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blicati da Locke. Essi furono conservati faith and above reason). Procedendo poi
nella Lovelace Collection, dalla quale W. sulla scia aperta dal suo amico Boyle un
Von Leyden attinse il materiale che anno- anno prima (nel 1675) con l'opera Recon-
t criticamente e pubblic nel 1954[2]. cileableness of Reason and Faith, Locke
L'opera si suddivide in otto questioni (e- si propone di distinguere le province del-
sposte a modo scolastico) riguardanti l'e- la fede e della ragione, nella sicurezza
sistenza della legge naturale (prima que- che, senza questa distinzione, il pericolo
stione), la sua conoscibilit (dalla seconda di degenerazione in entusiasmo (vale a
alla quinta questione), l'obbligatoriet (se- dire, in fanatismo religioso) sempre in
sta e settima questione) e il suo fonda- agguato.
mento (questione ottava)[3]. Si deve dire Un'altra opera di Locke poco cono-
anche che, nell'opinione di Locke, tanto sciuta, della quale Sina ci procura una
l'obbligatoriet come il fondamento di pregevole sintesi, The Conduct of the
questa legge di natura, riposano sulla vo- Understanding. Pubblicata dopo la morte
lont divina. da Anthony Collins e Sir Peter King nel
Anche nel suo Giornale, Locke con- 1706 nelle Posthumous Works of Mr.
segn importanti riferimenti alla questio- John Locke, l'opera affronta molte delle
ne riguardante il rapporto tra fede e ragio- tematiche gi considerate nel Saggio sul-
ne, particolarmente lungo l'anno 1676, du- l'intelletto umano, ma con la differenza
rante il suo soggiorno a Montpellier. che invece di presentare una fisiologia
L'occasione alla quale si dovette l'interes- dell'intelletto umano, come faceva nel
samento di Locke sul rapporto tra fede e Saggio, egli intraprende, in quest'altra o-
ragione gli fu fornita ci assicura Sina (p. pera, uno studio sulle patologie e le de-
29) da parecchi atteggiamenti religiosi viazioni dell'intelletto e i rimedi per cor-
osservati nell'ambiente della Francia cat- reggerli.
tolica e ritenuti da Locke fideistici, perch Ma lo scritto di Locke, sul quale Sina
pronti a giustificare qualsiasi credenza col ci pu informare con la maggiore autorit,
semplice ricorso all'above Reason della la Ragionevolezza del Cristianesimo, il
fede. Infatti, ogni setta adopera volentieri pi noto tentativo lockiano di attenta let-
la ragione nella misura in cui essa viene in tura e meditazione dei testi sacri, con il
suo aiuto, ma quando questo aiuto manca, quale il filosofo inglese si accosta alla di-
essi allora gridano forte che tale assevera- vina rivelazione (in particolare ai Vangeli
zione materia di fede e above Reason e agli Atti degli apostoli) per studiare il
(for every sect, as far as reason will help messaggio della salvezza umana. Locke
them, makes use of it gladly, and where it accetta l'insegnamento di questi scritti, e
fails them, they cry out that it is matter of non mette in dubbio la rivelazione e l'i-
spirazione divina dei libri del Nuovo Te-
[2]
Essays on the Law of Nature. The Latin stamento, avvicinandosi ad essi con il
Text with a Translation, Introduction and Notes, solo desiderio di, come dice la Prefazione,
together with Transcripts of Locke's Shorthand in comprendere la religione cristiana. Tut-
his Journal for 1676, edited by W. von Leyden, tavia, come ci ricorda Sina, chiaro che
Clarendon Press, Oxford 1954. l'influsso della teologia latitudinaria e
[3]
La struttura dei capitoli dei Saggi sulla razionalistica inglese del Seicento e del-
legge naturale questa: I. An detur morum regula l'insegnamento dei pastori rimostranti o-
sive lex naturae? Affirmatur; II. An Lex Naturae landesi assai forte nella Ragionevolezza
sit Lumine Naturae cognoscibilis? Affirmatur; III. del Cristianesimo (p. 114).
An Lex Naturae Hominum Animis inscribatur? Locke parte dall'idea protestante della
Negatur; IV. An Ratio per Res a Sensibus haustas Scrittura come unica regola di fede, idea
pervenire potest in Cognitionem Legis Naturae?
comune tra la maggior parte dei teologi
Affirmatur; V. An Lex Naturae cognosci potest ex
inglesi ed olandesi ai quali Locke rivolse
Hominum Consensu? Negatur; VI. An Lex Natu-
rae Homines obligat? Affirmatur; VII. An Obliga-
il suo interesse. Allo stesso modo, dalle
tio Legis Naturae sit Perpetua et Universalis? Af- medesimi fonti protestanti inglesi ed o-
firmatur ; VIII. An Privata cujusque Utilitas sit landesi procede la dottrina della distinzio-
Fundamentum Legis Naturae? Negatur. ne tra verit di fede fondamentali e non
Recensioni 3
fondamentali, base sulla quale Locke fon- Ora, l'insistenza di Locke nell'asserire
da l'affermazione che l'unico articolo di la perfetta conformit di legge di natura e
fede richiesto necessariamente per la sal- legge rivelata, insieme al considerevole
vezza la confessione della messianicit taglio del numero delle verit fondamen-
di Ges di Nazareth. L'idea, come osserva tali di fede compiuto da Locke, fece scat-
Sina, non era nuova. Anche tra i teologi tare la reazione degli autori ortodossi, tra i
inglesi, Chillingworth, nella Religion of quali si contarono soprattutto il calvinista
Protestants, gi affermava questa stessa John Edwards e il vescovo anglicano di
opinione. Tale distinzione inoltre era co- Worcester, il rev. Edward Stillingfleet, i
mune anche presso i teologi rimostranti quali accusarono Locke di razionalismo
olandesi, come Episcopio (Institutiones estremo, di socinianismo e addirittura di
theologicae, Amsterdam 1650) e van ateismo. Sina, invece, ci assicura a questo
Limborch (Theologia christiana). Anche riguardo che la sincerit dell'atteggia-
Ugo Grozio, aderente alle idee arminiane, mento di fede e di rispetto di Locke nei
credeva che accanto a verit di fede, ri- confronti della Scrittura, ribadito nelle va-
chieste nei primi tempi del cristianesimo rie Vindications, fuori dubbio (pp. 119-
per accedere al battesimo, vi erano anche 120) e che gli atteggiamenti caratteristici
altre questioni pi intricate, come quella della Reasonableness non indicano un
della distinzione e dell'unit del Padre, del tentativo di costringere la rivelazione en-
Verbo e dello Spirito Santo, quella delle tro le categorie razionali, quando vengano
due nature in Cristo e delle loro propriet, considerati nel loro preciso contesto stori-
circa le quali anche se non si ha una per- co, che [] quello della teologia latitu-
fetta conoscenza non c' impedimento ad dinaria e rimostrante del secondo Seicen-
essere cristiano (De Dogmatis utilibus et to (p. 120).
gubernatione Ecclesiae Christianae, Am- Insomma, l'Introduzione a Locke, di
sterdam 1652). Lo scopo di queste distin- Mario Sina, un'opera piacevole, la cui
zioni era, naturalmente, di ristabilire l'uni- lettura, sia per il suo contenuto sintetico
t dei cristiani e di raggiungere la pax come per l'abbondanza di dettagli su a-
christiana. spetti di Locke meno conosciuti dal pub-
Questa peculiare interpretazione della blico in generale (specialmente di quelli
Scrittura porta Locke alla convinzione che riguardanti il campo religioso e morale),
l'unico dogma essenziale per la salvezza, sar certamente proficua. Sarebbe stato
contenuto nella Scrittura in modo indubi- desiderabile tuttavia una maggior chiarez-
tabile, , come abbiamo detto, che Ges di za da parte dell'editore nell'indicare che il
Nazareth sia il Messia inviato da Dio e presente volume non una nuova edizio-
promesso nell'Antico testamento. L'accet- ne, ma una ristampa di quella del 2003 o
tazione di questo solo dogma sufficiente forse di quella del 1999.
per potersi dire cristiani. Accanto e come
condizione essenziale di questa fede, si ri- Leopoldo Prieto Lpez, L.C.
chiede sempre il pentimento e la conver-
sione. Fede e pentimento, cio credere
che Ges il Messia, e una vita dedita al Ral Tremblay, Ma io vi dico. L'a-
bene, sono le condizioni indispensabili gire eccellente specifico della morale cri-
per il nuovo Patto (p.118). Nei Vangeli stiana, EDB, Bologna 2006, 214 pp.
Locke scopre soprattutto la sublimit
della predicazione morale di Ges, met- El autor rene en esta obra escritos
tendo in evidenza la perfetta concordanza presentados en diversas ocasiones, bajo el
di questa con i dettami della pura etica ra- hilo conductor de lo especfico y propio
zionale. In questo, si mostra il pi perfetto de la moral cristiana. Vista la mala fama
accordo tra la legge di natura, rivelata da de la moral, como su fuera un conjunto de
Dio per mezzo della luce della ragione a normas negativas, de prohibiciones mini-
tutta l'umanit che volesse far uso di es- malistas, hay que resaltar el enfoque tan
sa, e la legge rivelata da Ges Cristo, positivo tan autnticamente cristiano
l'inviato da quello stesso Dio. del autor. ste insiste en que la moral
4 Recensioni
zionale, viene radicata nel suo sistema te- valore alla ragione, anzi sottolinea il pri-
ologico. Kluxen insiste sulla funzione mato della ragione, giacch il principio
centrale svolta dall'etica nella Summa generale della moralit consiste, secondo
Theologiae, sul radicale mutamento rap- lui, proprio nell'esse secundum rationem
presentato dalla prima secundae rispetto (cfr. cap. XI).
alle opere precedenti di altri autori scola- Pregevole, quindi, la preoccupazione
stici. Se la teologia si occupa di cono- di Kluxen di considerare il rapporto tra fi-
scenze che hanno un qualche rapporto con losofia e teologia e la sua insistenza sul
la salvezza, allora si dovr occupare per fatto che ci sia un'autentica filosofia mo-
intero dell'oggetto dell'etica filosofica, rale nell'opera teologica di Tommaso. Lo
perch, nel ambito pratico l'agire morale studioso pu rivolgere la sua attenzione
sempre significativo per la salvezza (p. alla dinamica teologica complessiva del
72). Kluxen, nel primo capitolo, ricorda pensiero morale di Tommaso o focalizzar-
che la filosofia ancilla theologiae. La la su tematiche filosofiche, ma sempre es-
teologia si serve della filosofia per i pro- sendo consapevole della decontestualiz-
pri scopi: per dimostrare i presupposti del- zazione operata.
l'atto di fede, per chiarire i contenuti della Dalla forte valorizzazione del contesto
fede mediante l'uso di analogie naturali e speculativo teologico dell'etica filosofica
per difendere la fede dagli infedeli. D'altra dell'Aquinate ne segue un'affermazione
parte, ci sono verit fondamentali per la centrale di quest'opera: nella visione klu-
salvezza che sono state rivelate e che sono xeniana, l'etica, come scienza pratica, non
in s accessibili alla ragione, perch sen- dipende n richiede la metafisica (cfr. p.
za la rivelazione esse sarebbero conosciu- 121 e ss). proprio in questo contesto,
te solo da pochi, e solo dopo lungo tempo come risposta, che si colloca l'insistenza
e non senza la commistione di errori (p. di Jan A. Aertsen, nel rivendicare la foun-
59). Poi, per quanto riguarda i rapporti ding function della metafisica rispetto al-
fondativi di filosofia e teologia in Tom- l'etica. Aertsen approfondisce il rapporto
maso, Kluxen distingue fra tre diverse tra metafisica ed etica rilevando il nesso
dimensioni in relazione fra loro: l'etica, la fondativo dell'etica nella metafisica trami-
metafisica dell'azione e la teologia. Que- te il trascendentale bonum (J. A. AER-
sta svolge il ruolo unificante sistematico. TSEN, Medieval Philosophy & the Tran-
Ci non vuol dire che la razionalit venga cendentals: the case of Thomas Aquinas,
trascurata. Kluxen nota che ovunque sia Brill, Leiden - New York - Kln 1996,
possibile argomentare in modo filosofico, 330ss). La proposta di Aertsen, senza vo-
il teologo Tommaso lo fa. Ci dovuto ler qui prendere posizione, sembra in con-
anche al fatto che per Tommaso quasi tut- sonanza con la volont di elaborare una
ta la filosofia ordinata alla conoscenza filosofia di portata autenticamente metafi-
di Dio: Ad cognitionem enim eorum quae sica che si pu credere propria di Tomma-
de Deo ratio investigare potest, multa so-filosofo (cfr. Fides et Ratio, n. 83). Ci
praecognoscere oportet: cum fere totius sembra che l'eccessiva accentuazione del-
philosophiae consideratio ad Dei cogni- la dimensione pratica della ragione e del
tionem ordinetur (CG I, c. 4 n. 3). Da contesto teologico dell'etica filosofica,
tutto ci, Kluxen conclude che anche gli abbiano condotto Kluxen a sottovalutare
scritti puramente filosofici dell'Aquinate, l'importanza di una fondazione speculati-
e in particolare ogni conoscenza morale, va dell'etica filosofica nella metafisica. In
anche quella accessibile razionalmente, parte ci pu essere dovuto anche all'in-
acquisisce la sua posizione e la sua signi- terpretazione della fondazione diffusa tra
ficazione ultime solo nel quadro teologi- alcuni scolastici a dire il vero pochi
co. Ci implica che deve escludersi la pre- secondo la quale la dipendenza dell'etica
tesa di una validit definitiva della scienza dalla metafisica implicherebbe che la re-
morale, che questa deve mantenersi aperta gola della moralit debba essere dedotta a
al compimento teologico, e che non si de- partire della conoscenza della natura u-
ve cercare una fondazione metafisica ul- mana. A mio avviso, questo rapporto eti-
tima della morale. Kluxen non nega un ca-metafisica-teologia il punto pi ori-
Recensioni 9
menti di alcuni autori dell'Antichit greca testo, facendo notare che per Platone la fi-
di fronte all'uso sempre pi comune di te- losofia non arriva a delle conoscenze de-
sti scritti. finitive, ma si colloca in un ambito di per-
Il secondo capitolo dedicato al pro- fettibilit dove la retorica pu avere un
blema delle cosiddette dottrine non scrit- ruolo d'importanza. Ma, senza voler fare
te in Platone. Trabattoni presenta ini- polemica con l'Autore, penso non sia da
zialmente la questione su come leggere i escludere un aspetto pedagogico (basato
Dialoghi, testi scritti che non forniscono sull'eros) per scoprire il valore della reto-
indicazioni precise sul pensiero di Platone rica anche quando si tratta di comunicare
per quanto riguarda gli argomenti ivi di- contenuti filosofici, senza dover fondare,
scussi (pp. 31-33). Il problema si fa pi come pensa (mi sembra) Trabattoni, tale
vivo se confrontiamo le argomentazioni aspetto in una filosofia incapace di essere
presentate nei Dialoghi con le testimo- portatrice di alcuni contenuti forti (cf. p.
nianze sulle dottrine platoniche contenute 75). Allo stesso tempo, le analisi offerte
in diverse testimonianze antiche circa le sul modo di parlare della retorica nel Fe-
cosiddette dottrine non scritte, quando dro hanno delle forzature, per il fatto che
la legittimit di fare tale confronto ha su- il Fedro distingue diversi tipi di retorica;
scitato un vivace dibattito fra gli studiosi. non si pu parlare della retorica come se
Secondo Trabattoni, questo dibattito a- fosse un'unica techne, e rimane chiaro per
vrebbe bisogno di centrare bene il pro- Platone che la retorica pu servire sia per
blema da discutere: se l'atteggiamento di diffondere la verit sia per diffondere ci
Platone nei confronti della scrittura abbia che verit non (cf. pp. 84-85).
un significato storico/contingente o teore- Nelle conclusioni sul Fedro, Trabat-
tico/filosofico (p. 39). toni pensa che Platone parli di psicagogia
Dopo un breve resoconto dei principa- per mostrare quanto essa sia decisiva per
li momenti della recente discussione, capire la filosofia (p. 98), quando in realt
l'Autore tenta di evidenziare alcuni dei si potrebbe dire proprio l'opposto: quanto
possibili motivi di fondo che hanno spinto sia importante la filosofia per capire la
gli studiosi della scuola di Tubinga- psicagogia. E osservazioni simili si pos-
Milano a dare tanta importanza alle dot- sono fare sulle affermazioni circa il rap-
trine non scritte (cf. soprattutto pp. 47- porto fra il Parmenide e il Fedro offerte
53). Trabattoni crede che ci siano, nella nella fine di questo terzo capitolo.
loro lettura platonica, motivi di natura fi- Il quarto capitolo dedicato alla VII
losofico-religiosa, specialmente il deside- Lettera, un testo che, al di l delle pole-
rio di autori di matrice cristiana (come miche sulla sua autenticit, offre impor-
Reale e Migliori, per quanto riguarda l'Ita- tanti spunti per capire il pensiero platoni-
lia) di avvicinare l'interpretazione platoni- co e mostra, secondo Trabattoni, quanto
ca alle posizioni della filosofia fatta pro- sia antiplatonico voler scrivere su ci
pria da molti secoli di pensiero cristiano che sta pi a cuore al vero Platone; cio,
(pp. 49-53). la VII Lettera sarebbe un testo che an-
Seguono, sempre nel secondo capito- drebbe contro i tentativi della scuola di
lo, un riassunto dei contenuti delle dottri- Tubinga-Milano di scrivere le verit cen-
ne non scritte e una riflessione sul modo trali del platonismo, quando proprio que-
aristotelico di presentare il pensiero pla- sta Lettera gli sconfesserebbe (cf. pp.
tonico. Il capitolo finisce con la tesi se- 112-113). Il capitolo conclude riaffer-
condo la quale Platone sarebbe lontano mando che la nozione di filosofia e il suo
dal dogmatismo, in quanto avrebbe capito rapporto con la retorica fanno s che Pla-
l'impossibilit di plasmare in formule fis- tone sia non dogmatico, lontano da qual-
se la conoscenza della verit (p. 66). siasi pretesa di fare della filosofia una
Il terzo capitolo dedicato al Fedro, scienza rigorosa (p. 138).
un dialogo dove si afferma che i rapporti Il quinto capitolo (nuovo, come il
fra oralit e scrittura sono comprensibili primo capitolo, rispetto alla vecchia edi-
soltanto alla luce dell'insieme dell'opera zione) vuole mostrare come sia stato il di-
(p. 67). Trabattoni sottolinea l'unit del scepolo di Platone, Aristotele, a voler fare
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