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Civilt vedica

La civilt vedica la cultura associata al popolo


che compose i testi religiosi conosciuti come
Veda, nel subcontinente indiano. Il territorio
allora occupato da quella civilt corrisponde
all'attuale regione del Punjab, tra India e Pakistan,
alla Provincia della Frontiera del Nord Ovest del
Pakistan e alla maggior parte dell'India
settentrionale. Secondo la maggioranza degli
studiosi, la civilt vedica si svilupp nel II e nel I
millennio a.C., sebbene la tradizione ind
proponga una data pi remota, nel VI millennio
a.C. Il sanscrito vedico e la religione vedica
persistettero fino al VI secolo a.C., quando la
cultura cominci a trasformarsi nelle forme
classiche dell'induismo. Questo periodo della
storia dell'India conosciuto come Era Vedica.
Nella sua fase tarda (a partire dal 700 a.C.),
assistette al sorgere dei Mahajanapadas (i sedici
grandi regni indiani dell'Et del Ferro); all'Era
Vedica segu l'Et dell'Oro dell'induismo e della
letteratura classica in sanscrito, ossia il periodo
dell'Impero Maurya (a partire dal 325 a.C.) e dei
regni medi dell'India.
Sulla base di prove linguistiche, la maggioranza
degli studiosi ritiene che popoli di lingua indo-
ariana migrarono verso l'India settentrionale,
nell'ondata iniziale dell'espansione indo-iraniana
a partire dall'Asia centrale. Quindi, secondo
questa teoria, gli Indo-Ariani si sarebbero
amalgamati con i superstiti della civilt della
valle dell'Indo dando appunto origine alla civilt
vedica. Gli studiosi divergono tuttavia sulla
questione se la migrazione verso il subcontinente
indiano abbia avuto carattere pacifico o violento
(invasione). Origine

L'inizio dell'et vedica comunemente datato al


II millennio a.C.. Dopo il collasso della civilt
della valle dell'Indo, gruppi di popolazioni
indoarie migrarono dal nord nell'India nord-
occidentale, stabilendosi in questi nuovi territori

La maggior parte delle conoscenze su queste


popolazioni provengono dal Rigveda-samhita[1],
composto tra il 1500 e il 1200 a.C.. Queste genti
portarono con loro nuove pratiche e tradizioni
religiose formatesi, secondo alcuni archeologi, in
un'area compresa tra l'Uzbekistan e l'Iran nord-
orientale, occupata in antichit dal complesso
archeologico battriano-margiano, dove si ebbe il
sincretismo tra le usanze portate dagli
indoeuropei delle steppe dell'Asia centrale e
quelle autoctone[2], che comprendevano il culto
del dio Indra e il rituale del soma.
Primo periodo vedico

Le migrazioni degli indoari nel subcontinente


indiano furono forse accompagnate da violenti
scontri con le popolazioni che gi abitavano la
zona. I Rigveda narrano di conflitti tra gli Arii e i
Dasa e Dasyu, che vengono descritti come popoli
che non compiono sacrifici e che non
obbediscono ai comandamenti degli dei, mentre
la loro lingua descritta come ostile e rozza. Altri
aggettivi inerenti al loro aspetto fisico sono
soggetti a varie interpretazioni. Tuttavia,
numerosi studiosi vedono oggi i Dasas e i Dasyus
non come genti indigene ma come immigrati
indoari giunti nel subcontinente prima di quelli
vedici[3][4].

Sempre i Rigveda raccontano di conflitti


scoppiati tra le varie trib di indoari vedici. Tra
gli scontri pi importanti vi quello della
battaglia dei dieci re, che ebbe luogo sulle rive
del fiume Parushni, oggi detto Ravi.
Tardo periodo vedico

Dopo il XII secolo a.C., la societ vedica


abbandono lo stile di vita semi-nomade per
adottarne uno pi stanziale e basato su
un'economia agricola. La cultura vedica, anche
grazie all'adozione del ferro che permetteva di
disboscare con pi facilit la giungla, si estese
fino alla pianura indo-gangetica occidentale.
Quando gli indoari si stabilirono nella pianura del
Gange la religione vedica si svilupp
ulteriormente fondendosi con le culture del nord
dell'India[5]. Tuttavia, lo sviluppo del sistema
delle caste port all'esclusione delle popolazioni
indigene[6]. Una delle pi importanti usanze
religiose che compaiono in questa fase
l'Ashvamedha, ossia il sacrificio del cavallo.

Molte trib vediche si unirono fra loro per


formare entit politiche pi grandi e importanti
come il regno di Kuru che divenne la principale
potenza dell'et del ferro dell'India
settentrionale[7]. Dal VI secolo a.C. si
consolidarono potenti regni detti Mahajanapadas.
Inizi in questo periodo un processo di
urbanizzazione e si svilupparono i commerci,
anche su lunghe distanze[8].

Questi stati di recente formazione lottarono


costantemente per la supremazia, iniziando a
nutrire ambizioni imperiali[9].
Cultura
Societ

Ai suoi inizi la societ vedica era abbastanza


egalitaria, non essendosi ancora sviluppato il
sistema delle caste[10][11] che emerse invece
nell'era vedica pi tarda. La societ fu quindi
divisa in quattro gruppi sociali: Brahmani,
Kshatriya, Vaiya e Shudra. I testi vedici
posteriori fissarono i confini sociali, i ruoli e lo
status per ciascuno di questi gruppi.
Organizzazione politica

I primi ariani vedici erano organizzati in trib,


piuttosto che in regni. Il capo di una trib era
chiamato rajan. L'autonomia del rajan era limitata
dai consigli tribali chiamati sabha e samiti.
Queste due istituzioni erano, in parte, responsabili
della gestione della trib. Il rajan non poteva
salire alla trono senza la loro approvazione. La
distinzione tra le due istituzioni non chiara.
Arthur Llewellyn Basham, un noto storico e
indologo, teorizz che il sabha era una riunione
dei grandi uomini della trib, mentre, il samiti era
una riunione di tutte le trib libere. Alcune trib
non avevano capi ereditari ed erano governate
direttamente dai consigli tribali.

Il rajan aveva una corte rudimentale formata dai


sabhasad e dai gramani. La responsabilit
principale del rajan era quella di proteggere la
trib. Egli era aiutato da alcuni funzionari come il
purohita (cappellano), il senani (capo
dell'esercito), il dutas (inviato) e lo spash (spia)
[12]. Il purohita eseguiva cerimonie e incantesimi
per garantire il successo in guerra e la prosperit
in pace[13].

Nel periodo vedico pi tardo, le trib si erano


ormai riunite in piccoli regni, con una capitale e
un sistema amministrativo rudimentale[14]. Per
aiutare a governare questi nuovi stati, i re e i loro
sacerdoti bramini organizzarono gli inni vedici in
collezioni e svilupparono una serie di nuovi
rituali per rafforzare la gerarchia sociale
emergente[15]. Il rajan era visto come il custode
dell'ordine sociale e il protettore del rashtra
(ordinamento politico).

Inizi a emergere una nuova regalit ereditaria e


competizioni come le corse dei carri, furti di
bestiame, e il gioco dei dadi, che in precedenza
decidevano chi era degno di diventare re,
divennero solo nominali. I rituali di questo
periodo esaltavano lo status del re sul suo popolo
che veniva a volte indicato come samrat (capo
supremo). Con l'aumento del loro potere politico i
rajan ottennero un maggiore controllo sulle
risorse produttive. L'offerta di doni volontaria
(bali) divenne tributo obbligatorio; tuttavia, non
esisteva un sistema organizzato di tassazione.
Sabha e samiti sono ancora citati nei testi vedici,
per, con il crescente potere del re, la loro
influenza diminu[16].

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