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IL TRIBUTO
Il tributo una prestazione patrimoniale imposta che si caratterizza per la coattivit
(non liberamente concordata, altrimenti non sarebbe imposta). Esistono tuttavia
diverse prestazioni coattive che non sono tributi, es. sanzione amministrativa pecuniaria,
per questo non si pu considerare la coattivit come un carattere determinante.
Tributo come prestazione patrimoniale imposta che rientra nelle categorie dell':
imposta, tassa, monopoli fiscali e contributi. Questa modalit contestabile in quanto
si rimanda la definizione di tributo a quella di altre categorie giuridiche.
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violazione di alcuna norma; non ha quindi carattere sanzionatorio ma la
funzione di procurare un entrata all'ente impositore, non necessariamente a
fine solidaristico.
Le tasse invece vengono pagate in ragione del costo del servizio, per questo la Corte
Costituzionale non ammette l'applicazione del principio di capacit contributiva al di l
delle imposte; la dottrina invece sostiene che esso si debba applicare a tutti i tributi
perch l'art. 53 anche norma di garanzia che implicitamente preveda che non si possa
contribuire alle spese pubbliche oltre la propria capacit contributiva, l'imposta che lo
prevedesse infatti sarebbe incostituzionale. Ammettendo che ci possano essere tributi
che non rispettano questo limite (come sostenuto da Corte Costituzionale, che lo ritiene
applicabile solo alle imposte), c' il rischio che il limite della capacit contributiva
venga aggirato; infatti nessuna norma vita che la tassa universitaria sia per es. di
50000, in quanto non possibile richiamare tale principio costituzionale.
Preoccupazione della dottrina che se il legislatore volesse forzare la mano al
sistema, sarebbe idealmente sufficiente eliminare tutte le imposte ed istituire solo
tasse. vero che esiste il limite della riserva di legge previsto dall'art. 23 Cost
(nessuna prestazione personale o patrimoniale, pu essere imposta se non in
base alla legge), e quindi del meccanismo parlamentare per cui sarebbe necessario il
consenso dei nostri rappresentanti, ma siamo a conoscenza che questo, se pur labile e
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relativo, meccanismo di sicurezza, pu essere (come spesso accade) superato attraverso
la produzioen di norme da parte del governo nella forma del D.L., su cui viene posta la
fiducia nel momento della votazione del parlamento, per la sua conversione in legge.
Esistono servizi:
appropriabili, cio ripartibili in unit di consumo, es. la rimozione dei rifiuti solidi
urbani. Essi sono finanziati attraverso tasse secondo il criterio del costo per il beneficio
fruito; nell'esempio dei rifiuti la TARSU, dovuta in reazione al servizio che viene
reso, che divisibile in unit di costo, e cio avviene in relazione alla superficie
abitativa e non che si ha a disposizione, in base al presupposto per cui maggiore la
superficie disponibile, maggiore la possibilit che si producano rifiuti (anche se poi
cosi non nella pratica magari). Altro esempio quello della tassa per l'occupazione del
suolo pubblico, che commisurata al suolo che occupo; si tenuti al pagamento della
stessa in funzione del servizio, divisibile, di cui si chiede fruizione.
Indivisibili: cio non ripartibili in unit di consumo; es. ne sono la difesa del
territorio dello stato o l'illuminazione delle strade: ne beneficia l'intera collettivit e non
si pu dire che alcuni soggetti se ne appropriano pi di altri; si tratta di servizi non
ripartibili in unit di consumo, i cui costi sono comperti secondo il criterio della
capacit contributiva, in modo pi che proporzionale, come previsto dal 2 comma
dell'art 53.
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-I CONTRIBUTI, sono una categoria intermedia, con caratteristiche di Imposte e di
Tasse.
Es. ne era il contributo di urbanizzazione che doveva versare colui che richiedeva ed
otteva concessione/autorizzazione a costruire, a fronte delle spese che l'ente pubblico
avrebbe dovuto sostenere perch quell'area in concreto potesse essere utilizzata a scopo
abitativo, es. portare fognatura, luce elettrica, ecc. Queste opere vanno certamente a
vantaggio della collettivit, infatti tutti quelli che andranno ad abitare nel nuovo palazzo
beneficieranno dei servizi, ma anche gli abitanti del centro per esempio, in quanto si
evita il sovraffollamento di quell'area; quindi quanto meno indirettamente ne
beneficeranno tutti, per questo si dice che tale prestazione ha caratteristiche
dell'imposta. Allo stesso tempo per, se tutti ne benericiano indirettamente, altri soggetti
ne beneficano direttamente, in primis il costruttore in quanto se non avesse la
concessione, e i servizi che ne conseguono, non venderebbe mai le abitazioni costriuite;
il costruttore pagher quindi il tributo, e ne trasferir poi il costo sugli acquirenti degli
appartementi, costo che verr ripartito in quote in base ai metri quadrati delle singole
abitazioni ed andr quindi a formare il prezzo di vendita di ogni singola unit abitativa.
potest normativa: secondo il titolo V della Costituzione appartiene allo Stato per i
tributi erariali, ed alle regioni per tutti gli altri tributi; in realt tale riforma non stata
ancora attuata, salvo rare eccezioni, ed attualmente tutti i tributi sono istituiti tramite
legge dello Stato.
Per stabilire se un tributo erariale o meno, bisogna fare riferimento alla potest
impositiva. Sono quindi tributi erariali quelli in cui l'accertamento e la riscossione
avvengono a cura dello Stato, tributi comunali o regionali quelli in cui la legge statale
istitutiva del tributo d il potere di accertamento e riscossione ai comuni o alle regioni
(es. tassa circolazione automobilistica tributo regionale, lei che impone di pagare o
che fa riscossione coattiva in caso di mancato versamento).
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L'IRPEF
L'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche stata istituita dal DPR 917/1986.
Si pu considerare il tributo pi importante del nostro sistema tributario, non perch sia
quello con maggior gettito, ma perch ha riguarda la pi grande quantit di contribuenti;
infati dovuta da tutte le persone fisiche residenti e da alcune non residenti, che
realizzano il presupposto d'imposta.
Il reddito un flusso di ricchezza che pu essere considerato come reddito entrata (es.
se trovo 100 euro per strada), o reddito prodotto (es. se ho fatto un lavoro e il cliente mi
paga 100 euro), che deriva cio da una qualche attivit produttiva.
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perch non sempre il reddito si ricollega alla disponibilit della fonte produttiva, es.
redditi prodotti da minore sottoposto ad usufrutto dei genitori, sono prodotti, sono di
propriet del minore, ma la disponibilit dei genitori e questi sono i soggetti passivi
dell'imposta, cio i soggetti che realizzano il presupposto.
Lezione 2 28/9/12
Se problemi non si hanno nello stabilire che redditi derivanti da illeciti civili ed
amministrativi siano imponibili, problematici sono gli illeciti penali. Essi danno luogo a
due problemi: 1) possibile che a seguito dell'illecito si abbiano misure restrittive
patrimoniali come la confisca o il sequestro, in tal caso, se provento illecito mi viene
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confiscato e quindi vengo privato della disponibilit, come posso pagarci le imposte
sopra ? 2) prevedere la tassazione per i proventi di comportamenti illeciti, potrebbe
sembrare una sorta di legittimazione. Il problema stato risolto legislativamente, una
norma infatti prevede che tutte le attivit illecite possono essere fonte di redditi.
La legge prevede anche che i redditi provenienti da attivit illecite siano tassabili solo se
per essi non sia stato disposto il sequestro o la confisca; non rileva quindi il rischio
che ci possa avvenire, ma se sono stati concretamente disposti, non saranno oggetto di
tassazione.
Anche se vengono tassati come i redditi provenienti da attivit lecite, vi sono per di
fatto deroghe al sistema; normalmente quando si ha un reddito per esempio, si ha
obbligo di dichiarazione, per quanto riguarda gli illeciti il legislatore sa, che per quanto
sia sancito obbligo assoggettamento a tassazione, che non avverr mai tale
dichiarazione. La regola che li sottopone ad imposizione quindi ha pi che altro la
finalit di attivare l'attivit degli uffici tributari in caso di illecito; significa quindi che il
fisco ha il potere di pretendere le imposte su tali redditi anche se non dichiarati n
versati.
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-SOGGETTI PASSIVI sono le persone fisiche residenti, obbligati a dichiarazione
e pagamento imposte per tutti i loro redditi, ovunque prodotti (word wild principle), e i
non residenti che lo sono solo per i redditi prodotti nel territorio dello Stato. Soggetti
passivi anche i produttori di redditi prodotti in forma associata.
L' iscrizione alle anagrafi della popolazione residente civilisticamente pone solo una
presunzione di residenza, e sar infatti possibile a fini civilisti dimostrare che in realt
non lo si ; in materia tributaria invece non possibile questa prova contraria, in quanto
se si iscritti per pi di 6 mesi, si considerati residenti e non possibile dimostrare
altrimenti. Per non essere pi considerati residenti sar necessario iscriversi al registro
dei residenti all'estero, istituito al fine di consentire al fisco di considerare tali, solo i
trasferimenti effettivi di residenza.
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Le regole tributarie pongono un rischio di doppia imposizione internazionale; infatti
se per es soggetto residente in Francia ha una casa in Italia, paga i tributi su essa
secondo il principio di soggettivit in Francia, e per quello di territorialit in Italia. La
doppia imposizione contrastata in quanto incide sulla libera circolazione delle persone
e dei capitali, contrastando inoltre con i principi dell'UE. Per risolvere problema sono
possibili due soluzioni:
associazioni professionali;
societ di professionisti;
societ di fatto;
societ semplici;
Redditi prodotti in forma associata significa che essi vengono unitariamente determinati
in base, per es. nel caso di snc, alla contabilit della societ, ma le imposte dovute su
quel reddito non sono pagate dalla societ, ma dai soci in proporzione al capitale
sociale; ogni socio quindi inserir nella propria dichiarazione la propria quota di reddito.
Le societ sono quindi pi che altro centri di individuazione del reddito; l viene
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calcolato, ma poi attribuito proporzionalmente ai soci in base alla loro quota. Si tratta
del regime di trasparenza, di cui invece non godono le societ di capitali; in esse
infatti il socio non ha alcun diritto all'utile finch la societ non ne delibera la
distribuzione (importante la delibera cmq non l'effettiva percezione), e quindi fino a
quel momento il socio non ha capacit contributiva. Nelle associazioni e nelle societ di
persone invece, il socio ha diritto alla propria quota dal momento di approvazione del
rendiconto, cio da quando il reddito si forma e in quel momento si ha capacit
contributiva.
dei fabbricati;
DA LAVORO DIPENDENTE;
DA LAVORO AUTONOMO;
DI CAPITALE;
D'IMPRESA;
DIVERSI.
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d'impresa, questo anche se li ricevo effettivamente in un periodo d'imposta successivo.
Alcune redditi vengono calcolati in modo analitico, cio effettivo, altri sono invece
determinati forfettariamente.
Lezione 3 5/10/12
Sono Redditi Esclusi fattispecie che data la nozione del tributo non possono esservi
assoggettate in quanto non rientrano nel presupposto. Es. IRPEF colpisce solo i redditi,
quindi ci che non lo , escluso.
Sono invece Redditi Esenti, fattispecie che, pur avendo titolo di rientrare nel
presupposto per diverse finalit, il legislatore ritiene opportuno non siano assoggettate a
tassazione. Si tratta quindi di casi che stanno dentro al presupposto ma per effetto di una
norma di stretta interpretazione, ne sono esenti.
La ritenuta alla fonte un meccanismo per cui, il soggetto che eroga il reddito
chiamato ad una sorte di funzione esattoriale. Es. datore di lavoro deve una retribuzione
lorda al lavoratore di 100, la legge prevede di non erogare questa ma obbliga ad
effettuare una trattenuta, che poi dovr versare al fisco, e a corrispondere al dipendente
la retribuzione. Il fine di questo istituto limitare, se non addirittura escludere l'evasione
su quei redditi, in quanto dovendo il datore di lavoro fare una dichiarazione di
versamento delle ritenute, se poi il datore di lavoro non dichiarasse tali redditi verrebbe
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immediatamente individuato; allo stesso tempo al datore di lavoro indifferente a chi
versare quell'ammontare in quanto si tratta di somme del lavoratore (se non le versa
reato di appropriazione indebita).
La ritenuta alla fonte a titolo d'imposta opera secondo il meccanismo sopra descritto,
per una volta che il sostituto ha adempiuto ai suoi obblighi, il sostituito liberato da
qualsiasi obbligazione tributaria in relazione a quel reddito, in quanto esso stato
assolto interamente dal sostituito.
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L'IRPEF un'Imposta Personale, e ci comporta che, a parit di reddito, il prelievo
possa essere differenziato in funzione alla situazione personale del contribuente (es.
detrazione per coniuge a carico).
garantire il minimo vitale, cio quella soglia di reddito al di sotto della quale non si
ha capacit contributiva; si tratta di un reddito talmente minimo che serve
esclusivamente al soddisfacimento dei bisogni minimi vitali, perci non si ha la
possibilit di pagare imposte. Vengono previste quindi spese che il legislatore non
intende colpire, es. spese mediche, funerarie, per educazione superiore ed universitaria,
al fine di garantire appunto il minimo vitale;
Alcune di queste spese sono deduzioni ed altre detrazioni; si tratta di una scelta operata
dal legislatore con una precisa ragione che trova il suo fondamento nelle caratteristiche
di progressivit dell'IRPEF. Gli oneri deducibili beneficiano di pi a chi ha un reddito
pi elevato; questo perch erode la base imponibile su sui si applicano le aliquote e
tanto pi il reddito alto, pi le aliquote previste sono alte. Le detrazioni, pur essendo
predeterminate in misura fissa, invece vanno pi a vantaggio dei redditi bassi. Ci
spiega perch una serie di oneri deducibili negli anni sono diventate detrazioni.
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I redditi delle stesse categorie si sommano ovviamente, cos come si sommano con
quelli positivi delle altre categorie, al fine di determinare il reddito complessivo lordo.
Poniamo invece il caso in cui il contribuente abbia una PERDITA, queste salvo nelle
ipotesi espressamente previste dal legislatore non rilevano; perci sono fiscalmente
irrilevanti le perdite derivanti da redditi fondiari, redditi da capitale, redditi diversi e
redditi da redditi da lavoro dipendente (es. redditi fondiari 100, redditi da capitale -500,
redditi diversi 700, il reddito totale 800 !! quindi -500 non si considera !). Le uniche
perdite che rilevano quindi sono quelle che derivano da attivit d'impresa o da lavoro
autonomo.
Nell'ambito dei redditi da lavoro autonomo potr avere una compensazione orizzontale,
nel senso che le eventuali perdite dovute all'esercizio di attivit di lavoro autonomo
possono essere compensate da redditi di altre categorie, nel medesimo periodo
d'imposta (es. RF 100, RLA -500, RC 800, 100-500+700= 300 !). Se questo non
sufficiente, ma si ottiene comunque una perdita, questa non rileva, avr reddito 0 per
quel periodo d'imposta e non si potr tenerne conto negli esercizi successivi (es. RC
800, RLA -900 = 0 !!). Si pu quindi compensare con altre categorie di reddito ma solo
nel medesimo periodo d'imposta.
In relazione ai non residenti abbiamo visto che essi debbono pagare le imposte in Italia
solo per i redditi prodotti nel territorio nazionale. Per capire cosa si considera bisogna
fare riferimento all'art 23 del testo unico delle imposte sui redditi; esso prevede che si
considerino tali:
redditi da lavoro autonomo: se derivanti da attivit svolta nel territorio dello Stato;
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redditi d'impresa: se nel territorio dello Stato vi una stabile organizzazione, cio
una sede fissa di affari; esempi possono essere l'avere un agente che vi opera per conto
dell'impresa, o l'impresa di costruzioni che installa cantiere per almeno tre mesi, o
addirittura la compagnia che vi abbia anche una macchinetta sola despenser di bevande
di sua propriet.
Le perdite di snc e ss sono imputate ai soci per trasparenza in proporzione alle loro
quote; cos come avviene per gli utili. I soci potranno compensare queste con utili
eventualmente imputati per trasparenza nei 5 anni successivi; non sono compensabili
con altri redditi.
Lezione 4 8/10/12
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Il meccanismo applicativo identico per tutte le ipotesi, tranne che per il TFR; si
prende il reddito e ad esso viene applicata l'aliquota media corrispondente alla met del
reddito complessivo netto del biennio precedente (se nel biennio precedente non c'
reddito si applica l'aliquota minima) (p.116).
Si rileva che quello della tassazione separata non un regime inderogabile infatti il
contribuente pu optare per far confluire il reddito in questione nel suo reddito
complessivo.
REDDITI FONDIARI
Sono regolati dagli artt da 25 a 41 del testo unico delle imposte sul reddito; ineriscono
fabbricati e terreni situati nel territorio dello Stato ed iscritti in catasto con
l'attribuzione di una rendita.
Questi redditi sono tassati normalmente con un metodo forfettario calcolato sulla base
del reddito medio ordinario, che si ricava dal sistema catastale, a prescindere dall'utilit
effettiva ricavata dal proprietario dall'immobile. Per i terreni quindi Oggetto Impositivo
la potenziale capacit di produrre reddito da parte dell'agricoltore medio, non
rilevando l'effettivo.
Il CATASTO un inventario in cui sono descritti gli immobili presenti nel territorio
dello Stato, al fine di censirli e di attribuire ad essi una rendita. Unit elementare di
questo sistema data: particella catastale per quanto riguarda i terreni appartenenti allo
stesso proprietario e caratterizzati dalla medesima classe e qualit e dall'unit
immobiliare per i fabbricati, che riguarda invece una porzione del fabbricato idonea a
produrre reddito autonomamente.
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Al fine di DETERMINARE LA RENDITA di ogni unit innanzi tutto avviene la
misura, che salvo modifiche che portano ad aggiornamento rimane stabile, si hanno poi
le operazioni di stima:
Queste sono le operazioni di stima per il catasto dei terreni, operazioni simili si hanno
per il catasto urbano dei fabbricati, ma l'estensione invece di essere determinata per
superficie cos come avviene per i terreni, fatta per vani.
Si rileva come i redditi derivanti da immobili non situati in Italia (e non iscritti a catasto
?) vadano inseriti tra i redditi diversi, cos come i redditi da terreni dati in affitto per usi
non agricoli (es. campeggio). Le pertinenze dei fabbricati inoltre sono legati ad esso e
non producono redditi fondiari autonomamente; invece il reddito da terreni strumentali
all'attivit d'impresa, viene assorbito nella categoria dei redditi d'impresa.
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Esso viene determinato mediante le rendite, che devono essere eventualmente
aggiornate per tutta una serie di eventi, es modifica della cultura. Ci sono anche ipotesi
in cui il reddito determinato dalle rendite viene modificato; per esempio in caso di
mancata coltivazione per un anno, il reddito viene abbattuto del 30%, mentre per perdita
di almeno il 30% della coltivazione questo viene azzerato.
produzione vegetali con serre: se la superficie complessiva minore del doppio del
terreno;
Si rileva come solo la coltivazione diretta del fondo e la silvicultura sono sempre
produttivi di reddito agrario, negli altri casi invece solo se non si supera un certo limite,
altrimenti si ricade, ma solo per l'eccedenza, nei redditi d'impresa.
Non costituiscono invece reddito quelli che non sono suscettibili di produrre un
reddito autonomo; rientrano in questa categoria:
Immobili strumentali per natura: sono quelli che non possono essere distolti dalla
loro funzione, se non al prezzo di radicali trasformazioni. Es. capannone industriale, pu
si diventare campo da calcio coperto, ma a patto di trasformazioni radicali per cui tale
bene non pi un capannone; rilevano trasformazioni non solo dal punto di vista
fattuale, ma importante la trasformazione dal punto di vista giuridico, in fatti nel caso
di esempio dovrebbe cambiare la destinazione d'uso dell'immobile da destinato ad
attivit d'impresa, ad attivit lucrative.
Questi beni sono produttivi di reddito d'impresa non solo se utilizzati dall'imprenditore
ma anche se dati in godimento a terzi (il canone di locazione sar componente del
reddito d'impresa); infatti si tratta di beni necessariamente collegati all'attivit d'impresa
e pertanto il dare in affitto un capannone porre in essere attivit d'impresa.
Immobili strumentali per destinazione: sono quelli immobili che potrebbero essere
destinati anche ad altre funzioni, ma che per scelta dell'imprenditore sono posti al
servizio dell'attivit d'impresa. Es. l'appartamento acquistato dall'imprenditore potr
essere adibito a dimora dello stesso, come a sede dell'impresa senza necessari
stravolgimenti. La destinazione come elemento dell'impresa quindi dipende dalla
volont dell'imprenditore che se per es. adibisce l'appartamento a sede, questo diventer
un bene strumentale dell'impresa e parteciper alla produzione del reddito d'impresa, nel
caso voglia adibirlo a propria abitazione personale invece, generer reddito da
fabbricati.
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Questi beni quindi producono redditi d'impresa solo se utilizzati dall'imprenditore
nell'esercizio dell'attivit d'impresa, in caso lo dia in locazione perde questa
destinazione.
I redditi da fabbricati si calcolano si detto sulla base delle rendite catastali. Pu per
accadere che l'immobile sia locato a terzi, in questo caso il proprietario percepir un
canone effettivo (o affitto) e nel caso in cui questo, ridotto forfettariamente del 15%, sia
superiore alla rendita catastale prevista, il reddito di quel fabbricato si ricava sulla base
del canone percepito; nel caso in cui fosse inferiore a rendita, il reddito comunque
dato dalla rendita catastale.
Gli immobili direttamente utilizzati dal titolare del diritto reale, o comunque non locati,
non sono sottoposti ad IRPER, in quanto assorbito dall'IMU.
Lezione 5 11/10/12
REDDITI DA CAPITALE
Non esiste una definizione normativa di tale categoria, ma bens un elencazione di casi
rientranti in essa; compito quindi dell'interprete ricavare elementi comuni per
definirla; si pu comunque dire che siano quel reddito che deriva dall'impiego
fruttifero di capitale. Al testo unico li ritroviamo agli artt da 41 a 45.
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spese sostenute per la loro realizzazione, tassato normalmente per cassa, anche se per
le domme date a mutuo vi la presunzione legale relativa sulla percezione degli
interessi alla data di maturazione; sempre con riferimento al mutuo si rileva che se nel
contratto si fa riferimento all'interesse viene considerato esso quale reddito, se invece
non previsto viene considerato il tasso ufficiale, ma si tratta anch'essa di una
presunzione relativa, in quanto dimostrabile che si tratti di mutuo gratuito.
Redditi da Partecipazioni: esempio classico dato dai dividendi; questi non sono
remunerazione del capitale investito ma frutto dell'attivit d'impresa altrui, infatti utile
prodotto dall'impresa che viene cos distribuito ai soci.
Fino ad una quindicina di anni fa era in vigore il metodo del credito d'imposta, per cui
quando un socio liquidava l'IRPEF, poteva decurtare l'imposta pagata dalla societ per
la sua quota, era quindi una detrazione. Tale metodo stato abolito per varie ragioni: dal
punto di vista giuridico infatti era molto pi complesso e poco efficiente; inoltre il
credito non funzionava ogni volta che il socio era un soggetto non residente in quanto si
sarebbe dovuto accordare un credito ad un soggetto che lo avrebbe utilizzato nel proprio
paese, ci portava quindi una discriminazione tra investitori italiani e stranieri, e si
trattava di una discriminazione proibita dal trattato CE ed inoltre era una misura
scoraggiante per gli investimenti stranieri in imprese italiane.
Per le societ di persone, il problema stato risolto con l'istituzione del regime di
trasparenza, ma questo non pu trovare applicazione per le societ di capitali in quanto
in esse l'utile diventa del socio solo al momento della distribuzione del dividendo,
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quindi non sarebbe possibile tassare solo all'effettiva percezione perch ci porterebbe a
nessuna distribuzione di utile da parte delle societ.
In sostituzione del metodo del credito d'imposta stato istituta la PEX partecipation
exention; la logica su cui si basa appunto eliminare la doppia imposizione e visto che
l'imposizione in capo alla societ deve esservi necessariamente come si visto, si
deciso di modificare il sistema a valle; essendo troppo distorsivo eliminare
completamente la tassazione a livello IRPEF, in quanto cos facendo si altererebbero le
scelte dei soggetti sulle attivit da tenere, scelte che devono essere fatte per le loro
caratteristiche e non in base alla ripartizione fiscale, si optato per una forma di
esenzione. Essa funzione effettivamente come esenzione quando il socio percettore a
sua volta una societ di capitali; in questo caso il socio non sconta alcuna imposta, per il
semplice motivo che prima o poi questo reddito torner ad una persona fisica, mentre i
passaggi tra societ sono quasi totalmente esenti. Se invece il socio percettore del
dividendo una persona fisica con partecipazione qualificata (societ quotata: diritto di
voto pari almeno al 2% o 5% capitale sociale; societ non quotata, diritto di voto 20% o
25% capitale), non possibile prevedere un'esenzione totale in quanto come si detto
sarebbe distorsiva, l'utile concorre alla formazione in suo reddito in una misura pari al
49,72% del suo ammontare (quindi il 50,28% di 725 non sconta alcuna imposizione per
il socio) e concorre a formare la base imponibile IRPER insieme agli altri redditi. Se
invece il socio persona fisica ha una partecipazione non qualificata, il dividendo sconta
un'imposta sostitutiva del 20%. Il motivo di questo diverso regime dato dal fatto che
chi possiede una partecipazione qualificata visto dal legislatore come uno speculatore,
come un soggetto con maggior capacit contributiva e per questo si ritenuto di dar
luogo ad un trattamento pi pesante. Si rileva poi che se il socio percettore un
imprenditore individuale o una societ di persone, si attua lo stesso meccanismo
previsto per le partecipazioni qualificate.
Si noter che il meccanismo della PEX non sia sempre quindi una vera e propria
esenzione, e che quindi non si eviti sempre completamente una doppia imposizione, ma
ci ha rispettato quanto richiesto dalla legge delega che ne ha portato all'istituzione,
infatti essa delegava il governo ad emanare provvedimenti volti a ridurre gli effetti della
doppia imposizione.
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Altre forme diverse dai dividendi, erogate dalla societ, come la restituzione di
versamenti a fondo perduto o la restituzione di capitale sociale in seguito a recesso di un
socio non sono reddito, e pertanto non soggetti ad IRPEF.
Lezione 6 15/10/12
Tale categoria regolata dagli artt 49-50-51 del DPR 917/86 T.U. Imposte sui redditi;
sono definiti redditi da lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi ad
oggetto una prestazione di lavoro, con qualunque qualifica, alle dipendenze e sotto la
direzione di altri, si utilizza una definizione uguale a quella sancita all'art. 2094 c.c.
Rilevante quindi il vincolo di subordinazione, mentre irrilevante la qualifica, cio il tipo
di attivit esercitata.
L'art 49 prevede inoltre che rientrino in questa categoria pensioni di ogni genere,
quindi anche se ottenute tramite attivit di tipo diverso.
L'art 50 indica invece fattispecie con caratteristiche solo in parte uguali a quelle dell'art
49, ma che pur tuttavia sono considerate come tali, sono i cd REDDITI ASSIMILATI.
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compensi per attivit intramoenia di medici (visite private all'interno dell'ospedale
cambia il sistema ritenute per loro, a titolo d'acconto che dipende dalla quantit del
reddito erogato nell'anno in questo caso, per gli autonomi ritenuta fissa del 20%),
indennit e gettoni di presenza per l'esercizio di pubbliche funzioni, erogate da soggetti
pubblici, compensi percepiti da soggetti che svolgono attivit socialmente utili.
Ricadono in questa categoria anche redditi che sono trattati come fossero redditi da
lavoro dipendente anche se in realt non dipendono da attivit lavorativa: es. borsa di
studio, rendite vitalizie di diverse quelle con funzioni previdenziali (quelle sono
pensioni), prestazioni pensionistiche complementari, assegni periodici alla cui
produzione non concorrono attualmente n capitale n lavoro, necessario che una volta
vi abbiano concorso quindi, ci porta a dire che le indennit liberali periodiche non sono
tassabili.
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Questi beni e servizi sono i cd fringe benefits, e per alcuni di essi sono stabiliti criteri
di legge, es. se messa a disposizione un'auto, la somma imponibile, per evitare
fenomeni elusivi, determinata forfettariamente.
Non concorrono invece a formare il reddito (ex art 51 2 comma), i contributi versati
dal datore di lavoro o dal lavoratore a fini previdenza obbligatoria, la somministrazione
del vitto o di ticket fino a 5,29, prestazioni di trasporto collettivo sul luogo di lavoro, le
mance dei croupier, le somme erogate dal datore di lavoro per colonie estive o borse
studio familiari dipendenti, le azioni date a dipendenti fino ad un valore di circa 2065
all'anno che non siano riacquistate dalla societ emittente se questi le conserva per
almeno 3 anni.
I redditi da lavoro dipendente sono tassati per cassa, quindi nell'anno di percezione, si
considerano tali anche quelli percepiti entro il 12 gennaio del periodo d'imposta
successivo.
Non possono essere comunque assoggettata ad IRPEF quelle somme che non hanno
natura reddituale ma patrimoniale (art 6 c. 2 T.U).
Si rileva poi che i redditi conseguiti in sostituzione di altri redditi si considerano come
tali, quindi non si considera ci che in s viene percepito ma in sostituzione di cosa si
ottiene, perci il risarcimento di un danno patrimoniale non reddito.
L'art 17 una norma in materia di tassazione separata (norma introdotta nel 1995), a
tale regime sono assoggettate le somme percepite una tantum per la cessazione di
rapporti di lavoro e le somme comunque conseguite per risarcimenti a seguito di
provvedimenti giudiziari per cessazione di rapporti di lavoro; queste ultime una volta
non erano imponibili e pertanto spesso le parti iniziavano una controversia e si
accordano prima dell'emissione della sentenza e la somma concordata veniva qualificata
come risarcimento di danno patrimoniale, e quindi irrilevante a fini fiscali.
Non possibile portare in deduzione alcuna costo sostenuto per la produzione del
reddito, per equiparare in parte la situazione a quella dei lavoratori autonomi stata
prevista una detrazione. Le indennit di trasferta invece concorrono a formare reddito, al
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netto delle spese di viaggio, nella misura eccedente le 90 mila lire al giorno se in Italia e
le 150 se all'estero. Inoltre le indennit di trasferimento (comma 7) concorrono a
formare reddito nella misura del 50% del loro ammontare per un importo complessivo
annuo fino a 3 milioni se in Italia e 9 all'estero
Lezione 7 19/10/2012
L'art 53 tuir prevede che: Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano
dall'esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l'esercizio
per professione abituale, ancorche' non esclusiva, di attivita' di lavoro autonomo
diverse da quelle costituenti reddito d'impresa.
Si parla di attivit diverse da.., ponendosi quindi una definizione in negativo; mentre
la differenza con il lavoro dipendente la modalit di lavoro, pi marcata si ha con i
redditi d'impresa, che per il legislatore tributario sono prodotti non solo dall'esercizio di
imprese commerciali secondo la normativa civilistica, ma anche da soggetti che non
sono tali, infatti le attivit di prestazioni di servizi a terzi non rientranti nell'art 2195 cc
producono redditi d'impresa, purch siano organizzate in forma d'impresa; rileva quindi
non l'attivit ma l'organizzazione. Es. si pu fare con l'attivit di un laboratorio d'analisi;
non rientra nelle categorie dell'art 2195 e pertanto non si tratter d'impresa
commerciale; tuttavia a seconda di come svolge l'attivit, il titolare potr essere
produttore di reddito da lavoro autonomo o d'impresa, es. se metto in piedi una struttura
in cui l'apporto di mezzi (organizzazione fattore produttivi) pi rilevante dell'apporto
personale, es se ho una serie di macchinari per l'analisi del sangue, il titolare non svolge
un'attivit intellettuale in quanto l'organizzazione prevalente e pertanto si avr reddito
d'impresa. Questa previsione della normativa fiscale pu comportare che determinate
attivit sul piano civilistico siano attivit di lavoro, ma che fiscalmente producono
reddito d'impresa.
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Nella definizione si possono comunque trovare anche elementi positivi; l'attivit deve
avere tali caratteristiche:
attivit deve essere svolta abitualmente (ci porta a distinguere dai redditi diversi);
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2195 cc, anche se non organizzate in forma d'impresa, che invece sarebbe necessaria ai
fini civilistici; l'agente di commercio non altro che un intermediario nella circolazione
dei beni, ed quindi imprenditore civilisticamente, se soddisfa il requisito
dell'organizzazione, e fiscalmente essendo un'attivit enunciata all'art 2195, comunque
produttiva di reddito d'impresa, indipendentemente dalla presenza dell'organizzazione,
essendo questa irrilevante. Si rilever quindi che l'agente di commercio sempre
produttore di reddito d'impresa e che tutti i compensi per tale attivit dovrebbero
produrre reddito d'impresa; tuttavia per le indennit di fine mandato, il legislatore ha
introdotto una deroga (facendole rientrare tra i redditi assimilati al lavoro autonomo), al
fine di semplificazione per il contribuente, in quanto le fattispecie assimilate non
devono tenere una contabilit (necessarie invece per i titolari redditi d'impresa e lavoro
autonomo) ed inoltre l'agente dovr pagare le imposte sul TFM solo quando erogato, in
quanto tassato per cassa, mentre i redditi d'impresa sono tassati per competenza.
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costo effettivo, mentre la rendita essendo gi di per se un reddito medio ordinario,
calcolata tenendo gi in considerazione ricavi-costi.
Se i beni strumentali concorrono alla formazione del reddito sul lato dei costi tramite
l'ammortamento, intervengono dal lato delle componenti positive con le plusvalenze,
che si realizzano ogni qual volta vendo il bene strumentale ad un prezzo maggiore del
valore residuo. Si producono anche nel caso in cui un bene aziendale viene destinato ad
uso personale del soggetto o della propria famiglia (in tal caso il mancato corrispettivo
dato dalla differenza tra valore normale del bene in quel momento e il valore residuo) o
quando viene destinato ad attivit estranee a quella d'impresa.(es voglio donarlo ad una
onlus, o comunque ad un soggetto terzo, che ne ha bisogno, anche qui si ha plusvalenza
per la differenza tra valore normale e costo al netto degli ammostamenti). I beni
strumentali possono anche generare minusvalenze, che sono deducibili salvo quelle
derivanti dalla destinazione ad uso personale o familiare del bene. La logica che
quando un bene entra a far parte di un regime, quando ne esce deve essere soggetto allo
stesso trattamento; ci fatto per evitare salti d'imposta.
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visto dai clienti che vengono in studio mi fa acquistare credibilit in quanto questi
potranno pensare che sia un grande professionista, in tal caso si ha un relazione con la
professione in quanto si traduce nella possibilit di produrre redditi pi elevati e perci
il costo di acquisto dovrebbe essere deducibile. Essendo impossibile stabilire dove sia la
linea di demarcazione, anche qui prevista una forfettizzazione; tali costi sono
deducibili in misura non superiore all'1% del valore d'affari nel periodo d'imposta; ci
vale anche per gli oggetti d'arte usati nell'esercizio della professione, come beni
strumentali, es. penna stilografica da 20000, per cui il fisco privilegia comunque la
forfettizzazione (ovviamente si parla di casi in cui effettivamente bene si trova nello
studio od utilizzato nell'esercizio della professione, in quanto se dichiaro cos e poi lo
tengo in casa in realt, si tratta di evasione).
I PROVENTI sono costituiti da: parcelle, compensi per cessione della clientela e per la
cessione dell'avviamento (in passato si riteneva che non potesse sussistere tra i
professionisti, mentre ora ammesso).
Lezione 8 22/10/12
REDDITI D'IMPRESA
In materia la parte del TUIR inerente l'IPREF offre una disciplina abbastanza scarsa agli
artt da 55 a 66, in quanto queste sono solo deroghe ai principi dettati dalle norme
IRES, che prevedono invece una disciplina compiuta, applicabile anche agli
imprenditori individuali salvo appunto tali deroghe.
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Si rileva come sono redditi d'impresa quelli che derivano:
dall'esercizio di attivit previste all'art 2195 cc, anche se non organizzate in forma
d'impresa;
da attivit di prestazione di servizi a terzi non rientranti tra quelle dell'art 2195, se
organizzate in forma d'impresa; (in tali casi sostanza prevale su forma)
Per la DETERMINAZIONE del reddito si rimanda alle regole sull'IRES; l'art 109
prevede che: il reddito d'impresa il risultante tra il raffronto di una serie di
componenti positivi maturati nel periodo d'imposta e una serie di componenti negativi
maturati nel periodo d'imposta.
Ricavi: cio proventi che maturano per effetto della cessione di beni-merce, cio di
beni oggetto dell'attivit d'impresa; cessione non sta a significare soltanto vendita, ma
ha una valenza pi ampia, considerandosi tale qualunque atto da cui derivi
l'estromissione del bene-merce, dall'economia impresa. Si tratta di un dato puntuale.
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Plusvalenze: proventi che derivano da cessioni di beni strumentali, cio da beni che
sono mezzo per l'attivit d'impresa. Si tratta di un dato differenziale (corrispettivo-
valore).
proprie: derivano dal venir meno di costi dedotti in precedenti esercizi e dalla
percezione di maggiori componenti positivi rispetto a quelli contabilizzati in precedenti
esercizi;
Interessi Attivi
Rimanenze finali.
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Minusvalenze: da cessione di beni strumentali;
Interessi Passivi;
Oneri Personale;
Ammortamenti;
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Beni Immobili: rileva il momento di stipula dell'atto di trasferimento della propriet
del bene o della costituzione del diritto reale; es. stipulo preliminare di compravendita e
stabilisco acconto, non ha alcuna rilevanza reddituale ne chi la paga (che avr credito)
ne chi la riceve (che avr debito);
Tale principio non si ha nel caso dei redditi da lavoro autonomo invece, che ragionano
per cassa; per loro l'acconto pertanto un compenso che contribuisce alla formazione
del reddito.
Lezione 8 26/10
Il bilancio si compone di: conto economico che mostra il risultato di esercizio (utile o
perdita) sulla base di tutti i fatti gestionali dell'esercizio, quindi un documento
dinamico; accanto vi lo stato patrimoniale che riflette invece in modo statico la
situazione patrimoniale del soggetto dandone una fotografia a fine esercizio; infine vi
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la nota integrativa. Es. se societ acquista bene ma non l'ha ancora pagato nel C.E
registro il costo, nello SP il debito.
All'utile di bilancio vanno poi apportate le variazioni imposte dalla normativa tributaria,
ottenendo cos il Reddito d'Impresa. Ci era gi previsto dalla legge delega degli anni
70, per ragioni di certezza; infatti tutti i fatti gestionali devono trovare riferimento del
CE, ed il bilancio l'elemento fondamentale posto a tutela dei terzi che vengono a
contatto con l'impresa e nei confronti dei soci. In considerazione di ci si ritenuto che
il bilancio dia, anche perch imposto da normativa civilistica, una rappresentazione
veritiera e corretta della situazione dell'impresa ed essendo necessaria certezza circa
l'effettivit dei componenti, soprattutto negativi, si fa riferimento a tale documento e a
quelli ivi inseriti.
L'art 109 TUIR, prevede infatti che le spese e gli altri componenti negativi non sono
ammessi in deduzione se e nella misura in cui non risultano imputati al conto
economico dell'esercizio. Per i componenti positivi invece tale principio non vale; essi
se accertati, concorrono alla formazione del reddito anche se non si rinvengono nelle
scritture contabili.
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Seconda Eccezione data dal fatto che possibile dedurre componenti che secondo la
normativa civilistica non devono transitare nel conto economico, ma nello stato
patrimoniale, se il legislatore fiscale ne ammette la deduzione (ovviamente si tratta dei
casi in cui non nel conto economico non per omissione, ma perch la norma civilistica
vuole che la voce sia inserita nello SP).
Ci potr portare ad avere utile fiscale diverso da quello civilistico; ipotizziamo per
che amministratore secondo suo prudente apprezzamento ritiene che un bene si
ammortizzi in 20 anni e che lo ammortizzi pertanto al 5% annuo, mentre le normativa
civilistica consentiva che ci avvenisse in 10 anni; l'amministratore dovr comunque
dedurre anche fiscalmente solo il 5%, in quanto l'art. 109 prevede che non possono
essere dedotte spese se e nella misura in cui non risultano imputate a conto economico;
pertanto si precisa che se ammortamento in bilancio civilistico maggiore di quello
fiscalmente ammesso, avremo una variazione in aumento, ma non sar possibile
viceversa fare una variazione in diminuzione, se la normativa fiscale consentiva un
ammortamento pi elevato rispetto a quello fatto in bilancio. Questo per effetto del
principio di derivazione; tuttavia si rileva come queste previsioni possano portare ad
inquinare il bilancio, spingendo cio l'amministratore a prevedere ammortamenti non
secondo il suo prudente apprezzamento, ma guardando alla normativa fiscale per
cercare di pagare meno imposte; si tratta del cd fenomeno della dipendenza rovesciata.
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Terzo principio il PRINCIPIO DI INERENZA, che prevede che i componenti
negativi possano incidere sul reddito del soggetto solo se sostenuti nell'attivit
d'impresa, nella prospettiva cio che essi siano tali da fornire, immediatamente o in
prospettiva, una utilit all'impresa.
Per es se pago merce il triplo del prezzo di mercato devo poterne dimostrare la ragione,
altrimenti verr considerata come una liberalit, e come tale non deducibile; altro
esempio si pu fare con le spese di pubblicit; esse possono essere produttive di reddito
in prospettiva, ma ci deve essere dimostrato, cos x es impresa che ha mercato solo in
Italia, se fa pubblicit in Australia, per potersela legittimamente dedurre, dovr
dimostrare la volont di ampliare il mercato. Caso particolare pu essere quello del
rapimento del direttore generale di un'azienda e del fatto che questa paghi il riscatto; la
giurisprudenza ritiene che esso non sia deducibile, ma non perch deriva da un fatto
illecito (se cos fosse non si potrebbero allora neanche dedurre le spese per il
risarcimento del danno per la vendita di prodotti difettosi), ma per il fatto che difficile
se ci avviene effettivamente perch uomo chiave azienda, e quindi al fine di fornire
utilit all'azienda, o se ci avviene per spirito di umanit; inoltre allo stesso tempo se si
ammettesse si potrebbe verificare un aumento dei rapimenti (o nascita di finti
rapimenti), in quanto sarebbe pi facile ottenere riscatti, se essi consentissero risparmi
fiscali alle aziende. Allo stesso tempo le multe per eccesso di velocit al fine di
consegnare tempestivamente le merci, che sul piano dei principi potrebbero essere
deducibili, non lo sono, quando invece penali per il ritardo della consegna lo sono.
Quelle sulla deducibilit sono quindi scelte dettate pi dalle preoccupazioni, che sulla
base di principi.
Si rilever come la linea di demarcazione tra ci che inerente l'impresa e costi che
invece hanno finalit diversa non agevole; per fare un esempio la Cassazione ha detto
che non deducibile la pubblicit di macchinari industriali, su vetture di formula1 in
quanto si dice che non vi sia inerenza, tuttavia si tratta di una scelta contestabile in
quanto si tratta di uno sport seguito da tutti. necessaria una correlazione funzionale
con l'attivit, e quindi non necessariamente con alcuni determinati ricavi.
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I COSTI per essere dedotti devono essere certi certi non in senso assoluto, altrimenti
non avrebbe senso quanto detto in merito alle sopravvenienze, ma certezza nel senso
che il fatto generatore si sia verificato nel periodo d'imposta.
Inoltre il costo deve essere anche determinati o determinabili nel periodo d'imposta in
maniera oggettiva. Es. sono imprenditore e mi rivolgo ad avvocato per assistenza causa,
che termina il 30/12; secondo principio competenza la parcella sar un costo del 2012,
in quanto il fatto generatore certo nel 2012; tuttavia devo rilevarlo come costo del
2012 solo se ho preventivamente concordato un onorario (indipendentemente dal fatto
che abbia emesso una parcella), se invece questo non determinato, e non ho elementi
per farlo (un elemento potrebbe essere accordo secondo cui onorario si sarebbe stabilito
sulla base delle tariffe professionali), la determinazione del costo sar rinviata a quando
si avr a disposizione la parcella (civilisticamente potr fare accantonamento, che per
fiscalmente non deducibile e avr in tal caso una variazione in aumento).
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SINGOLI COMPONENTI
POSITIVI
RICAVI: sono i proventi conseguiti a seguito di atti traslativi della propriet di beni
merce (prodotti, merci, semilavorati, ecc) come compravendite e permute, ed inoltre se:
il bene viene destinato a patrimonio personale o familiare dell'imprenditore, facendo in
tali casi riferimento al valore normale, ed ogni altra volta che il bene esce
dall'economia-impresa (es. donazione); si producono infine ricavi nel caso in cui il bene
viene rubato e si ha un indennizzo assicurativo, o se faccio causa al ladro ed ho
risarcimento danni.
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Si detto che questi potevano determinare una doppia imposizione economica; essi, in
quanto frutto dell'attivit d'impresa, sarebbero stati tassati in capo all'impresa che li
aveva prodotti, e poi lo sarebbero stati in capo al percettore. Per evitarlo il legislatore
interviene con diverse modalit:
perch la societ le cui partecipazioni sono oggetto di cessione, ha prodotto utili che
non sono stati distribuiti e quindi determinano un incremento del patrimonio netto; in
questo caso quindi l'acquirente acquista anche le riserve di utili che potranno essere
distribuite e cos scatterebbe l'imposizione. Se si avesse un'imposizione sulle
plusvalenze quindi, poi una volta distribuite le riserve anch'esse verrebbero tassate in
quanto dividendo e si produrrebbe cos una doppia imposizione, essendo irrilevante che
la tassazione ricada in capo a due soggetti (cedente per plusvalenza e cessionario per
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dividendo) Per evitare ci nasce lo strumento della PEX, in quanto irrilevante su chi
ricade, ma importante evitare la doppia tassazione economica
non perch vi un aumento patrimoniale, che risulta invece invariato ma, perch la
societ ha un avviamento che, nella logica del contraente, fa sperare nella possibilit di
acquisire utili futuri. Vale la stessa logica di prima, in quanto se ci saranno utili questi
subiranno imposizione in quanto si sta anticipando oggi, sotto forma di capital gain, gli
utili che saranno tassati quando prodotti e pertanto si anticipano imposte che si
andrebbero a pagare quando gli utili si produrrebbero.
In entrambi i casi si avrebbe una doppia imposizione; per evitarla sulle plusvalenze da
partecipazioni immobilizzate si adottano gli stessi meccanismi previsti per i dividendi;
a condizione che:
societ partecipata non sia residente in un paradiso fiscale, perch altrimenti non
paga imposte sugli utili e quindi viene meno la ragione di evitare una doppia
imposizione;
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Possono inoltre aversi PLUSVALENZE DA TRASFERIMENTO DI AZIENDA;
anche l'azienda infatti un bene strumentale, salvo che vi sia un'impresa che come
oggetto abituale tratta la commercializzazione di aziende. Si determina sottraendo il
valore di tutti i beni aziendali, al prezzo.
una scelta che l'imprenditore far in base alla propria situazione; per esempio se avr
delle perdite pregresse da compensare non opter per la tassazione separata in quanto la
plusvalenza portata a reddito compenser le perdite, viceversa converr la tassazione
separata che comporta un minor credito fiscale.
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difficilmente pagher 1000 per quell'azienda, facendosi decurtare, in sede di
contrattazione, lo svantaggio fiscale che ricade su di lui per effetto del regime di
neutralit (calcolo prezzo 1000-imposte che pago non potendo ammortizzare a 1000,
che non pagherei se lo facessi).
Il problema di fondo che per effetto delle regole generali della fiscalit, questa pi
ancora pi pesante per le imprese in crisi. Poniamo per esempio che in un'impresa in
crisi abbia 1000 di debiti e fa un offerta ai creditori per il rimborso di solo 1 ed i
creditori accettano. L'impresa avr in tal caso sopravvenienze attive per 999 per il
venire meno (o meglio la diminuzione) di un componente negativo dedotto in esercizi
passati (il debito di 1000); beneficiando della rinuncia pertanto l'imprenditore dovrebbe
pagare le imposte su quei 999. Paradossalmente se desse 500 ai creditori, pagherebbe
meno imposte pur essendo in una situazione di minor difficolt. In caso di difficolt,
potrebbe verificarsi anche una cessione di beni strumentali ai creditori, per cui
l'imprenditore non incassa niente per si tratterebbe comunque di una plusvalenza, ma
stabilito che essendo un'operazione fatta da un soggetto che non ha i mezzi per pagare il
fisco, queste non generano plusvalenze.
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in un arco temporale di due o pi periodi d'imposta, per cui non potendo pi fare
uno storno di costi in quanto l'esercizio si concluso, far una scrittura rettificativa per
tener conto di eventi successivi che hanno una diversa consistenza dell'operazione.
Lezione 9/11
Le RIMANENZE FINALI sono componenti positive di reddito, che all'apertura
dell'esercizio successivo corrisponderanno per lo stesso ammontare alle GIACENZE
INIZIALI, che sono per componenti negative di reddito.
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Problema stabilire il loro valore. L'art 92 tuir non dice come queste si valutino, ma
individua semplicemente il valore minimo delle rimanenze finali. Essendo un valore
positivo infatti necessario un valore minimo, essendo un problema per il fisco evitare
sottovalutazioni; al di sopra di tale cifra l'imprenditore si baser sulla normativa
civilistica, quindi sull'art 2424 n 9-10 che distingue i beni valutati al costo specifico
dai beni fungibili.
I Beni valutati a costo specifico, sono quelli infungibili, cio dotati di una loro precisa
individualit ed individuabilit, per cui deve essere preso a riferimento il costo
d'acquisto se rimangono invenduti a fine esercizio.
Costo Medio Ponderato: per conoscere il costo unitario applico la formula prezzo
totale fratto quantit totale; es. acquisto 100 chiodi a 10 cad a febbraio, poi a novembre
ne compro altri 50 a 6; PT 1300, QT 150, costo unitario 9
Lifo: last in, first out; ipotizziamo che a dicembre vengano venduti 10 chiodi,
non ho la possibilit di seguire fisicamente il bene per capire quali ho venduto
effettivamente essendo questi infungibili, per possibile considerare che gli ultimi ad
essere entrati in azienda siano stati i primi ad essere venduti. In una situazione di
mercato con prezzi crescenti, questo mezzo di valutazione conviene all'imprenditore
perch si riducono le rimanenze di un importo pi elevato, essendo ad uscire per primo
il prodotto ultimo acquistato, che presumibilmente sar stato pagato di pi
Fifo: fist in, first out; l'opposto del criterio del Lifo, che conviene
all'imprenditore in una fase recessiva, di calo dei prezzi.
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L'imprenditore pu scegliere il criterio che preferisce adottare, ma una volta scelto il
criterio deve essere tendenzialmente permanente e perci ci deve avvenire sulla base di
una valutazione prospettica.
Il legislatore fiscale prevede che l'imprenditore nell'operare questa scelta deve tener
presente che il criterio scelto non porti ad un valore inferiore al minimo, perch in tal
caso si dovr fare una variazione in aumento, per cui quindi il reddito imponibile
aumenta rispetto all'utile di bilancio.
L'art 92 2 comma prevede che nel primo esercizio si debba comunque valutare le
rimanenze attribuendo loro il valore ottenuto dividendo il costo di acquisto o di
produzione con la loro quantit; quindi in ogni caso si applica il criterio del costo medio
ponderato.
Per fare un esempio possiamo riferirci ad un impresa che realizza appalti; in questi casi i
ricavi maturano al momento dell'ultimazione, ma per evitare che gli esercizi in cui si sta
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realizzando l'appalto si chiudano sempre in perdita, il legislatore ha previsto che per le
opere di servizi di durata poliennale o che comunque interessano pi periodi d'imposta
(anche se hanno durata inferiore all'anno solare), si possano applicare due sistemi
alternativi:
Nell'anno X+1 avr giacenze iniziali per 200 e poi sostene ulteriori costi per 400,
avendo cos a fine esercizio, rimanenze finali per 600.
Nell'anno X+2, che si apre con 600 di rimanenze finali, sostengo altri 400 per costi e
termino l'opera, maturando cos 4000 euro di ricavi, e pertanto 3000 di utili.
Nell'esercizio X+1 l'impresa sostiene altri 500 di costi, maturando quindi sta volta il
50%, quindi 2000, e pertanto avr rimanenze finali per 3000 (2000+1000); qui il reddito
imponibile sar di 1500 (3000 - 1000 di giacenze iniziali 500 di costi sostenuti).
Nell'esercizio X+2, in cui si avranno giacenze iniziali per 3000, si sosterranno costi per
250, e terminando l'opera matureranno ricavi per 4000; e l'imponibile sar 4000 di
ricavi 3000 di giacenze iniziali 250 di costi, quindi 750.
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L'utile imponibile uguale con entrambi i metodi, ma con il metodo della commessa
completata incide interamente sull'esercizio di completamento, mentre nel caso del
metodo della percentuale di completamento, l'utile viene spalmato in tanti periodo
d'imposta quanti sono quelli in cui viene effettuato il lavoro.
Si rileva che anche qui la scelte fatta va mantenuta per tutte le commesse.
COMPONENTI NEGATIVI
Il problema si pone soprattutto perch il danaro non sempre tracciabile nel suo modo
di impiego concreto, e non potendo risolvere la questione il legislatore si limita a dire
che siano deducibili solo gli interessi inerenti.
Questi comunque non lo sono sempre interamente ma solo per la parte corrispondente al
rapporto tra l'ammontare dei ricavi ed i compensi che concorrono alla formazione del
reddito d'impresa e l'ammontare di tutti i ricavi e proventi, compresi quelli esenti. Ci
non altro che una specificazione del principio di inerenza stesso.
Poniamo il caso di un prestito di 1000, che genera interessi passivi per il 10% annuo, ed
ipotizziamo che siano stati impiegati integralmente nell'attivit d'impresa e che pertanto
possano essere dedotti. Nell'esercizio si sono prodotti ricavi tassabili per 500 e
componenti positive esenti (cio attivit che non generano tassazione, es. dividendi
persi) per 2000. In questo caso 500/2500*100= 20% e pertanto gli interessi passivi
saranno deducibili per il 20%.
Nell'ipotesi in cui si generassero solo ricavi esenti non sarebbe possibile dedursi niente,
nell'ipotesi di produzione solo di redditi imponibili, gli interessi passivi, se inerenti,
sarebbero deducibili per il 100%.
Lezione 12/11
Altro componente negativo dato dalle MINUSVALENZE, prodotte dagli stessi
fatti che possono determinare plusvalenze, qualora il valore di cessione sia inferiore al
costo fiscalmente riconosciuto.
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Da tener presenti al fine della determinazione del reddito d'impresa sono anche le
perdite, non le perdite in quanto contrapposte all'utile, ma bens le PERDITE.
le PERDITE DI BENI , cio del venir meno del costo fiscalmente riconosciuto
determinante una perdita deducibile, ammontante al netto di eventuali componenti
positivi che possono essere determinati dalla perdita.
comportamenti volontari del creditore, come la rinuncia del credito, che ha l'effetto
principale di dismettere il credito (e solo indirettamente libera il debitore) o la
remissione debito, che ha invece come oggetto principale l'estinzione dell'obbligazione;
Nel caso di perdita per comportamenti volontari del creditore sempre rilevante
chiedersi per quale motivo l'imprenditore ha deciso di rinunciare ad un credito; infatti la
perdita su crediti deducibile solo se risulta da elementi certi e precisi.
Quindi un imprenditore che vuole dedursi una perita su crediti lo deve fare previa
dimostrazione dell'irreversibilit di quella perdita, in quanto potrebbe esservi una logica
liberale dietro a tale comportamento (cio una prospettiva di gratificazione al debitore),
ma essendo queste al di fuori dal concetto di inerenza e non deducibili, il fisco vuole
una dimostrazione del perch nella prospettiva dell'impresa risulti pi utile rinunciarvi
piuttosto del cercare di riscuoterlo.
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Vi pu essere poi un credito di importo talmente esiguo che ogni operazione per la sua
riscossione, non potrebbe comunque essere recuperata; tuttavia portandolo a perdita si ci
espone alla contestazione se non si d elementi certi per dire che si trattava di una
perdita certa. Necessario quindi trovare una convergenza tra l'entit del credito ed i costi
che i tentativi di esazione comporterebbero per dimostrare che non si fatto niente
perch non conveniva, ma si mandato per esempio raccomandata di sollecito.
Nel caso invece di perdita su crediti per fatti oggettivi che impediscono al debitore
di pagare, la perdita su crediti consentita per tutto l'importo.
un sistema non del tutto appagante, per esempio per creditori privilegiati o titolari di
crediti assicurati, che non sono hanno preoccupazioni dalle procedure concorsuali in
quanto hanno quasi la certezza di essere soddisfatti, e pertanto portarli a perdita
potrebbe essere ingiustificato.
La perdita su crediti pu derivare anche da cessione del credito, es. ho credito di 100
che vendo ad 80, ma questa, visto che il credito oggetto di un contratto, non una
perdita ma una Minusvalenza.
Se la cessione avviene pro solvendo (salvo buon fine) la minusvalenza non deducibile,
in quanto non ancora certa; infatti il cessionario non assume il rischio, in quanto se
incassa meno del valore nominale del credito il cedente deve integrare la differenza.
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Lezione 16/11
L'art 2426, norma sui criteri di valutazione, prevede che il costo delle
immobilizzazioni la cui utilizzazione limitata nel tempo devono essere
sistematicamente ammortizzati in base alla residua possibilit di utilizzo del
bene. Criterio analogo previsto dagli IAS.
Nel caso l'ammortamento civilistico sia maggiore, si avr una variazione in aumento del
reddito d'impresa. La quota eccedente la soglia di deducibilit potr essere poi dedotta
successivamente, attraverso una variazione in diminuzione, quando civilisticamente si
gi ammortizzato tutto il costo del bene.
L'ammortamento ha inizio dall'immissione del bene nel processo produttivo. Inoltre nel
primo esercizio la misura massima dell'ammortamento dimezzata; questo perch
l'immissione nel processo produttivo pu avvenire in un qualsiasi momento dell'anno, e
pertanto il bene non necessariamente viene utilizzato per tutto il periodo d'imposta; per
semplificare il meccanismo, invece di prevedere ragguagli e calcoli, si previsto
forfettariamente un ammortamento dimezzato.
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Se il bene esce dal processo produttivo il bene non potr pi essere ammortizzato; solo
in caso di eliminazione (e non di cessione) riconosciuta la possibilit di dedurre il
costo residuo del bene non ancora ammortizzato, anche se questo non contribuir pi al
processo produttivo.
La normativa prevede che beni costo non superiore a 516,46 possa essere
integralmente dedotta nell'esercizio in cui si sostiene il costo.
Nel caso invece di complesso di beni con valore unitario inferiore a 516,46 ma nel
complesso superiore, il criterio per stabilire se si tratta di un un unico bene complesso
verificare se ciascuno di essi possa essere autonomamente utilizzato nel processo
produttivo; se questi hanno valore solo nel loro complesso vanno ammortizzati,
altrimenti no. Es. azienda che commercializza GPL fornendo bombole in comodato, ha
chiesto a Ministero parere, e questo ha risposto che esse potevano essere dedotte
integralmente.
La norma civilistica si detto prevede che siano soggetti ad ammortamento i beni con
utilit pluriennale, ma limitata nel tempo, quindi in cui ci sar un momento in cui
l'utilit verr meno. Quando il bene ha una vita illimitata, il suo costo non pu essere
dedotto; il caso delle propriet di terreni. Diverso il caso di diritti reali su terreni con
durata limitata nel tempo, es. diritto di superficie.
Nel caso si acquisti un fabbricato assieme al terreno sottostante, la norma prevede che si
consideri come valore del terreno: il maggior valore tra quello a bilancio (se vi
indicazione differenziata per il valore terreno), ed il 20% del costo complessivo.
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o la vita utile del bene, o se si tratta di una manutenzione ciclica per mantenerlo in
funzione.
In caso vi sia un'eccedenza si dovr fare una variazione in aumento del conto
economico, l'eccedenza sar deducibile nei 5 anni successivi per quote costanti, che
saranno quindi variazioni in diminuzione dell'utile di bilancio.
Le spese di manutenzione sui beni di terzi invece non sono soggetti a tale disciplina
perch non sono beni dell'impresa, essendo per esempio presi in locazione; per loro
bisogner distinguere tra spesa corrente, che dovr essere dedotta interamente
nell'esercizio di sostenimento, e gli oneri pluriennali, che vanno invece capitalizzati e
dedotti per quote sulla base di una valutazione; ci potr avvenire solo finch il bene
resta nella disponibilit dell'impresa.
55
sia attribuito rilievo fiscale ai soli accantonamenti espressamente previsti per
legge, e non quindi a tutti quelli che l'imprenditore ha ritenuto opportuno fare.
Saranno deducibili per es. il fondo TFR o quello per lavori ciclici su navi od aeromobili,
fino ad un valore massimo del fondo pari al 5% del valore del bene. I limiti sono
previsti per evitare che il fondo sia poi di un importo superiore all'esborso che poi
effettivamente si verifica; se poi cos avviene si avr una sopravvenienza attiva.
REDDITI DIVERSI
Si tratta di redditi tassati per cassa, ed in linea di principio si tratta di redditi netti,
rilevando quindi le spese per la loro produzione.
Un esempio di reddito per lungo tempo considerato reddito diverso quello dalla
cessione di clientela da parte di un avvocato, in quanto si riteneva che non fosse un atto
56
rientrante nell'esercizio della professione. Un provvedimento di legge l'ha per traslato
nei redditi da lavoro autonomo.
Prima dell'introduzione del TUIR la Cassazione si era espressa nel senso che andassero
tassate solo quelle con effetto speculativo; criterio oggi abbandonato per una ragione di
maggior certezza.
Lezione 19/11
57
certo intervallo temporale tra l'acquisto e la rivendita, infatti se intendo speculare su un
immobile, lo compro e lo cedo in un breve lasso di tempo. Quindi il legislatore tassa
queste plusvalenze ma con limiti basati sulle dette ragioni.
Caso diverso se compro un immobile e vi vado ad abitare, ma per esempio dopo due
anni vengo trasferito di posto di lavoro e mi devo trasferire; si tratta quindi di un'attivit
non speculativa. Per questi casi previsto che se l'immobile venduto nel quinquennio,
stato adibito a prima casa e se, per la maggior parte del periodo trascorso tra acquisto e
rivendita, stato effettivamente adibito ad abitazione principale, e lo ancora al
momento della rivendita, non si ha speculazione.
Nel caso il bene sia stato acquistato per successione viene meno di per s l'intento
speculativo e pertanto la cessione non comunque produttiva di plusvalenza. Non
invece esclusa se il trasferimento al cedente era avvenuto per donazione, facendo, in
caso di successiva rivendita, riferimento al prezzo, o al costo d'acquisto, sostenuto dal
donante.
59
i REDDITI DA IMMOBILI SITUATI ALL'ESTERO,
VINCITE A LOTTERIE
IRES
(Imposta sul Reddito delle Societa)
SOGGETTI PASSIVI indicati all'art 73 tuir sono tutti i soggetti collettivi che in
quanto tali non rientrano nel campo applicazione IRPEF. Vi troviamo:
societ di capitali residenti nel territorio dello Stato; essi producono solo redditi
d'impresa;
enti pubblici e privati commerciali residenti nel territorio dello Stato diversi dalle
societ; si intendono per tali quelli che hanno come oggetto esclusivo o principale
l'esercizio di attivit commerciale; vi rientrano per esempio i consorzi tra imprese per
l'esecuzione di un appalto, che rivende l'opera che ha costruito, o consorzi per la
promozione di un segmento imprenditoriale, che se produce utili un ente commerciale
(es. consorzio grana padano); questi producono, anche con riferimento ad eventuali
attivit non commerciali, solo redditi d'impresa;
enti pubblici e privati non commerciali residenti; sono tali quelli che non hanno
come loro oggetto esclusivo o principale, lo svolgimento di un'attivit commerciale; es.
associazione sportiva dilettantistica o circolo amici della pesca. Questi possono produrre
60
redditi di ogni categoria e saranno computati come tali, cio secondo le regole proprie di
tale categoria, cos come avviene per le persone fisiche;
tutte le societ ed enti non residenti per i redditi prodotti nel territorio dello Stato:
vi rientrano anche le societ di persone non residenti, che saranno quindi soggette ad
IRES e non ad IRPEF per trasparenza;
possono inoltre essere soggetti passivi IRES anche soggetti non riconosciuti come
soggetti autonomi dall'ordinamento generale; infatti la normativa tributaria parla di
organizzazioni non appartenenti ad altro soggetto passivo, nei cui confronti il
presupposto d'imposta si realizza in maniera autonoma ed unitaria. Tale definizione
uno strumento che il legislatore utilizza per evitare situazioni in cui non si sappia a chi
riferire il reddito.
il caso per esempio dei Trust, che sono rapporti per effetto dei quali un soggetto
disponente, si spoglia della titolarit di alcuni beni a beneficio di un altro soggetto che
non ne diventa immediatamente titolare, ma che lo diventer al verificarsi di un
determinato evento. Il trust potr riguardare per esempio un'azienda, che sar affidata ed
amministrata da un trustee che trasferir l'azienda al beneficiario al verificarsi di un
evento (es. figlio quanto metter testa a posto); l'azienda in quel periodo produrr
redditi, tuttavia il titolare della capacit contributiva non sar il disponente in quanto
non pi sua, non lo sar neanche il beneficiario in quanto non gli stata ancora
trasferita, e non neanche dell'amministratore in quanto egli non pu godere di quei
redditi. Per l'ordinamento italiano il trust non un soggetto ma un rapporto, tuttavia si
pu considerare che quell'azienda risponda ai criteri richiesti per essere soggetto ires, in
quanto un'organizzazione autonoma, idonea a realizzare il presupposto d'imposta in
modo unitario ed autonomo.
anche il caso di eredit giacente, in cui non c' un chiamato nel possesso dei beni e vi
un curatore dell'eredit giacente (x 10 anni); la normativa civile prevede che quando
qualcuno accetter l'eredit, si considerer come se fosse subentrato fin dal principio.
Tuttavia cos non pu essere per la normativa fiscale, perch la capacit contributiva
presuppone la titolarit del reddito; allo stesso tempo non si pu aggredire il curatore; si
pu per ritenere che l'eredit sia un'organizzazione che non appartiene a nessun altro e
nei cui confronti il presupposto d'imposta si realizza in modo unitario ed autonomo.
61
Alla luce di quanto detto e della norma, niente pu impedire al legislatore tributario di
elevare a soggetti passivi, soggetti non considerati tali dal diritto civile.
Lezione 23/11
L'art 73 indica invece i soggetti passivi, includendovi gli enti pubblici residenti alla
lettera b) (x quelli che esercitano in via prevalente o esclusiva attivit commerciale) e c)
(quelli che non lo fanno); sulla base di ci anche lo Stato potenzialmente tra i soggetti
passivi, in quanto per sua natura ha sede nel territorio.
Queste disposizioni sono frutto delle riforme del 1990 e del 2003, in quanto per esempio
nel testo iniziale non erano citati i comuni.
Altri dicono invece che si tratti di un'Esenzione, perch se non vi fosse tale norma tali
enti sarebbero soggetti ad imposta. Una serie di elementi fa propendere per questa tesi,
confermata tra l'altro dalla relazione preparatoria al tuir, in cui si precisa che lo Stato ed
62
i suoi organismi erano ritenuti potenzialmente assoggettabili e che per evitare problemi
tra l'altro dovuti dal fatto che il soggetto percettore sarebbe stato anche tenuto a pagarla,
si decise di porre un'esenzione.
I lavori preparatori non sono tuttavia decisivi, altro elemento la presenza di norme
incompatibili con l'esclusione, es. l'art 5 del dpr 601/73, introdotto contestualmente al
dpr 593 istitutivo dell'IRPEG, che prevedeva che i terreni appartenenti a questi
soggetti fossero esenti dall'imposta sui redditi; ne si rileva che prima del 1986 e
l'introduzione del tuir, l'IRPEG era applicabile agli enti territoriali non esenti.
Altro elemento si pu ricavare dal 4 comma dell'art 26 del dpr 600/73, che regola le
ritenute sugli interessi da redditi di capitale, e prevede che le ritenute siano applicate a
titolo d'imposta ai soggetti esenti da IRPEG.
63
La corte poi contraddice se stessa pur di salvare la legittimit della norma tributaria,
prevedendo che l'applicazione dell'esenzione anche ad i soggetti esclusi non viola il
principio di capacit contributiva in quanto esclusione ed esenzione non sono sinonimo
di assenza di capacit contributiva. In ogni caso ci conferma che l'art 74 ponga
un'esenzione in quanto se la norma si ritenuta applicabile, non pu essere un caso
di esclusione.
Ministeri;
organi costituzionali;
Comuni
comunit montane;
provincie;
Regioni.
Opportuno segnalare che gli enti territoriali, fino alla riforma del 1990 potevano essere
soggetti passivi ex art 73 lettera c).
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Commercialit dell'Ente;
Residenza dell'ente.
La distinzione non irrilevante in quanto gli scopi non commerciali consentono spesso
di beneficiare di agevolazioni, es. art 148 3 comma per le associazioni si ha esclusione
della commercialit per determinate attivit, l'art 150 invece da una specifica disciplina
per le ONLUS.
L'oggetto quindi determinato ex ante, basandosi non solo sulla lettura del documento,
ma alla luce degli ordinari canoni di interpretazione del contratto
Visto che possibile che un ente svolga pi attivit, previsto dallo stesso art 73 4 c.
che costituisca attivit esclusiva o principale quella senza la quale il soggetto perde la
sua ragion d'essere. Tutto il resto attivit accessoria, senza la quale l'ente ha ragione
comunque di esistere. scorretto sul tema utilizzare dei criteri di carattere quantitativo,
infatti possibile che enti non commerciali svolgano anche attivit commerciale, es. ne
un bar in un'associazione, tuttavia se per esempio i proventi del bar sono maggiori di
65
quelli delle quote associative, ci di per s non significa che l'ente commerciale (sul
punto si torna nella prossima lezione).
La dottrina sostiene poi che se l'attivit dell'ente erogativa, sostenendosi per esempio
attraverso solo contributi pubblici, questo non comunque commerciale; tuttavia in
giurisprudenza per ora non si ha riscontro di ci.
Cosa si intenda come oggetto principale qui la legge non lo definisce, si ritiene per che
coincida con quanto gi detto con riferimento alla commercialit e che si faccia pertanto
riferimento all'atto costitutivo allo statuto ed al comportamento sostanziale.
La disciplina va integrata con il comma 5 bis dell'art 73, norma introdotta del 2010 che
prevede che salvo prova contraria si considera esistente nel territorio dello Stato, la sede
dell'amministratore di societ ed enti che detengono la partecipazione di controllo in
societ commerciali ed enti commerciali residenti, se sono controllati da soggetti
residenti o il cui consiglio di amministrazione composto in maggioranza da soggetti
residenti.
Lezione 26/11
66
visti che venivano applicati anche in materia di redditi di impresa individuale, che come
si detto erano criteri propri dell'IRES.
Nei soggetti IRES, l'art 96 non prevede distinzioni tra interessi inerenti o meno, e si
deve ritenere che per questi soggetti non sia necessario verificare se il capitale stato
impiegato in attivit inerenti, in quanto questi soggetti non possono svolgere che attivit
d'impresa. previsto che gli interessi passivi siano deducibili per ciascun periodo
d'imposta in misura pari agli interessi attivi che si hanno nel medesimo periodo
d'imposta; l'eventuale eccedenza deducibile nella misura pari al 30% del risultato
operativo lordo, cio del risultato della gestione caratteristica dell'impresa determinato
dalla differenza tra valori della produzione e costi della produzione. In caso si produca
un eccedenza ROL, cio vi siano meno interessi passivi rispetto a quelli che
potenzialmente si potrebbero dedurre,questa suscettibile di essere riportata agli
esercizi successivi senza limite di tempo, cos se nell'anno successivo non avessi un
tetto max di deducibilit sufficientemente capiente per tutti gli interessi passivi da
dedursi, potr utilizzare tale eccedenza. Nel caso invece in cui nel periodo d'imposta si
abbiano troppi interessi passivi rispetto a quelli che si possono portare in deduzione,
questi potranno essere riportati in avanti, anche qui senza limiti di tempo, e troveranno
comunque compensazione quando avr un monte massimo di deducibilit che lo
consente.
Vi sono anche altre differenze tra soggetti ires e redditi di impresa individuale, ma sono
marginali.
I SOGGETTI NON COMMERCIALI, sono quelli che non hanno come oggetto
esclusivo o principale della loro attivit, un attivit commerciale. Questi producono
potenzialmente redditi di tutte le categorie (salvo redditi da lavoro dipendente).
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E' necessario inizialmente verificare se hanno oggetto commerciale o meno, sulla base
dello statuto, dell'atto costitutivo e dell'attivit effettivamente svolta, in quanto a tal fine
non rilevante che vi sia o meno scopo di lucro, in quanto se un soggetto svolge
prestazioni di servizi o produzione di bene e se ci viene venduto ad un corrispettivo,
che pu anche non portare alla determinazione di utili, quello comunque un ente
commerciale. necessario infatti vedere il tipo di attivit e non il motivo per cui la si
tiene, in quanto le ragioni dell'attivit non incidono sulla sua natura commerciale; certe
attivit possono essere svolte a fini erogativi o di beneficenza ed essere comunque
commerciali.
Nel caso degli enti non commerciali, disciplina specifica data dagli artt 143 e ss.
L'art 143 dispone che il reddito complessivo degli enti non commerciali formato da
tutti i redditi ovunque prodotti e quale ne sia la loro qualificazione.
Regimi forfettari sono previsti per esempio per le associazioni sportive dilettantistiche,
ma sono poco rilevanti. Importante il REGIME PER GLI ENTI ASSOCIATIVI
previsto dall'art 148, per cui previsto che non si considera commerciale l'attivit
istituzionalmente svolta da questi soggetti nei confronti di partecipanti o degli
associati ed in particolare non si considerano commerciali le quote od i contributi
percepiti per la partecipazione all'ente.
Sono invece ricavi commerciali, e quindi redditi d'impresa, quelli percepiti da terzi e
quelli percepiti dagli associati dal versamento di importi per avere maggiori prestazioni
rispetto a quelli che non li pagano; si tratta dei corrispettivi ulteriori a fronte di
specifiche prestazioni. Stessa cosa vale per esempio per i partecipanti o associati
tesserati in altri circoli appartenenti alla stessa federazione. Questo principio invece non
vale per determinate categorie quali spacci o mense aziendali per esempio.
68
Tale regime speciale si applica a condizione che l'atto costitutivo sia redatto per atto
pubblico e che contenga determinate prescrizioni, altrimenti l'ente non pu essere
qualificato come non commerciale. Queste condizioni sono la presenza in statuto di:
possibilit per tutti gli associati maggiorenni di partecipare alla vita sociale e di
esercitare il diritto al voto;
Queste sono le condizioni verificate le quali possibile considerare un ente come non
commerciale.
69
All'art 149 previsto che la qualifica della non commerciabilit pu essere persa,
ci avviene se viene meno una delle condizioni suddette per modifica statutaria, e
quando per un periodo d'imposta l'ente eserciti prevalentemente attivit commerciale.
prevalenza dei costi relativi ad attivit non istituzionali, rispetto a tutte le altre spese
inerenti all'attivit istituzionale.
I Soggetti Non commerciali, producono redditi imponibili solo per i redditi prodotti in
Italia, es. dalla partecipazione in societ residenti o redditi fondiari.
Unica differenza con i residenti che sono soggetti ad imposta solo per i redditi prodotti
in Italia.
70
personale: se in Italia presente un soggetto che rappresenti il non residente e che
abbia potere di concludere contratti in suo nome; non si ha quindi quando vi un
semplice procacciatore d'affari che sottopone contratti alla casa madre.
Lezione 30/11
Si tratta questa di una grande innovazione, in quanto fino alla legge del 1997 che l'ha
introdotta, tale concetto si ricavava dall'esame delle convenzioni internazionali contro la
doppia imposizione e nella cd convenzione modello dell'OCSE e nell'interpretazione
che lo stesso aveva fornito di essa, in quanto il legislatore interno non la disciplinava.
La stabile organizzazione era presa in considerazione dalle convenzioni internazionali, a
volte per risolvere potenziali conflitti, stabilendo chi tra due stati debba esercitare la
potest impositiva per fattispecie con elementi comuni ai due ordinamenti; essendo
possibile tassare le stabili organizzazioni, le convenzioni stabilivano cosa erano,
facendo spesso riferimento alla convenzione modello. Da ci si ricavava cosa fosse
per l'ordinamento interno, finch nel 1997 stata introdotta la definizione di stabile
organizzazione domestica.
Problema si presenta in caso di contrasto tra la definizione prevista dalla norma interna
e quella della convenzione applicabile alla stessa fattispecie concreta. Per risolvere tale
conflitto si debbono seguire due principi:
specialit: convenzione speciale rispetto alla norma interna perch riguarda quello
specifico tipo di organizzazione
71
norma pi favorevole: nel caso di conflitto tra norma interne e convenzionali
prevale quella pi favorevole; quindi qualora in forza del principio di specialit
dovessimo applicare la definizione convenzionale, ma quella interna sarebbe pi
favorevole, prevarr comunque quest'ultima.
Per aversi stabile organizzazione occorre quindi che nello Stato venga svolta una
attivit che dia profitti; in tale caso ricavi e costi che sostiene sono imponibili nel
territorio dello stato. Si dovrebbe parlare pi propriamente di costi e ricavi che sostiene
la casa madre perch la stabile organizzazione un centro di imputazione e non un
soggetto; infatti se avessi una subsidary, gli utili per arrivare alla casa madre devono
essere distribuiti (scontrandosi con problema doppia imposizione); con una stabile
organizzazione invece si tratta di redditi propri della casa madre.
Non si considera SOP il fatto che il soggetto non residente eserciti un'attivit nello stato
per mezzo di un intermediario con uno status indipendente che agisca nell'esercizio
della sua normale attivit (es. mediatore, broker).
72
una stabile organizzazione possono produrre redditi diversi da quello d'impresa; quindi
per es. se un'impresa estera ha in Italia un ufficio di rappresentanza, pagher l'IRES
come reddito fondiario.
Il consolidato consente di dal luogo alla somma algebrica degli imponibili e delle
perdite da parte di pi soggetti appartenenti al medesimo gruppo societario
determinando per effetto di ci un unico debito d'imposta.
Il consolidato nasce come correttivo ad uno svantaggio che deriva alle imprese
dall'applicazione del regime PEX.
Infatti ipotizzando che l'impresa abbia una partecipazione di controllo, o comunque una
partecipazione immobilizzata, ci determina l'irrilevanza delle plusvalenze e dei
dividendi, ma anche l'irrilevanza dei componenti negativi (infatti se perdite e
minusvalenze, non possono essere detratte). Tuttavia sui componenti positivi si ha una
tassazione sul 5% mentre i componenti negativi sono interamente indeducibili.
Per evitare che le imprese siano portate a comportamenti border-line (es. attraverso
fatture gonfiate per travaso di utili) la legge consente su opzione di poter istituire il
regime del consolidamento.
Es. controllante ha utile di 100, controllata perdita di 80; se entrambe optano per il
consolidamento, la controllante far un'unica dichiarazione in cui utili e perdite delle
due societ, trovano compensazione.
73
Il CONSOLIDAMENTO DOMESTICO riguarda soggetti controllati situati nel
territorio dello stato, compresa la stabile organizzazione di un soggetto non residente,
che pu essere controllante ma non controllata (altrimenti verrebbe meno il fatto che
tutti siano residenti).
Regola generale vuole che il risultato economico si consolidi per intero; quindi
nell'ipotesi in cui A abbia il 51% B, che ha una perdita di 500, A consolider tutti i 500.
Per la perdita potr essere porta a nuovo e compensata e quindi ai soci di minoranza
potrebbe non andar bene la cosa perch cos se B produrr utili potrebbero essere tassati
in caso non andassero pi nel consolidato. Per eliminare la distorsione il legislatore ha
introdotto gli accordi di consolidamento (tra controllata e controllante quindi), con cui
lo svantaggio pu essere compensato in danaro. A tal fine si vede il massimo risparmio
fiscale che il socio di minoranza di B avrebbe potuto conseguire se la perdita fosse
rimasta a carico della societ; si calcola a tal fine il 49% di 500 (perdite e percentuali
dell'esempio precedente), ed a ci applico il 27,5% e si trova la somma da restituire che
torna alla controllata e non fiscalmente tassabile ( irrilevante anche per la
controllante); tale somma potr essere distribuita a tutti i soci, compresa la controllante
stessa.
74
Altro regime con le stesse finalit quello del CONSOLIDATO MONDIALE, che
utilizzabile dalle multinazionali residenti.
Risponde allo stesso problema trattato per il consolidato nazionale; tuttavia questo caso
l'opzione ha durata di 5 anni ed inoltre vige il principio or in or out, ci sta a
significare che o il consolidato viene adottato da tutte le controllate o da nessuna, ci
per evirare che si sottragga dal consolidamento una societ che produce utili in un
paradiso fiscale dove non sconterebbe imposizione, infatti se si potesse scegliere, vi
sarebbe la tendenza a consolidare solo le imprese che pagano imposte in paesi con
imposizione pi elevata o si potrebbe consolidare solo i bilanci delle controllate con
perdite che consentono di abbattere l'utile in Italia. Tale problema non si pone con il
consolidato domestico il problema non si pone perch la controllata esclusa paga in ogni
caso imposte in Italia; nel consolidato mondiale invece si deve si deve considerare che
ci si rapporta con soggetti in altri ordinamenti che potrebbero portare a valutazioni di
convenienza.
Altra differenza rispetto al consolidato domestico si ha nel fatto che nel mondiale il
consolidamento avviene pro quota; quindi non si pone il problema degli accordi di
consolidamento.
Tali regimi risolvono il problema di dare rilievo alle perdite delle partecipate; si
sottolinea che sempre necessario il rapporto di controllo. Se non si ha rapporto di
controllo su pu adottare il REGIME DI TRASPARENZA OPZIONALE, che
consente la compensazione tra utili e perdite nei casi in cui non si pu optare per il
consolidato ma che il legislatore considera comunque neutrali.
Tale regime regolato dall'art 115 TUIR che prevede un sistema simile a quello
adottato dalle societ di persone. Es. la societ di capitali A residente ha il 50% di B,
anch'essa societ di capitali residente; A e B possono optare per la trasparenza fiscale in
modo tale che l'utile prodotto da A trovi compensazione con gli utili o le perdite di B.
L''assenza di controllo
75
soggetti societ di capitali residenti
partecipazione non deve essere inferiore al 10% (e non maggiore del 50%, se no
si avrebbe controllo)
In questo modo gli utili delle societ vengono imputati proporzionalmente ai soci,
allo stesso modo in cui avviene per le societ di persone, dove il regime naturale,
mentre qui derogatorio a quello generale.
L'opzione viene fatta prima dell'inizio del periodo in cui tale regime avr effetto, cos
come deve avvenire per la scelta di adottare il consolidato; inoltre l'opzione ha durata
triennale.
Ulteriore regime di opzionale di trasparenza per le sole SRL con numero di soci
persone fisiche non superiore a 10 (20 se srl di tipo cooperativo) dato
dall'OPZIONE PER SOCIETA' A RISTRETTA BASE PROPRIETARIA.
Il legislatore nell'introduzione di tale regime ha riflettuto sul fatto che tra una srl con 4
soci ed una snc a 4 soci, non vi di fatto differenza sulla modalit di gestione; e se non
si differenzia il regime fiscale di una snc da quello di una sas non c' motivo di
discriminare le srl, per cui si consente alle srl con max 10 soci, di beneficiare dello
stesso regime di trasparenza di cui beneficiano le societ di persone.
Se il regime di trasparenza opzionale consente di godere dei benefici del consolidato pur
in assenza di controllo, in questo caso il regime opzionale ha una ratio diversa; infatti
qui la scelta del legislatore sta nell'eguagliare il regime delle SRL a quello delle societ
di persone, pertanto si avr lo stesso risultato su basi di diverse.
76
Possono beneficiare di tale opzione solo le srl con volume d'affari non superiore a
quello per l'applicazione degli studi di settore, ad oggi pari a 5164000.
Lezione 3/12
Nell'IVA, imposta sul valore aggiunto, necessario distinguere tra:
soggetto inciso: chi ne sopporta l'onere economico, quindi il consumatore finale
soggetto percosso: cio chi lo deve versare, quindi in tale caso chi realizza il
presupposto d'imposta.
Es. Alfa vende a Beta un bene che ha costruito a 100; Alfa sar obbligato a gravare il
prezzo di un importo corrispondente all'IVA, quindi totale sar 120 (se iva 20%). Beta
acquista quindi il bene a 120, e lo rivende a 300, in realt 360 con iva.
Alfa dovr prendere i 20 percepiti da Beta e versarli all'erario; quindi Alfa debitore
d'imposta per l'IVA percepita; Beta prender l'iva sulle vendite, cio 60, sottrarr quella
pagata sugli acquisti, 20, e dovr quindi versare 40 all'erario. Il valore aggiunto dato da
Beta nella sua fase economica di 200 (300-100) e l'iva che deve pagare 40, cio
anche il 20% di 200; per ci si chiama imposta sul valore aggiunto, e funziona
attraverso il meccanismo dell'obbligo di rivalsa (iva sulle vendite) e del diritto di
detrazione (per l'iva sull'acquisto di beni o servizi).
L'erario incassa 20+40, ma i 20 non escono dalle casse di Alfa e i 40 non da quelle di
Beta; l'imposta la pagata chi compra da Beta che non un soggetto passivo IVA. Infatti
giuridicamente l'IVA pagata dai soggetti passivi IVA Alfa e Beta ma economicamente
grava sul consumatore finale che il soggetto inciso. Di conseguenza visto che C non
ha diritto alla detrazione, Beta non ha l'obbligo di emettergli fattura.
77
Si tratta di un'imposta giuridicamente strutturata come sulle vendite, ma
economicamente un'imposta sui consumi; infatti giuridicamente chi vende soggetto
passivo, ma inciso effettivamente il consumatore finale.
Per questo motivo l'IVA non un costo, in quanto pagandola acquisisco un credito
verso l'erario.
Da rilevare che il calcolo non avviene bene per bene, ma per massa di prodotti, quindi
irrilevante se ho venduto quel determinato prodotto.
Es. acquisto un oggetto difettoso e chiedo la restituzione del prezzo di 360 attraverso
una causa civile.
Nei rapporti tra soggetti passivi invece vi parte prezzo e parte IVA, e le questioni tra
debenza e non debenza del tributo va davanti al giudice speciale tributario.
78
avendone le caratteristiche e poi sono elencate una serie di ipotesi escluse (non si
considerano cessione di beni..)
documenta l'operazione;
Cessione di beni:
mobili: alla stipula dell'atto traslativo della propriet o del diritto reale di
godimento
79
Per entrambi i tipi di beni se antecedentemente viene pagato in tutto o in parte il
corrispettivo, andr allora ammessa fattura per quell'importo.
Chi pone in essere tali operazioni ha crediti per IVA sugli acquisti ma non ha debiti per
IVA ed quindi creditore nei confronti dell'erario; non si tratta di una situazione
ottimale per un imprenditore in quanto ha pagato i 20 ma non gli rientrano in quanto
ha diritto di rivalsa 0, e dovrebbe aspettare che tale cifra gli rientri dall'erario, avendo
quindi un onere finanziario su tale cifra. Per questo motivo prevista la possibilit per
chi fa strutturalmente operazioni non imponibili, es. esportatore abituale, di acquistare
senza l'applicazione dell'imposta
ESENTI: come quelle non imponibili si caratterizzano per obbligare chi le rende ad
emettere fattura 0 rated, si tratta di operazioni che rientrano nel presupposto
d'imposta, ma che a differenza di quelle non imponibili non fanno mantenere diritto alla
detrazione dell'IVA assolta sugli acquisti.
80
Gli operatori che pongono in essere operazioni esenti di fatto sono sostanzialmente
equiparati al consumatore finale; es. ne sono le prestazioni mediche,
Lezione 7/12/2012
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Si applica l'IVA sulle:
82
essere rilevante per la fiscalit italiana, ma dovrebbe aversi imposizione secondo le
regole francesi.
Il regime attualmente in vigore quello della tassazione nel paese di destinazione nei
rapporti tra i soggetti passivi IVA, e quello della tassazione nel paese di origine se
acquirente consumatore finale; si differenzia quindi il cd B2B (business to business
che porta alla tassazione nel paese di destinazione) e il B2C (business to consumer, che
porta alla tassazione nel paese di origine).
Come si detto il sistema della tassazione nel paese di destinazione presenta dei
problemi applicativi; quando vi erano le frontiere le cose erano pi semplici, in quanto
si esportava il bene, e quindi si trattava di un'operazione irrilevante per il fisco italiano,
e chi lo acquistava importava e pagava l'IVA in dogana nel suo paese secondo le proprie
regole. Applicando tale sistema invece il cedente italiano dovrebbe emettere fattura
secondo le regole tedesche, in realt nelle operazioni intracomunitarie TRA
SOGGETTI PASSIVI IVA abbiamo un rovesciamento e la cessione del bene o
servizio non IMPONIBILE ma lo L'ACQUISTO; il cd MECCANISMO DEL
REVERSE CHARGE.
Il venditore italiano emette una fattura in regime di non imponibilit (fattura con
aliquota iva 0), l'acquirente estero riceve la fattura in regime di non imponibilit ed
emette a se stesso una fattura applicando l'IVA prevista dal suo regime, andando a
registrare la stessa fattura sia tra le operazioni che danno luogo al pagamento
dell'imposta sia tra le operazioni che danno diritto alla detrazione; l'operazione sar
quindi registrata dal soggetto passivo Iva straniero sia tra le operazioni attive, quindi un
acquisto che da luogo all'obbligo di pagamento dell'imposta, che tra quelle passive che
danno diritto alla detrazione, quindi di fatto per lui l'operazione irrilevante, per
quando il soggetto passivo Iva estero andr a vendere al consumatore il bene sar
gravato da Iva del suo paese.
83
Diverso il caso delle operazioni in cui l'ACQUIRENTE E' UN CONSUMATORE
FINALE; questi non pu emettere fattura ed inevitabile l'applicazione della
TASSAZIONE NEL PAESE D'ORIGINE, anche se questa distorsiva ed incoerente
con il tipo di tributo.
Nel caso di triangolazione diretta, quindi di bene acquistato in Italia da un tedesco che
lo rivende in Lussemburgo ed ivi avviene direttamente la spedizione dall'Italia, senza
l'ingresso in Germania, si ha la tassazione diretta nel paese di destinazione, quindi in
Lussemburgo, e nei paesi d'origine e del primo acquirente vi sono fatturazioni ad
aliquota 0, senza aversi applicazione dell'Iva nel paese del primo acquirente, quindi
non si ha applicazione n dell'Iva italiana n di quella tedesca.
La BASE IMPONIBILE IVA data dal Prezzo, cio dal corrispettivo effettivamente
pattuito tra le parti per la cessione del bene o la prestazione di servizi; non rileva il
valore in quanto non interessa al fisco se la vendita avviene sottocosto.
Ci risulta problematico quando ho operazioni rilevanti a fini Iva che non prevedono un
corrispettivo in denaro; es. estromissione di un bene dall'impresa per uso personale
dell'imprenditore; si tratta appunto di un'operazione senza corrispettivo per l'impresa,
che per rilevante in quanto un'immissione al consumo del bene e pertanto dovrei
applicare l'Iva, in tali casi corrispettivo considerato il valore normale.
Rimane il fatto che si parla di corrispettivo effettivamente pattuito tra le parti, quindi se
vendo a bene che costa 100 a 1000 non c' problema; nel caso di vendita sottocosto,
quindi se vendo ad 80, l'Iva si applica comunque su quel prezzo, ma il venditore deve
poter dimostrare il motivo per cui l'ha fatto; se non in grado di farlo, il fisco pu
presumere che il prezzo che figuri non sia quello effettivo e quindi pretendere l'imposta
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sul prezzo effettivo presunto. Da rilevare che il fisco non pu avanzare il fatto che il
bene valga x e fare pagare l'imposta su esso, ma pu invece presumere che il prezzo
effettivo sia stato un altro e pretendere imposta sulla base di esso.
Ci si basa sul fatto che in buona sostanza ricchezza della famiglia strettamente intesa,
e che tanto pi ci si allontana dal donante/decuius, tanto pi si ritiene che quel
trasferimento manifesti pi capacit contributiva, questo perch si aveva meno
aspettativa, mentre se la ricchezza rimane all'interno della famiglia, ci esprime meno
capacit contributiva.
Si tratta di un'imposta casistica, perch sono individuati gli atti per cui previsto la
registrazione obbligatoria e l'imposta relativa. previsto per gli atti traslativi della
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propriet di beni immobili un'aliquota dell'8%, per atti traslativi di beni mobili 3%, per
atti di divisione 1%, per altri atti con prestazioni patrimoniali diversi dai precedenti 3%,
ecc.
Le parti sono obbligate in solido al pagamento (nei rapporti con il fisco ci non
negoziabile, per potranno esservi accordi con efficacia tra le parti), salvo alcune
eccezioni (es. operazioni con lo Stato); una volta effettuato l'atto viene registrato.
Nel caso non venga chiesta la registrazione, avviene la registrazione d'ufficio, in quanto
si era obbligati a richiederla, e ci comporter sanzioni soggette ad esecuzione forzata.
Soggetti passivi possono essere chiunque, non essendovi alcun presupposto soggettivo.
Lezione 10/12
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TRIBUTI LOCALI-TRIBUTI
REGIONALI
Si ha distinzione tra:
La Potest di imposizione tributaria prima del 2001 (e come si detto di fatto anche
oggi) spettava esclusivamente allo Stato, in quanto non vi erano tributi istituiti dagli
enti minori; infatti l'Irap, la Tarsu, la Tia, l'Ici, l'Imu, la Cosap, sono tutti tributi istituiti
con legge statale, alcuni poi sono accertati dagli enti territoriali (es. Imu, ma non l'Irap)
che beneficiano poi sempre del gettito, e per questo sono chiamate imposta regionale, o
comunale, ecc.
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comprare una casa in Sicilia la compro in Calabria. Hanno in realt usato tale potest
solo per istituire esenzioni.
Tale sistema faceva s che la finanza erariale avesse un ruolo fondamentale, e quindi
molto distante dall'idea di federalismo. Per salvaguardare l'autonomia degli enti locali,
era loro attribuito il potere di determinare l'aliquota del tributo con regolamento
comunale, all'interno di determinati range fissati dalla legge dello Stato; al fine di
tener conto delle esigenze finanziarie di ciascun comune. Se cos non fosse stato, e tutto
fosse stato determinato dallo Stato non vi sarebbe stata autonomia; inoltre ci
responsabilizza i comuni.
Stato: che avranno competenza normativa per i tributi erariali, per i tributi dello
Stato quindi
Regioni: che avranno competenza normativa per i tributi delle Regioni, delle
Provincie, dei Comuni e delle Citt Metropolitane. Applicando questo sistema quindi,
l'IMU doveva essere istituito con legge regionale.
Doveva essere una legge con cui lo Stato rinunciava ad un gettito per devolverlo agli
enti territoriali, che per non mai stata compiuta; alla base vi anche un problema di
responsabilit degli amministratori degli enti locali che avrebbero responsabilit al
100% per ci che fanno e ci che non fanno.
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A partire dal 2001 alcune regioni hanno istituito tributi propri; es. ci avvenuto in
Sardegna per le seconde case poste ad una certa distanza dal mare, in quanto viste come
espressione di particolare agiatezza, ed in Sicilia invece per il passaggio di gasdotti.
Tuttavia la Corte Costituzionale l'ha dichiarati incostituzionali, sulla base del fatto che
le Regioni non possono istituire con legge regionale tributi propri, in quanto manca la
legge di coordinamento.
L'IRAP, imposta regionale sulle attivit produttive, istituita con legge e statale,
accertata e riscossa dallo Stato il cui gettito in parte attiva alle casse regionali.
L'Irap colpisce il valore aggiunto prodotto nella regione che si ottiene come
differenza tra valore della produzione e costo delle materie prime, dei beni intermedi e
dei canoni di locazione; ricompresi nella base imponibile gli interessi passivi ed i costi
del personale. Stesso risultato si pu ottenere, considerando il valore aggiunto come la
somma delle remunerazioni dei fattori produttivi, sommando i profitti, gli interessi
passivi, e i salari e gli stipendi.
Il principio di discriminazione qualitativa dei redditi parte da l'idea che chiunque per
es. preferirebbe avere un reddito di 100 dal possesso di obbligazioni piuttosto che di 100
da lavoro; dietro a ci parte la considerazione che non si pu discriminare i redditi solo
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in ragione del loro ammontare, in quanto a seconda del tipo di reddito che vi alla base
questo mostra diversa capacit contributiva.
L'IRAP raggiunge tale obiettivo non tenendo conto nel calcolo della base imponibile
del costo delle retribuzioni corrisposte ai dipendenti (costo sostenuto dall'impresa che
quindi non viene sottratto al valore della produzione); in questo modo detassando il
lavoro dipendente (ed il lavoro autonomo non organizzato) si voluta introdurre la
discriminazione qualitativa dei redditi.
La necessit di incentivare il ricorso a capitale di rischio proprio parte dal fatto che la
realt italiana fatta di piccole imprese, spesso sotto-capitalizzate, che per finanziarsi
ricorrono a prestiti dei soci (con diritto di restituzione, altrimenti sarebbe un
conferimento), delle banche, o degli obbligazionisti. Ci comporta che nell'ottica di un
mercato globale, le nostre imprese sono svantaggiate, in quanto un ipotetico
committente dar pi credito ad imprese pi capitalizzate.
Per disincentivare il ricorso al capitale di prestito stato previsto che gli interessi
passivi non siano deducibili a fine Irap.
Come si vede questo tributo di regionale ha solo il fatto che si tiene conto dei valori
aggiunti prodotti nelle singole regioni; pertanto se un'impresa ha stabilimenti in pi
regioni, pagher l'IRAP per ogni diversa regione.
Diversa era l'ICI, che andava a colpire solo i fabbricati e le aree fabbricabili, mentre
l'IMU colpisce tutti gli immobili ed ha quindi un presupposto pi ampio; inoltre a
differenza dell'Imu sperimentale, l'Ici detassava la prima casa.
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Soggetti passivi sono i possessori di immobili; cio: i proprietari, gli usufruttuari, i
titolari di altri diritti reale sull'immobile ed i conduttori immobiliari nell'ambito del
leasing.
Se vero che l'Imu colpisce la prima casa, contemporaneamente l'abitazione non locata
non sconta pi imposizione IRPEF; quindi il reddito da immobili non locati non pi
soggetto ad IRPEF, mentre il loro valore concorre alla formazione della base imponibile
IMU, ci al fine di evitare che il reddito figurativo dell'immobile sia tassato due volte.
Si tratta di un'imposta patrimoniale, in quanto la base imponibile data dal valore del
bene.
Sulla TIA, tariffa ambientale integrata (gi Tarsu, tassa raccolta e smaltimento rifiuti
solidi urbani, e poi Tia, tariffa d'igiene ambientale), discusso se si tratti di un'imposta
od i una tassa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Si potrebbe dire che si tratti di una tassa a fronte del quale ho un servizio, in quanto
anche se non vi posso rinunciare vi un nesso tra il tributo e la prestazione, tutta via ci
che lo mette in dubbio che non dovuta in funzione dei rifiuti prodotti, ma presunta
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sulla base della dimensione dei locali che si posseggono e che sono idonei a produrre
rifiuti. Se fosse sulla quantit prodotta si tratterebbe sicuramente di una tassa ma tale
modalit di calcolo lo fa mettere in dubbio.
Da rilevare che sono dovute anche per aree aperte idonee a produrre rifiuti, es. aree di
carico/scarico.
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