Professional Documents
Culture Documents
E’ ancora importante insegnare la tecnica nel Settorer Giovanile? La risposta è fin troppo
scontata, tutti rispondono sì: ma è il metodo quel che genera più di una divergenza. In
questo articolo, tenteremo di spiegare il metodo dei Movimenti Fondamentali (Mf) e le
sue differenze rispetto ai principali metodi di insegnamento calcistico.
La differenza sostanziale, rispetto agli altri metodi è che il Mf insegna la tecnica, ovvero
riprende tutta la tradizione classica e la rinnova adattandola alle mutate e più complesse
condizioni di gioco odierne. Da questo discendono elementi di distinzione particolarissimi:
come il fatto che il Metodo si fondi sulla teoria e pratica dei Movimenti Fondamentali ; o
che , per la sua modularità, sia utilizzabile come strumento di check up tecnico del
giocatore; il quale, grazie ad una serie di esercizi mirati, può ritrovare le condizioni
tecniche ideali. Inoltre, il fatto che al metodo dei Movimenti Fondamentali sia stato
riconosciuto valore educativo e applicabilità a diversi tipi di soggetti.
Prima di entrare nel merito delle caratteristiche del Metodo, è doveroso fare una premessa
su come viene considerato attualmente l'insegnamento della tecnica nel mondo del calcio.
Il gesto tecnico
Il principale elemento distintivo del metodo sta nel concetto di gesto tecnico o
“Fondamentale di Base”: non si tratta di un’esecuzione - sia essa di piatto, di interno,
di esterno piede - che il giocatore adotta “a secco” o con la palla da fermo, ma il giocatore
è calato in situazione di gioco dinamica, ovvero il gesto tecnico è sempre insegnato e
allenato come esito di un Movimento – individuale o di collaborazione- che lo precede.
Nella pratica si opera una fusione tra movimento tattico (spostamento del corpo senza
palla) e gesto tecnico (esecuzione con la palla).
Le implicazioni di questo nuovo concetto di “Tecnica in Movimento” sono notevoli.
Innanzitutto, il giocatore impara a immedesimarsi in una situazione reale di gioco, in cui
l’esecuzione non è mai effettuata da fermo. La conseguenza pratica più evidente è che
il giocatore si allena a differenziare la potenza come in partita, a prendere familiarità con I
reali punti di impatto, a percepire le eventuali difficoltà di equilibrio, a capire le modalità
tecniche di esecuzione e la postura di entrambi I piedi. Impara “I trucchi”, come ad
esempio quello che adotto per facilitare l’esecuzione di interno collo, quando suggerisco
ai miei ragazzi di rattrappire le dita e di tenere I talloni sollevati ma sempre tra loro ad
angolo retto in fase esecutiva.
Un secondo elemento importante è che il movimento preliminare al gesto tecnico è la
chiave per capire come avviene l’anticipazione della traiettoria finalizzata alla
determinazione di quella successiva. In pratica il gesto tecnico risulta legato a come si
elude l’avversario individualmente e a come ci si smarca con I compagni. Ne consegue
una teoria e pratica degli smarcamenti facile da comprendere e da applicare e
realmente utile per stimolare il gioco collettivo, per fare da collante tra I vari elementi della
squadrache iniziano ad essere capaci di parlare un linguaggio comune.
La terza conseguenza è che allenare I gesti tecnici in movimento, perfeziona
l’esecuzione del gesto tecnico stesso, in termini di velocità e precisione.
Qualche anno fa ci si è accorti che allenare I gesti tecnici in movimento poteva addirittura
portare a risultati “rivoluzionari”, che rimettevano in discussione elementi di tecnica
calcistica dati per anni per “scontati”, come ad esempio il punto di impatto nell’esecuzione
di interno piede (piatto).
Malleolo
A B
Nella figura A, qui sopra.osserviamo la zona di impatto fino Ad oggi indicata dalla
maggior parte degli autori e in figura B il punto di impatto ridefinito dal Metodo dei
Movimenti Fondamentali.
La ragione di questa nuova impostazione risiede nell’osservazione che il gioco non è
statico, bensì calato in situazioni dinamiche di gara che, se risolte a stecca e a sponda
(mi riferisco cioè a come eseguire a seconda delle situazioni di arrivo della palla) portano
ad esecuzioni più precise e rapide perché si adattano alla conformazione naturale dei
piedi.
Nel caso di esecuzioni a stecca di interno piede ( ricevere un pallone laterale eseguendo
diritto davanti a sé) se la zona di impatto coinvolgesse anche l’incavo, il piede sarebbe
costretto ad una rotazione eccessiva e innaturale per permettere al giocatore di indirizzare
la palla davanti a sé in modo preciso.
1. Il check up tecnico è utilizzato per verificare come avviene in dettaglio l’esecuzione del
Movimento Fondamentale (declinato per tutte le esecuzioni tecniche)
Per ognuna delle tre aree sono previste decine e decine di esercitazioni-test volte a
diagnosticare innanzitutto la situazione generale di salute tecnica del giocatore e, in
particolare, le aree più deboli. Da qui si capisce se è necessario lavorare per esempio
sulla tecnica dell’anticipazione delle traiettorie, sull’economicità dello spostamento nello
spazio, sui punti di impatto, o, più importante sulla tecnica di smarcamento tra I compagni
in successione. A questo punto un’altra serie di esercizi, diventa la scheda terapeutica da
seguire per migliorare in tempi brevissimi. Tutto tendenzialmente al massimo della
velocità.
Lo strumento è ancora in fase di studio ma sono già disponibili alcune esercitazioni sul sito
www.checkupcalcio.com, in cui approfondisco gli argomenti del metodo e dialogo con chi
come me ha voglia di confrontarsi per portare innovazione.
Valore educativo
Vorrei concludere facendo una parentesi sulle valenze pedagogiche del Metodo dei Mf,
nato dall’esperienza sul campo, come frutto di 15 anni di lavoro in cui ho impostato e
corretto i bambini nell’applicazione dei Fondamentali di base, dei Movimenti Fondamentali
Individuali, (MFI), dei movimenti fondamentali per la collaborazione, (MFC) e degli
Schemi Fondamentali, ( SF), “ validi comunque per tutti “ dai piccoli amici ai professionisti.
Attualmente è in atto una sperimentazione su un gruppo di ragazzini presso A.S Cometa
Como, una realtà in cui si sono potute verificare con alcuni collaboratori oltre ai progressi
tecnici, anche il valore educativo del Metodo.
Come premessa generale, quello di cui ci siamo accorti è che per l’attenzione che viene
posta ad ogni singolo bambino, con le sue aree di forza e le sue debolezze, il metodo si
presta in modo particolare a favorire la crescita globale della persona, che viene
considerata in tutte le sue componenti.
Possiamo ricondurre il valore pedagogico del metodo ai seguenti fattori distintivi:
innanzitutto, il Metodo dei Movimenti Fondamentali tiene sempre in considerazione ciò
che avviene in partita, sia nella spiegazione che viene trasmessa ai bambini sia nella
effettiva messa in pratica delle esercitazioni. I ragazzini si rendono immediatamente conto
del perché vengono loro insegnati certi movimenti ed hanno immediato riscontro del loro
lavoro, essendo in grado di riprodurre con facilità quanto appreso, anche durante la
partita. La ricerca dello sviluppo delle capacità fisiche, tecniche e tattiche ad un tempo,
con esercitazioni che tendono ad influenzare e trasferire gli apprendimenti in tutte e tre le
sfere, attraverso un’azione di “transfert”, rendono il metodo unitario, facilmente trasferibile
e comprensibile (Ad es. il gesto tecnico è sempre inserito in un movimento tattico). Come
conseguenza, il bambino acquista fiducia in se stesso e dimestichezza nei
gesti/movimenti.
Dal punto di vista strettamente educativo, dal momento che Il metodo non va alla ricerca
del risultato immediato, esso non ha un impatto “violento”, proprio perché tende allo
sviluppo della persona nelle sue capacità psico-fisiche, affettive e cognitive.
Il lavoro individualizzato, inoltre, consente anche ai bambini meno dotati di avere la
possibilità di partecipare e di non sentirsi esclusi, anche perché si tende alla ricerca
delle coordinazioni motorie fondamentali. Per questo il riferimento della validità del lavoro
spesso sono gli apprendimenti dei meno dotati naturalmente.
Per quanto riguarda la codificazione precisa dei movimenti, ci siamo accorti che essa
permette uno sviluppo di tutte le possibilità di azione, con un’applicazione scientifica
(metodica, graduale e sequenziale), che permette di ricercare lo sviluppo delle capacità
coordinative all’interno del gesto tecnico. Di conseguenza le esercitazioni procedono dal
“più facile” al “più difficile”, con la possibilità di “flessibilità” sul campo e perciò di
adeguamento costante alla situazione reale.
Da ultimo, non solo il metodo trasmette l’idea che l’azione del singolo contribuisce al
risultato finale ottenuto da tutta la squadra, ma soprattutto il metodo insegna e
promuove il gioco collettivo, dal momento che tutti I movimenti individuali sono
finalizzati in ultima analisi alla corretta esecuzione dei Movimenti di Collaborazione.
Roberto Scandrog