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BIRTH OF THE COOL

di Roberto Spadoni - JAZZIT 65 (luglio/agosto 2011)

BIRTH OF THE COOL TRASFORM MILES DAVIS DA OSCURO SIDEMAN A CREATORE


DEL JAZZ FUTURO. UN INSOLITO NONETTO, CON SEI FIATI (TRA CUI TUBA E CORNO
FRANCESE) E SEZIONE RITMICA, ARRANGIATO DA GIL EVANS, GERRY MULLIGAN E
JOHN LEWIS, FORNISCE IL MODELLO PER MOLTO JAZZ DEI PRIMI ANNI CINQUANTA:
SONORIT LEGGERE, RAFFINATI INTRECCI POLIFONICI E UNO STILE CHE
RAFFREDDA E IMPREZIOSISCE IL FRASEGGIO BEBOP

Negli anni Quaranta l'arrangiatore Gil Evans (nato a Toronto nel 1912) collabor attivamente con
l'orchestra di Claude Thornill, una dance band molto raffinata e popolare, divenendone per certi
versi il direttore musicale. Una delle particolarit di quest'ensemble era la presenza di strumenti
poco consueti in una big band il corno e il basso tuba che insieme alla presenza di flauti e
clarinetti, conferivano all'organico un timbro originale. Evans scrisse molte partiture innovative per
quest'orchestra, tra cui figuravano anche titoli provenienti dal repertorio boppistico, come Donna
Lee o Anthropology. Thornill, temendo di snaturare il sound, il repertorio e l'immagine
dell'orchestra, cerc di arginare la creativit dell'arrangiatore canadese.
Gil Evans divenne in quegli anni un riferimento per molti giovani musicisti dell'area newyorkese: la
sua abitazione era sempre aperta e luogo d'incontro frequentato anche quando lui non era presente,
in un fertile clima di scambio. Si compatt in questo modo un cenacolo di giovani arrangiatori,
desiderosi di sperimentare nuove strade per la scrittura jazzistica: tra di loro vi erano Gerry
Mulligan, John Carisi, John Lewis, George Russell, Johnny Mandel (gli ultimi due, per motivi
diversi, non produssero per delle partiture).

MILES DAVIS NONET

Il desiderio di mettere in pratica le numerose idee e intuizioni scaturite da quegli incontri informali
gener in breve tempo l'idea di realizzare qualcosa di nuovo. Ci si accord su un organico per il
quale scrivere nuova musica, basato su scelte timbriche. Gil Evans, facendo tesoro dell'esperienza
con Thornill, propose l'inserimento di corno e tuba: la sezione fiati fu completata da due sax (alto e
baritono) e da tromba e trombone. Max Roach e Kenny Clarke alla batteria, oltre naturalmente a
Gerry Mulligan al sax baritono e John Lewis al pianoforte. Ci furono inoltre Junior Collins e
Gunther Schuller al corno, Al Haig al pianoforte, Bill Barber alla tuba, Al McKibbon e Nelson
Boyd al contrabbasso e altri ancora. Mulligan sugger anche di coinvolgere il clarinettista Danny
Polo, che reputava inarrivabile: non essendo disponibile in quel periodo, il clarinetto fu escluso
dall'organico. La sezione ritmica era quella tradizionale, con pianoforte, contrabbasso e batteria.
Miles Davis in questa vicenda fu un fondamentale catalizzatore: si prese la briga di organizzare le
prove e anche di trovare qualche ingaggio, non molti per la verit, di quella che passer alla storia
come la Tuba Band o come il Miles Davis Nonet.
Un altro personaggio che ebbe un ruolo importante fu il trombettista e a sua volta valente
arrangiatore Pete Rugolo che in quegli anni era anche produttore per l'area di New York della
Capitol Records. Rugolo, appassionatosi al progetto e condividendo il percorso intrapreso da quel
manipolo di arrangiatori, organizz alcune sedute di registrazione tra il 1949 e il 1950, facendo
incidere dodici facciate al nonet. Furono pubblicate su supporto a 78 giri, ma le risposte della critica
e delle vendite furono piuttosto tiepide e insoddisfacenti. Le registrazioni avevano avuto un prologo
nel settembre del 1948: l'orchestra era stata ingaggiata al Royal Roost di New York e un paio di
concerti furono trasmessi per radio dal disc jockey Symphony Sid (all'anagrafe Sidney Tarnopol,
nato nella Gran Mela il 14 dicembre 1909). Le incisioni di quelle trasmissioni sono state
successivamente pubblicate su disco (The Complete Birth Of The Cool, Capitol Jazz, 1998). Solo
nel 1957, dopo l'avvento del long playing, le registrazioni in studio furono raccolte in un'unica
opera, sotto il nome che sarebbe diventato leggendario di Birth Of The Cool. Rugolo ebbe a
dichiarare in seguito di non ricordare la genesi di quel nome postumo e ora celeberrimo.

BIRTH OF THE COOL


Le partiture furono scritte dai giovani arrangiatori in precedenza menzionati: l'autore pi prolifico
fu Gerry Mulligan che scrisse la met del repertorio, ben sei brani. Gli altri furono a firma di John
Lewis, Johnny Carisi e naturalmente Gil Evans che tra l'altro arrangi una strepitosa versione di
Moon Dreams, forse la pi visionaria e sconvolgente di questo gruppo di brani. La scrittura in
Birth Of The Cool per molti versi rivoluzionaria per quei tempi, grazie alle innovative soluzioni
melodiche, armoniche, timbriche, ritmiche, metriche, tecniche, formali. La qualit delle
registrazioni accettabile ma non eccelsa: per i tecnici non deve essere stato semplice confrontarsi
con un organico assolutamente nuovo, senza precedenti, e dagli equilibri indubbiamente delicati.
D'altra parte, le esecuzioni non furono proprio tutte impeccabili, probabilmente a causa di una
scrittura inusuale e rivoluzionaria per il mondo del jazz fino ad allora e per una obiettiva difficolt
esecutiva dovuta agli impasti sonori, al bilanciamento generale, alle linee melodiche non sempre
scontate, ad alcune richieste nuove per l'estetica jazzistica riguardo l'emissione del suono, il
fraseggio e le pronunce. Ma questi difetti d'esecuzione sono assolutamente sopportabili rispetto al
godimento profondo che l'ascolto di quella musica pu generare nello studioso e nell'appassionato.
L'editore Hal Leonard ha pubblicato le partiture di quest'opera in un testo intitolato Miles Davis,
Birth of the Cool. Grazie a una ricerca cui hanno partecipato vari musicologi coordinati da Jeff
Sultanof, si riusciti a ricostruire gran parte delle partiture originali che non sono state ritrovate. La
ricostruzione avvenuta grazie agli archivi personali di Gerry Mulligan e Miles Davis:
fortunatamente entrambi avevano conservato molte delle parti singole originali usate dai musicisti
sia per le registrazioni sia per le poche esibizioni live. Da queste si cos proceduto alla riscrittura
degli score. Le partiture ci permettono di entrare nei meandri della scrittura di questi arrangiatori e
in molti casi di carpirne i segreti. L'ascolto e l'analisi congiunta delle trame sonore, le cosiddette
texture, ci mostrano come quei brani siano pieni di passi orchestrati con tecniche di parallelismo,
di approci lineari, di contrappunto veri e propri, di squisiti unisoni e ottave che ci dimostrano quanto
raffinata possa essere l'alchimia della strumentazione. Nella stesura delle esposizioni tematiche, dei
background, delle sezioni extra-chorus (intro, transizioni, code) e di conseguenza negli sviluppi
formali di ogni brano, nei rapporti scrittura-improvvisazione appaiono anche degli assoli scritti e
non improvvisati o solista-ensamble, possiamo ammirare la capacit architettonica e narrativa dei
giovani arrangiatori e la loro grande abilit nel riutilizzo di cellule melodiche, armoniche e
tematiche.
Le influenze di Birth Of The Cool non furono immediate: tuttavia, con gli anni, il sound di quelle
registrazioni diventato un punto di riferimento di prima importanza per il mondo
dell'arrangiamento jazz.

MILES DAVIS E GIL EVAN

Miles Davis non era una persona accomodante e molte sue dichiarazioni circa il ruolo dei bianchi
nel jazz sono state interpretate come razzismo alla rovescia. Sta di fatto, per, che Davis stesso
non si faceva alcuna remora a suonare con musicisti bianchi come Gerry Mulligan, Bill Evans, John
Scofield, Chick Corea e moltissimi altri.
Il caso pi eclatante quello di Gil Evans, che Miles aveva conosciuto a met anni quaranta e con il
quale era nata non solo un'amicizia solida e duratura, ma anche una meravigliosa intesa musicale. Il
loro primo capolavoro Birth Of The Cool, che riflette in buona parte le idee di Evans, ma i frutti
pi maturi della loro collaborazione arriveranno alla fine degli anni cinquanta.
Nel 1957 inciso Miles Ahead, una lunga suite orchestrale che Evans ha cucito su misura per la
tromba di Davis, unendo standard e composizioni originali. Nel 1958 la volta di Porgy And
Bess, una rilettura della celebre opera di Gershwin, nella quale Davis assume il ruolo di tromba
solista. Nel 1960, infine, esce Sketches Of Spain, che consiste in due brani di compositori
spagnoli (Manuel de Falle e Joaquin Rodrigo) e tre brani di ispirazione spagnola, composti da
Evans. Pur nella loro diversit, i tre dischi sono annoverati tra i vertici assoluti della produzione di
Miles Davis. Un quarto disco, Quiet Nights, registrato tra il 1952 e il 1953 e ispsirato alla bossa
nova, ritenuto insoddisfacente, ma la Columbia lo pubblica contro la volont dei due musicisti. Si
dice che Miles, offeso, abbia rifiutato di rivolgere la parola al produttore Teo Macero per due anni.
Nonostante la loro amicizia, Davis ed Evans non realizzarono altri dischi insieme, anche se Evans
torner di tanto in tanto ad arrangiare qualche brano in dischi successivi del trombettista.

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