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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA DEI SISTEMI IDRAULICI E DI TRASPORTO TESI DI LAUREA RIDUZIONE DELLE PERDITE NELLE RETI IDRICHE MEDIANTE POSIZIONAMENTO E SETTAGGIO OTTIMIZZATI DI VALVOLE DI RIDUZIONE DELLA PRESSIONE RELATORE: CANDIDATO: PROF. ING. DOMENICO PIANESE ANDREA RIZZO CORRELATORE: Mater. M57/138 Dott. ING. LUIGI CIMORELLI ANNO ACCADEMICO 2014/2015 Sommario Introduzione 4 1Generalita sulle reti di distribuzione idrica .....scscescentneintseeneseentn® 2 Le perdite idriche 13 2.1) Classificazione delle perdite idriche. 15 2.2) Quantificazione delle perdite. v7 2.21) Blancio trico 8 2.22) Rapporto Minimo Notturno. a 2.2.3) Portata Minima Notturna 2 2.24) Portata a Consumo Minimo 2 2.2.5) Step Testing 2 2.3} Individuazione delle perdite 24 23.1) Metodi acustc... 25 2.3.1.1) Tecnica della correlazione. 26 2.3.1.2) Geofono 23 2.3.1.3) Noise logger 29 2.3.2) Georadar. 30 2.3.3) Gas tracciat 33 2.3.4) Termografia a infaross 34 2.3.5) Prove in moto vario. 35 2.4) Strategie di intervento per il controllo e il contenimento della perdite 36 24.1) Controlioativo delle perdte. 37 2.42) Riparazion rapida ed efficace dele perdite 37 2.4.3) Gestione delle ntrastrutture 38 2.4.4) Gestione delle pression dl esercizo. 39 2.5) Limiti economici nella gestione delle perdite. 238 3 Relazione tra perdite idriche e pressioni di esercizio.. 42 3.1 Modello per descrive le perdite dai fari di una tubazione....... 44 3.2 Modello per descrive le perdite dalle giunzioni in un sistema di distribuzione Idrica.... 49, 4 Posizionamento e settaggio ottimizzati delle valvole di riduzione della pressione... 57 4.1 Le valvole di riduzione della pressione (PRV).... 58 4.2 II posizionamento e la taratura delle valvole PRV. 60 4,3 Gli algoritmi genetic... 61 43.1 Operatore selerione... : é 3.6.2 Operatore crossover = 3.6.3 Operatore mutazione i 3.6.4 Operatore eltsmo : . i 3.65 Lafunaione di fiIMeSS....nunon a Py 5 Modelli di analisi delle reti idriche.... nen TA 5.1 Confronto tra i modelli Demand-Driven Analysis e Pressure-Driven Analysis. 5.2 Legami Q-H 75 5.21 Legame GH costante % 5.2.2 Legame Qi formulato da Wagner (1988). puacaiaceciP 5.2.3 Legame Q.H formulato da Pianese (1995) nice n 5.24 Legame GH formulato da Tabesh (2002) ...on seal 5.25 Legame Q:H formulate da Tanyimboh (2004) picasa TE 5.2.6 Legame Q:H formulato da Tuccirelli (1999) .n.ennnsnnsennnonn 7” 5.2.7 Legame Q:H formulato da Fujiwara (1993)... aad 5.28 Legame Q:H formulate da Germanopoulos (1985) 80 6 Software di calcolo: EPANET-2 6.1 Algoritmo risolutivo: Metodo di Todini.. 6.1.1 Metodo di Newton-Raphson. 6.1.2 Metodo del Gradiente Coniugato. 6.2 Pressure-Driven Analysis in EPANET- 7 CASO STUDIO E SIMULAZIONI .......... 7.1 Descrizione della rete... 7.2 Calibrazione del coefficiente € 7.3 Posizionamento e settaggio di 1 valvola... 7. 4 Posizionamento e settaggio di 2 valvole... 7. 5 Posizionamento e settaggio di 3 valvole. 7. 6 Posizionamento e settaggio di 4 valvole.. 7.7 Posizionamento e settaggio di § valvole 7. 8 Rieplogo e discussione dei rsultati.... Conclusioni Appendice Bibliografia Introduzione Il presente lavoro di tesi & incentrato sull'ingente problema delle perdite nei sistemi di distribuzione idrica che, oggi, rappresenta il nodo chiave per una corretta gestione delle reti. Il trend crescente della richiesta idrica e, in parallelo, la sempre minore disponibilita di fonti di approvvigionamento adeguate, anche in luce dei miglioramenti qualitativi richiesti e delle contaminazioni ambientali, ha comportato una sempre maggiore attenzione rivolta a garantire reti sempre pili efficienti, attraverso Pattuazione di strategie di gestione in grado di garantire la riduzione dei quantitativi di acqua persa. Le perdite risultano essere diffuse nell'intero sistema idropotabile, ma ‘esse si concentrano prevalentemente nella rete idrica di distribuzione. Sostanzialmente, le perdite reali & possibile definirle come i volumi annui persi, all’interno di una rete di distribuzione, come conseguenza dell"insorgere di fori e di fessure longitudinali nelle tubazioni ¢ come conseguenza di problemi di tenuta delle giunzioni, In letteratura tecnico-scientifica, esistono molte relazione che permettono di determinare la portata persa come funzione delle caratteristiche delle condotte ¢ delle pressioni di esercizio della rete. Lrobiettivo cui ogni ente gestore dovrebbe mirare & leliminazione completa delle perdite perché esse rappresentano uno spreco di una risorsa ¢ sono causa di un aumento dei costi di trattamento e di distribuzione, in quanto, un maggior volume idrico in circolo comporta la necessiti di serbatoi e diametri delle tubazioni pitt grandi. II controllo delle pressioni nelle reti idriche rappresenta la strategia di intervento pitt convenient, dal punto di vista economico, per ridurre le perdite. Infatti in ragione di investimenti economici contenuti, derivanti da interventi puntuali sulla rete, si ottengono vantaggi notevoli, non puntuali ma globalmente distribuiti. L’obiettivo di una qualsiasi strategia di controllo delle pressioni dovrebbe essere quello di mi imizzare i carichi piezometrici che risultano essere eccessivi rispetto all’esigenza, assicurando comunque una pressione sufficiente in tutto il sistema di distribuzione, in modo da poter soddisfare la domanda dell utenza. Liinserimento di valvole di regolazione della pressione @ una delle strategie di intervento che & possibile utilizzare. Tali valvole sono dispositivi che permettono una riduzione automatica della pressione variabile di monte a una pressione stabile e fissa di valle mediante un meccanismo di controllo a chiusura variabile che, attraverso Ia riduzione della capacita delle condotte, inducendo perdite di carico localizzate. Il posizionamento e la taratura ottimale delle valvole rappresenta un problema di ottimizzazione basato sulla minimizzazione di una funzione tenente conto dei benefici economici derivanti dal minor spreco di risorsa acqua, dai costi di acquisto, istallazione ¢ manutenzione delle valvole e dei vincoli da rispettare riguardanti i carichi piezometrici minimi che é necessario garantire. Il lavoro svolto é basato sull'implementazione e successiva applicazione ad una rete di tuna tecnica per il posizionamento e il settaggio, ottimizzati, di valvole di regolazione della pressione per la riduzione delle perdite, scegliendo di considerare unicamente le perdite dai giunti, ritenendole le pit significative da un punto di vista quantitativo. Per Fottimizzazione si & utilizzato un algoritmo genetico, implementato in linguaggio Visual Basic, con codifica di Gray del genotipo rappresentante gli individui, con procedura “Shuffled Minimal Standard” per la generazione della sequenza di numeri random, scegliendo I’Exponential Ranking selection e il crossover di tipo uniforme. AlPinterno dell’algoritmo genetico si & implementato come motore di calcolo il programma EPANET-2, noto software di pubblico dominio sviluppato dalla Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, scegliendo un approccio PDA (Pressure-Driven Analysis) realizzabile mediante lutilizzo di emitters, in manicra tale dda legare la portata uscente dai nodi alla pressione gravante in essi. Per la definizione aa la portata persa dalle giunzioni alla pressione. lori del parametro C degli emitters si é presa a riferimento una relazione che lega Per abbreviare i tempi dell’elaborazione, ma non inficiare il risultato finale, si é deciso 4i dar luogo prima a una pre-ottimizzazione mirata ad individuare i tratti della rete in cui collocare le valvole, seguita da una seconda ottimizzazione per individuare la loro posizione, nei tratti precedentemente determinati, eil loro settaggio. 1 Generalita sulle reti di distribuzione idrica Lo studio di una rete di distribuzione idrica si pud presentare in due forme a seconda che la rete sia gid esistente, in tal caso bisogna verificare se é atta a soddisfare le diverse condizioni di funzionamento che possono presentarsi nell’arco di una giornata, co che sia da progettare, in tal caso, note le condizioni di servizio e quelle di impianto, occorrer’ assegnare la geometria € determinare i diametri della rete. Lo. studio progettuale ha come fine l"individuare una configurazione di rete di perfetta efficienza mentre Ia verifica ha come obiettivo la ricerca, per porvi rimedio, delle cause di deficienza riscontrate nel servizio di una rete esistente e, pertanto, rappresentano fasi diverse di progettazione di una rete: andare a definire quella soluzione che, con il minimo onere finanziario, sia di realizzazione sia di gestione, consenta di fronteggiare anche le pitt gravose esigenze di servizio. Per rete si intende un insieme di maglie ¢ ramificazioni connesse tra loro in modo generico; per nodi i punti in cui convergono o divergono due o pi lati di una stessa condotta, considerata a diametro costante, cui affluisce dallesterno 0 defluisce verso Vestero una portata concentrata nota; si chiama /ato una condotta a sezione costante avente per estremi due nodi consecutivi; per cammino o percorso si intende una qualsiasi poligonale aperta, ad es. ABCDE (Figura 1.1) costituita dai lati da A a E, mentre per maglia una qualsiasi poligonale chiusa, ad es. DEFG (Figura 1.1) che non he contenga altre e abbia in comune con le altre al massimo un unico lato. « KAT Figura 1.1 Schema semplificato di una rete idraulica le distinguere diverse tipologie di ret + Reti aperte (branching network), reti nelle quali due nodi possono essere collegati tra loro attraverso un unico percorso (Figura 1.2); * Reti chiuse (looped network), reti nelle quali due nodi sono collegati tra loro attraverso duo o pid percorsi (Figura 1.3), Figura 1.2 Schema semplificat rete aperta Figura 1.3 Schema semplificao rete chiusa Una rete chiusa conterri al suo interno una o pitt maglie (loop) cio’ percorsi chiusi che, partendo da un determinato nodo, giungono allo stesso nodo seguendo un cammino continuo, Le reti di distribuzione idrica possono anche essere classificate in: © Reti ad anello, reti classiche delle citta a pianta pitt o meno circolari; prevedono un’alimentatrice principale, a diametro costante, posta ad anello lungo le maggiori arterie stradali, in modo che le portate erogate allintemo dell'anello siano circa pari alle portate erogate alle utenze esterne all'anell + Reti ad arteria principale, reti utilizzati in centri abitati che hanno, in planimetria, una direzione _prevalente sulla seconda; _prevedono un‘alimentatrice principale, a diametro decrescente verso valle, disposta sulla maggiore delle direzioni planimetriche. In entrambe le configurazioni, fra I’alimentatrice principale e le distributrici sono in genere interposte delle alimentatrici secondarie che rendono le reti adeguatamente magliate. Elemento fondamentale di qualsiasi rete di distribuzione @ il serbatoio. I serbatoi hanno una triplice funzione: + accumulo; idraulici; ‘+ fissare il piano dei caric! ‘* _ sconnessione idraulica La principale funzione del serbatoio & di fungere da riserva d’acqua per varie funzioni: compenso, riserva, antincendio. Per effetto della finzione di compenso il serbatoio deve accumulare, nelle ore di minor ‘consumo, in particolare durante la notte, le acque che arrivano dall’acquedotto esterno con portate pari alla media giornaliera ¢ quindi in eccesso sul consumo. Le acque cosi accumulate saranno restituite dal serbatoio durante le ore di consumo superiore alla media, in modo che, sommandosi con quelle che arrivano dall’acquedotto esterno, permettano di fronteggiare le richieste delle ore di punta, Si parla in questo caso di compenso giomaliero, Il serbatoio ha, di fatto, una funzione di compenso anche a carattere settimanale perché & chiamato a fronteggiare il consumo domenicale che & per lo pit alquanto maggiore di quello dei giorni feriali. In genere non si assegna al serbatoio una funzione di compenso su periodi stagionali, perché si andrebbe in contro, A capacita eccessive. La funzione di riserva ha lo scopo di assicurare una risorsa idrica, sia pure modesta, durante i periodi in cui s‘interrompe il funzionamento dell’acquedotto esterno a causa i guasti o anche per effetto di normale manutenzione. Tale capaciti deve essere sommata a quella di compenso, perché linterruzione dell’ acquedotto esterno potrebbe eventualmente verificarsi alla fine i un periodo di maggior consumo, cio’ quando la capacité di compenso sia stata esaurita. La capacita di riserva & minore se la citta & pprovvigionata non da un solo acquedotto ma da due o piti, perché € poco probabile Vinterruzione contemporanea di tutte le condotte. La finzione antincendio ha lo scopo di assicurare una riserva maggiore d’acqua per ante dallo spegnimento di un incendio. Tale quantita va valutata in funzione del rischio, della vulnerabile e del valore dei beni che possono essere soggetti a un incendio. La funzione di fissare il piano dei carichi idraulici sulla rete idrica interna & di notevole importanza per garantire un geto vivace in qualsiasi punto della rete anche ai i alti dei fabbricati; bisogna garantire, al di sopra di ogni fabbricato, un carico i piezometrico minimo di 5 metri, per rendere possibile una portata almeno pari alla richiesta, e contemporaneamente non superiore ai 70-80 metri, per evitare problemi alle valvole ed eccessive perdite me di sconnessione idraulica, infatti, consente di Il serbatoio svolge anche una fu svincolare le pressioni nella rete idraulica di valle rispetto a quella della rete di monte. id caso di rotture della condotta alimentatrice. imentazione del serbatoio avviene dall’alto e cid impedisce che esso si svuoti in In alcuni casi & possibile che nel serbatoio avvenga la clorazione dell’acqua; essa viene ‘eseguita in una vasca, detta di shuntaggio, che consente di mantenere Ia sconnessione iziale dei carichi, tra rete interna ¢ acquedotto esterno, nonché la funzione di piano i anche quando tutte le vasche del serbatoio dovessero essere in manutenzione e la funzione di compenso non fosse assicurata. I serbatoi, per quanto riguarda la loro posizione rispetto all'abitato, possono essere distinti e definiti: * di testata, quando si trovano situati fra condotta esterna e abitato; stremiti o intermedi, quando la condotta esterna si prolunga nella condotta maestra, che attraversa labitato € funge da appoggio alla rete, sboceando poi nei serbatoi. Assegnata una certa configurazione della rete di distribuzione idrica, ovvero si Titengono noti il numero ¢ la posizione dei serbatoi, le lunghezze dei lati e i rispettivi diametri, le quote del terreno, le immissioni e gli attingimenti nei nodi o distribuiti con data legge lungo i lati, si & soliti definire problemi ai progetto tutti quelli nei quali si ricerca il funzionamento ottimale della stessa. Assegnata una condizione di richiesta da parte dell”utenza, ovvero una distribuzione di Portate in ingresso © in uscita dai nodi ¢ dai lati della rete, una volta assegnata la struttura topologica, il problema di verifica consiste nel determinare le portate sulta, infat circolanti nei tratti e le quote piezometriche nei nodi. Da questi ultimi molto semplice calcolare il valore della quota piezometrica in ogni punto della rete. In seguito si esegue una semplice verifica sul funzionamento ottimale, in base alla preassegnata condizione di ichiesta da parte dell’utenza e del carico necessario per la sua completa erogazione. Si indichi con N il numero dei nodi, con M il numero delle maglie e con L il numero dei lati che costituiscono una rete. Le leggi di resistenza al moto del fluido lungo un qualsiasi tratto della rete (perdite di carico) sono esprimibili, attraverso una formula di tipo monomio, nel seguente modo: (Hi -H)) = my QP WE [ok] (ty incu: ie j sono pedici relativi al nodo iniziale e al nodo finale del generico lato |; Q,€ la portata circolante nel Lesimo lato; 1né ’esponente della portata dipendente dalla formula utilizzata nonché dal materiale di cui é costituita la condotta; 11j @ il coefficiente di resistenza che dipende dalle caratteristiche geometriche del Jato (diametto e lunghezza) e dalla scabrezza della tubazione: H,é la perdita di carico nel nodo iniziale del L-esimo lato; ‘H; @ la perdita di carico nel nodo finale del |-esimo lato. Si definisce congruente una distribuzione di portate per le quali, in ogni nodo, risulta Yerificata equazione di continuita: Npi YAwura in cui 0 vj€[1,..,N], i= tratti connessi al nodoj (1.2) Ny, i @ il numero dei lati che hanno come estremo il nodo é; 4; la portata concentrata entrante o uscente dalla rete in corrispondenza del nodo i- esimo, deve essere considerata positiva nel primo caso ¢ negativa nel secondo caso; ij & la portata che transita nel tratto che collega il nodo é al nodo j, & da considerarsi positiva se diretta da i verso j (verso concorde all’orientamento del lato) e negativa nel caso opposto. 10 Per quanto detto si definiscono congruenti distribuzioni tali che in ogni nodo j é nulla Ja somma delle portate entranti e delle portate uscenti. Si definisce equilibrata una distribuzione di portate tale che, per le perdite di carico a essa associata lungo una maglia chiusa, deve valere la seguente equazione di continuita dei carichi Dik in cui: vk € [i,...M), = tratti della maglia k a3) H; & la perdita di carico in ogni nodo della maglia. In definitiva, per ogni rete, si possono definire L equazioni del moto, relazione (1.1), N equazioni di continuita ai nodi, relazione (1.2), ed M equazioni di continuita dei carichi, relazione (1.3). Si osserva che le equazioni del moto cost come quelle di continuita dei carichi sono non lineari poiché le incognite (le portate defluenti lungo i lati delle singole maglie) hanno esponente diverso da uno mentre nell’equazione di continuita delle portate lesponente & pari all’uniti, Nel caso di reti alimentate da un solo serbatoio, perché sussiste la condizione per cui la sommatoria delle portate entranti in rete deve essere pari a quella complessivamente uscente da essa, delle N ‘equazioni di continuit solo N-1 sono tra loro linearmente indipendenti. Per i sistemi pluriconnessi, quali le reti idriche costituite da lati, nodi e maglie chiuse, note le resistenze @, dei singoli tratti della rete risulta soddisfatta la condizione: L=(N-1)+M (ay da cui risulta che il numero di equazioni indipendenti a disposizione risulta strettamente pari a quello delle incognite da determinare. Per la presenza di M equazioni non linear, il sistema complessivo potrebbe ammettere, almeno da un punto di vista teorico, pitt di una soluzione ma, tale pericolo, é scongiurato dal fatto che le formule (1.1), utilizzate per esprimere le perdite di carico nei tronchi sono funzioni monotone crescenti delle portate ivi defluenti. Russo Spena (1950) ¢ Todini (1979) hanno mostrato che, nel caso in cui per le (1.1) si potesse assumere, indipendentemente dal tronco di riferimento, lo stesso esponente n, Ia soluzione del problema di verifica verrebbe a coincidere con il minimo della potenza P(Q) dissipata in rete, nel rispetto dei vincoli di sola continuita delle portate nei nod Poiché P(Q) & un funzionale complesso del sistema, per cui il minimo & unico, risulterebbe anche in tal modo verificata 'unicita della soluzione analitica del sistema costituite dalle (1.2) € (1.3), u istenza e uniciti della Per quanto sopra esposto, il problema di verifica ammette I" soluzione ma rimane il problema derivante dal fatto che il sistema di equazioni cosi costituito, a causa delle non linearita di aleune di esse, non é risolvibile per via algebrica diretta, Per ovviare tal tipo di problema, nel corso degli anni, sono stati proposti aleuni metodi di verifica che permettono di ottenere Ia soluzione, con sufficiente precisione & rapidit, attraverso procedimentiiterativi: 60, & il metodo di * il metodo pitt antico, utilizzato a larga seala fino agli ani Hardy-Cross (Cross, 1936) che prevede la soluzione delle equazioni di continuit una alla volta. E un metodo iterativo nel quale, partendo da una prima distribuzione di portate nei tratti che soddisfi la continuita in ogni nodo della rete, raggiunge la soluzione mediante successive correzioni delle stesse in modo da ridurre progressivamente lo squilibrio dei carichi in ciascuna maglia mediante un metodo di bilanciamento delle portate; * metodi che individuano come incognite le quote piezometriche nei nodi (metodo dei carichi sui nod I sistema risolvente é costituito dalle equazioni di continuita 1odi, nelle quali le portate circolanti negli elementi confluenti nello stesso nodo sono espresse in funzione delle quote piezometriche nei nodi cestremi dei medesimi tratti. Il sistema che si ottiene risulta essere non lineare € viene risolto mediante il metodo di Newton-Raphson (Shamir ¢ Howard, 1968) ‘+ metodi di linearizzazione, che risolvono il problema attraverso un sistema composto dalle equazioni di continuita ai nodi (equazioni lineari nella portata) e dalle equazioni dei carichi nelle maglie (equazioni non lineari nella portata). Da cid le equazioni non lineari sono rese lineari per ottenere una soluzione; © metodi di ottimizzazione, che minimizzano una funzione obiettivo non lineare € convessa soggetta a determinati vincoli (Collins et al, 1978). Il vantaggio di tali metodi & di operare su una funzione obiettivo soggetta a vincoli che & conyessa ¢ cid basta per dimostrare l’esistenza ¢ I'unicita della soluzione. 2 2 Le perdite idriche Nel corso del tempo, Ja questione delle perdite idriche ha assunto un ruolo sempre pid importante ed oggi costituisce uno dei principali nodi da aflrontare nella gestione delle reti di distribuzione id a. La rilevanza di tale aspetto & aumentata come conseguenza dei cambiamenti climatici in atto ed all’aumento dei consumi da parte degli utilizzatori finali, siano essi di tipo domestico, agricolo, industriale. Tutto cid comporta, di conseguenza, una pitt scrupolosa ed attenta gestione e pianificazione degli interventi di miglioramento € manutenzione da effettuare sulle reti idriche. Le perdite idriche possono dar luogo a implicazioni di tipo diverso che possono essere schematizzate in: ‘+ implicazioni ambientali: le perdite, aumentando i volumi di acqua necessari per sopperire le esigenze dell’utenza, portano ad un incremento dello sfruttamento delle fonti di approvvigionamento con, a volte, l'esigenza della ricerca di nuove fonti. In aggiunta, le perdite comportano un turbamento del regime idrico sotterraneo, con tutte le possibili conseguenze annesse; ‘* implicazioni_cico-sociali: le perdite, specialmente se copiose, possono comportare deficit idrici con impossibilita di poter sopperire alle esigenze dell’utenza, attuale e/o futura; * implicazioni_economiche: un elevato livello di perdite comporta un aumento della tariffa idrica in quanto, essendo essa calcolata in maniera tale da remunerare i costi del servizio idrico compresi quelli per la ricerca di nuove fonti e 1a realizzazione delle infrastrutture, un volume maggiore immesso in rete implica costi maggiori per la captazione, potabilizzazione, adduzione e distribuzione. trend crescente della richiesta idrica e, in parallelo, la sempre minore disponibilita di fonti di approwvigionamento adeguate, anche in luce dei miglioramenti qualitativi B richiesti e delle contaminazioni ambientali, sempre pitt diffuse sul territorio, ha comportato una sempre maggiore attenzione rivolta a garantire reti sempre pitt efficienti, attraverso l'attuazione di strategie di gestione, in grado di garantire la riduzione dei quantitativi di acqua persa. Fino a qualche anno fa, le tecniche di contenimento delle perdite erano attuate unicamente da soggetti particolarmente joni Virtuosi e unicamente in cont tie, nella stragrande maggioranza dei casi, gli interventi erano limitati a riparare le perdite ingenti ¢ quelle particolarmente in vista. Oggi tale attivita viene svolta con maggior solerzia da molti enti gestori, in quanto, lentita delle perdite é superiore ad un terzo dell’acqua potabile totalmente immessa in rete. Lrobiettivo cui ogni ente gestore dovrebbe mirare é I'eliminazione completa delle perdite perché essere rappresentano uno spreco di una risorsa e sono la causa di un aumento dei costi di trattamento e di distribuzione, in quanto un maggior volume idrico in circolo comporta la necesita di serbatoi e diametri delle tubazioni pit! grandi. Una totale eliminazione delle perdite @ un obiettivo utopistico oltre ad essere economicamente non conveniente: gli interventi rivolti alla riduzione delle perdite presentano rendimenti marginali decrescenti: all’aumentare delle risorse spese (siano ‘essere umane, economiche ¢ temporali) il ritorno economico risulta essere decrescente, fino ad annullarsi del tutto. Le perdite risultano essere diffuse nell’intero sistema idropotabile, ma esse si concentrano prevalentemente nella rete idrica di distribuzione. Tale aspetto risulta essere confermato sia da studi che dai dati dei gestori idrici e, da tali analisi, & possibile stimare dei valori tipici di perdita dei vari clementi del sistema idropotabile: * Prelievo Perdita del 2% + Trattamento delle acqua Perdita del 15% * Stoccaggio Perdita del 4% © Distribuzione e allacciamento Perdita del 30% 4 2.1) Classificazione delle perdite idriche In tutte le reti idriche, il volume di aequa immesso risulta essere superiore al volume . la differenza tra che Mente gestore quantifica in fase di pagamento. Sostanzialment tali volumetria rappresenta la perdita idrica totale della rete di distribuzione. I problemi che si hanno nel trattare le perdite sono sostanzialmente legati al fatto che: non tutta l'acqua immessa in rete raggiunge realmente l'utenza; + non tutta l'acqua realmente consumata viene contabilizzata e pagata; + la difficolta nel formulare definizioni standard ed univoche per le perdite A tale riguardo é utile fare riferimento al lavoro svolto dalla Water Losses Task Force dell" WA (International Water Association) con Ia publicazione di un manuale relative a “Water Losses” e “Performance Indicators Prima di tutto € necessario formulare una distinzione tra le perdite e gli sprechi. Gli sprechi possono essere definiti come quel volume di acqua di cui non si fruisce in maniera corretta. Tale concetto di spreco perd risulta essere fortemente legato alla sensibilita del singolo individuo e, quindi, una sua quantificazione risulta essere, oltre che praticamente complessa, anche del tutto soggettiva. Queste ultime si distinguono in: + sprechi_volontari, di cui un esempio su tutti & rappresentato dai rubinetti dimenticati apes + sprechi_involontari, causati da incuria 0 dal logoramento del tempo. Tali sprechi possono essere ridotti mediane politiche domestiche di monitoraggio. Per quanto riguarda le perdite propriamente dette, & possibile dar luogo ad una differenziazione in perdite idriche fisiche (0 reali) e perdite idriche amministrative (0 apparente). itegrita e/o mancanza di tenuta degli elementi che costituiscono il sistema idrico. L"IWA ha definito le pe Le perdite reali o fisiche sono da ricondursi alla not je reali come “i volumi annuali persi dai sistemi di distribuzione e di adduzione attraverso tutti i tipi di rotture, perdite ¢ sfiori presenti sulle condotte, sui serbatoi e sui collegamenti di servizio, fino al contatore del singolo utente.” 15 1 fattori che maggiormente influenzano le perdite reali sono: lunghezza delle condotte; materiali utilizzati per le condotte; difetti di costruzione; tipologia e quali delle giunzioni: tipo di terreno e condizioni di posa; numero delle prese di allaccio dell” utenza; presenza di pezzi speciali tra i quali le apparecchiature di regolazione; vetusta delle condotte: pressioni elevate ripetute per tempi prolungati; sollecitazioni esteme sulle condotte dovute ai carichi stradali; difficolta e costi elevati degli interventi di riparazione Le perdite idriche reali possono essere classificate in tre diverse categorie perdite da rottura segnalate (Reported Burst): sono perdite visibili in seguito all’ ffioramento in superfice (sono anche dette perdite emergenti) di parte dell’acqua persa (quindi possono essere rapidamente individuate, segnalate riparate. Con una manutenzione accurata e I'adozione di politiche di gestione specifiche (ad esempio il controllo delle pressioni) possono essere ridotte in numero ¢ frequenza; perdite da rotture non segnalate (unreported burst): sono perdite dovute a unicamente attraverso atti rotture individuabi fi di ricerca perdite, in quanto, a causa di condizioni locali, il volume perso non da luogo ad affioramenti di acqua in superfice (sono anche definite perdite occulte) ¢ non determinano neanche peggioramenti significativi dei livelli di servizio. La loro durata dipende dalla frequenza delle campagne di ricerca delle predite. Dal punto di vista quantitativo © volumetrico sono del tutto simili alla perdite da rotture segnalate; perdite di sottofondo (background Losses): sono perdite costituite da infiltrazioni dovute ad una non corretta tenuta dei giunti e da fori, fratture lesioni di dimensioni idotte. Come conseguenza della loro limitata entita non sono di semplici individuazione e normalmente non vengono individuate mediante Ie tecniche di localizzazione delle perdite. In luce di cid, 16 costituiscono una parte cospicua delle perdite totali. Esse hanno lunghi tempi di permanenza e in genere vengono eliminate unicamente quando il tratto di rete che le vede presenti viene riabilitato o sostituito. Una perdita viene considerata perdita di sottofondo se la portata persa non supera il valore di 500 V/h con una pressione di 50 m. Per valori superiori a tale soglia tale perdita viene considerata di rottura (Lambert, 1995). Le Perdite amministrative o apparenti sono i volumi idrici consumati e non contabilizzati. Essa pud essere vista come somma delle seguenti aliquote: © volumi autorizzati_ma non misurati (volumi_ utilizzati_per bocche antincendio, lavaggio delle strade, fontane, innaffiamento giardini); © volumi di servizio, utilizzati per il corretto funzionamento del sistema idrico ad esempio la pulizia dei serbatoi + volumi perduti per sfiori dai serbatoi oppure per errate aperture di scarichi + volumi dovuti ad errori di misura; + volumi prelevati illegalmente, Di tali aliquote, unica che non é possibile eliminare é quella dovuta ai volumi izzati per i servizi pubblici, nell’ipotesi in cui tali servizi siano gestiti dal medesimo ente che gestisce la distribuzione. 2.2) Quantificazione delle perdite Una quantificazione del volume annuo delle perdite che possa ritenersi corretta necessita che la misurazione dei volumi idrici sia quanto pidi precisa ed affidabile, almeno per quanto riguardo il volume di acqua immesso in rete, Dunque non risulta essere di second: importanza la scelta della modaliti e del tipo dei misuratori di portata e dei contatori. Si ha la necessiti anche di dar luogo alla stesura di programmi di manutenzione ¢ sostituzione dei misuratori ed a un’attenta gestione dei dati di a Per la valutazione delle perdite idriche ¢ fondamentale considerare il loro stretto Jegame con le pressioni gravanti in rete: le perdite reali sono strettamente dipendenti dalle pressioni ¢ tale dipendenza é diversa per i vari elementi che costituiscono la rete v7 (essenzialmente in funzione del materiale di cui sono costituiti) ¢ in ragione delle varie ‘componenti che determinano la perdita reale totale (Lambert, 2000). Una stima dell’entiti di eventuali perdite reali presenti, in una data area della rete di ribuzione, pud essere effettuata con varie tecniche dette di prelocalizzazione in quanto consentono di accertame la presenza e di dame una quantificazione totale, ma non permettono di individuame la posizione esatta. Le principali tecniche sono: * Bilancio Idrico; ‘+ Rapporto Minimo Nottumno; ‘© Portata Minima Notturna; © Portata a Consumo Minimo; Step Testing, 2.2.1) Bilan II bilancio idrico annuale top-down & uno dei prineipali metodi per stimare le perdite idriche & se ne raccomanda l"utilizzo in varie pubblicazioni (Thornton & al., 2002; Farley & Trow, 2003). Per la corretta definizione di un bilancio idrico é di fondamentale importanza dar luogo ad una misura quanto pit affidabile possibile dei volumi d’acqua e in particolare del volume di acqua immesso in rete. Di notevole importanza @ anche la misurazione dei volumi consumati dall’utenza, non solo dal punto di vista economico ma anche per la corretta definizione di tutte le componenti del bilancio idrico. Al fine di disporre di terminologie e di metodi di caleolo universalmente condivisi per le voci del bilancio idrico, la Water Losses Task Force dell" WA ha definito uno schema internazionale standard riportato nella Figura 2.1 18 [Consumo [Consumo Fatturato Misurato JAutorizzato _|(inclusa 'acqua esportata) [Consumo Fatturato Non Misurato [Consumo Misurato non Fatturato JAutorizzato [Consumo Non Misurato Non Fatturato [Consumo Non Autorizzato Acqua Fatturata Perdite nelle Condotte di Fatturata |Adduzione e/o di Distribui Perdite Reali [Perdite e Sfiori ai Sebatoi Perdite sulle Prese Fino al iContatore di Utenza Figura 2.1 Componenti del Bilancio ldrico di un Sistema di Distriburione (Fonte: WA, 2000) Per una corretta definizione delle varie voci che costituiscono il bilancio idrico occorre far riferimento alle definizioni sintetiche fornite dall’ IW, * Volume Immesso nella Rete: é il volume annuo complessivamente immesso in rete; * Consumo Autorizzato: é il volume annuo, misurato e/o non misurato, prelevato dagli utenti autorizzati, che a sua volta si divide anche in volume fatturato volume non fatturato. Esso comprende anche I’acqua esportata verso altri sistemi idrici, l'acqua utilizzata del gestore per motivi di servizio, le perdite a valle dei contatori degli utenti ¢ tut prelievi autorizzati esplicitamente 0 implicitamente dall"ente gestore; * Acqua Non Fatturata: é la differenza tra il volume immesso in rete © i consumumi autorizzati fatturati. Tale componente risulta essere costituita dai consumi non fatturati e dalle perdite idriche; + Perdite Idriche: sono la differenza tra il volume immesso in rete e i consumi autorizzati. Risulta essere a sua volta suddivisa in Perdite Apparenti e in Perdite reali; + Perdite Apparenti: sono costituite dai consumi non autorizzati e dai vari errori di misura; 19 © Perdite Reali: € il volume totale di acqua perso annualmente da tutte le tipologie di perdite della rete, dei serbatoi, e le prese fino ai contatori dell"utenza. L’acqua non fatturata si ottiene sottraendo al volume immesso in rete il volume fatturato del consumo autorizzato. Per ottenere le due componenti dell’aequa non fatturata, ovvero le perdite idriche e il consumo autorizzato non fatturato, occorre, prima di tutto, determinare il consumo autorizzato non fatturato. Ottenute le perdite complessive e stimate quelle apparenti, a questo punto possibile ottenere le perdite reali I consumo autorizzato © non fatturato rappresenta I'aliquota di acqua destinata al servizio antincendi , alla pulizia dei serbatoi, della rete fognaria, delle strade e delle piazze, ai giardini ¢ al verde pubblico, alle fontane, Tutti questi utilizzi, che possono essere misurati o meno, in genere vengono stimati complessivamente pari all"uno per cento del volume idrico totalmente immesso in rete. Le perdite apparenti ammantano a circa il dieci percento del volume immesso in rete per i sistemi con erogazione diretta dalla rete in pressione ¢ pud essere ancora maggiore per i sistemi dotati di serbatoi di accumulo presso le singole utenze in quanto aumentano significativamente gli errori di misura dei volumi erogati Tutti i vari dati, misurati o stimati, che costituiscono il bilancio idrico, sono soggetti ad crrori ¢ ad imprecisioni. In linea teorica, il bilancio idrico sarebbe uno strumento di grande attendibiliti per la stima delle perdite reali ma, proprio a causa dei vari errori ed apposi grado di determinare le volumetrie di acqua non fatturata e le perdite reali, con livelli software in imprecisioni, tale stima puo non essere precisa, Sono disponi di confidenza del 95%, partendo da dati di input con livelli di confidenza noti. Se € intenzione migliorare la precisione della stima dei volumi non fatturati e delle perdite occorre incentrarsi sulle componenti di input caratterizzate da varianza minore. Essendo un bilancio su scala annua, tale metodo non @ in grado di identificare le perdite gid formatesi ma non ancora riportate non @ in grado di fornire nessuna indicazione sulle componenti delle perdite reali e la loro dipendenza dalla politica di gestione. 20 2.2.2) Rapporto Minimo Notturno Il Rapporto Minimo Notturno (RMN) e considerato uno dei migliori indicatori per rilevare la presenza delle perdite idriche in una rete. Esso si basa sull’analisi dei dati relativi al consumo idrico nell’arco di 24 ore che porta alla quantificazione del RMN valore del minimo consumo nottuno ed il consumo medio dato dal rapporto tra il diumo. Per interpretare i valori di tale rapporto é opportuno tenere in considerazione che nelle ore nottume il consumo idrico autorizzato & ovviamente piti basso entre la portata delle perdite si mantiene pressoché costante. In base a esperienze realizzate si pud considerare che: © Seil RMN<35%, il sistema é affetto da perdite limitate; * Se il RMN>S0%, con buona probabilita il sistema € caratterizzato dalla presenza di perdite di notevole entit © Se invece 35%gpprato dalla (3.43) e il valore reale di Aw. 52 E possibile osservare che Aw ¢ AWappr Sono molto simili, indipendentemente dal diametro della tubazione e dal materiale di cui € costitui Nel seguito la relazione (3.44) & adottata sempre per valutare Aco. Consideriamo che, a pressione atmosferica, I'area anulare « & completamente occupata da un anello per bloccare l'acqua il quale & costituto da un materiale che pud essere considerato in origine elastico. Come conseguenza di questo comportamento, I'area anulare, & inizialmente occupata dal materiale sigillante, anche se la pressione aumenta da Perm @ Pass. Pertanto, in questo momento non vi é alcuna perdita dalla giunzione. namento, il materiale utilizzato per la guamnizione, pud alternativamente: 1. continuare ad essere perfettamente elastico; 2. comportarsi come completamente anelastico; 3. _preservare solo parte della suo comportamento elastico (cosa che spesso accade nei casi reali) Quando il comportamento della guamizione elastomerica rientra nel campo elastic (caso 1) Vallargamento della guarnizione & tale che la deformazione elastica pud compensare completamente l'aumento dell’area anulare Aw per qualsiasi valore di pressione: in queste condizioni le perdite sono nulle (figura 3.3). Figura 3.3 La guarnizione allo stato elastico @ in grado di chiudere Jo spazio anulare tra le tubazioni Viceversa (caso 2) quando il comportamento della guarnizione diventa perfettamente plastico (una guamizione completamente polimerizzata), I'allargamento della guarnizione non & possibile e la tenuta & assolutamente incapace di compensare Vaumento dello spazio anulare Aw (Figura 3.4). pertanto, perdite significative di acqua 53 4 possono verificarsi dal giunto, ¢ l'acqua tende a fuoriuscire dall’intera sezione anulare incrementata Aw. % Figura3.4 La guarnizione polimerizzata é allo stato plastico e non & in ‘grado di chiudere lo spazio anulare tra le tubazioni. Nelle condizioni tipiche di funzionamento (caso 3), ¢ di solito entro pochi anni dopo la sigillatura del_giunto, porzioni della guarnizione non sono in grado di compensare aumento della distanza AA (figura 3.5), a causa dei processi di polimerizzazione e dai fenomeni di affaticamento derivanti dalle fluttuazioni cicliche delle pressioni esistenti nella rete durante il giorno. Cosi la perdita si verifica anche se risulta minore rispetto alla condizione illustrate precedentemente (caso 2) Figura 3.5 La guarnizione parzialmente polimerizzata non é in grado di chiudere ‘completamente lo spazio anulare tra le tubazioni. Sia & la frazione dell’incremento di area anulare di spessore AZ € di area Aw che non pud essere coperta dalla guamizione. Cosi, un’area «*da cui si verificano le perdite tera, ed & data da sho (3.47) 54 con0<&<1 Considerando le equazioni (3.44) € (3.47), lapplicazione delle usuali formule dell’efflussi da orifizi permette di ottenere la portata Q che fluisce attraverso il giunto, In particolare pud essere caleolata come Q = Ech¥!? (3.48) dove 6 = 0.5 9y fg PAPO) (3.49) 0.6 @ l'usuale coefficiente di efflusso, A = ze il carico piezometrico, g & lerazione gravitazionale Il coefficiente § & pari a zero per le guamizioni elastiche non polimerizzate con perfetta allocazione nel giunto, ed € pari a uno se la tenuta del giunto & completamente anelastica. € deve essere considerato un parametro del modello, il cui valore deve essere calibrato caso per caso, come spiegato di seguito. Se Qy & la portata che fuoriesce dal giunto k-esimo (k = 1, 2, .... NJ), la portata ‘complessivamente persa dal collegamento l-esimo della rete di distribuzione idrica (con [= 1,2, ..., NL) é data da Be Der?—Dut) Whi Cp, 01 = 059 Sy 2g CuPetbe Put) 9H (ny) 6.50) dove Nj; é il numero di giunzioni che insistono all'interno del collegamento I-esimo (approssimativamente valutato dal rapporto Li/Lpipe, » dove L, & la lunghezza del collegamento I-esimo € Lyiye, € la lunghezza di ciascuna tubazione che costituisce il collegamento; gm & il earico piezometrico relativo valutato nel giunto k-esimo del collegamento L-esimo; & ¢ il valore del parametro § relativo al collegamento [-esimo. Di conseguenza, la portata persa dalle giunzione del sistema di distribuzione idrica & data da Q = 059/79 EN, [« {eureeeet— Pu 5 (44,)"] G51) Bist dove NL é il numero dei rami che formano il sistema di distribuzione idrica, 55. In particolare, se il parametro & pud essere considerato costante all'interno dell" intero sistema di distribuzione idrica, la portata dacqua persa & data da +0 Deby?) own cp 14 0 = 0596uy Jp Diy [Purrenlee PA) yh ("2 (3.52) Le due equazioni precedenti possono essere utili per calibrare il valore del parametro & da utilizzare. Per esempio: a) il valore di § per la tubazione I-esima pud essere stimata utilizzando la relazione (3.50), a partire dalla conoscenza dell’intera quantita d’acqua persa da quella tubazione e il carico piezometrico lungo la tubazione in tali intervalli i tempo; b) il valore di & per ogni gruppo di NL tubazioni pud essere Vequazione (3.52), a partire dalla conoscenza della portata persa dal gruppo di tubazioni prese a riferimento, ¢ il carico piezometrico lungo queste tubazioni in taliimtervalli di tempo; il valore di & per 'intero sistema di distribuzione idrica, utilizzando ancora Vequazione (3.52), a partire dalla conoscenza della portata persa e la distribuzione del carico piezometrico lunghe le tubazioni in tali intervalli di tempo. 56 4 Posizionamento e settaggio ottimizzati delle valvole di riduzione della pressione Come gia evidenziato nel capitolo precedente, le pressioni eccessive nelle reti idriche possono comportare un aumento delle perdite idriche nonché un deterioramento pit rapido degli impianti di distribuzione. In reti idriche non ripartite in distretti o caratterizzate da sviluppi plano-altimetrici sfavorevoli, le pressioni elevate possono dar luogo a danni diretti, ovvero 'incremento delle rotture delle tubazioni, dei giunti, dei pezzi speciali, € a danni indiretti, ovvero aumento dei costi di gestione e dei disservizi 11 controllo delle pressioni nelle reti idriche rappresenta la strategia di intervento, per la riduzione delle perdite, pid! conveniente da un punto di vista economico. Infat ragione di investimenti economici contenuti, derivanti da interventi puntuali sulla rete, si ottengono vantaggi notevoli, non puntuali ma globalmente distribuiti sulla rete, che non riguardano la sola riduzione della pressione ma che hanno come conseguenze: * una riduzione dei consumi di risorsa idrica, conseguente alla riduzione delle perdite; ‘* una riduzione della frequenza della rottura delle tubazioni; ‘© omogeneizzazione delle pressioni in rete, con conseguente ripartizione pit equa delle portate tra le diverse zone; ‘© riduzione dell’entita dei fenomeni di moto vario. Lobiettivo di una qualsiasi strategia di controllo delle pressioni dovrebbe essere quello di minimizzare i carichi piezometrici che risultano essere eccessivi rispetto allesigenza, assicurando comunque una pressione sufficiente in tutto il sistema di distribuzione, in modo da poter soddisfare la domanda dell utenza. Un’ ideale obiettivo sarehbe quello di dar luogo ad una carico piezometrico tale che la pressione in ogni 87 nodo sia unicamente sufficiente per soddisfare la domanda specifica di quel nodo (Sterling & Bargiela, 1984). Tenendo conto della relazione che lega portata e pressioni in rete, il livello di pressione ottimale pud essere ottenuto solo in un numero esiguo di nodi della rete mentre negli altri nodi si avra un livello di pressione maggiore di quello stretiamente richiesto. Quanto pitt risulta essere complesso il sistema di distribuzione, tanto pit tale obiettivo & impossibile da ottenere. Linserimento di valvole di regolazione delta pressione & una delle possibili strategie di intervento infatti, attraverso il settaggio delle valvole, si pud dar luogo ad una minimizzazione delle pressioni. Tale valvole, attraverso dispositivi a chiusura variabile che danno luogo a una riduzione della capacita delle condotte, inducono perdite di carico localizzate. Una conereta riduzione delle pressioni, © conseguentemente delle perdite, si pud ottenere tramite una accorata ricerca della posizione € un settaggio ottimizzato delle valvole. Quindi si hanno da affrontare due problemi 1, la determinazione della localizzazione ottimale delle valvole; 2. Pin viduazione della regolazione ottimale delle valvole precedentemente localizzate, La difficolta nel determinare posizione ¢ regolazione @ direttamente legate alle dimensioni della rete idrica in analisi 4.1 Le valvole di iduzione della pressione (PRV) Le valvole di regolazione della pressione sono dispositivi che permettono una riduzione automatica della pressione variabile di monte a una pressione stabile e fissa di valle mediante un meccanismo di controllo, Nel caso di controllo meccanico della valvola, una volta scelta Ia pressione di settaggio, la pressione di valle si mantiene costantemente pari al valore scelto, indipendentemente dalle condizioni di valle ¢ di monte. La pressione di taratura della valvola viene mantenuta costante tramite una membrana sulla quale agisce la pressione di valle che contrasta ed eguaglia la forza generata da una molla 58 I principio di funzionamento di una valvola di riduzione della pressione basato sulla laminazione dell’area di passaggio dell’acqua in un otturatore. La variazione di tale area € demandata ad un dispositivo di regolazione il cui funzionamento & basato sull’equilibrio di due forze: la spinta di una molla ¢ la pressione a valle della molla. In base all’elemento con il quale si ottiene tale equilibrio & possibile distinguere valvole di riduzione della pressione a pistone ¢ valvole di riduzione della pressione a membrana, II funzionamento delle due tipologie di valvole & analogo e si continua la tattazione considerando la valvola dotata di membrana. Figura 4.1 Funzionamento di una valvola di riduzione della pressione a membrana 1)Vite 2)Molla 3)Membrana 4) Otturatore 5) Molla antagonista 6) Astina 7) Foro centrale 8) Foro ’uscita L’elemento che va a regolare la pressione & la membrana. Su una lato della membrana agisce la molla, la cui forza & regolabile mediante la vite, mentre sull’altro lato della membrana agisce la pressione di valle (P2). Si ha una condizione di equilibrio quando la forza della molla va ad eguagliare la spinta della pressione, in questa condizione si ha la chiusura dell’otturatore. Grazie alla vita @ possibile variare [’apertura dell’otturatore. Se la pressione di valle (P2) tende a diminuire, ad esempio come conseguenza di una richiesta idrica da parte dell’utenza, la forza della molla vince la spinta della pressione € di conseguenza si ha I'abbassamento della membrana e una maggiore area per il passaggio dell’acqua. Cid porta a minori perdite di carico quindi al ripristino della pressione di valle al valore settato, Se la pressione di valle tende ad aumentare, come conseguenza di una minore richiesta idrica da parte dell'utenza, si ha che la spinta della pressione sulla membrana 59 maggiore della molla e si ha una chiusura dell" area peril passaggio dell’area, Cid porta ad una maggiore perdita di carico con il conseguente ripristino della pressione di valle al valore di settaggio. Quando l'eccesso di pressione di valle é elevato, l'otturatore va in battuta contro la sua sede ¢ la membrana si alza (Figura 3.2), sotto l'azione della pressione di vale, comportando il distacco dell’astina dalla membrana: in questo modo Vacqua pud fluire attraverso il foro centrale e fuoriuscire dal foro di uscita fino a che non si ha nuovamente l'equilibrio. Figura 4.2 Funzio condizioni ymento di una valvola di riduzione della pressione a membrana di sovrappressione a valle 4.2 Il posizionamento e la taratura delle valvole PRV II posizionamento e Ja tarature ottimale delle valvole rappresenta un problema di ottimizzazione per il quale la funzione da minimizzare dipende dalle perdite complessive che si verificano in rete € daii vincoli da rispettare riguardano i carichi ile ammettere ai nodi. Ai metodi di ottimizzazione piezometrici minimi che & possil occorre affiancare modelli di simulazione idraulica per poter determinare le condizioni di funzionamento e, di conseguenza, le pressioni e le perdite. Il problema dell’ottimizzazione risulta essere complesso in ragione della dimensione del problema ¢ per la non linearita dei modelli distribuitivi, Da un punto di vista pratico, non é possibile scindere il problema del posizionamento delle valvole da quello della loro taratura, al fine di poter valutare ¢ confrontare le performance delle varie soluzioni. II problema, per una rete idriea con funzionamento a graviti, da un punto divista matematico, comporta il considerare: # Te equazioni del moto ai rami (relazioni che legano la portata circolante alle perdite di carico); ‘© lerelazioni perdita-pressione ai nodi in cui si simulano le perdite; ‘* equazioni di continuita ai nod © funzione obiettivo da minimizzare (valore dell’acqua persa, come frutto del prodotto tra la portata persa e il suo valore per unit di volume): ‘* vincoli sui carichi piezometrici minimi accettabili ai nodi Analizzando le varie equazioni si ci rende subito conto che il problema di ottimizzarione che si sta considerando non risulta essere lineare. Per i problemi di ottimizzazione non lineari, in alternativa ai complessi algoritmi di linearizzazione, & possibile adoperare algoritmi di ricerca stocastica, nell'ambito dei quali gli algoritmi genetici sono tri i pid efficienti (Gueli e Pezzinga, 1998). Gli algoritmi genetici, come mostrato da molti studi, possono essere impiegati per la risoluzione di problemi idraulici complessi (Simpson et al., 1994, McKinney and Lin, 1994, Ritzel and Eheart, 1994), 4.3 Gli algoritmi genetici Gli algoritmi genetici sono impiegati per la risoluzioni di problemi di ottimizzazione in molti campi della ricerca, sia tecnica che scientifica. Furono introdotti da Holland, professore dell’Universita del Michigan, tra la fine degli anni 60 € I'inizio degli anni 70, Rispetto ad altre tecniche di ottimizzazione, gli algoritmi genetici hanno come vantaggio Ia capacita di esplorare in maniera efficiente lo spazio delle possibili soluzioni, ottenendo una soluzione molto vicina a quella in assoluto migliore, in tempi cche risultano essere ragionevolmente brevi, compatibilmente con le potenze di caleolo degli elaboratori disponibili in commercio. G fondante in un‘analogia con l'evoluzione biologica. Si basano su un meccanismo del algoritmi genetici sono robusti metodi di ricerca che trovano il proprio elemento tutto simile a quello presente in natura per la selezione delle specie sessuate, in base al 61 modello posto a fondamento della teoria evolutiva formulata da Darwin in On the origin of species by means of natural selection, gli algoritmi operano Ia selezione naturale di una popolazione i cui individui sono Con logiche del tutto simili a quelle della selezione naturale, gli algoritmi genet rappresentazioni delle possibili soluzioni del problema. La popolazione iniziale generata casualmente ¢ il numero di individui resta costate nel succedersi delle generazior In natura, allinterno di ogni cellula di un individuo, sono contenute tutte le informazioni che definiscono Ia sua composizione fisica, o fenotipo. Queste conservate su informazioni sono codificata dando luogo a sequenze di geni linea copie di cromosomi riproduzione s si ha che una meta di una copia di cromosomi viene da ogni genitore. Un generico che rappresentano il genotipo delI'individuo. Atraverso la -ssuale si ha la combinazione di materiale genico di entrambi i genitori, individuo non pud influire sulla propria composizione genica ma pud unicamente influire sulla composizione genica delle generazioni successive mediante il sucesso riproduttivo. Negli algoritmi, stringhe di dati rappresentano i cromosomi ¢ rappresentano gli individui della popolazione. Ogni stringa risulta essere composta da una serie di caratteristiche, equivalenti ai geni biologici, che rappresentano la codifica delle variabili decisionali, La qualita di un certo individuo, ovvero la “bonta” di una certa soluzione in relazione al problema analizzato, viene quantificata attraverso una funzione di fitness. Nel parallelo della teoria evolutiva, il valore della funzione di fitness rappresenta Vadattabilita all'ambiente dell’individuo considerato: gli individui che possiedono caratteristiche che consentono loro di adattarsi in maniera migliore all'ambiente, possiedono maggiori probabilita di sopravvivere e dunque di trasmettere i propri geni alle popolazioni successive mediante la riproduzione. A partire da una popolazione iniziale, lalgoritmo genetico procede per generazioni successive ognuna caratterizzata da individui migliori rispetto alle generazioni precedenti, dando luogo ad un'evoluzione verso I'ottimo della funzione di fitness. 62 II passaggio da una generazione a quella successiva avviene simulando il processo evolutivo biologico mediante quattro operatori: selezione, crossover, mutazione ed clitismo. Il problema degli algoritmi genetici e che, in molti casi, occorrono tempi molto elevati per il calcolo della fitness, specialmente quando Ia valutazione della soluzione comporta l'esecuzione di un modello di simulazione idraulica, 4.3.1 Operatore selezione II primo operatore & detto operatore selezione: vengono scelti gli individui migliori che costituiranno gli clementi cardine delle generazioni successive. Esistono diverse tipologie di selezione: * Roulette wheel: su di essa si basano la maggior parte degli algoritmi genetici, & proporzionale alla fitness. Nel nostro caso lobiettivo & di minimizzare la jiduo si caleola con la fitness, quindi la probabiliti di selezione di un indi relazione: 1 20 = Fora a1) dove Fin Fappresenta la fitness pitt bassa mai incontrata fino a quel momento. Questo tipo di selezione funziona come una roulette in cui, calcolate le probabilita di tutti gli individui e le loro cumulate, Cy = Lh=1 Pry, si estrare un numero casuale X compreso tra 0 ed | e si valuta: per Cyij1) SX S Cy si considera I'individuo corrispondente alla C,i) € si inserisce nella meeting pool, contenitore in cui vengono inseriti gli individui migliori. Vi & ipotesi che un individuo possa essere selezionato pill volte e se, ad esempio, in una generazione si osserva una configurazione particolarmente buona, essa presenter’ probabilitA di selezione pid alta di conseguenza verra selezionato un maggior numero di volte ¢ cid pud comportare una convergenza prematura della soluzione. Questa eventualita pud essere evitata utilizzando altri tipi di selezione come ad esempio la ranking selection. 63 * Ranking selection: questa tipologia non & proporzionale al valore della fitness, ma all’ordinamento degli elementi effettuato in base ad essa. Pud essere di due tipi: 1 Linear ranking: la probabilita di selezione di un individuo varia linearmente ¢ si calcola come: Po =k = @w- Dkr (42) dove: (o rappresenta il ranking che noi assegniamo agli individui in base alla fitness: I’individuo migliore avra ranking | e cosi via; c kat (43) c = Tarp 4) con C costante compresa tra 1 € 2 © N numero degli individu. Dopo aver ordinato gli individui in base alla fitness decrescente, si assegna il ranking e, calcolata la probabilita, si procede allo stesso modo della selezione roulette wheel. Exponential ranking: & la pid utilizzata tra le due poiché si é visto che conduce ad una migliore soluzione. La probabiliti di selezione in questo caso si caleola come: Puy = Ryka (1 — ky) OY (4.5) dove: ky = (0.01; 0.1] oR ky (4.6) kz serve a correggere il calcolo al fine di ottenere come somma delle probabilita il valore 1, esso altera di poco il valore reale. Allo stesso modo della linear ranking dopo aver ordinato gli individui in base alla fitness, aver assegnato il ranking e aver calcolato la probabiliti, si procede normalmente come per la roulette wheel. ‘* Tournament selection: & un particolare tipo di selezione che non si basa direttamente né sul ranking né sulla fitness. Si estrae un dato numero di individui che vengono confrontati tra loro scegliendo quello con la fitness ina di crossover. Gli individui part migliore da inserire nella tournament vengono scelti in manicra casuale, esempio: considero 100 individui, seleziono il primo in maniera casuale, seleziono il secondo tra i 99 indi rimasti e cosi via fino ad avere un numero N di lui presi a caso, Confrontati gli N individui, inscrisco nella meeting pool quello con la migliore fitness e poi reinserisco tutti gli N individui nella popolazione iniziale e riparto sempre con la stessa popolazione di 100 individui procedendo allo stesso modo. Nel nostro caso abbiamo utilizzato una Exponential ranking selection con valore di 3.6.2 Operatore crossover Il secondo operatore é detto operatore crossover: si parte dagli individui contenuti nella piscina di crossover 0 meeting pool ¢, attraverso operazioni di mescolamento, si i ottiene una nuova generazione di dui con caratteristiche mediamente migliori rispetto a quelle delle generazioni precedent L’operazione di crossover viene ripetuta fino ad ottenere una nuova generazione con numero di individui pari a quello della generazione precedente. Esistono diverse tipologie di crossover: © One point crossover: é il metodo classico. Si parte da un genitore Pl e da un genitore P2 presi a caso all’interno della meeting pool, entrambi con stessa Junghezza di bit pari a n,. Si estrae un numero casuale X compreso tra 0 ed Ie 65 si determina il valore { in corrispondenza del quale tagliare la sequenza di bit dei due genitori con la seguente regola x< aa 34 (47) A questo punto, mescolando le parti di stringhe ottenute si ricavano i due individui figli $1 ed $2. Se ad esempio, considerando i genitori PI e P2 le loro sequenze di bit vengono tagliate in due parti HI,TI e H2,72, i figli saranno rispettivamente ottenuti come $1: H1,T2 ed $2:H2,T1 Two point crossover: il procedimento & identico a quello della tipologia precedente con la differenza che il taglio della stringa dei genitori avviene in due punti invece che in uno solo al fine di ottenere nei due figli un mescolamento migliore della caratteristiche genetiche. In maniera analoga si pud effettuare un crossover multi point in cui i punti di taglio possono essere molteplici. Uniform crossover: permette un mescolamento maggiore rispetto ai metodi precedenti, Si parte estraendo dei numeri casuali al fine di generare una ‘mascherina di crossover con numero di bit pari a quello dei genitori di partenza (np): se il numero casuale X estratto per ognuno dei bit risulta maggiore di 0.5 si inserisce nella mascherina il valore 1, viceversa se risulta minore di 0,5 si inserisce il valore 0. Per ogni bit del patrimonio genetico, se il corrispondente valore della mascherina di accoppiamento é pari ad 1 per il figlio SI viene scelto il gene del padre PI, se invece & pari a 0 viene scelto il gene del padre P2. In maniera opposta si procede per il figlio S2. L’operazione viene ripetuta per ogni coppia di genitori fino ad ottenere la nuova generazione di individui. L’operatore crossover ha un parametro addizionale detto probabilita di crossover Pe stabilito ii zialmente: possiamo, infatti, assegnare ad ogni coppia di individui una probabilita pari ad un numero casuale, se esso risulta inferiore a P- allora si procede con il mescolamento dei due individui tramite l’operatore di crossover, viceversa se esso risulta superiore a P si introducono i due individui invariati nella nuova generazione. 66 Nel nostro caso € stato utilizzato "Uniform crossover con probabilita di crossover del 100%, in questo modo tutti gli individui si mescolano tra loro e si ha una maggiore variabilita nelle generazioni successive. 3.6.3 Operatore mutazione Il terzo operatore & detto operatore mutazione: per fornire variabilité aggiuntive alle nuove generazioni, si introduce questo operatore che permette ad alcuni individui la mutazione dei geni con un meccanismo di probabiliti simile a quello dell’operatore crossover, Assegnata una probabilita di mutazione Py, = [0.001 ; 0.01], per ogni bit della stringa del patrimonio genetico di ogni individuo si estrae un numero casuale X. Se X< Pp, allora viene modificato il gene ad esso corrispondente, altrimenti lo si lascia immutato. Affinché non ci siano troppe mutazioni che potrebbero addirittura non portare il processo @ convergenza, la probabilita di mutazione si mantiene in un range molto basso. lore elitismo 3.64 Opel Il quarto ed ultimo operatore é detto operatore elitismo: non é detto che gli individui delle nuove generazioni siano migliori di quelli delle generazioni precedenti. In sostanza nell’elitismo classico, o forte, viene conservato per ogni generazione Vindividuo con ta migliore funzione di fitness € lo si confronta con quello del viduo migliore della generazione attuale. Quello tra i due con la fitness pid bassa viene inserito nella nuova generazione sostituendolo ad un altro individuo ad essa appartenente estratto in maniera random, sempre servendosi di un generatore di numeri casuali Oltre all’elitismo classico pud essere applicato lelitismo multiplo: si considerano gli N individui migliori della generazione attuale e si confrontano con gli N individui di quella precedente, conservando unicamente gli N migliori tra i due gruppi. Solitamente, perd, si preferisce l'elitismo forte, soprattutto quando la popolazione & costituita da pochi elementi, poiché questa seconda tipologia pud portare alla or propagazione di troppi individui nelle generazioni successive rallentando 0, in casi estremi, non portando il sistema a convergenza. 3.6.5 La funzione di fitness Lialgoritmo genetico, quindi la ricerea della soluzione, si basa, nel nostro caso, sulla minimizzazione della funzione di fitness. La funzione di fitness é la seguente FF =CA+CV (48) dove CA = CAacqua_persa + CAray 49) sono i “costi attualizzati” (valutati alla fine di un periodo di tempo di Nyy anni) © -H)] (4.10) sono i “costi virtuali® relativi alle penalita introdotte quando una o pitt delle pressioni, derivanti dalla simulazione, sono inferiori alle pressioni minime necessarie a soddisfare completamente l'utenza, Nella fattispecie: © Hymin @ il valore “ideale” della piezometrica nel nodo j-esimo per soddisfare completamente la domanda idrica degli utenti del nodo specifico; +H, @il valore della piezometrica nel nodo j-esimo; * Nyoat & il numero totale dei nodi del sistema di distribuzione idrica da cui si ha una domanda idrica; ‘* 7 &il generico nodo del sistema di distribuzione idrica da cui si ha una domanda idrica; © p [€l(m anno) & il “coefficiente di penalita” introdotto per penalizzare le condizioni operative nelle quali la quota piezometrica nel nodo j é inferiore a quella “ideale”. Si ha che CAacqua persa = C1" Wpersa Ditt*(1 + tap) aay che rappresenta il costo associato al mancato guadagnato derivante dalla perdita di acqua dalle tubazioni, valutata alla fine di Nyya anni di gestione del sistema idrico, dove: © Nyua rappresenta la vita utile attesa delle valvole, valutata in anni, prima della loro sostituzione; © Wpersa & il volume di acqua che si stima sia perso in un anno; * c, &il costo iniziale di un metro cubo di acqua perso nel suolo; © Tap @ il tasso con cui il prezzo del volume di acqua, che potrebbe essere erogata all’utenza, crescerebbe annualmente se non aumentasse il quantitativo disperso nel sottosuolo, Si ha che: CApay = ZpEh" (CFpav-manut + CFenv-inst)y (4.12) sono i costi relativi all’acquisto, istallazione ¢ manutenzione del set di PRV selezionate, dove v € Npgy Sono, rispettivamente, la generica PRV e il numero totale di PRV considerate nella simulazione. CFony-manut & il costo finale sostenuto sia per a manutenzione sia della PRV che del pozzetto, valutata alla fine della vita utile attesa della PRV, calcolato utilizzando la formula CF rig: snan = Clone. zuae Dee (Le Tomrmaanie) (4.13) dove: © Clpgy-manue & il costo sostenuto per la manutenzione, il primo anno, sia della PRV che del pozzetto; © Tpry-manut @ il tasso di crescita annuo del costo sostenuto per la manutenzione dia della PRV che del pozzetto; CFpav inst @ il costo finale sostenuto per lacquisto della PRY, per la costruzione del relative pozzetto ¢ per listallazione della PRV nel pozzetto, valutato alla fine della Vita utile attesa delle PRV utilizzando la relazione Nvua CFpny inst = Clpgv inst “(1 + Yorv_acqus.inst) (4.14) 69 dove rev acqu.s. inst @ il tasso di crescita annuale del denaro speso per il rimborso del prestito ricevuto da parte di terzi per l’acquisto delle PRV, per la costruzione del relativo pozzetto, listallazione della PRY nel pozzetto: Clory-inse & il costo iniziale sostenuto sia per acquisto della PRV che per la sua istallazione nell’apposito pozzetto costruito, ed & data da Clpnv inst = Clervacquisto + Clpozzetto (4.15) Dove: # Clpgy acquisto & il costo iniziale sostenuto per l'acquisto della PRV © Clyozzetto & il costo iniziale sostenuto per la costruzione del pozzetto nel quale andra tallata la PRV sia per Vistallazione nel pozzetto appositamente costruito, Ovwviamente, il valore di Clppy acquisto © di Clpozzetto & di conseguenza, di Cl pay inst e di CFppy inst dipende dalla grandezza e dalla complessita della valvola che si va ad utilizzare, e quindi dal diametro della tubazione dove la valvola dove essere collocata. In maniera del tutto analoga, anche Clpav manut © FCpav-manuey dipendono dalla grandezza e dalla complessit della valvola, e quindi dal diametro della tubazione dove la valvola deve essere collocata. Come conseguenza, il costo CApgy relative all’acquisto, istallazione e manutenzione del set selezionato di PRV dipende dal diametro delle tubazioni dove le valvole devono essere collocate e dal numero di valvole che deve essere utilizzato. C’@ da aspettarsi che, con l'incremento del numero delle valvole, da una parte il volume dell’acqua disperso nel suolo tenda a ridursi ¢, con esso, tende a decrescere il costo associato alle perdite; dall’altra parte il costo associato all" acquisto, istallazione e numero ottimale di valvole manutenzione della valvola € maggiore. Come risultato, da allocare in rete pud essere scelto solo unicamente sulla base di un analisi benefici- costi Con riferimento al valore c,, sembra opportuno osservare che, per una societi privata, eso dato dalla perdita di entrata per la mancata consegna di un metro cubo di aequa agli utenti (dato dalla differenza tra il prezzo di vendita di un metro cubo di acqua ¢ il 70 suo prezzo di acquisizione). Invece, per una societa publica, il costo unitario ¢y & rappresentato dalla somma di: 1. I costo del suo approvvigionamento, includendo l'eventuale pompag, 2. Il costo del suo temporaneo stoccaggio nel serbatoi Il costo per la distribuzione agli utenti final 4. I costo della fatturazione. Nell'ambito di questo lavoro, il valore di c, si é assunto pari a 0.818€/m’ che rappresenta il costo medio di un metro cubo di acqua per gli utenti del sud Italia Il costo iniziale per lacquisto di ciascuna valvola (Clpgy acquisto) & stato ricavato come valor medio tra i vari prezzi dichiarati dai vari costruttori. | valori, in relazione al diametro nominale, sono riportati nella seconda colonna della tabella 3.1 Per semplicita, il costo iniziale sia per la costruzione del pozzetto all’interno del quale andranno a essere collocate le PRV, dimensionati in base alle dimensioni delle valvole, che per listallazione al loro interno delle PRV (Clpozzerto) & stato valutato utilizzando Ia relay Clyozzeteo = 3000 + 2*DN (4.16) dove Clposzetso espresso in euro € DN (diametro nominale) é espresso in millimetri, il loro valore é riportato nella terza colonna della tabella 3.1 Il costo iniziale per la manutenzione sia della valvola che del pozzetto (Clpev manut)s che dipende dal diametro nominale della tubazione dove la PRV viene istallata, é stato valutato utilizzando la relazione Clpry_manut = 0-1 * Clppvacquisto (4.17) 1 valori sono riportata nella sesta colonna della tabella 3.1. mn DN | Clrnv sgain] Clo] Clrivie [CFrnv in| Clrev suns |CFrav mn] CF rev [mm] f€) tél fe) {€] f€) fé) fe) 60 | 867.00 [3118.00] 3985.00 | 5059.89 | 86.70 | 2448.69 | 7508.58 RO | 890,00 [3160.00] 4050.00 | 5142.43 | 89.00 | 2513.64 | 7656.07 100 | 969.00 [3199.60] 4168.60 | 5293.02 | 96.90 | 2736.77 | 8029.79 125 | 1415.00 [3251.20] 4666.20 | 5924.84 | 14150 | 3996.41 | 9921.25 150 | 1817.00 [3302.80] 5119.80 | 6500.79 | 181,70 | 5131.79 ]11632.58 200 | 2828.00 | 3406.40] 6234.40 | 7916.03 | 28280 | 7987.18 ]75903.21 ‘250 | 4074.00 |3508.80] 7582.80 | 9628.14 | 407.40 | 1150.63 [2112877 300 | 5960.00 | 3611.20) 9571.20 |12152.88] 56.00 | 16832.95 |28085.83 350 | 742400 [3705.20] 11129.20]14131.13| 74240 | 20967.75 |35098.88 400 | 10436.00 [3805.60] 14241.20| 8083.05] 1043.60 | 29474.60 [4757.66 450_| 1241100 |3905.60|16316.20| 20717.75| 1241.10 | 35052.63 [5770.39 500 | 14613.00 [4008.00 18621.00|23643.73) 1461.30 | 41271.79 |64915.52 6000 | T888R.00 |4210.40]23098.40| 2932884] I88ERO | 53345.76 [8267.60 ‘Tabella 4.1 Costiiniziall finali per Facquisto,istallazione e manutenzione delle PRV La tabella 3.1 riporta nella quarta colonna il costo complessivo per l’acquisto della PRY, del pozzetto associato e per la |’istallazione (Clppy inst) La tabella 3.1 riporta nella quinta colonna il costo finale totale (CF pay jnst) Sostenuto per l'acquisto della valvola, per la costruzione del pozzetto associato € l"istallazione della PRV nel pozzetto, valutato alla fine della vita utile attesa della PRV. La tabella 3.1 riporta nella settima colonna il costo finale totale (CFoay manut) sostenuto per la manutenzione sia della valvola che del pozzetto, valutato al fine della vita utile attesa dalla valvola. n | La tabella 3.1 riporta nella ottava colonna il costo finale totale (CFpgy) sostenuto per la costruzione e manutenzione del pozzetto e per 'acquisto, istallazione e manutenzione delle PRY, valutato alla fine della vita utile attesa della PRY, data da CFerv = CFerv manut + CFerv inst (4.18) Nella fattispecie si @ considerato che Nyya = 25 anni e peri tassi di interesse Terv.acauainst = Trav = Terv.manue = 0.01 In definitiva quindi la funzione di fitness é: FF =e Mone Ct + ap) + ate ens + J! |r nome, (1+ 7 manut) + (Clenr-acgustoy + Clyeszeey)* (1+ onsen | +e DY) max[0, Hn — HDL (4.19) B 5 Modelli di analisi delle reti idriche Esistono diversi modelli per analizzare la risposta della rete, in termini ita con diverse piezometrici ai nodi e di portate circolanti nei tratti, quando essa & cau richieste ai nodi. Per tal scopo, nell’ambito del problema di verifica delle reti idriche, bisogna far riferimento a due principali tipologie di approceio denominate rispettivamente Demand-Driven Analysis e Pressure-Driven Analysis. Queste due tipologie trovano come fondamento delle ipotesi differenti che possono essere sintetizzate nel modo seguente: © il Demand-Driven Analysis (DDA) @ un modello basato sull’ipotesi, tutt’altro che veritiera, che la portata richiesta dai nodi, qi-servs Sia sempre crogabile, dando per assunto che il carico sui nodi, H;, & tale da permettere qualsias richiesta q;-serp. Il modelo si basa, in definitiva, sulla risoluzione del sistema di equazioni di continuita e di moto. * il Pressure-Driven Analysis (PDA) & un modelo che, oltre alle equazioni di continuita e del moto, considera anche le equazioni q; = f(H;) che forniscono la relazione tra la portata erogata al nodo, qj, € leffettivo carico disponil Hy 5.1 Confronto tra i modelli Demand-Driven Analysis Pressure-Driven Analysis Quasi tutti i modelli di calcolo, attualmente utilizzati per la verifica idraulica delle reti acquedottistiche, si basano su un approceio di tipo DDA, cioé fissando a priori la porta erogata dai nodi, qj, ¢ assumendola pari alla portata richiesta, qj-serv. con lipotesi 74 implicita che il carico piezomettico, in corrispondenza del nodo, sia sufficiente a soddisfarla. I metodi con queste basi teoriche forniscono risultati corretti solo del caso in cui la verifica idraulica della rete dia esiti positivi, ossia, nel caso in cui il carico piezometrico, Hj, risulti, in ogni nodo, maggiore o uguale al valore richiesto per soddisfare la domanda, H-serv Se, al contrario, il calcolo mostra esistenza di nodi critici nei quali si ottiene che Hj < H~serv » la verifica fornisce un esito non corretto, in quanto le portate assegnate come erogate dai nodi critici, q,-sery, non sono compatibili con i valori dei carichi Hy calcolati. Si dimostra, di conseguenza, che questo tipo di approccio fori ce un giudizio di adeguatezza 0 di non adeguatezza della rete, ma non consente di quantificare tale giudizio con una misura di prestazione. E* evidente, quindi, che esigenza di determinare lerogazione effettiva, anche nelle condizioni di pressione insufficiente, richiede I'utilizzo di un approccio diverso, cioé un analisi PDA. Tale approccio si basa sull’assunzione che le portate erogate dai nodi, q,, non sono pitt note a priori, ma sono delle incognite del problema, e che, quindi, devono essere Hy determinate in finzione dei carichi disponil Le incognite del problema di verifica, posto in questi termini, sono le portate circolanti nei tronchi, Qj, i carichi piezometrici nei nodi, Hj, le portate effettivamente erogate q. La soluzione, quindi, deve soddisfare non solo le consuete equazioni del moto (scritte per i tronchi) e le equazioni di continuita nei nodi, ma anche le relazioni che, in ‘ogni nodo, legano la portata erogata al carico effettivamente disponibile. Il problema cosi definito, idraulicamente determinato, ¢ risolubile con unicita: cid istema significa che esiste un’unica configurazione di portate circolanti_nel distributore e un'unica distribuzione di carichi piezometrici nei nodi. 5.2 Legami Q-H La verifica delle retiidriche con una procedura di tipo PDA richiede che, alle consuete equazioni di continuita e del moto, siano associate le equazioni per esprimere il legame fra la portata effettivamente erogata, qj, € il carico H, disponibile al nodo. 75 Queste equazioni dipendono da molti fattori, fra i quali, i prineipali sono: * Ia dimensione e la configurazione della rete; + Ia distribuzione spaziale, in senso altimetrico ¢ planimettico, degli apparecchi erogatori + la destinazione d’uso dei vari edifici serviti dalla rete: * Ia morfologia del territorio; # le perdite di carico prese impian uzione dellacqua interni alle strutture; La valutazione di questi clementi & molto complessa, anche a causa della forte variabilita. che li caratterizza e richiederebbe informazioni molto dettagliate che risultano essere quasi mai disponibili. Preso atto di tutti questi aspetti, diversi autori hanno affrontato il problema, giungendo a formulazioni anche molto diverse fra loro, atte a esprimere la portata erogata in funzione dell'effettiva piezometrica. 2.1 Legame Q-H costante Si assume che la portata erogata dal nodo, qj, sia indipendente dal carico piezometrico disponibile ¢ pari al valore richiesto, qi-serp- La funzione che si ottiene rappresenta un legame costante tra portata e carico, che & utilizzata implicitamente della metodologia DDA. 2 legame costante os ile 02 Figura 5. Legamecarlo-portata comante 76 5.2.2 Legame Q-H formulato da Wagner (1988) La pit nota relazione che lega la portata erogata dal nodo e la quota piezometrica che insiste su esso, & quella di Wagner et. al. (1988) per Hy > Hi-serv Ber He-min SH, S Hi-sery 6.1) per Hy < Henin Wagner (1988) "Figura 5.2 Legame carico-portata Wagner (1988) 3 Legame Q-H formulato da Pianese (1995) serv per Hy > Rico per Hy-min S Hy < Hy-serv (6.2) per Hy < Hi-min 42 " et Pianese (1995) -game carico-portata Pianese (1995) _ 7 5.2.4 Legame Q-H formulato da Tabesh (2002) oe per Hy > Hi-serw % er Hy-min © Hi S Hi-serv (53) per Hy Hi-sery =} Ae-sero ARE. per Hiamin S Hi & H-serv 6.4) a per Hy < H-min dove a; eB; sono due coefficienti che risultano pari a: S95Hi-serv’ Himsere 907Hi-min a= (5.5) 11.502 (5.6) Hi-sero—Himin [oy Tanyimboh (2004) 1 Figura 5.5 Legame carico-portata Tanyimboh (2004) 78 5.2.6 Legame Q-H formulato da Tucciarelli (1999) ae per Hy > Hi-serv 9 = | N-sery|sen?(x SJ] Per Hi-min SH) SHinsere (5.7) rf per Hy < Hi-min 42 Tucciarelli (1999) 1 os oa 02 ° Figura 5.6 Legame carico-portata Tucciarelli (1999) 5.2.7 Legame Q-H formulato da Fujiwara (1993) i-serv i emia] per Hi-min $ Hi $ Mi-serv (5.8) per Hy < Hi-min Fujiwara (1993) | Figura 5.7 Legame carico-portata Fuji 79 5.2.8 Legame Q-H formulato da Germanopoulos (1985) U-serv per H, > Hi-serv (4-H Gi = 4 i-serv} aw aaa per Hi-min < Hi < Hi-serv(5.9) per Hy < Hi-min 0 G & una costante relativa al nodo. Germanopoulos (1985) | 4 Figura 5.8 Legame carico-portata Germanopoulos (1985) Il legame Q-H formulato da Germanopoulos non fomnisce un corretto comportamento: per valori clevati del coefficiente G si ottiene una sovrastima della portata effettivamente erogata, infatti, gid per valori del carico molto inferiore a quello richiesto, essa & circa pari alla portata richiesta; per valori piccoli di G; la portata cerogata é sensibilmente inferiore alla domanda anche nel caso Hy > Hy-serv- 80 Per agevolare un confronto fra le diverse relazioni proposte, si riporta un diagramma riassuntivo con tutti i legami carico-portata precedentemente espressi. 12 os os 02 Wagner (1988) —Pianese (1995) —Tabesh (2002) ‘Figura 5.9 Confronto trai vari legami carico-portata —egame costante —Tanyimboh (2004) ‘Tucciarelli (2999) —Fujiwara (1993) ——Germanopoulos (1985) 81 6 Software di calcolo: EPANET-2 AlF interno dell’ algoritmo genetico, per l'ottimizzazione della posizione e del settaggio delle valvole di riduzione della pressione, si é pensato di implementare come motore di calcolo il programma EPANET-2: noto software di pubblico dominio sviluppato dalla Environmental Protection Agency degli Stati Uniti e adottato anche da alcuni software commerciali. L'interfaccia grafica & stata implementata per mezzo di un motore ‘grafico open source. L"intera applicazione & stata sviluppata utilizzando un moderno linguaggio a oggetti, pertanto si tratta di un’applicazione facilmente estendibile, che otra essere arriechita con il tempo con nuove funzionalita Gli clementi utilizzati da tale software per la modellazione matematica di una rete di distribuzione sono gli archi, links, connessi tra loro tramite nodi, nodes: gli archi possono essere di tre |. pompe, valvole) cos come i nodi che, oltre ad essere semplici punti di giunzione tra tubi, possono essere punti di consumo (nodi di domanda), di immissione (nodi sorgente) o di conservazione (nodi di deposito). In EPANET-2 sono classificati come nodi sia i serbatoi (tanks) sia le cisterne (reservoires); in entrambi esiste una superficie di pelo libero, tuttavia nelle seconde il livello dell’acqua rimane costante. EPANET-2 rappresenta la variazione del livello dell’acqua di un serbatoio tramite la relazione: Ay = (q/A)at (6.1) dove: Ay rappresenta la variazione del livello dell’acqua; q@ la portata che entra (+) 0 esce (-) dal serbatoio; A indica l'area della sezione trasversale del serbatoio; At rappresenta l'intervallo di tempo in secondi E necessario fornire al programma il valore minimo e ma: 10 consentito per il livello jerno dei serbatoi, tanks. Per come sono stati descritti, i reservoir acqua all 82 rappresentano delle fonti d’acqua esteme, cioé sono laghi o fiumi, pertanto, a essi, non deve essere associato alcun consumo o immissione d'acqua 6.1 Algoritmo risolutivo: Metodo di Todini Il sistema di equazioni di continuita ¢ di perdita di carico rappresentativo della rete analizzata viene risolto tramite un algoritmo basato sul metodo iterativo proposto da Todini e Pilati (1987). Assegnata una rete idrica e definita la sua topologia, le caratteristiche delle tubazioni e i vincoli del sistema (portate q erogate ai nodi, carichi fissati Hg e la legge di resistenza per ogni tubazione) il problema consiste nel determinare le portate circolanti nei tratti ¢ i carichi incogniti nei nodi, In forma matriciale, avvalendosi delle equazi continuita e del moto, il sistema pud essere espresso nella seguente maniera: (Aral + F(Q) = —AyoHo Ce se = dove Ay2 = A}, & una matrice di dimensione (Nyx) ¢ rappresenta la matrice di incidenza dei nodi a carico incognito; Axo = Ady & una matrice di dimensione (N;xNs) e rappresenta la matrice di incidenza dei nodi a carico noto; QT = [01,0 negli Nr tronchi della rete; Qvr] & un vettore di dimensione (1x) delle portate circolanti ” = [41-42 Guy] & un vettore di dimensione (1xNy) delle portate da erogare negli Ny nodi della rete; HT = [Hy, Hy, .., Hwy] € un vettore di dimensione (1xNy) dei carichi nodali incogniti; H3 = (Hox, Ho2, --» Howw] & un vettore di dimensione (1xNy) dei carichi nodali notis FPQ) = fe esprimono le perdite di carico nei vari trati, f, = f(Q,) fur] & un vettore di dimensione (1xNy) delle leggi che con: ‘Nr numero di tratti con portata incognita; 83 ‘Nx numero di nodi con carico incognito; N, numero di nodi con carico noto. E possibile interpretare topologicamente una rete idrica come un grafo orientato, cioe come un insieme di nodi collegati tra loro tramite lati che hanno un verso fissato, corrispondente con quello della portata circolante e quindi caratterizzati da una testa (nodo che viene raggiunto in entrata) e da una coda (nodo che viene raggiunto in uscita). In tale ottica le matri Axz € os Sono le matrici note di incidenza che si ottengono considerando nella rete rispettivamente i soli nodi a carico incognito e quelli a carico noto, Per quanto detto, la matrice 42 € definita nel seguente modo: 1 se la portata del tronco i entra nel nodo j Az2(i,j) =} 0. se il tronco inon & collegati al nodo j =1 se la portata del tronco i esce dal nodo j € in modo del tutto analogo a codesta é definita la matrice Ags, considerando perd i nodi a carico fissato, Per quanto detto, il problema consiste nella risoluzione del sistema espresso nella (4.2), che risulta costituito da due parti: la parte superiore del sistema rappresenta le relazioni di perdita di carico-portata; quella inferiore rappresenta il bilancio di portata nei nodi. Il vettore F(Q) contiene il termine inerente le portate elevato ad un coefficiente n, pertanto la prima parte & un'equazione non lineare mentre la seconda, poiché ha i termini elevati all'unita, ¢ un‘equazione lineare. Da cid, poiché il sistema & costituito da una parte non lineare e da una fineare, non & possibile una soluzione diretta Per superare tale problema si utiliza il metodo di Newton-Raphson, uno dei pitt utilizzati per la risoluzione di equazioni non lineari. 6.1.1 Metodo di Newton-Raphson Al fine di illustrare il metodo di Newton-Raphson risulta piti semplice far riferimento al cago in cui si abbia una funzione F(x) di una sola variabile x, per la quale si voglia ricavare il valore xo di x per cui risulta F(x») = 0. Te Figura 6.1 Metodo di Newton-Raphson Le ipotesi fondamentali su cui si basa il metodo sono due: * Considerare un intervallo (a, b) all'interno del quale si intende effettuare la ricerca della soluzione F(x) = 0, la funzione F(x) dovra annullarsi in tale intervallo solo in xo; * La funzione F(x) deve essere indefinitamente derivabile nell'intervallo (a, b) con derivata seconda sempre dello stesso segno, ciog, la funzione F(x) all'interno dell’intervallo dovra presentare sempre concavita verso alto 0 verso il basso con assenza di punti di flesso. I due vincoli imposti possono risultare particolarmente limitativi nei riguardi della possibiliti che il metodo Newton-Raphson sia convergente. Considerata una stima x di primo tentativo del valore xp risulterd, genere, F(x) <> 0. Una stima di x pid vicina al valore cercato Xp pud ottenersi tracciando la tangente in x) alla F(x) e considerando l’intercetta x“ con l'asse delle x. Dalla condizione di similitudine dei triangoli si ha che: ax) a ey ~ ES 3) dacui x@ = x FO) aa Par daw) » ponendo formalmente F(x) =F e[F2) | = “F° siottiene o x = YO ) = Reiterando il procedimento n volte si avra che: 85, (6.6) Potra ritenersi coneluso il processo iterativo quando, per esempio, la differenza relativa zea tra successivi valori, x e¢ x0), rapportata a ~—— @ inferiore a un ¢ sufficientemente piccolo assegnato preventivamente Passando a considerare una successione F,,.,Fy di funzione nelle variabili x,,_x7 la procedura Newton-Raphson precedentemente illustrata pud essere estesa, mediante un isomorfismo tra spazio reale e spazio vettoriale, alla risoluzione di un sistema di T equazioni, anche non lineari, In particolare, la procedura iterativa utilizzata per la risoluzione del sistema di equazioni si presenta nella forma: x0) = xO) — p-ipon-v) 62) dove: x € il vettore colonna costituito dalle incognite x4,_xp3 Fl") @ il vettore colonna costituito dalla determinazione (n-1)-esima delle funzioni F,,_, Fr delle stesse variabili, quali possono ricavarsi dall’esame delle singole equazioni e dai valori assunti dalle variabili al passo (n-1); Dé lo Jacobiano di F, calcolato al passo (n-1)-esimo e definito come: a &, oF, ds oh oF, oF, dx, dx, dx, Risulta cosi chiaro che la risoluzione di un sistema di T equazioni non lineari pud ottenersi risolvendo, nell'ambito di ciascun*iterazione, un sistema di equazioni lineari dello stesso ordine di partenza, Per risolvere questo sistema si ricorre al metodo del Gradiente Coniugato. 6.1.2 Metodo del Gradie te Coniugato I metodo del gradiente coniugato é il pid importante metodo iterativo per la risoluzione di sistemi sparsi ¢ di grandi dimensioni. Esso € applicato a sistemi della forma: Ax=b (68) X € un vettore incognito Bé un vettore noto ‘Aé una matrice nota, quadrata e defi a positiva, Dati due vettori x e y, si indica con x” il prodotto scalare di x e y, cioé la somma scalare: xt = Tha (6.9) 0. Si nota cosi che x” y = y"x se x e y sono ortogonali, allora x" Una forma quadratica é semplicemente una funzione scalare f(x), di secondo grado di un vettore x, espressa nella forma: fla) = 1x7 Ax — Bx (6.10) dove A é una matrice, x € b sono vettori. Se A é una matrice simmetrica ¢ definita positiva, la risoluzione del sistema lineare Ax = b é equivalente a trovare il punto di minimo della forma quadratica f(x) (detta anche energia del sistema). Le due proprieta della matrice A sono espresse nella seguente maniera: © A ésimmetrica se A=A' dove A'é la matrice trasposta di A; * A édefinita positiva se, per ogni vettore non nullo di x, si ha x"Ax>0, 87 Figura 6.31 minima delta forma quadratica rappresenta ta soluctone del sistema Ax=b Il gradiente di una forma quadratica é definito nella maniera seguente: af) re) (6.11) 260 Il gradiente @ un campo vettoriale che. per un dato punto x punta nella direzione di maggior incremento di f(x). Sul fondo del paraboloide, il gradiente @ zero. Si pud minimizzare f(x) partendo dal gradiente f(x) e ponendolo uguale a zero: la forma quadratica é minima nel punto in cui si annulla il suo gradiente: Vf@) =FA+AT)x—b = Ax—b=0 (6.12) intende quindi calcolare la soluzione minimizzando f(x) con un metodo iterative non stazionario del tipo: OH = 200 4 ad (6.13) a partire da un vettore iniziale x’, lungo direzioni di decrescita d‘, con passi di lunghezza a, Il metodo consiste nella scelta di un primo punto a caso nello spazio multidimensionale e la valutazione della funzione e del suo gradiente nel punto stesso. iit ripida secondo la quale la Quest’ultimo, in particolare, indichera la direzione funzione tende a un minimo. Il punto successivo viene dunque scelto nella direzione indicata dal gradiente. Se la funzione al secondo punto ha un valore inferiore a quello corrispondente al primo, la discesa continua fino a trovare il punto che minimizza f Infatti, si avra che: 88 164-0) = 2 (a0 +a)’ + a) ~ (0 + adY6 =F) +2 (aY" Ada? — (Yr = 0 (6.14) da cui segue che Epo) = am yada—(ay'r (6.15) il minimo si ottiene per: ayo =e (6.16) a Nel metodo del gradiente si sceglie come direzione d di massima discesa, (steepest descendent) ovvero quella opposta alla direzione del gradiente della funzione f nel punto x), Fig 6.4 Il metodo “steepest descendent” Questa direzione coincide con il residuo al passo k, infatti: Vie) = Ark = b= =r (6.17) Liiterazione assume, dunque, la forma: x41) = xO) 4 yr (6.18) dove il valore di“ é ottenuto sostituendo d= 1"). Il metodo risulta essere, in genere, molto lento se le forme della forma quadratica sono molto vicine. Attraverso Mutilizzo di condizioni di ortogonalita si pud modificare il metodo in modo da ottenere una convergenza veloce. In questo modo si parla di gradiente coniugato. Lidea principale di questo metodo consiste nel costruire una base di vettori ortogonali e utilizzarla per realizzare una ricerca della soluzione in maniera pitt efficiente. Questo metodo fornisce una direzione di discesa d® basata sull’ortogonalizzazione del residuo 1 rispetto alle direzioni di discesa precedenti dj=l.....k-1 I metodo del gradiente coniugato si presta a molte applicazioni, come i metodi alle differenze finite © degli elementi finiti per la risoluzione approssimata di problemi ai limiti per equazioni differenziali e derivate parziali, l'analisi strumentale, l'analisi dei circuiti nonché analisi di reti idrauliche. Si pud dimostrare che, per un sistema lineare di ordine n, il metodo del gradiente coniugato converge alla soluzione esatta in al pit n iterazioni ed @ quindi da considerare un metodo diretto. Viene, perd, di fatto utilizzato come un metodo iterativo perché, specie se opportunamente _precondizionato, _fornisce uun'approssimazione sufficientemente accurata della soluzione in un numero di iterazioni molto inferiore a n (a ogni iterazione fornisce un’ approssimazione migliore stemi lineari di della soluzione ). Cid & particolarmente utile quando si opera su si e effettuare un dimensioni estremamente elevate, per i quali sarebbe inaccettal numero di iterazioni pari al numero delle equazioni 6.2 Pressure-Driven Analysis in EPANE Il software EPANET-2 analizza la rete andando a considerare unicamente le equazioni di continuita e di perdita di carico, senza tenere in considerazione il legame esistente tra carico © portata erogata, svolgendo un‘analisi del tipo DDA: T'i-esimo nodo, continuera a erogare la portata richiesta, qi-sery, anche se il carico agente su di eso, Hj, € minore del carico minim . Hmm, necessario a erogare quella data portata ANET-2 consente la simulazione dell’ero; wzione dipendente dal carico attraverso dispositivi, chiamati emitters, introdotti soprattutto per la simulazione delle perdite idriche, con i quali & possibile eseguire una verifica idraulica secondo lapproccio PDA. Per gli emitters la portata in uscita é legata alla pressione dalla relazione a= OH 20" (6.19) 90 in cui 4.@ la portata in uscita dal nodo i-esimo. H, &il carico totale sul nodo i-esimo; 2 & la quota geometrica del nodo i-esimo; Y esponente al quale, in assenza di altre indicazioni, pud essere assegnato il valore t0 Hy la portata erog: sia pari alla richiesta q/—sery Cemin-Z0" 4.2 (6.20) ), Sostituita nella (4.19) consente di ottenere il valore della portata effettivamente erogata in funzione della pressione disponibile: 4 = inserv’ (5 (621) La relazione precedente quantifica la portata effettivamente erog: ta al nodo come frazione della portata richiesta in funzione del deficit di pressione rispetto al valore di esercizio richiesto I software EPANET-2, perd, non contempla per la (4.19) un limite superiore di pressione oltre il quale la portata erogata si mantiene costante e quindi la semplice sostituzione dei nodi-erogazione con gli emitters porterebbe a calcolare, per i nodi con Hy > Hi-min. Valori di erogazione superiori alla domanda. Tuttavia, la possibilita offerta da EPANET-2 di simulare il funzionamento idraulico di una rete inserendo anche gli emitters, consente di effettuare la verifica idraulica secondo l'approceio PDA, con una procedura approssimata consistente nei seguenti passi 1) si verifica la rete con un calcolo convenzionale di tipo DDA, imponendo che la domanda sia completamente soddisfatta in tutti i nodi e calcolando i conseguenti carichi piezometrici; 2) in tutti i nodi per i quali, al passo precedente, risulta Hy > Hi-min Si pone uguale a zero la portata assegnata in uscita € si posiziona un er, con un coefficiente C, calcolato con la (4.20); a1 3) si esegue la verifica del sistema cosi modificato © sulla base delle portate erogate dagli emitters qe, si definiscono le portate erogate ai Se: nodi con le seguenti r se0 Sei S4irserv 4% 36424 > Gi-sere 8° dei <0 Poiché il secondo calcolo che simula la rete con Minserimento degli emitters & caratterizzato da minori portate circolanti e da cons enti minori perdite di carico rispetto al primo calcolo, i nodi che risultano non critici nel primo calcolo rimangono tali anche nel secondo, I risultati della procedura sono quindi corretti e congruenti con tutte le equazioni imposte, salvo nel caso in cui le portate in uscita dagli emitters debbano essere corrette poiché maggiori della portata richiesta o inferiori a zero, Il grado di approssimazione del risultato finale dipende quindi dall’entita di queste correzioni. Volendo eliminare questo errore, & possibile iterare la procedura sopra indicata ripetendo il calcolo di verifica dopo aver eliminato gli emitters nei nodi dove le portate sono state corrette in quanto ma; ori della portata richiesta o inferiori a zero e dopo aver ass to alle portate erogate in questi nodi i valori corretti 92 7 CASO STUDIO E SIMULAZIONI La procedura proposta @ stata testata con riferimento alla stessa rete di distribuzione idrica, facendo variare il numero di valvole istallate. Ricapitolando, viene cercata in maniera iterativa la soluzione ottimale per il posizionamento e il settaggio di valvole di riduzione della pressione attraverso il calcolo della funzione di precedentemente introdotta: Y. (1+ ron nant) + (Clear acaist, + Clporae, (+560 serene) |+» Y, marl0.(Hnin 1) dove: (7.1) Hymin & il valore “ideale” della piezometrica nel nodo j-esimo per soddisfare completamente la domanda idrica degli utenti del nodo specifico; H; il valore della piezometrica nel nodo j-esimo; Nnoai & il numero totale dei nodi del sistema di distribuzione idrica da cui si ha una domanda idrica; nerico nodo del sistema di distribuzion da cui si ha una domanda idrica: p [€/(m anno) & il “coefficiente di penalita” introdotto per penalizzare le condizioni operative nelle quali la quota piezometrica nel nodo j é inferiore a quella “ideale” Nyva tappresenta Ja vita utile attesa delle valvole, valutata in anni, prima della loro sostituzione, 93 iy Ypersa € il volume di aequa che si stima sia perso in un anno: ¢ € il costo iniziale di un metro cubo di acqua perso nel suolo; ta Tay € il tasso con cui il prezzo del volume di acqua, che potrebbe essere erog all’utenza, crescerebbe annualmente se non aumentasse il quantitative disperso nel sottosuolo, Clopy-manut & il costo sostenuto il primo anno di manutenzione sia della PRV che del poz Tprv.manut © il tasso di crescita annuo del costo sostenuto per la manutenzione sia della PRV che del pozzetto; Clopy acauisto @ il costo iniziale sostenuto per |’acquisto della PRV Clyozzetto il costo iniziale sostenuto per la costruzione del pozzetto nel quale andra istallata la PRY, sia per 'istallazione nel pozzetto appositamente costruito, Si & considerato come valore minimo dell’altezza piezometrica 20 metri, in maniera tale da minimizzare le perdite mantenendo comunque un idoneo servizio all" utenza, Come risolutore idraulico si & utilizzato il programma EPANET-2 , basato sul metodo iterativo proposto da Todini e Pilati (1987) che utiliza il Metodo di Newton-Raphson accoppiato al Metodo del Gradiente Conii risoluzioni del sistema di to per | equazioni, costituito da una parte non lineare da una parte lineare, EPANET-2 @ stato utilizzato tramite Visual Basic mediante il Toolkit fornito sempre dalla Environmental Protection Agency degli Stati Uniti che non é altro che una libreria condivisa, la quale viene caricata dinamicamente in fase di esecuzione, invece di essere collegata staticamente a un esi ‘guibile in fase di compilazione. Tali librerie sono comunemente note con I’acronimo DLL. Si & scelto di dar luogo alle simulazioni in EPANET-2 seguendo un approccio Pressure-Driven Analysis, mediante I'utilizzo di emitters, nelle modalita introdotte precedentemente. Per valutare le perdite idriche, si é fatto la scelta di considerare unicamente le perdite dai giunti, valutandole mediante l’espressione gia introdota Q= ch? (72) 94 dove (062 (7.3) 1 = 0.6 8 'usuale coefficiente di efflusso h 2 & il carico piezometrico: : Pi g &Vaccel jone gravitazionale; D, @ il diametro esterno della parte “maschio’ Dg @ il diametro interno della parte “femmina s € lo spessore della tubazione Per il corretto calcolo di tali portate, in relazione ad ogni giunto, sono stati aggiunti nodi fittizi di calcolo, oltre a quelli di erogazione forniti come dati della rete, aventi distanza tra loro pari alla lunghezza delle singole tubazioni. L'algoritmo genetico utilizzato é stato implementato in linguaggio Visual Basic. La str rappresentante il genotipo degli individuo & basata sulla codifica di Gray. La generazione della sequenza random di numeri & realizzata attraverso al procedura comunemente nota come “Shuffled Minimal Standard”, ottenuta dall’unione del algoritmo di “Shuffled” (Knuth 1981; Press et al. 192) con I’algoritmo “minimal standard” proposta da Park e Miller (1988). Esso risulta caratterizzato da una procedura di “selection” effettuata con un “Rank approch” di tipo esponenziale, con parametro q dell’Exponential Ranking pari a 0.1, ed in cui & presente una funzione ‘llitismo” di “tipo parziale” che riguarda un solo elemento per ciascuna iterazione. La probabilita di “Crossover” di tipo “uniforme” @ stata fissata pari a 1, il numero di individui presenti in ogni generazione é stato fissato pari a 200. La probabilita di ‘mutation” utilizzata, é stata scelta , a seconda dei casi, tra il 2% e il 5%, I valori della probabilita di mutazione presi a rifermento nel caso di studio esaminati sono stati © 5%nei casi 1-3 valvole 95 © 4% nel caso di 4 valvole © 3%nel caso di 5 valvole Tali valori sono stati scelti tenendo presente che, quando Ia str rappresentativa di una soluzione diventa lunga (a causa del maggior numero di gradi di liberta caratterizzanti un numero maggiore di valvole), un valore troppo elevato della ando probabilita di mutazione cancella la memoria delle popolazioni precedenti, vaniti gli effetti del crossover e riducendo l'algoritmo ad una ricerca casuale della soluzione ottima. Va tenuto presente che, la stringa rappresentativa di un individuo é costituita da un numero di bit pari a = [(pos + Nece)n] (7.4) dove N Vyos @ il numero di bit in base al quale si valutano il numero di possibili posizioni delle valvole; Neet & il numero di bit in base al quale si valutano i possibili valori della pressione di settaggio della valvola di riduzione della pressione: nil numero complessivo di valvole di riduzione della pressione 7.1 Descrizione della rete La metodologia deseritta é stata applicata ad una rete denominata “Pi.Co.Sa”, gid no alla comunita scientifica e infatti gid utilizzata per simulazioni in articoli su riviste internazionali (Covelli et al., 2007). I suo la out & riportato in figura 7.1 € le sue caratteristiche geometriche sono riportate nelle tabelle 7.1, 7.2 € 7.3. 96 467.009 Figura 7.1 Layout della rete Pi.co.sa [modo zim} Quis} | nodo _z{m) Qu {vs) | 1 215.00 Mh 13 163.00 10.41 2 19150 1591 | 14 159.00 2.572 3 18600 2572 | 15 157.00 1.591 4 180502572 | 16 155.00 1.591 5 17300 ©1041 | 17 151.00 2.572 6 17200 1041 | 18 148.00 2.572 7 169.00 2572 | 19 147.00 2.572 8 196.00 /I// 20° 146.00 2.572 9 a7iso 1591 | 21 14250 1.591 | 10 16550 2.572 11 165.00 10.41 12 164.00 10.41, ‘Tabella 7.1 Quote dei nodi erogatori e portate mediamente erogate nel corso della giornata 22 143.00 1.592 23 13750 1.593 133.00 BH Dee Ste | BN me {mm} fromm] fmm} frm] m}_| fmm) fmm) mm) {mm} _{m) 80 80.0 1010 30 60 | 350 35260 38100 50 60 100 99.8 1210 30 60 | 400 40280 43200 50 60 125 1256 1470 30 60 | 450 45280 483.00 50 60 150 1514 1730 30 60 | 500 50400 535.00 50 60 200 2032 2250 30 60 | 600 605.20 63800 50 60 250 254.4 277.0 3.06.0 _| 700 706.40 74100 50 7.0 | 6 590 800 30 co | 3 30560 329.00 50 60 to Vabella 7.2 Caratteristicl delle tubazioni prese a riferim« tratto modi L{m]__D{mm) | tratto _nodi_——L[m]_D [mm] | 1 12 soo 6052 | 17344 7001256 2 23 700 «asta | 38) 1453501256 3 x4 450514 | 1915-16 © 3501514 4 25 350 ©4528 | 20 1017 700—S 590 5 36 6-350 800 || «218 = 700-800 6 47 350 s90 | 22 1219 700 590 | 67 450 800 | 23 1320 © 7002082 | 8 210 700 590 | 2 1321 990 590 | 9 sa1 3812082 | 25 1421 700 59.0 | 30 543 350028 | 26 1722480800 643,350, asa | 27 = 192345000 12 «89 = 500, 590 || «28 = 2a-24 = 450 80.0, 13 940 © 500 590 | 29 ©2021 700590 14 = 10112001256 | 30 «748 = -200 998 | 15122001256 | 311849200900 16 12133001286 | 32:19:20 200998 Tabella 7.3 Caratteristiche geometriche della rete La rete ha lo scopo di assicurare I'erogazione del servizio idrico ad una popolazione di 30402 abitanti, insediati su una superficie di area complessivamente pari a 21km Come si evince dalla quote riportate in Tabella 7.1, il terreno presenta un andamento discendente da Nord-Ovest a Sud-Est. La ret idrica & alimentata da due serbatoi di estremita, posti nelle zone pitt alte, ¢ caratterizzati da una quota del pelo libero pari a 215.00 metri ¢ a 196.00 metri, Per semplicita, la portata si & considerate erogata unicamente dai nodi. La portata media complessivamente erogata all’utenza é pari a 87.926 Vs, valore che corrispondente ad una dotazione idrica di 250 Vab/g. Le tubazioni prese a riferimento sono in ghisa sferoidale, rivestite intemamente con malta 98

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