fi-
lippine. Ma veramente pensa che ora che c’è il
Libro Verde, che con internet possiamo legge-
re le verità quello che dice è credibile? E’ bello
parlare alla platea quando è ammaestrata! Se
Questa sì che è un’Accademia!
Nella “Agenda”, di Confitarma abbiamo letto
“Cadet training agreement: il 15 ottobre Ma-
rad (Amministrazione Marittima degli USA)
ha diramato una nota relativa all’accordo con
le principali compagnie di navigazione per lo
sviluppo dell’occupazione internazionale e le
opportunità per i cadetti dell’accademia della
marina mercantile degli Stati Uniti su navi bat-
tenti bandiera estera” e siamo rimasti meravi-
gliati nel vedere che armatori italiani riporta-
no questa notizia. Così, come nostro modo di
lavorare siamo andati nel sito della Maritime
Administration (U.S. Department of Transpor-
tation) e abbiamo cercato questo accordo, che
non è 4 righe ma 5 pagine.
Nell’accordo si fa riferimento alla U.S. Mer-
chant Marine Academy. Siamo andati a visitare
il loro sito internet www.usmma.edu, e lì, pen-
sando alla situazione italiana con un armamen-
to e uno Stato che investono nelle Filippine in-
vece che in Italia, ci siamo resi conto che una
Accademia così seria e ben organizzata da noi
sfiora l’utopia. Ma eravamo incuriositi da una
aspetto a noi molto caro, e cioè la durata del
corso Accademico e il periodo a bordo richie-
sto per diventare un Ufficiale. Ci aspettavamo,
visto che in Italia la nostra Accademia del Mare
forma Ufficiali in 24 mesi (12 di navigazione)
che in USA il corso durasse 6 mesi, invece no.
va sul sito della Commissione Europea trova
un film intitolato “verso una politica marittima
europea integrata”. Integrata, è inteso tra sta-
ti membri, comunitari no indonesiani o simili.
Ma continua Remo Di FIore: “per il sindaca-
to la formazione per il personale navigante è
più che mai importante, ed è per questo che
l’ITF (fateci caso non parla mai della CISL) ha
organizzato dei corsi di formazione per i ma-
rittimi indonesiani” E la perla del Vice Ministro
dei Trasporti De Piccoli “i grandi cambiamenti
hanno portato la necessità di coniugare le vec-
chie figure lavorative con le nuove necessità
(vallo a dire ai marconisti...ndr) mediante una
formazione adeguata per rimanere competiti-
vi e concorrenziali”. Bellissime parole Sig. Vice
Ministro, ma ci perdoni l’ignoranza competitivi
con chi? I filippini diventeranno competitivi e
concorrenziali visto che i loro salari saranno
più bassi di quelli europei. Di Fiore per parlare
globale, parla sempre nella veste di ITF e mai
di quella di sindacalista della CISL. Da quello
che leggiamo si evince una presa in giro ben
orchestrata. Parlano di evoluzione e sviluppo a
livello europeo e investono in Indonesia, Filip-
pine ect. Ma investire in Europa e magari nella
nostra nazione no? Caro Dott. Coccia ci dica
una cosa. Noi riformeremo i nautici ma dopo
i nostri diplomati dovranno andare a Manila
Già, negli Stati Uniti sono anni luce avanti. In-
fatti loro cosa fanno? Cercano di formare Uffi-
ciali americani, tutelando i loro posti di lavoro,
e soprattutto hanno un percorso di inserimen-
to nel settore marittimo organizzato molto
bene, che consente al giovane di arrivare ad
una preparazione ottima facendo oltretutto
una buona esperienza. Insomma è vero che gli
USA hanno aiutato l’India ad aprire una Acca-
demia, ma non sono andati li come gli italiani
nelle Filippine. Loro hanno aiutato, ovviamente
anche con un certo tornaconto, ma noi a Ma-
nila siamo andati a fare un altra cosa. Il nostro
Stato e gli armatori italiani sicuramente non
la nostra voce
per studiare? Perchè non avete investito altro
denaro nell’Accademia di Genova e nella neo-
nata di Venezia? Perchè non imbarcate gli stu-
denti del nautico (crociere estive ad esempio),
in modo da permettere loro di provare la loro
vocazione? Perchè non pagate i corsi ai vostri
marittimi? Perchè noi italiani stiamo aspet-
tando il rimborso dei corsi dal 2000? Perchè
non imbarcate 2 allievi per nave? Perchè non
riportate tutti le navi sotto bandiera italiana?
Se solo sapesse o volesse rispondere corretta-
mente ad una sola di queste domande sareb-
be già un risultato. Cap. Di Fiore lavori per gli
Italiani ogni tanto. Non basta firmare contratti.
Chieda al Minsitro di cominciare a pagare i de-
biti con noi prima di investire in altri paesi. Lo
sa Cap. Di FIore che in Italia ci sono problemi
a rinnovare i certificati IMO e lei parla di indo-
nesiani. Eppure siete sempre gli stessi a questi
incontri. Lei, Amm.Pollastrini, Dott. Coccia, e i
vostri pretoriani al seguito che applaudono ad
ogni vostro sorrisino.
Possibile che non riuscite a risolvere un solo
problema? Parlate sempre delle stesse cose (e
il ‘’96 a Dublino, e il ... a San Francisco) siamo
nel 2007 e niente è cambiato. Più di 10 anni
da Dublino ‘’96 dove parlavate di mancanza di
vocazioni. Ormai sono diventati tutti atei ad
aspettare voi.
stanno investendo nel futuro della tradizione
marinara italiana, aiutati anche dal fatto che le
organizzazioni sindacali italiane (CGIL-CISL-UIL
e altre) lavorano per aumentare i chicci di caffè
e un aumento salariale inferiore ai lavori a ter-
ra. Cose sicuramente importanti, ma inutili se
gli italiani non lavoreranno più.
Egregi Ministri dei Trasporti, del Lavoro e
dell’Istruzione, non sarebbe stato meglio in-
vestire in Italia quel denaro e cercare di fare
una Accademia simile a quella degli U.S., inve-
ce che andare a Manila? E’ ovvio che in Italia
non possiamo avere una Accademia identica a
quella, ma simile si.