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Linea Guida
Diagnostico - Terapeutica
La riabilitazione
della persona
con ictus cerebrale:
prove di efficacia e percorsi
Ottobre 2003
Azienda Sanitaria Locale n.2 dell'Umbria
Azienda Sanitaria Locale n.2 dell'Umbria
Gruppo redazionale
Zampolini Mauro - Medico Responsabile C.O.R.I. di Passignano
Celani Maria Grazia - Neurologo Stroke Service, Ospedale Citt della Pieve
Bovo Daniela - Staff Qualit e Promozione della Salute
Ranocchia Daniela - Staff Qualit e Promozione della Salute
Azienda Sanitaria Locale n.2 dell'Umbria
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Presentazione
Il lavoro in quipe dei vari professionisti che intervengono su specifici percorsi di
diagnosi, cura e riabilitazione uno dei presupposti affinch i Servizi Sanitari diano
risposte di qualit, ma questa modalit di lavoro rende ancora pi difficile e
complesso attuare linsieme di prestazioni che ognuno chiamato a compiere.
E in tal senso che questAzienda Sanitaria vuole riproporre con forza azioni di
miglioramento che, attraverso il lavoro di gruppi multiprofessionali, giungono oggi
a consegnare agli operatori questo importante documento sul trattamento
riabilitativo del paziente con ictus.
Ringrazio quanti hanno collaborato alla redazione di questa Linea Guida e, nella
convinzione che sar uno strumento particolarmente efficace per migliorare la
qualit dellassistenza in questo campo, invito i professionisti a utilizzarlo al meglio,
al fine di aiutare i pazienti a trarre il massimo beneficio dalla riabilitazione nel loro
percorso di reinserimento nella normalit possibile.
Il Direttore Generale
Alessandro Truffarelli
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Indice
2. La valutazione pag. 18
Allegati pag. 70
Glossario pag. 74
Bibliografia pag. 79
Appendice
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Introduzione
La decisione di sviluppare linee guida specifiche per la nostra azienda nata dalla
valutazione dei limiti presenti nelle Linee Guida gi preesistenti: sia infatti quelle
straniere sia quelle italiane non sono immediatamente applicabili alla nostra realt
locale, nella quale esiste una realt riabilitativa da anni caratterizzata da una rete
di servizi territoriali ben consolidata, uno stroke service di recente istituzione e un
centro di riabilitazione intensiva, che ha un anno di attivit.
La necessit di sviluppare linee guida locali per la riabilitazione dellictus nata
per anche dallesigenza di strutturare la rete dei servizi per il trattamento (dellictus)
secondo criteri basati sulle prove di efficacia. Infatti la strutturazione della rete
riabilitativa se non regolata da criteri univoci di gestione della patologia e articolata
secondo criteri di efficienza e di efficacia, rischia di rimanere un buon esercizio
teorico senza ricaduta pratica per il paziente.
Infine, altro obiettivo di queste linee guida quello di raggiungere tutti gli operatori
intra ed extraospedalieri per promuovere la cultura del lavoro multidisciplinare, in
cui pi professionalit si incontrano per articolare un efficace progetto per la cura
del paziente, tenendo presente che lobiettivo finale il raggiungimento della miglior
qualit della vita del paziente e dei familiari.
3. Individuare nella fase precoce appropriate strategie riabilitative per coloro che
presentano una disabilit residua dopo levento ictus;
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Criteri metodologici
Questa Azienda ha gi pubblicato diverse Linee Guida per le principali patologie
tutte realizzate da gruppi multidisciplinari e multiprofessionali. La stessa metodologia
stata utilizzata per le linee guida della riabilitazione dellictus. Il gruppo ha visto
la partecipazione di diversi professionisti:
Dopo una riunione relativa alla metodologia, sono stati assegnati compiti di ricerca
delle prove di efficacia distinte per le varie professionalit. Ogni gruppo aveva il
compito di scrivere dei contributi basandosi su uno schema di sommario generale
precostituito. Successivamente i vari contributi sono stati inseriti in un unico
documento che costituiva la bozza di lavoro da restituire ai vari componenti. Ad
ogni avanzamento si svolgeva una riunione generale dove venivano discussi i punti
critici anche leggendo i vari capitoli. Nella fase finale un gruppo pi ristretto ha
svolto un lavoro di controllo e supervisione cercando di schematizzare e graduare
le raccomandazioni.
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randomizzato;
IIb Prove di efficacia ottenute da almeno uno studio ben disegnato;
III Prove di efficacia ottenute da almeno uno studio ben disegnato non sperimentale
descrittivo come studi comparativi, di correlazione e studio di casi;
IV Prove di efficacia ottenute da un comitato di esperti o opinioni di autorit
scientifiche rispettate.
Livelli di raccomandazione
Grado A Corrisponde ai livelli di evidenza Ia, Ib
Grado B Corrisponde ai livelli di evidenza IIa, IIb, III
Grado C Corrisponde ai livelli di evidenza IV
Implementazione
Pur non esistendo una specifica strategia di implementazione, le Linee Guida
costituiscono la base per una serie di operazioni.
In primo luogo costituiscono il riferimento per ridefinire i percorsi assistenziali e
riabilitativi della persona colpita da ictus. A questo proposito sono stati costituiti
due gruppi: uno per la definizione dei percorsi attuali ed un altro per la definizione
del percorso ideale come sintesi tra le condizioni locali di funzionamento della rete
riabilitativa e quelle suggerite dalle prove di efficacia.
E in corso di realizzazione uno specifico aggiornamento dei Medici di Medicina
Generale sulla riabilitazione della persona con ictus, nel quale vengono presentate
anche queste Linee Guida.
Le Linee Guida per la riabilitazione della persona con ictus cerebrale vedranno una
diffusione capillare tra tutti i professionisti che intervengono su questo problema.
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Premessa generale
Lestrema variabilit nel grado di disabilit, di handicap e di qualit della vita che
si pu verificare dopo un ictus, rende necessario definire per ogni singolo paziente
uno specifico progetto riabilitativo e organizzare i servizi delle aziende USL in modo
da offrire risposte diversificate ai bisogni dei pazienti. Tali bisogni sono a loro volta
determinati non solo dalle condizioni cliniche, ma anche dal contesto familiare,
da quello sociale, nonch dalle capacit e aspettative del paziente prima della
malattia.
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1.2 Prognosi
Circa il 10% dei pazienti con ictus ischemico muore entro 30 giorni; la mortalit
molto pi alta se si considerano anche gli ictus emorragici (intraparenchimali e le
emorragie subaracnoidee), arrivando al 20% circa; ad un anno raggiunge il 30%
(Ricci, Celani et al. 1991).
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Tab. 2
Settimane di recupero
Cammino ADL
Lieve 6 8,5
Intermedio 13
Grave 11 17
Molto grave 20
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Et
Let avanzata un fattore prognostico negativo anche se non chiaro se questo
agisca in ragione dellaumento delle comorbilit (Kotila, Waltimo et al. 1984),
(Waltimo, Kaste et al. 1976), (Kalra 1994), (Paolucci, Antonucci et al. 1998), (Wade,
Langton-Hewer et al. 1984), (Wade, Skilbeck et al. 1983), (Kwakkel, Wagenaar et al.
1996), (Alexander 1994), (Granger, Hamilton et al. 1992), (Macciocchi, Diamond et
al. 1998).
Sesso
I soggetti di sesso femminili vengono ricoverati in residenze protette con una
frequenza doppia rispetto ai soggetti di sesso maschile (Kelly-Hayes, Wolf et al.
1988); i maschi sposati hanno una probabilit pi bassa di essere istituzionalizzati.
In generale le donne hanno un recupero della menomazione e della disabilit pi
limitato rispetto alluomo a causa di una pi grave menomazione (Wyller, Sodring
et al. 1997). Le variabilit di questo obiettivo di prognosi sono condizionate dai
paesi in cui sono stati fatti i singoli studi; listituzionalizzazione infatti pu essere
condizionata da cultura e tradizione locali.
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I deficit sensitivi, in particolare quello propriocettivo, sono correlati con una minor
possibilit di recupero (Feigenson, McDowell et al. 1977) e in particolare del
recupero della deambulazione (Moskowitz, Lightbody et al. 1972).
Anche i deficit campimetrici diminuiscono le possibilit di recupero (Wade, Skilbeck
et al. 1983) (Feigenson, McDowell et al. 1977) (Sanchez-Blanco, 1999), soprattutto
se i pazienti sono anziani (Kalra, Smith et al. 1993). I deficit di campo visivo sono
associati a una minor sopravvivenza e condizionano il successo del ritorno allattivit
sociale e lavorativa (Kerkhoff 2000).
Incontinenza sfinterica
Lincontinenza sfinterica si correla negativamente con il recupero della disabilit
e dellhandicap (Di Carlo, Lamassa et al. 1999), (Roth, Lovell et al. 2002).
Depressione e motivazione
La motivazione un elemento importante nel processo di recupero. Quando
mediocre, aumenta la dipendenza a lungo termine nelle attivit della vita quotidiana
(Zippel 1984), (Grimby, Andren et al. 1998). La depressione correla negativamente
con le possibilit di recupero (Kotila, Waltimo et al. 1984), (Angeleri, Angeleri et
al. 1993), (Singh, Black et al. 2000), (Paolucci, Antonucci et al. 1998), (Herrmann,
Black et al. 1998) ed influenza negativamente il processo riabilitativo (Sinyor, Amato
et al. 1986).
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La valutazione
2. LA VALUTAZIONE
2.1 Premessa
Lo stato di salute una condizione relativa, dipendente anche dalle condizioni
soggettive e socioculturali della persona stessa.
Condizione di salute
(Malattia)
Fattori Fattori
Personali Ambientali
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La valutazione
1. Stato di coscienza
2. Deficit motori
forza muscolare
anormalit del tono muscolare e sinergie patologiche
3. Deficit somatosensoriali
4. Deficit delle funzioni cognitive
Attenzione
Memoria
Aprassia
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La valutazione
Neglect
Afasia
Agnosia
Funzioni esecutive
5. Deficit della coordinazione e dellequilibrio (compreso il cammino)
6. Disartria
7. Deficit della visione (acuit visiva, campo visivo e visione binoculare)
8. Disturbi comportamentali e dellumore
9 Aspetti funzionali:
Nutrizione
Idratazione
Deglutizione
Continenza degli sfinteri
Ritmo sonno - veglia
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Lintervento riabilitativo
3. LINTERVENTO RIABILITATIVO
La riabilitazione, accanto agli interventi farmacologici della fase acuta, si pu
ritenere la principale forma di intervento per i pazienti che hanno subito un ictus.
E finalizzata ad ottenere il recupero della menomazione, lottimizzazione delle
abilit residue e il miglioramento della partecipazione. Lobiettivo quello di
migliorare la qualit della vita attraverso il recupero del miglior livello fisico, cognitivo,
psicologico, funzionale e delle relazioni sociali nellambito dei bisogni e delle
aspirazioni dellindividuo e della sua famiglia (RCPE 2000).
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Lintervento riabilitativo
Per tale ragione assume estrema importanza unorganizzazione dei servizi che
permetta il lavoro di gruppo, in ogni fase del percorso riabilitativo.
3.2 La valutazione
Fin dalla fase acuta, il gruppo multidisciplinare ha come primo obiettivo la valutazione
di ogni paziente con ictus che si ricovera allo scopo di inquadrare le condizioni cliniche
e definire il progetto riabilitativo. La valutazione deve essere il pi precoce possibile.
Per tale ragione pu essere effettuata anche singolarmente dalle diverse figure
professionali che compongono il gruppo per poi essere ricomposta in occasione della
definizione del progetto riabilitativo individuale (Wade 1998). E fondamentale che
il gruppo di operatori responsabile del progetto riabilitativo discuta e valuti con periodicit
stabilita allinterno di riunioni strutturate gli obiettivi da raggiungere e i progressi ottenuti.
La cadenza dipende dalla durata prevista della degenza del paziente.
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Lintervento riabilitativo
Per ogni paziente con ictus deve essere elaborato un progetto riabilitativo, che
preveda obiettivi multipli, tutti finalizzati al raggiungimento dellautonomia e quindi
al miglioramento della qualit della vita .
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Lintervento riabilitativo
In particolare definisce:
gli interventi specifici durante il periodo di presa in carico, compresi gli obiettivi
immediati e quelli a breve termine e ne prevede laggiornamento nel tempo;
le modalit e i tempi di erogazione delle singole prestazioni previste negli stessi
interventi;
le misure di esito e i tempi di verifica pi appropriati per valutare gli interventi;
i singoli operatori coinvolti negli interventi e il relativo impegno.
Il programma riabilitativo deve essere puntualmente verificato e periodicamente
aggiornato durante il periodo di presa in carico.
Il progetto riabilitativo
tiene conto in maniera globale dei bisogni, delle preferenze del paziente (e/o dei
suoi familiari, quando necessario), delle sue menomazioni, disabilit e, soprattutto,
delle abilit residue e recuperabili, oltre che dei fattori ambientali, contestuali e
personali;
definisce gli esiti desiderati, le aspettative e le priorit de1 paziente, dei suoi
familiari, quando necessario, e dell'quipe curante;
definisce, nelle linee generali, gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, i tempi
previsti, le azioni e le condizioni necessarie al raggiungimento degli esiti desiderati;
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Raccomandazione:
la maggior parte di queste osservazioni deve essere ripetuta da 4 a 6 volte al giorno
nelle prime 48/72 ore (Grado A).
Raccomandazioni:
a) si deve valutare la stato nutritivo di tutti i pazienti con un metodo riproducibile
allingresso nella stroke unit (Grado C).
b) occorre personalizzare il regime dietetico in base agli aspetti clinici e alle preferenze
del paziente (Grado C).
c) gli infermieri devono registrare quotidianamente, su adeguate schede, le preferenze
alimentari del malato e la reale assunzione giornaliera di cibo e di liquidi, calcolando
lesatto bilancio calorico e idrico (Grado C).
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4.2.2 La disfagia
La difficolt ad assumere il cibo ed i liquidi necessari, definita disfagia, una
sintomatologia neurologica presente in circa il 45% dei pazienti con ictus acuto,
persiste in media una settimana, a 14 giorni presente nel 14% dei casi e a 30 nel
3%. Nel 40% dei pazienti si verifica aspirazione in modo silente (Corner, riski 1988;
Palmer e Dechase 1991).
Non chiaro il rapporto tra aspirazione e infezioni polmonari (Smithard, O'Neill
et al. 1996). La disfagia determinata dalla difficolt a far progredire il bolo dalla
bocca allo stomaco per la compromissione di una o pi delle 3 fasi (orale, faringea
o esofagea).
La capacit di deglutire va valutata il pi presto possibile al momento del ricovero
ospedaliero, sia per evitare episodi di aspirazione di cibo, con conseguente patologia
ab ingestis, in pazienti con disfagia, sia per evitare restrizioni nellassunzione di
cibo e di liquidi (Gordon, Hewer et al. 1987).
Nel caso di pazienti con disfagia lapporto nutritivo pu essere garantito attraverso:
nutrizione parenterale limitatamente ai primi giorni e comunque da superare
prima possibile;
nutrizione enterale (PEG o sondino nasogastrico).
Poich non ci sono prove di efficacia per preferire un tipo di via nutritiva enterale
rispetto allaltro, n di quando debba iniziare la nutrizione enterale stessa (Bath,
Bath et al. 2000) indicato prendere in considerazione la possibilit di inserire il
paziente in studi randomizzati in corso (Davenport and Dennis 2000).
Tecniche Compensatorie
Tendono ad eliminare il sintomo disfagia ma non a intervenire sul recupero.
Viene effettuata:
a) ricerca della posizione del capo e del corpo per poter controllare il passaggio del
cibo e dei liquidi;
b) modifica della consistenza e del volume del cibo;
c) modifica della frequenza a cui viene normalmente somministrato il cibo;
d) stimolazioni termiche con cibo o speciali apparecchiature.
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Terapia indiretta
Vengono effettuati esercizi per migliorare il controllo neuromuscolare sia della
masticazione che della deglutizione. Questo particolarmente importante in pazienti
che non hanno il controllo della lingua, che presentano:
a) lateralizzazione della lingua durante la masticazione;
b) elevazione della lingua verso il palato duro;
c) inarcamento della lingua sotto il bolo;
d) elevazione della lingua contro il palato per trattenere il bolo;
e) mobilizzazione volontaria della lingua in senso antero-posteriore;
f ) coordinazione dei movimenti in senso antero-posteriore.
Gli esercizi comprendono (Logemann 1991):
a) esercizi di mobilizzazione e contro-resistenza della lingua e della mandibola;
b) coordinazione della lingua e esercizi di masticazione utilizzando materiale con
cui il paziente pu esercitare i movimenti;
c) esercizi di adduzione laringea;
d) esercizi di controllo del bolo: il paziente mastica il cibo e i liquidi senza deglutirli.
Terapia diretta
Consiste in tecniche di deglutizione che tendono a modificare la fisiologia della
deglutizione:
a) manovra di Mendelson: i pazienti sono addestrati a sentire la loro laringe elevata
durante la deglutizione e a prolungare il pi possibile il periodo di massima
elevazione;
b) deglutizione sopraglottica: i pazienti volontariamente trattengono il loro respiro
prima e durante la deglutizione, chiedendo in questo modo laccesso laringeo.
Successivamente alla deglutizione il pazienti esegue dei colpi di tosse per liberare
la faringe dai residui di cibo.
Raccomandazioni:
a) sia gli operatori sanitari che vengono in contatto con il paziente che chi se ne
prende cura debbono essere messi precocemente a conoscenza della possibile presenza
di disfagia come frequente complicanza dell ictus e della sua potenziale gravit
(Grado C).
b) tutti i pazienti con ictus dovrebbero essere sottoposti alla prova della deglutizione
prima di ricevere cibo solido o liquido (Grado B)
c) deve essere effettuata una valutazione della capacit di deglutizione mediante un
test semplice e ripetibile da parte di personale specializzato del gruppo
multidisciplinare (Grado C)
d) per ogni paziente con difficolt nella deglutizione va valutata, con la collaborazione
della dietista, la consistenza della dieta e dei fluidi che pu assumere senza rischio
condividendo le informazioni con i familiari (Grado C).
e) necessario stabilire la postura migliore per una deglutizione valida e non pericolosa
(Grado C).
f ) se non possibile nutrire il paziente per os necessario considerare lopportunit
della nutrizione enterale e individuare la migliore via di somministrazione (FOOD
Trial Martin Dennis Edinburg) (Grado C).
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c) il catetere deve essere utilizzato solo dopo una precisa indicazione clinica, come
parte di una gestione decisa allinterno della valutazione multidisciplinare utilizzando
un protocollo condiviso (es: il pi piccolo, per le prime 48 ore etc) (Grado B).
d) la ritenzione deve essere gestita con gli svuotamenti vescicali effettuati con nelaton
secondo un attento programma temporale (da 4 a 6 svuotamenti al giorno) in assenza
di controindicazioni (grave ipertrofia prostatica, infezioni delle vie urinarie) e con
un accurato bilancio dei liquidi (Grado C).
e) laddove sia necessario usare una cateterizzazione a permanenza opportuno
utilizzare un sistema di drenaggio sterile a circuito chiuso per ridurre la probabilit
di infezione (Grado B).
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Raccomandazioni:
a) e importante la registrazione della frequenza delle defecazioni per poter intervenire
in maniera adeguata
b) occorre educare il paziente rendendolo consapevole dei fattori che condizionano
la costipazione (Grado C).
c) curare la dieta (ricca di fibre) e ladeguata assunzione di liquidi (Grado C)
d) ricostituire le normali abitudini del paziente rispetto alla evacuazione: bagno
adeguato (mantenimento privacy, altezza water etc) (Grado C).
e) se dopo 3 giorni il paziente non ha evacuato occorre intervenire iniziando con
lutilizzo di agenti osmotici (Grado C).
f ) usare agenti osmotici o lassativi in particolare per i pazienti allettati (Grado A).
g) comunque sia in caso di costipazione che di incontinenza va stabilito un programma
di riabilitazione della funzione intestinale (Grado C).
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4.3 Le posture
La mobilizzazione e il posizionamento sono attivit fondamentali fin dalla fase
acuta (Indredavik, Bakke et al. 1999). Pur essendo questarea di bisogno di competenza
del fisioterapista e del terapista occupazionale, tutto il gruppo dovrebbe conoscere
e condividere il programma e le tecniche. Questo particolarmente importante per
linfermiere che la figura che interagisce pi a lungo con il paziente.
La maggior parte dei pazienti presenta un deficit di mobilit, ragione per cui la
mobilizzazione rappresenta lelemento fondamentale dellintervento riabilitativo
motorio in fase acuta. E importante da parte del gruppo multidisciplinare valutare
la capacit di mobilit attiva del paziente.
Questa inizia con losservazione della capacit del paziente a compiere da solo:
il cambio di postura nel letto (girarsi su entrambi i lati);
il passaggio posturale disteso-seduto per sedere sul letto;
la capacit di sedersi con le gambe fuori dal letto.
4.3.1 Il posizionamento
I frequenti cambi di posizione a letto, eseguiti dagli infermieri sulla base del
programma riabilitativo fanno parte degli interventi assistenziali sin dal momento
del ricovero.
Raccomandazioni:
a) Gli infermieri dovrebbero posizionare i pazienti per ridurre al minimo i rischi di
complicanze quali contratture, affezioni respiratorie e piaghe da decubito (Grado C).
b) Tutti i componenti del gruppo multidisciplinare, compresi i familiari, dovrebbero
essere addestrati da un terapista motorio od occupazionale (Grado C).
4.3.2 La mobilizzazione
Per mobilizzazione si intende sia quella passiva, effettuata dagli operatori sul
paziente, sia quella attiva che il paziente in grado di effettuare con lassistenza del
personale.
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Raccomandazioni:
a) Ogni paziente dovrebbe essere posizionato seduto in una sedia a rotelle standard
o con schienale reclinato entro le prime 24 ore, senza alcuna differenza tra paziente
affetto da ischemia o da emorragia (Grado C).
b) Anche i pazienti in coma, gravemente disorientati, con segni o sintomi di
aggravamento progressivo, con emorragia cerebrale o subaracnoidea, ipotensione
ortostatica grave o persistente ed infarto miocardico acuto, debbono essere posizionati
seduti entro le prime 24 ore monitorando attentamente i parametri vitali (Grado C).
4.4 La comunicazione
La difficolt di comunicazione in genere dovuta ad un deficit del linguaggio che
pu essere condizionato negativamente dai disturbi di attenzione o di memoria. Ci
sono condizioni molto pi rare di grave compromissione dellattivazione motoria
che condizionano la comunicazione (es. sindrome locked-in).
Tutti i pazienti affetti da afasia o da problemi di comunicazione devono essere
valutati entro i primi giorni dal logopedista o neuropsicologo, che deve impostare
il piano di trattamento, con la condivisione del gruppo multidisciplinare, e definire
le strategie di comportamento individuale, sia per i componenti del gruppo che per
ogni altra persona che in contatto con il paziente.
L obiettivo quello di :
ridurre le difficolt di linguaggio;
migliorare la comunicazione con conseguentemente riduzione della disabilit.
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Raccomandazioni:
a) Ciascun paziente con un ictus nellemisfero dominante deve essere sottoposto ad
una valutazione del linguaggio da un logoterapista (grado B) - o da un altro
componente del gruppo competente nel linguaggio - effettuata con metodi validi e
riproducibili (Grado C);
b) Se sono presenti deficit di linguaggio gli infermieri, i componenti del gruppo
multidisciplinare ed i parenti devono essere messi al corrente della tecnica di
comunicazione pi appropriata rispetto allo specifico danno (Grado A);
c) Qualora al termine della valutazione possono essere individuati obiettivi minimi
ed ottenuta la conferma di progressi, il paziente va sottoposto ad un trattamento
riabilitativo completo da proseguire nel tempo. (Grado C)
La disartria presente nel 20% degli ictus in fase acuta (Warlow, Dennis et al. 1996)
e rappresenta laltro deficit neurologico responsabile di una difficolt di
comunicazione. Pu essere definita come una compromissione degli aspetti motori
del linguaggio, caratterizzata da una alterazione dei movimenti (labio-glosso-velari
e facciali) necessaria alla produzione verbale, che divengono rallentati, non
coordinati, imprecisi con ipostenia dei muscoli coinvolti e che potrebbe coinvolgere
la respirazione, la fonazione, la risonanza e/o la articolazione della fase orale.
Una prima valutazione e la successiva scelta delle misure necessarie a ridurre i
problemi comunicativi vengono effettuate dal logopedista o dal neuropsicologo fin
dalla fase ospedaliera per poi proseguire con una rivalutazione e un nuovo piano
di trattamento nel periodo della riabilitazione intensiva, quando necessario, e
spesso anche successivamente ad esso. Valgono le considerazioni e le
raccomandazioni fatte per lafasia. Nello specifico, il terapista del linguaggio stabilir
la migliore strategia per gestire il singolo paziente che verr applicata in particolar
modo dall infermiere ma anche da tutti gli altri componenti del gruppo.
Raccomandazione:
Informazioni e indicazioni specifiche debbono sempre essere tempestivamente fornite
anche ai familiari o alle persone che si relazionano con il paziente disartrico
(Grado C)
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Raccomandazioni:
a) Ciascun paziente dovrebbe essere valutato non appena possibile anche per le funzioni
cognitive e nel periodo della fase acuta dovrebbe essere almeno sottoposto al Mini
Mental State Examination in assenza di afasia franca. (Test di Raven 47 PMC) in
assenza di grave neglect (Grado C)
b) I pazienti con neglect visuospaziale o con deficit di campo visivo devono essere
sottoposti a strategie specifiche di addestramento (Grado B).
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Raccomandazioni:
a) Precoce valutazione del rischio individuale del paziente (vedi allegato 2 scala di Norton)
(Grado C)
b) Gestione infermieristica esperta con temporizzate variazioni di posizionamento
(Grado C).
c) Utilizzo di materassi antidecubito (Grado A).
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Raccomandazioni:
a) Fare indossare calze antitrombotiche (18 mmHg) a pazienti costretti a letto per
ipostenia o, in caso di ipostenia lieve, se sono presenti fattori di rischio come
disidratazione, et avanzata, vene varicose etc. (Grado C).
b) Rimuovere le calze allinizio della deambulazione (Grado C).
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artrite acromioclavicolare
artrite glenomerale
Raccomandazioni:
a)Sostenere larto flaccido per ridurre la possibilit di sublussazione;
b) Insegnare al paziente a non tenere larto penzoloni quando seduto o in piedi;
c) Coinvolgere il paziente e i parenti nelle tecniche di prevenzione (Grado B);
d) Quando il paziente seduto sostenere larto con sostegni che siano pi stabili dei
cuscini;
e) Evitare di esercitare trazione sullarto negli spostamenti del paziente;
f) Individuare modalit degli spostamenti definite dal terapista, comunicate a tutto
il personale e a chi si occupa dellassistenza del paziente;
g) Eseguire riabilitazione passiva alla spalla.
Le seguenti procedure sono importanti, anche se non supportate da prove di efficacia
(quindi tutte di grado C).
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Raccomandazioni:
a) Iniziare con antinfiammatori per os (Grado C);
b) In caso di inefficacia effettuare 3 iniezioni intrarticolari di triamcinolone 40 mg
(Grado C);
c) In caso di ulteriore inefficacia usare le TENS (Grado B).
Raccomandazioni:
a) Identificare i pazienti a rischio di caduta (Grado C).
b)Formalizzare un programma di prevenzione delle cadute (Grado C).
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Raccomandazioni:
a) Si raccomanda di iniziare una profilassi anticomiziale solo dopo la prima crisi
avvenuta in fase post acuta (2 settimane dopo levento acuto) (Grado C).
b) Nel caso di profilassi anticomiziale gi iniziata senza episodi critici certi, considerata
linfluenza negativa del farmaco anticomiziale sulle funzioni cognitive, se ne
raccomanda la graduale sospensione (Grado C).
Raccomandazione:
Ogni servizio di riabilitazione dovrebbe porre attenzione alla salute sessuale e valutare
gli aspetti relazionali (Grado C).
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Nel caso del paziente con ictus necessario ricordare che la naturale esigenza del
malato e dei familiari di essere costantemente informati e coinvolti uno degli
elementi del successo del processo riabilitativo (Evans, Matlock et al. 1988). Lutilizzo
di materiale informativo specifico potrebbe migliorare la prognosi del paziente e
la salute mentale di chi lo assiste (Mant, Carter et al. 1998) , mentre vi sono evidenze
lievemente pi consistenti nei confronti delleducazione dei malati e dei parenti
alla malattia tramite sedute in cui viene considerata rilevante la discussione (Forster,
Smith et al. 2001).
Lictus una malattia della famiglia. Inizialmente, come in altre malattie acute i
parenti hanno bisogno di informazione e supporto a causa dellevento acuto, ma
a differenza di altre malattie la possibile disabilit residua del loro caro richiede un
supporto dal punto di vista pratico, economico, emozionale e sociale.
La complessit delle informazioni da dare tale che opportuno che la
comunicazione non venga lasciata al caso, ma si provveda a codificare tempi, modi
e spazi adeguati, perch la stessa avvenga in modo proficuo tra il team che gestisce
il paziente in ospedale e chi poi avr in carico lassistenza del paziente a domicilio.
E fondamentale che il gruppo riabilitativo mantenga, attraverso un proprio referente,
un flusso costante di informazioni nei confronti della famiglia, che sebbene debba
essere considerata parte integrante del gruppo, necessita di tempi e modalit di
approccio assolutamente specifici in ragione della mancanza di competenza e del
coinvolgimento emotivo.
I risultati di focus-group condotti con parenti di pazienti colpiti da ictus hanno
messo in evidenza limportanza del fatto che linformazione e la comunicazione
venga garantita soprattutto in alcuni momenti critici del percorso terapeutico, a
conferma, peraltro, di studi effettuati in altre nazioni e ambienti culturali diversi
(Evans, Matlock et al. 1988):
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Raccomandazioni:
a) Occorre considerare il bisogno della famiglia e del paziente di essere informati sul
quadro clinico, sulla prognosi della malattia, di essere coinvolti nel programma
riabilitativo ed educati alla malattia (Grado C).
b) Individuare fin da subito un referente del team e un interlocutore privilegiato tra
i familiari, in modo da facilitare la trasmissione delle informazioni e la acquisizione
di consapevolezza rispetto al ruolo fondamentale che la famiglia dovr svolgere
(Grado C).
c) La comunicazione con la famiglia deve necessariamente essere diversificata nei
contenuti a seconda della fase evolutiva della malattia e della cultura della famiglia
(Grado C).
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Non ci sono prove che un approccio sia pi efficace dellaltro anche se in un recente
studio RCT lapproccio task-oriented risultato pi efficace nel miglioramento
dellequilibrio e del controllo del tronco (Dean and Shepherd 1997).
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Ci sono indicazioni per il trattamento dei pazienti con emianopsia e neglect per
una specifica riabilitazione cognitiva neurovisiva (Kerkhoff, Munssinger et al. 1994;
Kerkhoff 2000).
Le tecniche di riabilitazione possono essere schematizzate in:
tecniche di recupero: con azioni dirette sul recupero della funzione con abilit
visive di base (training sul campo visivo, training di inseguimento o movimenti
saccadici, feeback per la percezione spaziale etc.) e con attivit visive nella vita
quotidiana (orientamento visivo nellambiente);
tecniche di compensazione: strategie di ricerca visiva, movimenti oculari per la
lettura, etc.
tecniche di sostituzione: con dispositivi ottici o protesici (prismi ottici, software
per ingrandire durante il lavoro al computer, lettura etc.) o con modifiche
dellambiente (semplificazione, modulazione o arricchimento).
Raccomandazioni:
a) Ogni centro per la riabilitazione dellictus dovrebbe offrire la valutazione esperta
in ambito neuropsicologico (Grado C);
b) Pazienti con permanente neglect visivo e emianopsia dovrebbero essere sottoposti
a specifico addestramento (Grado A).
L obiettivo quello di :
ridurre le difficolt di linguaggio;
migliorare la comunicazione con conseguentemente riduzione della disabilit.
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Le incertezze relative allefficacia del trattamento specifico delle afasie derivano dal
fatto che prevalgono gli studi sul singolo caso piuttosto che ampi studi clinici controllati.
Il trattamento del singolo paziente sembra necessitare di intervento specifico con
personale specializzato (The Intercollegiate Working Party for Stroke 2000).
Raccomandazioni:
a) Il periodo di trattamento intensivo dovrebbe essere di almeno 4-8 settimane (Grado B)
b) Per i pazienti con difficolt di linguaggio croniche, soprattutto per la lettura, dovrebbero
essere previsti periodi di retraining (Grado B).
c) Un paziente con gravi disturbi di comunicazione ma con un linguaggio e funzioni
cognitive ragionevolmente integre candidato ad ausili specifici per migliorare la
comunicazione (Grado C).
Raccomandazione:
Il programma di trattamento riabilitativo dellictus dovrebbe essere coordinato da un
terapista esperto in trattamento neurologico ed in particolare esperto nellictus (Grado C.)
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4.11.1 La spasticit
La spasticit un insieme di segni e sintomi legato allaumento del riflesso da
stiramento e ad alterati schemi motori conseguenti a ictus. La conseguenza
principale rappresentata da una diminuzione della escursione articolare e dalla
contrattura muscolare che pu produrre rilevante disabilit.
La spasticit caratterizzata oltre che dallipertono anche dai movimenti patologici
che interferiscono negativamente sullautonomia, impedendo i movimenti
segmentari fisiologici. In rari casi questi movimenti patologici possono essere
utilizzati per migliorare lautonomia. Un esempio, in questo senso, pu essere lo
schema estensorio dellarto inferiore che, in assenza di movimenti pi fini, pu
costituire lunico modo di mantenere la stazione eretta e di camminare. Occorre
tenere presente che gli spasmi (parte del quadro clinico della spasticit) possono
essere causa di dolore, soprattutto notturno, con ulteriore compromissione del
recupero.
La spasticit pu essere controllata con tecniche riabilitative, con farmaci o ausili.
Nessuno di questi approcci risolutivo e il problema va quindi affrontato in modo
multidimensionale, dal controllo motorio alleducazione dei pazienti.
Tecniche riabilitative
Il controllo della spasticit uno degli obiettivi delle tecniche riabilitative allo scopo
di migliorare la funzionalit motoria. Questo avviene principalmente attraverso
lintervento sul tono muscolare e sugli schemi motori. Diversi approcci sono utilizzati
anche se c una mancanza di prove di efficacia circa la superiorit di un metodo
rispetto ad un altro (Basmajian, Gowland et al. 1987). Vengono utilizzate tecniche
con approcci concettualmente opposti. La tecnica di Bobath tende a ridurre la
spasticit e i riflessi posturali primitivi attraverso tecniche inibitorie, mentre la tecnica
di Brunnstom promuove lattivit anche dei muscoli spastici e dei riflessi primitivi
(Bobath 1979). C da considerare che in rapporto allapproccio attuato le tecniche
possono condizionare periodi pi o meno lunghi di trattamento con evidenti ricadute
sullorganizzazione riabilitativa. Per definire meglio lefficacia di una tesi specifica
quindi necessario ricorrere ad ulteriori studi.
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Raccomandazioni:
a) La terapia farmacologica va somministrata nellambito di un trattamento
multidisciplinare (Grado C).
b) La terapia dovrebbe essere attuata solo nellambito di un trattamento riabilitativo
con identificazione di specifici obiettivi (Grado B).
c) Luso del dantrolene dovrebbe essere fortemente limitato considerato leffetto
negativo sulla forza muscolare (Grado C).
Tossina botulinica
La tossina botulinica potenzialmente un trattamento efficace per la spasticit
focale (ben identificati gruppi muscolari) con pochi effetti collaterali. Ha due
potenziali svantaggi: il costo e la perdita di efficacia dopo circa 3 mesi che, peraltro
pu essere sfruttata vantaggiosamente. Non ci sono prove di efficacia della tossina
botulinica riguardo alla riduzione della disabilit se confrontata con placebo o con
tutori. Questo potrebbe essere attribuibile alla ampia disomogeneit metodologica
degli studi.
Non ci sarebbero vantaggi con liniezione EMG guidata rispetto a quella normale
(Childers, Stacy et al. 1996). Basse dosi di Bta nellarto inferiore associata a specifica
fasciatura hanno lo stesso effetto rispetto a dosi maggiori iniettate in muscoli
diversi (Reiter, Danni et al. 1998). Recentemente stata dimostrata lefficacia dopo
iniezione negli arti superiori anche se leffetto sulla menomazione e non sulla
disabilit (Smith, Ellis et al. 2000).
Anche in questo ambito i dati sono contraddittori e lefficacia discutibile (Lagalla,
Danni et al. 2000). Le differenze riscontrate indicano comunque che critica per
lefficacia una attenta valutazione funzionale dei muscoli da iniettare e che, nella
decisione, il paziente e chi se ne prende cura debbono essere ascoltati (Bhakta,
Cozens et al. 2000).
Raccomandazioni:
a) La terapia con tossina botulinica va considerata nel ridurre la spasticit focale (Grado A).
b) Tale terapia dovrebbe essere applicata con obiettivi riabilitativi specifici (Grado C).
Il biofeedback
Le metanalisi effettuate non sono riuscite a mettere in evidenza in modo chiaro
l'efficacia del biofeedback.
In effetti tale approccio pu essere di diverso tipo in base ai diversi distretti o funzioni
(Schleenbacker 1993), (Moreland 1998), (Glantz, 1995). Ci sono prove circa l efficacia
del biofeedback nel velocizzare il recupero della simmetrizzazione di carico (Dursun,
Hamamci et al. 1996), (Sackley and Lincoln 1997).
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Raccomandazioni:
a) Questa tecnica non dovrebbe essere usata di routine ma mirata al raggiungimento
di obiettivi specifici (Grado A).
b) Il biofeedback dovrebbe essere considerato come terapia aggiuntiva, in particolare
per la rieducazione della postura eretta (Grado A).
Lelettrostimolazione
Lelettrostimolazione (ES) pu essere utilizzata come un trattamento terapeutico,
in particolare per diminuire la spasticit, o in modo funzionale per migliorare la
forza anche con eventuali ortesi (Burridge, Taylor et al. 1997). In una recente
metanalisi si messo in evidenza un ruolo dellelettrostimolazione nel recupero
(Glanz, Klawansky et al. 1996).
Raccomandazioni:
a) LES dovrebbe essere usata solo nellambito di specifici obiettivi (Grado A).
b) La FES dovrebbe essere utilizzata se la dorsiflessione del piede facilitata pu
migliorare il cammino (Grado A).
4.12.1 Il dolore
Il dolore pu avere diverse cause: alcune dipendono direttamente dal danno del
SNC ed altre sono conseguenti a complicanze secondarie e terziarie. Nel primo
caso, il dolore conseguenza dellalterata elaborazione del segnale da parte del
cervello e viene per questo definito di tipo centrale. Laltro dolore generalmente
provocato da condizioni articolari, che si possono sommare a condizioni
premorbose. Tipica di questa situazione la spalla dolorosa con le sue diverse cause,
ma vi sono anche altre condizioni di artropatia.
Raccomandazioni:
a) Dovrebbe essere effettuata una valutazione sistematica del dolore in ogni paziente
affetto (Grado C).
b) Tutti i tipi di dolore dovrebbero essere trattati in accordo con il paziente (Grado C).
c) Il dolore centrale dovrebbe essere trattato con gli antidepressivi triciclici in prima
istanza e, quindi, prima possibile, con gli antiepilettici successivamente (Grado A).
d) Pazienti con dolore intrattabile dovrebbero essere inviati da specialisti del dolore (Grado C).
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Raccomandazioni:
a) Lagopuntura andrebbe utilizzata solo in ambito specifico in studi RCT (Grado A).
b) La TENS andrebbe usata in modo specifico in studi RCT stratificando per obiettivi
(Grado A).
Raccomandazione:
Il trattamento dellarto superiore dovrebbe essere precoce e intensivo (Grado B).
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Raccomandazioni:
a) Luso del treadmill dovrebbe essere considerato soprattutto in pazienti dove permane
la difficolt nel cammino (Grado A).
b) La rieducazione al cammino va comunque inserita nel programma riabilitativo
anche se le tecniche non si sono dimostrate luna pi efficace dellaltra (Grado B)
4.16.1 La depressione
Interessa circa il 27% dei pazienti affetti da ictus e questo valore significativamente
superiore alla prevalenza nella popolazione (OR 2.28, 95% CI 1.61-3.24) (Beekman,
Penninx et al. 1998), (Burvill, Johnson et al. 1995).
E particolarmente frequente nei primi mesi dallevento (Burvill, Johnson et al.
1995); 1/3 dei pazienti affetti hanno un quadro depressivo che persiste oltre il primo
anno dopo lictus (Herrmann, Black et al. 1998).
La depressione pu interferire negativamente sul successo del programma
riabilitativo (Morris, Raphael et al. 1992), (Sinyor, Amato et al. 1986) e in generale
potrebbe condizionare il recupero (Angeleri, Angeleri et al. 1993).
Questa condizione aumenta i tempi di degenza in ospedale (Schubert, Taylor et al.
1992). Il trattamento con farmaci antidepressivi efficace nella depressione post-
ictus in maniera significativa con un netto miglioramento nelle attivit di vita
quotidiana (Skegg 1999; Smith, Silver et al. 1999; Townsend, Courchesne et al. 1999;
Silver, Macko et al. 2000; Nelles, Jentzen et al. 2001; Bailey, Riddoch et al. 2002).
I nuovi farmaci serotoninergici sono efficaci nel trattamento della depressione post-
ictus anche se non si pu affermare che un antidepressivo sia superiore allaltro.
La fluoxetina sembra migliorare sia la menomazione che la disabilit
indipendentemente dal miglioramento depressivo (Dam, Tonin et al. 1996).
Pi recentemente stato dimostrata lefficacia antidepressiva della fluoxetina senza
alcuna influenza sul processo di recupero (Wiart, Petit et al. 2000). La fluoxetina,
confrontata con la nortriptilina risulta meno efficace (Robinson, Schultz et al. 2000).
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4.16.2 Lansia
Anche lansia pu interferire negativamente con il processo di recupero. Infatti la
paura di cadere durante i trasferimenti o la deambulazione o di non riuscire a
svolgere determinate attivit, pu provocare una strategia di evitamento e quindi
impedire il processo di recupero.
Raccomandazioni:
a) I pazienti devono essere informati sullimpatto che la malattia produce sulla loro
vita (Grado B).
b) Si devono valutare i bisogni psicosociali del paziente (Grado C).
c) Tutti i pazienti devono essere valutati e tenuti sotto osservazione per la depressione
e lansia (Grado C).
d) I pazienti con grave depressione dovrebbero essere trattati con antidepressivi (Grado A)
e) I pazienti con disturbo depressivo dovrebbero essere presi in considerazione per
inserimento in uno studio controllato (Grado A).
f) I pazienti con disturbi gravi che producono una resistenza alla terapia e peggiorano
la disabilit dovrebbero essere trattati con laiuto di uno psicologo o psichiatra di
esperienza (Grado C).
4.17 La dimissione
Il momento della dimissione rappresenta, assieme alla presa in carico, uno degli
snodi a maggiore criticit lungo il percorso riabilitativo del paziente con ictus.
E infatti il momento in cui il paziente e la sua famiglia possono avvertire il disagio
di passare da una condizione protetta a una situazione che pu esaltare la disabilit
rispetto alla condizione premorbosa.
Per questa ragione la dimissione deve essere pianificata e programmata con estrema
attenzione, qualunque sia lambiente di cura dal quale il paziente viene dimesso,
attraverso la definizione di un vero e proprio piano, il pi precocemente possibile.
Si deve quindi tenere conto dello stato funzionale, delle condizioni ambientali,
psicologiche e sociali del paziente, che necessariamente condizionano la scelta
dellambiente riabilitativo e/o del reinserimento domiciliare.
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possono usufruire coloro che si prendono cura del paziente con ictus e le strutture
messe a disposizione dal Servizio Sanitario. E necessario che il medico di famiglia
si faccia carico anche di questa funzione laddove non vi disponibilit di tale
figura professionale;
3. il responsabile del Centro di Salute che deve farsi carico di garantire gli aspetti
organizzativi della gestione del paziente una volta dimesso dalla struttura di
ricovero a ciclo continuativo.
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la comunicazione va data almeno 72 ore prima della dimissione nel reparto per
acuti, e 14 giorni prima nellunit di riabilitazione intensiva, ai parenti del paziente
o a coloro che se ne prendono cura; va confermata l organizzazione delleventuale
trasporto;
lattivazione del medico responsabile del Centro di Salute, che ha il compito di
organizzare le attivit assistenziali e/o riabilitative qualora il paziente non venga
trasferito in strutture ospedaliere di riabilitazione;
la comunicazione con il medico di medicina generale che deve essere portato a
conoscenza delle condizioni cliniche del paziente al momento della dimissione,
ma anche del programma e del percorso riabilitativo scelto.
Raccomandazioni:
a) E assolutamente fondamentale impostare il programma di dimissione fin dal momento
della diagnosi clinica, allingresso del paziente nellospedale per acuti (Grado C)
b) La dimissione precoce deve essere considerata se esiste un gruppo territoriale per
la riabilitazione dellictus e se il paziente capace di essere trasferito in sicurezza dal
letto alla carrozzina (Grado A)
c) La dimissione non dovrebbe essere effettuata con linvio a servizi generici di
riabilitazione (Grado A)
d) Chi assiste i pazienti dovrebbe disporre di tutti gli ausili necessari per posizionare,
trasferire e aiutare il paziente minimizzando i rischi (Grado B)
e) I servizi ospedalieri dovrebbero avere un protocollo e linee guida locali di dimissione
ed allertare il centro di riabilitazione intensiva o il servizio territoriale di riferimento
il pi precocemente possibile (Grado A)
f) Prima della dimissione occorre verificare che:
- Il paziente e la famiglia sono preparati e pienamente coinvolti (Grado C)
- Il medico di medicina generale, il team dei centri di salute e i servizi sociali sono
informati (Grado C)
- Gli ausili necessari sono stati individuati ed eventualmente prescritti (Grado C)
- Non ci sono ritardi nel proseguire il trattamento in day hospital o sul territorio (Grado A)
- I pazienti sono informati sulla presenza di associazioni e gruppi di volontariato
(Grado C)
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Raccomandazioni:
a) La necessit di un ausilio specifico dovrebbe essere costantemente valutata
(Grado B)
b) I pazienti dovrebbero essere dotati degli ausili prima possibile (Grado A)
c) Tutti i pazienti dovrebbero disporre rapidamente degli ausili necessari (Grado C)
d) La prescrizione dellausilio deve essere fatta in accordo con il paziente e la famiglia
in base alle loro aspettative (Grado C)
e) Le ortesi di caviglia sono utili in pazienti selezionati (Grado B)
f) Laddove necessarie, le ortesi di caviglia vanno personalizzate (Grado C)
g) Il bastone o il tripode possono migliorare la stabilit in stazione eretta e nel
cammino in pazienti con grave disabilit (Grado B).
Raccomandazioni:
a) Per ogni paziente, sia esso ricoverato o gi al proprio domicilio, andrebbero valutati
eventuali adattamenti ambientali che possano migliorarne lindipendenza (Grado A)
b) La prescrizione dovrebbe essere effettuata dopo unattenta valutazione tenendo
conto del paziente e del suo contesto sociale (Grado B)
c) Il paziente e chi se ne prende cura dovrebbero essere addestrati allutilizzo (Grado C)
d) Lutilizzo e la necessit degli adattamenti e degli ausili dovrebbe essere regolarmente
valutati e eventualmente cambiati ove necessario (Grado B)
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Raccomandazioni:
a) Tutti i pazienti con difficolt nelle attivit della vita quotidiana dovrebbero essere
valutati da un terapista occupazionale con specifica esperienza in disabilit
neurologiche (Grado A)
b) Un paziente con persistente difficolt nelle attivit della vita quotidiana dovrebbe
essere rivalutato per eventuali menomazioni percettive non precedentemente
evidenziate (Grado B)
c) Pazienti con difficolt nelle attivit della vita quotidiana dovrebbero essere trattati
dal gruppo multidisciplinare (Grado A)
d) Il paziente dovrebbe essere coinvolto sugli obiettivi del trattamento per le attivit
della vita quotidiana (Grado C)
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Raccomandazione:
Il paziente con ictus acuto va ricoverato in una stroke unit, indipendentemente dalla
gravit del quadro clinico. (Grado A)
Implicazione Organizzativa
Se non possibile raggiungere questo livello di organizzazione necessario garantire
che i pazienti con ictus:
vengano ricoverati in una zona del reparto per acuti dedicata;
vengano assistiti da infermieri e fisioterapisti con esperienza e competenza
specifica secondo una metodologia di lavoro che, pur in assenza di un gruppo
multidisciplinare strutturato, preveda la definizione di una strategia di intervento,
il coinvolgimento dei familiari, la focalizzazione dei problemi specifici e la
diffusione di materiale informativo.
La stroke unit
In Italia i pazienti con ictus in fase acuta possono essere ricoverati sia in reparti con
un elevato livello di specializzazione, organizzati per fornire unassistenza
multidisciplinare, che in reparti tradizionali.
Pur non esistendo una definizione univoca di stroke unit, le caratteristiche di questi
servizi dedicati, rispetto ai centri di cura convenzionali sono:
il lavoro in gruppo multidisciplinare ad elevata specializzazione;
il continuo aggiornamento del personale coinvolto che presenta esperienza nella
gestione dellictus;
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Per stroke unit si intende un reparto in cui si pratica assistenza clinica intensiva.
Ununit di 10 posti letto prevede:
3-5 infermieri per turno (da 1 ogni 2 letti a 1 ogni 4)
1-2 fisioterapisti (da 1 ogni 5 pazienti a 1 ogni 3)
1 terapista occupazionale
0,5 terapisti del linguaggio e delle funzioni cognitive
E stata dimostrata lapplicabilit del modello organizzativo della stroke unit nella
realt clinica (Stegmayr, Asplund et al. 1999) e la riduzione dei costi rispetto ai
reparti tradizionali (RCPE 2000).
I pazienti ricoverati sia in una stroke unit per acuti che in una riabilitazione intensiva
in fase precoce (entro il primo mese) hanno pi probabilit di tornare ad una vita
indipendente e di non essere istituzionalizzati se paragonati ai pazienti ricoverati
nei reparti conventionali (Collaboration 2000).
Non esiste ad oggi una organizzazione con maggiori prove di efficacia per offrire
una cura migliore degli ictus che non sia il ricovero in una stroke unit, n esiste un
criterio provato per poter selezionare i pazienti che ne possano giovare di pi.
La fase post acuta deve svilupparsi lungo un percorso che tenga conto delle diverse
componenti cliniche, personali e sociali della persona ammalata, in modo tale da
poter applicare il progetto riabilitativo, ottenendo il miglior rapporto costo beneficio.
Se vero che il programma riabilitativo pu produrre effetti positivi anche in soggetti
con disabilit minimali, occorre definire criteri di priorit di intervento per individuare
chi pu trarne maggior beneficio. Un punto critico rappresentato dai tempi riferiti al
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livelli di priorit al fine di privilegiare coloro che possono trarre maggior beneficio
da un progetto riabilitativo.
Per una corretta scelta dellambiente riabilitativo necessario che la valutazione
standardizzata si basi sia su dati clinici che su dati di contesto (personali, familiari
e sociali).
Condizioni Cliniche:
Deficit neurologici;
Complicanze e comorbilit;
Aspetti funzionali (deficit nutrizionali, integrit cutanea, etc).
Elementi di rilievo:
Condizioni fisiche premorbose;
Condizioni mentali e capacit di apprendimento;
Stato emotivo e motivazione.
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Raccomandazione:
Il paziente ammesso nel reparto di riabilitazione intensiva deve essere stabile o
moderatamente stabile, comunque con una complessit di problematiche tali da
richiedere il monitoraggio clinico 24 ore su 24 (grado C).
a) Stabilit
Il paziente non presenta febbre, ha parametri vitali stabili, non presenta cambiamenti
importanti nelle condizioni generali, non richiede cambiamenti nel trattamento
durante le prime 48 ore. I deficit neurologici sono stabili o in regressione, il paziente
pu ricevere adeguata nutrizione per via orale o pu essere attuata una nutrizione
ed idratazione per via enterale.
b) Moderata stabilit
Uno o pi problemi clinici hanno richiesto un cambio di terapia nelle prime 48 ore
ma i sintomi o lesame obiettivo non presentano significativi cambiamenti. Non
stata stabilita una via di nutrizione e di idratazione permanente. I deficit neurologici
sono invariati o migliorano.
c) Instabilit
Il paziente ha condizioni che richiedono di essere diagnosticate e trattate presso
un'unit di terapia intensiva, perch minacciano la vita del paziente e potrebbero
causare stati patologici gravi se non prontamente trattati. Deficit neurologici e stato
di coscienza fluttuanti nelle prime 48 ore.
E' quindi evidenziato come lo stato di instabilit richieda il ricovero in unit per
acuti di terapia intensiva.
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Non ci sono evidenze circa il fatto che lefficacia del trattamento riabilitativo sia in
relazione alla gravit del quadro clinico (Alexander 1994), (Ronning and Guldvog 1998).
Il concetto di grave cerebrolesione acquisita correlata alla gravit del coma (GCS <8),
in genere dovuta alla sofferenza cerebrale diffusa conseguente al trauma. In pazienti con
ictus ischemico o emorragico si possono avere condizioni di gravit tale che non si
limitano al danno focale, ma producono un danno cerebrale diffuso spesso legato
alledema, alla vastit del danno, alleventuale idrocefalo etc.
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Efficacia
Ad oggi non ci sono forti prove di efficacia che supportino la scelta di un determinato
ambiente riabilitativo. In particolare, non esistono studi randomizzati controllati che
valutino lefficacia della riabilitazione ambulatoriale rispetto a quella domiciliare. Vi
sono prove dellefficacia del trattamento domiciliare nel ridurre la disabilit e
aumentare la qualit della vita rispetto al trattamento in regime di day hospital, a
costo, per, di una maggiore ansia dei parenti (Young and Forster 1992, Gladman,
Lincoln et al. 1993), (Anderson, Rubenach et al. 2000). Non ci sono differenze di
efficacia tra il trattamento prolungato in regime di ricovero continuativo ed a domicilio,
n in termini di mortalit, n di disabilit (Anderson, Mhurchu et al. 2000; Anderson,
Rubenach et al. 2000) (Widen Holmqvist, Von Koch et al. 1998) (Gladman, Lincoln et
al. 1993; Gladman, Whynes et al. 1994; Gladman and Lincoln 1994; Gladman, Forster
et al. 1995), (Rudd, Wolfe et al. 1997). E possibile effettuare un precoce reinserimento
a domicilio con supporto integrato dello stroke service, con il vantaggio di diminuire
il numero di pazienti disabili (Indredavik, Fjaertoft et al. 2000), (Anderson, Rubenach
et al. 2000). Il confronto tra lospedalizzazione e il trattamento domiciliare non porta
a differenze di prognosi, ma mette in evidenza differenze di costi. Il problema si sposta
quindi ad una valutazione di costi-benefici tra i 3 setting (domicilio, Ambulatorio-
Day Hospital e ricovero) che il paziente pu sfruttare una volta dimesso.
Costi
Si calcola che la terapia domiciliare costi il 27%, in pi rispetto al ricovero, 2,6 volte
di pi rispetto al trattamento ambulatoriale e il 25 % in meno rispetto al day hospital
(Gladman, Lincoln et al. 1993; Gladman, Whynes et al. 1994; Gladman and Lincoln
1994; Gladman, Forster et al. 1995). Un altro recente studio ha confrontato il trattamento
in regime di day hospital con il trattamento in riabilitazione domiciliare dimostrando
un lieve vantaggio per la seconda con un significativo minore costo (Young and Forster
1992; Young and Forster 1993). Altri studi non mostrano differenze n in termini di
prognosi, n in costi. Probabilmente il miglior rapporto costo-benefecio pu essere
ottenuto con un sistema misto domiciliare/day hospital (Roderick, Low et al. 2001).
Raccomandazioni:
a) Lattivit di riabilitazione domiciliare indicata sotto forma di terapia
occupazionale per brevi periodi (Grado A).
b) Una modalit di riabilitazione domiciliare consiste nellattivit di insegnamento
al paziente e alle assistenze per esercizi e mobilizzazioni autogestite (Grado B).
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Il tipo di menomazione alla base della disabilit deve orientare specifici percorsi
dintervento e protocolli terapeutici cui si associa la necessit di coinvolgere specifiche
figure professionali nellquipe riabilitativa.
Tale quipe, ove la complessit della disabilit trattata imponga la presa in carico
pi estesa del paziente, deve essere allargata ad altre figure professionali che
nevengono a costituire cos parte integrante:
Assistente Sociale
Psicologo
Neurologo esperto in ictus.
Medici specialisti (in regime di consulenza polispecialistica)
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Gli interventi della riabilitazione territoriale possono essere erogati sia a livello
ambulatoriale che al domicilio dei pazienti con:
A - Disabilit lieve:
Il paziente capace di accedere alla propria abitazione (scale o ascensore)
autonomamente, con sorveglianza o con aiuto.
B - Disabilit medio-grave:
Il paziente pu mantenere la posizione seduta per almeno due ore e pu essere
trasportabile.
C - Disabilit grave:
Il paziente non mantiene la posizione seduta. Non trasportabile.
- Viene attivata la consulenza riabilitativa domiciliare.
Per la realizzazione di tale modalit operativa importante che ogni servizio si
possa avvalere di un adeguato servizio di trasporto per disabili.
1.Invio dal gruppo multidisciplinare del reparto ospedaliero o dal medico di base
allequipe riabilitativa territoriale.
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Raccomandazione:
Laddove lquipe territoriale offra prestazioni anche nellospedale per acuti opportuno
e utile stabilire uno stretto collegamento tra trattamento per acuti e programma
riabilitativo territoriale. (Grado C)
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Raccomandazioni:
a) I cicli di mantenimento assumono una bassa priorit, a vantaggio dellintervento
in fase acuta e post-acuta, dove sembra che un adeguato programma riabilitativo
dia maggiori benefici (Grado C).
b) Il gruppo multidisciplinare territoriale deve monitorare periodicamente (ogni 6
mesi) il mantenimento delle abilit (Grado C).
c) Un nuovo programma riabilitativo (assistenziale, occupazionale, motorio etc.) pu
essere impostato qualora si riscontri un peggioramento della disabilit (Grado C)
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FIGURA 3
Percorso del paziente con Ictus in base alla gravit
Riabilitazione
Estensiva Ospedaliera
Riabilitazione
Intensiva Ospedaliera
Riabilitazione
Territoriale
Struttura
Casa Protetta
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FIGURA 4
Percorsi di riabilitazione territoriale
Riabilitazione Territoriale
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4 3 2 1
Condizioni Buone Discrete Scadenti Pessime
generali Abile ad eseguire Richiede Richiede Totalmente
Livelli di le proprie ADL* assistenza per assistenza per pi dipendente per
assistenza richiesti alcune ADL* ADL* tutte le ADL*
per ADL* relativi a:
igiene,
alimentazione,
movimenti
Firma compilatore
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Allegato
Utente
Valutazione iniziale
10 1 2 3 4 1 2 3 4 9
sacro 9
10 cresta iliace
12 1 2 3 4 1 2 3 4 11
12 gluteo 11
15 1 2 3 4 1 2 3 4 13
13
15 coscia
16 1 2 3 4 genitali 14 1 2 3 4 14
18 1 2 3 4 16 ginocchio 1 2 3 4 17
polpaccio 17
23 1 2 3 4 1 2 3 4 19
22 1 2 3 4 18 malleolo esterno 1 2 3 4 21
tendine Achille 19
pianta 21 1 2 3 4 20
23 alluce
20 malleolo interno
22 calcagno
Legenda
Lesioni 1 stadio - Arrossamento stabile (rossore che permane anche dopo 15 dalla
decomposizione della zona
Lesioni 2 stadio - Escoriazioni e/o vescicole. E coinvolto lepidermide e il derma.
Lesione 3 stadio - Ulcerazione a carico di tutto lo spessore della cute con esposizione del
tessuto sottocutaneo.
Lesioni 4 stadio - Ulcerazione profonda con esposizione dei muscoli e delle ossa.
Aspetto: tessuto di granulazione, chiaro e sano - crosta o tessuto fibrotico - escara
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La riabilitazione pu essere definita come una fondamentale forma di intervento per
i pazienti che hanno subito un ictus, accanto agli interventi medici e chirurgici di provata
efficacia.
E finalizzata ad ottenere il recupero del miglior livello fisico, cognitivo, psicologico,
funzionale e delle relazioni sociali nellambito dei bisogni e delle aspirazioni dellindividuo
colpito e della sua famiglia.
Termini
ADL (Attivit di vita quotidiana). Attivit quotidiane basilari come nutrirsi, rassettarsi,
lavarsi e vestirsi.
Afasia. Perdita della capacit di comunicare oralmente, per segni o per iscritto, oppure
incapacit di comprendere tali forme di comunicazione; la perdita della capacit di
usare il linguaggio.
Affidabilit, dei test di controllo. Procedura di valutazione che permette di giungere alle
medesime conclusioni diagnostiche o valutative su di un determinato paziente in tempi
diversi, in condizioni cliniche di stabilit.
Affidabilit, fra osservatori. Procedura di valutazione che permette a differenti osservatori
di giungere alle medesime conclusioni diagnostiche o valutative su di un determinato
paziente, le cui condizioni cliniche sono stabili.
Agrafia. Incapacit di esprimere per iscritto il proprio pensiero.
Alessia. Incapacit di comprendere il linguaggio scritto.
Anteriore. Parte frontale di un organo o del corpo.
Aprassia. Patologia del movimento appreso non correlata con deficit di forza,
coordinazione, sensibilit o comprensione.
Astereognosia. Incapacit di riconoscere o caratterizzare oggetti al tatto.
Atassia. Patologia del movimento in cui l'attivit muscolare non coordinata.
Attacco ischemico transitorio (TIA). Rapida insorgenza di un deficit neurologico focale
che regredisce spontaneamente in pochi minuti o in poche ore, ma sempre entro 24 ore
e che dopo adeguate indagini si ritiene causato da ischemia
Attivazione. Stimolazione del sistema nervoso ottenuta incoraggiando il paziente con
esiti di ictus a divenire mentalmente e fisicamente attivo.
Attivit. Prestazione di un individuo nelleseguire un compito od un attivit
Autosufficienza. Capacit di provvedere a se stessi svolgendo le normali attivit di vita
quotidiana.
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Biofeedback. Utilizzo di retroazione visiva o uditiva sullo stato di una funzione fisiologica
(come il battito cardiaco) o sulla posizione di una parte del corpo (come il braccio o la
gamba) con il proposito di aiutare l'individuo ad ottenere un miglior controllo della
funzionalit e della posizione.
Cardiovascolare. Pertinente al cuore e ai vasi sanguigni
Caregiver. Persona che fornisce supporto diretto ad un disabile, generalmente al domicilio.
Cervello. Principale porzione dellencefalo che comprende i due emisferi cerebrali;
termine spesso utilizzato come sinonimo di encefalo
Cognitivit/cognitivo. Processo del conoscere, che comprende coscienza, percezione,
ragionamento, ricordo e capacit di soluzione dei problemi.
Comorbilit. Una o pi malattie croniche addizionali in un individuo che ha avuto uno
ictus, come patologie cardiache o polmonari.
Compensazione. Abilit di un individuo con invalidit residua da ictus a svolgere un
compito sia utilizzando l'arto colpito attraverso un approccio adatto (differente), sia
l'arto sano direttamente; indica anche un approccio riabilitativo con cui il paziente si
adatta alle invalidit residue e le compensa.
Continenza. Capacit di controllo sfinterico (minzione e alvo).
Contrattura. Condizione di blocco ad alta resistenza allo stiramento muscolare passivo
per fibrosi e retrazione dei tessuti di sostegno di muscoli e articolazioni.
Controlaterale. Lato opposto.
Controllo motorio. Capacit di controllare i movimenti del corpo.
Coronaropatia. Patologia cardiaca caratterizzata da restringimento o occlusione delle
arterie che irrorano il muscolo cardiaco, che esita in dolore toracico, miocardiopatia
acuta e lesioni cardiache
Counseling. Interventi di supporto e di istruzione volti ad assistere il paziente o la
famiglia nell'identificazione delle questioni fondamentali e nella soluzione dei problemi
a esse collegati.
Deambulazione. Atto del camminare.
Decadimento fisico. Perdita di forma fisica o cardiovascolare come risultato dell'inattivit.
Deficit. Perdita di abilit; in caso di ictus, perdita delle funzioni neurologiche.
Demenza. Patologia mentale caratterizzata da deficit cognitivo e frequentemente da
disturbo di personalit da deterioramento cerebrale; un esempio il morbo di Alzheimer
Depressione. Patologia mentale caratterizzata da disperazione, scoraggiamento e tristezza.
Deterioramento. Perdita o anormalit di capacit fisiche o psicologiche.
Diagnosi. Determinazione dell'esatta natura di una specifica patologia
Disartria. Difficolt all'articolazione corretta del linguaggio.
Disfagia. Difficolt a deglutire.
Embolo/embolia. Coagulo o sostanza estranea nel circolo ematico che occlude un'arteria
o una vena.
Emianopsia omonima. Deficit visivo o cecit della met destra o sinistra del campo
visivo di entrambi gli occhi.
Eminattenzione o Negligenza Spaziale Unilaterale (NSU). Ridotta capacit ad orientarsi
verso lo spazio (Personale, peripersonale, extrapersonale) controlaterale.
Emiparesi. Debolezza muscolare o paralisi parziale di un lato del corpo.
Emiplegia. Paralisi di un lato del corpo.
Emorragia cerebrale. Emorragia che si manifesta nel tessuto cerebrale.
Emorragia sub-aracnoidea. Emorragia dello spazio sub-aracnoideo che causa
compressione o emorragia a livello dellencefalo.
Emorragia. Sanguinamento da rottura di un vaso.
Epidemiologia. Studio dei fattori che influenzano la frequenza e la distribuzione di una
malattia nella popolazione.
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eventualmente camminare.
Monitoraggio. Controlli ripetuti delle condizioni cliniche, neurologiche e funzionali di
un paziente.
Neurologia. Branca della medicina che studia il sistema nervoso.
Occlusione. Blocco.
Omolaterale. Stesso lato.
Ortesi. Apparecchi meccanici che esercitano una pressione su parti del corpo per
sorreggere, correggere o aiutare una funzione.
Partecipazione. Il coinvolgimento di un individuo nelle situazioni relative allo Stato di
Salute, Funzioni e Strutture del Corpo, Attivit e fattori Contestuali
Patologia. Interruzione delle normali funzioni organiche o strutture, o interferenza con
le stesse da parte di una malattia.
Paziente ambulatoriale. Persona che riceve il trattamento in una struttura sanitaria
senza esservi ricoverata continuativamente, anche in regime di day-hospital.
Paziente degente. Individuo sottoposto a trattamento durante il ricovero in ambiente
ospedaliero.
Percezione. Riconoscimento conscio di uno stimolo sensoriale.
Perseverazione. Involontaria e patologica persistenza di una risposta verbale o motoria
indipendente dallo stimolo e dalla sua durata.
Piaga da decubito. Ulcerazione cutanea da prolungata pressione in pazienti costretti
a letto o in carrozzina.
Profilassi. Trattamento atto a prevenire malattie.
Propriocezione. Percezione del movimento o della posizione spaziale del corpo.
Psicoterapia. Intervento psicologico continuativo.
Restrizioni della Partecipazione. Problemi incontrati da un individuo nel modo o nel
grado di coinvolgimento nelle varie situazioni della vita
Riabilitazione acuta. Termine utilizzato da alcune fonti per indicare una riabilitazione
intensa a cui viene sottoposto un paziente degente in una struttura specializzata nella
riabilitazione
Riabilitazione allargata. Approccio riabilitativo che coinvolge tutti i servizi e le discipline
riabilitative (fisioterapia, terapia occupazionale, animazione, servizi di igiene mentale, ecc.).
Riabilitazione estensiva. Attivit riabilitativa applicata con unintensit compresa
tra 1 e 3 ore.
Riabilitazione intensiva. Generalmente riconosciuta come attivit riabilitativa che
comprende 3 o pi ore quotidiane di fisioterapia e terapia occupazionale, psicologica
o logopedica per 5 o pi giorni alla settimana.
Riabilitazione. Recupero all'autosufficienza di un disabile o comunque ottimizzazione
della sua indipendenza funzionale.
Screening. Valutazione tesa ad individuare condizioni cliniche iniziali o prima della loro
manifestazione, spesso con lo scopo di attuare trattamenti di prevenzione o
miglioramento del problema.
Sensibilit ai cambiamenti. Abilit di una procedura di valutazione o di uno strumento
di individuare cambiamenti clinici minimi.
Sensibilit. Caratteristiche di una procedura di valutazione o di uno strumento che si
riferiscono alla sua ragionevolezza, importanza e facilit di utilizzo.
Sopore. Riduzione dello stato di allerta o di veglia.
Spasticit. Anormale incremento del tono muscolare.
Stabilit clinica. Mantenimento di condizioni di salute stabili nonostante la
malattia in atto.
Stereognosia. Capacit di percepire natura e forma di un oggetto al tatto.
Stimolazione elettrica funzionale. Scariche elettriche applicate ai nervi o ai muscoli
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Appendice 1
Appendice 1
In fase acuta e immediatamente post - acuta gli ausili, necessari alla prevenzione
delle complicanze, sono di propriet e pertinenza delle strutture di ricovero in cui
il paziente giunge dopo lictus e solo raramente hanno bisogno di personalizzazione
per particolari esigenze del paziente.
E al momento della dimissione del paziente che si deve valutare la necessit dausili
utili ed idonei, sia per quanto riguarda il programma riabilitativo immediato, sia
considerando la situazione ambientale in cui il paziente si trover alla dimissione
(barriere architettoniche nelle eventuali realt di reinserimento).
Al momento della dimissione dalla fase acuta, raramente possibile una completa
valutazione delle capacit di recupero del paziente; nella gran parte dei casi, pertanto,
il compito di prescrizione degli ausili, secondo le condizioni cliniche, va demandato
al team della riabilitazione post - acuta, intensiva od estensiva. Il team deve fornire
al paziente, insieme alla lettera di dimissione, una dettagliata prescrizione degli
ausili necessari, indicando i codici di riferimento, le modalit, i tempi dutilizzo e
le finalit della fornitura. Altrettanto importante offrire ai familiari o, quando
questi fossero indisponibili, alle figure che si occuperanno dellassistenza del
paziente, una chiara indicazione su orari ed ubicazione degli uffici di prescrizione
e sulla documentazione necessaria per ottenere la fornitura.
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Appendice 1
II
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volontariato;
promozione diniziative volte ad una maggiore conoscenza e sensibilizzazione
rispetto alle opportunit ed alle potenzialit degli AUSILI per il reintegro sociale
del disabile (adattamenti per la guida di veicoli, informazioni sui contributi per
leliminazione delle barriere architettoniche, ecc.);
attivit di ricerca e studio, in particolare per la costruzione di nuovi edifici pubblici
o adibiti ad abitazione, alle applicazioni delle nuove tecnologie elettroniche ed
informatiche (Domotica: telecontrollo delettrodomestici ed altri automatismi nel
proprio domicilio) ed alle nuove tecniche per la mobilit dei disabili nei servizi
pubblici di trasporto (autobus, treni, ecc.);
prescrizione, collaudo e verifica dellefficacia ed efficienza degli ausili forniti
nellambito del NOMENCLATORE TARIFFARIO DELLE PROTESI, rafforzando la
personalizzazione del servizio con adeguatezza qualitativa e tecnologicamente
aggiornata;
offerta di consulenza tecnica per la costruzione e la sperimentazione dausili,
protesi ortesi, strutture facilitanti lautonomia, la mobilit e loperativit in genere,
sia ludica sia lavorativa, del soggetto con disabilit.
III
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Progetto grafico:
Promovideo ADV - Perugia
Stampa:
Graphic Masters - Perugia
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