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PALLADIO

OMMARIO

Giandomenico UN TALENT O DISVELATO 5


Romanelli
CJ Dai Qua.ttro lib1i dell'architettura. Consigli per gli artisti (AndTea Palladio) 15
LE MILLE E UNA VILLA 17
CHIESE DI LAGUNA 33
UNA CITT D'AUTORE 41
QUADRO CRONOLOGICO 48
BIBLIOGRAFIA 50

In copertina:
villa Fosctri
(La Malcomenta)
(iniziata nel 1558).
fcciata;
Gambarare di Mira
(Venezia) .

Nella pagina a tianco:


Tcano olilllpico
(iniziato nel 1580),
parti colare
del proscenio;
Vicenza.

A d estra:
prospetto
di villa Cornaro
a Piombino Dese
(Padova) ,
dai Qwllt.ro libri
dell 'arch.ilrii'W'Cl
(Venezia 1570).

3
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4
Un talento
di svelato

E VITRUVIO (lA SUA OPERA,


i suoi scritti, la sua figm<t mitica) ha rappresentato e rappresen-
ta indubbiamente il tramite obbligato e la con nessioue itTin un-
ciabile con l'archi tettura classica ben al di l delle qualit in-
uinsechc dl'l suo operare e de l suo testimoniare e meditare,
altrettanto ceno che Palladio risulta il pilastro, colui che ha
aperto la via maesrra da cui prende le mos.~e tan ta parte dell'ar-
c h itetmra occidentale. E anche pe r And rea di f>ictro della
Go ndola - questo il vero nome di Palladio - il senso e la cen-
tralit di un messaggio c di Ltn magistero si diver:;i~icano signifi-
cativamente l'ispe tto alla stessa reale consistem.;.o di un corpus
d'a rchite tture edificate: nltlc, peraltro, d'altllisima q ualit d i
concezione e d i scriuru-a. Sar aiiOJ-a possibile c legittimo ragio
n ar e d 'un Palladio stol'ico e di uno mctasLOrico. cos com e
d'una magisu-ale e gigantesca cosu-uzione cultur.:tlc che pu e:.-
sere intesa quasi come il ~ uggdlo pi articolnto e polivalemc
posto a se stessa e alla propria e redit dalla C\IItura del Ri nasci-
mento.
Palladio, come ben noto, accusa una vocazione per co i
dire ad ulr.a: essa giunge quasi a coronamemo e conclusione di
una fon na7ione professionale ch' tu ua e non casualm e nte
"mecc<tnica "; cos come la scoperta che del promettente mu ra-
tore viene compiendo il s uo primo protettore. Ciangiorgio
Trissino, si configura qu asi come "un 'epifania", ovvero come il
disvelamento d'una amorevolmente coltivata elezione naturale
Nella pagina a fianco: Qui sopra: rimasta celata nell'oscUI-it di w1 operoso rirocinio: la matri ce
logge del palazzo Fram:csco ~ILtoni. leneraia c tearrale dell'episodio pu l'inviare a pi;~cerc sia al
clelia R.,gione alzato della Basilica
([la.~ilica) di Vicenza
tema del disvclamento che a quello dell'ecluc:llio ne, della civi-
(in ili<~ le n el 1549), vi~l<lda piazza lizzazio ne o pe rata dall' arte su un talento nmurale e forse selva-
p;n licolare delle Erhe, tico; ma, avverte il Puppi, no u sarebbe del tutto corretto limita-
della hllol!(i:t da l C:vd'x Tui~dm ,.e alla sola componente letreruria 1\'pisodio clt<Ua sco perta, n
mperiqr~; (i11bdo
\~ccn:r~. del XVIII secolo); sottovalutare la testimonianza di Andrea circa la pwpria < n;~tu
Viu:111.a. rale incti natione~ di c ui parla ncll'e~ordio dci ~uoi Quattro lilni
Centro imemazional~ dell'ardtellurn. E, propl'io gra?.ie soprattuuo agli studi di Puppi,
(ii studi d'archilelt11Fd la pi generale configurazione culturale di un testo come il
A. Pall<Odio.
tratta to di Andrea appare in lu ce diversa t: ben pi ricca di
5
Frontespizio
dei @altro liliri
dell'a:rchitetltl ra
(Venezia 1570).
n trattato Jta.S()e
probabihneo te
daU'esigen~a
di riunire
e ordinare
i vari momenti
e 3$J>Ctti
di un'esperienza
professionale
e culturale lunga
e complessa. Oi'efr.:fai!~T~IpRJ
n testo, la cu1 stesura DiAndre>Pill.Wo.
definjtiva avvenne ><! .,..Ji. Jo;- n /w,., ttw~m u cm.,.~
all' incirca tra il 1561
e ill566, corredai()
,j.
.,Jbti. et difVtlfJC'IU'ttfflt'Citti. lbt{U
Nctjp.rij tifi {.drit_ott~ ;
SI TkATTA DE LLI CA$1 PRIVATE,
~p.,,., ;p-i,~~.io i N(/11~-.Tn.tf
di incisioni tratte C ON PAIVILEGI.
da disegni
sicuramente autografi
n ella quasi totalit
dei casi.
L'oper.t ricordata
nella seconda
edizione d elle Vite
(1568)
di Giorgio Vasari
che ebbe modo
di consultarla
ue1 1566,
durante il suo
soggiorno veneziano,
quauro anni prima
che venisse data
alle stampe
dopo un ulteriore
Javoro di revisione.

q ue lla d 'una sorLa di ipote tico manuale owero di repertorio di


materiali usciti da uno studio d 'architdto.
Ma riprendiamo con o rdine l' in tera questione. Andrea, fi-
g lio d e l mugnaio Pietro della Gondola, nasce a Padova nel
1508; qui il padre assai presto lo allida a un a bottega artigiana
perch impari il mestiere di lapicida. Ma la permanen za pado-
vana c;lel giov-.me si conclu de repentinamen te: fugge, e lo ritro-
veremo, adolescente ancora, iscrit tO in qualit di garzone alla
confraternita dei tagliap ietra a Vicenza presso la bottega retta
da un affe rmato maestro locale, Giovann i da .Porlezza (i Pt:de-
muro, d al nome della contrada d ove era situ:uo il laboratorio
di capo m astri e architeui, scultori, tagliapietra e m uratori) .
Sono a n ni (quelli ch e segnan o il passaggio di Andrea da
Padova a Vicenza) n ei quali, come stato sottoli neaw, Padova
con osce u n intenso rinnovamento nei linguaggi dell'archite ttu-
ra e rutto nel st!nso di u n classicismo "romano an te riore ceno
all ' arrivo della schiera degli "e sul i" del Sacco d i Ro m a del
1527, ma certo non ig naro di importanti e signiticative rivo lu-
zioni culturali: con Alvise Cornaro quale teorico e Giova nni
Maria Falco n eUo in qualit d'architetto, la citt ved e piantare
6
Paolo Veronese,
ffltraito
di Danitk Barbaro
(1 56:..1570);
Amsterdam,
Rijksmuscum.

n veneziano
Daniele Barbaro
(1514-1570),
membro di una
delle pi< prcstigiose
famiglie patriZcie
del suo tempo,
fu prelato
e dotto umanista.
Entrato in a.mici2ia
col Palladio
attorno al 1550,
gli atlicl il cnrnpito
di ili<L~Lrare
la stta traduzione
com.mentat.a,
stampata a Venezia
nell556,
dei dieci libri
del De arclritectura
di Vtnrvio.
appunto
l'opera nata da tale
fruttuosa
collaborazione
quella che Oaniclc
Barbaro tie ne aperta
davanti a s
nel dipinlo
di Veronese,
mostrandola
allo spettatore
con legiu imo
orgoglio.

irri rnmciabili pioli linguistici e formali nel suo stesso cuoro.: me-
dievale. La loggia Cornaro presso il amo, cos come gli ispirati
ed evocativi disegni archeologici e le decorazioni pittotic he di
Falconctto (reduce da un viaggio romano presumibilmente da-
tato 152 1-1522), non possono non aver esaltato le C::tntasie anti-
quarie del &Tiovanissimo Andrea e presto diverran no per lui il
terreno di coltura per pi meditate e durature scelle architet-
toniche.
La svolta determinan te nella vita e nelle fortune di An-
drea viene tradizionalmente fatta coincidere con la sua assun-
zione nella cerchia di Ciangiorgio Trissino. Di antica nobilt
terraferm iera - e naturalmen te antiveneziana - , leucrato di
una certa !luna e ben inserito nei circoli cultur-ali di varie corti
italian e e, soprauutto, di qu elhl papale, Trissino scopre An-
drea, ne provoca una sona di nuova nascita e ne delnisce il de-
sti no rappresentato rutto in un vero e proprio nuovo battesimo
che muta il uo nome in quello classicheggiante di Palladio; ad
Andrea egli trasferisce altres quella curiosit an tiquatia e la
coscienza della portata umanisrica dell'operare in archit(:ttura
che aveva acquisito nelle sue permanenze a Roma non meno
7
che nella frequentazione dci r.raltati e dei dibattiti teonct anti
chi e moderni mu tuati dalla cerchia bramantesca. il 1538:
nel corso dei lavo t; di ristrutturazione della propria villa presso
Vicema, a Cricoli, che Ciangiorgio in veste di gran dilettante
d 'architettur va realizzando sulle tracce di una presunta ri pre-
sa dai modelli di R;~ffaello, forse tramite il Serlio, il giovane di
talento viene notato e destinato a incarnare sogni e attese di
un rinnovamento che in T rissino e nella sua particolare condi-
zione e collocaone di pauizio, di intellettuale, di lette rato, di
cortigiano, di studioso dell'antico assume il carattere di enun-
ciazione fortemen te e non casualmente Catica di valenze ideo-
logiche. Quando, cinque anni appresso, nel 1543, Andrea sar
chiamato a montare u na stra01dinaria scenograla urban a in

. 'r..::~r

Qui .sopra, occasione dell 'ingresso a Vicenza del vescovo Niccol Ridoll, Protagonista
da sinistra: traccer significativamente una sona di programma di rinnova- della sequenza
tabcazionc de11'arco proposta
di Tito a Roma
mento urbanistico e linguistico sulla cui falsariga co ndurr poi in queste pagine
(fine degli "nn i tanta parte de l suo lavoro architettonico nella citt ai piedi dei il capitello di ordine
Tren ta monti Berici, linalmente affran cata dalla precedente dipen- COillJ>OSlO,
del Cinq uecento); denza dai non amati modelli veneziani. Ma non c'(: d ubbio che qui presentato
Vicenza, nell e tlc varianti
Museo dvi co. tra la met degli ann i T renta e la sua decisa affermazione come di disegno dall'antico,
architetto, Andrea profitti della di tetta conoscenza dci monu- elemento
San Giorgio menti an tichi - di Roma, nel corso dei suoi viaggi col Trissino concretamente
Maggiore ma anche di Padova e Vero na e Vicenza- non meno che della impiegato
(inkiato nell566) , in tut edificio
particolare frequentazione con la gen eraz.ione dei grandi architetti attivi e progeUo
della facciata; su scenati a lui p rossimi, Michele Sanrnicheli prima di tutti e, architettorco.
Venezi~l. poi, Giulio Romano, Sebastiano Seri io, Io stesso Jacopo Sanso-
vi.no e, pi in lontananza, i successori d i Raffaello e Bramante:
Peruzzi e i Sangallo, Michelangelo, Vign ola.
Le espe,ienze di Andrea s'i ntrecciano quindi di pratica e
di studio, di cantiere e di dibattito teorico, di trattatistica e di
8
'"'

l
o

Ordine com posito spcrirnentazione: centrale dove tte certo essere la sua frequen-
con capitdlo tazione ~ia con Alvise Cornaro che con Daniele Barbaro, con il
e rrabcazione?
dal primo
quale ultimo, anche. ebbe a collaborare in occasione dell'edi-
dci Qua liro libli zio ne critica dci dicci libri del Du architectum di Vitruvio , dal
de/l'a rchitell11ra Barbaro pubblicati con un ricco corredo d i note {l dieci lil!ri
(Venezia 1570). detl 'nrcllitettura di M . Vitrtwio tradotti e commentat-i, Ven ezia
15!'ifi). Insomma: il ventaglio delle esperienze culturali di An -
drea si e ra ve nuto ampliando in termini dawero rilevanti, cos
come la sua prese nza e la sua collocazione all'interno de lla so-
cict:\ vi ce ntin a ven ivano configurandosi con caratteri dawero
inso liti e impcvedib ili e, comunque, strettame nte con nessi
con un disegno di v<'lcnza cultu rale e politica che trovava il suo
ntttt'ltlCIItO nell e vd leit per cos dire d 'auton omia culrurale
rispetto a Venez ia, una divcrsil<'i c he la nobilt locale andava
perscguc udo a nche nella c <Jltraverso l' architettu ra e il d isegno
urbano c nell' inve nzione d'una dignit e specificit del luogo e
de ll a sw1 storia c he sembravano essere rappresen tare e auto-
9
rapprcscntarsi magnificamente e perfettame nte entro la griglia
d'un linguaggio classicista aulico e inequivoco. Tuttavia va an-
che detto che Palladio sa sottrarsi pienamente ai limiti piutto-
sto gravosi e condizionanti che gli sarebbero stati im posti dalla
assolutizzazione di un siffatto disegno.
Lo strnordinario esercizio sul tema della villa (in tutte le sue
articolazioni c declinazioni tipologiche) e l'incontro con la no-
bilt veneziana forniscono ad Andrea gli sr.rumenti e le occasioni
per l'acquis:itione d'un orizzonte di illimitate e non condizionabi-
li dime nsioni culturali e tecn iche. Nonostan te tutto questo e no-
nostante la profonda dimestichezza con un a co mmittenza ai mas-
simi vertici della classe di potere veJ1ezi<ul 'l (b<~stj rammentare,
tra gli altri , i Com e e i Pisani, i Mocenigo, i Barbaro, i Fo:;cari, gli
Emo, i Griman i) varr ripetere una volta ancora che Andrea ap-
proder in laguna solo per committenze ecclesiastiche e, comun-
q ue, sempre a v.enza religiosa (come l'impresa votiva del tempio
del Redentore) e nello spazio professionale e culturale la'!Ciaro li-
bero dalla scomparsa dijacopo Sansovino, non prima.
Potremmo forse aggiungere come non si tratti di una non-
compa tibili t di Andrea con la spazialit della Serenissima, n
di una irriducibilit dei segni e della scrittura di Palladio allo
spazio-tempo l ag~m ari; appare pimtosco il progetto culturale su
cui Andrea .~ era formato a fianco del Trissino e la wa "organi-
cir" alle vale nze ideologiche delle velleit vi ce ntine (ben incar-
nate dal l'Accademia olimpica non meno eh ~ dal suo celeberri-
mo teatro) n r~::ndere l'arch itetto scarsame nte accetto nel r uolo
di o pen1lore pubblico e ufficiale in altemmiva a quel Sansovino
che del li ngu<~ggio romano util izzato nel gran disegno della ''re-
novatio urbis" awiata dal doge Andrea GriLLi aveva fatto, come
scriveva :\otanfredo Tafuri, un'~ane di StatO .
n parddigma di siffdUa condizione che era di limite, come
s' detto, ma anche di sottolineata peculiari t e che sar senza
d ubbio, soprattutto, l'occasion e straOrdinaria e irripetibile per lo
spaziare di una Jice rca tesa e sempre condorta su livelli q ualitati-
vi d'eccell enza, appare messo in forma ne ll' impresa vicentina
della Basilica, cio nell ' operazio ne di rec upero della gran d~ In alto: Qui sopra:
macchina medievale d el palazzo comu nale nt:cessitante di re- ricost.n 1zione Francesco Zucchi
stauro e consolidamen to; un intervento che Andrea trasforma in famastica con l'alzalo ( 1692-1764).
del com plesso Ritmtto
un manifesto architettonico dotato d i una complessa problema- (in massima p;,.wtc di A wlrea Pallnrlio.
ticiu1 di scritwra non rneno che di una squill ante e programma- distrutto,
dca visibi lit: la citt sceglie il progetco di Palladio rigettando i tranne il Pamhcon) Lo Zucchi
consigli di archite tti del calibro di Sanmicheli e Sansovino, Giu- d<: li<: lcnm: trasse l'incisione
di Agrippa a Roma da Wl perduto ritratto
lio Romano e il Serlio. A questo pumo Palladio stato asswllo in (1550 circa): deU'architeuo
tutto e per ru uo - pur dopo un dibatti co e una vicenda che furo- Londra. eseguito dall'amico
no panecipati e appas!.'ionati - al ruolo di proto, cio di architet- Royal Insritutc p inore Giambattista
to direttore dei lavori del palazzo p ubblico, m a soprattutto di in- of th<: British Maganza
A.rchitccts deno il Magagn
terpre te ufficiale di una cultura e ili un m ondo. Varr d'ora in- (Riba), Vll/3. (1510 circa-1586).
nanzi segui rne l'evoluzione e la produzio ne.
Ancor prima di riceve re una siffatta inves titura, Andrea
aveva porr..'lto a compimen to - sia ancora in collaborazione con
la bottega ch ne aveva visto l'esordio, sia come progettista au-
tonomo- una serie di realizzazioni gi fortem ente significative;
in esse aveva pon to afii nare i suoi strume nti espressivi cos co-
me, nelle pi complesse esperienze di cantiere, aveva ampliato
considerevolmeme il ven taglio delle sue cognizioni tecniche.
Gi da quantO dettO sembrano eme rgere i termini di riferimen-
to della cultura architeuonica di And rea: l'anchit romana, il
10
.,..~-
...-- ----
--
.... ..... nuovo classicismo romanizzante della scuola bram antesca, l'ar-
cheologismo do tto e in telleuualistico della linea Comaro-Fal-
cone uo conosci uto in Padova, la sperimentazione linguistica
sia della linea tipologico-pragmatica risalente al Serlio, sia di
q uella anticanonica e fimtasLica rico nducibile a Giulio Ro m a-
no. si deve pe nsare che Andren ignori le acquisizioni deUa
prima stagione rinascimentale venezi ana, quell a 1icerca origi-
nale e intrisa di umori che sono defini ti neobizan ti ni (e desti-
nata al fallimento) che aveva avuto in Mauro Cod ussi, nella va-
sta bottega dci Lombardo, in Antouio Rizzo. Lll Giorgio Spa-
vento i suoi esponenti dotati di maggio ri a mbizio ni e possibi-
lit. Quan to ai campi di applicazio ne della sua pratica d 'archi-
le tto, Palladio risulta essenzialmcmc impt.:gnato nei grandi pa-
lazzi vicrmtini, nelle vi lle sparse in va1ic zone del te rritorio ve-
neto, nelle realizzazio ni veneziane di ed ifici religiosi.
A Vicenza, la Basilica, la loggia del Capitanio e il Teatro
olimpico si qualifican o co me en unciazioni particolarmente for-
ti c pregnanti d 'un disco rso che va :11 di l; dell'architettura e
dell o stesso disegno urbano per ""sume re dimension e e fisio-
nomia di capisa ldi ideologici, di fondameuti imprescindibil i
d ' nn discorso che n mo e squisitamente di po rtata culmrale
ad a m pio spettl"O, di peti zione d i pri ncipio e dim ostrazione
d 'una condizio ne e d 'una dig n it che incarna no no n a caso
l'auimn stess.o'l d 'un lu ogo e d 'un univc r~o : Vicenza. Sotto q ue-
sto profilo, Palladio il nume stesso clelia citt, la q ui ntessen za
c il baluardo, la co rona e l'orn am e nto di una digni t che no n
disdegna di rapprese ntare se stes.~a come nuova Roma o n uova
Tcbe: tale l'assunto ill ustralo nell a scenografia fissa del Tea-
tro olimpico inaugurata per l'allestimemo d'esordio dell' Edipo
rP di Sofocle (e cos gi unta fino a noi).
Sia per q uanto rig uarda i grandi pnlazzi cittadini ealizzati
in Vicenza che pe r gli interventi pubblici che per quelli eligio-
si, l'importanza di Palladio nella sto ria e nell'evoluzione del-
l'architetmra occidentale no n ha LCrrr tti di paragone davvero
awicirmbili: nemme no Alberti o Bramante n lo stesso Miche-
Qui sopra: di Pallade Atena; langelo hann o segn ato in maniera tanto profonda e duratura
Vincenzo Caten a, fu lul a mtro d urlo l'arte del cosmre fino a tutto I'Or.rocento. L'ined ita miscela co-
Ritmtto nei circoli culturnli stituita di omaggio all<t tradizio ne rom;m a a ntica e al nuovo gu-
di Citml,>iorgw 'l 'ris:.i1w vene ti,
(1525); a farlo entrare sto m ode rno antichizzante impostasi proprio a partire da Roma
l'arigi, ne l giro di prestigiose nei pri m i decen ni del secolo e da q ui d i!Tuso e f,ttto affermare
U:m\1e. COtnmittenze, dagli esuli del Sacco dell'urbe, l'atLem.io ne al le com odit c al
a curare
la sua fonuazione
buon gusto risolti in un linguaggio c in una grdlllmatica appa-
In alto:
disegno dell'arco acoompagnandolo rentemente semplici e lin eari; la polivalcnza di uno stile che si
di Costantino in " viaggi di studio" proponeva come o ttima soluzio ne architettonica sia in citt che
(prima d el 1550); a Roma in campag na, sia negli edifici pubblici che in quelli privati, sia
Vicenza. (1541, 1545 e 1546)
Museo civico. durante i quali nelle dimore fastose che in quelle pi m odeste e che si rendeva
l'ex apprendista sempre e comunq ue identitcabile c leggibile ne lle sue parti e
In Giangiorgio della bottega vicentina nel risultaLo complessivo: tutto q uesto fece s che il verbo palla-
Trissino, nobile diFedemuro d ia no (divulgato peraltro dalla prosa ornata ma non ricercata e
letterato vicentin o, pot vedere da vicm o
i monumenti antichi d::~lle tavole limpide, evocative e ma i banali dei Quattro li /m) as-
Andrea di P ieuo
della Gondola e le .. ealizzaziot sumesse quei caratteri di classici t, di solid it concettuale, di po-
trov l s uo dei pi importanti sata evide nza in~ieme illustrativa c dimostrativa ta nto da diveni-
Pigmalonc: architetti re non una delle possibili forme dcll'architdtura ma J'architel-
fu il T ris.<;ino, JJ[atti, della prima met
a trovargli il " no me del Cinquecento, tura tout cou.-t, il parametro e la sua appl icazione, la vive nte di-
d'arte'' di Palladlo da Bramante mostra7ione della stessa possibile "nalun.il." del linguaggio de-
che alludeva a Raffaello gli ordini, lontano dal rigorismo della precetlistica e dalla insen-
alla sapienza e ai Sangallo. sata barbarie dell'archite ttura tode ca~ (cio gotica).
11
.-
~< - 1' ro

.-

Nei pr imi quindici anni circa della sua operosit, Andrea ~i A s inistra: Dall'alto :
affnnca completamente dalla dipendenza dalla botlega di Pe- p ianta e alzato logge del palar.1.o
della Basi lica della Rtgione
demuro e, grazie alle buone frequent<~Zioni, ai viaggi a Roma, d i Vicenza. (Basil ica)
all'interesse archeologico arriva a elaborare un codice d 'archi- dal t(:rz<.> de i Q~taltro (iniziate nd 1549),
tettura che se all'inizio mostra una certa rigida staticit e una lilni deU'mc hileltura pmticolare
inarticolarn compatlez.za, via via acquista in sicurezza e comples- (Venezia 1570). della loggia
superiore;
sit, moltiplica le sol u:t.ioni, adotta una dinamica combinatoria Vicenza.
assai vadarn. E questo vale sia per l'articol<~Zione in pianta degli
edifici che nella deline<~Zione di quelle fronti che saranno tra i Architeu.o ignoto,
segni pi inconfondibili del paesaggio veneto (l:' poi addidtttu-a Loggia
(iniziata nell492),
europeo) cinquecentesco e oltre. Un gruppo di palazzi realizza- facciata;
ti in Vicenza e <llcune ville fabbricale sempre nel cuore del Ve- Brescia.
neto Lra Vicenza, Padova e Treviso porrnno immediatamente
il.ndrea all'attenzione dell'ambiente colto vicentino: le novit
che introduce rispetto alla precedente architenura sono clamo-
rose. Gli ann i di tale attivit si possono collocare tra la fine del
quarto e l'ini~io del sesto decennio del Cinquecento.
Il pri mo (1541), il secondo e il te rzo viaggio (1545 e
1546) dell'architetto a Roma si debbono considerare sotto
12
L'intCn'Cnto Qw sopra:
pa)J<,diano sul palazzo logge del p :o laz m
della Ragione della Ragione
- il cui nudeo (Basilica)
medievale (ini:r.ia te nel l 549),
era gi s tato oggetto faaiata:
wun rifa cimento Vicenza.
quattrocentesco-
nasce dalla volon t
del l 'ari.tocrazia _J<~copo Sansovino,
vicentina Lib1eria s.ansoviniana
dj distinguersi (o di San M<trco)
e autocelebrarsi (inizi~ la n el 1537) ,
in iniziative private facciata;
e pubbliche Venezia.
che rinnovano
il "olto d ella citt
in senso cl:ts;;icistico.
Di questa esigenza
ogni pt o fi lo cruc iali: Anrltea studia e m isura le antic hit contcn1poranci
che probabilmente
Palladio diventa romane. prende applmti c i11i 7.ia dei veri e propri rili evi; non inJ:1uenzarono
l'intcq >rete ideale solo: prende anche conoscen za e copia i disegni dall ';mtico e Pali adio
e l'accogUmcnto di arc hitcltura contemporanea che esistevano presso g li studi n ella reali:zazione
del suo progcuo del doppio porticato
per la Basilica, degli architetti de l te mpo. sovrapposeo
dopo i rifiuti opposti Ne l primo dei palaai che egli reali7.za in Vicem.a (ma si progettato
alle p ropostc d ovrebbe farlo precedere da casa Civena, peraltro profonda- per rivestire
avanzate da architetti men re mo dificata a partire d al Sc uecen to) Palladio pol q uasi la Basilica
quali Sansovin o, sono da ricordare
Serlio, Sanm ichcli cenamc rue avvalersi e partire d a u n progetto d i Gi ulio Roma- la Loggia di Brescia
e GiL<lio Romano, no: si tnllla di pala7.7.0 Thiene, il cui b ugnato e le cui finestre a e la Libreria
sancisce il pt'estigio elementi rustici cerchiati r-ichiamano cerco illingm1ggio di Giu- che j acopo Sansovino
da lui rag-g i un tu lio a Ma mova. Ma quel ch' ~orprenclente il complessivo re- edific nell" pi .,zetta
nel contesto vicentino. wSan Marco
spiro dc ll 'oper,rlione (se eal izz.alCI compiu tamente, l'edificio a Venezia.
Nel 1549, a tre anni
dalla presentazione avrebbe avu Lo una dimensione rlavvero insolita, e non solo per
del progct1o, Vice nza!), lo stacco neuo c radicale che Andrea com p it: sulla
ebbero inizio i lavori rradiziont.: corrt:nte e la svolta ch'egli imprim e al suo operare
che poi proseguirono
ben ohrc l'anno anche nel m omento in c ui ab braccia piuttosto i modelli r-oma-
della morte n i di R>tfl"acllo, di Bramante, di Giulio Ro mano , di Samnicheli.
di Pa!lad. o nell580- Il grafico pubblicato nei Quatt,o /tin-i, edili a Venezia ne l 1570,
13
A sinistra: Qui souo:
palazzo Thiene Giulio Romano,
(iniziato nell542) , palazzo Te
pa1ticolare (1 524-1535),
del cortile; partkolare
Vicenza. della facciata
settentrionale;
Mantova.

--- --
:'1- -- - -

Qui sopra: Geniale interprete


progetto per il piano dell'antico
n obile di plazzo e attento osscnator e
Clericati del contemporaneo,
(1540-1548) ; specie di q uei modelli
Oxford, ispirati a un meditato
Worcester College recupero
Library. della classicit,
Palladio sa creare
A sinistta: o1ganismi complessi
palazzo Chiericati e altamente innovativi
(iniziato nel1551) , sul piano
facciata; del liuguaggio
rende testimonianza delle ambizioni sia di Palladio che della Vicenza. architettonico.
sua committenza: l'edificio risulta organizzatO a uomo a un va.- Tra le prime
stissimo cortile quadrato circonda to da portici, rigorosamente Nella pagina a fianco: sue realizzazioni
simmetrico nella distribuzione dei vani, marcato ai quattro ver- un esemp1o J;lalazzo Thie ne
d i illustrazion e a Vicenza
tici da stanze ottagone, aperto su un atrio a colonne rustiche puntuale del testo dove le citazioni
che soste ngono il geniale gioco delle volte. La proporzione dei lJarta dai Q tl(l.llro libri puntuali da Giulio
VaJli interni e la loro qualificazione arch itettonica non sarebbe- deU'ardr:iteltum Romano,
(Venezia 1570) . attivo a Mantova
ro state meno sconvolgenti: volte a botte e a crociera su stanze nei decenni
cubiche o governate da mpporti proporzionali semplici, un 'au- precedeuti,
sterit di linguaggio che se non ricusava l'utilizzo dei segni ca- nou impediscono
nonici dell'architettura all';u1ca, non temeva per di privarse- lo sviluppo
di una concezione
ne per un 'asciuttezza anco1 pi essenziale e per ci stesso gran- altamente originale
diosa. Eppure Andrea verr ripetendo, al seguito di Vitruvio, che s i s tacca
che sono la commodit, la pcrpetuit, e la bellezza a dover nettamente
informare di s ogni a1chitetmra, piuttosto che la magnificen- d alla tradizione
locale.
za e la magniloquenza; era il confron to con l'architettura pre-
cedente alla sua a dic hiarare la siderale distanza ch e Andrea
aveva posto tra s e l'universo che lo aveva preceduto. Nel
palazzo da Porto Festa, Palladio r iprendeva in facciata l'impagi-
nazione di palazzo Tlene ma abbandonava le pi marcate ca-
14
a nacuralc: int;liua- Dai Quauro libri dtll 'architmura ~"llllO dc gli Antichi edifi-
D lio ne g uid a Lo mi
diedi nei miei primi dlll1i
CONSIGLI PER GLI ARTISTI
cij. che pervenuto [ ___)
e con questa occa~ione
aDo studio dd i'Arcb.itc:t- Andr"" Palladiq sotto brnil u-attare del-
tun ; c pe rch sempre l'J\rc hitettura pi ordi-
fui di opi nione che gli do q uanto questo com spe e, e (quello che pi no Scultore, c Architetto nalameute r...1 che m i
Antichi Romani come in mune uso di fabricare, importa) a ; chifare le va- di nome celt-bre, comirl - fu.,o;e possibile. ho pensa-
moJL'ahre <:ruc. cosi nel sia lontano dalle osserva- l"ie, c continovc rovio e~ ci primo a tiLr conosce- to esser molto convene-
fabricar bene abbiano eU lioni da me fat le ne i che in molle lbriche s; re la bella rnanit:r'.t, c o-- vole cominciare dalle ca-
gran lung~ :wnnzaLo rutti detti ed ific!j, c lette in Vi- sono vcdulc. E " questa me si vede [... ] nelln Pro- se de Particolari: s per-
quelli che dopo loro truvio, e in Leon Battista imprC$a ~.nto pi volen.-. curtia nova, la quale il ch si deve credere, che
sono stad, m i proposi Allx:rti. e in altri eccet. . tic ri mi ~o u messo. quan- pi ricco, e orn<.~to diJi .. quelle a i publici edificij
per mae:u.ro, c guidtl, Vt.. lenti scrittori, che dopo oo eh 'io veggo a questi cio. c he rorsc sia sta to 1e r<JJ:,Iioni somministras-
truvio. il qu~le t! il solo Vitruvio sono Sta(i, c da cempi -::,Mo:re: a~sajssi JDi di fano da gli Antichi in sero, essendo mo)to \'cri-
antico scruo re eli q ue- quel1e ance, cbe di nuo-. quesu:o profesione stu- qua: ma anco in molti al- simile che innanzi l'huo-.
st'arre. E mi misi alla in- vo da me sono state pr.ll diosi: di molli de' quali tri luoghi di 11lI'\Or no mo da per se ha.bit.asse.
ve.~aig-.tlione d ell e reli- ticate con molta sodisf:u- ne' suoi libri fa de~:;na, e me~ c massimamente in e dopo ''cdcudo haver
quie dc gli Amjchi edi f~ tone, e laude di quelli hononua. memoria Me~ Vicenza, Citt non mollo mestieri dell'aiuto dc gli
cij. le quali ma l g rad o ch.e si sono ser viti del- ser Ciorgio V...ari Areti- grand e di circu ito . ma a ltri buomini~ a conse-
del tempo, e della cru- l'opera mia. m i parw no Ptltore. e Architetto piena d i nobili~simi in guir quelle cose, che lo
delt d e' Barbari ne so- cosa dcgn di huomo, il raro, onde spero che ' l telletti, e di riccht'<.>e '"" poS50no rt'nder felice (se
no rirna.se; e ri uovand~ quale non solo a se steso- modo di Iabricare con sai abbondan te: c ove felicit alcuna si ritrova
le di molLo maggiore o.. 50 deve esser oato, ma univcnak utilit i hal>- prima ho havtllo occa."iio-- qua gi} la compag)lia
S<nratione degn e, eh 'io ad utilit anco de gli al- hi:t n ridurre . e tosto a ne di prmicare quello, clc gli altri huomini natu-
non mi aveva primn pen- tri, il dare in luce i dise- quel ccrmine, che in tut- che hora [...1 mando in ralmen te desiderasse, c
sato, comindai a misua- gni di quegli edificij, che te le :'\rei sommamente luce, si \'cggonu <4,S.'.i3issi a masse; onde di molte
re minU l!iNi ffi<) III CIH C in tan to te mpo, c con dcsidcrato; c al quale in rne belle fabrichc, e mol case si racc:sscro li Bor-
con somma di l igc n ~u cia- tanti miei perjco li h o que:un parte d 'Italia p<lr ti gentil'huomini vi sono ghi, e di molti Borghi poi
scuna parte lo ro: delle raccolti, e pont:re breve- c he mo lto nvid n ato si stati studiosissimi di que- le Citt, e in quelle i luo-
quali wmo dive n ni soiJc- mente ci c he in essi sia: cc:mciosiu cbe nOI) so- st'arte [ ... ) come il Si ghi, c gli edificij publichi;
ciLO ir1ves1.igaLOre l ... ] m' parso pi degno di lo in Venctia. ovc tutte le gn or Giovan Ciorgio s anco. perch tr.:. lune
che poi non nna, md pi consideratione; e oltre a buone l\rti fioriscono, e T rissino splendore dc ' le parli dell'Architettura
e pi vohe mi son tra~fe ci quelle r egole , che che .sola tl ' ome esem- tempi nostri . 1... 1 Mn per Jliuna pi necessaria a
IlO in dherse parti d 'ha- nel fab ricare bo 06serva- pio rim ..a deUa grandez- ritomare al pro posho gli huornini, n che pi
li>, e fuori per potere in- te , c oMCrvo ( ... ) onde za. e magnificenza de' nos.tro; do\e-ndo io dare spesso sia praticata di
tic rame n te d a quelle, co.d a poco a poco s'im- Ronu.ni. si comincia a in luce quelle fatic he . questa.
quale fuMe il tullO, com- pari a lasciar da parte gli veder fabricb e c 'hanno che dalla mja giovanen a OaU'introtltclQftt al Jtrirm.t dei
prendere, < in disegno ~traoi abusi. le barbare del buono. dapoi che in fino a qui ho flltte nel- Q~muro Ubri de.ll'archite t-
ridtuJo . l onde veggcn inventioni, e le superflue Messer Ciacomo Sansovi- l' invcstigre ( .. , 1 <1uel tun. Vmt:ia 1570.

dcnzc alla Giulio Romano per delin eare un edificio eli pi som-
messa evidenza. Restava il bugnato al pianterreno, ma si trattava
di un bugnato privo della dirompente rnatericit di pala zzo
Thiene, mentre il piano nobile si conformava quasi in forma eli
loggia con finestroni tra le semicolonne ioniche e con l'aggiunta
di un piru1o sottotetto tra i pilastri di prol ungamento dell'ordine
souostan te. And1e in questo caso la macchina ed ilizia si sarebbe
sviluppata in proporzione quasi simmeu-ica rispetto al cortile
centrale colonnato. certo che con il tcno palazzo, il Chiericati,
Andrea trovava la chiave pi personale e matura della sua archi-
tettura di citt: il doppio ordine dorico e ionico, le profonde log-
ge e il so ttostante porticato, l' insolita organizzazione planimetri-
ca rutta a ridosso dell'imponente fronte, i v-.uti voltati e il grande
atrio biabsidato; tutto questo e il molte altro su cui si potrebbe
insistere mettono in rilievo come sia qui pi(!munente e consape-
volmente awenuta quella sostituzione degli elementi linguistici
l'radizionali con quelli di nuovo conio e altres come nel lessico
palladiano siano prepotentemente enu'ate quelle regole e quei
principi che, pi tardi, l'arcl)itetto enuncer con grande disin-
voltura e senza enfasi nei Quattro lilni.
15
l' l

16
Le mille
e una villa

EGLI STESSI
anni in cui imp egnato nei lavori che si sono appen<1 ri cordati,
Palladio ere<~ a nc he un'archiletlura di nuovo genere per le ca-
se di cam pagna, le celebri vill e, che le nobili famiglie veneziane
e vicenline vengono coslru endo con la d u plice funzione di re-
sidenza non urbana collegata ai piacei e agli ozi della villeggia-
tura c con quella di cen uo d i aziende agticole di vasta dimen-
sione a ineq ui.voca con no taziouc padronale nel c uore di quei
possedimcn che da qual che lcmpo avevano addirittura per-
messo d i sostituire Le fatiche e i risch i d el commercio con le
pit solid e fonune fondiarie.
Anche in questo caso l'alladio parte sic unune11 te da mo-
delli preesislen (fra ru tti d 'o hbligo ricordare la villa che il
suo primo meccn ate Giangiorgio Trissino si era costruito a ('.si-
coli). cos come dalle contemporanee realizzazioni di S<mmi-
Qui sopra; cheli pimtos to che d i Sansovino; ma tutta di Palladio la crea-
p t~n w < pmspetto zione di un genete architettonicamente nuovo. sopratnHo
di ,; Ila F'O.<ml'i
(La Malcontenra). quel marcare in termini inco nfouclibili (c che si affermeran no
dai Qu(ll/1'() libti per secoli) il terrilorio con i segni forti di un ' architcttun.l mo-
IMI~m:luldl.w " dern issima c insie me all 'antica: timp:llli triangolari, logge, tine-
(Ven ezia 1570). stre serliane e finestroni termali. am p ie scalee. vastissimi saloni
centrali spc.sso cruciformi; quind i una nettezza di disegno, u na
Nella pngi.nn a tUUtco; precisione fin nei detLag li , la massim a libert compositiva
villa f'oscui all'interno di u n ceno numeo di combinazioni-cardine
(L1 Malcontcuta) nell'evoluzione delle planimetrie. la presenza dei porticctli del-
(iniziata nd 1558).
faccial{l; le barchesse (costruzion i per il fieno e i carriaggi), i cicli deco-
Camb>1r:uc di Mira rativi all:1 moda. Sempre, sia nelle ville di maggiori ambizioni e
(Venet.ia). possibil it come in qu elle min ori, risalta la m atematica limpi-
d ezza dei rappor ti proporzionali, il Lucido e a pparentemente
semplic~ in tersecarsi dei volum i e, su tu Ho, qu ella apertura sul
territorio, sul paesaggio che fo1se q uanto d i pi difficile da
decifrare c spiegare nell 'a rchitt:llura delle "~>; Ue d i Andca, ma
di pi imm ediata e quasi spomanea percezione.
Nella prima delle '~Ile in cui im pegnato, Palladio an-
cora afiiancato inizialmente dagli artigian i della bottega di Pe-
demuro: ma villa Godi, pu cosi ch iusa e severa, in troduce -
17
specie negl i interni - temi ch e dive1Tanno cari e ricorrenti nel- Qui sotto, da sinistra:
vi lla Godi
la carrie ra di Andrea; e gi nell'en igmatica villa Valmarana di (iniziata nel 1537),
Vigardolo - con il suo timpano interrotto, la serliana e gli oculi facciata;
-e, poi, in quella di Bertesina - dove com pare un frontone di Loncdo di Lugo
tempio in facci<~ l<~ -s'annuncia il primo capolavoro: la villa per Vicentino
(Vicenza).
Giovann i Pisani a Bagnolo. Non tu tto an cora riso ho e d igerito
in questo n uovo genere (le torri a fianco della loggia non lega- Pianta e prospetto
no con il corpo reO"ostan te, cosicch si determina una stridente di vi lla Gocti,
con trapposizione d i cornici) ma la qualit arch itettonica dello dai Quattro libri
del! "tm:llitettr~ra
sO"aordinario salone a croce voltato e deco rato a grou esche e (Venezia 1570).
scene mitologiche, la loggia dorica a bugnato m stico c il timpa-
no triango lare restano sigla eli assai alta qual it linguistica. la prima
Seguiranno molte alrre ville. Di grande ol"iginalit e an- delle dimore
di campagna costruit e
nunciatrice di uno stile pi'L maturo e com p iuto sar villa Poia- da Palladio
na a Poiana Maggiore, an che se meno rnon umentale della Pisa- per la ricca nobilt

Jj-.


--..


~#~
-

~-
..
~


veneziana e vicentina.
ni; qui apprue pi completo il gioco de lla serli:ma a oculi sulla Quando la concepisce,
fronte - annuncia to a villa Valmarana e ch e gi Bramante ave- nel 1537, Andrea
va proposto a Ge n azzano - . mentre le sale r ipro po ngono non si ancora recato
l'equ ilibrio austero e misurato in cui ogni parte risulta inscin- a Roma in compagnia
del Trissino,
dibilmente e quasi d i necessit collegata al ri manen te della fab- e in effetti l'edificio
brica: La bellezz.a risulter dalla bella forma, scriveva Palla- risulta privo
dio, e dalla corrispondenza del tu tto alle parti, delle parti fra di quegli spunti
caratteristici,
loro, e di que lle al tu tto: conciosiache gli edificij habbiano da
palesemente
parere uno intero, e ben finito corpo: nel quale l'u n membro riconducibili
all'aloo convenga. et tutte le membra siano n ecessarie quel- a una conoscenza
lo, che si vuoi fare~ . diretta
dellc testimonianze
Tralasciando q uegli edifici di non cer tissima attri buzio ne, classiche
ovvero solo frammentariamente costruiti o troppo sconciati da- clle, ripensat e
gli intetven t.i posteriori, si pu segnalare un sintetico catalogo originalmente,
delle ville rea lizzate da Palladio nel corso della sua successiva saranno alla base
del suo linguaggio
attivit: dentro agli ann i Cinquanta si collocano alcune delle fnturo.
dimore pi co m piute e perfette dell'itin erario di Andrea, da Sono tuttavia
vill a Pisani a Montagn ana alla Cornaro d i Piom bino Dese; gi presenti alcune
quind i villa Badoer a Fratta Polesin e e villa Barbaro a Maser; tendenze
in seguito sviluppate
poi, sul fin ire di ques to decennio e in quello S'llCcessivo, le ville al meglio,
Emo a Fam.olo e Foscari (La Malcon ten ta ) vicino a Venezia, per esempio il modo
villa Sarego a Santa Sofia di Pedemonte, nel veronese e, in fme, di pens are lo spazio
la celeberrima \~Ila Almel"ico (La Rotonda), appena fuori Vi- - interno ed esterno -
inrehu i one
cenza, che ch iude in certo sen so l'attivit dell'arch itetto in qu e- alla natura del sito.
sto cam po: l'ultimo dece1mio di vita vede Palladio occupato in
18
. . . ...



a.. t . . . . . . . . . . . . ..

DaD'alto: A d estra, dall'alto:


pianta e prospetto villa Pis;mi
di villa Pisani a Bagn olo
a Bagnolo, (iniziata nel 1542),
dai Quauro libri facciata;
de/l'arch itl!llura Bagnolo di Lonigo
(Venezia 1570). (Vicenza).

Pianta e prospetto Villa Poiana


di villa Poiana, (iniziata nel 1548),
dai QunJtro libri facciata;
tU 'archimtura Poiana Maggiore
(Venezia 1570). (Vicenza).

una serie di com minenze vicentine e veneziane a prevalente


carattere pubblico, come si vedr-. pi avanti.
La tendenza del percorso di Andrea, anche al d i l del-
l'adozione d i differenti tipologic, quella di dare a ciascun in-
tervento il carattere di vasto sistema, se possibile a scala territo-
riale: ecco l'importanza cresce nte assunta da lle d ipe ndenze
della villa vera e propria: barchesse, rustici, orarorio, luoghi ad-
dirittura di delizia, come a Maser. Altra costante quella per
cui la villa si consolida e cresce anche nel corpo del nuc leo pa-
d ronalc: il rad doppio dei p iani n obili, la consistem.a volumetri-
ca d el blocco edilizio, l'ampiezza delle scalinate d 'accesso; poi,
a partire da villa Badoer (forse pn:ceduta dalla sfo rtunata villa
Chiericati di Vancimuglio) fa la sua comparsa un altro elemen-
19
to distintivo dell'architettura palladian a di villa: il pronao gi- Q uisou o: Cos1Tuita
gan te che troveremo in diversa declinazione ma p revalen te- villa Pisani p er il patrizio
men te d'ordine ionico, libero in forma di portico di tempio an- a :'\'l onragnana veneziano Francesco
{iniziata nel 1552), Pisani, questa villa
tico , ovvero r itagliato n el corpo de ll'edifi cio (come a villa facciata: eca d estinata
Emo) o, ancorn, a ppiattito sulla facciata pti n cipale (come a vil- Montagnana a svolgere,
(PadO\~a). ruversamente
la Barbaro, a Maser).
dalla maggioranza
Non a caso Palladio d edica n ei Quallro libri u n capitolo a In basso: delle residenze
pane alle Case di Villa di alcun i nobili Venetiani": sono ap- pianta e prospetto di campagna
punto gli esponenti d elle maggiori ta mig lic pauizic Jagunari a di villa Pisa11i progeUa te
ricorrere all 'architetto; alcuni di questi scelgono Andrea come a Mon tag1nu,a, dal Palladio,
dai Qu.attro libri funzioni
qualifican te opzione culturale in al ternatva ad <lltti progettisti, tle/1. 'arch.itettmn cfjrappresentanza
come nel caso dei potentissimi Cornaro ; ciascun o dei am i d el- (Ven ezia 1570). che la avvicinanno
la famiglia affida infatti a Sansovino, Sanmicheli e Palladio la pi a un palazzo
cura delle proprie imprese edilizie sia in citt che nei possedi- suburbano
me n ti sul te rritorio. Aver conqu ista to l' in teresse e la fid ucia che all'edificio
p rin cipale,
della classe di governo veneziana un fatto di proporzioni assai p ur ugualmente
pi rilevami f'ispe uo alle fortune vicentine dell'arch itetto: tale splendido,
gradim ento prepara anche l'approdo di An drea in laguna, ma di un'azienda agricola.
qui l'affem laJ.ioue risulter me no scon tata di quanto si sarebbe
forse potLLLO im maginare.
Le d ue ville Pi.sani di Mon tagnana e Cornaro a Piombin o
Dese prese ntano gran de analogia di strutture: compatte verso
lo sce nario per cos dire:: p ubblico (la sbada) e assai p i aperte
e cordiali n ella fronle veso la campagna. Im postate ambedue
sui magnifici salon i a quattro colonne - il grande:: <trio a Mon-
tagnana, il vano centrale clell'edi!icio a Piombino Dese - , am-
bedue articolate su due piani collegati da u na coppia di scale
ovali, prese mano per an ch e caratteri~lazioni inconfon dibili:
la doppia loggia esastila della Cornaro appare elemen to archi-
tettonico ben pi marca to rispetto a quella tetrastila, incassata
ne l corpo dell'edificio, di villa Pisan i; elegan te c nuovo il fregio
dorico che cinge co mpletamente la sola villa di Monmgnana
(ma anche l'impiego degli o rdini ben d ifferente: dorico e io-
nico a Montagnana, io nico e corinzio a Pioubino Dese). L'ef~
feuo co nseguito n ei due celebri saloni appare d iversameme
marcato nei due edifici: pi legato alle soluzioni ado ttate nei
palazzi d i ciu que llo a volte e giochi di semicolonne di villa Pi-
sani che app<H'e quasi un esercizio di tiidimcnsioualizzazione e
di moltip licazion e di una serliana; pi sola re c maestoso il salo-
ne d i Zorzon Corrtaro, a colonne ioniche Libee reggenti le tra-
beazioni di un soilitto a cassettoni c travi a vista decorate. An-
cora com une nelle due vi lle appare la rinuncia a ogni qualsivo-
glia SO[m Ji nearura esorna tiva per p csso ch tutte le apertu re
degli edifici, tagliate a spigolo vivo nelle campiture di parete o
tra i raffinati giochi grafici di un bugnaw esilissimo cd elegante
(a Piombino Dese) . Queste d ue ville, come stato riptetutarnen-
te souo lincaco, partecipano in qualche modo - sia tipo logica-
mente che come immagi ne - ranto della casa di ca111p<Lg na che
del palazzo di d ct c, quindi, i rinvi i a palazzo T hie ne piuttosto
ch e al Ch iericati, o all'udinese palazzo An ton ini, ovvero all'uso
veneziano del do ppio loggiato soVlapposto, paio no particolar-
men te opportu n i. L' ultet-ioe evoluzione di questo schema di
villa sar costituito da due dei p i alti capolavori architeu.onici l l
di And rea, La Malcontenta Foscari e La Roronda Almerico.
AJqu an to d iver~o appare wece il tema svolt.o in villa Bar-
baro a Mase e in villa Emo a Fanzolo: una sona di soluzione
in term edia tra queste due so-ade potrebbe essere consider.u a
20
Qui soUo e iJt basso; Ricorda villa Pisani villa Bad oer a Fratta Polesine, ceno la pi decen traLa tra le \~Ile
1illa Comaro a Montagnana realinate dall'architetto sul territorio veneto. La villa dei Ba-
(iniziata nel 1552), per alcuni aspetti
facciata tra cui 1artic olazione
doer si presenta completa e pienamente realizzata .-i.spetto al
c particolare su due p im coiJegati grafico dei Quattro libli, co n i suoi porticati cunri d 'ordine n-
di uno degli interni; da scale ovali scan.ico- un ordine doxico semplificato scelto da Palladio per-
. Piombi no Dese o l'organizza tione ch co nsen tiva vastissimi n tcrcolumni ben idonei al passaggio
(Pado va) . dcUo spazio interno
attorno a Wt grande e alla manovra dei caTTi e delk- attn::u.ature agricole- e le bar-
salone telrastilo. ch esse. Edificata sulle fond v.ion i di un castello medievale, la

villa appare semplicissima c qu<1si spoglia nella fronte verso la


cam pagna e, al contrario, assai maestosa e ricccata in quella
p1incipalc, dominata dall 'ampio frontone triangolare: sulle sei
colon ne ion ich e a soJTeggerc l'architrave e i cassettoni del por-
tico. An che la villa dci Badoe r t: ricca di quelle decorazioni a
fresco (in qu esto caso del Giallo Fiorentino ) che risultano esse-
re un a problcmatica costante delle vil le palladiane: gli affre chi
sembrano infatti talvolta ac;secondare c talaltra r:rad irc le inten-
zion i de ll'archi tettO e fornire una sorta d i le ttu ra abusiva e
fuorviau lc de i suoi spazi c dci suoi volumi. Eppure And rea par-
la spesso c i11 termini elogiativi de i suoi collaboratori (sia pitto-
m m ri ch e sntccatoti) all'opera nelle ville . Da una parte quindi da
prestar fede 011 fano che gradisse e ritenesse legittimi questi .in-
tcventi e c he, an~i, fosse egli stesso a suggerire al committente
o a chiarnae a l proprio fianco i d ecoratori; dall 'altra parte va
anche sottolin eato che - sia a Venezia che al trove - la moda e
il gusto corrcn t.i chiedevano che le abitazioni fossero com pleta-
te e quasi rilinite da siffatti ap parati d 'ornato che svolgevano il
pi delle volte tenli. celebrativi (in termini mitologici c st.orici}
delle glol'ie del casato o d singoli membri della famiglia pro-
21
l .

prietaria. altres vero che in alcuni casi la d ecorazione par-


sa soverchiare la parola dell'architetto (il caso pi clamoroso e
dibattu to proprio quello di villa Barbaro), ma sarebbe forse
eccessivo rad icali7.zare un rapporto che ebbe probabilmente a
svilupparsi in un significativo e vivace incon tro dialettico.
Sia vi lla Bar baro a Mase r che villa Emo a Fanzolo lasciano
la compatta e cubica consistenza d egli cdifid dei Pisani e de i In alto : Qui sopra:
Cornaro per sviluppare un o schema orizzontale, di maggio r villa Badoer prospeuo
adesione c apenura sul territorio. La villa dei Barbaro, eruditis- (iniziata nel 1555}, d i villa Harbaro,
facciata; dai QmLilro libri
simi fatell i venezian i, tutta giocata proprio rell'a-;secondare Fmu.a Pol esin e tklt'archilettura
e utilizzare una sorgente e il relativo piccolo corso d'acqua sia (Rovigo). (Ven e~ia 1570).
ai fini agricoli dell'azienda, sia per i piaceri e le parti colarit
che la circostan:ta garantiva, dando vita a u n laghetto, alle pe-
schiere, a un decoratissimo e intellettualistico ninfea. La villa
gioca anch e sul d islivello d el terreno, presentandosi su due -
peraltro non monumentali - piani sulla fron te e su un sol o p ia-
no nel reuo. Mai come in villa Barbaro Palladio sembra conce-
22
A destra:
tempieuo
di viUa Ba rbam
(iniziato nel 1580),
facciata
Maser
(Tre,; so).

In basso:
,.;ua Barbaro
(iniziara nel 1556) ,
faccia ra;
Maser
(Treviso).

La villa
fu commissionata
da Marcaotonio
Barbaro e suo frateUo
Daniele col quale
PaUadio
aveva collaborato
anni addietro
per l'edizione
illustrata
del traltato
di Vitruvio tndotto
e C01!llllentat0
dall' anuco.
.
PaUadio realizza
a Maser un complesso
mirabile in cui nucleo
padrona! e
e dipendenze c.r eano
un perfetto equilibrio
tra esigenze concrete
dell'azienda agricola
'
e desiderio di svago,
di dotto divertimento:
l . ..

vi si trovano barcbcsse, ''
rustici, peschiere, '
un n.infeo riccamente
decorato,
nonch un tempietto
progettato da Andrea
p oco prima di morire
sul quale, caso raro,
lascia inciso
il suo nom~.

23
f)

~1 ~

...
~ l
~
,
&iv!,.,

Qui sopra: dere molto al pittoresco, all'esorbitare della decorazione sia a Secondo le ipotesi
Paolo Veronese, fresco che a stucco (vi lavorarono peraltro Paolo Veronese e pi recenti, V cronese
Ritratto affre.~c il corpo
d:i Giustw Barbaro Alessandro Vittmia!), a una qualche sottolinea tura divertita e centrale
Ciustinirmi (') forse iron ica: nessun a descrizione nei Quatt-ro libri sem bra assu- di villa Barbaro
e 11;n.a nutrice, mere toni el.egiaci e bucolici compiaciuti come que lla di villa tra il 1560 e ill562.
affresco dal ciclo Barbaro, in nessun testo d'architettura un tipico problema fo- Contrastanti
decorativo le valutazioni
(1560-1562} logico ed erudito come quello del capitello angolare ionico della critica riguardo
di viJ!a Barbaro; tra ttato con tanta distaccata nonchalance. alla consonanza
Maser (Treviso) , Autore degli affreschi di villa Emo fu invece Giambattista tra decorazione
villa Barbaro, Zelot, attivo al fianco di Pallad io anche in altre imprese. Gli pittorica
sala deii'Oiim po. e impostazione
interni n on presentano le vo lte e le crociere che dominano le spaziale.
Nella pagina a fianco: ville precedenti ma cassettoni e travature, con non pochi pro Per alcuni l'impianto
Paolo Veronese, blemi per il decoratore. Quel che distingue villa Emo da quella illusionistico ideato
PaggiiJ rtflrt fmtkl dei Barbaro l'essenzialit del linguaggio della facciata, con il da Veronese a Maser,
e suoualti anzicb seguire
di tamburello, grande frontone di tempio d'ordine dorico incassato n el corpo i dettanti di Palladio,
<~ffn,sc::o d~ l ciclo centrale dell'edificio a creare il vasto portico d 'accesso. rispo nderebbe
decorativo Villa Foscari, La Ma lcon ten ta, posta assa i in prossimit del a precise esigenze
( 15M-1562) dei committenti
margine lagunare all'inizio della su-ada verso Padova; esalta al
di villa Barbaro; (nonch al gusto
Ma5er (Treviso), massimo la rnonumental i t celeb ra tiva dell' e dificio senza abdi del tempo, amante
villa Uarbaro, care a un uso raffinato e v:tuosistico del linguaggio. La pianta di simili apparati
Sala a crocie ra. disegnala in perfetla s imme tr-ia, uno straordinado salone a decorativi),
contraddicendo
croce, il cui braccio maggiore si sviluppa su tutta la profondit le p roporzion i
della villa, companisce completamente gli spazi dell 'edificio; il e il ritmo spaziale
frontone di tempio esastilo d 'ordine ionico dornina la facciata impresso da Andrea
principale ma l'accesso dai lati, dalle due scalce simmeoiche ai volumi dell'interno.

24
i & F

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25
A sinistra:
villa Emo
(iniziara nel l 557),
particolare
del porticato;
Fanzolo di Vedelago
(Treviso).

N ella pagina a fianco,


dall'alto:
villa Erno
(iniziata nel 1557).
facciata;
Fanzolo di Vedelago
(Treviso) .

Prospetto
di vifla Emo,
dai Quattro libri
dell'architettma
(Venezia 1570).

Analogamente al caso
di villa Bar baro,
si nota anche p er :villa
Emo uno sviluppo
orizxontale
dell'edificio,
quasi ad abbracciare
il paesaggio
circostante,
a volem e p artecipare
p i ampiamente.
Altro elemento
di recente impiego
(introdotto
per la prima volta
J l a villa Badoer)
il pronao gigante
.] sulla fr onte
della villa.

che debbono superare l'insolita altezza del piano dei servizi,


cosicch la villa si presenta di eccezionali dimensioni e svilup-
po verticale. La fronte posteriore non meno mirabile: tutta
disegnata dagli elementi ar.c hitettonici nell' essenzialit di sem-
p lici profili ritagliati quasi sul reticolo del bugnato liscio, ripor-
ta in superficie il gioco dei volumi e dell' in terna organizzazio-
ne degli spazi che s'indovinano nel finestrone termale, nel tim-
pano l}terrotto, nelle possenti trab eazioni. Il passaggio finale
di questo percorso d~to dalla programmatica enunciazione
della simmetria e d ella centralit ch e contenuta nella Roton-
da. Concepita pi ancora di altre ville come palazzo suburba-
no, gi nei grafici dei Quattro libri la villa rivela la sua natura di
sapientissima e geniale esercitazione virtuosistica; ma rivela al-
tres la complessit d 'un discorso ch' pienamente e compiuta-
mente culturale e ideologico e che veniva anche affron tando -
26
27
pressoch cumemporaneamen te a u n altro lavoro fnale di Pal- Quiso1>ra
ladio, il tempielto di villa Bar baro a Maser- uno dei te mi pi e uella pagina
a fianco:
intriganti e ricorrenti dell'elabora zione rinascimemalc, quello villa Foscari
dell'ed ificio perfetto e asso luto, quindi a pianta centrale (spes- (La Malcon1enm)
so del tipo del cer chio inscrino in un quadrato, soltu..ione che (iniziata nel 1'i!>l'l),
Palladio tenta, senza fortuna, d i far approvare nel 1577 anche t;Jcciata posteriore
c particolare
pe la ch iesa votV<l del Rcdcntore a Venezia) . di uno degli in terni;
La Rotonda riprende c fonde molti degli elementi trattati Gamba.are di Mira
nelle maggiori ville palladian e ma, libera da condizionamenti (Venezia).
rispe tto a quan to solitamente doveva costi tuire la parte feriale
e azie ndale delle ville, si trasforma al tempo stesso in un puro
messaggio teorico e in una totale identificazione e coi ncidenza
di un 'arch itet.tu ra con l'anima e il carattere di u n paesaggio c
di una cultura, una sota d i tridim ensionale quadran te d i bus-
sola o di conce ntrato di sapen e meditazione storico-archeolo-
gica e di clamorosa novit d i scrittura e d i proposta cultmale.
28

29
A sin$tra:
vi lla Almerico
(L:1 Rotonda)
(in i~iata nt:l 1566),
panicolare
di uno deg li intcmi;
Vicenza.

Tu basso, da sinistra:
villa Almcrico
(La Rotonda)
(iniziata nel 1566),
interno della cupola
c ,cd uta delia facciata
i p e~ dal viale
d'accesso;
Vicen~.

Contrariamentc
a quanto si a lungo
p ensatO, la villa
appartiene alla fase
d ella maturit
d el percorso artistico
pallndi~tno,
collocazione
temporale che meglio
si accorda
con la complessa
armonia
delle soluzioni
previste da And.r ea.
Costruita
p er il dotto prelato
Paolo Almerlco,
morto nel 1589,
la villa pass
poi alla famiglia
Capra
- come documen ta
il cartiglio marmorco
sulla facciata -
che ne complet
l'apparato deoorativo .


'
30
LE VILLE PALLADIANE
--

In alto: Qui sopra:


villa Almerico prospetto
(La Rotonda) d villa Almerico
(ini~i<na n e l 1566), (La Roto11da) ,
faccia1a; dai Quallro li!Jri
Vicenza. de/l. 'ar dril eltttro
(Ve n e-t ia 1570).

31
Chiese di laguna

A MI C I Z IA
con i Barbaro, la stima dei Grimani, il .soda lizio con Giorgio
C01naro, qu indi con i .Mocenigo. i Foscari hanno spianato la
strada a Pallad io per il suo autorevole approdo a Venezia, ma
Andrea non vi realizzer, come noto, alcun palazzo privato
(nonostaHte avesse lavorato a questo tema). La sua fama e il
suo straordinario bagaglio linguistico lo impongono per co-
me inarrivabile elaboratore di un nuovo genere di architettura
religiosa. Nella capitale egli realizzer in forma di arch itettura
magniloquente e all 'antica il chiostro e la sagrestia del conven-
to della Carit, intendendo qui trattare un soggetto che sem-
pn : l'aveva affascinato, quello della casa al modo degli antichi,
con tan to di magnifico tablino e tut ti i segni di una classici t
monumentale e austera (cos come pu an cora vedersi nell'ala
sopravvissuta del chiostro in late1izio sui tre ordini sovrapposti
e nel grande fregio a mer.ope e bucrani).
Nelle chiese realizzate a Ven ezia da Palladio spiccano sia
la 1ivo luzionaria novit delle fronti chE~ le geniali soluzioni pla-
nimetriche: d alla facciata eli San Francesco dell a Vigna (su un
edificio appena terminato da l Sansovino) passando per San
Giorgio e l no al Reclento re, Andrea e labora il tema del t-orltO-
ne classico con portico tetrastilo d 'ordine gigante - in cui cio
le colonne superano l' <Iltezza di un piano - incassato o sovrap-
posto e della sua connessione co n il corpo d eli' eclifcio eviden-
Qui sopra: ziato dal dih1tatissimo frontone d ell'ordine minore e da tutti
j)i;una pn~liminare gli altri elementi (cornici e trabeazioni, plinti e basamenti, edi-
per Il Reclen tore cole, acro teri) che "rappresen tano" in facciata la volumeoia e
(1575-1577);
Londra, lo sviluppo planimeuico della fabbrica. Giustamente Rouch er
Roval Jnstute r icorda che pe- capire questo complesso (e intelleuualistico)
of 'th<: Bd tish gioco occorre far riferimemento allo stile grafico di Andrea, al
Archit<~cts
(Riba) . XIV/ 13. modo in cui egli nei suoi rilievi, nei suoi gral'ici e nelle sue xilo-
grafie riconc prop1io a]l'ambiguil: di una veduta non-prospet-
Nella pagina a fianco : Lica, a una sorta di appiattimento e in terseca: onc di strutture
Il Redentore in uno spazio virtuale c negato. Questa astrazione peraluo -
(iniziato nel 1577),
Cacciata;
paradossalmente- quella che conosce l'osse rvatore dei capola-
Venezia. vori palladiani allorch, date le spalle ali 'area marciana, guar-
33
- ....l --~
,.,..__
.

j 1

Qui sopra: ' ::;_ - ' La facciata


San Francesco ' di San Francesco
della Vigna della Vigna
(iniziato nel 1562) , fu realizzata
facciata: :
da Palladio
Venez.ia. a completamento
di un edificio
A destra: costruito a partire
progetto dal l534 su progetto
per San F.-ancesco diJacopo Sansovino.
della Vigna Caratteristico,
(1562); . e ribadito ueUe altre
'' clese ideate
Londra, T
Royal l nstitute ~~~fr~ da Andrea
of the Brish nella citt lagunare,
Architects il motivo
(Riba) , XlV/l O. del frontone classico
a coronamento
di w1a facciata
scandita
nella sua parte
i centrale
- -- -l da quattro colonne
di ordine gigante.
34
da verso il bacino e vede le quinte architettoniche d i San Gior-
gio, del Redentore e delle Zitelle nella assolutezza "grafica" del
loro apparire.
A San Francesco Palladio alza tutta l'imposta degli ordini
sopra un elevatissimo basamento, cosicch il portale d 'ingresso
appare quasi tagliato dalle basi delle colonne incassate del finto

Qui sopra: portico e del p.-onao dcii ' ordine minore: ma, nonostante le in - A Venezia
convento della Carit PaUadio non trover
certezze e le contradd izioni, mai s'era veduto nulla di simile, committenze disposte
(iniziato nel 1561),
particolare mai una chiesa cristiana aveva assunto tanto programmatica- ad aftidargli
del chiostro; mente e, insieme, filologicamente e archeologicamente, le fat- la progettazione
Venezia. tezze e i segni distintivi del tempio pagano per dimensioni, lin- di arcltetture civili:
la sua attivit sar
guaggio, maestosit. A San Giorgio Maggiore Palladio, ingaggia- limitata all'ambito
to dall' ordine benedettino anche per i lavori al chiostro e al re- r eligioso.
fettorio (il cui vestibolo l'architetto affronta e risolve quasi in Per il convento
analogia e antitesi al vestibolo roichelangiolesco d ella Biblioteca della Carit,
pervenutoci a hveUo
laurenziana d i Firenze), pu trattare il problema completo del- di frammento,
la chiesa: esterno e in temi. n risultato , una volta ancora, da- PaUadio
moroso. L'ordine gigan te del p ronao (che continua natural- aveva concepito
mente anche all 'in terno) un carnoso ed essenziale composito, una ~-truttura
che si richiamava:
mentre il corin~io viene adottato per l'ordine minore; questo tipologicamente,
poggia direttamente sulla fascia a terra, mentre ciascuna delle a un nucleo abitativo
quattro colonne incassate del pronao ha un proprio piedistalJo di epoca classica,
isolato come nel Sant'Andrea dell'Alberti a Mantova e come in evocato, per esempio,
nel chiostro-peristilio
taluni esempi di templi classici rilevati da Palladio a Roma e al- del quale si conserva
trove. Nella chiesa del Redentore nmi e due gli ordini pogge- tmo dei lati.
35
A sinistra!
l San Giorgio
Maggiore
(iniziato nel 1566) ,
facdata; Venezia.

\
-v-
/ ___
/

. .

o'rt

ranno sulla fascia a terra, ma l'elev:Wone complessiva dell'edifi-


cio garantita da un consistente e massiccio basamento.
San Giorgio si presenta come un 'imm ensa basilia antica,
suddivisa in tre navate con copertura a botte e una grande cu-
pola sulla crociera generata dall'intersezione delle navate con
un altrettanto vas to e luminoso transetto biabsidato; assai
profonda anche l'area presbiteriale che separata da un co-
ro allungato e suggestivo tramite un setto a colonne binate sca-
nalate. Le ttabeazioni, le cornici, le colonne e i pilastri, i fine-
stroni terma li, la cupola, tutto, insomma, possiede un respiro,
una gravit e una lucidit di scrittura per cui Palladio sembra
aver in tessuto w1 dial ogo continuo e paritetico con la grandez-
za e la magnificenza degli antichi, ma a una considerazione at-
tenta Andrea non appare trascurare o sottovalutare la tradizio-
ne veneziana: i modelli neobizantini di Codussi o quello di Tul-
lio Lombardo e Giorgio Spavento a San Salvador risultano alla
fin fme altrettanto presenti ed evocati come le opere dell'Al-
berti o il cantiere della Fabbrica di San Pietro a Roma. Il Re-
dentore, voluta e realizzata dalla Serenissima con intento votivo
in occasione della peste del 1576-1577, appare se possibile an-
cor pi equilibrata e perfetta, nella sua struttura a unica navata Dall'alto: Leon Battista Alberti,
con tre grandi cappelle su ciascun lato; il transetto costituito studio de lla facciata, Sant'Andrea
da due profondissime absidi laterali, riprese, dietro l'altar mag- di una campata (progetto
e di un 'arca m in tema del l 470 circa),
giore, dal setto colonnato a base curva che lo separa dal grande di San Giorgio facciata;
coro dei frati e dalle due sagrestie gemelle. Questa insolita cro- (1565); MantO''~~
ciera s'apre in alto nella luminosa cupola e risulta un'efficace Londra.
Royal l.nstitute Tra le suggestion
soluzione per venire incontro alle finalit celebrative e liturgi- of tbe British operanti a San Giorgio,
che proprie di un tempio votivo segnaro nella sua esistenza dal- ArchiteCIS la facciata albertiana
le ricorrenti visite dogali e dall'afilusso dei pellegrini. (Riba), XIV/ 12. di Sant'Andrea.
36
In alto: Qui sopra,
San Giorgio da sinistra:
Maggiore San Giorgio
(iniziato nel 1566), Maggiore
particolare (iniziato nel 1566),
del chiostro; in temo e coro;
Venezia. Venezia.

37
Palladio realizza a Venezia anche le assai pi piccole chiese A d estra:
dell e Zitelle - pure questa alla Giudecca e in posizione presso- n Rcdcntort
(iniziato nell577),
ch baricentrica tra le chiese di San Giorgio e del Redcntore- e interno;
di Santa Lucia (dove ora sorge la stazione ferroviaria). Si l:r<ltta Venezia.
di edifici di piccola dimensione, a pianta centrale quadrata ma-
schcr<l da due facciate simili tra loro di tipo pi uttosto tradizio- Qui sotto:
primo progetto
nale. Scomparsa Santa Lucia negli anni Sessanta dell'Ottocento, per il p onte di Rialto
rimane nella sua pregevole esse nzialil la chiesa dell e Zitelle. a Venezia
Ma la soluzione finale clell'edi l'i cio religioso a pianta ce ntrale (1554};
spetta per, nella parte conclusiva dell'attivit di Andrea, al Vicenza.
Museo chi co.
tempietto pe r i Barbaro a Maser, cui s' fatto cenno.
'on c' dubbio che le grandi chiese venezian e di Palladio In basso:
rinviino a un modello d' architettura. q uello delle terme roma- Giovanni Antonio '
Canal
ne, che egli aveva studiato e disegnato e che pi di altre smmu- detto il Canaleuo.
re avevano sollecitato la sua immaginazione di fronte ai resti gi- Capriccio con. 111mtc
gan teschi c mon umentali sopravvissuti. Terme, basiliche, tem- palla.dia'M fl, Rialto
pli, mercati costituivano per Palladio i modelli d ' una architet- (174~1744);

tura eroica che erano al tempo stcs.~o i parametri di u1 'archi- Windsot Castl c.
Royal ColleniOll.
tettura reale, riproponibile c m::m ipolabile ai fini di q uella co-
modit, solidit e modernit che egli reputava il vero obiettivo Per la ricostrwione
di una buona architettura. l capolavori veneziani sono la tradu- del ponte di Rialto,
all'epoca ancora
zion e q uasi naturale di questi principi: l'arch ite tto sem bra in legno
giungervi senza fatica, atuaverso passaggi matematici apparen- e dal.la soli d iti
temente elementari; al con trario, lo sforzo che egli dov com- mal certa,
piere - nonostan te partisse.: d<l basi di conoscenza e di spcri- Palladio p resent
due progetti,
mentazione tutt'altro che trascurabil i - fu ciclopico. Dall a me- nel 1554 c ncl l563,
diaz ione compiuta su una larva storica quale il De archilectura di entrambi respin ti
Viuuvio l'ino alla ricostruzione degli alzati praticamente di tutti dalle a utonti
i resti archeologici di Roma; dall 'adeguamento di queste tracce veneuane.
ai modi di vita, alle attese, ai bisogni di rappresentarsi e autoce- Nella pagina a fianco,
lebrarsi del patriziato veneziaJlO e della nobilt vicen lina fino in basso:
alla volo nt - e necessit- di dar vita a un linguaggio leggibile alzato per un n uovo
e moderno, fu nzionale ed econo mico; dalla ricc.:rca eli un rap- Palaz7.o d 11Calc
a Ven.vja
porto in edito tra realt agricola e residenza padronale in (1577 circa);
un 'epoca di massicci invc.:stimenti fo ndiari fino all' indagine cir- Cha~worth
ca il grado eli compatibil it del re pertorio lessicalc de ll'area del (Inghilterra),
sacro con la vita quotidiana, feriale e profana. Pallaclio compie Devonshire
Collection.
questo uagiuo genialmente; la sua strada segner il tracciato di
gran parte dell'architeuura occidentale, dalle coste americane
ai ghiacci d i Pietroburgo, fin den tro al Novecento.
Come non era riuscito a costruire nessun pala7.ZO privato, ~
Andrea a Venezia non trova spazio nem meno in <<l tre occasioni 1 !
per edilici di carattere pubbli co rton di destinazione religiosa.
N, infatti, s'impone con i suoi successivi progetti per il ponte
A--
di Rialto in pietra e per la connessa area commerci<c, n con '-'- ~
l
l'ipotesi di ricostruzio ne di Palaao ducale dopo l' incendio del 'L l l

1577: in questo caso forse lecito ribadire come sia pi la sua '
identificazione co n Vicenza (c con l' ideo logia che la citt espri
q

meva nella sua nobill notOriamente antivencziana) che non
l'intrinseca q uali t dei progetLi a mettere in scacco Palladio:
per ragioni ideologiche, certo, m a anch e perch H suo habih1s
mentale non poteva adeguarsi ai mo di, ai tempi, alle scelte che
a Venezia venivano litu rgicamente segnando l'avvicendars i elci
linguaggi artistici rispettarldo i reci nti sacri di un pote re forte-
mente con notato c non meno inequivocabilmentc parlante at-
traverso e nella con tinuit spazio-temporale, piutlO$to che in
repentine e sospette cesun:.
38
39
"
l ~ J

i8
--
-------------

40
Una citt
d'autore

EN DIVERSA
era la situazione a Vicenza, dove la citt tutta oramai si manife-
stava orgogliosamente attraverso il linguaggio e le ambizioni
contenute nell'architettura palladiana.
La Basilica era stata il grande banco di prova di Andrea,
come si detto; rivestito da una consacrazione che certo i suc-
cessi veneziani ribadivano ed esaltavano, Palladio ritorna, sem-
pre negli an ni Sessanta, a lavorare a Vicenza sia p er alcuni pa-
lazzi privati, sia in due interventi che riprendono proprio le
ambizioni culturali e civili della citt: la loggia de l Capitanio e
il Teatro olimpico. An che in un'ultima, vitale produzione d' ar-
chitetnua privata Andrea ha quindi l'occasione di manifestare
la finale declinazio ne del suo stile.
Gli interventi pi celebri sono certo i palazzi Valmarana e
Barbaran da Porto (menue anche per le ville sarebbe da regi-
srrare un'originalissima realizzazione, ma nel territorio verone-
se: villa Sarego a Santa Sofia d i Pedemonte, quasi una poderosa
e fiam mentaria scultura espressionistica nel gigantismo del bu-
gnato rustico e nella curiosa rinuncia ai segni dell ' organizza-
zione gerarchica delle parti dell'edificio}.
NeUa pagina a fianco A palazzo Val marana Palladio introduce l'ordine gigante
e qmsopn: in un palazzo di citt, ma non si tratta dell'unico elemento di
pala:ao Barbar~m originalit in questa fronte la cui lettura sarebbe comunque r i-
da Porlo
(iniziato nel l570), sultata problematica, vista la mancanza di spazio antistan te
particolare l' editcio. Le due campate laterali delle se tte che costituiscono
della facciata c atrio; l'insieme della fronte non sono comprese nella griglia dell'or-
Vicenza. dine gigante ma solo nell'estensione di quello minore, corin-
zio; in compenso, ai due pilastri corinzi esterni sono sovrappo-
ste due figu re d i guerrieri reggiscudo: l'espediente geniale
perch media notevolmente l'impano della grande mole con il
tessuto circostan te e pe.rch anche dal punto di \~Sta ottico evi-
t.a un troppo brusco emergere di l lll ordine gigante difticile da
percepire se non con sgradevoli deformazioni. :Ma, forse per la
prima volta in Palladio, tutta la facciata di palazzo Valmatana
a rivelare la preoccupazione di dar vita a una sorta di ragnatela
contin ua e unificante fatta di elementi architettonici in scarso
41
42
Nella pagina a ftanco:
lpalazzo Valmarana
(iniziato n~l J 565).

scorcio della facciata; { ~-

Vicenza.
! '\ (
Le condizio -~-
oggettive
di fronte nllc quali
Palladio
w-...-1'~
.!_L...,~.
verme a trovarsi
<
l
nel progettare . l
questo paiano
non si rivelarono
favorevoli.
La strada
F{ l

t.~
su cui so'leva
la c os tn_aZJOtlC
quattrotentesca
poi sostituita
dall'a.-chllettura
paUadiana
era infaui
piuttostO stretta
e daJ traccia to
obliquo.
Per o-.ov;are a q uesti
inconvenien ti
Pallad io fece ricorso
a una facc iata
scarsamente
aggettante,
tranne
ch e per il cornicione
che risulta anzi
enfaticamente
sottOlineat o.
L'insieme, aggetto (~alvo il cornicione finale) e plastici. Ed tema, que- Qui sop ra:
e.l aborato sto, che ritro,eremo anche a pal;v.zo Barbaran da Porto nel alzato della f<tcciata
second o un criterio e d el conilc:
quale Palladio, rinun ciato all 'ordine gigan te ma non ai lilicvi di palazzo Va lnmrana
di om ogeneit esterni, propone altres un a singolare commistione di clementi
d e l lC.'>.~UIO (1550 ci rca);
architettonico, provenienti dalle sue precedenti espe rienze: l'atrio a colon ne Londra,
appare sobrio libere su uno sch ema di serlia na che pi sopra abbiamo defini- Royal lnsti lu te
e ntisuratot of the British
to tridimensionale, i salo ni monumcnt-ali a ca5sertoni e travam- ArchitCCIS
nonostan te
l'ardita introduzione
re, l'enfatica decorazione pittolica e plastica a parete . (Riba), XVTT/ 4r.
dell'ordine gigante ella loggia del Capitanio Pallaclio chiamato a comple-
in un paiano di citt. tare, in faccia alla Basilica i cui tavoli continuavano fra alterne
vicende ma sostanzialmente senza gravi inten-uzioni, la defini-
zione pubblica e ufficiale del cuore della Vicenza contempora-
nea. Pall;:,di o riprende l'ordine gigante composiLO e in tre
campate.: d vita, pi che a una fabblica vera e propria, a una
sona di alloc uzione arch itettonica, di discorso originale e non
agevole.
Rispetto alla trasparenza elegant~ e addirittura esile delle
scrliane della Basilica, Andr ea propone ora la massiccia gravit
delle qw\ltro colonne incassate dell'ordine gigante sulle q uali
corre una trabca7:ione a sua volta sovrastata dal cornicione e da
un piano atr.ico rientrato; ma, inaspettatamente, sulle c<uupitu-
re at.torno alle 1-inestre e sopra gli archi una fiua dccomzionc
plastica in bassorilievo smateria lizza la consistenza c vol llluetria
della loggia dandole una caraltc rizzazione ambigua, quasi di
quinta tealr.!:' (gi l'i nsolita soluzione dell'ordine gig-ame iso-
lato - cioi: senza il secondo ordine sottoposto - aveva costretto
l'architcLLO alla successione degli archi e dei finestroni in una
composizione assai ambigua dove le comii delle finestre en-
43
Asirstra
e neUa p agina
a fianco:
loggia del Capitanio
(iniziala n e l l57l),
scorcio rlella facciata
laterale e lacdata
princip:Lie;
Vicenza.

La loggia
d el Capitanio
sorge di fronte
a un'ultra prestigiosa
architeuu ra
di P alladio:
la Basilica.
Que.o;t'opera
p rogeuam
pi dj vent,anni
prim a ancora
in costruzione
quando Andrea
affr onta
il n uovo edificio.
La loggia
del Capitanio appare
una CO.blnazione
problematica ,
svolta a ttnoverso
moduli
antiaccademici.
Nata come sede
del Maggior consiglio
vicenti110,
in segui to cam b i
destinazione
ospitan do
il rappresentante
detla Repubblica
di Venezia,
il ~'capitanio"
appunto.
Sul fianco
verso contra'
del Monte
una deconzione
plastica celebra
la vittoria della flotta
ven~iana sui turchi
aupanto,
il 17 otto bre 1571.

trano dentro la U<tbcazione e le m eusole dei balconi toccano


gli archi del porticato).
Anco ra pi po blcmatica appare po i la soluzione clar.a da
Pa lladio al 11anco d e ll 'edificio: non so lo il paramemo plastico
si tnJsforrna in mo n umcmo alla vittoria cristiana Slli turch i a
Lepa nto (1571), ma l'o rdine gigan1e si riduce e vengono collo-
ca te delle statue negli intercoluru11i ai Iati dell'arco, me ntre
s'in l ttisce ulteriormente la d ecorazione a bassorilievo. L'uso
stesso d e llatedzio a fronte d el bianco d elJa pietra della Basilica
non appare casuale: la loggia d e l Capi tanio ci pare svolgere
una su<~ precisa funzione dentro all' itinerario di un linguaggio
44
che viene esplicitamente dichhrato in movimento e in evolu-
zione. Talch il compimento dell'antico progetto d i trasforma-
zione urbanistica che Pallad io aveva anticipato negli apparati
effimeri per l'ingresso del vescovo Ridolfi nel lontano 1543 pa-
re ancora svil upparsi dichiarando la propria sostanziale "aper-
tura", la chiave tutta spctimcntale della monurnentalit palla-
diana, la cifra d'un discorso sulla citt che l'architetto s' avvede
di dover suappare ai rischi di un 'incombente cristallizzazione e
che qu indi propone - cos come a palazzo Valmarana o nel
Barbaran da Porto - vibrante di problematiche nuove e intriso
di soluzioni architetto niche antiaccademiche, se non proprio
trasgressive o eretiche.
E potrebbe non configurarsi come un caso fortuito il fatto

-..
~
\
'
1.' 1
~
' ~
1 '
'
,'
)'

Qui sopra: che l'ultima ope.-a del maestro- rimasta peraltro abbondante- Qui sopra:
Teatro ol im pico mente inconclusa - sia una singolare macchina teatrale: quella Tea tro o limpico
(iniziaLo nd 1580), che i membri dell'Accademia olimpica (tra i quali Palladio era (iniziato nel l580) ,
vedma frontale p;lrtiola re
dd prosccnio,. annoverato) commissionano ad Andrea come sede del sodali- della cavea
Vicenza. zio c luogo deputato per le rappresentaZioni c le loro n umero- e proscento;
se esetcitazioni d rammaturgiche. Egli vi vede un'occasion e 'Vice nza.
(l'avverarsi d 'un sogno, a lungo coltivato, di costruire un teatro
all'antica) e u na metafora grazie alla quale una volta ancora la
citt pal'lava di s e si rappresentava. Ma, al d i l clelia convin-
zione da <ucheologo e da studioso di saper interpretare conet-
tamen te il teatro antico, Palladio offriva, co n l' or natissima
"frons scenae" del suo teatro, u na sorta di cannocchiale e di
lente d'inf:,Tandimento denuo ai quali Vicenza vedeva se stessa
come avrebbe voluto essere, per quel che desiderava d 'ime r-
pretare, nd mito di quella classicit che la ci tt aveva scelto co-
me suo orizzonte e suo destino e che il figl io di Pietro della
Gondola le aveva offerto, "realmente~.
Settantaduenne, Palladio moriva nel 1580 a dieci anni dal-
la pubblicazione dei suoi ();u.nttro libri, il testo che oramai con-
tendeva a Vitruvio il primato e l'autorevoleua nd campo dt-Ua
tratl<tlistica arch ite ttonica, "bibbia" pressoch incontrastata eli
ogni possibile "ragionamento" e pratica del costruire.
46
Acroterio: pit:disL.tJio d i GLOSSARIO finalizzato alla classifica
'\c-uhure poste lu ng o un >ione della rirologia del-
con1icione o a1 \c:rtici di le colonne (v. disegno).
un frootoue. P ronao: nel tempio clas-
Alzato: proiei'.i()nc verti- dra ta. spe.sw rlecoraca, sico, vestibolo colonnato ...........
,
cale d i un cdiucio. nel fregio dorico ~llen1a c h e iu u-oducc al "uos"'.
Buorao.io: motivo dd Cta
n io di bue, ~pes..so iterato
ta nl triglifo (lasrra con
D'C' SC(tnalamre vc1,_icali).
Se_l'llaua.: finest1~ n ue luci
con quella ccntrnlc .ad ar-
l
--
in un fregio. Ninfeo~ uell':u dmettur.~ co. pi aha e ampia; pren-
F'n:gio: ncll'ar<:hice n u ra ellenistica e m mana, co- de il nome da St::ba!'!tiano
.classica, clcmc nLO dcllo1 SII'Ill.ione <:1 p ianw .,.(ui a- Scrlio ( 14751 ~5<1) c he ne
trabc:azione : nt:ll'ul'dine hi lc, spesso 'ahsidata. on pnrla tutl suo m1ttato.
dorico ahefn ii mctopc c uir-c h ic e a1 Cf'ntro una Tnblino: ne11a c.a~a ro--
triglifi: in quello mnico c fout.."Ul<.t; ndJ'ane rinasci- lll31hl, sala di riccvimeo-
corinzio i.: u na tasda in me nt.llc c barocca. che ln <~dit-u:entc:: af)'a uio.
< ui si ripe tn uo lli(ti vi oper un ren q>e r o del T i1npano: p a rte t ri;uJgO-
'lomnorli. Pi i ro muuc- uiufcu. i) termine indic Iart:. li:;cia o d eco rata .
me:ne: fascia decomti\a. anche forHanc monu all'iutc:r'flo ciel fron to n e.
Frontone: coru11arn cnto mentali con nirchu!, ese- T rabo:auone: complesso
11 i~111golatf'" d e l temp io d rc c grotte. d eglr clcmemi nrb..zorna
dassicoJ d cl indta lo d a Ordine: sisr('ma eli descri- li ' h t ronnano In parte ( l'fll~tlo \\,1.-.o! IIYJIII il# t.
t.u.-,,. 'MI1fO, I l"""'"' ~ rit-i
tu m cornice sporgente. t. i~'lnc ckJI' ;H't" h lt>ltll r a sup<. riore d i un OI'<.Hnc wnlul d '.r.''' uml. ,, ~~~~.,
J, li ~~..!!l~b, /'r;Jlf~ ;\ltr:
Mel o pa: formc:lht qua- cJa,,~ica e rin :lscimentale a.rc hi t t" t tOJ'I i co. ;,.,,.,,t,"t, I'Mwor ! Vfilt
QUADRO CRONOLOGICO

AVVENIMENTI STORICI VITA AWENIMENTI STORICI VITA


E ARTISTICI DI PALLADIO E ARTISTICI DI PALLAOIO

l ega di Cambrai concro Venezia. 1508 :\ndrt:a.. tiglio del mugnaio Pietro 1547 Pane:: da Roma in luglio.
Mic.helan~el~, ~ni:tia ad affrc:Kare dcUa Gondola. nasce a. Padm1a il
la Cal>&
>el a stsuna. 30 no\embre. A VnClia Jacopo Tinto retto esc 1548 In scttcfnbrt" sicul'ameo te tl Ve
~~e il Miro<:o/() Gi san Marro per la nez.ia. rnizio dei la\'Ori d i \'illa Sa
A f irenze Michelangelo inizia la 1521 Apprendist.ato presso Bartolomeo uola grande a quello stesso sat\ taceno a Fio;dc:: dj Agl~iaro c d '
Sagrestia n uova d i San Lon::o1.o. Ctvtu za. 1.0 intitolata. villa Poiana a Poiana {aggiore
entrambe nei pressi di Viccnx.a.
Giulio de' M~dki dhcnta papa 1523 Si ll'as.ferisce con Ja f..uniglia :t Vi-
col nome di Clememe VII. ceu:a; t onura deJ C:nLraLto di ap- Muore papa P::~ olo l(f. A Venezia 1549 lnh,ia La costruzione di palazzo da
prendi stato c:;ol Cavazta. Tintoreno dipinge Stm RoraJ ri.wv Porto f <::sta a Viccn ~a <:, in mag
1U1 gn apptSttlti 1lella ehie:;a a quel gio, dei porcic;ttti d.dla Basilica in
A Ma01ova Giulio Romano il)i1.ia i 1524 Si i..v;rive alla corporazione 't'k cn samo intitolata. aucJJa st:cssa ciu. 1:: dd dicembre
lavori di p..Ja:u.o Te. tina dei ta~idcietra ed entra nella contratto re)ativo al comp)eta
bottega di e emuro. mento dcJJa facciata di palv..zo d ..
Pono Fesla. Compie il suo qua no
S.cco di Roma: Jacopo San<IO\ino 1527 viaggio a Roma.
e Sebastiano Scrlio lasdaoo La
ciui e raggiungono Venezia. Viene e lelto papa Giulio IJI. Muo 1550 Comincia a costruire il ponte. sul
t e Giangior~ i o Trissino. Giorgio fiume Cismon (disLnltto) nei
Muore Clcmcmc VU, gli stccede 1534 In aprile sposa Allegradonna, r.. Vasari pubbhca a Firenze la prima pre.ssi di Bassano del Crappa, non
Paolo ID Farnese. Michelangelo r ia dd carpentiere Marca.ntonio. edizione delle Vit~ lontano da Vicem~a .
lascia Fin:n.ze per Roma. M\lore a bottega di Pedcmuro, ne LJa
Correggio. quale )aYora, htizia J'altar nuggio- 1551 Jn.i:z.iano i la\'ori di palazzo Chieri4
re del duomo dj Vicenza. cati a Vicenza e di palauo Della
Torre a Vero na.
Sertio pubblica il quarw libro delle 1537 Inizio dci Ja~'Od a \'illa Godi, pres~
&gi;le gt!Jt.f!ltlli dl tm:hiJetturtL S:anso;i- so Vicem;a. E l'tltima volta che ri Veronese dipinge San/ ~1-ntom'q ten- 1552 Inizia "illa Pisani a Mont.-.gttana,
no inizia la Libreria di San Marco. sulta nella bottega di Pedc:muro. loto dal diaiJolo (ora a Caen) p<:r \'idno Padova, e \'illa Cornaro a
un altare del duomo di Mantova. Piombino Dese, nd pres~i dj quel-
San.wino \'iene in teellato Ker 1538 Viene no Lato da Giangiorgio Tri.$- la stessa ciu:.
la Basilica di Vicenza. Roma li- sino (a lui si deve l 'appcllati"o
che)angelo cura la sistemazione d a.'I$heg~l ao r.e di Palladio) nel Muore a Bre-scia Alessandro Mo- 1554 Non ric::see a ouencre il f.osto di
deUa piazza del Ca.:npidoglio. corso dei avori di ris truuurazi~ reuo. Lorenzo Lotto viene nomi- primo arthitett.o ~res~o a J-fagi-
ne deJla \IIa del lcuerato vic cnti~ nato opitto r della santa Casa:. di suatura del sale a 'cnczia. Pubbli-
no a Crico1i, presso Vicenza. Lorew. ca Amiddt di &ma e Dt.Jtri:ziotu
detf.t drit,'fe di RJJma. Primo r,roget-
Sebastiano Serlio p~ato per 1539 oo per il pl)nt di Riaho :1 ~ ene7.ia.
u na proposla jlrogeuu e rig:uar- Ultimo via:~io a Roma. E it l C()-
dante i la.,'Ori di completamento Slfuz.ione \'ll a Chiericati a Vand
della Basilica di Vicenza. muglio, presso Vicc::n~a..
1540 Inizio dei la\'Ori di casa Cl'\ena a
Vicenu.
Gian Piet-ro Carafa La'Vcol n<r 1555
m<: di Paolo IV. Ca r o stipula
Viene scartato il suo po~uo per
la nuo\."a scalinala di Pa azzo du-
con i \rotestanti la pac;e di Augt cale a Venezia. lnitiano i lavori di
A no,-embre, Michele Sanmicheli 1541 Nell'estate, primo viaf~o a Ro- sta. A 'eneria PaoJo Veronese ini \'IIa Badocr a fnttta Polesine, 'ici-
a Vicenza per una consulem.a ma, in compagnia de rissino. zia la decorazione della chiesa dj no Rot.'go.
sulla Basilica. Michelangelo com- Tni1jo dei la\'On di villa Valmarana Satl Sebastiano.
~e ta il Giuditio unitrmole nella a Vig:udola e di villa Gazzotti a
ppella sistina. Bercesi n;~., enaambe nei pressi di Carlo V abdica, gli succ;c::de il fi- 1556 Daniele Barbaro pubblica a Vene-
Vicenza. ~li~ Fili~o Il. jac9po T~nt9rett~ zia la craduzione commentata dd
tpmge wan,na e~ t~thtom, oggt Dl o-rckittura di Vtruvio iUustrata
Git1lio Romano si reca a Vicenza 1542 Inizi<l J'c::dificazionc di palazzo aJ Kunsthistorisches Muse um di da Palladio. A Vcenza si CO;Stituisce
per un parere !ulla Basilica. Mi- Thiene a Vicenza e di villa Pisani Vienna. 1' Acc;ademia olimpica. Inizia \1lla
c:helan~lo inizia la Cappc::lla pacr a Bagnolo. ne.i pl'~ssi deUa stc:~ Barbaro a Maser. \'ldno 1\'eviso.
lina in aticano. ciu:.
A Venezia Ti_ziano comple ta il 1557 l niz.iano i lavori di villa Emo a
Giulio Romano a Bologna per 1543 l'ideatore delle archileUul'e effi. MaTtirio di .w n Lrmru~ neiJa chiesa Fanzolo, vicino Trcvi~o .
unJ:rogello riguardante la faccia mete ~( l' iurressc> dc::J vc:s.covo dci Gc::suiti. Nella stessa citt Lu
ta 1 San Petronio. Niocol Rido 'a Vicenza. doi co Dolce pubblica il Dialogo
ddla piii!Ua.
si apre il concilio di Trento . ln 1545 A setlembre, seco ndo viaggio a
Vaticano, Michelangelo eompleca Roma col Trissino. Initiano i Javo- 1558 E in costrwione villa Foscari (La
l a ConvtrJiont di san Paolo neUa ri eli viUa Thiene a Quinto, non Malcomenca) a Gambarare di Mi-
cappella paolina. lontano da Vicenza. r-a, presso Venezia.
A Roma, Michelangelo nomina- 1546 Nel m~se di febbmio presenta il Veronese inizia a dipiDgere n d 1560 sollev-o~.to per breve tempo, tra
to primo architelto di San PietrO. progetto del1a Basilica vicentina do di affreschi di "illa Barbaro a ma~io e giunno, dalJ'incarico di
Muoiono Giulio RQm.ano e A.nto- tn.sicme a Giovano i da Porlezla. A Mase1'. Tilnoreuo inizia il ritrauo an; Jtetto.i:iel a Basilica di Vicen
nio da Sangano 1 Giovane. marzo compie il suo terzo viaggio de11'umanista Alvise Cornaro (Fi za. lnizia JJ refettorio di San Gior-
a Roma. reme, Galleria palatina). gio Maggiore a Vene2ia4
AVVENIMENTI STORICI VITA AVVENIMENTI STORICI VITA
E ARTISTICI DI PALLADIO E ARTISTICI DI PALLADIO

1561 A mart.o gli ,;~ne corrUposto il


-! rurchi c-ntr.a.no in guena oonUt> 1570 lnwaoo i l;nori d; p;alauo 8aJW.
compenso per il modello del l'OD- Vtnelia che non vuote rmundarc t'1J\da Pono a Vkenn. Vengono
\.'t:nto di S:int:a ~huia della Carit a c;pro. Muoionojacopo Saosei p\lbbl.i<:ati a Venezia 1 ~(attm lilni
a Ve1le-.z.ia. no c; OaujeJe Barbaro. ckU'arth;lf.JturtJ..

fl Roma il Vignola pubblic- la PJr 1562 Com~leta il lcat:ro in legno di gu In ottobre, oouaglia n:.,-aJc di Le 1571 io costruzione hl h'J~ia del Ca
IJ"'a dilli ciqu orr!ini di artMILIItt sco c a.s.sichcfaiantc (cliltrutto) al- ~o: Venezia e gli :dte:ui della I'tauiv a Vjcct\za, l"ro ab Hc da1a
r& Tnt quest'anno c il ~fluente tin~.erno del a Ra!lilia di Vicenza, ~an ta pmmosu da. papa Pio di inizio dci lavori di palazzo Por
Tintorc-tto dipinge rwobatialmen aniriaw l'a.wto prteedente. P~ v seonfiggc>no i lurchi. lO .Brcganz.c a Viccnu.
lt i due teleri dtStina.ti alb chiesa babilmc:::nte auorno a qua(a data
della Modonna detrOrto a Vene- app rovato il ~ogctto per San Muore P"10 V, ~li succede Grea~ 1572 Cll muoiono ; figli Lconida e 0-
zia: l' Adlms:zit1nt dtl tultllo d'oro e il Francesco della igna Venezia. rio XJ.U. I rorc i conquistano e- nv.io. Consulenza c primo proget
Oiudho uttiwrsota. finidv.uneme Cipro. to di faccia ta per San Pctronio a
IJologn-
Si cond udono i lavori del conci- 1563 Probbile da~ dr:l di>ogno che il
lio di Trento. A Fi~ntc si inizia a lu.slr.t il secondo~ogct to per il Vene ti a Bttna con i tu rchi la kac:c 1578
decorare il ~onc dci Canqu.ecen- ponte di Rialto a elia. d Cootantinopcli con la qu ri-
10 d; Palatto ,..<chio 10110 la w- nunc:b a Cipro. ._.,roneoe dipinge
pervisione di Giorgio Ya.sari. la Ctnca in msa d1 Lni, con~to
alle Callerie deii 'Acudemia di
- Venezia.
1564 ln marzo presenta li ro~ccto dd -
l'ordine ionico dtlla . asi ica. A Vtnc:~.ia Palazzo ducale colpi 1574 t\ luglio n::ali:r.r.a due architetture
ro da un incendio. Tintortlto cse effinlcre (un arco di u ionfo e u
MUOIc l~ IV. A 1kncda Tintore t~ 1565 CH viene comm i taiOI\t~ta la rico- fe aJcuni monocrcml per l'arco na loggia) al Lido dt Venezia, per
a> ~ue la C.otij>itJr.. per l sa suuzionc: di San.ta lucia a Vene- ltionfo fano iillestire al Lido di r armo di Enrico 1U di Francia.
la dcii Albergo della S<uola !!',m. >i (doslrUllll). Pr~ell.l la cbie.a Ytneclia dal Palladio ;, onore del Viene c(uu u haoo in merito al re-
de di San Rocco. A Ber~:..mo Cio- di s~ Giorgio aggiore nella re di fr.t.ncia. scauro delle &aie del Senato e dd
vambattista Moroni dipinge j] Ri- ~tessa u. A dicembre .ctipula un Collegio nel Palauo ducale di Ve-
tmllo di Anltmio Ncwalf'ro, oggi a contrano per palnu.o Valmarana nezia.
n rera. Taddeo e Fedcnco Zuccari il Vcctza.
arrrt.Scano Ja vi.Ua Farnese di Ca- A Vcnczili scoppia una grave epi 1575 ll ultimata la fabb ric-.. ptinc~ak
prarola., ,;e:ioo Viterbo. demia di peste che continuer a deUa chiesa d; Sn Clorgio ag
infuriare nti due -.nni socces:si\ri. gion: a \tnez:ia.
Salt al .!Ogtio pontificio Mtchele 1566 A mano inizia ~n Ciorgao Mag Nena $.1.!<-Sa d u Timorttto iniria
Gh.islicn col nome di Pio V. Gior- glore a Venezia. Si rea a Torino, a doco"'n: la Sala superiore della
gio VaJari a Venezia. oapitc dj E manu~ l ~ Filib(!rto di S<uola gnnde di San Rocco.
Savuia. E in tC)stru~ione villa Al
mcrico (La Ro1on da) , alle pone
-Muore T i1:iano lasciando incom 1576 A SCUmbl'e il Senato veneziano
dJ Vicenza. piuta la Pietri decid e che ''tnga costruita la
chiesa del Reden1ore.
Tintorctto o ; : ~r il SCI.n Roe 1567 t oormtaw riguardo al modello
u ;,, Ctlrr:t:rr c.m 14 M "" Q~ propos<o per l:i nuova ca~e A Vena.ia scoppia un secondo in- 1577 A maggio iniziano i Ja,,,; del Re-
esc:~uh.o pc:r b. cbiaa \'Cnaiana a di 8.- acia. ttndio in l':aJauo dua~ di~ den<On: a Vent1io. Con.sul<rua in
que ~mo intitolata; quc.st'anno gc:ndo tele di linto!'eUo e di ~ merito a Palan.o duale dopo l ~ltt-
completa anche )a decorazione tiano. cendio di dicembre.
della la dell'Albergo ncll S<uo-
In grnndc di San Rocc<; ed ~segue 1578 In questo c nell'anno successivo
c robabilmentc: la grande le-la. con pre5enta nuovi progetti di fi\ccia
a Madonna aJl.B!lmtRn.o 1 r sGJUi S,. ca ~r San PetrculiO a Bolo~na. D
basttano, Mrw~ TtoJoro, wntmta . Gguo Sill cquista lo spazoo per
tJ trt c..-tmgAi. :1fi aUe Valle- un sepolcro familiare ndla chiesa
rie dell'Ac.tadernia. Vtnt 7.ia. U di Santa Corona a Vnnn.
Ciambologna stolpiscc: la Vc-nm
per una delle font:il.ne della villa Ja.copo Bassano ir\ilin. la CkposW&- 1579
medlceo della Pelraia a Catello, ne tttrl .!"/Jofcro per la chiesa di San-
ptcJSo Firenze. Federico Sarocci 1:3 Maria in Vanzo a Padov;1,
tnitia a d ipi1erc Ja DtptuiUrmt
nel duomo di erugb .
-
Tintore tto consegna gli u ltimi 1580 lniLia iltcmpictto di -.illa Barbzro
qmuro oderi dei FORi, ciclo com- a Maser. la cosU11.1iooe del T...,
A Roma il Vignola iniria la chie:;a 1568 rniMionatogti dal duca (h M antova olimpico di Via:na e quella del
del Cc:J c.hc- sar il modc:llo Guglielmo Gonzaga per il Paiano ooro di San Giorgio Maggiore a
deWorch;lenura gcuitlc~ del Sei- ducale di quella ciu:i. Vcnetia. Muore il 19 agoMo a v~
cento. pubbHcata 3 Firenze )a cem~a o, secondo altre fonti, a
seconda edizione deJic: Vil.r d i Maser dove seguha i lm'Ori ~r il
Gior8io Va.wi. Lcmpietlo Barbaro. Nel l 4.5 i
s1.1oi presunti l'tSti sono traslati al
1569 Allomo a ~esta data inizia la c~ mortumento fun~r.a.rio t.reuogli
stnuiooe di ,iJJa Sarego a Sanl2 So- nel cimitero di V.cenza da Bart~
f~a di Pedemonte. proso \~n.a. lomc:o ~Wac:arn e.
BIBLIOGRAFIA U na se d e di studi r ecenti ha consentiLO di definire su Cap itnnio. Nf>n nltno il'nllon:mLi risulrano le serie dei
baSi sc.ientificameme assai solide la cono$cc::nza d el- bolleuin i d el centro. rkchj d i i rwmneti inte J"\enti,
l'opttra di An drea P:lll~ilil), C01oicchc! }a fibru ra deU"ar- spesso imp\.'lf&mti. cvnnc:sJi con tutte Jc possibili tcma-
ch.itetto appare ora mc:no aurc:u1~~ u~lla d iole auione tiche pa.llad tanc.
del mi to c assai pi credibile e -lf~cc.etuu. nclb sua so- Cii studi sruc c nuoccntcsch1 su Palladio sono debitori
stao1iale car.n le ristic: d iod~tgalort" del pa_"'Siito e speri- in ttrm in i <Luolu all'opera monument.ale d i Onavio
mcntatorc di lingucaggi Benotti Scamo-ni (F'aMJricllf t tlu.gni di .-\ndrm Palladio.
La s:istcma tin.annne dell3 mattri1 c il plmto di parten - Vieen ta 1776- l 786). che hu costituito per decenni la
za per ogn i succes.si"a u-au:uionc; ~u r;dl<tdio se_o,-..a base di conoscenza itTintmciabilc dell'ope-ra dell'archj..
du bbio a lc.:uno la monogrnfla di l~tmello Pupp i (An- teuo. Appeu;l a.h. u ni anni prima T ommaso Tc:maud.
dru_; Ptll!udM. Milano 1973. con U\JJnt:rose $Uccc.ssivc aveva cracciau.' un 'iu tci'C$Santc Viln dl Am!r&t PaJltuJio
cdjzjoni c traduzio ni) . L'npel a d i Puppi si r ifa. ampia- venJiuu, Vcnetja 177'1.
mente e mendando e im.::-grnntlo. a l mcrjtorio corpus Dei Qrtntli"V libri deU'arr:hil,llurt;. pubb1kati a Ven ezia
d i C. C. Zot<J.i, Lt opere pu.M/ichr t'- i /J<tlnt.zi priVtfli; Li: tiUe-- nel 1570, C:::i'4 tc u n' cdi1.ionc criLica a cum d i L. Ma.ga-
.\e r. i prml i; Lr. villl' e i lt:rJtri. Vencti~ l965 1969 c ricon gnato e P. Ma1in i (Milano 1!180). L.ionello Pnppi h a a l
duce }c tematiche prlllacli:me a un 1 igoroso sc::avo an:h i tres t::t~~ato gJi Strilli Julf(rrddteilur(t del 'P alltldio (Vi-
vistico , (t.JI;t p i p muiglifJsn r'aSM:gnu biblogl'afica c a ccn7..a 1988) e il Ci.nfms rld di.segHi al Museo Civico di Vi
una .serl'ati,sima disamina c ritica. um:n. (Milano WR9). Scmpte sui cliseJ,rni avevano la'l<)oo
Un'analisi i nnm~ Liva di g-nn de lucid i l cultural e e rato anche Oouglas Lcwls ( Tllt J.>ra~<.;ngs of And~W1 PnJ..
scie ntifica del1'oper.1 di Pa.lladiu co~lilu im d al piccolo wdi11, Washingwn 1981-1982) ~. aocor prima. 1-loward
c pn:zioso \'Ohn ne di J. S. Ackcrman. Palladio (1966) , Bun\s ( f tlit~gni til'l Pil/lodIJ, in ..BoHeuioo C.I.S.A . A.
tr-.ad. L.Torino 197'.2, pa.rticoJarntentc:: a\.ui.O nella leuu Pallamo. 1973).
r del f~oomcno della vill;t. Rudolph Wink O\olel 2\'1.1 per pane sua. in un saggio
Una 3ntC<i chiara c mi lo non solo dell'opera di Palla memorabile, :maliu.ato p-d.)Jadio loorico lla luce della
dio ma dd suo influsso sul mondo anglosassone in R. clabor.uinnc rll p rlndpl e delle teorie deU'arc.hitcuu-
Tavenor, Pa//adio' il Pollot/itmfSOM ()991). trad. iL Mi ra rinascimcntate: Prit~tipi artbildlimid ntl/"tt dti/V'I!t~
lano l !l92. n<Simo ( lg,l9), trad. it. Torino 1964.
Il Centro in tcmarionnle di studi di a rc h itettura ~A. Sulla figum di PalJmfjo urbm.UIJ rimane ineguagliabile
P:&Jiadio.. di Vic::c:n1.a ha pro mosso. a. partire dal l968, la il saggio con q\lesto tituJu d i Sergio Bcu.i r in -Ane Ve-
pubblicazione di monogra fc:: dtdh..alt: a singole opere neta", XV. 1~)6 1.
del m aestro ( Corptts Plllftu.lirmum c NllmJ.m CtJt!pus PoJfa.- Il pi rect:ntc~ d ci ll'l VO I i su l'athu;lio q uello pubblicato
ditmum) ; <1 cu ttt i \'ai at no ti, t!liSC riS'mrdan o o per e ~ O pt~ra d i B1ucc 80\&Chcr (Ptllltulio, Torino 1994) . Il te-
come la B:silic t, il convcnLO dc;:IJa Carjli,, ,,iJJa Uadoet a sto mo lto c hiaro c agglorn mo c p ropone u na letnmt
FraLt<.t Ptl~!:>il\ e, ii Tc:m'o olimpico~ vilh1 1-!.mo a Fanztr dc:ll'opc:o;l d cll'arch iu:uo semp re precisa c ricca di rife-
lo, La Rotond a, la chiesa de l Rlcn lcwc, la loggia del rimcnLi .

Particolari del to:rnpio


di Manc Ultorc
a Roma.
dal q uarto dei Qualtro
libri dtll'archruttura
{Venezia 1570) .

---

REFERENZ E Tut<e le foto pubblicai< fudooli e c:lm;.!Ue arreiJ"a.ti; Art e Dossier Printcd in llaly
50no di Paolo Manon. Sen.io abbooati l n.seno rcdoa.ionalc SWnp<t presso
FOTOGRAFICHE a eccezione d e lle s~guerni : 'l'cl. (055) 5062267 allegato a l n. 98, Gittnti lndu.crie Grafiche
Archivio Giunti, :l, 5, 6. 7. F'ax (053) 5062287 febhr:1i4 1995 S.p.A.
8a. 9, IO, l l , 12a, 14b, 15, c.c. p. L2~l05Q8 Oit e ttorc r-csporu3.bilc Stabilimento d i Prato
17, 18b, L9a-c, 20b, 22b, inu:scaw H An c Dossier, Bruno Pia>.>.e;;i l V'J. assolta dall'editore
27c, Sl b , 33, 34b, :l6b, :l8, Firenze Pubb1ic:l'f.ione pe riodica :1 nf)m m tltdl 'arti~.:u l o
~~b.13 . fiO: Rt:::g. (.;uu;dl. Tdb, Fiaen;,.e 71 letL c DPR 633
E. C rispino, t2b. 30c: n . 3381 dd 22.1 I.J 9~5 o.
del 26.1 72
C rafi<."a Eletti, t.arti n ~l p. 31.

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n. :1584 del ~2.11.1985 Firenze ISBN 88-IS761944

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