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“IL utolo originale di questo saggio & Passing and the ma- naged achievement of sex status in an “intersexed” person, part 1 (Passare e gestire tl conseguimento dello status sessuale in una persona dal “doppio sesso", parte prima), La dizione “parte prima” allude a una appendice che Garfinkel scrive al- cuni anni dopo aver completato il saggio e di cui si @ discus so nella Presentazione. Poiché nel mondo anglo-americano questo lavoro é pid) comunemente noto come Agnes dal no- me della sua protagonista, si @ qui preferito seguire questa consuetudine. In una nota di apertura, Garfinkel specifica che il suo saggio ricomprende materiali elaborati insieme allo psichiatra Robert J. Stoller. I sociologo americano non dice a quali lavori si riferisce, ma si possono vedere RJ. Stoller, H. Garfinkel € A.C. Rosen, “Passing and the maintenance of sexual identification in an intersexed patient’, Archives for General Psichiatry, 2, 1960, pp.379-84; RJ. Stoller, H. Gar- finkel © A.C. Rosen, “Psychiatric Management of intersexed patients", California Medicine, 96, 1962, 30-4. Pur lasciando inakerata la struttura complessiva e la partizione del saggio, si sono effettuati alcuni tagli sul testo per alleggerire Pargomen- tazione che in alcuni casi risultava ridondante, I tagli sono ‘comunque sempre contrassegnati con il simbolo [...] (N.d.T) 46 Ogni societa controlla rigidamente la transizione di una persona da uno status all’altro. Quando si trata di status sessuali, questi controlli sono partico- larmente rigidi e rigorosi. Le transizioni sono per- messe unicamente in occasioni altamente cerimo- niali e vengono tipicamente considerate delle va rianti “temporanee” e “giocose” di quello che la per- sona @ “realmenite”, “nonostante tutto”. Le societa esercitano cosi accurati controlli sul modo in cui si costituisce e€ muta la composizione sessuale della popolazione. Dal punto di vista delle persone che si considera- no di sesso normale, l'ambiente @ percepito come avente una composizione sessuale normale. Questa composizione é suddivisa rigorosamente nelle entita “naturali”, cioé morali, di maschio e femmina. La di- cotomia prescrive che Je persone siano “naturalmen- te”, “originariamente”, “in primo luogo”, “all’inizio”, “continuamente” e “per sempre” l'uno o Faltra. I cambiamenti nella disiribuzione di queste entitd mo- rali possono avvenire unicamente attraverso tre per- corsi legittimi: la nascita, la morte e l'emigrazione. A parte una modifica legale dell'atto di nascita non ste alcun percorso legittimo fra gli status di maschio e femmina. Anche la modifica legale é guardata con notevoli riserve dai membri della societa che danno per scontato il proprio status sessuale. 47 Agnese La composizione sessuale normativa, cio® legit ma, della popolazione, secondo la prospettiva dei membri che si considerano parte della popolazione percepita come di sesso normale, pud venire descr ta dalla seguente tabella delle probabilita di transi- zione: al momento 1 maschio —_fermmina al momento 2 maschio 10 0,0 femmina 0,0 10 Questo studio prende in esame in particolare uno dei casi relativi alle caselle normativamente proibite, in basso a sinistra o in alto a destra. Persone che ri- cadono in questi quadranti sono state studiate nei Dipartimenti di Psichiatria, Urologia e Endocrinolo- gia del Centro Medico dell’Universita della Califor- nia, dove si rivolsero per delle gravi irregolaritd ana- tomiche. In ciascun caso la transizione @ avvenuta tardi nel corso del ciclo di vita, per una scelta perso- nale pit’ o meno esplicita. Le gravi anomalie anato- miche — per esempio, il caso qui in esame @ quello di una ragazza diciannovenne cresciuta come un ra- gazzo le cui misure femminili di 38-25-38 pollici si accompagnavano a un pene e uno sctoto pienamen- te sviluppati - contraddicevano un’apparenza altri- menti appropriata al diritto che queste persone ri- vendicavano di vivere in uno degli status sessuali culturalmente stabiliti!, In ognuna di esse la transi: S "I pollice corrisponde a 2,54 centimetti, le misure di Agnese erano quindi 96-63-96 (N.d.7) 48 Harold Garfinkel zione era accompagnata dall’accettazione di una vi- sione dicotomica della composizione sessuale in cui ripetevano di riconoscersi. Tale insistenza non era accompagnata da difetti psichici clinicamente rile- vanti. Queste persone si differenziavano, per molti aspetti interessanti, dai travestiti, dai transessuali ¢ dagli omosessuali2 In ciascun caso la persona era riuscita a ottenere il diritto di vivere nello status sessuale prescelto operando con Ja convinzione realistica che rivelare il proprio segreto avrebbe portato a una rovina rapida € certa, sotto forma di degradazione di status, trau- ma psicologico e perdita di vantaggi materiali. Ognuna si poneva il costante compito pratico di ot- tenere i] diritto di essere trattata e di trattare gli altri secondo le prerogative predefinite dello status ses- suale scelto, Queste persone si giovavano della loro notevole consapevolezza e della loro non comune conoscenza dell’organizzazione e del funzionamento delle strutture sociali le quali, per coloro che poteva- no dare per scontato il proprio status sessuale, era- no sfondi abitudinari «visti ma non presi in conside- ? Garfinkel si riferisce qui al fatto che Agnese ritiene di non poter- essere accomunata né agli omosessuali, né ai transessuali. In un saggio collaborativo precedente, questa affermazione @ spiegata facendo riferimento al fatto che Videntificazione di Agnese con il ruolo femminile non aveva quel carattere “caricaturale”, “grossolano” e perfino “ostile” che la letteratura medica del tempo attribuiva ai travestiti 0 agli uomini che si rivolgevano ai medici per un cambiamento di sesso, cfr. R, J. Stoller, H. Garfinkel, A. C. Rosen, cit. 1960, p. 380 (N.d.T). 49 Agnese razione», Avevano anche eccellenti abilita nella ma- nipolazione interpersonale. La loro conoscenza e le loro abilita relazionali, pur principalmente di tipo strumentale, non erano esclusivamente tali, [...] Nella vita di queste persone I’attivita e le occasio- ni socialmente strutturate per garantirsi il diritto a vere nello status sessuale prescelto resistevano osti- natamente ai loro tentativi di rendere normale e€ contato lo scorrere della vita quotidiana. Questa re- sistenza é indice dell’onnipresente rilevanza dello status sessuale nelle faccende quotidiane come uno sfondo invariabile, ma trascurato, nella trama delle priorita delle mutevoli scene della vita ordinaria. L’e- sperienza di queste persone dal doppio sesso con- sente di vagliare queste priorita di sfondo che altri- menti vengono facilmente trascurate 0 sono difficili da cogliere a causa del loro carattere di routine e del loro essere cosi radicate nei nostri scenari da es- sere semplicemente “Ii” ¢ date per scontate In questo saggio mi limiter6 all’esame di un sin- golo caso. Vorrei descrivere che cosa aveva specifi- camente da nascondere questa persona, la rilevanza strutturale dei suoi segreti, le situazioni di crisi so- cialmente strutturate, le strategie di gestione e giusti- ficazione che impiegava, e Pimportanza di queste considerazioni laddove si voglia discutere delle tuazioni pratiche come fenomeno sociologico. Il caso di Agnese NelPottobre del 1958 Agnese fece la sua compar- sa nel Dipartimento di Psichiatria dell'UCLA, dove 50 Harold Garfinkel prestava servizio il dottor Robert J. Stoller, al quale Agnese si cra rivolta su consiglio di un medico pri- vato di Los Angeles, dal quale a sua volta era andata su consiglio del suo medico di famiglia, nella sua citta natale, Northwestern City. Agnese era una di- ciannovenne nubile, bianca, che all’epoca si guada- gnava da vivere autonomamente lavorando come dattilografa per una compagnia d’assicurazione loca- le. Suo padre era un macchinista, morto quando era bambina. La madre aveva cresciuto quattro figli, dei quali Agnese era la minore, facendo lavori occasio- nali e semiqualificati in una fabbrica di aereonautica. Agnese disse di essere stata cresciuta da cattolica, ma di non aver fatto la comunione negli ultimi tre anni. Di sé diceva di non credere pidi in Dio L’aspetto di Agnese era convincentemente femmi- nile. [...] Aveva dei bei capelli lunghi biondo scuro, un viso giovane dai lineamenti graziosi, una carna- gione rosea, nessuna peluria sul volto, sopracciglia curate € nessun trucco a parte il rossetto. All’epoca del suo arrivo indossava un maglione aderente che ne sottolineava le spalle esili, i seni abbondanti ¢ la vita sottile. 1 piedi e le mani non avevano niente di insolito, anche se erano un po’ grandi per essere quelli di una donna. Il modo in cui vestiva abitual- mente non la distingueva da una tipica ragazza della sua eta e della sua classe sociale. Non c’era nulla di appariscente 0 esibizionistico nel suo abbigliamento, né Cerano indizi di cattivo gusto o che si trovasse a disagio nei suoi panni, come invece si nota tanto spesso nei travestiti e nelle donne con disturbi d’i- dentificazione sessuale. La sua voce, dal tono alto, era dolce e la sua dizione aveva occasionalmente 51 Agnese una pronuncia blesa, simile a quella affettata dagli omosessuali di apparenza effeminata. I suoi modi erano propriamente femminili, con una leggera gof- faggine tipica della media adolescenza. T particolari delle sue caratteristiche mediche, fisi- che ed endocrinologiche sono descritti altrove?. [...1 Una laparotomia addominale e un’ispezione pelvica e surrenale eseguite due anni prima del suo arrivo al- TUCLA non avevano rilevato utero o ovaie, né alcun residuo di organi femminili, né una massa di tessuto anomala nell’addome, nell’area retroperitoneale o nel bacino. Una biopsia testicolare bilaterale aveva mo- strato una certa atrofia dei testicoli. Un gran numero di esami di laboratorio sul sangue e sull’urina, oltre a una radiografia del cranio e del torace, avevano tutti dato risultati nella norma. Una citodiagnosi boccale ¢ una biopsia cutanea avevano rivelato uno schema negativo (maschile) della cromatina. Da una citodi gnosi dell'uretra erano emersi alcuni indizi di cornei- ficazione cellulare che denotavano un livello mode- ratamente alto di attivita ormonale femminile. Agnese era di nascita un ragazzo con genitali ma- schili di aspetto normale. Sul certificato di nascita era indicato il sesso maschile e le era stato dato un nome maschile. Fino all’eta di diciassette anni fu no- ta a tutti come un ragazzo. Nella biografia che ci ha fornito nel corso di molte ore di conversazione, 3 A.D. Schwabe, D.H. Solomon, R.J. Stoller, J.P. Burnham, “Pubertal Feminization in a Genetic Male with Testicular Atrophy and Normal Urinary Gonadotropin”, Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, 22, 8, 1962, pp. 839-45. 52 Harold Garfinkel Agnese riferi costantemente e insistentemente di aver sempre interpretato male il ruolo maschile. [ suoi racconti esageravano le prove della sua femmi nilita naturale e sopprimevano quelle della sua ma scolinita. I caratteri sessuali femminili secondari si svilupparono con la puberta. Secondo il suo raccon- to gli anni della scuola media furono perlomeno tol- lerabili mentre i tre anni della scuola superiore furo- no terribilmente logoranti. All’eta di diciassette anni, alla fine del penultimo anno delle superiori si rifiuto di portare a termine gli studi, Questo accadeva nel giugno del 1956. Dopo aver fatto molti piani, prove e diete per, spiega Agnese, “rendermi carina”, essa lasci6 la sua citta natale nell’agosto del 1956 per tra- scorrere un mese da una nonna a Midwest City. Alla fine di quel mese, secondo i piani, abbandoné la ca- sa della nonna senza lasciare alcun recapito e, in un albergo del centro, assunse un aspetto femminile sperando di trovare un lavoro in quella citta. Per va- rie ragioni non se la senti di rimanere a Midwest City e, anzi, tornd a casa la sera stessa del cambiamento dopo aver telefonato alla madre. Nell'’autunno del 1956 entrd in un ospedale della sua cittd per alcuni esami e la laparotomia che fu eseguita sotto la su- pervisione del suo medico di famiglia. Nell’autunno del 1956 e dopo il ricovero ospedaliero continud la sua formazione scolastica con l’aiuto di un insegnan- te privato ottenuto grazie a un accordo della madre con le autorita scolastiche. Agnese avvertiva questa situazione come una restrizione ingiustificata. Nel di- cembre 1956 Pinsegnante privato fu licenziato e Agnese trové un posto da dattilografa in una piccola fabbrica alla periferia della citta. Continud questo la- 53 Agnese voro fino all’agosto 1957 quando, insieme a delle amiche, si trasferi a Los Angeles. Viveva a Long Bea- ch con un’amica lavorando in centro presso una pic- cola compagnia di assicurazione. Nel dicembre 1957 lei e la sua compagna di casa si trasferirono nel cen- tro di Los Angeles “per essere vicine al lavoro”. Nel febbraio 1958 conobbe Bill, il suo ragazzo, ¢ nell’a- prile 1958 si trasferi nella San Fernando Valley per essergli pidi vicina. Aveva lasciato il lavoro nel marzo 1958 e all'epoca del trasloco era disoccupata, Dopo una serie di crisi con il suo ragazzo tomé alla sua citta natale nelaprile 1958, per vedere il suo dottore e ottenere una lettera che “spiegasse” la sua condi- zione al ragazzo. Il dottore deliberatamente scrisse la lettera in maniera generica per nascondere la vera natura delle difficolta di Agnese. Il ragazzo la ritenne soddisfacente solo per un po’, fintanto che le sue crescenti richieste di rapporti sessuali e i suoi pro- getti di matrimonio, rifiutati da Agnese, condussero a un'ulteriore serie di litigi sempre pit gravi. Nel giu- gno 1958 Agnese riveld la sua vera condizione al suo tagazzo é la relazione continud su quella base. Nel novembre 1958 Agnese venne per la prima volta all'UCLA; dal quel momento e fino all’agosto 1959 essa fu invitata a tenere regolari colloqui settimanali. Nel marzo di quell’anno fu eseguita al? UCLA un’o- perazione di castrazione nella quale fu asportata la pelle del pene e dello scroto, furono amputati il pe- ne ¢ i testicoli, e la pelle del pene amputato fu uti- lizzata per costruire una vagina le cui labbra furono ricostruite utilizzando la pelle dello scroto. Durante questo periodo Agnese fu visitata rego- larmente dal dottor Robert J. Stoller, psichiatra e ps 54 Harold Garfinkel canalista, dal dottor Alexander Rosen, psicologo, e da me. Le circa trentacinque ore di conversazione che io ebbi con lei furono registrate; le osservazioni di questo saggio si basano sulle trascrizioni di que- sto materiale e su materiali raccolti da Stoller e Ro- sen con cui collaborai. Agnese, la femmina naturale e normale Agnese aveva una costante preoccupazione prati- ca, quella di essere competente come persona di sesso femminile. La natura delle sue inquietudini e la prospettiva per incongruenza (perspective by in- congruity) che tale costante preoccupazione pone al “senso comune” ci permettono di descrivere, almeno preliminarmente, le strane caratteristiche che la po- polazione dotata di una connotazione sessuale legit- tima considera oggettive dal punto di vista di perso- ne in grado di dare per scontato il proprio status sessuale normale. I] mondo degli individui sessuati viene percepito da queste persone come popolato di maschi naturali, femmine naturali, e persone in con- trasto morale con essi, cioé incompetenti, criminali, malati e peccatori. [... Quello che segue @ un elenco preliminare delle proprieta delle persone «sessuate naturalmente, nor- malmente+ in quanto oggetti culturali. Intese come delle parafrasi antropologiche delle credenze di tali persone, queste proprieta vanno lette con l'uso del prefisso invariabile «dal punto di vista di un membro adulto della nostra societa, ...» (cosi come riportato nelle prime due proprieta) 55 Agnese 1. Dal punto di vista di un membro adulto della nostra societa, l'ambiente delle “persone sessuate normalmente” @ percepito come popolato da due ¢ soltanto due sessi, “maschio” e “femmina” 2. Dal punto di vista di un membro adulto della nostra societa, la popolazione delle persone normali @ divisa moralmente in due. [...] Questa divisione non é decisa da fatti biologici, medici, urologici, so- ciologici, psichiatrici o psicologici. La questione ¢el- la sua esistenza é decisa invece considerando sia la probabilita che 'adeguamento a questo ordinamento legittimo possa essere ottenuto con la forza, sia le condizioni che determinano tale probabilita 3. Il membro adulto include se stesso in questo ambiente e considera se stesso come appartenente all'una o all’altra meta, non solo in quanto cid @ con- dizione del rispetto di sé, ma anche in quanto si trat- ta di una condizione per cui pud esercitare abitual- mente il suo diritto di vivere al riparo da eccessivi ri- schi e interferenze da parte degli altri. 4, 1 membri della popolazione normale, che sono i membri in buona fede di tale popolazione, sono, sono sempre stati e saranno sempre essenzialmente, originariamente, in primo luogo, una volta per tutte, in ultima analisi, “maschi” o “femmine”. 5. Certi caratteri sono considerati dai normali es- senziali per la loro funzione identificatoria*, mentre 4 Per esempio, quando le autorita amministrative di Midwest City, dove Agnese era nata, rifiutarono di accoglie~ re la sua richiesta di un cambiamento del certificato di nasci- ta, pensavano che “in ultima analisi” la sua capacit’ di svol- gere la funzione riproduttiva maschile ne stabiliva il sesso, 56 Harold Garfinkel altre qualita, azioni, relazioni ecc. sono trattate come transeunti, temporanee, accidentali, occasionali ecc Per i normali il possesso di un pene da parte dei maschi e di una vagina da parte delle femmine sono caratteri essenziali. Sentimenti, attivita, obblighi di appartenenza ecc. appropriati sono attribuiti alle persone che possiedono un pene o una vagina. (Tuttavia il possesso di un pene o di una vagina co- me evento biologico va distinto dal possesso dell’u- no o dell’altra o di entrambi come evento culturale. Ci soffermeremo in seguito sulla differenza fra peni © vagine biologici e culturali come prove della “ses- sualita naturale” utilizzate socialmente). 6. I nuovi membri sono riconosciuti come maschi © femmine dai normali non solo alla loro prima ap- parizione, per esempio il neonato, ma anche prima. Il riconoscimento si estende a tutti gli antenati e alla posterita, e non viene modificato dalla morte del membro. [...] 7. Per i normali, la presenza nell’ambiente di og- getti sessuati ha le caratteristiche di un “fatto natura- le”. [...] Percid il membro in buona fede della nostra societa, nell'ambito di cid che accetta e si aspetta che gli altri accettino come convinzioni sui “fatti na- turali” relativi alla distribuzione delle persone ses- suate nella societa, trova strane le affermazioni di scienze come la zoologia, la biologia e la psichiatria Queste scienze sostengono che le decisioni sul sesso sono questioni problematiche. Il normale ritiene strano e difficile prestar fede all’idea “scientifica” che caratteri sia maschili che femminili siano distribuiti fra le persone, 0 a una procedura che decide la ses- sualita sommando elenchi di caratteri maschili e 57 Agnese femminili ¢ utilizzando P'eccedenza come criterio per attribuire il sesso, o alla prassi di utilizzare i primi tre anni di formazione per decidere la sessualit, o al- lanticipazione dell’eventualita che esistano nella vita reale maschi con la vagina e femmine con il pene. Questo modo di vedere “di senso comune” non si limita solo all’opinione non professionale. Per esempio, un membro autorevole di un eminente di- partimento di psichiatria statunitense osservd, dopo aver sentito il racconto di questo caso: «non vedo perché ci debba essere tanto interesse per questi ca- si. Dopo tutto @ una eventualita rarissima. Queste persone sono in fondo una bizzarria della natura. Non avremmo potuto chiedere una formulazione pit di senso comune. Una misura dell'ampiezza dell’a- desione dei membri all’ordine normale dei tipi ses- suali potrebbe essere data dalla riluttanza ad accredi- tare una caratterizzazione che si discostasse dai “fatti naturali della vita”, Come vedremo in seguito, in molti modi diversi Agnese ha insegnato anche a noi, sebbene involontariamente, i] carattere istituzional- mente motivato di questa riluttanza. Ho sottolineato pit volte che, per il membro in buona fede, “normale” significa “conforme alla con- suetudine”. La caratterizzazione sessuale come fatto naturale della vita significa quindi caratterizzazione sessuale come fatto naturale e morale della vita. Per- cid la disponibilita di un membro a considerare la caratterizzazione sessuale normale come un oggetto di interesse teorico richiede che, nel decidere per suo conto la vera natura delle persone sessuate, egli sospenda la rilevanza delle proprie situazioni prati- che istituzionalmente abituali. Scopriamo perd che il 58 Harold Garfinkel membro normale non trata la caratterizzazione ses- suale, sua € degli altri, come una questione di inte- resse puramente teorico, mentre questo é in linea di principio il limite del nostro interesse scientifico per il fenomeno, nella nostra come in altre scienze. |. 8. Dal punto di vista del membro normale, se si esamina la popolazione delle persone sessuate a un tempo dato, contando la presenza di maschi e fem- mine, e la si esamina di nuovo successivamente, non sara avvenuto alcuno spostamento da uno status sessuale allaltro tranne quelli permessi ritualmente. La nostra societa proibisce gli spostamenti volon- tari o casuali da uno status sessuale all’altro. Impone che tali spostamenti siano accompagnati da quei controlli ben noti, che accompagnano la mascherata, il gioco, la condotta nelle feste, il comportamento convenzionale, lo spionaggio, ecc. Questi cambia- menti sono considerati, sia da chi li pone in essere che da chi li osserva, come limitati dall’orologio oltre che dall'occasione € dalle circostanze. Ci si aspetta che la persona “smetta di recitare, dopo il gioco”. Tornando a casa dopo la festa si pud ricordare alla persona che la festa “é finita” e che dovrebbe com- portarsi come la persona che “é realmente”. Questi avvertimenti, come “primo fronte del controllo socia- le”, costituiscono delle sanzioni in cui € molto co- mune imbattersi, attraverso le quali si ricorda alle persone di comportarsi in conformita agli atteggia~ menti attesi, alle apparenze, alle affiliazioni, al modo. di vestire, allo stile di vita, alla condotta di vita, ecc. assegnati dalle principali istituzioni. Nella nostra so- cieta tali istituzioni riguarcano soprattutto il mondo del lavoro e i rapporti di parentela con i rispettivi 59 Agnese status obbligatori attesi. La loro importanza sta in questo: una persona é tenuta a comportarsi in conformita ad esse indipendentemente dai suoi desi- deri, cioé “che le piaccia 0 no”. Dal punto di vista del normale, i cambiamenti nella composizione della popolazione possono seguire solo le vie della nasci- ta, della morte e dell’emigrazione. Agnese sapeva bene di aver percorso una via al- ternativa, che era percorsa con frequenza trascurabile, e che il cambiamento poteva essere punito duramen- te, Come Agnese, il normale sa che ci sono persone che cambiano ma egli, come lei, considera tali perso- ne eccentriche, stravaganti o bizzarre. Tipicamente considera il cambiamento st ire” pretende una punizione o delle cure mediche. Agne- se non si discostava da questo punto di vista®, sebbe- ne il suo sesso dipendesse per lei da una scelta voluta fra alternative disponibili. Questa conoscenza si ac- compagnava all'onerosa necesita di una giustificazio- ne: la scelta consisteva allora nel decidere di vivere come la persona normalmente sessuata che era sem- pre stata. [...] Agnese era convinta che non ci fossero molte persone a cui avrebbe potuto dire cosa aveva fatto e che “avrebbero veramente capito”. Percid quello che 5 Per poter confrontare Agnese coi normali c’é bisogno di ulteriori informazioni rispetto alla possibilita che essi ac- cettino pitt di lei idea di una scelta volontaria. Molte per- sone comuni a cui fu riferito il suo caso espressero, per esempio, una considerevole simpatia che attribuivano al fatto che pensavano che Agnese avrebbe dovuto avere la possibilita di scegliere, 60 Harold Garfinkel sarebbe altrimenti stato un importante modo di ve- dere le cose comune anche agli altri, aveva per Agnese un carattere problematico che non ha per i normali ~ e cio’. in relazione alla dicotomia dei tipi sessuali, Agnese non poteva assumere che le sue cir- costanze sarebbero apparse in modo pit o meno identico a come ‘e apparivano anche a chi interagiva con lei qualora si fossero scambiati le parti. [...] 9. Nell'ambiente culturale delle persone sessuate normalmente, i maschi hanno il pene e le femmine la vagina. Dal punto di vista di un membro normale, in tutti i casi in cui ci sono maschi con la vagina 0 femmine con il pene, ci sono delle persone che, per quanto difficili da classificare, devono essere classifi- cabili in linea di principio e devono appartenere a un campo o all’atro. [...] 10. Il fatto che Agnese potesse sostenere di ap- partenere alla popolazione naturale delle persone sessuate, anche se prima dell’operazione era una femmina con il pene e dopo l’operazione era una femmina con una vagina artificiale, indica un’altra proprieta importante delle persone sessuate natural- mente. Quando paragoniamo le opinioni di Agnese non solo a quelle dei normali ma anche a cid che essi pensano delle persone i cui genitali cambiano aspetto o subiscono dei danni o vanno perduti per un motivo o per un altro — per Peta, per una malat- tia, per un incidente o per un intervento chirurgico — osserviamo che cid su cui sia i normali che Agnese insistono non @ semplicemente il possesso della va- gina (esaminiamo adesso soltanto il caso della fem- mina normale, ma un argomento speculare vale per i maschi). Affermano che deve esistere o una vagina 61 Agnese naturale o una vagina che avrebbe dovuto esserci tutto il tempo, cioe affermano il possesso /egittimo. E la vagina posseduta legittimamente che & oggetto di interesse, @ la vagina a cut la persona ba diritto. Sebbene la “natura” sia un titolo di acquisizione in buona fede e preferibile, anche l'intervento dei chi- rurghi lo @ se pone riparo a un errore della natura, cioe se opera per fornire »quello che la natura inten- deva che ci fosses. Non proprio questa vagina, ma proprio questa vagina come istanza particolare della cosa vera. Allo stesso modo in cui per un membro dj una comunita linguistica un'espressione linguistica @ un caso di una parola-nella-lingua, o per un gioca- tore una mossa @ una mossa-nel-gioco, i genitali che servono al membro normale come segni di normale appartenenza sessuale consistono di peni-e-vagine- nell'ordine-morale-delle-persone-sessuate |...] Le esperienze di Agnese con una cugina, la co- gnata e una zia possono gettare luce su questa pro- prieta. Parlando di quella che caratterizzava come la “gelosia” di sua cugina allorché, un conoscente del fratello di Agnese incontrandole entrambe per la pri- ma volta, espresse una preferenza per quest'ultima, Agnese osservava che l'atteggiamento di sua cugina, comprensivo prima del viaggio a Midwest City, era successivamente mutato in forte disapprovazione Agnese sentiva di essere vista dalla cugina come una finta donna invece di una donna vera. Agnese dice- va che sua cugina la vedeva come una rivale. (La ri- valiti descritta era reciproca, perché Agnese diceva che le era difficile “togliersela dalla testa”). Lo stesso accadeva per la cognata di Agnese, il cui atteggia- mento di moderata disapprovazione era diventato 62 Harola Garfinret aperta ostilita dopo il viaggio a Midwest City, Agne- se attribuiva questo cambiamento al risentimento della cognata per il fatto che Agnese non era una persona che potesse fare da termine di confronto ri guardo alla corretta condotta domestica e coniugale. In confronto a queste rivali, Agnese raccontava del grande cambiamento dell’'anziana zia che aveva ac- compagnato sua madre a Los Angeles per prendersi cura di lei durante la convalescenza post-operatoria, Agnese descriveva la zia come una femmina naturale al di la di ogni dubbio. La zia, secondo Agnese, ri- fletteva l'atteggiamento degli altri membri della fami- glia. Questo atteggiamento era di generale accetta- zione prima del viaggio a Midwest City, di cos zione e severa disapprovazione dopo il ritorno, di sollievo, accettazione e riconoscimento del suo esse- re una “vera femmina dopo tutto” (citazione di ‘Agnese delle osservazioni della zia), dopo opera- zione e nel periodo delle nostre conversazioni quan- do la zia era a Los Angeles. fl punto importante & che in ciascun caso l’oggetto dell’interesse non era il possesso del pene o della vagina artificiale ma, nel caso della cugina e della cognata, il pene pareva contraddire la pretesa di Agnese, evidente dal resto del suo aspetto, di possedere la cosa vera. Nel caso della zia, sebbene fosse artificiale, la vagina era non- dimeno un caso particolare di cosa vera perché ap- pariva adesso come qualcosa a cui Agnese aveva sempre avuto diritto, Sia la zia che la madre erano assai impressionate dal fatto che una simile opera- zione fosse stata fatta “in questo paese”. Occorre ov- viamente sottolineare che i medici del Centro Medi- co dell'UCLA con il loro operato avevano ricostruito 63 Agnese e convalidato la pretesa di Agnese ad avere lo status di una femmina naturale. Occorre citare alcune ulteriori caratteristiche di Agnese come femmina naturale: ‘Agnese non solo affermava esplicitamente «sono sempre stata una-ragazza», ma per sostenere questa pretesa si serviva di una biografia notevolmente idealizzata in cui venivano esagerate le prove della sua femminilita originaria, mentre venivano rigorosa- mente soppresse le prove di una mescolanza di ca- ratteristiche, e ancor di piti cid che aveva a che fare con linequivocabile fatto che era cresciuta come un maschio, Nel suo racconto la bambina Agnese non amava i giochi rudi come il baseball; il suo proble- ma pitt grande era quello di dover partecipare ai giochi dei ragazzi; era considerata pit 0 meno una femminuccia; era sempre la pid piccola; giocava con le bambole e cucinava dei dolcetti per il fratello; aiu- tava la madre nelle faccende domestiche; non ricor- dava che regali le avesse fatto suo padre quando era bambina. Le chiesi una volta se si fosse mai messa in fila coi ragazzi a scuola. La sua risposta, sorpresa e adirata, fu: «in fila coi ragazzi! Per che cosa?» Quando le dissi che pensavo alle lezioni di ballo o agli esami fisici, Agnese disse «non @ mai capitato». Le chiesi se le fosse mai capitato di sottoporsi a un esame medico insieme a dei ragazzi. Confermd: + vero, non mi é mai capitato». Arrivammo guindi a fa- re riferimento alla sua presentazione di sé come quella di una femmina al 120%. Non solo nei suoi racconti, ma a volte anche durante la conversazione con me Agnese era una “ragazzina” timida, sessual- mente innocente, allegra, passiva e accomodante. 64 Harold Garfinkel Come una specie di controparte dialettica della fem- mina al 120%, Agnese descriveva il suo ragazz0 co- me un maschio al 120% che [...] «non si sarebbe mai interessato a me se non fossi stata normale». In ri- sposta a domante ripetute e ricorrenti, il pene posse- duto dalla femmina naturale veniva definito come un’appendice casuale usata al solo scopo di urinare. Il pene dei racconti di Agnese non aveva mai avuto un’erezione; non aveva mai destato la sua curiosita; non era mai stato esaminato da lei o da altri; non era mai entrato nei giochi con altri bambini; non si era mai mosso “volontariamente”; non era mai stato una fonte di sensazioni piacevoli; era sempre stato un’appendice accidentale appiccicata da un crudele scherzo del destino. Quando fu amputato ¢ fu chie- sto ad Agnese che cosa pensasse ora del pene e del- lo scroto che erano scomparsi, rispose che non av- vertiva la necesita di dare loro un peso maggiore di quello che si potrebbe dare a una escrescenza dolo- rosa che era stata rimossa. Agnese richiamava frequentemente la mia atten- zione sulla mancanza di una biografia appropriata al fatto che era accettata dagli altri, e in particolare dal suo ragazzo, come ragazza. Agnese si preoccupava della lacuna di diciassette anni nella sua vita e rile- vava che al suo attuale carattere femminile gli altri avevano assegnato la storia di una femmina che scorre dalla nascita senza soluzioni di continuita. Sottolineava che solo dal momento in cui aveva cambiato i propri panni, aveva potuto costruire una biografia di esperienze femminili che lei e gli altri potevano utilizzare come un precedente per gestire le sembianze e le circostanze attuali. Due anni di 65 Agnese accumulo di ricordi erano stati per lei una cronica fonte di crisi su cui dird di pid in seguito, discuten- do delle circostanze in cui si era via via garantita il diritto di viveve come donna e degli strumenti per gestirle. Urvaltra caratteristica della femmina naturale e normale si rinviene nel fatto che Agnese insisteva nel fare riferimento al desiderio che aveva avuto per tut- ta la vita di essere la cosa che aveva sempre saputo di essere. Secondo le sue descrizioni i suoi desideri provenivano essenzialmente da fonti misteriose e sconosciute e resistevano a tutte le vicissitudini impo- ste da un ambiente ignorante che tentava di costrin- gerla, senza successo, ad allontanarsi arbitrariamente dal corso normale degli eventi. Agnese ripeteva con forza: -ho sempre voluto essere una ragazza; mi sono sempre sentita una ragazza; sono sempre stata una ragazza ma un ambiente sbagliato mi costringeva a essere V’altra cosa». In pit’ di un’occasione nel corso delle nostre conyersazioni le fu chiesto come spie- gasse il desiderio che resisteva alle pressioni dell’am- biente. Le sue risposte ruotavano invariabilmente in- torno allo stesso tema: snon ’é spiegazione». Dato che Agnese accettava la distinzione dei nor- mali fra il maschio normale naturale e la femmina normale naturale, era meno ambiguo per lei collo- carsi tra l’essere maschio o femmina che non distin- guersi come femmina naturale da un maschio omo- sessuale, [...| Di tanto in tanto, durante i nostri in- contri, quando portavo la conversazione sul tema degli omosessuali e dei travestiti, Agnese aveva no- tevoli difficolta a gestire simultaneamente il fascino dell’argomento ¢ la grande ansieta che esso sembra- 66 Harold Garfinkel va generarle. Il quadro che presentava allora era quello di una leggera depressione. Le sue risposte divenivano meno articolate. Talvolta aveva la voce rota quando negava di conoscere questo o quello. Ripéteva con insistenza di non essere in alcun modo paragonabile. «Non sono come loro», affermava con- tinuamente, «a scuola stavo alla larga dai ragazzi che facevano le donnicciole... da chiunque avesse un problema anormale... non avevo alcun rapporto con loro e arrivavo al punto di essere insolente pur di togliermeli di torno... non volevo che qualcuno mi vedesse parlare con loro perché poteva immaginare un legame tra noi. Non volevo essere classificata co- me loro». Proprio come i normali si trovano spesso in diffi- colta a capire “come qualcuno possa farlo”, cio® avere rapporti omosessuali © vestirsi come una per- sona dell’altro sesso, cosi Agnese mostrava la stessa incapacita di “capire” tale comportamento, anche se procedeva sommessamente nei suoi racconti e mai con indignazione Quando la invitai a paragonarsi agli omosessuali ai travestiti ritenne ripugnante il confronto. Anche se voleva saperne di pit, quando le dissi che un travestito che aveva colloqui con un altro ricercato- re era interessato a parlare con lei, rifiutd di avere qualsiasi contatto con lui. Non volle parlare con nessuno degli altri pazienti di cui le accennai, con i quali avevamo colloqui ¢ che avevano esperienze simili alla sua. Quando le dissi che un gruppo di circa diciassette persone a San Francisco, che si era- no sottoposte o stavano per sottoporsi a un’opera- zione di castrazione, era interessato a incontrare e a 67 Agnese scambiare esperienze con persone che avevano problemi simili, Agnese disse che non poteva imma- ginare di che cosa avrebbero potuto parlare ¢ af- fermd di non essere di alcun interesse per loro. Come abbiamo visto, Agnese [...] considerava i suoi genitali come un’escrescenza anomala. A volte ne parlava come di un tumore. Escludendo i genitali come contrassegno essenziale della sua femminili e avendo bisogno di segni femminili naturali ed es senziali, reputava tali il desiderio che aveva sempre avuto di essere femmina e il suo seno vistoso. I sen- timenti, i] comportamento, la scelta dei compagni e gli altri atteggiamenti femminili di cui parlava non erano mai raffigurati come il risultato di una decisio- ne o di una scelta ma erano considerati come dati, come fatti naturali. Il loro esercizio naturale si sareb- be manifestato fin dall’inizio, ella affermava, se non fosse stato per un ambiente infido, frustrante, che non la capiva Agnese considerava soprattutto il suo seno come un contrassegno essenziale. Durante le nostre con- versazioni manifesto spesso la gioia e il sollievo che aveva provato quando aveva notato verso i dodici anni che le mammelle stavano cominciando a svi- lupparsi. Diceva di aver nascosto questa scoperta al- la madre e ai fratelli perché “non erano affari loro”. Era chiaro dalle sue successive osservazioni che vo- leva dire che temeva che essi potessero considerare questo sviluppo come un'anomalia medica e che per la sua eta o per incompetenza potessero decidere, indipendentemente e contrariamente ai suoi desideri ea cid che sentiva di poter far accettare loro, di sot- toporla a cure facendole perdere il seno. [...1 68 Harold Garfinkel Ci furono molte occasioni in cui le mie attenzio- ni la lusingarono rispetto alla sua femminilita; per esempio, tenerle il braccio mentre l’aiutavo ad at- traversare la strada; pranzare con lei al Centro Me- dico; offrirmi di appendere il suo cappotto; pren- derle la borsa; tenere aperto lo sportello dell'auto- mobile per farla entrare; preoccuparmi che fosse comoda prima di chiudere lo sportello e prendere posto dietro il volante. In quei momenti il suo com- portamento mi ricordava che per lei essere femmi- na era come aver ricevuto un regalo meraviglioso. Era in queste occasioni che mostrava nel modo pid chiaro le caratteristiche della “femmina al 120%”. In quei momenti si comportava come una novizia en- tusiasta entrata da poco nel gineceo dei suoi sogni. Conseguire le proprieta ascrittive della femmi- na naturale e normale La femmina naturale, normale era per Agnese un oggetto ascrittivo®. In comune coi normali, conside- rava la sua femminilita indipendente dalle condizioni manifestava e invariabile rispetto alle vici © Parsons trata I"ascrizione” come un “concetto rela- zionale”. Qualsiasi caratteristica di un oggetto pud essere considerata dall'attore secondo la regola della s.a invaria- bilita rispetto a considerazioni di adattamento e di conse- guimento di uno scopo. [...] Il sesso di una persona é un esempio comune, non per le proprieta del sesso stesso, ma perché, e soltanto perché, il sesso € spesso considera- to in questo modo. 69 Agnese tudini dei desideri, agli accordi, alle scelte deliberate © casuali, agli imprevisti, alle considerazioni utilitari- stiche, ai mezzi disponibili e alle opportunita. Rima- neva per lei la stessa cosa, identica attraverso il tem- po, in tutte le circostanze passate e future e in tutte le esperienze possibili. [...] Vessere femmina normale e naturale, ascrittiva, era l'obiettivo che Agnese cercava di conseguire. Dicendo che Agnese ottenne uno status di fem- mina si fa riferimento a due significati di “ottenere’. (1) Essere divenuta una femmina era per lei un’ele- vazione di status, da quello di maschio che aveva per lei meno valore dello status di femmina. Essere una femmina la rendeva un oggetto di gran lunga piti desiderabile ai suoi occhi e, cosa di cui era reali- sticamente convinta, anche agli occhi degli altri. [...] (2) Il secondo significato di “ottenere” si riferisce al compito di assicurarsi e garantirsi i diritti e gli obbli- ghi ascrittivi di una femmina adulta mediante I'ac- quisizione e l’uso di capacita e talenti, l’esibizione efficace di un aspetto e di un comportamento fem- minili e la mobilitazione degli scopi e dei sentimenti appropriati. Come nel caso normale, le prove di questo lavoro di gestione avvenivano sotto lo sguar- do e in presenza di altri maschi e femmine normali. Sebbene potessero essere avanzate, le sue prete- se di femminilita. non potevano essere date per scontate. Molte cose funzionavano da ostinati pro- memoria che la sua femminilita, per quanto asserita, poteva esserlo solo a prezzo di vigilanza ¢ lavoro. Prima dell'operazione era una femmina con un pe- ne. L'operazione a sua volta sostitui nuove difficolta a quelle precedenti. Ad esempio, dopo l’operazione 70 Harold Garfinkel era una femmina con una vagina “artificial”, Come diceva con ansia, sniente che sia fatto dall’'uomo pud mai essere cosi buono come qualcosa fatto dalla na- turas. Su questo era d’accordo con il suo ragazzo, che si vantava di essere, cosi diceva Agnese, un du- ro realista, ¢ insistendo glielo aveva insegnato, suo malgrado. [...] A cid si aggiungeva il fatto che la transizione a un aspetto pubblico femminile era av- yenuta solo tre anni prima. La maggior parte delle prove precedenti avevano avuto luogo soltanto nella sua immaginazione. Percid stava ancora imparando a comportarsi da donna e a sentire come tale. Impa- Tava questo nuovo ruolo soltanto nel momento in cui lo metteva in pratica. Cid comportava rischi e in- certezze. Il compito di assicurarsi e garantirsi i diritti di una femmina riuscendo a meritare queste attribu- zioni con i suoi successi nel recitare il ruolo femmi- nile la coinvolgeva quindi in circostanze i cui carat- teri dominanti si riducevano tutti al fatto che lei sa- peva qualcosa di vitale importanza per le convenzio- ni dell’interazione che gli altri non sapevano e che era in effetti impegnata nell’incerto compito di assi curarsi i diritti di una femmina. Quali erano le circostanze che Agnese era tenuta a nascondere prima e/o dopo loperazione? 1, Prima dell’operazione i segni che contraddice- vano la sua apparenza femminile; i suoi ben nascosti genitali maschili 2. Che era stata cresciuta come un ragazzo e non aveva quindi una storia corrispondente al suc aspet- to di femmina attraente, 3, Che aveva fatto il cambiamento solo tre anni prima e che stava ancora imparando a comportarsi 7 Agnese come la persona che voleva apparire agli occhi degli altri. 4, Che non poteva e non avrebbe potuto fare le cose che si aspettavano da lei quei maschi che era- no attratti da lei proprio perché riusciva a presentar- si come una femmina sessualmente attraente. 5. Che c’era una vagina artificiale. 6. Che voleva la rimozione del pene e dello scro- to e la costruzione al loro posto di una vagina, Do- po l'operazione, che aveva una vagina costruita con la pelle di un pene amputato, le cui labbra proveni- vano dalla pelle dello scroto perduto. 7. I rapporti sessuali che il suo ragazzo voleva in qualche modo avere con lei. 8. Quello che aveva fatto, e con l’aiuto di chi, per modificare il suo aspetto 9. Le modalita di gestione attiva delle persone in- torno a lei per arrivare all'operazione, in modo parti- colare dei medici e del personale di ricerca dell’U- CLA, e naturalmente del personale medico negli an- ni in cui cercava un aiuto medico. Agnese cercava di essere trattata e di trattare gli al- tri sulla base di uno status sessuale legittimo, mentre questo tentativo era accompagnato da un profondo e oscuro segreto che riguardava, non le abilita e 'ade- guatezza con cui svolgeva il suo ruolo, ma il legittimo possesso dello status corrispondente. Per Agnese, il comportarsi secondo il nuovo status era accompagna- to dal sentimento di sapere qualcosa che le altre per- sone non sapevano, la cui scoperta, cosi credeva e te- meva, l'avrebbe portata alla rovina. [...] Questo tipo di sensazione é del tutto paragonabile a quella che si ri- trova nella politica clandestina, nelle societa segrete, 72 Harold Garfinkel nei profughi di una persecuzione politica o nei neri che diventano bianchi. Nel caso di Agnese é partico- larmente interessante perché il cambiamento di status sessuale era accompagnato dal suo sforzo deliberato di fare molta attenzione a garantire la sua nuova iden- tita contro alcune eventualita note e contro molte al- tre ignote. Faceva questo attraverso una gestione atti- va e deliberata delle sue sembianze come oggetto agli occhi degli altri. Attribuiva grande importanza al mo- do di comportarsi, alle buone maniere e¢ alla manipo- lazione dei rapporti personali. (...] In quasi tutte le si- tuazioni di interazione la rilevanza del segreto opera- va come una consapevolezza implicita. La preoccupa- zione di non farsi scoprire era un valore prioritario, Quasi ogni situazione aveva percid il carattere di una prova, reale o potenziale, di “carattere e attitudine”. Si dovrebbe dire di Agnese non che si era garantita una volta per tutte il diritto di vivere come donna, ma, pit esattamente, che era continuamente impegnata nel compito di confermare tale diritto. Il “passare” Per “passare” intendo, nel caso di Agnese, quel lavoro diretto a ottenere e a garantirsi il diritto di vi- vere come una femmina normale e naturale, lavoro che essa svolgeva entro condizioni socialmente strut- turate e tenendo conto della possibilita di essere sco- perta e rovinata’. Le sue circostanze d’azione — tutte marca- 7 Il termine utilizzato da Garfinkel, “passing tamente polisemico: passare come oltrepassare ¢ trasfor- 73 Agnese © in grandissimo numero — erano cronicamente si- tuazioni di “tensione strutturata”. Possiamo pensarle come delle situazioni socialmente strutturate di crisi reale 0 potenziale. In termini sociologici, si trattava di una “tensione normale” nel senso che si manife- stava proprio a causa dei suoi tentativi di conformarsi all'ordine legittimo dei ruoli sessuali. Ciascuna di queste situazioni, estremamente variegate nella loro struttura, richiedeva vigilanza, inventiva, tenacia, mo- tivazione costante, un piano preordinato continua- mente accompagnato dall'improvvisazione, e poi, in- defessa lucidita € ingegno e, cosa molto importante, la disponibilita a fornire “buone ragioni”- cio fornire giustificazioni ragionevoli (spiegazioni) o evitare si- tuazioni che avrebbero richiesto delle spiegazioni. “Passare” non era un desiderio per Agnese, bensi una necessita. Agnese doveva essere una femmina Che le piacesse o no doveva “passare”. Era felice dei suoi successi ¢ temeva o detestava gli insuccessi. Quando le chiesi di elencarmi le “cose veramente belle” che le erano capitate, mi parld del primo lavo- ro dopo il ritorno alla citta natale; del divertimento nel riunirsi con altre persone nelle sua citta natale dopo il cambiamento; della convivenza con la sua compagna di casa a Los Angeles; della sua abilita di stenografa; di una serie di lavori sempre migliori; di quando, otto settimane dopo l'operazione, la nuova vagina sembrava a posto, si stava finalmente rimargi- marsi, come superare una prova ed essere amme: spacciarsi o passare per qualcosa. Per segnalare al lettore tale polisemia si @ preferito lasciare sempre tra virgolette il corrispettivo italiano (W.d.). i, come 74 Harold Garfinkel nando senza dolore, e con sorpresa dei chirurghi ri- spondeva ai suoi sforzi di ottenere una profondita di cinque pollici. «Natura‘mente:, diceva, «la cosa mi- gliore che mi sia capitata @ stato Bill Quando chiesi ad Agnese se le fossero capitate delle “cose veramente brutte”, il disagio dei suoi ten- tativi di rispondere fu cosi evidente che ritenni ne- cessario cambiare la domanda e chiedere invece di qualcosa che fosse “brutta ma non talmente brutta” Al che rispose: »che qualcuno si accorgesse di me (al- le elementari ¢ soprattatto alle superiori) e notasse che non avevo amici o compagni, nulla», E dopo una pausa: «non avevo amici perché non reagivo in modo normale in alcun genere di rapporto come quello. Non potevo avere un ragazzo. Non volevo un ragaz- 20. Dato il modo in cui ero fata non potevo avere nemmeno amiche, era cosi e basta... non avevo amici perché non riuscivo a reagire in modo normale in al- cun genere di rapport come quello». Le chiesi pe: ché non poteva avere amici. «Come potevo avere ami- che? Come potevo avere un qualche compagno. Per- ché no? «Probabilmente sentivo che era impossibile. A scuola non scherzavo con le ragazze, non mi di- vertivo 0 cose del genere perché allora davo molto nell’occhio». [...] Le “situazioni davvero belle” erano quelle in cui tutto il lavoro fatto per “passare” le permetteva di avere i sentimenti di una “ragazza normale, natura- le", di trattare e di essere trattata dagli altri come ta- le. Le “cose davvero brutte” erano quelle situazioni in cui il lavoro di gestione, per vari motivi, non riu- sciva 0 sembrava destinato all’insuccesso. Solo retro- spettivamente queste situazioni acquisivano il carat- 75 Agnese tere drammatico di successi o fallimenti. Per quanto interessa, i casi critici erano quelli che dovevano essere gestiti nel loro corso. Che tipo di situazioni erano? Come riusciva ad affrontarle durante il loro svolgimento? Nonostante la natura socialmente strut- turata delle crisi, Agnese riusciva pid o meno a gesti- re molte di queste situazioni come faccende di rou- tine, come “la vita normale”. Un esempio pud servire a introdurre la discussio- ne di queste questioni, Prima di affrontare un esame fisico per un lavoro presso una grande compagnia di assicurazione, che pid tardi ottenne, e avendo gia affrontato simili esa- mi, Agnese decise di lasciar fare 'esame al dottore fino al suo basso ventre. Se il dottore avesse poi proceduto a esaminare la zona dei genitali, 0 avesse dato segni di volerlo fare, si sarebbe dichiarata im- barazzata, e se cid non fosse bastato a farlo desistere se ne sarebbe semplicemente andata, magari fingen- do di vergognarsi 0, se necessario, senza dare spie- gazioni. Era di gran lunga preferibile perdere un la- voro che rischiare di venire scoperta, in una situa- zione un cui la prima eventualita dipendeva ovvia- mente dalla seconda. Un caso dopo Valtro, revento da gestire pud esse- re descritto in generale come una situazione in cui il conseguimento di scopi usuali ¢ delle relative soddi- sfazioni portava con sé il rischio di venire scoperti. La strategia di Agnese consisteva nell’essere pronta a sot- trarsi se la scoperta sembrava abbastanza probabile, a costo di rinunciare a quei vantaggi. Nel “p: si trovava tipicamente in una situazione in cui doveva essere preparata a scegliere, e spesso sceglieva, fra 76 Harold Garfinkel assicurarsi un'identita femminile e ottenere degli scopi ordinari. La sua situazione cronica era quella di do- ver soddisfare simultaneamente entrambe le condizio- ni con un/attivita di gestione deliberata. La cosa che sapeva e che gli altri ignoravano era che le due con- dizioni — riuscire a ottenere opportunita di gratifica- zioni comuni e istituzionalizzate, riducendo nel con- tempo al minimo il rischio di venire scoperta ~ erano disposte secondo un ordine fisso di priorita: era la si- curezza a dover essere protetia in primo luogo. Le gratificazioni comuni dovevano essere ottenute solo se era possibile soddisfare la condizione prioritaria della sicurezza dellidentita. [. Circostanze del “passare” Per ordinare le mie riflessioni sulle varie circo- stanze in cui Agnese doveva “passare”, provai a im- maginarle utilizzando i! modello del gioco. Nel tenti- vo mi resi conto che solo una parte relativamente piccola del materiale fornito da Agnese poteva esse- re trattata in questo modo senza gravi incongruita strutturali, I materiali che possono essere concepiti sotto forma di giochi, pur facilitando i confronti fra le diverse forme del “passare”, non sembrano capaci di cogliere la specificita del passaggio di status ses- suale che caratteri erienza di Agnese. L...) Le seguenti proprieta formali dei giochi facilitano dunque I'analisi di una parte del materiale, ma ne ostacolano un’altra. (1) I giochi e gli eventi di un gioco hanno una peculiare struttura temporale. Ciascuno dei giocatori, 7 Agnese in ogni concreta situazione di gicco, ha potenzial- mente a disposizione la conoscenza che a un certo momento il gioco avra fine. (2) Se le cose vanno male un giocatore pud “lasciare” il gioco o trasfor- marlo in un altro, ec. (3) Essere ‘in gioco” implica per definizione la sospensione dei presupposti e delle procedure della vita “seria”. Molti studiosi dei giochi hanno notato questa caratteristica parlando del gioco come di “un micro-mondo artificiale”. (4) Le biografie reciproche stabilite per i giocatori in funzione del loro effettivo giocare insieme fornisco- no dei precedenti che sono specifici per le interazio- ni di quel gioco. (5) Un gioco una volta terminato consiste di un episodio incapsulato. Le regole e lo svolgimento effettivo del gioco danno all’episodio tutto il suo carattere di una struttura di priorita. (6) Tipicamente il successo e I’insuccesso possono esse- re stabiliti in modo chiaro e di solito l'uno o altro esito € soggetto solo in minima parte a reinterpreta- zione, I giocatori non hanno bisogno di attendere sviluppi successivi esterni al gioco per poter decide- re su come é andato l'episodio. (7) Dato che i gioca- tori ci tengono a conformarsi alle regole fondamen- tali che definiscono il gioco, le regole fondamentali costituiscono per i giocatori le definizioni di coeren- za, di efficacia, di efficienza, cioé di azione razionale € realistica in quel contesto. Anzi, le azioni conformi a queste regole fondamentali definiscono il fair play ¢ la “giustizia” in un gioco. (8) Sebbene le strategie possano essere in gran parte improvvisate e le con- dizioni di successo e di insuccesso ael corso del gio- Co possano essere poco chiare ai giocatori, le regole del gioco fondamentali sono note e non dipendono 78 Harold Garfinkel dal mutevole stato attuale del gioco e dalla strategia scelta. Le regole fondamentali possono essere usate dai giocatori, ed essi presumono che siano usate, co- me una conoscenza necessaria che i giocatori gia possiedono prima delle circostanze in cui queste re- gole possono essere consultate per scegliere fra al- ternative legittime. (9) Entro le regole fondamentali, entrambi i giocatori possono adottare in linea di principio delle procedure di rigorosa efficacia stru- mentale, e ciascun giocatore puo rivendicare 0 assu- mere questa opportunita per sé o per l’avversario senza impoverire la sua padronanza del gioco. Il gioco illumina molte delle circostanze del “pas- sare” affrontate da Agnese sia come trama di possibi- lita ambientali rilevanti, sia come struttura operativa. Il gioco si applica, per esempio, alla gestione del- Vabbigliamento da spiaggia. La situazione problema- tica era quella di accompagnare gli amici, maschi e femmine, alla spiaggia di Santa Monica senza rischia- re simultaneamente di essere scoperta. Alcuni accor- gimenti strumentali erano una soluzione adeguata del problema. Agnese indossava degli slip molto aderenti e un costume da bagno con un gonnellino. Diceva: «non so come mai, é un miracolo, ma non si vede». Si mescolava alla folla, ricambiando l’entusia- smo per il bagno, se e finché era chiaro che poteva usare il bagno o la camera da letto di una casa pri- vata per cambiarsi il costume. 1 bagni pubblici e le automobili erano da evitare. Se non c'erano i servizi adatti era facile trovare delle scuse. Come sottoline: va, é lecito “non sentirsela” di fare il bagno, anche s si sta molto volentieri a prendere il sole in spiaggia. ‘Analogamente, Agnese diceva che era desiderabi. 79 Agnese le lavorare in un posto relativamente vicino e prefe- ribilmente raggiungibile a piedi dalla sua abitazione, € in ogni caso raggiungibile con i mezzi pubblici. Anche se Agnese guidava non aveva un’automobile. Aveva paura di un incidente, di essere scoperta mentre era in stato d’incoscienza. [...] Uno degli episodi con la struttura di un gioco ge- stiti in modo pit intricato si verificd quando Agnese dovette fornire un campione di urina per superare lesame medico richiesto per l'assunzione da una compagnia di assicurazione. II giorno stesso in cui chiese di essere assunta, al momento del colloquio le fu detto di presentarsi immediatamente a una vi ta medica. Aveva poco tempo per prepararsi. Per ge- stire i rischi inerenti all’esposizione del proprio cor- po ritenne necessario improvvisare. Le fu chiesto di fornire un campione di urina e il dottore la invitd a usare un orinale nel suo studio. Agnese si aspettava un bagno con una porta. Una minaccia era rappre- sentata dal fatto che linfermiera aveva il diritto di entrare & avrebbe potuto farlo proprio mentre Agne- se stava manipolando i suoi genitali. Agnese si scusd con il dottore dopo essersi seduta sullorinale delibe- ratamente senza far nulla, dicendo che non riusciva a orinare, ma che avrebbe portato volentieri il cam- pione pid tardi. Quando il dottore acconsenti tornd nell’appartamento doveva viveva con una ragazza. Le venne in mente che forse era possibile risalire al sesso di una persona dall’esame delle urine, Non sa- pendo se questo fosse possibile e quanto sarebbe stato approfondito l’esame delle urine, ma non vo- lendo correre rischi in entrambi i casi, disse alla sua co-inquilina di avere una leggera infezione renale ¢ 80 Harold Garfinkel di temere che se le urine I’avessero rivelata non sa- rebbe stata assunta. La co-inquilina le fece il favore riempire lei la bottiglia di urina che Agnese presentd come sua. In un’altra circostanza aveva appena trovato lavo- ro come segretaria in un piccolo studio legale fonda- to da due avvocati che avevano iniziato la professio- ne da poco, dove era unica ragazza. Agnese era molto contenta di essere riuscita a ottenere il posto, in particolare perché non aveva la preparazione ne- cessaria al momento dell’assunzione. I datori di lavo- ro, non potendo permettersi di pid, erano disposti ad assumere una persona meno qualificata per uno stipendio pit basso. Agnese non avrebbe potuto tro- vare una sistemazione migliore: era sia un’opportu- nita di avere un lavoro interessante che l’occasione di migliorare le sue capacita stenografiche. Alcuni mesi dopo Pinizio di questo lavoro fu decisa l'opera- zione allUCLA. Era necessario un periodo di assenza dal lavoro per sottoporsi all’operazione, ma doveva prendere un permesso in modo da garantirsi che i datori di lavoro avrebbero assunto soltanto un sosti- tuto temporaneo. Un obiettivo secondario era farsi scrivere una lettera di presentazione nel caso in cui non avesse potuto riprendere il lavoro in tempo, nella quale si dicesse che aveva lavorato allo studio per sei mesi invece di due. Questo al fine di non es- sere costretta poi a spiegare l’assenza al successivo datore di lavoro, dato che aveva gia una storia lavo- rativa fata di vari periodi brevi, e naturalmente per- ché voleva continuare a lavorare come segretaria in uno studio legale, Ottenne cid mettendosi d’accordo con i chirurghi dell’UCLA, che chiamarono i suoi da- 81

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