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L’OSSERVATORE ROMANO
Anno CLII n. 148 (46.094)
.
Benedetto XVI
La via della vita cristiana
Se l’uomo del nostro tempo vuole
ritrovare se stesso, deve svuotarsi
del proprio egoismo e riempirsi
dell’amore di Dio. È questa la via
della vita cristiana indicata da Be-
nedetto XVI ai fedeli presenti la
mattina di mercoledì 27 giugno,
nell’Aula Paolo VI, per l’udienza
generale, l’ultima prima della so-
sta prevista per il mese di luglio.
Gli appuntamenti settimanali con
il Papa riprenderanno il 1° agosto
e si svolgeranno nel Palazzo Pon-
tificio a Castel Gandolfo.
«La logica umana — ha spiega-
to Benedetto XVI proponendo
una riflessione sull’“inno cristolo-
gico” contenuto nella Lettera di
san Paolo ai Filippesi — ricerca
spesso la realizzazione di se stessa
nel potere, nel dominio, nei mez-
zi potenti: l’uomo continua a vo-
ler costruire con le proprie forze
la Torre di Babele per raggiunge-
re da se stesso l’altezza di Dio,
per essere come Dio». Ma — ha
aggiunto — «l’uomo non si trova
rimanendo in se stesso, afferman-
do se stesso» si trova invece solo
uscendo da se stesso. Infine il
Pontefice ha spiegato l’importan-
za della genuflessione.
PAGINA 8
Alla vigilia del Consiglio Ue Merkel boccia il piano Van Rompuy per una nuova Unione
BRUXELLES, 27. «Non esistono solu-
zioni facili e rapide per uscire dalla
crisi del debito». Parlando oggi al
Bundestag, il cancelliere tedesco,
Angela Merkel, ha lanciato un chia-
ro avvertimento ai leader europei:
servono riforme strutturali, «nuovi
incentivi per aiutare i giovani disoc-
cupati» e «i fondi europei vanno
usati per aumentare la competitivi-
tà». Ribadito il no agli eurobond.
La vigilia del consiglio Ue di doma-
ni e venerdì si apre dunque in un
clima di incertezza: la posta in gioco
è alta, tanto quanto il rischio di non
raggiungere un accordo. «Tratterò a
oltranza per l’euro» ha dichiarato il
presidente del Consiglio dei Ministri
italiano, Mario Monti. Anche la Ca-
sa Bianca ha chiesto un cambio di
passo per uscire dalla crisi.
«La sfida per questo Consiglio
europeo è, mai come ora, di segna-
lare in modo chiaro e concreto che
Una donna al centro di Madrid (Reuters)
GIORNALE QUOTIDIANO
all’udienza generale riflette sul significato del canto per Cristo contenuto nella lettera ai Filippesi
Incertezze europee
stiamo facendo tutto quello che è ri-
chiesto in risposta alla crisi» ha di-
chiarato oggi il presidente del Con-
siglio Ue, Hermann Van Rompuy.
Unione bancaria, unione di bilancio
e unione economica sono i tre tas-
selli indicati da Van Rompuy per
costruire nei prossimi dieci anni una
nuova Europa. Tutti questi elementi
— si legge nel documento che sarà
sul tavolo del vertice Ue — «sono
necessari per la stabilità e la prospe-
rità a lungo termine», ma «bisogna
ancora lavorarci molto, anche con
possibili modifiche dei Trattati».
Il testo del rapporto preparato,
secondo il mandato ricevuto dal ver-
tice Ue di maggio, da Van Rompuy,
dal presidente della Bce, Mario Dra-
ghi, dal presidente dell’Eurogruppo,
Jean-Claude Juncker, e dal presiden-
te della Commissione Ue, José
Manuel Durão Barroso, descrive
l’architettura della futura Unione in
Unicuique suum
Città del Vaticano
sette pagine. Sul piano dell’integra-
zione finanziaria, questa sarà fonda-
ta su due «elementi centrali»: un so-
lo sistema di vigilanza sulle banche,
che potrebbe essere gestito dalla
Bce, e uno schema di garanzia e in-
tervento comune. I tetti ai bilanci
annuali e all’indebitamento di ogni
Paese saranno fissati in sede euro-
pea. L’Eurogruppo potrà chiedere
modifiche ai bilanci. A medio termi-
ne potrà essere esplorata anche
Rapporto Onu
sul flagello
della droga
NEW YORK, 27. «Eroina, co-
caina e altre droghe continua-
no a uccidere circa 200.000
persone l’anno, mandando in
frantumi famiglie, causando la
miseria di migliaia di altri in-
dividui e favorendo la diffusio-
ne dell’Hiv»: è questo l’allar-
me lanciato da Yuri Fedotov,
direttore esecutivo dell’agenzia
Onu contro la droga e il cri-
mine (Unodc), che ha presen-
tato al Palazzo di Vetro il
World Drug Report 2012. Se-
condo il documento circa 230
milioni di persone, il cinque
per cento della popolazione
adulta del mondo tra i 15 e i
64 anni, hanno usato una dro-
ga illegale almeno una volta
nel 2010. Tanto che fornire un
adeguato trattamento sanitario
a tutti gli individui dipendenti
dalla droga costerebbe global-
mente fino a 250 miliardi di
dollari. I consumatori “proble-
matici” — soprattutto di eroina
e cocaina — sono circa 27 mi-
lioni, pari allo 0,6 per cento
della popolazione adulta mon-
diale.
I testi di Origene scoperti
nel codice
«Monacense greco 314»
della Bayerische Staatsbibliothek
di Monaco
Sono le più antiche
omelie cristiane
MANLIO SIMONETTI A PAGINA
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
l’ipotesi di «emissione comune di ti-
toli del debito». È stata inoltre pro-
posta la costituzione di un Ministe-
ro del tesoro dell’eurozona.
Sul fronte dell’integrazione delle
politiche economiche, il rapporto
stabilisce che, quando necessario,
«potranno essere prese misure per
rafforzare le capacità operative delle
istituzioni nazionali» al fine di assi-
curare «un’efficace applicazione del-
le riforme» destinate a stimolare la
crescita. A tal proposito è «essenzia-
le costruire il consenso dei cittadini»
intorno a decisioni prese a livello
europeo che avranno «un forte im-
patto sulla loro vita quotidiana». È
quindi necessario uno «stretto coin-
volgimento» del Parlamento Ue e di
quelli nazionali.
La posizione della Germania, che
ha bocciato senza mezzi termini il
documento e qualsiasi ipotesi di
mutualizzazione del debito, non ha
certo incoraggiato i mercati, che ieri
hanno risposto con un dilagante
nervosismo. Le aste di Italia e Spa-
gna hanno infatti visto una forte
crescita dei costi che devono soste-
nere Roma e Madrid per finanziarsi.
La situazione appare oggi più posi-
tiva: il rimbalzo, a fine mattinata,
sembra tenere. La Spagna non può
continuare «a finanziarsi sul lungo
periodo», visto il livello dello spread
tra titoli di Stato spagnoli e tede-
schi, ha detto oggi il presidente del
Governo spagnolo, Mariano Rajoy.
«Sarà ancora peggio se non inviamo
un chiaro segnale».
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della Diocesi di Wrexham (Galles), pre-
sentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsi-
gnor Edwin Regan, in conformità al canone 401 § 1
del Codice di Diritto Canonico.
Provviste di Chiese
Il Santo Padre ha nominato Vescovo di
Wrexham (Galles) il Reverendo Monsignore Peter
Brignall, finora Vicario Generale della medesima
D iocesi.
In data 27 giugno 2012, il Santo Padre ha nomi-
nato Vescovo di Parral (Messico) Sua Eccellenza
Reverendissima Monsignor Eduardo Carmona
Ortega, C.O.R.C., finora Vescovo di Puerto Escon-
5 dido.
Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00
giovedì 28 giugno 2012
In un articolo della «New York Review of Books»
Elogio delle suore
di LUCETTA SCARAFFIA
on il titolo provocatorio
E il fatto che la Chiesa incontri
tante difficoltà e riceva tante criti-
che per le sue posizioni in un am-
C Bullying the Nuns («Fare i
bulli con le suore») sulla
«New York Review of Books» del 7
bito che molti, soprattutto numero-
se organizzazioni femministe, rias-
sumono nell’espressione «diritti ri-
giugno è stato pubblicato l’articolo produttivi», dovrebbe suonare co-
di uno scrittore cattolico, Garry me conferma che proprio lì sta il
Wills, dedicato alla questione che è cuore del problema da affrontare. Il
sembrata contrapporre la Congre- confronto con la modernità, infatti,
gazione per la Dottrina della Fede non deve essere scambiato per un
e la Leadership Conference of adeguamento acritico alle mode del
Women Religious, l’organizzazione momento. Un adeguamento poi
che raccoglie la maggior parte delle particolarmente inattuale in un mo-
suore statunitensi. In sintesi, secon- mento come questo, in cui la rivo-
do Wills, le suore sono accusate di luzione sessuale degli anni sessanta
occuparsi troppo dell’impegno so- del secolo scorso è entrata in una
ciale (di cui si parlerebbe nel Van-
grave crisi e obbliga tutti a dei ri-
gelo) e di interessarsi troppo poco pensamenti.
di aborto e contraccezione (di cui Ma se su questo piano l’articolo
invece non si parlerebbe nel Van- non convince, non si possono che
gelo). apprezzare le parole di elogio che
Il ragionamento dello scrittore Wills rivolge alle suore che ha co-
non è certo nuovo, percorrendo nosciuto da vicino, alla loro missio-
strade già a lungo battute. In so- ne svolta quasi sempre in modo si-
stanza, è molto datato, non tiene lenzioso e umile, ma non per que-
conto dei cambiamenti storici so- sto priva di acuto discernimento
pravvenuti, e tanto meno delle va-
storico e spirituale. E non si può
lutazioni su di essi elaborate da
che essere d’accordo quando lo
Benedetto XVI fin dall’inizio del suo
scrittore celebra la vita evangelica
pontificato. L’assistenza ai bisogno-
di molte suore, che vanno in auto-
si, infatti, non è in questione: la
bus a due a due, in netta controten-
Chiesa cattolica ha sempre riscosso
denza nei confronti di uno «spirito
e riscuote un generale apprezza-
del tempo» che certo non apprezza
mento per il suo aiuto generoso e
puntuale, e anche per questo i cri- la sobrietà. Si sono mai viste suore
stiani sono in aumento costante nei sole al ristorante? Molto, ma molto
Paesi poveri. raramente, e solo in viaggio. Questi
La crisi del cristianesimo, oggi, comportamenti di stile evangelico
riguarda le grandi regioni di antica colpiscono il cuore dei fedeli e li
tradizione cristiana, come l’Europa fanno sentire spesso molto vicini a
e gli Stati Uniti, dove la nuova queste suore.
evangelizzazione deve passare an- Proprio per questo ciò che viene
rappresentato come uno scontro fra
che per una critica alle derive che
ha preso la società occidentale, so- uomini potenti e donne umili, oggi,
prattutto per quanto riguarda la
morale sessuale e la bioetica. Ed è
non viene tollerato dall’opinione
pubblica. Ma il recente colloquio
del prefetto della Congregazione
veramente difficile, a questo propo-
sito, sostenere, come fa Wills, che il per la Dottrina della Fede, il cardi-
Vangelo non si schiera a favore del nale William Joseph Levada, con le
rispetto di ogni vita umana, quindi rappresentanti della Leadership
anche dei feti, o che l’Incarnazione, Conference of Women Religious
rendendo il corpo umano tempio di sembra avere rimesso le cose a po-
Dio, non trasformi in via di santifi- sto, trasformando quello che sem-
cazione spirituale ogni attività che brava un atto di autoritarismo ma-
compiamo con il corpo, e quindi schile in un colloquio sereno e col-
anche — se non soprattutto — l’atto laborativo fra soggetti che si ascol-
sessuale. tano e si rispettano.
Il secondo numero di «donne chiesa mondo»
Senza cura non c’è vita
Il secondo numero di
«donne chiesa mon-
do» è dedicato alla
cura. Attività comples-
sa e femminile che
comprende attenzione,
educazione, impegno,
e che richiede senti-
mento e intelligenza.
Da sempre e da molti
la cura è stata ritenuta
parte residuale del vi-
vere umano. In realtà
ne è l’elemento primo:
senza cura non c’è vi-
ta. Curarsi dell’altro è
il livello più alto di
espressione dell’umani-
tà. E le donne ne sono
maestre.
O GGI L’INSERTO MENSILE
In data 27 giugno 2012, il Santo Padre ha nomi-
nato Vescovo della Diocesi di Leopoldina (Brasile)
il Reverendo Sacerdote José Eudes Campos do
Nascimento, del clero dell’Arcidiocesi di Mariana,
finora Parroco della Parrocchia Santa Efigênia in
Ouro Preto e Vicario Episcopale.
Nomina di Vescovo Ausiliare
In data 27 giugno 2012, il Santo Padre ha nomi-
nato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di São Paulo
(Brasile) il Reverendo Sacerdote Sérgio de Deus
Borges, del clero della Diocesi di Cornélio Procó-
pio, finora Parroco della Parrocchia Imaculada
Conceição a Jataizinho, Presidente del Tribunale
Ecclesiastico Interdiocesano di Londrina, Docente e
Direttore di Studi dell’Istituto Teologico di Londri-
na, assegnandogli la Sede titolare vescovile di Gergi.
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Pil in calo e disoccupazione alle stelle secondo i dati dell’Insee e dell’Esecutivo
Difficoltà all’orizzonte
per l’economia francese
PARIGI, 27. Orizzonte scuro per
l’economia francese. Il pil nel 2012
registrerà una crescita dello 0,4 per
cento contro il più 0,5 per cento sti-
mato dal Governo precedente gui-
dato da François Fillon. A preveder-
lo è l’Insee, l’istituto di statistica
francese. Nel 2011 il pil francese ave-
va registrato una crescita dell’1,7 per
cento.
A pesare sul dato dell’Insee è an-
che il calo dell’occupazione. Nelle
ultime settimane il totale dei disoc-
cupati ha registrato un aumento re-
cord, toccando il livello più alto
dall’agosto del 1999. Stando ai dati
diffusi dal ministero del Lavoro, il
numero di coloro in cerca di occu-
pazione è cresciuto da aprile di
33.300 unità a 2,922 milioni, con un
aumento dell’1,2 per cento su base
mensile e dell’otto per cento rispet-
to allo stesso periodo dell’anno pre-
cedente. Si tratta, fa sapere il mini-
stero del Lavoro, dell’incremento
maggiore in tredici mesi.
Sul fronte del deficit, il Governo
francese ha annunciato pochi giorni
fa che congelerà un miliardo di euro
destinati alle spese dei ministeri per
rientrare negli obiettivi di bilancio
di quest’anno. Lo ha annunciato il
ministro del Budget, Jérôme
Cahuzac, sottolineando che su ordi-
ne del premier Jean-Marc Ayrault,
«certe spese che sono state pianifi-
cate non avranno luogo immediata-
mente ma saranno incluse nel bloc-
Le imprese
tedesche
sostengono
la moneta unica
BERLINO, 27. Le imprese tedesche
credono nella moneta unica. Lo
rivela uno studio della società di
consulenza Roland Berger, rilan-
ciato dal quotidiano «Il Sole 24
Ore». Alla vigilia del vertice euro-
peo, l’analisi dimostra che in real-
tà l’immagine di una Germania
ostile all’euro è soltanto un’inven-
zione frutto di pregiudizio.
L’obiettivo dello studio — sotto-
linea «Il Sole 24 Ore» — è stato
quello di capire come il tessuto
imprenditoriale tedesco si stia pre-
parando a una possibile nuova re-
cessione economica o addirittura
alla frattura della moneta unica,
con l’uscita dall’euro di uno dei
suoi partner. La Grecia è conside-
rata lo Stato membro più a ri-
schio. Roland Berger ha interpel-
lato 1.100 società, con un tasso di
risposta del 12 per cento. Ne è
emerso un campione considerato
rappresentativo del tessuto econo-
mico tedesco.
Solo il sette per cento delle im-
prese del campione teme che l’eu-
ro collasserà, mentre il 61 per cen-
to è convinto che questo non suc-
cederà e la gran parte del resto è
fiducioso, ma conserva qualche
dubbio. Due aziende su tre, tutta-
via, ritengono che un’uscita della
Grecia dall’eurozona abbia senso,
mentre il 49 per cento la conside-
ra probabile. Per l’86 per cento
però, l’espulsione di Atene non
comporterebbe la distruzione
dell’euro. Come ha spiegato a «Il
Sole 24 Ore» Roberto Crapelli,
amministratore delegato di Ro-
land Berger Italia e senior partner
della società, «i tedeschi hanno fi-
ducia che il cancelliere Merkel e le
istituzioni europee sarebbero in
grado di far superare alla moneta
un’eventuale uscita della Grecia».
Il 23 per cento del campione
preso in esame ha preparato piani
d’emergenza per fronteggiare un
eventuale crollo dell’euro, un dato
basso — sottolinea «Il Sole 24
Ore» — che indica come la perce-
zione della crisi da parte tedesca
sia molto meno grave che non in
Italia, per esempio. Eppure, ha
aggiunto Crapelli, sempre secon-
do le imprese tedesche, la situa-
zione italiana non sembra preoc-
cupante: c’è la convinzione che il
Paese sia un mercato ancora affi-
dabile.
L’OSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
Unicuique suum Non praevalebunt
00120 Città del Vaticano
ornet@ossrom.va
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TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE «L’OSSERVATORE ROMANO»
Il ministro delle Finanze francese Pierre Moscovici (Ansa)
co delle spese già in vigore».
D all’iniziativa sono esclusi i ministe-
ri dell’Educazione, della Giustizia e
degli Interni. Il ministro delle Fi-
nanze Pierre Moscovici ha reso noto
che Parigi deve trovare fino a 10 mi-
liardi di euro per portare il deficit al
4,5 per cento del pil quest’anno.
Gli analisti sottolineano che il
piano di austerità del Governo
Hollande prevede un aumento del
numero delle tasse. Sia a livello di
Per il ministro delle Finanze il negoziato sugli aiuti alle banche richiederà tempo
Il Governo spagnolo pensa
a un aumento dell’imposta sulle vendite
MADRID, 27. Il ministero del Teso-
ro spagnolo ha confermato ieri di
stare pensando ad aumentare l’im-
posta sulle vendite. Una conferma
che arriva il giorno dopo l’annun-
cio del presidente del Governo
spagnolo, Mariano Rajoy, sulla
necessità di ulteriori riforme finan-
ziarie. La Spagna, attualmente, ha
tre categorie di imposta sulle ven-
dite: una normale al tasso del 18
per ceto, un’aliquota ridotta all’8
per cento, che comprende biglietti
del treno e ristoranti, e un tasso
inferiore al 4 per cento per beni
come pane, latte, medicinali. Il
Tesoro sta valutando di aumentare
l’imposta sulle vendite dal 4 all’8
per cento e dall’8 al 18 per cento.
Un aumento del tasso generale
d’imposta sulle vendite dal 18 al
20 per cento non si può escludere,
riferisce l’agenzia Adnkronos, no-
nostante le assicurazioni del Go-
verno spagnolo che simili azioni
non si sarebbero verificate que-
st’anno. Intanto il ministro delle
Finanze, Luis de Guindos, ha det-
to ieri che il negoziato sugli aiuti
alle banche è complesso e richie-
derà tempo. La trattative con l’Ue
riguarda quattro aree: le condizio-
ni per la linea di credito, quelle
per l’intero settore, la ristruttura-
zione delle banche aiutate e la de-
finizione della cosiddetta «bad
bank», in cui gli istituti oggetto di
salvataggio europeo dovrebbero
isolare i prestiti in sofferenza.
La Nissan apre
un’altra megafabbrica in Cina
PECHINO, 27. Nascerà a Dalian, nel
nord est della Cina, la nuova gran-
de fabbrica di automobili realizzata
in joint venture tra l’azienda locale
Dongfeng e dalla giapponese Nis-
san. In un comunicato diffuso ieri
dalla direzione della così costituita
Dongfeng Motor Co. si spiega che
nella fabbrica a Dalian è previsto
un investimento di cinque miliardi
di yuan, pari a circa 600 milioni di
euro. L’impianto avrà una capacità
iniziale di produzione di 150.000
autovetture fino il 2014 per poi rag-
giungere le 300.000 unità. «La Ci-
na è il nostro mercato più grande e
continuerà a essere uno dei più im-
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
don Sergio Pellini S.D.B.
Carlo Di Cicco
vicedirettore Segreteria di redazione
telefono 06 698 83461, 06 698 84442
Antonio Chilà
redattore capo
Piero Di Domenicantonio
redattore capo grafico
L’OSSERVATORE ROMANO
imprese, che potrebbero vedersi ar-
rivare una imposta del tre per cento
sui dividendi e un aumento del due
per cento su quella degli stipendi
base, sia per le famiglie, per le quali
sarà reintrodotta nel vecchio forma-
to l’imposta sul patrimonio e au-
menterà quella sull’eredità. Senza
contare la tassa sulle transazioni fi-
nanziarie, che dovrebbe essere im-
plementata ad agosto con un tasso
dello 0,2 per cento.
Luis de Guindos (Reuters)
portanti motori di crescita di Nis-
san» ha spiegato Hiroto Saikawa,
vicepresidente esecutivo della socie-
tà giapponese. La Nissan già può
contare su altre due impianti nel
Paese e punta a un target di vendite
di due milioni di automobili sul
mercato cinese entro il 2015. L’anno
scorso, la società giapponese aveva
annunciato un piano di espansione
in Cina con investimenti per otto
miliardi di dollari, nel quadro di
una strategia aziendale globale
puntata sui mercati emergenti e su
una relativa contrazione degli inve-
stimenti su quelli statunitensi ed
europei.
direttore generale
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Gaetano Vallini
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Quando il debito è ostacolo
allo sviluppo
Pubblichiamo l’intervento svolto dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore per-
manente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni Specia-
lizzate a Ginevra, in occasione della XX sessione del Consiglio dei diritti umani sul
«Rapporto relativo ai principi guida in materia di debito estero e di diritti umani».
Signora Presidente,
La Santa Sede sostiene con forza
l’affermazione del Rapporto che i
diritti umani e le regole della giusti-
zia e dell’etica si applicano a tutte le
relazioni economiche e sociali, com-
presi gli obblighi relativi al debito
estero. I criteri del diritto umano
per la valutazione del debito estero
possono essere uno strumento im-
portante per spostare lo sviluppo da
una ristretta comprensione “econo-
mica” o materiale a una basata sullo
sviluppo umano integrale, che sia
«volto alla promozione di ogni uo-
mo e di tutto l’uomo» (Paolo VI,
Populorum progressio, n. 14). Questo
riconosce il «diritto allo sviluppo»
(Risoluzione dell’Assemblea genera-
le 41/128 del 4 dicembre 1986) fon-
dato sull’umanità di ogni essere
umano dal concepimento fino alla
morte naturale, a prescindere da età,
nazionalità, razza, religione, etnia,
sesso e disabilità. Nello stesso tem-
po riconosciamo il ruolo che ha
svolto e continua a svolgere la cor-
ruzione nell’aggravare il problema
delle obbligazioni di debito in molti
Paesi meno sviluppati.
Un’etica incentrata sulle persone
è radicata in una visione della per-
sona umana che valorizza la dignità
La diagnosi dell’Ocse sulle prospettive del Paese per i prossimi due anni
Crescita moderata negli Stati Uniti
WASHINGTON, 27. Negli Stati Uniti,
«la crescita reale del pil resterà mo-
derata per quest’anno e il prossi-
mo», nonostante evidenti segnali di
ripresa. La diagnosi è stata tracciata
dall’Ocse (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo econo-
mico) nel suo rapporto sull’econo-
mia americana, stimando una cresci-
ta del 2,4 per cento nel 2012 e del
2,6 per cento nel 2013, dopo il più
1,7 per cento dell’anno scorso. Gra-
zie a un incremento dei consumi e
degli investimenti privati, scrive
l’Ocse, «la ripresa ha preso slan-
cio», ma «è lontana dall’essere com-
pleta», in particolare per i grossi
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
Europa: € 410; $ 605
Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665
America Nord, Oceania: € 500; $ 740
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Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675
Intervento della Santa Sede
umana, che è alla base dei diritti
umani, poiché tali diritti scaturisco-
no dal significato stesso dell’essere
umani. Ogni giusta attività econo-
mica rispetta questa dignità umana.
La ricchezza e il debito devono
servire il bene comune. Se si viola la
giustizia, la ricchezza e il debito di-
vengono strumenti di sfruttamento,
specialmente di coloro che sono po-
veri ed emarginati. Ma le transazio-
ni economiche ingiuste, e special-
mente quelle di sfruttamento, non
sono valide e devono essere rese
giuste, anche se ognuna delle parti
ha acconsentito ai termini legali del-
lo scambio, come può accadere
quando i ricchi elargiscono un pre-
stito ai poveri. Da molti anni ormai
tutti riconoscono che «il pesante
fardello del debito estero (...) com-
promette le economie di Popoli in-
teri, frenando il loro progresso so-
ciale e politico» (Giovanni Paolo II,
Messaggio per la Giornata mondiale
della pace 1998, n. 4).
Il debito estero è soltanto un sin-
tomo della mancanza di giustizia
nel flusso di capitale mondiale. «La
questione del debito fa parte di un
problema più vasto: quello del per-
sistere della povertà, talvolta anche
estrema, e dell’emergere di nuove
disuguaglianze che accompagnano il
processo di globalizzazione. Se
l’obiettivo è una globalizzazione
senza marginalizzazione, non si può
più tollerare un mondo in cui vivo-
no fianco a fianco straricchi e mise-
rabili, nullatenenti privi persino
dell’essenziale e gente che sciupa
senza ritegno ciò di cui altri hanno
disperato bisogno. Simili contrasti
sono un affronto alla dignità della
persona umana» (ibidem).
Nel valutare, dunque, i prestiti
esteri, bisognerà prendere in consi-
derazione: 1) la riduzione delle pra-
tiche di prestito non etiche e 2) un
migliore allineamento tra i prestiti
esteri e uno sviluppo umano auten-
tico. Se il processo di prestito e
l’utilizzo del prestito rispettano en-
trambi i diritti umani vi è una mag-
giore possibilità che il denaro prove-
niente dal prestito stesso promuova
lo sviluppo e l’ambiente necessario
al godimento dei diritti umani.
Molte delle barriere allo sviluppo
sorgono perché, nel processo deci-
sionale, non viene dato un peso
adeguato ai costi e ai benefici delle
attività umane. «I costi umani sono
sempre anche costi economici e le di-
sfunzioni economiche comportano
sempre anche costi umani» (Bene-
detto XVI, Caritas in veritate, n. 32) e
la conseguente violazione dei diritti
della persona.
Se istituzionalizzare l’inclusione
dei diritti umani nel calcolo dei co-
sti e dei benefici presenta delle sfi-
de, vorremmo ricordare al Consiglio
che ogni progresso passato nei dirit-
ti umani e nell’espansione della par-
tecipazione e dell’inclusione ha af-
frontato la stessa sfida. In poche pa-
role, i rapporti finanziari che au-
mentano la disuguaglianza e non
promuovono la convergenza dei
redditi sono «contrari alla giustizia»
(cfr. san Tommaso d’Aquino, II, II,
Q Q 78).
problemi che restano nel mercato
immobiliare.
La disoccupazione resta un pro-
blema aperto. «Anche se la creazio-
ne di posti di lavoro è migliorata e
il tasso di disoccupazione è calato
dal livello record del dieci per cento
a ottobre 2009 — scrive l’Ocse — gli
effetti della recessione sul mercato
del lavoro rimangono». In particola-
re, sottolinea l’organizzazione, «la
durata della disoccupazione resta
estremamente alta, e circa il quaran-
ta per cento dei senza lavoro lo so-
no da 27 settimane o più». Per que-
sto «le politiche devono continuare
a promuovere la creazione di posti
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Alfonso Dell’Erario, direttore generale
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giovedì 28 giugno 2012
Insieme al Rapporto e alla gran-
de maggioranza degli osservatori
obiettivi, la Santa Sede riconosce
che i prestiti fatti ai Paesi in via di
sviluppo hanno a volte promosso
l’ineguaglianza e sono diventati
ostacoli allo sviluppo stesso piutto-
sto che strumenti per promuoverlo.
Spesso ciò è dovuto ai cambiamenti
nelle circostanze economiche esterne
che possono trasformare un accordo
di prestito buono e giusto in un
ostacolo per lo sviluppo e in un vei-
colo per lo sfruttamento. Uno di
questi cambiamenti nelle circostanze
esterne, che il Rapporto affronta e a
cui risponde, è relativo alle fluttua-
zioni nei tassi della valuta.
La Santa Sede sostiene il nuovo
principio della trasparenza nei pre-
stiti esteri a tutti i livelli e da parte
di tutti gli agenti (i mutuatori, i fi-
nanziatori e le agenzie internaziona-
li) al fine di diminuire le possibilità
dei gravi errori commessi in passato,
quando la corruzione ha portato a
prestiti segreti per fini discutibili,
sottoscritti da leader politici non in-
teressati al bene comune dei poveri
nei Paesi in via di sviluppo, che
portano il fardello. Noi sosteniamo
questa riforma e incoraggiamo gli
sforzi per correggere le ingiustizie
dei prestiti passati con delle più ag-
gressive remissioni del debito.
La Santa Sede spera nel prosegui-
mento e nell’accelerazione del «pro-
cesso di cancellazione e di riduzione
del debito dei Paesi più poveri, sen-
za che questo sia condizionato a mi-
sure di aggiustamento strutturale,
nefaste per le popolazioni più vul-
nerabili» (Benedetto XVI, Discorso al
Corpo diplomatico accreditato presso la
Santa Sede, lunedì, 8 gennaio 2007).
La Santa Sede sostiene la richiesta
del Consiglio dei diritti umani di
porre fine alle condizioni relative al-
la remissione e alla rinegoziazione
del debito, e sostiene la sua richiesta
di rispettare la sovranità e il diritto
di ogni Paese di progettare in modo
indipendente le proprie strategie di
sviluppo e di non essere costretto da
agenzie o Governi esterni a perse-
guire politiche che sono più nell’in-
teresse delle nazioni che forniscono
il prestito piuttosto che del bene co-
mune delle nazioni in via di svilup-
po. Inoltre, i programmi per la can-
cellazione o riduzione del debito
non dovrebbero comportare ostacoli
insormontabili per futuri prestiti re-
sponsabili, che potranno rendersi
criticamente necessari per lo svilup-
po e la prosperità a lungo termine
dei Paesi a rischio.
Una maggiore trasparenza contri-
buirà anche a impedire l’accumulo
di insostenibili livelli di debito da
parte delle nazioni in via di svilup-
po. Sia nei Paesi in via di sviluppo
che in quelli sviluppati la mancanza
di trasparenza nell’accumulo del de-
bito ha contribuito all’incertezza
economica nel sistema finanziario
mondiale. «I principi guida in ma-
teria di debito estero e di diritti
umani» si muovono nella direzione
di una soluzione concreta. Il debito
sovrano non può essere visto come
un problema esclusivamente econo-
mico. Esso colpisce le generazioni
future così come le condizioni socia-
li che permettono il godimento dei
diritti umani di un gran numero di
persone che hanno il diritto alla so-
lidarietà da parte di tutta la famiglia
umana.
di lavoro, e facilitare il ritorno
all’impiego». Secondo i dati Ocse,
il tasso di disoccupazione negli Stati
Uniti è stato al suo massimo nel
2010, con il 9,6 per cento di media
annua, ed è poi sceso al l’8,9 per
cento nel 2011, discesa che prosegui-
rà quest’anno (8,1) e l’anno prossi-
mo (7,6).
L’Ocse ha poi espresso alcuni
consigli sulla politica monetaria,
che, a suo giudizio, «deve continua-
re a sostenere la ripresa», e «la legi-
slazione corrente deve essere modifi-
cata per evitare una forte contrazio-
ne fiscale nel 2013, che farebbe dera-
gliare la ripresa».
Aziende promotrici della diffusione de
«L’Osservatore Romano»
Intesa San Paolo
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Banca Carige
Società Cattolica di Assicurazione
Credito Valtellinese
Assicurazioni Generali S.p.A.
giovedì 28 giugno 2012 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

Un decimo Un tribunale frena i militari

della mortalità Attesa in Egitto

infantile del mondo per le scelte
è in Nigeria del presidente eletto
ABUJA, 27. Non c’è solo la violen- Mursi
za dilagante a testimoniare in Ni-
geria una condizione sempre più IL CAIRO, 27. È una presidenza di
drammatica delle popolazioni. attese, che celano il difficile nego-
Nel Paese più popoloso dell’Afri- ziato con i militari, quella di
ca, potenzialmente ricco grazie al- Mohammed Mursi. Dopo avere
le sue materie prime, gli indicatori aspettato una intera settimana
sociali confermano da tempo una l’esito definitivo del ballottaggio
delle situazioni di sottosviluppo che lo ha contrapposto all’ultimo
più gravi del mondo. Ne offre un premier sotto Mubarak, Ahmed
ulteriore esempio un rapporto di Shafiq, l’uomo dei Fratelli musul-
un’associazione che riunisce i pe- mani a tre giorni dall’annuncio
diatri nigeriani e secondo il quale della sua vittoria, ancora non sa
la Nigeria detiene il triste primato quando giurerà e davanti a chi,
della più alta percentuale di mor- non essendoci più l’Assemblea na-
talità infantile al mondo. Secondo zionale.
il rapporto, sono nigeriani un de- Quello dello scioglimento del
cimo dei bambini che muoiono Parlamento, decretato dai militari
prima di raggiungere i cinque an- dopo la sentenza della Corte co-
ni. La maggior parte di queste stituzionale, è solo uno dei nodi
morti precoci potrebbero essere complessi, sul quale il presidente
evitate con una spesa irrisoria: ba- eletto si sta cimentando con il
sterebbe insegnare elementari nor- Consiglio supremo delle forze ar-
me igieniche, rafforzare la cultura mate, mentre continua a lavorare
della vaccinazione, rendere più ac- alla sua squadra che, ha conferma-
cessibili medicinali a basso costo. to, includerà un copto ortodosso e
Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan (LaPresse/Ap)
L’attenzione interna e interna- una donna come suoi vice. Il puz-
zionale, intanto, resta centrata sul- zle include la dichiarazione costi-
le violenze. Ieri, uomini armati tuzionale che dà maggiori poteri
Erdogan ordina nuove regole d’ingaggio per i soldati lungo i seicento chilometri del confine con la Siria ai militari e limita quello del nuo-
hanno ucciso quattro persone in
vo capo dello Stato e coinvolge la

Massima allerta alle frontiere turche

un attacco a due stazioni di poli-
zia a Kano, nel nord, una delle
città teatro dell’attività del gruppo
fondamentalista islamico. Fonti lo-
cali hanno altresì riferito che colpi
di arma da fuoco ed esplosioni so-
no stati sentiti anche vicino ad
un’altra stazione di polizia a Da-
maturu, nel nord est, dove di re-
cente ci sono stati scontri tra le
forze sicurezza e militanti di Boko
Haram.
Sulle iniziative per fronteggiare
l’offensiva di Boko Haram si è te-
nuta ieri nella capitale federale
Abuja una riunione del Consiglio
dei governatori nigeriani che ha
stabilito una proroga dello stato
d’emergenza in quindici province
dei quattro Stati federali più tur-
bolenti. Il Consiglio, organo mol-
to influente composto dai gover-
natori dei 36 Stati federali nigeria-
ni, di norma è ostile allo stato di
emergenza, che di fatto sospende
gli organi elettivi e assegna quasi
tutti i poteri all’esercito. Stavolta
però ha aperto alle misure straor-
dinarie chiedendo al contempo
più soldi al Governo centrale per
affrontare l’emergenza.
All’inizio della settimana, il pre-
sidente Goodluck Jonathan aveva
fatto appello «all’unità di tutti i
nigeriani per difendere la demo-
crazia» e «alla cooperazione tra
potere esecutivo, legislativo, giudi-
ziario per arrivare con certezza al-
la fine di Boko Haram».
Jonathan, comunque, non ha
escluso la possibilità di aprire un
confronto con Boko Haram, a
patto che il gruppo «deponga le
armi, si dia un volto, dimostri di
cessare le ostilità». In proposito, il
presidente ha parlato di una nuo-
va strategia da mettere in atto e
per la quale «è necessario cambia-
re staff e personale», in riferimen-
to alle dimissioni del ministro del-
la Difesa, non ancora sostituito, e
del consigliere nazionale alla Sicu-
rezza, incarico assegnato a Sambo
Dasuki, considerato da molti os-
servatori più adatto del suo prede-
cessore, Andrew Azari, a cercare
di aprire un dialogo con l’area più
moderata di Boko Haram.
DAMASCO, 27. Non si stempera la tensione fra
Damasco e Ankara dopo l’abbattimento, venerdì
scorso, di un jet turco lungo le coste siriane: la
Nato da Bruxelles si schiera al fianco della Tur-
chia, restando però ancora lontana da un ipoteti-
co intervento militare, mentre alla periferia di Da-
masco sono stati registrati nuovi scontri fra le for-
ze del Governo e i ribelli.
Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, ha
usato toni durissimi contro Damasco. «L’attuale
amministrazione siriana è un regime tirannico che
uccide il suo stesso popolo» ha accusato
Erdogan. E ha annunciato nuove regole di ingag-
gio per le forze armate turche lungo i 600 chilo-
metri di frontiera con la Siria: d’ora in poi i sol-
dati di Ankara risponderanno con le armi a
«qualsiasi violazione del confine». La Turchia
non vuole la guerra, ha spiegato Erdogan, ma la
linea di «risposta razionale» alla distruzione del
suo F4 Phantom non deve «essere presa per un
segno di debolezza, erroneamente». Prima o poi
Damasco sentirà tutto il peso della risposta turca.
Il lungo discorso di Erdogan è stato accolto da
applausi dei deputati del suo partito, l’Akp. Per
ora l’ipotesi di un conflitto con la Siria sembra
poco probabile, anche per le pericolose conse-
Tragiche alluvioni
nel Bangladesh
formazione del nuovo Governo. Si
tratta di una situazione molto de-
licata per questo la data del giura-
mento ancora non è stata fissata e
guenze che potrebbe avere per tutta la regione. Il «rimane reticente a un’azione militare» e anche anche la magistratura ieri ha deci-
presidente siriano, Bashar Al Assad, durante la Ankara «comunque non è del parere di spingere so di non intervenire a giochi
prima riunione del suo nuovo Governo, ha usato in questa direzione». aperti. Ieri Morsi ha nel frattempo
per la prima volta la parola “guerra”. «Stiamo vi- Sul fronte delle ricerche sull’abbattimento del incontrato il vescovo Pakhomius,
vendo una vera situazione di guerra — ha detto — caccia turco, esperti del Cremlino hanno messo in capo ad interim della chiesa copta
e tutte le nostre politiche, tutti i settori e tutte le dubbio la versione di Ankara — un volo disarma- ortodossa, a cui ha assicurato che
sedi devono essere guidati e indirizzati a vince- to di rilevazione dei radar turchi — sulla vera mis- tutti gli egiziani verranno conside-
re». Assad ha criticato il comportamento dei Pae- sione dell’aereo abbattuto, sostenendo che doveva rati su una base di eguaglianza.
si occidentali. testare i sistemi di difesa russi della Siria per con- L’alta Corte amministrativa ha
Da Bruxelles, dove gli ambasciatori Nato si so- to della Nato. Sarebbe stata ventilata anche l’ipo- intanto rinviato al 4 luglio la sua
no riuniti su richiesta di Ankara in base all’artico- sentenza sullo scioglimento del
tesi di spionaggio.
lo 4 del patto atlantico — consultazioni quando la Parlamento e al 10 quello sull’ag-
Intanto, proseguono le violenze in Siria. È di
sicurezza di un Paese membro alleato può essere giunta costituzionale, quando de-
tre dipendenti morti il bilancio di un attacco sfer-
a rischio — è arrivata ieri la dichiarazione di soli- ciderà anche sulla costituzionalità
rato all’alba di oggi da uomini armati contro la
darietà degli alleati alla Turchia. L’abbattimento della Shura, la Camera alta che ha
del caccia turco e la probabile uccisione dei suoi sede di una televisione privata. Lo riferisce
solo poteri consultivi. Una delle
due piloti è «inaccettabile» ha detto il segretario l’agenzia di stampa Sana, secondo cui l’attacco è
ipotesi che circolano in queste ore
generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. E avvenuto nella città di Drousha, a circa venti chi-
è che il nuovo presidente giuri
gli alleati, ha chiarito, sono «uniti alla Turchia da lometri a sud di Damasco. «Gruppi terroristici
proprio davanti a quel ramo del
uno spirito di forte solidarietà». Il Consiglio hanno assaltato la sede, hanno piazzato degli
Parlamento, per evitare di farlo
atlantico resterà «all’erta sugli sviluppi alla fron- esplosivi negli studi e li hanno fatti deflagrare» davanti alla Corte costituzionale.
tiera sud-orientale della Nato», pronto a riunirsi ha affermato Omrane Al Zohbi, il ministro L’alta Corte amministrativa ha fat-
di nuovo in qualsiasi momento se necessario. Il dell’Informazione siriano, aggiungendo che gli to incassare un punto a Mursi e
Governo turco non ha sollevato a Bruxelles l’arti- assalitori hanno portato via materiale tecnico. Il agli attivisti, annullando la misura
colo 5 — difesa collettiva in caso di aggressione a ministro ha poi reso noto che tre persone sono del ministero della Giustizia che
un alleato — perché, spiegano gli analisti, la Nato state uccise. autorizzava i militari ad arrestare i
civili.
Morsi, sempre ieri, ha incontra-
to il capo del consiglio della poli-
zia e il ministro dell’Interno
Abu Mazen chiede Mohamed Ibrahim, che secondo
«Masri El Youm» potrebbe rima-
nere al suo posto nel nuovo Ese-
una conferenza a Mosca cutivo. Secondo il quotidiano
Mursi avrebbe assicurato il mini-
stro e il suo staff che non ci saran-
TEL AVIV, 27. Il progetto di una cato alla Basilica della Natività, no vendette o pulizie. Stando alle
conferenza internazionale di pace mentre in precedenza, con una visi- indiscrezioni pubblicate da «Al
da tenersi a Mosca per trovare una ta a sorpresa, aveva visitato a Geru- Shouruk» rimane in pista la can-
soluzione negoziata della questione salemme anche il Muro del Pianto. didatura di Mohamed ElBaradei
palestinese è stato avanzato ieri a Putin, che nella sua missione ha come premier egiziano, ma secon-
Betlemme dal presidente dell’Ap, compiuto la prima tappa in Israele, do una fonte vicina all’ex direttore
Abu Mazen, in un incontro con il è un attore importante del processo generale dell’Aiea, la condizione
presidente russo Vladimir Putin. Il di pace in Medio Oriente, dato che posta sarebbe quella di un Esecu-
leader del Cremlino, da parte sua, il suo Paese fa parte del Quartetto, tivo “tecnico”, con ministri scelti
ha lodato la politica «responsabile» assieme a Stati Uniti, Unione euro- in base alle loro competenze e
mantenuta dall’Ap, mentre ha tro- pea e Onu. Dopo l’incontro con non per appartenenza politica. Un
vato controproducenti le «iniziative Abu Mazen, il presidente russo si è ministro chiave sarà quello
unilaterali» condotte sul terreno. La recato in Giordania per una breve dell’economia. La Borsa egiziana
Russia, ha assicurato, non ha alcu- visita. Le iniziative per riavviare il ha segnato la seconda giornata eu-
na difficoltà a riconoscere uno Sta- processo di pace israelo-palestinese forica mentre il Fondo monetario
to palestinese indipendente. A Be- e la situazione in Siria sono stati al internazionale si è detto pronto a
tlemme Putin ha inaugurato un va- centro di un incontro con Abdullah sostenere l’Egitto, provato da sedi-
sto centro culturale russo e si è re- II bin Hussein re di Giordania. ci mesi di difficile transizione.

Battaglia in Somalia Appello dell’Onu ai talebani affinché sospendano gli attacchi

tra esercito I civili afghani sempre a rischio violenze

e al Shabaab
MO GADISCIO, 27. Violenti combat-
timenti sono stati ingaggiati ieri
nella città di Badhadhe, nella re-
gione del basso Giuba, al confine
tra Somalia e Kenya, tra le milizie
radicali islamiche di al Shabaab e
le forze governative affiancate dal-
le truppe kenyane di recente in-
quadrate nell’Amisom, la missione
dell’Unione africana in Somalia.
Fonti locali riferiscono di almeno
otto morti, soprattutto miliziani di
al Shabaab, e di decine di feriti.
La battaglia è stata innescata da
un attacco con granate e mitra-
gliatori sferrato dai miliziani di al
Shabaab contro una base delle
forze kenyane a Badhadhe, che si
trova a circa 180 chilometri a sud
di Chisimaio, seconda città e se-
condo porto della Somalia, che è
rimasta la principale roccaforte dei
ribelli.
Una donna di Chittagong piange i familiari morti nelle alluvioni (LaPresse/Ap)
DHAKA, 27. È di 89 morti e 150.000
sfollati il bilancio provvisorio delle
alluvioni che hanno messo in gi-
nocchio il sudest del Bangladesh.
L’esercito è impegnato nelle opera-
zioni di soccorso soprattutto nella
regione collinare di Chittagong e
fonti locali temono che il bilancio
possa essere molto più grave. Le
piogge torrenziali proseguite quasi
ininterrottamente per cinque giorni
sono straordinarie anche per il Pae-
se asiatico, abituato a fare i conti
con i diluvi della stagione delle
piogge che va da metà giugno a
metà agosto. E anche nel sud della
Cina nove persone sono morte e
migliaia di case abbattute a causa
delle piogge che stanno investendo
da qualche giorno la regione auto-
noma Guangxi Zhuang. Oltre
932.000 persone sono state colpite
dalle forti piogge che cadono dallo
scorso 21 giugno, interessando più
di 50.860 ettari di terra coltivata.
Sono invece più di 3.000 le abita-
zioni crollate nelle 44 contee di 13
città dello Guangxi, con una perdi-
ta economica di circa 450 milioni di
euro. Altre 510.000 persone sono
state colpite dal maltempo nella vi-
cina provincia del Guizhou.
KABUL, 27. La missione dell’Onu di
assistenza in Afghanistan (Unama)
ha rivolto ieri un pressante appello
ai talebani affinché fermino gli at-
tacchi contro i civili. In un comuni-
cato diffuso a Kabul si afferma: «La
scorsa settimana 214 civili afghani
sono stati uccisi, o sono rimasti feri-
ti, in quarantotto attacchi in tutto
l’Afghanistan. Gli elementi antigo-
vernativi sono stati riconosciuti re-
sponsabili del 98 per cento di que-
ste vittime». L’appello lanciato
dall’Unama fa parte del più ampio
sforzo diplomatico, esercitato da
tempo, diretto a coinvolgere i mili-
ziani in un dialogo attraverso il qua-
le raggiungere una soluzione alla
crisi afghana. Lo stesso presidente
Hamid Karzai ha più volte rivolto
ai talebani pressanti appelli affinché
si siedano al tavolo delle trattative:
e ciò nella consapevolezza che senza
l’elemento talebano l’auspicato pro-
cesso di riconciliazione non avrebbe
fiato lungo. Anche la comunità in-
ternazionale, in primo luogo gli Sta-
ti Uniti, optano per una soluzione
diplomatica, quindi per il dialogo,
pur con le dovute riserve. Ma finora
i progressi su questo versante non
sono stati veramente significativi, ri-
levano gli osservatori. Infatti i guer-
riglieri continuano a compiere attac-
chi e così facendo i già fragili equili-
bri del territorio sono sottoposti a
un logoramento ancor maggiore.
Nel frattempo si è appreso che i
governi di Afghanistan e India, in-
sieme alla confederazione dell’indu-
stria indiana, hanno organizzato il
«Delhi Investment Summit on Af-
ghanistan», che si terrà domani nel-
la capitale indiana. L’obiettivo
dell’incontro, ha indicato un porta-
voce del ministero degli Esteri in-
diano, è «attrarre investimenti in
Afghanistan alla luce di nuove op-
portunità che si prospettano in vari
settori dell’economia di quel Paese».
Sul fronte pakistano si segnala,
intanto, che i droni statunitensi (ve-
livoli senza pilota) hanno compiuto
nuovi raid sul Nord Waziristan.
Fonti locali riferiscono che cinque
miliziani sono rimasti uccisi. Due
bombe hanno colpito un nascondi-
glio nell’area di Shawal, nei pressi
del confine con l’Afghanistan. Pro-
segue, dunque, la strategia dei droni
in Pakistan per colpire i talebani e
distruggere le postazioni dalle quali
sono soliti sferrare gli attacchi. E le
autorità di Islamabad continuano
ad avanzare riserve su queste strate-
gia, poiché ritengono che i droni
non garantiscano una sicurezza ade-
guata a beneficio dei civili. Il Penta-
gono replica, fatta salva la volontà
di non nuocere alla popolazione,
che finora questa strategia si è rive-
lata assai efficace nel contrastare i
miliziani.
pagina 4 L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 28 giugno 2012

Il coro di Westminster Abbey e la Cappella Musicale Pontificia insieme nella basilica di San Pietro

Due tradizioni
in una sola voce
di JOHN HALL* ledì 27 giugno, nella basilica di San-
ta Maria Maggiore e poi, la sera
u invito di Benedetto XVI, successiva, nella Cappella Sistina, un
all’abbazia di Montecassino, su invi- rapporto con la mo-
to dell’arciabate dom Pietro Vittorel- narchia e con le isti-
li, per cantare i primi vespri e la tuzioni in Inghilterra,

S una delegazione anglicana recital privato in Vaticano, al quale messa domenicale assieme ai mona- essendo direttamente
parteciperà alla messa pa- prenderà parte anche il segretario di ci. Come decano, sono lieto di essere responsabili verso la
pale che si terrà nella basi- Stato, cardinale Tarcisio Bertone. stato invitato a celebrare un’eucari- regina, governatore
lica di San Pietro nella so- Nella serata della solennità del 29 stia secondo l’ordine della Chiesa supremo della Chiesa
lennità dei santi Pietro e Paolo. La giugno, il clero e il coro di Westmin- d’Inghilterra nel santuario di san d’Inghilterra. Duran-
delegazione della Westminster Ab- ster Abbey animeranno la preghiera Benedetto. te il regno di Enrico
bey di Londra sarà costituita da di- serale a Santa Maria sopra Minerva, Questo felice scambio ecumenico VIII nel XVI secolo,
versi membri del clero, assieme al chiesa titolare del cardinale Cormac riflette l’evento dello scorso ottobre, Westminster Abbey,
coro e all’organista e maestro dei co- Murphy-O’Connor, arcivescovo eme- quando l’arciabate ha celebrato la che per almeno sei-
risti. Su espresso desiderio del Papa, rito di Westminster. La funzione si messa nel santuario di sant’Eduardo, cento anni era stata
per questa messa il coro del- re e confessore, nell’abbazia una comunità bene-
la Westminster Abbey for- di Westminster. dettina, partecipò al
merà un solo coro con quel- La visita della Westmin- movimento per di-
lo pontificio, la Cappella ster Abbey a Roma è densa staccare la Chiesa Il coro di Westminster Abbey
Musicale Sistina, diretto da di significati. L’abbazia non d’Inghilterra dalla
Massimo Palombella. In ag- solo è nota in tutto il mon- giurisdizione del Pa-
giunta, diretto dall’organista do, ma è anche un luogo pa e dalla Chiesa cattolica romana. ancora universalmente nota come viene eseguita a Westminster Abbey
dell’abbazia e maestro dei particolarmente importante Nel 1540 l’Abbazia venne sciolta dal Westminster Abbey, ha mantenuto la attinge a tutta la tradizione europea
coristi, James O’Donnell, il al centro della vita del Re- re, i monaci furono dispersi o servi- tradizione della musica corale come di musica sacra e comprende canto
coro di Westminster Abbey gno Unito e del Common- rono nel nuovo ordinamento, e la parte della sua proposta liturgica fermo e musica delle tradizioni lati-
eseguirà canti della tradizio- wealth. Per tutta la sua sto- chiesa divenne cattedrale. Quando la quotidiana. na e inglese dal XVI secolo.
ne della Chiesa d’Inghilter- ria, a partire dal 1066, è sta- regina Maria ripristinò il cattolicesi- A Westminster Abbey il coro can- È mio auspicio che questa visita
ra. Parte di questi canti sa- to il luogo in cui sono stati mo in Inghilterra durante il suo bre- ta otto funzioni a settimana: il mat- di Westminster Abbey a Roma sia
ranno accompagnati dal so- incoronati i re e le regine ve regno, fu restaurata anche l’Abba- tutino, l’Eucaristia e la preghiera se-
stituto organista dell’abba- d’Inghilterra e del Regno benedetta dalla grazia di Dio e ci
zia benedettina. Infine, nel 1560, do- rale la domenica, e la preghiera sera-
zia, Robert Quinney. Unito. La regina Elisabetta faccia progredire nel lungo e tortuo-
po che Elisabetta I reintrodusse l’an- le quotidiana (fatta eccezione per un
L’invito, senza precedenti, II è stata unta e incoronata il
so cammino verso la piena e visibile
glicanesimo, l’Abbazia, ancora una giorno, nel quale viene recitata in
che il Papa ha rivolto al co- 2 giugno 1953, quasi nella volta sciolta, fu di nuovo eretta co- pubblico). Quando il coro è in va- unità, obiettivo che sia il Papa sia
ro, di cantare con la Cappel- stessa identica maniera dei me chiesa collegiale di St. Peter We- canza, questo schema viene mante- l’arcivescovo di Canterbury conti-
la Sistina durante la liturgia suoi predecessori prima e stminster. nuto o dai Lay Vicars (i cantori nuano a perseguire.
da lui presieduta, è uno dei dopo lo scisma da Roma. Negli ultimi 450 anni, la Chiesa adulti) del coro dell’Abbazia o da
frutti della visita di Benedet- Qui sono stati celebrati i collegiale di St. Peter Westminster, cori in visita. La musica liturgica che *Decano di Westminster
to XVI nel Regno Unito nel matrimoni reali nel medioe-
settembre 2010, e in partico- vo, e poi di nuovo nel XX e
lare della sua visita alla nel XXI secolo. Il matrimo-
Westminster Abbey per la nio della regina Elisabetta —
funzione ecumenica della all’epoca ancora principessa
preghiera serale. Durante la — con il duca di Edimburgo Le nuove vetrate del Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana
funzione, il Papa ha avuto è stato celebrato qui nel
un saggio della ricca tradi-
zione di musica liturgica,
che costituisce una parte im-
1947. E qui, il 29 aprile 2011,
la regina Elisabetta ha parte-
cipato al matrimonio del
Sotto la soglia dei 45 decibel
portante della vita cultuale nipote, il principe William «È una festa di colori gioiosi e vi- zione del Salone Sistino della Bi-
dell’Abbazia. Ha ascoltato il Herbert Railton, «Westminster Abbey» (1894) di Galles, figlio del principe vaci; è curioso che sia stato volu- blioteca Apostolica Vaticana du-
coro, e in seguito siamo stati di Galles, con Catherine to da un Papa che la tradizione ci rante la festa di saluto al cardina-
lieti di inviargli, su sua ri- Middleton. I coniugi sono descrive come rigoroso e severo. le Raffaele Farina, che da qualche
chiesta, una selezione di cd incisi svolgerà in associazione con la chie- ora duca e duchessa di Cambridge. Ma del resto, non è una novità giorno ha concluso il suo incarico
dagli organisti e dal coro dell’Ab- sa di All Saints e con il centro angli- Si ritiene che la funzione sia stata vi- nella tradizione cattolica, basti di Archivista e Bibliotecario di
bazia. cano di Roma, a Palazzo Doria sta da quasi tre miliardi di persone, pensare alle coloratissime sale di Santa Romana Chiesa.
Nei cinque giorni in cui soggior- Pamphili. l’audience televisiva più grande di lettura dei conventi dell’Europa «Durante la serata che ci ha vi-
nerà in Italia, il coro tiene un con- Sabato 30 giugno la delegazione sempre. Il decano e il capitolo di del nord». L’architetto Paolo Por- sti raccolti martedì 26 giugno con
certo pubblico nella serata di merco- di Westminster Abbey si recherà Westminster hanno un particolare toghesi sta descrivendo la decora- le famiglie del personale — spiega
il prefetto, monsignor Cesare Pa-
sini — abbiamo anche inaugurato
le due ampie vetrate che separano
il Salone Sistino della Biblioteca
A Vienna e a Veszprém In «Io sono qui» di Mariapia Bonanate dalle Gallerie dei Musei Vaticani.
È un primo passo verso quella
Una mostra Con Etty accanto alla malattia preparazione del salone a sala di
consultazione degli stampati che
sul cardinale abbiamo iniziato da tempo».
trecciano, a vicenda si interpella- vita, la tesse con le parole e i silen- Una “restituzione” controten-
Mindszenty di CRISTIANA D OBNER
no, si demoliscono e si costruisco- zi. Come in una partitura in cui denza in un momento in cui mol-
La frase più banale: «Io sono no. Vite magnetizzate dall’Assente contano le note ma contano le te biblioteche riducono i loro spa-
«Fidelissimus Pastor. Unbluti- qui». Almeno così sembrerebbe: la che, a sprazzi, si rende Presente e pause, i silenzi che conducono al zi e in cui si tende a musealizzare
ges Martyrium von József Kar- banalità che non trova un’espressi- lascia un’orma che acuisce ancora silenzio. Sì, perché lui, se le dice gli ambienti storici a disposizio- L’orso di san Corbiniano
dinal Mindszenty»: il martirio vità compiuta e matura. Non sa- di più l’anelito. Non in un’aura «Io sono qui», lo dice nell’immo- ne. «Le due vetrate — continua nel particolare di uno dei maniglioni
incruento del cardinale rebbe possibile trovare qualche ter- soffusa, pervasa da panorami in- bilità più assoluta, nel mutismo si- Pasini — garantiscono l’isolamen-
Mindszenty è il titolo della mine accattivante, magari ambiguo cantevoli e musiche lievi, ma in gillato del suo volto. to del salone dai rumori prove-
mostra apertasi il 27 giugno a o ammiccante? una stanza — la migliore della casa Fra le due donne, così diverse e nienti dalle Gallerie e insieme re il rumore sotto i 45 decibel
Vienna (presso il Palais Porcia, Eppure, in tre semplici parole — — arredata con tutti gli oggetti che così simili, scaturisce la vena della permettono a chi passa di ammi- senza compromettere la luminosi-
fino al 10 agosto) e che poi — quelle che danno il titolo all’ulti- a lui erano cari e gli parlavano, le ricerca di Colui che nella storia ha rare la volta affrescata. Alle porte tà delle vetrate — ha aggiunto
mo libro di Mariapia Bonanate (Io “sue” cose. Quelle di lui che, sem- detto all’uomo e alla donna «Io inserite nelle vetrate abbiamo ap- Mariano Picalarga, il titolare della
dal 20 agosto al 15 ottobre — si
sono qui. Il mistero di una vita so- plicemente, giace inerte, sempre, sono qui», ed è simultaneamente posto dei maniglioni in bronzo ditta a cui sono stati affidati i la-
sposterà a Veszprém, in Un-
spesa, Milano, Mondadori, pagine senza remissione. Presente e Assente, in quel «ven- che richiamano nell’una lo stem- vori, realizzati grazie alla fonda-
gheria. Lo scopo di «Fidelissi-
116, euro 17,50) — è racchiuso non Lei gli dice con tutta la sua per- to» che soffia sul caos e ora si ren- ma di Benedetto XVI con l’orso di zione Prosolidar — abbiamo usato
mus Pastor» è quello di rac- solo il mistero di una vita ma di san Corbiniano, che porta un far- miscele minerali nell’impasto e
contare, con l’aiuto di docu- sona, in tutti i suoi giorni e in tut- de percepibile nel «mistero del si-
tre vite che si incontrano e si in- te le sue notti: «Io sono qui». Nel- lenzio». Il dialogo, la confidenza, dello sul dorso, e la conchiglia, e vetro ultrachiaro, come per le te-
menti originali, la vita e l’im- che di un museo».
pegno del cardinale ungherese, la solitudine più assoluta e deva- le impressioni e le speranze che
stante, se non fosse che una strana corrono fra le due amiche e sorel- Passato remoto e tecnolo-
incarcerato prima dai nazisti e gia avanzata sono sempre
“donnetta”, passata per un crogio- le, passano tra le dita aperte delle
poi dal regime comunista. più vicini alla Vaticana.
lo personale ed epocale distruttivo, mani dell’Altro e tutto si rovescia
La mostra, patrocinata dai «Entro la fine dell’anno —
le è al fianco e diventa la sua in- in un bagno di amore su colui che,
cardinali Christoph Schönborn terlocutrice assente ma presente: spiega il prefetto — prevedia-
senza far niente, senza nulla pote-
e Péter Erdő, è il risultato di Etty Hillesum. Sorella, amica, re, a tutto dà l’impulso: il “Cristo mo di rendere accessibili in
uno sforzo congiunto. Sono compagna di viaggio fattole cono- Velato”, disteso e immobile. rete i primi gruppi di mano-
infatti coinvolti a Vienna l’Am- scere proprio da lui. Queste pagine non sono un pro- scritti e incunaboli digitaliz-
basciata d’Ungheria in Austria, Gli sguardi delle due donne si clama, una tesi difensiva, sono viva zati; la scelta di conservare
l’Istituto Balassi Collegium incrociano, le parole della giovane incarnazione di un rispetto assolu- le riproduzioni digitali in
Hungaricum, l’Istituto unghe- ebrea olandese rimbalzano fra lui, to per il dono della vita, custodita Flexible Image Transport
rese per la ricerca storica e il sempre assente, e lei, sempre pre- con timore e tremore, in un’eucari- System ci ha condotti a par-
Collegium Pazmaneum; a Ve- sente. Diventano interrogativo, stia, talvolta dolente ma coraggio- tecipare, nella sede della
szprém l’arcidiocesi, il Museo balsamo, richiesta, supplica, grido. sa, talvolta gioiosa e trasparente, Pontificia Università Latera-
della Regina Gisella, la biblio- Lei, nel suo diuturno «Io sono di chi vive una dimensione che le L’ingresso al Salone Sistino nense in Roma, alla Euro-
teca e gli archivi arcivescovili e qui» per lui, Locked in, le scrive si abbarbica nel profondo ma, nel pean Week of Astronomy
la Fondazione Mindszenty. Etty Hillesum delle lettere e rammemora la sua contempo, le sfugge. Una vita che and Space Science con la
sollecita il meglio di sé e spande nell’altra vetrata lo stemma del sessione “Long-term preserva-
un profumo di dedizione che leni- cardinale Farina, con i libri e l’an- tion... from the stars?” che si terrà
sce le ferite del nostro mondo e lo cora». il 5 luglio prossimo. Sono conten-
rende più bello e più sano nel suo «Gli studiosi — spiega Porto- to di osservare come i vari ambiti
Tullio Gregory critica il Cnr per la scarsa attenzione alle scienze umanistiche cammino di ritorno a Colui che lo ghesi, che ha curato la progetta- della ricerca, dall’astrofisica alla
ha creato. zione delle porte, delle nuove cultura umanistica, siano così vi-
Ingiustificata diffidenza La sobrietà del linguaggio, la
durezza della realtà, sono storia
scaffalature e dei tavoli di lettura
in legno lamellare, con leggii a
cini da poter condividere il for-
mato di conservazione digitale
durata sei anni, non metastoria o scomparsa e prese elettriche per i delle rispettive immagini».
Nel «Documento di visione strategica» per il pros- novative» è «da segnalare l’istituzione di Scuole in-
fantasmagoria paradisiaca. Un pe- computer — lavoreranno in una Nel suo discorso di arrivederci
simo decennio del Consiglio Nazionale delle Ricer- ternazionali di dottorato presso i Dipartimenti e le
che le discipline umanistiche sarebbero trattate con aree di ricerca Cnr», l’autore ricorda che le priorità daggio che nessuno vorrebbe pa- sala di lettura davvero unica al
il cardinale Farina ha raccoman-
scarso interesse. Lo segnala Tullio Gregory sul indicate per le scienze sociali sono «“cambiamenti gare e che mette a nudo il pelle- mondo, attorniati dalla decorazio-
dato attenzione a sviluppare non
«Corriere della sera» del 27 giugno, rilevando che demografici”, “coesione sociale e culturale, legalità grino e la pellegrina: «La vittoria ne del Nebbia che celebra il libro
solo le proprie capacità e compe-
in un «documento di 63 pagine, i cenni a queste di- e sicurezza”, “competitività del sistema economico”, della luce catartica sul buio. L’ap- e la storia degli alfabeti e com-
pendia l’opera urbanistica di Si- tenze, ma anche quelle degli altri,
scipline se fossero raccolti tutti insieme non occupe- “pace”, “pensare il futuro della città”. Affermazioni prodo, Etty, del viaggio che abbia-
sto V: il Papa trasformò completa- insieme a una cura dei dettagli e
rebbero più di una pagina». E sottolinea: «Già tutte che si commentano da sole per la loro banali- mo iniziato nella stanza sulla piaz-
za dove adesso ritorniamo insieme. mente la città grazie a un piano delle piccole cose che denota ri-
qualche perplessità desta la serpeggiante insofferen- tà». Questa scarsa attenzione, conclude Gregory, di-
Con una nuova serenità e pace. regolatore flessibile rimasto in vi- spetto per il tempo, lo spazio e le
za per la ricerca di base, riconosciuta come caratte- pende da «l’endemica indifferenza, a volte diffiden-
ristica del Cnr, insistendo piuttosto sul rapporto za, di larghi settori del Cnr verso le discipline uma- Senza più domande. Pronte ad ac- gore fino al Settecento». circostanze che ci vengono donate
con il mondo dell’impresa, che è come dire vincola- nistiche», recentemente «compresse» in un unico cogliere il mistero delle nostre vite Il necessario isolamento acusti- ogni giorno, e ha esortato a non
re la ricerca a commesse esterne per un immediato dipartimento, «così da mettere insieme l’archeologia che si sono sciolte nella bellezza co non è stato un obiettivo facile rinunciare mai alla verità, allenan-
utile economico, mettendo in crisi quelle attività micenea con il diritto privato europeo, la psicologia cosmica in cui tu vivi e dalla quale da raggiungere: «Per bloccare il do se stessi costantemente all’au-
che garantiscono il progresso del sapere». Pur rico- con il restauro, la filologia classica con la sociologia mi arriva il coraggio dell’esistenza suono non c’è che il peso» conti- tocritica e al coraggio della chia-
noscendo che «tra le proposte molto positive e in- industriale». e dello sperare. Dell’amare». nua Portoghesi, ma «per abbassa- rezza. (silvia guidi)
giovedì 28 giugno 2012 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

I testi di Origene scoperti nel codice «Monacense greco 314» della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco

Sono le più antiche omelie cristiane

di MANLIO SIMONETTI tiamo nuovamente la traduzione Siamo perciò proprio alla fine si sviluppava in modo più organi-
dei tre testi, facendola seguire da della sua lunga attività di interpre- co e unitario, trattando di un ar-
a clamorosa scoperta una nostra breve chiosa e corre- te della Scrittura. Già molti anni gomento desunto dalla lettura

L del testo greco di 29

omelie di Origene nel
codice Monacense greco
314 comincia già a dare
i suoi primi frutti nell’ambito del-
la ricerca. «L’Osservatore Roma-
no» del 24 giugno ha anticipato il
dandola di una indispensabile
introduzione.
La Chiesa nascente ereditò dal
culto sinagogale giudaico l’usanza
della predicazione di un’omelia
durante le funzioni liturgiche, ma
prima, nella qualità di maestro
(didàskalos) nella scuola di cate-

La sua predicazione si presenta

esteriormente come una sequenza
previa di un testo scritturistico.
Origene ha modificato radical-
mente questa sem-
plice

contenuto di una relazione tenuta
nel pomeriggio del 25 all’universi-
tà di Padova da Lorenzo Perrone,
che dirige l’équipe di studiosi ita-
liani incaricata di pubblicare in
breve tempo le omelie origeniane.
Nel contesto di una serrata di-
mostrazione dell’autenticità delle
omelie che — ricordiamo — sono
state tramandate anonime, Perrone
ha avuto occasione di riportare la
traduzione italiana di tre passi
inediti di esse, che è stata pubbli-
cata anche nel nostro giornale.
Si tratta di testi brevi, uno ad-
dirittura molto breve, che però so-
no di singolare importanza, ognu-
no per motivi suoi specifici, sì che
riteniamo non inutile soffermarci
qui ora su di essi più distesamen-
te. Per comodità del lettore ripor-
di questa più antica produzione
omiletica cristiana, così come delle
omelie giudaiche, neppure una è
giunta a noi nella sua integrità, e
dei loro caratteri possiamo arguire
indirettamente soltanto generiche
notizie.
In effetti quelle di Origene so-
no le più antiche omelie cristiane
giunte a noi proprio così come fu-
rono pronunciate. Egli le predicò,
dopo il suo allontanamento da
Alessandria, in qualità di presbite-
ro nella Chiesa di Cesarea di Pale-
stina; e, come risulta da una noti-
zia fornitaci da Eusebio di Cesa-
rea, soltanto quando ormai era
sessantenne, cioè intorno al 245,
egli autorizzò i tachigrafi a regi-
strarne il contenuto mentre predi-
cava e quindi a diffonderlo.
ha
e unitaria
struttura in quanto
trasferito
nell’omelia la lem-
di brevi lemmi seguiti ognuno matizzazione del te-
dalla specifica spiegazione sto biblico previa-
mente letto, sì che
Una struttura la sua omelia si pre-
che sarà adottata anche da Agostino senta esteriormente
come una sequenza
di brevi lemmi se-
chesi, egli ne aveva interpretato guiti ognuno dalla specifica spie-
molti libri e aveva pubblicato il gazione, inquadrata da una breve
contenuto delle sue lezioni in introduzione e altrettanto breve
ponderosi commentari. Alla ma- conclusione.
niera del commentario classico Questa struttura composita
d’argomento sia letterario sia filo- dell’omelia origeniana si sarebbe
sofico, nei suoi commentari scrit- diffusa ampiamente sia in oriente
turistici Origene interpreta il testo sia anche in occidente e sarebbe
biblico frazionandolo in lemmi stata adottata, con vari adattamen-
abitualmente di modesta lunghez- ti, da tutti i più rappresentativi
za e facendo seguire a ogni lemma omileti, anche da Agostino.
la relativa spiegazione. Invece, per Ciò premesso, riportiamo la tra-
quel poco che ne sappiamo, duzione di Perrone relativa ai tre
l’omelia sia giudaica sia cristiana passi di salmi.

Lo gnosticismo in crisi ad Alessandria

«Davide salmista»
(XI secolo, Biblioteca Apostolica Vaticana, miniatura
del codice Barberiniano greco 372, foglio 248 recto)
Dalla seconda omelia sul salmo 77, a commento sa, a causa della loro fame imitarono quelli che
dei versetti 9-10: «I figli di Efraim, che tendono e nelle carestie si danno a mangiare carne uma-
scoccano l’arco, si volsero indietro nel giorno della na. Si separarono così dalla sana dottrina, ade-
guerra e non custodirono l’alleanza di Dio». rendo a qualsivoglia discorso, mentre vennero
a formarsi le scuole “degli eretici”. Quando
«Questo lo sappiamo per esperienza: nella no- però la grazia di Dio irradiò un insegnamento
stra giovinezza fiorivano intensamente le eresie più abbondante, le eresie si disfecero giorno La conclusione del manoscritto con la nota di possesso di Michele Psello
e sembravano essere molti coloro che si radu- dopo giorno, e quelli che essi presentavano co- (Monacense greco 314, foglio 371 recto)
navano attorno a esse. Tutti quelli che erano me insegnamenti segreti furono smascherati e
ghiotti degli insegnamenti di Cristo, non ab- si dimostrarono essere delle bestemmie e dei
bondando allora di maestri capaci nella Chie- discorsi empi e atei».
Meta finale
Tutta l’opera di Origene è ne ci fornisce è l’esplicita con- sbitero, e di fatto erano auto-
condizionata, direi permeata,
dalla polemica contro gli gno-
statazione della carenza, anco-
ra verso la fine del II secolo,
nome, in quanto l’autorità del
vescovo, non sappiamo se più
la deificazione dell’uomo
stici, sì che l’argomento è di maestri cattolici capaci di efficace a livello socialmente
quanto mai conosciuto: eppu- contrastare gli gnostici, e nella Commento di salmo 81, 1: «Dio sta nell’assemblea degli dèi e in mezzo a essa giudicherà
più basso, in questi ambienti
re queste poche righe appor- sua scheletrica puntualizzazio- gli dèi».
più elevati era inesistente. In
tano novità interessanti. La ne leggiamo in filigrana la queste piccole comunità pri-
prima è la precisazione crono- convinzione che proprio lui «Se Dio Verbo viene nell’anima, egli fa dell’anima che l’accoglie dio. Infatti se
meggiavano ampiamente gli “poco lievito fa fermentare tutta la pasta” (1 Corinzi, 5, 6), che cosa si dovrà dire
logica. Che le eresie gnostiche era di quelli che avevano irra- gnostici. Questa presentazione
alla metà del III secolo fossero diato in abbondanza l’inse- del lievito del Verbo, che non è poco e di scarso valore bensì è deificante, se non
della Chiesa di Alessandria che questo lievito, penetrato nell’anima, fa fermentare tutta la pasta dell’uomo per
ormai in ribasso era conclu- gnamento antignostico.
nel II secolo, che era finora la divinità e l’uomo tutto quanto diventa dio? “Il regno dei cieli è simile a del lie-
sione alla quale si era arrivati Ma il dato più interessante
soltanto un’ipotesi proposta vito, che una donna ha preso e nascosto in tre misure di farina, fino a che tutto
sulla base di vari e disparati che ricaviamo dalle sue brevi
dati: ora Origene ci fornisce parole riguarda la condizione da vari studiosi, ora viene lim- fermenti” (Matteo, 13, 33). Ora, le tre misure sono lo spirito, l’anima e il corpo
la conferma per quanto ri- della Chiesa di Alessandria pidamente avvalorata dalle dell’uomo. È venuto il lievito da parte della donna, cioè la Chiesa che ha accolto
guarda, più che Cesarea, pro- nel II secolo. A livello social- parole di Origene, che ci con- Cristo. Questo lievito, mescolato con le tre misure di farina, ha fermentato tutta
prio Alessandria, che era stata mente e culturalmente elevato fermano esplicitamente il pre- quanta la pasta e ha fatto diventare l’uomo dio in tutto quanto il suo essere.
il centro principale della ri- i cristiani di Alessandria erano dominio degli gnostici e im- Non meraviglia che “il Verbo” abbia deificato lo spirito che è in noi, poiché esso
flessione gnostica, patria dei frazionati in una quantità di plicitamente, latitando il ve- ha una parentela con Dio, essendo lo spirito incorruttibile presente in tutti. Mera-
più celebrati dottori, Basilide, piccole comunità che si riuni- scovo, il frazionamento della viglia invece che l’anima sia stata deificata, affinché non pecchi né muoia più, poi-
Carpocrate, Valentino, Era- vano intorno a un didàskalos, comunità cristiana intorno a ché “l’anima che pecca morirà” (Ezechiele, 18, 4). Ma ciò che meraviglia più di tutto
cleone. Altro dato che Orige- che poteva essere anche pre- una pluralità di maestri. è il fatto che il Verbo ha deificato anche il corpo, affinché non sia più carne e san-
gue, ma divenga “simile al corpo glorioso” (Filippesi, 3, 21) di Cristo Gesù e, reso
divino, sia assunto in cielo nella gloria. Divenuti dèi, siamo insieme a Dio, che sta
in mezzo all’assemblea degli uomini, cioè insieme a Gesù Cristo».

Quelle liturgie quotidiane È un passo di forte

Dalla quarta omelia sul salmo 77, commento del
versetto 24: «Diede loro il pane del cielo, l’uomo
mangiò il pane degli angeli».
«Ma tu che gareggi non vuoi sopportare i col-
pi che Dio infligge coi suoi castighi volendo
fare di te un atleta? Tu non vuoi affidarti alla
Chiariamo subito che il nutrimen-
to spirituale la cui poca frequenta-
zione Origene qui lamenta è so-
prattutto quello della parola, cioè
quello della predicazione che in-
terpreta la Scrittura divina. È un
motivo che ricorre non di rado
nelle omelie che già conosciamo,
ed è uno dei dati negativi, quanto
alla vita e all’attività della comuni-
tà cristiana, che spiegano il pessi-
mismo dell’ultimo Origene, che
conosciamo bene dal Commento a
Matteo.
In questo specifico passo, dal
quale apprendiamo che la poca
frequenza alle celebrazioni liturgi-
che da parte dei fedeli è comincia-
ta molto presto, rileviamo il ri-
chiamo alla dieta dell’atleta, un
motivo topico dell’eloquenza pro-
fana dell’epoca, in quanto perti-
nente a un tema allora di attuali-
tà, riguardo al quale ricordo l’inte-
ressante trattazione di Maurizio
Zerbini, Alle fonti del doping (Ro-
ma, L’Erma di Bretschneider,
2001).
Ma l’interesse maggiore di que-
sto testo origeniano è altrove.
L’omileta biasima fedeli che tra-
scurano il nutrimento spirituale,
limitandosi ad assumerlo ogni set-
te giorni, cioè durante la liturgia
eucaristica domenicale, o addirit-
spessore dottrinale: vi
riscontriamo un’atte-
a Cesarea di Palestina stazione dell’antropo-
logia ternaria di Ori-
gene, insistente
dieta dell’atleta, mentre spesso trascorre un’in- rituale ed essere esortato alla salvezza non sull’anima come per-
tera giornata senza che l’anima riceva il pro- ogni sette giorni bensì attraverso molti giorni sona, soggetto moral-
prio nutrimento. Che dico “una sola giorna- del Signore! Siamo arrivati al punto che alcuni mente libero, che può
ta”? Dovrei dire due, tre, quattro e non basta mostrano così poca cura da restare privi di ci- volgersi al bene per
ancora. Spesso passano sei o sette giorni senza bo per tutto l’anno e di venire solo in quei po- influsso dello spirito o
che tu prenda cibo. Se solo potessi recarti alla chi giorni di festa che si chiamano le feste di al male per suggestio-
casa del Signore per ricevere il nutrimento spi- Pasqua, per nutrirsi in occasione di esse». ne della carne; la spin-
ta al bene, potenziata
tura soltanto durante le festività troversi di essa, cioè che queste li- desultoria. Ora il rimprovero che dall’assistenza di Cri-
pasquali. Ma quale altro nutri- turgie scritturistiche venissero ce- Origene muove al fedele che non sto, Parola di Dio in-
mento spirituale poteva assumere lebrate in tutti i giorni infrasetti- nutre spiritualmente la sua anima carnata, mediatore tra
il fedele comunitariamente duran- manali: io stesso avevo dubitato di ogni giorno sembra avvalorare che Dio e la creazione, ha
te la settimana? come meta finale la
questa quotidianità, a beneficio di effettivamente queste liturgie fos-
Sulla base di vari spunti conte- deificazione (theopòie- «Crocifissione» (V secolo, particolare della porta
una frequenza infrasettimanale più sero celebrate quotidianamente.
nuti nelle omelie già conosciute di sis) dell’uomo, che ne della basilica romana di Santa Sabina)
Origene, alcuni anni fa Pierre coinvolge anche la
Nautin ipotizzò che, nella Chiesa parte materiale, il corpo, superando il abbiamo qui un caso tipico di quella
di Cesarea, ogni giorno, durante dualismo platonico tra questo e l’anima. che sarebbe stata definita interpretazio-
la settimana, venisse celebrata una Ma questo passo ci presenta anche un ne infinita, che è dire l’aspetto più ca-
liturgia non eucaristica, impostata esempio tipico della ratio ermeneutica di ratteristico dell’interpretazione origenia-
sulla lettura sistematica e graduale Origene, e su questo punto ci soffer- na, e alessandrina in genere, della Scrit-
di interi libri della Scrittura so- miamo ora brevemente. Il lemma scrit- tura. Questa, in quanto parola divina,
prattutto veterotestamentaria, e turistico, inteso da lui come testimo- ha fecondità inesauribile, ed è compito
sulla relativa spiegazione. Nautin nianza della deificazione dell’uomo, in- dell’abile esegeta mettere in evidenza i
su questa base ricostruì ipotetica- troduce nel modo più naturale il con- molteplici diversi significati di una stes-
mente un ciclo sistematico di let- cetto del regno di Dio, illustrato col ri- sa espressione biblica, che senza con-
ture susseguentisi regolarmente in corso a due altri passi biblici, in modo traddirsi si aggiungono uno all’altro evi-
modo da coprire l’intero Antico da interpretare la Scrittura con la Scrit- denziandone la ricchezza di contenuti.
Testamento. L’ipotesi di Nautin tura, cioè approfondire il significato del In questo senso Origene altrove assimi-
presentava, nella sua complessità, passo in esame collegandolo con altri la i significati della Scrittura a un seme
vari punti deboli, per cui è stata che concettualmente lo richiamino: nel che germoglia, si sviluppa più o meno
sottoposta a critiche anche distrut- nostro caso il collegamento è con la bene e dà frutti più o meno abbondanti
tive, non però quanto all’assunto breve parabola di Matteo, 13, 33, che è a secondo dell’abilità dell’agricoltore
fondamentale, vale a dire che nel- dire con una forma narrativa che allego- che lo cura (Omelie sull’Esodo, 1, 1), e
la Chiesa di Cesarea di Palestina, ricamente dice una cosa per significarne Agostino, sulla stessa linea di pensiero,
circa alla metà del III secolo, si te- un’altra: qui la pasta fermentata signifi- si sarebbe chiesto: «Quale ricchezza e
nevano regolarmente liturgie infra- cava il regno dei cieli. Ciò posto, a pri- abbondanza potrebbe aver predisposto
settimanali dedicate alla lettura e ma vista può sconcertare l’interpretazio- nelle Sacre Scritture la divina provvi-
spiegazione sistematica di interi li- ne origeniana che approfondisce ulte- denza maggiore di questa per cui è pos-
bri della Scrittura. Questa ipotesi riormente il significato allegorico della sibile interpretare le stesse parole in più
trova ora conferma, nel passo di pasta lievitata, sì che ora essa diventa si- modi, confortati dal riscontro di altre
cui ci stiamo occupando, anche gnificativa della Chiesa nella quale l’uo- parole divine non meno autorevoli?»
quanto a uno dei punti più con- Resti della chiesa bizantina a Cesarea di Palestina mo trova la sua deificazione. In realtà (De doctrina Christiana, 3, 38).
pagina 6
Messaggio della Conferenza episcopale italiana per la Giornata per la salvaguardia del creato
Una diversa educazione
sana le ferite della terra
«Celebrare la Giornata per la salva-
guardia del creato significa rendere
grazie al Creatore che dona ai suoi fi-
gli di vivere su una terra feconda e
meravigliosa», senza «dimenticare le
ferite di cui soffre la nostra terra». Si
apre così il messaggio della Conferenza
episcopale italiana per la settima
Giornata per la salvaguardia del crea-
to che si celebrerà il primo settembre
2012 sul tema «Educare alla custodia
del creato per sanare le ferite della ter-
ra». Ne pubblichiamo ampi stralci.
Nella condivisione della lode e della
responsabilità per la custodia del
creato, il mese di settembre sta di-
ventando per tutte le Confessioni
cristiane una rinnovata occasione di
grazia e di purificazione. La nostra
riflessione raccoglie le tante soffe-
renze sperimentate, in questo anno,
da numerose comunità, segnate da
eventi luttuosi. Pensiamo alle im-
mense ferite inflitte dal terremoto
nella Pianura Padana. Mentre rico-
nosciamo la nostra fragilità, coglia-
mo anche la forza della nostra gen-
te, nel voler ad ogni costo rinascere
dalle macerie e ricostruire con nuovi
criteri di sicurezza. Pensiamo alle al-
luvioni che hanno recato lutti e di-
struzioni a Genova, nelle Cinque
Terre, in Lunigiana e in vaste zone
del Messinese. Nel pianto di tutti
questi fratelli e sorelle sentiamo il
lutto della terra, cui la stessa Sacra
Scrittura fa riferimento, e che coin-
Lutto nell’episcopato
Monsignor Angelo Cuniberti, vesco-
vo titolare di Arsinoe di Cipro, già
vicario apostolico di Florencia, in
Colombia, è morto martedì 26 giu-
gno, alle 4 del mattino, all’ospedale
di Rivoli, nel Torinese, dove era ri-
coverato da qualche tempo. Aveva
91 anni ed era uno dei pochi padri
conciliari italiani ancora viventi.
Il compianto presule era infatti
nato a Mondovì-Breo il 6 febbraio
1921. Ordinato sacerdote il 29 giu-
gno 1944, era stato vicecurato, poi
assistente diocesano della Gioventù
maschile di Azione cattolica, inse-
gnante in seminario e direttore spiri-
tale del collegio vescovile. Il 9 lu-
glio 1951 era entrato nell’Istituto
Missioni Consolata e il 31 ottobre
1952 era partito per la Colombia. Il
18 aprile 1961 era stato eletto alla se-
de titolare di Arsinoe di Cipro e nel
contempo nominato vicario aposto-
lico di Florencia, nel Caquetá. Ave-
va ricevuto l’ordinazione episcopale
in San Pietro da Giovanni XXIII il
21 maggio 1961. Aveva partecipato al
concilio Vaticano II e il 15 novembre
1978 per motivi di salute aveva ri-
nunciato al governo pastorale. Rien-
trato in Piemonte, si era stabilito a
Mondovì-Carassone, continuando a
collaborare con i vescovi monregale-
si fino al 2010, quando si era ritirato
presso la casa dei missionari della
Consolata ad Alpignano. Le esequie
si celebrano giovedì 28 giugno nella
chiesa parrocchiale di Carassone.
volge tristemente anche gli animali
selvatici, gli uccelli del cielo e i pe-
sci del mare. È significativo, in pro-
posito, che il 9 ottobre sia stato di-
chiarato dallo Stato italiano «Gior-
nata in memoria delle vittime dei
disastri ambientali e industriali cau-
sati dall’incuria dell’uomo».
Si legge, infatti, nel messaggio
scaturito dall’ultimo Forum europeo
Cattolico-Ortodosso, tenutosi a Li-
sbona nello scorso giugno: «Non è
più possibile dilapidare le risorse
del creato, inquinare l’ambiente in
cui viviamo come stiamo facendo.
La vocazione dell’uomo è di essere
il custode e non il predatore del
creato. Oggi si deve essere consape-
voli del debito che abbiamo verso le
generazioni future alle quali non
dobbiamo trasmettere un ambiente
degradato e invivibile» (n. 11).
È nella Bibbia che incontriamo la
grande prospettiva dell’alleanza tra
Dio e la sua creazione, in una reci-
procità da riconoscere davanti a luo-
ghi dove la bellezza esteriore si è
fatta segno di una bellezza interiore
— pensiamo, ad esempio, ai tanti siti
dove i monaci custodiscono il creato
— ma anche davanti ai tristi scempi
dell’ambiente naturale, provocati dal
peccato degli uomini, evidente so-
prattutto nelle azioni della crimina-
lità mafiosa.
Tra ecologia del cuore ed ecologia
del creato vi è infatti un nesso in-
scindibile, come ricorda Benedetto
Dopo mezzo secolo celebrata la divina liturgia nella chiesa della Protezione della Vergine ad Harbin
HARBIN, 27. Quest’anno le celebra-
zioni del 24 giugno — giorno in cui
gli ortodossi in Cina rivivono la me-
moria del martirio, avvenuto nel
1900 durante la “Rivolta dei Boxer”,
di duecentoventidue cristiani cinesi
— hanno avuto, ad Harbin, capoluo-
go dell’Heilongjiang, un ospite
d’eccezione: il metropolita Hilarion,
presidente del Dipartimento per le
relazioni ecclesiastiche esterne del
Patriarcato di Mosca, al termine del-
la sua visita in Cina, ha celebrato la
divina liturgia nella chiesa della
Protezione della Vergine. È stata la
prima volta, nell’ultimo mezzo seco-
lo, che un vescovo ortodosso ha ce-
lebrato nel luogo di culto (dopo la
morte, nel 2001, del sacerdote Gre-
gorio Chu, ultimo parroco di questa
storica chiesa russa, la liturgia vi è
stata celebrata solo a Pasqua del
2010).
Con Hilarion ha concelebrato il
parroco della comunità ortodossa di
Shanghai, arciprete Aleksij Kiselevi-
ch. Al servizio hanno preso parte
come ministranti anche due membri
della comunità ortodossa di Harbin
che, a norma del memorandum fir-
mato tra il Consiglio per la coope-
razione con le associazioni religiose
presso il presidente della Federazio-
ne russa e l’Amministrazione statale
cinese per gli affari religiosi, a set-
tembre inizieranno gli studi teologi-
ci presso le scuole della Chiesa orto-
L’OSSERVATORE ROMANO
XVI nell’enciclica Caritas in veritate:
«L’uomo interpreta e modella l’am-
biente naturale mediante la cultura,
la quale a sua volta viene orientata
mediante la libertà responsabile, at-
tenta ai dettami della legge morale»
(n. 48). L’ambiente naturale non è
una materia di cui disporre a piaci-
mento, «ma opera mirabile del
Creatore, recante in sé una “gram-
matica” che indica finalità e criteri
per un utilizzo sapiente, non stru-
mentale e arbitrario. Oggi molti
danni allo sviluppo provengono
proprio da queste concezioni distor-
te» (ivi), come quelle che riducono
la natura a un semplice dato di fat-
to o, all’opposto, la considerano più
importante della stessa persona
umana. Ci viene chiesto, perciò, di
annunciare queste verità con cre-
scente consapevolezza, perché da
esse potrà sgorgare un concreto e
fedele impegno di guarigione
dell’ambiente calpestato. Ritessere
l’alleanza tra l’uomo e il creato si-
gnifica anche affrontare con decisio-
ne i problemi aperti e i nodi parti-
colarmente delicati, che mostrano
quanto ampie e complesse siano le
questioni legate all’intreccio tra real-
tà ambientale e comunità umana.
Accanto all’annuncio, infatti, è ne-
cessaria anche la denuncia di ciò
che viola per avidità la sacralità del-
la vita e il dono della terra. Proprio
in questi mesi è venuta all’attenzio-
ne dei media la questione dell’eter-
nit a Casale Monferrato, con i gravi
impatti sulla salute di tanti uomini e
donne, che continueranno a manife-
starsi ancora per parecchi anni. Un
caso emblematico, che evidenzia lo
stretto rapporto che intercorre tra
lavoro, qualità ambientale e salute
degli esseri umani. L’attenzione vi-
gilante per tale drammatica situazio-
ne e per i suoi sviluppi deve accom-
pagnarsi alla chiara percezione che
l’amianto è solo uno dei fattori in-
quinanti presenti sul territorio. Vi
sono anzi aree nelle quali purtroppo
la gestione dei rifiuti e delle sostan-
ze nocive sembra avvenire nel più
totale spregio della legalità, avvele-
nando la terra, l’aria e le falde ac-
quifere e ponendo una grave ipote-
ca sulla vita di chi oggi vi abita e
delle future generazioni. Annunciare
la verità sull’uomo e sul creato e de-
nunciare le gravi forme di abuso si
accompagna alla messa in atto di
scelte e gesti quali stili di vita intes-
suti di sobrietà e condivisione,
un’informazione corretta e appro-
fondita, l’educazione al gusto del
bello, l’impegno nella raccolta diffe-
renziata dei rifiuti, contro gli incen-
di devastatori e nell’apprendistato
della custodia del creato, anche co-
me occasioni di nuova occupazione
giovanile. Vivere il territorio come
un bene comune è un’esigenza di
vasta portata, che richiama anche le
comunità ecclesiali a una presenza
vigilante.
Ortodossi di Cina
dossa russa. Nel luogo di culto si
sono radunati una sessantina di fe-
deli ortodossi. Erano presenti inol-
tre — riferisce una nota — diplomati-
ci russi e rappresentanti della Dire-
zione statale della Repubblica po-
polare cinese per gli affari religiosi.
«Si sa — ha detto il metropolita
nel suo sermone — che la Chiesa cri-
stiana delle origini si costituì sulle
tombe dei martiri, e un antico scrit-
tore cristiano ha detto che il sangue
dei martiri è il seme del cristianesi-
mo. Non per caso, subito dopo il
martirio dei santi martiri cinesi del
1900, la Chiesa ortodossa in Cina
ha cominciato a crescere e a molti-
plicarsi. Naturalmente, l’aumento
del numero dei cristiani ortodossi in
Cina e la crescita della Chiesa orto-
dossa cinese sono stati il risultato
dell’intensa emigrazione russa dopo
la prima guerra mondiale e la rivo-
luzione del 1917. Harbin divenne il
centro principale di tale emigrazio-
ne». Oggi «è rimasto un “piccolo
gregge” che, nonostante diverse cir-
costanze storiche, ha conservato e
testimoniato la fede, e assistiamo al-
la rinascita dell’ortodossia in Cina.
Diverse chiese, tra cui la cattedrale
di Santa Sofia a Harbin, sono state
ristrutturate, e stiamo lavorando per
fare in modo che anche in questa
della Protezione della Vergine ci sia
stabilmente un sacerdote».
Meditazione per la festa di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei
Nel lavoro si riscopre Dio
Pubblichiamo di seguito stralci
dell’omelia che il prelato dell’Opus Dei
ha pronunciato nella serata di ieri, 26
giugno, presso la basilica di Sant’Eu-
genio, in occasione della festa di san
Josemaría Escrivá.
di JAVIER ECHEVARRÍA
Abbiamo già commentato, in occa-
sione di altri anniversari del transito
al cielo di san Josemaría Escrivá (26
giugno 1975), le letture della messa
in onore di questo santo sacerdote.
Ora desidero soffermare la mia at-
tenzione sul messaggio che il fonda-
tore dell’Opus Dei ci ha trasmesso:
la santificazione della vita ordinaria,
così come predicata da Gesù e pre-
sentata nei testi della Genesi, della
Lettera di san Paolo ai Romani e
del brano del Vangelo della messa
di oggi. Consideriamo la parte fina-
le del brano della Genesi: il Signore
Dio prese l’uomo e lo pose nel giar-
dino di Eden, perché lo coltivasse e
lo custodisse (Genesi 2, 15). L’invito
a lavorare, in quanto completamen-
to dell’opera creatrice, è la vocazio-
ne originaria di ogni donna e di
ogni uomo. A ragione dunque san
Josemaría poteva affermare che
qualsiasi lavoro onesto è «un mezzo
necessario che Dio ci affida sulla
terra, dando ampiezza ai nostri gior-
ni e facendoci partecipi del suo po-
tere creatore, affinché potessimo
guadagnare il nostro sostentamento
e, nello stesso tempo, raccogliere
frutti per la vita eterna (Giovanni 4,
36)». Ci invitava così a riscoprire
Dio, sia nei lavori importanti, sia
nelle occupazioni quotidiane, che
possono diventare un solido fonda-
mento per la santità personale.
Questa dimensione originaria del la-
voro è la ragione più profonda del
diritto di tutti ad avere un’occupa-
zione professionale che consente di
guadagnarsi da vivere e di sovvenire
alle necessità della propria famiglia.
Purtroppo, nelle circostanze attuali,
molti Paesi soffrono la piaga della
disoccupazione, che tante preoccu-
pazioni e disagi arreca a innumere-
voli famiglie. Preghiamo per le au-
torità civili e per i responsabili della
vita pubblica, a tutti i livelli, affin-
ché, illuminati dalla divina Sapien-
za, sappiano trovare e mettere in
pratica misure idonee a risollevare le
loro Nazioni dall’attuale crisi, nel
pieno rispetto della dignità della
persona e del bene comune. Affidia-
mo quest’intenzione a Dio per inter-
cessione di san Josemaría, apostolo
della santificazione del lavoro.
La seconda lettura ci rammenta,
con parole di san Paolo, che noi cri-
stiani siamo figli di Dio, guidati
dallo Spirito Santo. Da questa affer-
mazione, l’apostolo trae una conse-
guenza immediata: voi non avete ri-
cevuto uno spirito da schiavi per ri-
cadere nella paura, ma avete ricevu-
to uno spirito da figli adottivi per
mezzo del quale gridiamo: «Abbà,
Padre!» (Lettera ai Romani 8, 15).
Paolo ha presente le paure e le an-
gosce della società del suo tempo,
sottomessa a molteplici poteri, in
gran parte maligni, caratteristici
dell’antico paganesimo. Per questa
ragione, come spiega Benedetto XVI
in una delle sue encicliche, quei po-
poli vivevano immersi nel timore,
pur avendo molti dei; «ma i loro
dei — commenta il Papa — si erano
rivelati discutibili e dai loro miti
contraddittori non emanava alcuna
speranza. Nonostante gli dei, essi
erano “senza Dio” e conseguente-
mente si trovavano in un mondo
buio, davanti a un futuro oscuro».
I cristiani, al contrario, in quanto
figli di Dio, sanno di avere un futu-
ro luminoso. «Non è che sappiano
nei particolari ciò che li attende —
prosegue il Santo Padre — ma sanno
nell’insieme che la loro vita non fi-
nisce nel vuoto. Solo quando il fu-
turo è certo come realtà positiva, di-
venta vivibile anche il presente».
Questa grande meraviglia della no-
stra fede deve incoraggiarci ad af-
frontare con fiducia in Dio e con se-
renità le difficoltà di ogni genere
che man mano possono presentarsi
nella nostra esistenza; anche quelle
derivanti dall’attuale crisi economica
e dalla mancanza di lavoro.
Nel Vangelo abbiamo contempla-
to ancora una volta il grande prodi-
gio della prima pesca miracolosa.
Dal punto di vista umano, l’ordine
di Gesù — gettare le reti in pieno
giorno, dopo una notte infruttuosa
— sembrava inutile e assurdo. Per di
più, Pietro e gli altri erano pescatori
di professione: conoscevano bene il
proprio mestiere e i recessi più na-
scosti del lago di Tiberiade non ave-
vano segreti per loro. Ciò nonostan-
te, obbediscono. Non vi meraviglia
la fede di Simon Pietro? Anche noi
ne abbiamo bisogno per affrontare
tutte le vicissitudini della nostra esi-
stenza.
giovedì 28 giugno 2012
Tra pochi mesi, a ottobre, avrà
inizio l’Anno della fede indetto dal
Papa. Come ci stiamo preparando?
Facciamo atti espliciti di questa vir-
tù prima di ricevere il sacramento
della Confessione o della Comunio-
ne? Ci rivolgiamo a Dio con fede
nella preghiera, di fronte alle innu-
merevoli incombenze di una vita
ricca di compiti professionali e di
preoccupazioni familiari? Come cer-
chiamo di avvicinare al Signore le
persone care, gli amici, i compagni
di studio o di lavoro? Non dimenti-
chiamo — è così — che Iddio vuole
servirsi di ognuna e di ognuno di
noi perché lo conoscano, lo trattino,
lo amino. Guardate che con la fede
si spalancano le porte sbarrate, si
aprono orizzonti che sembravano
chiusi. È questo l’insegnamento del
brano evangelico. In obbedienza al
comando del Signore, Pietro e i
suoi compagni calarono le reti. Ge-
sù invita anche noi a santificarci in
tutte le circostanze ordinarie della
vita e a gettare le reti dell’apostolato
nel mare del mondo.
Il vescovo Vincenzo Paglia
Sulla famiglia
bisogna coltivare
grandi ambizioni
TERNI, 27. «In un tempo nel
quale la famiglia naturale vive
momenti difficilissimi, c’è biso-
gno di una dimensione culturale
da irrobustire, per far tornare la
famiglia come voluta da Dio nel
cuore della cultura della società,
della politica, della stessa econo-
mia. E questo è un impegno as-
solutamente straordinario». È
quanto ha affermato il nuovo
presidente del Pontificio Con-
siglio per la Famiglia, il vescovo
di Terni-Narni-Amelia, Vincenzo
Paglia, in un’intervista realizzata
ieri, martedì, da Fausta Speranza
per la Radio Vaticana. «Ancora
una volta, come già altre volte
nella mia vita — ha detto il pre-
sule — sono chiamato a nuove re-
sponsabilità. Cerco, come ho
sempre cercato di fare, di rispon-
dere con prontezza alla chiamata
del Signore».
Il Papa, ha detto ancora mon-
signor Paglia, «mi chiede di
prendere l’incarico del Pontificio
Consiglio che ha come tema la
famiglia, con tutte le sue molte-
plici sfaccettature, e per me ha
un significato il fatto che me lo
chieda nel giorno nel quale Bene-
detto XVI è in visita alle famiglie
dei terremotati in Emilia».
C’è «una responsabilità delle
famiglie cristiane di fronte alla
società contemporanea che assu-
me una prospettiva davvero alta.
Dobbiamo avere grandi ambizio-
ni, grandi sogni sulla famiglia»,
ha concluso il vescovo.
giovedì 28 giugno 2012
L’auspicio espresso da Benedetto
Non manchi ai malati
la vicinanza di persone care
Durante i mesi estivi non manchi
ai malati la vicinanza delle persone
care. È l’auspicio espresso da Benedetto
XVI questa mattina, mercoledì 27
giugno, nei saluti rivolti a gruppi di
pellegrini presenti nell’Aula Paolo VI
per l’ultima udienza generale prima
della sospensione nel mese di luglio.
Je salue les pèlerins francophones,
en particulier les groupes venus de
Syros en Grèce, et de Haïti, les élè-
ves de la Maison d’Éducation de la
Légion d’Honneur, et les jeunes de
Carcassonne et de Dijon. Que le
Christ soit l’unique trésor et Sei-
gneur de notre vie! Soyons toujours
joyeux en Lui! Bon pèlerinage à tous!
I offer a warm welcome to the
ecumenical delegation of Christian
Un gruppo ecumenico dalla Corea
L’ecumenismo parla anche
coreano. A testimoniarlo al Papa,
stamattina, nell’ultima udienza
generale prima della pausa di
luglio — il prossimo incontro del
mercoledì con i fedeli sarà il 1°
agosto a Castel Gandolfo — un
folto gruppo composto da
rappresentanti di comunità
protestanti e dall’arcivescovo
ortodosso del Paese asiatico. Li
accompagnava il presule cattolico
di Gwangju, monsignor Hyginus
Kim Hee-joong, incaricato per
l’ecumenismo della Conferenza
episcopale coreana.
Nell’Aula Paolo VI è stato
presentato al Pontefice un libro
divulgativo, di elevata qualità, per
illustrare lo stato della ricerca
medica sulle cellule staminali. È il
frutto della conferenza
internazionale promossa di recente
dal Pontificio Consiglio della
Cultura. Our stem cells. The mystery
of live and secrets of healing è il
titolo del volume, curato da
monsignor Tomasz Trafny, officiale
del dicastero, e da due medici
All’udienza generale di mercoledì 27
giugno 2012, nell’Aula Paolo VI, erano
presenti i seguenti gruppi:
Da diversi Paesi: Partecipanti al
Capitolo Generale delle Suore Fran-
cescane Immacolatine; Suore della
Provvidenza.
Dall’Italia: Gruppi di fedeli dalle
Parrocchie: Santi Pietro e Paolo, in
Zané; Madonna dei Miracoli, in
Corbetta; San Lorenzo; Santa Cate-
rina, in Villanova Mondovì; Santa
Maria e San Pietro, in Pedaso; Santa
Maria in Selva, in Treia; Santi An-
drea e Lorenzo, in Serre di Rapola-
no; San Silvestro, in Montazzoli;
Santi Crisante e Daria; Sant’Antonio
di Padova, in Roma; San Rocco, in
Stornara; San Francesco d’Assisi, in
Comunicato
della Sala Stampa
della Santa Sede
sullo Ior
Questa mattina mercoledì 27 giu-
gno, come informa una nota della
Sala Stampa della Santa Sede, si è
riunito il Consiglio di Sovrinten-
denza dell’Istituto per le Opere di
Religione, attualmente composto
dal vice presidente, Ronaldo Her-
mann Schmitz, da Carl Albert
Anderson, da Antonio Maria Ma-
rocco e da Manuel Soto Serrano.
Successivamente, il Consiglio ha
riferito alla Commissione cardina-
lizia di vigilanza, presieduta dal
cardinale Tarcisio Bertone, segre-
tario di Stato. Si è trattato di due
incontri molto utili per condivide-
re informazioni e proposte sia per
la gestione ordinaria, sia per l’in-
dividuazione dei criteri di profes-
sionalità ed esperienza universal-
mente riconosciuti in vista della
scelta del nuovo presidente del
Consiglio di Sovrintendenza. Be-
nedetto XVI, informa ancora la no-
ta della Sala Stampa, segue da vi-
cino l’attuale situazione dell’Istitu-
to per le Opere di Religione e
viene costantemente informato dal
cardinale segretario di Stato.
XVI
leaders from Korea. I greet the pil-
grimage groups from Nigeria, South
Africa and Swaziland. My greeting
also goes to the many student
groups present. Upon all the Eng-
lish-speaking pilgrims and visitors,
including those from England, Scot-
land, Wales, Ireland, Norway, Aus-
tralia, the Bahamas and the United
States of America, I invoke God’s
blessings of joy and peace!
Ganz herzlich grüße ich alle
deutschsprachigen Pilger und Besu-
cher. Lassen wir in uns die Gedan-
ken des heiligen Paulus konkret wer-
den, indem wir auf Christus hin-
schauen und so hineinwachsen in
seine Weise des Seins, des Fühlens,
des Denkens und damit von dem
statunitensi, Max Gomez e Robin
Smith. Per il Pontefice è stata
stampata un’edizione fuori
commercio di grande pregio.
Presenti inoltre i rappresentanti
della Consulta nazionale anti-
usura: cinquecento volontari «con
alcune famiglie che sono state
liberate e bisognose di
incoraggiamento» spiega il
segretario, monsignor Alberto
D’Urso. Hanno presentato a
Benedetto XVI il rapporto 2012
sull’usura, frutto di un
approfondito studio. Il documento
fotografa il crescente disagio delle
famiglie nell’attuale, preoccupante,
situazione economica. In dieci anni
sono quasi quintuplicate quelle
indebitate: nel 2010 erano un
milione e duecentomila. Un
quadro drammatico aggravato —
spiegano — dal crescente ricorso al
vizio del gioco d’azzardo. Presenti,
inoltre i rappresentanti dell’Eternal
world television network, fondata
trent’anni fa negli Stati Uniti, che
giovedì apre il primo ufficio di
corrispondenza a Roma.
I gruppi presenti nell’Aula Paolo
Ischitella; Santa Maria Assunta, in
Grumo Appula; San Domenico, in
Acquaviva delle Fonti; San Giovanni
Evangelista, in Paterno di Lucania;
Consulta Nazionale Antiusura;
Gruppo dell’Azione Cattolica della
Diocesi di Vallo della Lucania; Ca-
valieri e Dame del Santo Sepolcro,
dalle Marche; Associazione Marchi-
giana Rievocazioni Storiche, con
l’Arcivescovo di Ancona-Osimo
Edoardo Menichelli; Associazione
Guardie ambientali d’Italia, dalla
Calabria; Associazione Anffas, di Sa-
va; Volontari della Croce Rossa, di
Grottaferrata; Mediterranea Simpho-
ny Orchestra, di Rometta Marea;
Banda musicale «Città di Giuglia-
no»; Casa Piccola Lourdes di Mon-
dragone; Parrocchia San Pietro, in
Falciano del Massico; Pellegrini dal-
la diocesi di Sessa Aurunca; Delega-
zione delle Poste Italiane; Gruppi di
fedeli da Agropoli.
Coppie di sposi novelli.
Gruppi di fedeli da: Slovacchia,
Ungheria.
I polacchi: Młodzieżowa Orkiestra
Dęta Gminy Tarnowo Podgórne,
pielgrzymi z parafii: bł. Bogumiła z
Gniezna, Najświętszej Maryi Panny
Wniebowziętej ze Zbąszynia, Naro-
dzenia Najświętszej Maryi Panny z
Kościelca, Trójcy Świętej z Gorzowa
Śląskiego, św. Jacka ze Stanowic,
Najświętszej Maryi Panny Wspo-
możenia Wiernych z Miastka; piel-
grzymka z Wyższego Seminarium
Duchownego Archidiecezji Często-
chowskiej z Częstochowy; NSZZ «So-
lidarność» Pracowników Poczty Pol-
skiej z Kalisza, grupa turystyczna z
Warszawy; pielgrzymi indywidualni.
De France: groupe d’élèves de la
Maison d’éducation de la Légion
d’Honneur; Ecole des Sarments, de
Carcassonne; Collège Saint François
de Sales, de Dijon; groupe Famille
Solitude Bethanie.
De Gréce: groupe de pèlerins de
Syros.
De Haïti: groupe de pèlerins.
From England: Pilgrims from St
John Payne Parish, Colchester, Es-
sex; Students and staff from St
D ominic’s Sixth Form College, Har-
row on the Hill, Middlesex.
L’OSSERVATORE ROMANO
nell’approssimarsi delle ferie estive
Sohn Gottes her das richtige
Menschsein erlernen. Euch allen
wünsche ich schöne Pilgerschaft in
Rom und freudige Erlebnisse der
Nähe unseres Herrn. Danke.
Saludo a los peregrinos de lengua
española, en particular a los grupos
de la arquidiócesis de Los Altos, y
de la diócesis de Zacatecoluca,
acompañados por sus pastores, así
como a los provenientes de España,
México, Colombia y otros países la-
tinoamericanos. Invito a todos a que
fijen en la oración su mirada en el
Crucifijo, a detenerse frecuentemente
para la adoración eucarística y así
entrar en el amor de Dios, que se ha
abajado con humildad para elevar-
nos hacia él. Muchas gracias.
Amados peregrinos de Teresina e
de São João da Madeira e todos os
presentes de língua portuguesa, a
minha saudação amiga! Possa esta
vossa vinda a Roma cumprir-se nas
vestes de um verdadeiro peregrino
que, sabendo de não possuir ainda o
seu Bem maior, se põe a caminho,
decidido a encontrá-Lo! Sabei que
Deus Se deixa encontrar por quan-
tos assim O procuram; com Ele, a
vossa vida não pode deixar de ser
feliz. Sobre vós e vossas famílias,
desça a minha Bênção.
Drodzy polscy pielgrzymi. Zbliża
się uroczystość Świętych Apostołów
Piotra i Pawła. W sposób szczególny
wspominamy ich w Rzymie, gdzie
nauczali, dawali świadectwo i po-
nieśli męczeństwo w imię Chrystusa.
Nawiedzenie ich grobów niech
będzie dla wszystkich okazją do
umocnienia w wierze, nadziei i
miłości. Niech Bóg wam błogosławi.
[Cari pellegrini polacchi, si avvici-
na la solennità dei santi apostoli Pie-
tro e Paolo. In modo particolare li
ricordiamo a Roma, dove hanno in-
segnato, hanno dato la loro testimo-
nianza e hanno subito il martirio in
nome di Cristo. La visita alle loro
tombe sia per tutti l’occasione di un
VI
From Scotland: Students and
teachers from St David’s Catholic
High School, Dalkeith, Edinburgh.
From Wales: Students and staff
from St Alban’s Catholic High
School, Pontypool, Torfaen.
From Ireland: Students from All
Hallows College, Drumcondra,
D ublin.
From Norway: Pilgrims from St
Olav Catholic Church, Tonsberg.
From Nigeria: A group of pilgrims
accompanied by Archbishop Alfred
Adewale Martins.
From South Africa: A youth group
from Corpus Christi Parish, Cape
Town.
From Swaziland: Pilgrims from the
Diocese of Manzini.
From Australia: A group of pil-
grims accompanied by Archbishop
Mark Coleridge.
From Korea: An ecumenical group
of Church Leaders.
From Bahamas: Pilgrims from
Holy Name Parish in the Arch-
diocese of Nassau.
From the United Sates of America:
Pilgrims from the Diocese of Baton
Rouge, Louisiana; Young adult pil-
grims from the Diocese of Arling-
ton, Virginia; Pilgrims from the fol-
lowing parishes: St Catherine of Al-
exandria, Riverside, California; Our
Lady, Queen of Martyrs, Miami,
Florida; St Kevin, Miami, Florida;
St Catherine of Siena, Portage,
Michigan; St Frances Chantal,
Wantagh, New York; Sacred Heart
Basilica Choir, Hanover,
Pennsylvania; A group of “Passionist
Partners”, San Antonio, Texas; Stu-
dents and faculty from: Loyola Uni-
versity, Chicago, Illinois, Rome Cen-
ter; University of St Thomas School
of Law, Minneapolis, Minnesota;
University of Mary, Bismarck, North
Dakota; Villanova University School
of Law, Villanova, Pennsylvania; St
Peter’s Catholic Student Center,
Baylor University, Waco, Texas; Ar-
undel High School, Crofton, Mary-
land; Xaverian High School, West-
wood, Massachusetts; St Mary’s
Central High School, Bismarck,
North Dakota; Trinity High School,
Dickinson, North Dakota; Shanley
consolidamento nella fede, nella
speranza e nell’amore. Dio vi bene-
dica]!
Zo srdca pozdravujem sloven-
ských pútnikov, osobitne z Farnosti
èuňava.
Bratia a sestry, pozajtra budeme
sláviť slávnosť svätých Petra a Pavla.
Nech návšteva ich hrobov upevní
vašu lásku ku Kristovej Cirkvi, ktorá
je postavená na apoštoloch.
S láskou vás žehnám.
Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Saluto di cuore i pellegrini slo-
vacchi, particolarmente quelli prove-
nienti dalla Parrocchia di Šuňava.
Fratelli e sorelle, dopodomani ce-
lebreremo la solennità dei Santi Pie-
tro e Paolo. La visita delle loro tom-
be approfondisca il vostro amore per
la Chiesa di Cristo, fondata sugli
apostoli.
Con affetto vi benedico.
Sia lodato Gesù Cristo]!
Isten hozta a magyar híveket, kü-
lönösen is azokat, akik Budapestről
és Orosházáról érkeztek. Közeledik
Szent Péter és Pál apostolok ünne-
pe, akikről Rómában különösképpen
is megemlékezünk, mert itt tanítot-
tak, tettek tanúságot Krisztusról és
szenvedték el érte a vértanúságot.
Szívből adom rátok apostoli áldá-
somat.
Dicsértessék a Jézus Krisztus!
[Saluto cordialmente i fedeli di
lingua ungherese, specialmente i
membri dei gruppi arrivati da Buda-
pest e da Orosháza.
Si avvicina la solennità dei Santi
apostoli Pietro e Paolo. In modo
particolare li ricordiamo a Roma,
dove hanno insegnato, reso testimo-
nianza e subito il martirio in nome
di Cristo.
Volentieri vi imparto la mia Bene-
dizione.
Sia lodato Gesù Cristo]!
Catholic High School, Fargo, North
Dakota; Bishop Ryan High School,
Minot, North Dakota.
Aus der Bundesrepublik Deutsch-
land: Pilgergruppen aus den Pfarrge-
meinden; Hohe Domkirche zu Es-
sen; St. Gertrud, Herzogenrath und
St. Hubertus, Stolberg-Büsbach; St.
Cäcilia, Östringen; St. Sebastian,
Steinfeld; Pilgergruppen aus Augs-
burg, Senden; Freisemester aus den
Bistümern Augsburg, Hildesheim
und Paderborn; Schülerinnen, Schü-
ler und Lehrer folgender Schulen:
Saarpfalz Gymnasium, Homburg;
Gymnasium Albert Schweitzer, Kas-
sel; Katholisches Gymnasium Mari-
enschule, Lippstadt; Oberstufe des
Bischöflichen Mädchengymnasiums
Marienschule Münster; Hennebergi-
sches Gymnasium, Schleusingen; Al-
bert-Einstein-Gesamtschule, Wer-
dohl; Hochwald–Gymnasium Wa-
dern.
Aus der Republik Österreich: Pilger-
gruppe aus der Seelsorgegemeinde
Militärpfarre Eisenstadt; Schülerin-
nen, Schüler und Lehrer folgender
Schule: Bundesoberstufengymnasi-
um Egg.
Aus der Schweizerischen Eidgenos-
senschaft: Schülerinnen, Schüler und
Lehrer folgender Schule: Orientie-
rungsschule aus Simplon Dorf.
Aus der Provinz Bozen – Republik
Italien: San Giuseppe al Cascame di
Vigevano.
De España: Parroquia Santa Ma-
ría, de Casteldefells; Parroquia
Nuestra Señora de la Asunción, de
Cieza; Colegio San Francisco Javier,
de Fuente de Cantos; Colegio Don
José Lluch, de Aiboraya; grupo de
peregrinos de Valencia.
De México: grupos de peregrinos.
De El Salvador: grupo de peregri-
nos, con S.E. Mons. Elías Samuel
Bolaños Avelar, Obispo de Zacate-
coluca.
De Guatemala: grupo de peregri-
nos, con S.E. Mons. Mario Alberto
Molina Palma, Arzobispo de Los Al-
tos.
De Portugal: Paróquia de São
João da Madeira, Diocese do Porto.
Do Brasil: grupo da Diocese de
Teresina; grupo de visitantes.
Rivolgo un cordiale benvenuto ai
pellegrini di lingua italiana. In
particolare, saluto i fedeli delle Mar-
che, accompagnati dall’Arcivescovo
Mons. Edoardo Menichelli; quelli
della parrocchia di San Domenico in
Acquaviva delle Fonti, che ricordano
un significativo anniversario giubila-
re; le Suore Francescane Immacolati-
ne, che stanno celebrando il loro Ca-
pitolo generale, e i rappresentanti
della Consulta Nazionale Antiusura.
Cari amici, vi ringrazio per la vostra
visita e vi incoraggio a dare una co-
raggiosa e incisiva testimonianza cri-
Nomine episcopali
Le nomine di oggi riguardano
Messico, Galles e Brasile.
Eduardo Carmona Ortega
vescovo di Parral (Messico)
Nato a Città del Messico il 18
marzo 1959, ha compiuto gli studi
ecclesiastici nel seminario degli
Operai del Regno di Cristo a Que-
rétaro e nel seminario maggiore di
Toledo, in Spagna. Ha ottenuto la
licenza in teologia dogmatica a Ro-
ma, alla Pontificia Università Gre-
goriana. Ordinato presbitero il 20
agosto 1983, per la diocesi di Ta-
cámbaro, nel 1991 si è incardinato
nella fraternità sacerdotale degli
Operai del Regno di Cristo. È sta-
to prefetto di disciplina e poi vice
rettore del seminario della sua fra-
ternità a Querétaro. In seguito, è
stato nominato segretario regionale
e vice rettore del seminario della
fraternità a Olías del Rey, Toledo,
Spagna. Dal 1991 al 1994 ha svolto
l’incarico di rettore del medesimo
Seminario. Dal 1994 al 1997 è stato
parroco nell’arcidiocesi statunitense
di Los Angeles. Nel 1997 è stato
eletto direttore regionale per il
Messico della fraternità sacerdotale
degli Operai del Regno di Cristo
e, poi, nel 2002 è stato rieletto nel
medesimo incarico. L’8 novembre
2003 con l’erezione della nuova
diocesi di Puerto Escondido ne è
stato nominato primo vescovo, ri-
cevendo l’ordinazione episcopale il
7 gennaio 2004. In seno alla Con-
ferenza episcopale messicana è re-
sponsabile della pastorale per i mi-
nisteri laicali.
Peter Brignall, vescovo
di Wrexham (Galles)
Nato a Londra, nell’arcidiocesi
inglese di Westminster, il 5 luglio
1953, ha svolto gli studi secondari
presso il Barnet College of Further
Education, Hertfordshire, e quelli
filosofici e teologici presso il semi-
nario di Allen Hall a Londra. Or-
dinato sacerdote per la diocesi di
Manevia il 18 febbraio 1978, fino al
1980 è stato vicario parrocchiale,
prima a Blessed Sacrament, Con-
nah’s Quay, e poi ad Our Lady
Star of the Sea, Llandudno. Dal
settembre 1980 al gennaio 1984 ha
servito come cappellano all’Univer-
sity College North Wales di Ban-
gor, e al National health service
Hospital, sempre a Bangor. È suc-
cessivamente divenuto parroco di
Knighton & Presteigne. Quando,
nel 1987, è stata creata la diocesi di
Wrexham, vi si è incardinato, tra-
sferendosi nel nord del Galles. Per
dieci anni è stato parroco di Our
Lady of the Immaculate Concep-
tion, a Bangor. Nel febbraio 1999 è
divenuto decano della cattedrale di
Our Lady of Sorrows, a Wrexham
pagina 7
stiana nei vari ambienti in cui ope-
rate.
Il mio pensiero va, infine, ai gio-
vani, ai malati e agli sposi novelli.
Siamo ormai entrati nell’estate, per
molti tempo di ferie e di riposo. Per
voi, cari giovani, sia un’occasione per
utili esperienze sociali e religiose; per
voi, cari sposi novelli, un opportuno
periodo per far crescere la vostra
unione e approfondire la vostra mis-
sione nella Chiesa e nella società.
Auspico inoltre che a voi, cari malati,
non manchi durante questi mesi esti-
vi la vicinanza di persone care.
e cappellano dell’ospedale locale.
Nel settembre 2003 è stato nomina-
to vicario generale della diocesi.
José Eudes Campos
do Nascimento, vescovo
di Leopoldina (Brasile)
Nato il 30 aprile 1966 a Barbace-
na, nell’arcidiocesi di Mariana, sta-
to di Minas Gerais, dopo gli studi
preparatori nella città di origine, ha
frequentato l’Istituto di Filosofia
dei Padri salesiani a São João del
Rei (1988) e l’Istituto di Filosofia
Santo Tomás de Aquino a Belo
Horizonte (1989-1990). Ha poi stu-
diato teologia al Seminario Mag-
giore São José dell’arcidiocesi di
Mariana (1991-1994) e ha ricevuto
l’ordinazione sacerdotale il 22 apri-
le 1995, incardinandosi nel clero
dell’arcidiocesi, dove ha svolto gli
incarichi di vicario parrocchiale,
amministratore parrocchiale, asses-
sore arcivescovile per la pastorale
giovanile, parroco, direttore spiri-
tuale del seminario maggiore,
membro del consiglio presbiterale e
del collegio dei consultori, rappre-
sentante dei presbiteri dell’arcidio-
cesi presso gli organismi ecclesiali
regionali e nazionali. Attualmente
svolgeva l’incarico di vicario epi-
scopale della regione nord e di par-
roco di Santa Efigênia nella città
storica di Ouro Preto.
Sérgio de Deus Borges
ausiliare di São Paulo
(Brasile)
Nato il 4 aprile 1966 a Alfredo
Wagner, nella diocesi di Rio do
Sul, stato di Santa Catarina, ha fre-
quentato l’Istituto di filosofia a
Ponta Grossa (1985-1987) e l’Istitu-
to di Teologia Paulo VI a Londrina
(1989-1993). Ha, poi, ottenuto la li-
cenza in diritto canonico presso la
Pontificia Università Gregoriana a
Roma (1997-2000) e la licenza in
teologia, presso la Pontificia Uni-
versità Cattolica di Curitiba. Il 6
febbraio 1993 ha ricevuto l’ordina-
zione sacerdotale ed è stato incar-
dinato nella diocesi di Cornélio
Procópio, nella quale ha svolto gli
incarichi di parroco, assessore della
pastorale per la gioventù, per la fa-
miglia e per i carcerati; direttore
spirituale del movimento Serra
Clube; professore del seminario
Menino Deus (1993-1994), professo-
re e rettore del seminario maggiore
São José a Jataizinho (1995-2011).
Nella provincia ecclesiastica ha
svolto dal 2007 la funzione di do-
cente e direttore di studio dell’Isti-
tuto di Teologia di Londrina e pre-
sidente del tribunale ecclesiastico
interdiocesano. Dal 2011 era parro-
co dell’Imaculada Conceição a
Jataizinho.
pagina 8
Benedetto XVI all’udienza generale riflette sul significato del canto per Cristo contenuto nella lettera ai Filippesi
La via della vita cristiana
Compiere la genuflessione davanti al Santissimo con profonda consapevolezza
L’uomo, per ritrovare se stesso,
deve abbandonare ogni egoismo, ogni
desiderio di potere, e riempirsi
dell’amore di Cristo. Questa è la via
cristiana che porta a identificarsi con
Cristo. È la riflessione di Benedetto XVI
all’udienza generale di mercoledì 27
giugno, nell’Aula Paolo VI.
Cari fratelli e sorelle,
La nostra preghiera è fatta, come ab-
biamo visto nei mercoledì passati, di
silenzi e di parola, di canto e di gesti
che coinvolgono l’intera persona:
dalla bocca alla mente, dal cuore
all’intero corpo. È una caratteristica
che ritroviamo nella preghiera ebrai-
ca, specialmente nei Salmi. Oggi
vorrei parlare di uno dei canti o inni
più antichi della tradizione cristiana,
che san Paolo ci presenta in quello
che è, in certo modo, il suo testa-
mento spirituale: la Lettera ai Filip-
pesi. Si tratta, infatti, di una Lettera
che l’Apostolo detta mentre è in pri-
gione, forse a Roma. Egli sente
prossima la morte perché afferma
che la sua vita sarà offerta in liba-
gione (cfr. Fil 2, 17).
Nonostante questa situazione di
grave pericolo per la sua incolumità
fisica, san Paolo, in tutto lo scritto,
esprime la gioia di essere discepolo
di Cristo, di potergli andare incon-
tro, fino al punto di vedere il morire
non come una perdita, ma come
guadagno. Nell’ultimo capitolo della
Lettera c’è un forte invito alla gioia,
caratteristica fondamentale dell’esse-
re cristiani e del nostro pregare. San
Paolo scrive: «Siate sempre lieti nel
Signore; ve lo ripeto: siate lieti» (Fil
4, 4). Ma come si può gioire di fron-
te a una condanna a morte ormai
imminente? Da dove o meglio da
chi san Paolo trae la serenità, la for-
za, il coraggio di andare incontro al
martirio e all’effusione del sangue?
Troviamo la risposta al centro del-
la Lettera ai Filippesi, in quello che
la tradizione cristiana denomina car-
men Christo, il canto per Cristo, o
più comunemente «inno cristologi-
co»; un canto in cui tutta l’attenzio-
ne è centrata sui «sentimenti» di
Cristo, cioè sul suo modo di pensare
e sul suo atteggiamento concreto e
vissuto. Questa preghiera inizia con
un’esortazione: «Abbiate in voi gli
stessi sentimenti di Cristo Gesù»
(Fil 2, 5). Questi sentimenti vengono
presentati nei versetti successivi:
l’amore, la generosità, l’umiltà, l’ob-
bedienza a Dio, il dono di sé. Si
tratta non solo e non semplicemente
di seguire l’esempio di Gesù, come
una cosa morale, ma di coinvolgere
tutta l’esistenza nel suo modo di
pensare e di agire. La preghiera deve
condurre ad una conoscenza e ad
un’unione nell’amore sempre più
profonde con il Signore, per poter
pensare, agire e amare come Lui, in
Lui e per Lui. Esercitare questo, im-
parare i sentimenti di Gesù, è la via
della vita cristiana.
Ora vorrei soffermarmi brevemen-
te su alcuni elementi di questo den-
so canto, che riassume tutto l’itinera-
rio divino e umano del Figlio di Dio
e ingloba tutta la storia umana:
dall’essere nella condizione di Dio,
all’incarnazione, alla morte di croce
e all’esaltazione nella gloria del Pa-
dre è implicito anche il comporta-
mento di Adamo, dell’uomo dall’ini-
zio. Questo inno a Cristo parte dal
suo essere «en morphe tou Theou», di-
ce il testo greco, cioè dall’essere
«nella forma di Dio», o meglio nella
condizione di Dio. Gesù, vero Dio e
vero uomo, non vive il suo «essere
come Dio» per trionfare o per im-
porre la sua supremazia, non lo con-
sidera un possesso, un privilegio, un
tesoro geloso. Anzi, «spogliò», svuo-
tò se stesso assumendo, dice il testo
greco, la «morphe doulos», la «forma
di schiavo», la realtà umana segnata
dalla sofferenza, dalla povertà, dalla
morte; si è assimilato pienamente
agli uomini, tranne che nel peccato,
così da comportarsi come servo com-
pletamente dedito al servizio degli
altri. Al riguardo, Eusebio di Cesa-
rea — IV secolo — afferma: «Ha pre-
so su se stesso le fatiche delle mem-
bra che soffrono. Ha fatto sue le no-
stre umili malattie. Ha sofferto e tri-
bolato per causa nostra: questo in
conformità con il suo grande amore
L’OSSERVATORE ROMANO
per l’umanità» (La dimostrazione
evangelica, 10, 1, 22). San Paolo con-
tinua delineando il quadro «storico»
in cui si è realizzato questo abbassa-
mento di Gesù: «umiliò se stesso fa-
cendosi obbediente fino alla morte»
(Fil 2, 8). Il Figlio di Dio è diventa-
to veramente uomo e ha compiuto
un cammino nella completa obbe-
dienza e fedeltà alla volontà del Pa-
dre fino al sacrificio supremo della
propria vita. Ancora di più, l’Apo-
stolo specifica «fino alla morte, e a
una morte di croce». Sulla croce Ge-
sù Cristo ha raggiunto il massimo
grado dell’umiliazione, perché la
crocifissione era la pena riservata
agli schiavi e non alle persone libere:
«mors turpissima crucis», scrive Cice-
rone (cfr. In Verrem, V, 64, 165).
Nella Croce di Cristo l’uomo vie-
ne redento e l’esperienza di Adamo
è rovesciata: Adamo, creato a imma-
gine e somiglianza di Dio, pretese di
essere come Dio con le proprie for-
ze, di mettersi al posto di Dio, e co-
sì perse la dignità originaria che gli
era stata data. Gesù, invece, era
«nella condizione di Dio», ma si è
abbassato, si è immerso nella condi-
zione umana, nella totale fedeltà al
Padre, per redimere l’Adamo che è
in noi e ridare all’uomo la dignità
che aveva perduto. I Padri sottoli-
neano che Egli si è fatto obbediente,
restituendo alla natura umana, attra-
verso la sua umanità e obbedienza,
quello che era stato perduto per la
disobbedienza di Adamo.
Nella preghiera, nel rapporto con
Dio, noi apriamo la mente, il cuore,
la volontà all’azione dello Spirito
Santo per entrare in quella stessa di-
namica di vita, come afferma san Ci-
rillo di Alessandria, la cui festa cele-
briamo oggi: «L’opera dello Spirito
cerca di trasformarci per mezzo della
grazia nella copia perfetta della sua
umiliazione» (Lettera Festale 10, 4).
La logica umana, invece, ricerca
spesso la realizzazione di se stessi
nel potere, nel dominio, nei mezzi
potenti. L’uomo continua a voler co-
struire con le proprie forze la torre
di Babele per raggiungere da se stes-
giovedì 28 giugno 2012
so l’altezza di Dio, per essere come
Dio. L’Incarnazione e la Croce ci ri-
cordano che la piena realizzazione
sta nel conformare la propria volon-
tà umana a quella del Padre, nello
svuotarsi dal proprio egoismo, per
riempirsi dell’amore, della carità di
Dio e così diventare veramente capa-
ci di amare gli altri. L’uomo non
trova se stesso rimanendo chiuso in
sé, affermando se stesso. L’uomo si
ritrova solo uscendo da se stesso; so-
lo se usciamo da noi stessi ci ritro-
viamo. E se Adamo voleva imitare
Dio, questo di per sé non è male,
ma ha sbagliato nell’idea di Dio.
Dio non è uno che vuole solo gran-
dezza. Dio è amore che si dona già
nella Trinità, e poi nella creazione. E
imitare Dio vuol dire uscire da se
stesso, darsi nell’amore.
Nella seconda parte di questo «in- discesa dell’umile servizio, nella di- adorazione di fronte a Dio, anche
no cristologico» della Lettera ai Fi- scesa dell’amore, che è l’essenza di con il corpo. Da qui l’importanza di
lippesi, il soggetto cambia; non è Dio e quindi la forza veramente pu- compiere questo gesto non per abi-
più Cristo, ma è Dio Padre. San rificatrice, che rende l’uomo capace tudine e in fretta, ma con profonda
Paolo sottolinea che è proprio per di percepire e di vedere Dio» (Gesù consapevolezza. Quando ci inginoc-
l’obbedienza alla volontà del Padre, di Nazaret, Milano 2007, p. 120). chiamo davanti al Signore noi con-
che «Dio lo esaltò e gli donò il no- fessiamo la nostra fede in Lui, rico-
me che è al di sopra di ogni nome» L’inno della Lettera ai Filippesi ci
offre qui due indicazioni importanti nosciamo che è Lui l’unico Signore
(Fil 2, 9). Colui che si è profonda- della nostra vita.
mente abbassato prendendo la con- per la nostra preghiera. La prima è
l’invocazione «Signore» rivolta a Cari fratelli e sorelle, nella nostra
dizione di schiavo, viene esaltato, in-
nalzato sopra ogni cosa dal Padre, Gesù Cristo, seduto alla destra del preghiera, fissiamo il nostro sguardo
Padre: è Lui l’unico Signore della sul Crocifisso, sostiamo in adorazio-
che gli dà il nome di «Kyrios», «Si-
nostra vita, in mezzo ai tanti «domi- ne più spesso davanti all’Eucaristia,
gnore», la suprema dignità e signo-
natori» che la vogliono indirizzare e per far entrare la nostra vita
ria. Di fronte a questo nome nuovo,
guidare. Per questo, è necessario nell’amore di Dio, che si è abbassato
infatti, che è il nome stesso di Dio
avere una scala di valori in cui il pri- con umiltà per elevarci fino a Lui.
nell’Antico Testamento, «ogni ginoc-
mato spetta a Dio, per affermare con All’inizio della catechesi ci siamo
chio si pieghi nei cieli, sulla terra e
san Paolo: «ritengo che tutto sia una chiesti come san Paolo potesse gioire
sotto terra, e ogni lingua proclami:
“Gesù Cristo è Signore”, a gloria di perdita a motivo della sublimità del- di fronte al rischio imminente del
Dio Padre» (vv. 10-11). Il Gesù che la conoscenza di Cristo Gesù, mio martirio e della sua effusione del
viene esaltato è quello dell’Ultima Signore» (Fil 3, 8). L’incontro con il sangue. Questo è possibile soltanto
Cena, che depone le vesti, si cinge Risorto gli ha fatto comprendere che perché l’Apostolo non ha mai allon-
di un asciugamano, si china a lavare è Lui l’unico tesoro per il quale vale tanato il suo sguardo da Cristo sino
i piedi agli Apostoli e chiede loro: la pena spendere la propria esistenza. a diventargli conforme nella morte,
«Capite quello che ho fatto per voi? La seconda indicazione è la pro- «nella speranza di giungere alla ri-
Voi mi chiamate il Maestro e il Si- strazione, il «piegarsi di ogni ginoc- surrezione dai morti» (Fil 3, 11). Co-
gnore, e dite bene perché lo sono. chio» nella terra e nei cieli, che ri- me san Francesco davanti al crocifis-
Se dunque io, il Signore e il Mae- chiama un’espressione del Profeta so, diciamo anche noi: Altissimo, glo-
stro, ho lavato i piedi a voi, anche Isaia, dove indica l’adorazione che rioso Dio, illumina le tenebre del mio
voi dovete lavare i piedi gli uni agli tutte le creature devono a Dio (cfr. cuore. Dammi una fede retta, speran-
altri» (Gv 13, 12-14). Questo è im- 45, 23). La genuflessione davanti al za certa e carità perfetta, senno e di-
portante ricordare sempre nella no- Santissimo Sacramento o il mettersi scernimento per compiere la tua vera
stra preghiera e nella nostra vita: in ginocchio nella preghiera espri- e santa volontà. Amen (cfr. Preghiera
«l’ascesa a Dio avviene proprio nella mono proprio l’atteggiamento di davanti al Crocifisso: FF [276]).
 donne chiesa mondo L’OSSERVATORE ROMANO giugno 2012 numero 2
Sua madre confrontava
tutte queste cose nel suo cuore

LA CURA
L’offerta delle donne L’immagine di Maria con suo figlio è
stata fin dagli inizi del cristianesimo
Questo secondo numero di «donne chiesa mondo» è
dedicato alla cura. simbolo della cura. In questo dipinto di
Attività complessa e femminile che comprende Isabella Ducrot il corpo femminile, che
l’attenzione, l’assistenza, la premura, la
preoccupazione, l’educazione, l’impegno. E che
ha accolto e generato, si avvolge attorno
richiede sentimento e intelligenza. Per curarsi a quello ancora debole del bambino per
e preoccuparsi degli altri non si può fare a meno continuare a proteggerlo. La cura della
né dell’uno né dell’altra.
La cura dei corpi (e non solo dell’anima) madre per il figlio di Dio assume un
è stato da sempre il compito e l’offerta delle religiose. significato più ampio e universale che
Ma è anche il filo, il comportamento, il modo di
trascende la maternità e diventa
essere che unisce tutte le donne e che anche il
femminismo ha riconosciuto come elemento della sollecitudine, premura e attenzione per il
differenza dall’uomo. mondo. Il simbolo di affidamento a una
«Sfortunatamente — ha detto di recente Benedetto
XVI — questa dignità e missione donate da Dio alle
donna di cui l’umanità continua ad
donne non sono state sempre sufficientemente avere bisogno.
comprese e stimate».
Da sempre e da molti infatti la cura (con il lavoro
che essa richiede) è stata trascurata, non riconosciuta,
ritenuta parte residuale del vivere umano.
In realtà ne è l’elemento primo e fondante: senza
cura non c’è vita.
Curarsi dell’altro è il livello più alto di espressione
dell’umanità. E le donne ne sono maestre.
Nella «capacità dell’altro» risiede il genio femminile
evocato da Giovanni Paolo II. te legali. La nostra impressione, però, è
A suor Anna Bałchan, che da anni si cura di donne e che la Ue abbia il progetto di legalizzare
bambini vittime della violenza lavorando anche sulla la prostituzione: non si parla mai di aiuti
strada con le vittime della tratta, è dedicata per le persone coinvolte in questa indu-
l’intervista di prima pagina. stria, per le donne che vorrebbero cambia-
Alle religiose, che negli ospedali e non solo si re vita. Non esistono risorse economiche
occupano della cura dei corpi dei malati, per dare loro un aiuto serio e specializza-
la nostra inchiesta. to. L’aiuto che noi offriamo è possibile so-
È la preoccupazione e l’educazione dell’anima che si lo grazie ai benefattori individuali e a for-
devono “smontare” per far posto alla volontà di Dio me, modeste, di autofinanziamento.
il cuore dello scritto di suor Maria Barbagallo,
Che significato ha che siano donne consacrate
«una missionaria del nostro tempo» che ha prodigato
a mettersi in rapporto con una violenza così
le sue cure fra i poveri e i diseredati del mondo. connotata sessualmente?
La santa del mese è Elisabetta,
la cui parola “autorevole” accolse Maria che andava a Ogni donna è creata alla libertà,
trovarla. (r.a.) all’amore e a non essere usata. Come suo-
re e come donne ci mettiamo insieme, e
con una voce difendiamo quella realtà alla
quale Dio ci ha chiamate, e cioè alla vita
nella libertà e nell’amore per poter rispon-
dere alla nostra vocazione come donne nel
mondo.

Un calcio alla violenza Quali problemi specifici pone una violenza

esercitata da familiari o fidanzati, da persone
di cui le donne si sono fidate?

Intervista a suor Anna Bałchan che semina «aiuto» per ridare dignità alle vittime
di GIULIA GALEOTTI*
Gli Europei di calcio in corso riportano al
centro della scena la domanda di sesso a pa-
gamento che proprio in queste occasioni arri-
va a picchi molto alti. Del fenomeno si è oc-
cupato anche il Parlamento europeo nel 2006
con la campagna «Cartellino rosso alla pro-
stituzione forzata durante gli eventi sportivi».
Suor Anna Bałchan da anni si occupa in
Polonia di questo problema. A lei chiediamo:
la preoccupazione è reale?
Il dipartimento per le politiche migrato-
rie del ministero degli Interni polacco si è
detto contento che il Parlamento europeo
La nostra impressione è che l’Unione europea
abbia il progetto di legalizzare la prostituzione
Perché altrimenti non si parla mai di aiuti
per le donne che vorrebbero cambiare vita?
abbia notato il problema. Il rischio non va
sottovalutato: gli artefici della tratta non
sono borseggiatori, ma criminali. Il lavoro
è incessante: ad esempio la fondazione Fi-
gli di nessuno ha appena inaugurato una
campagna d’informazione dallo slogan
«non perdere», dedicata allo sfruttamento
sessuale dei bambini. Sono stati organiz-
zati corsi di formazione per poliziotti, for-
ze dell’ordine e pedagoghi delle città ospi-
tanti gli Europei. La polizia ha istituito
una linea telefonica per i turisti; il centro
nazionale di intervento e consultazioni per
le vittime della tratta ha preparato posti
letto in più, laddove servano. È un impe-
gno massiccio di forze dell’ordine e ong
che avrà senz’altro un forte effetto dissua-
sivo. Ma contro la tratta occorre opporsi
in modo sistematico: è un reato che avvie-
ne ogni giorno vicino a noi e i criminali
non aspettano certo il campionato.
La vostra associazione, Po MOC (“aiuto”),
nacque nel 2000 a Katowice, nel sud ovest
della Polonia, per aiutare le donne a rischio
e i loro bimbi, vittime della violenza sessuale
e domestica, della tratta e della povertà. Co-
me lavorate?
Diamo un aiuto globale, assicurando un
rifugio sicuro e sostegno socio-economico,
terapeutico e spirituale per accompagnare
nello sviluppo personale. Le vie concrete
sono di diverso tipo e hanno diversi obiet-
tivi, sebbene mirino tutte alla stessa finali-
tà: avviare la persona al cambiamento. I
nostri strumenti sono lo streetworking, il
consultorio, il centro aperto 24 ore su 24,
le case per favorire il reinserimento, l’atti-
vità di formazione e prevenzione. Così per
alcune ore i nostri volontari lavorano in
strada con le vittime della tratta: prendo-
no contatti, danno informazioni sulle pos-
sibilità di ricevere aiuto, distribuiscono vo-
lantini su hiv, aids e corsi professionali,
celebrano le feste con le nuove schiave. È
lo streetworking, è l’andare in strada a dare
il semplice messaggio: se vuoi cambiare
qualcosa, lo puoi fare. Dal 2001 al 2011
abbiamo fornito in media 160 ore di attivi-
tà annuali. Al consultorio (dove prestano
servizio anche psicologi, avvocati, terapeu-
ti, assistenti sociali) redigiamo un piano di
aiuto individuale e diamo gratuitamente
consulenze legali, mediche e lavorative.
Dal 2001 al 2011 abbiamo fornito 27.452
ore di consultorio. Il centro aperto 24
ore su 24 offre rifugio e alloggio, aiuto
materiale, pedagogico, terapeutico, psi-
cologico e spirituale. Dal 2004 al 2011
abbiamo ospitato 214 persone, di cui 121
donne e 93 minori (147 vittime di vio-
lenza: rispettivamente 75 donne e 72
bimbi; 67 vittime della tratta: 46 e 21).
Infine, le case per l’inserimento: è la
tappa successiva nel processo verso
l’autonomia. Occorre imparare a ge-
stire la vita di una casa in tutti i suoi
aspetti. Lo scopo è accrescere il senso
di sicurezza della persona. Tutto di-
venta occasione preziosa per seminare
il cambiamento, e cercare di creare
relazioni sane con il prossimo.
Come nasce il vostro metodo «street-
working»?
Il metodo risale all’O ttocento
quando le suore andavano alla sta-
zione per accogliere le ragazze e le
donne che arrivavano in città cer-
cando lavoro: offrivano loro alloggio, corsi
professionali, aiuti per trovare lavori onesti
cercando di evitare che finissero nelle case
chiuse. Oggi streetworking è un metodo
sempre più popolare, diventato parte inte-
grante dell’assistenza sociale. Coinvolge
tanti gruppi: i senza tetto, i drogati, i
bambini di strada, le vittime della tratta.
Iniziai a lavorare con i bimbi di strada e
poi passai alle donne: così ho instaurato
un contatto e ho compreso i loro bisogni,
premesse indispensabili per realizzare il
cambiamento. Streetworking è necessario
perché ci sono persone che, per i motivi
più vari, non si rivolgeranno mai alle
strutture di assistenza. Perché non cono-
scono le possibilità di aiuto; perché prova-
no vergogna nei confronti del loro gruppo
di appartenenza; perché credono sia nor-
male vivere in famiglia la violenza, l’alcoli-
smo, l’abbandono, l’accattonaggio.
Ha parlato di prevenzione...
Le faccio un esempio concreto. Da
quando vige il trattato di Schengen, molti
polacchi partono per cercare lavoro
all’estero: è fondamentale sappiano i rischi
cui vanno incontro, quelli che sono i loro
diritti, dove cercare aiuto. Collaboriamo
Suor Anna Bałchan fa
parte della
congregazione delle
Suore di Maria
Immacolata fondata
nel 1863 dal sacerdote
Johannes Schneider a
Breslavia per
occuparsi delle
giovani lavoratrici a
rischio. Oggi la SUOR ULTIMA
congregazione è
DI
presente in Germania,
Italia, Lettonia,
Polonia, Tanzania e
Ucraina.
L'associazione Po
MO C, nata a
Katowice il 23 ottobre
2000, si occupa di
donne e bambini in
difficoltà. È formata
da 4 suore, 6 laici, 9
specialisti e 8
volontari. Le assistite
sono bulgare,
moldave, rumene,
russe, ucraine e, in
prevalenza, polacche.
con l’agenzia di lavoro Aterima: sui pul-
lman diretti verso le città europee distri-
buiamo testi in cui diamo queste informa-
zioni.
Lei fa parte della Congregazione delle Suore
di Maria Immacolata, nata nel 1863: emi-
grate in città in cerca di lavoro molte ragazze
si ritrovavano sole, in balia di violenza, ma-
lattie e avidità. Cosa è cambiato da allora
nella società e nella Congregazione?
I rischi per le donne ci sono sempre,
anzi con il tempo so-
no aumentati. Du-
rante la guerra e
l’epoca comunista, le
possibilità di azione
per le suore erano nulle:
chiuse le scuole professio-
nali da loro gestite, chiusi i
collegi, gli ospedali, gli orfano-
trofi, lo Stato aveva requisito tutto.
Ora invece le suore possono nuovamen-
te svolgere il loro lavoro. Nel carisma del-
la nostra Congregazione c’è l’impegno a
favore della donna, una specie di full ser-
vice dalla nascita alla morte naturale: tutto
ciò che riguarda il suo ruolo nel mondo, il
suo valore e la sua dignità nel piano del
Creatore, l’aiuto per far loro sperimentare
il Dio vivente.
Nel 2004 la Polonia è entrata nella Ue: ci
sono stati cambiamenti nell’area di cui vi oc-
cupate?
I cambiamenti sono stati tanti. Da un
lato minori controlli, dall’altro nuovi peri-
coli nascosti dietro attività apparentemen-
NEL DIZIONARIO
LA DOMESTICA
DEL SACERDOTE
È LA PERPETUA
Una persona amata ha la forza per esse-
re felice e condividere questa felicità con
gli altri, e quindi genera la bellezza e il
bene. La violenza (che agisce contro
l’energia positiva) e la sofferenza che ne
deriva, tolgono senso alla vita. Uno dei
metodi di reclutamento della tratta è l’esca
dell’amore, il modo più perfido e profon-
do di distruggere la persona. Desideriamo
l’amore così tanto e siamo disposti a fare
così tanto, che siamo capaci di vivere a
lungo nell’illusione dell’amore, prima di
capire la dolorosa verità, e cioè che siamo
stati usati in modo premeditato. Sono fe-
rite che rendono molto difficile dare nuo-
vamente fiducia al prossimo e costruire re-
lazioni sane. Se nasce un bimbo, ad esem-
pio, diventa difficile manifestargli l’amore.
È appena uscito il suo nuovo album «Signo-
re insegnami»: che cantautrice è suor Anna?
Sono un’artista popolare! Il disco è de-
dicato a tutti coloro che hanno sentito la
nostalgia del vero amore, che hanno perso
qualcuno, a volte anche dei sogni, che si
sono posti domande sul senso di tutto ciò
che succede adesso e di quello che potrà
avvenire in futuro. Gli eventuali ricavi so-
no destinati a sostenere la nostra associa-
zione.
In che modo la sua persona e la sua vocazio-
ne sono espressi dalla sua musica?
Le canzoni che scrivo sono in realtà col-
loqui con il mio Dio, contengono un dia-
logo che parla di nostalgie, del tempo che
passa, delle relazioni con il prossimo. Mi è
più facile parlare con Dio così, esprimen-
do quel che la parola non riesce a dire. È
una mia personale liturgia delle ore.
*Con la collaborazione di Dorota Swat
QUANDO LE PAROLE
A LAVORARE PRENDONO
SONO SEMPRE
LE DONNE UN SAPORE
DI ETERNITÀ !
donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo

Come smontare l’anima

Il romanzo

di MARIA BARBAGALLO
uando si avverte l’istanza interiore
Dove finisce
Roma
E far spazio ai progetti di Dio «Era contenta di sentirsi chiamare Ida
Maria, da don Pietro, perché Maria era il
compito più della Grazia di Dio che mio, e mi Dio, e avere quello che abbiamo cercato da di CINZIA LEONE suo nome nella lotta, il nome più comune
sono abbandonata a Lui (sebbene non quanto Lui, per averlo nel sonno (come dice il sal- per passare inosservata (…). E se
sarebbe stato necessario). Il conflitto con me mo), cioè quando Lui crede e non noi, occor- l compito di alleviare le sofferenze dei

Q I
di entrare nella vita religiosa, non
si ha che una pallidissima idea di
quello che potrebbe accadere.
L’unica luce che, in qualche mo-
do, ci guida è la certezza (e anche questa mol-
to fragile) che Dio chiama usando alcune me-
diazioni umane.
La coscienza di essere solo servizio di un
ideale si fa strada dentro di noi, in modo mol-
to graduale. La prima fase di questo processo
comporta un enorme dispendio di energie.
Crediamo che molto dipenda dai nostri sforzi
personali, soprattutto ci sforziamo di realizza-
re alcuni progetti che la nostra immaginazione
ha elaborato. Questo riguarda sia il concetto
di missione, sia il concetto di santità e, più an-
cora, il concetto di Dio. La crescita interiore
consiste, sostanzialmente, in un lavoro di
“smontaggio” dei nostri progetti, per lasciare
spazio allo Spirito Santo di costruire i suoi.
Ciò sembra facile a parole, ma è molto com-
plesso perché ha a che vedere con la nostra
stessa si sarebbe attenuato dopo molti anni di re una partecipazione attiva, vigilante, talvolta
vita religiosa. Devo dire però che non è mai eroica, perché noi e altri possiamo avere «la
scomparso. Allo stesso tempo, da questo con- vita in abbondanza» (Giovanni 10, 10). Questo
tinuo equilibrio-squilibrio, da questo caos non vuol dire che quello che si fa sia inutile.
sempre insorgente è dipesa la ricchezza e la Vuol dire che l’essenziale sta nell’essere, più
vitalità della mia vita. Attraverso vari momenti che nel fare. Se abbiamo ricevuto da madre
esistenziali (di anni), ho capito meglio che la
natura un’indole capace di produrre, questo
missione è un dono. Anch’essa non dipende
dono deve passare attraverso molte purifica-
da noi. Possiamo lavorare, pregare, lottare e zioni se non vuol essere costantemente frustra-
anche morire per raggiungere un traguardo, to.
ma «se il Signore non costruisce la casa, inva- Avendo avuto come educatore principale
no vi faticano i costruttori» (Salmo, 127). Dio, sono passata attraverso frustrazioni di
Allora a che servirebbero sofferenza, sacrifi- ogni genere. I criteri di Dio sono dei magnifi-
ci, rinunce e lotte? È che per essere amici di ci binari sui quali devono correre la verità e la
giustizia, la carità e la speranza e ogni sorta di
virtù. Tutto ciò che scantona da questi binari
dà terribili frustrazioni, e questo è una perfet-
ta forma di educazione. Il mio desiderio di
L’autrice raggiungere la santità è stato molto purificato.
Dio sa cosa ci serve, non accetta consigli. Len-
Maria Barbagallo, nata a Roma da tamente ma inesorabilmente, tutto quello che
abbiamo rischiato con tanto timore ritrova il
qualcuno, qualcuno dei suoi, la chiamava
malati, considerato poco nobile nella Ida Maria era perché c’era qualcosa da
gerarchia sociale, è delegato da sem- fare, e da quel momento era Maria, una
pre al sesso femminile, garante dello staffetta, la staffetta Maria, e fare qualcosa
sviluppo e del mantenimento della era quello che voleva fare». Costretta dai
specie. Ma per le suore arrivare a praticare genitori a lasciare la nativa Sardegna, la
l’assistenza ai malati è stato difficile. Il con-
giovanissima Ida si ritrova a vivere a
tatto con i corpi sembrava prerogativa delle
Centocelle, a casa della sorella Agnese e
donne che quei corpi li conoscevano: quelle
del marito, nei duri anni dell’occupazione
sposate o addirittura le prostitute. L’assisten-
tedesca di Roma.
za agli infermi è stata la prassi delle beghine
Pur nella violenza del distacco dal suo
nel nord Europa, cioè donne che si univano
in gruppi spontaneamente, senza l’approva- mondo, l’incontro con la nuova vita sarà
zione ecclesiastica, per condurre una vita reli- per Ida un’emozione continua: riprendere
giosa, a cui si ispirarono, nell’Italia del XIII a studiare, scoprire l’amicizia, la
secolo, i Terzi ordini legati a domenicani e parrocchia, la Resistenza, la solidarietà, il
francescani. Tutti ricordano che Caterina da coraggio, i rastrellamenti, la paura
Siena, che faceva parte del terz’ordine dome- («Micol, dove sei?»). Perché nei piccoli
nicano, aveva curato i malati di peste fino a come nei grandi passi, mentre gli occhi di
mettere a repentaglio la sua vita, ma si tratta- Henriette Browne, «Suore al lavoro in convento» (XIX secolo)
Ida mettono progressivamente a fuoco
va di situazioni di emergenza che richiedeva- le diverse strade tra cui può scegliere
no misure eccezionali. di avventurarsi, in Dove finisce Roma
Il primo a vincere il tabù che separava le (Einaudi, 2012) Paola Soriga (classe 1979)

E la suora inventò l’infermiera

personalità, la nostra cultura, l’educazione che
abbiamo ricevuto e, in genere, la nostra capa-
cità di capire, di intuire, di creare.
Tutti i doni che riceviamo da Dio, di intelli-
genza, creatività, cultura o di tendenze, posso-
no giocare a favore della nostra realizzazione
cristiana e quindi dei progetti di Dio, o anche
contro. Giocano a favore quando noi, libera-
mente, accettiamo il rischio di mettere in que-
stione le nostre certezze, per poi ritrovarle pu-
rificate e riorganizzate secondo un nuovo si-
stema di valori. Giocano contro, quando la
nostra resistenza a cambiare e il nostro timore
di perderci è così forte da scoraggiare qualsiasi
tentativo della nostra volontà. Da che cosa,
poi, dipenda la forza interiore di rischiare o
no tutto quello che noi siamo, è sempre un
mistero. Possiamo però pensare che, in gene-
rale, dipenda dalla grazia di Dio, dalla consi-
stenza dei nostri ideali, da un pizzico di desi-
derio di avventura e da tendenze naturali che
fungono da propulsori nelle persone che si
prefiggono, con serietà, alcune mete.
Nel mio caso appare misterioso il fatto che,
nonostante alcune reali difficoltà, non abbia
avuto mai il desiderio di tornare indietro. Le
difficoltà esteriori non sono state, per me, in-
sormontabili. Mi riferisco, ad esempio, alla ne-
cessità di adattarmi a persone, culture, lavori,
climi diversi; al fatto che quasi sempre le mie
idee non coincidevano con quelle degli altri, o
che ho sempre avuto un atteggiamento critico
nei confronti della mentalità e dell’organizza-
zione interna del convento; o ancora, alla mia
tendenza a variare, in un contesto dove invece
erano considerate un valore la stabilità e l’uni-
formità.
Le mie difficoltà più serie sono sempre state
di carattere psicologico, o anche di carattere
ideale. Probabilmente queste difficoltà mi
avrebbero dato problemi in ogni caso. Il pro-
cesso che ho chiamato di smontaggio interiore
è però stato durissimo. Ci sono state pochissi-
me persone che mi hanno potuto seriamente
aiutare e, pertanto, ho dovuto stabilire un rap-
porto assolutamente particolare con il Dio che
mi aveva affascinato e che mi educava, mio
malgrado, alla solitudine, al silenzio interiore,
al vuoto e all’impotenza di cambiare il mio
destino. L’oscurità a cui è sempre stata sotto-
posta la mia fede mi ha permesso di non ter-
giversare troppo di fronte alle esigenze del
Vangelo e di sforzarmi per distinguere ciò che
era il mio gusto e ciò che riguardava i valori
cristiani. Errori e debolezze non dovevano tro-
vare giustificazioni indebite, però sì, misericor-
dia. Per colmare l’abisso tra l’ideale che mi
proponevo e le mie incoerenze ho speso molte
energie, ma ho anche capito che questo era
una famiglia cattolica di origine
siciliana, entra a 24 anni nella
congregazione delle Missionarie del
Sacro Cuore di Gesù. Insegnando
ininterrottamente a bambini e
adolescenti, si laurea in pedagogia.
Dal 1974 è missionaria tra i poveri in
America centrale, dove attraversa
alcuni dei momenti più duri e
dolorosi di quegli anni, come il
terremoto in Guatemala e la
rivoluzione sandinista in Nicaragua.
Per dodici anni è stata superiora
generale delle cabriniane.
Occupandosi oggi della storia
dell’istituto, ha — tra l’altro —
riallestito il museo dedicato a
Francesca Cabrini nella prima casa
fondata dalla santa a Codogno. Il
testo qui pubblicato è un breve
stralcio dal volume Fino agli estremi
confini del mondo (Marietti, 2012).
di ALBERTO FABIO AMBROSIO
La donna musulmana prepara il
suo riscatto grazie alla narrativa, ai
tanti libri e romanzi di donne di
tradizione islamica che vivono in
Europa o negli Stati Uniti. Esse
sono probabilmente più libere di
La scrittura non è più
appannaggio dell’uomo letterato
È una prima spia di riscatto
altre di raccontare le proprie legit-
time aspirazioni di libertà.
Ancor più indicativi per i risvol-
ti sociali e per il tentativo di ri-
scatto sono però i romanzi tradotti
direttamente dalle lingue orientali,
di autrici che vivono ancora nel
Paese di origine, riflettendo sul lo-
ro ambiente e la loro vita. Leggere
questi libri significa — e ha signifi-
I libri del riscatto
Quotidianità e tensioni femminili nei Paesi islamici
cato per me, sacerdote a Istanbul
— immergersi nella loro realtà quo-
tidiana. La stessa lentezza della
scrittura appare il riflesso di una
società immutabile nei codici com-
portamentali e nella mentalità.
In questi volumi si intravedono
segni di vero cambiamento. Un in-
dizio è proprio il fatto che la lette-
ratura non è più esclusivo appan-
naggio dell’uomo letterato. Legge-
re questi scritti immaginando le
autrici che, quando sono fuori di
casa, portano il velo è quanto mai
suggestivo. I tre romanzi che mi
hanno accompagnato recentemente
(uno consigliatomi da una musul-
mana che vive per il dialogo inter-
religioso) mi hanno permesso di
capire il coraggio di queste donne
dalle parole forti e chiare.
Celebre nel mondo arabo, Le
ragazze di Riad, opera di Alsanea
Rajaa residente nel Regno Saudi-
ta, racconta la vita di quattro ami-
che appartenenti alla buona socie-
tà araba. Le mail che si scambia-
no, artifizio stilistico per descrivere
le loro emozioni, sono intrise di
spirito critico per la mentalità di
un Paese che le discrimina. Ma il
romanzo è anche un invito a svi-
luppare la creatività femminile in
un contesto socialmente immobili-
sta. Il testo offre molti spunti per
comprendere il confronto inevita-
bile fra una società tradizionale e
la modernità e manda un chiaro
messaggio: la donna musulmana
possiede le capacità per trasforma-
re il costume e la realtà. Nel ro-
manzo scritto in lingua persiana
dell’iraniana Nahid Tabatabai, A
quarant’anni ci si muove fra passato
e futuro, si narra del ritorno in Iran
di un vecchio compatriota che ha
avuto successo in Occidente. L’età
della protagonista Nahid, direttrice
di una casa editrice e scrittrice,
corrisponde all’anniversario della
posto giusto. La fede che cresce va unifican-
do, dentro di noi, tutte le intuizioni sparse. Le
difficoltà che ci pongono infiniti interrogativi
vanno perdendo di consistenza quando si ini-
zia ad avvertire che l’unico comandamento è
«amare Dio sopra tutte le cose ed il prossimo
come noi stessi».
Tutto questo non è separato dalla vita di
ogni giorno, dallo sforzo di andare d’accordo
con gli altri, dall’esigenza di guadagnarsi da
vivere con le proprie mani, dalle delusioni che
la realtà procura. Ed è proprio in questa soli-
darietà con il male e il bene del mondo che
camminiamo sostenendoci gli uni gli altri, ac-
cettando il mistero di una vita carica di incer-
tezze, ma anche grembo di infinite possibilità
che il progetto di Dio ci mette a disposizione.
Silvestro Castellani, «Le strade del cielo» (2011)
rivoluzione iraniana. Che alluda a zione femminile, assurge a icona
un ritorno della speranza che ha di lotta per la sua dignità ed è
animato la rivoluzione? consapevole del suo insostituibile
Un’altra voce femminile giunge ruolo sociale.
dallo Yemen. In Ocra rossa, Hind La diffusione di questa letteratu-
Haytham, scrittrice e ricercatrice ra in Europa è un’utile occasione
presso lo Yemeni Center for Stu- di scambio fra oriente e occidente
dies and Researches, narra la vi- e fra donne che vivono in contesti
cenda di un giovane sottratto a sociali e culturali così diversi. Tut-
sua madre e alla sua terra. Il desi- te le traduzioni di queste autrici
derio di ritornare al profumo musulmane, nei casi presentati, so-
dell’ocra, cioè al passato fonte di no opera di donne (e in un caso
sicurezza, è irrimediabilmente rovi- anche l’editrice) segno incontesta-
nato dalla rabbia e dalla vendetta. bile, questo, di una vicinanza alla
In questi libri appare chiaro che stessa causa. All’intenzione di aiu-
sotto il velo ci sono le potenzialità tare la donna musulmana perché
delle donne orientali, più vive di “velata”, e di compiangerla, si so-
quanto ci si immagini. Si svela stituisce oggi un nuovo rispetto
una mentalità, un codice di cui le per le donne islamiche che scendo-
autrici denunciano tutta la pesan- no in piazza e rivendicano con for-
tezza. Si alza il sipario su una vita za le loro legittime aspirazioni.
drammatica. La donna nascosta Non aver paura di confrontarsi
dal velo non allontana, come si è con la loro esistenza nella lotta è
tentati di pensare, ma incoraggia segno di maturità e di voglia di
semmai al confronto sulla condi- superare le differenze culturali.
religiose dalla cura dei corpi fu nel 1617 san
Vincenzo de’ Paoli, con la fondazione delle
Figlie della Carità. «Per monastero le case
dei malati — scrive san Vincenzo de’ Paoli —
per cella una camera d’affitto, per cappella la
chiesa parrocchiale, per chiostro le vie della
città, per clausura l’obbedienza, per grata il
timor di Dio, per velo la santa modestia».
Nasce la prima compagnia di religiose col
caratteristico copricapo con le ali, pronte ad
andare «dove nessuno va», pagando anche
con la vita: quattordici Figlie della Carità
ghigliottinate durante la rivoluzione francese,
dieci uccise nel 1870 in Cina, dieci durante
l’ultima rivoluzione spagnola e molte altre
ancora. Le numerose congregazioni nate nel
XIX secolo cominciarono ad affiancare all’in-
segnamento anche la fondazione di ospedali
e di organizzazioni di assistenza ai malati a
domicilio, nonostante la normativa ecclesia-
stica ancora imponesse alle religiose di non
assistere nessuno a domicilio, ed escludesse
comunque partorienti e malati di sesso ma-
schile.
Ma le suore infermiere, in nome della loro
missione, molto spesso disattendevano queste
disposizioni, non negando il loro aiuto ai
sofferenti e aprendo quindi continue discus-
sioni con l’istituzione ecclesiastica, come te-
stimonia l’inchiesta generale avviata dalla Sa-
cra Congregazione dei Religiosi nel 1909 in
tutto il mondo cattolico, in seguito alle molte
proteste per la prassi consolidata delle reli-
giose a prestare assistenza infermieristica, sia
a domicilio che negli ospedali, anche agli uo-
mini.
Alla fine le suore la
spuntarono e, consa-
pevoli dell’esigenza di
una preparazione pro-
fessionale, ottennero
anche da Pio X, nel
1905, la possibilità di
fondare la prima scuo-
la professionale per
infermiere. Il welfare
della Chiesa, ancora
oggi vitale, radicato
nel territorio e “sup-
plente” del pubblico
ha quindi una storia
antica ed eroica.
Racconta la sua
esperienza di cura una
veterana: suor Odilia
D’Avella. Figlia della
Carità a vent’anni, a
26 già dirige la scuola
dell’Ospedale dei Pel-
Inchiesta sul ruolo delle religiose nella storia della cura
legrini a Napoli e per due decenni forma ge-
nerazioni di infermiere, battendosi per sot-
trarre la professione infermieristica dal ruolo
ancillare a quella medica, per cambiare i pro-
fili professionali e promuovere i diritti del
malato. Molte le cariche guadagnate sul cam-
po: presidente delle direttrici per scuole in-
fermieristiche della federazione italiana reli-
giose ospedaliere, per 15 anni presidente
dell’Ipasvi (Federazione Nazionale Collegi
Infermieri professionali), membro per la for-
mazione infermieristica della Comunità euro-
pea e del Consiglio superiore di Sanità. Cin-
quant’anni a stretto contatto con un mondo
laico senza sentirne il peso. «Una lunga
esperienza vissuta nel rispetto reciproco —
sottolinea suor D’Avella —. Il valore etico co-
mune è il rispetto della vita e l’obiezione di
coscienza».
L’Ipasvi non registra la condizione delle
religiose infermiere: non censite, parificate
ma non omologabili, le religiose si sentono
diverse. «Ci deve essere più cuore in quelle
mani — racconta suor D’Avella —. Possono
esserci laiche più brave e competenti delle re-
ligiose ma solo in un luogo di lavoro con
un’identità religiosa si può manifestare piena-
mente il proprio carisma. È un privilegio».
Le religiose infermiere che vivono l’ospe-
dale come una missione, senza orario e ripo-
so settimanale, facendo riferimento alle re-
sponsabili della loro comunità religiose e ver-
sando lì il proprio stipendio, rischiano essere
viste come nemiche? «Non sono mancati i
conflitti. Dalle convenzioni con le comunità
religiose gli ospedali hanno sempre ricavato
un vantaggio economico — risponde suor
D’Avella — ma anche un rapporto fiduciario:
sanno che i malati sono assistiti nella loro to-
talità. Fino agli anni Sessanta le caposala
erano tutte delle religiose, oggi le laiche le
hanno soppiantate. Eravamo degli eserciti,
ora siamo poche ma buone». L’atteggiamen-
to dei medici è diverso con le religiose infer-
miere? «Più deferenza, ma dipendeva sempre
dalla loro autorevolezza e preparazione». E
quello dei malati? «C’è più rispetto e fiducia.
Persone semplici, in momenti difficili, mi
hanno chiesto di essere confessate. Si fidava-
no e volevano essere ascoltate e assolte: cer-
cavano Dio e per ignoranza, o per paura del-
la morte, non facevano differenze».
Oltre alla cura è importante la difesa dei
diritti. «Non sempre il malato è messo al
centro del sistema sanitario e spesso si fa
passare un diritto come un privilegio. Nel
1978 con l’istituzione del servizio sanitario
nazionale ho sentito un amministratore affer-
mare: “Le Usl potrebbero funzionare bene se
non ci fossero i malati”. E allora chi? Al cen-
tro non devono esserci gli interessi privati, la
politica, gli affari, le mafie, ma solo la perso-
na». Cose che non succedono nella sanità
gestita da religiosi? «Non dovrebbero».
La laicizzazione pone nuovi temi: bioetica,
eutanasia e testamento biologico. Le religiose
infermiere rispondono al medico di guardia
ma soprattutto a Dio. «A Dio e alla propria
coscienza — sottolinea suor D’Avella —. La
medicina non è onnipotente e non tutto
quello che scientificamente è possibile è eti-
camente lecito». Con la legge del 1971 in Ita-
lia i corsi infermieristici aprono anche agli
uomini. Cosa cambia? «L’arrivismo — com-
menta suor D’Avella —. Sin dall’inizio hanno
voluto occupare i posti dirigenziali. Prima i
capi erano tutte suore, poi suore e laiche, og-
gi sono in prevalenza uomini». Maschilismo
anche tra i medici? «Sicuramente, ma ce n’è
anche nelle gerarchie della Chiesa. Se la
Chiesa gerarchica è maschilista, quella cari-
smatica è al femminile».
Secondo i dati riportati dal libro Religiose
nel mondo della salute di Angelo Brusco e
Laura Biondo (Torino, Edizioni Camilliane,
1992), dal 1975 al 1992 in Italia il numero del-
le suore ospedaliere è passato da 15.234 a po-
co più di 10.000. E dal 1992 i dati sono gra-
dualmente in calo. Le strutture sanitarie si
laicizzano, l’infermiere generico va a esaurir-
Il primo a vincere il tabù che separava
le donne consacrate dalla cura dei corpi
fu nel 1617 Vincenzo de’ Paoli
Nasce così la prima compagnia
e il caratteristico copricapo con le ali
si, nel 2001 nasce quello laureato. E le reli-
giose la professione infermieristica sembra
preferiscano esercitarla nelle missioni. «Trin-
cee con bisogni più urgenti» dichiara suor
Emilia Balbinot, ostetrica, 68 anni, brasiliana
di origine italiana, delle Ministre degli infer-
mi di San Camillo, prima caposala al cto di
Firenze e poi per 26 anni in missione in Ke-
nia. «Ho vissuto in villaggi poverissimi: sen-
za mezzi e in frontiera, ho fatto nascere bam-
bini tagliando il cordone ombelicale alla luce
di una pila elettrica. E ogni volta ho pensato
di essere davanti a un tabernacolo che si apre
alla vita dando la luce a un nuovo essere vo-
luto da Dio. Soprattutto in missione si realiz-
za la chiamata e la consacrazione. Lì trovi il
Gesù abbandonato».
«Quello che facciamo è solo una goccia
nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano
avrebbe una goccia in meno» diceva Madre
Teresa di Calcutta, una delle molte infermie-
re diventate sante o beate. «Ci si guadagna il
regno di Dio, che è anche su questa terra, tra
chi ha bisogno — sottolinea suor D’Avella —.
Ci sono malati che non sono in un letto
d’ospedale: la sofferenza morale, il disagio
mentale, l’assuefazione all’alcool e alla droga.
Un mondo di invisibili, sofferenti ed emargi-
nati». Oggi suor D’Avella, a 74 anni, dirige
«Il sentiero», un servizio per persone e fami-
glie con problemi di alcol e droga. «Sono in
trincea da quando avevo 20 anni e alla ritira-
ta non penso proprio».
presenta i tasselli di quel difficile mosaico
che, senza spazio e tempo,
avvia un’adolescente a diventare una
donna. (giulia galeotti)
Il saggio
Dio è violent
Partendo da una scritta letta su un muro
— in cui la vocale finale è stata cancellata,
aprendo la possibilità, agli occhi della
Muraro, di un dio femminile — in Dio è
violent (Nottetempo, 2012) la filosofa
riflette sull’uso della violenza nelle nostre
società occidentali, mettendo in
discussione la delega allo Stato insita nel
contratto sociale su cui si basano tutte le
società moderne. Gli Stati, scrive, ne
hanno fatto un uso molto discutibile, per
cui converrebbe a noi cittadini riprendere
la delega, e cercare di riproporre un uso
della violenza calibrato attentamente con
la giustizia. Ma per farlo bisogna partire
da Dio, allo scopo di «ingrandire le
vedute e di far giocare qualcosa del molto
che è fuori gioco dal regime storico della
vita del pensiero». Perché oggi, che «il
benessere materiale è in forse, ci
accorgiamo che l’unico orientamento
generale lo dava la crescita economica» e
quindi «non lasciamo che il nostro bene
fatto di relazioni e di speranze, vada a
vantaggio di una bottega discreditata che
non ha l’autorità di tenere a bada i
privilegiati e i prepotenti». (lucetta
scaraffia)
Il film
A simple life
A simple life. È veramente una vita
semplice quella dell’anziana donna cinese
che ha servito in una numerosa famiglia,
allevando i figli e cucinando per tutti. La
vita di una donna che ha rinunciato a se
stessa per vivere la
vita degli altri.
Adesso, anziana, si
occupa dell’ultimo
figlio della famiglia

women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women
CORTO DI BOLLYWO OD PER L’INDIA
Porte che sbattono una, due, troppe volte: Revathy,
famosa attrice di Bollywood e ora anche regista,
ha firmato un cortometraggio, Red Building Where The
Sun Sets, in cui racconta la storia di un bimbo di 7 anni
in fuga dai litigi dei genitori. Vorrebbe raggiungere la
casa del nonno, ma lungo la strada si perde per le vie di
una città qualsiasi dell’India, ai suoi occhi caotica e
confusa proprio come le discussioni a casa. Nato dopo
attente ricerche e pensato per genitori e insegnanti, il
corto rivela l’importanza dell’armonia familiare per la
crescita delle nuove generazioni. I problemi che si
intrecciano sono tanti: mentre le famiglie si
occidentalizzano, diventando sempre più piccole e isolate,
sopravvivono forme arcaiche di preferenza verso i figli
maschi. Assistiamo — ha detto Revathy — al
peggioramento della qualità e della quantità del tempo
dedicato ai bambini, lasciati a loro stessi, senza nemmeno
il sostegno del resto della famiglia. Se anche oggi le
donne in India ricoprono ruoli di primo piano in molti
campi, c’è ancora grande disparità tra le bambine e i
bambini. I problemi cominciano a casa: episodi di
violenze e discriminazioni da piccole, fanno crescere
ragazze e donne insicure. Solo quando cambierà questo
atteggiamento ci potrà essere vera uguaglianza.
SE SI PARLA SOLO DI UOMINI NEI TELEGIORNALI EUROPEI
Le notizie dei telegiornali nei principali Paesi europei
riferiscono solo di uomini: le donne, infatti, costituiscono
un esiguo 29% delle persone di cui si parla o che sono
intervistate in Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e
Spagna. Lo rivela l’Osservatorio europeo sulle
rappresentazioni di genere, avviato nel gennaio 2011
dall’Osservatorio di Pavia. In particolare, sono i notiziari
italiani quelli più chiusi verso le donne, presenti per un
misero 24%, ben 10 punti sotto la media spagnola (la
percentuale europea più alta). Le donne risultano
penalizzate in primis nelle notizie politiche, dove
raggiungono appena il 18%, media risultante da
differenze notevoli: si va dall’11% nei tg britannici e
italiani, al 29% di quelli francesi. In Italia ogni 10
persone intervistate in qualità di esperte, solo una è
donna.
LA LEA
BALLATA DI
«Io, cantastorie calabrese, posso solo cantare le vicende
della Baronessa di Carini, di Angelina Mauro, di Franca
Viola e di altre donne del Sud, e far finta che niente stia
succedendo, ora, qui, intorno a me e dentro me?», si è
chiesta Francesca Prestia. E così, armatasi dei suoi
strumenti di canto e di denuncia, ha scritto La ballata di
Lea in cui narra — con la lingua e il ritmo inconfondibile
della sua terra — la storia di Lea Garofalo, testimone di
giustizia uccisa e sciolta nell’acido a 35 anni da sei
«vigliacchi» della ‘ndrangheta, come li ha definiti il
pubblico ministero del processo che li ha condannati
all’ergastolo. La chitarra battente di Francesca Prestia
(incoraggiata nella sua attività di cantastorie dalle due
figlie) conclude ricordando che se anche la figlia di Lea
non avrà nemmeno una tomba sulla quale piangere, il suo
grido di forza spaccherà comunque le montagne. Nu
gridu cchi non mora, cchi spacca li muntagni, cchi trasa ‘nta
li cora e non ‘nda nescia cchiù!
LE D ONNE SOLDATO POSSONO «FARE» LE D ONNE?
Ha suscitato forti reazioni negli Stati Uniti la fotografia
che ritrae due donne militari dell’aviazione colte mentre
allattano: lo scandalo sta nel fatto che le due madri sono
in divisa con i figli attaccati al seno. Critico il portavoce
dell’aviazione militare statunitense, che ha ribadito
l’importanza della professionalità della forma e, quindi,
dell’uniforme in qualsiasi situazione e momento. Gli ha
risposto l’ufficiale Echegoyen-McCabe, che compare sulla
foto incriminata: «Penso che qualsiasi mamma in servizio
abbia fatto la stessa cosa. Dobbiamo poter essere in grado
di allattare in uniforme e anche di essere protette». Posto
che gli Stati Uniti conoscono le aviatrici militari da ben
70 anni (il Pentagono le ammise nel 1942 su sollecitazione donna: con la statunitense Elinor Ostrom, infatti, è
della first lady Eleanor Roosevelt), viene da chiedersi scomparsa a 78 anni l’unica donna ad aver mai ricevuto il
perché la foto abbia dato fastidio. Perché allattare al seno Premio Nobel per l’economia (istituto nel 1968). Ostrom
non è professionale o perché non sappiamo come gestire ottenne il riconoscimento nel 2009 (condiviso con il
la contaminatio tra la più femminile e la più maschile delle collega Oliver Williamson) per i suoi studi sulla
occupazioni? Ha senso aprire alla donna soldato per poi distribuzione e la condivisione delle risorse, avendo
invitarla a non “fare” la donna? dimostrato «come la proprietà pubblica possa essere
gestita dalle associazioni di utenti».
FATOU ELINOR
E edizione 2012, annualmente assegnato alla persona o
RISARCIMENTO PER LE VITTIME DELLA TRATTA
Dal 16 giugno la gambiana Fatou Bensouda — 51 anni, tre
figli, musulmana ed ex ministro della Giustizia nel suo A inizio giugno la Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha
Paese — è il nuovo procuratore capo del Tribunale Penale riconosciuto a 17 donne nigeriane, costrette a prostituirsi
Internazionale dell’Aja, l0organo giurisdizionale costituito tra Marche e Abruzzo, una provvisionale immediata di
dal Consiglio di sicurezza dell’Onu per giudicare i cinquantamila euro. L’operazione Sahel, avviata nel 2007
crimini di guerra e di genocidio. Bensouda è la prima dai carabinieri del Ros dell’Aquila, si è conclusa dunque
donna a guidare il tribunale dell’Aja. Qualche giorno con un risultato epocale: il riconoscimento del diritto al
prima, il 12 giugno, è morta un’altra importante prima risarcimento del danno per le vittime della tratta di esseri
L’OSSERVATORE ROMANO giugno 2012 numero 2
Inserto mensile a cura di RITANNA ARMENI e LUCETTA SCARAFFIA, in redazione GIULIA GALEOTTI
www.osservatoreromano.va
umani. La sentenza prevede che la confisca dei beni
sequestrati vada a beneficio delle vittime e delle
associazioni che si sono costituite a loro sostegno, anziché
— come sin qui avvenuto — a beneficio dello Stato.
IL PREMIO LANGER ALLE D ONNE TUNISINE
È l’Association Tunisienne des femmes démocrates (Atfd)
la vincitrice del Premio Internazionale Alexander Langer
associazione distintasi per l’impegno nella difesa dei
diritti, dell’ambiente e della pace. Nata nel 1989, Atfd è
stata la prima associazione femminista indipendente
tunisina a lavorare sui temi dell’uguaglianza e della
cittadinanza. Si è tra l’altro occupata di discriminazioni
sull’eredità, di dimensione femminile della povertà e di
violenza contro le donne, offrendo assistenza legale
contro i multiformi abusi. Sebbene l’associazione e le sue
attiviste abbiano subito negli anni una forte repressione,
sono però riuscite sempre a mantenersi come presenza
significativa nella storia recente della Tunisia. Nel 2008,
ad esempio, Atfd fu tra le prime a sostenere e far
conoscere all’estero la rivolta dei minatori a Gafsa: le
donne scesero in piazza per appoggiare i loro mariti e
figli, subendo poi anche la repressione. Riconoscendo il
lavoro svolto da Atfd, il premio vuole anche sottolineare
la centralità della lotta per i diritti delle donne come
in cui ha sempre
lavorato, ormai
affermato
condizione essenziale per il successo della transizione produttore — lo
democratica nel Paese africano. stesso del film —
che deve seguire
una dieta speciale.
LE ORIGENE Il rapporto
RAGAZZE DI
all’inizio sembra
«Gli erano infatti vicini, quando dettava, più di sette
quello banale di un
tachigrafi che si avvicendavano ad ore fisse e un numero uomo
non inferiore di copisti, come pure di ragazze esperte in occupatissimo che
calligrafia: alla sussistenza di tutti provvedeva con non vede neppure
abbondanza di mezzi Ambrogio». Così scrive Eusebio di la vecchia tata, ma
Cesarea (Storia ecclesiastica, VI, 23, 2), ricordando le sette approfitta della sua
calligrafe che lavorarono per Origene, pagate dal
inestinguibile
ricchissimo cristiano Ambrogio di Nicomedia. Costui
capacità di cura.
infatti, per riconoscenza verso Origene che lo aveva Ma quando la donna si scopre
ricondotto alla fede ortodossa, gli mise a disposizione gravemente malata e, dopo l’operazione,
uno stuolo di esperti a cui dettare le sue opere. costretta a vivere in un pensionato per
Considerando l’impegno necessario per stare dietro anziani, si rivela il legame profondo e
all’incredibile ritmo di lavoro di uno dei più grandi fortissimo fra queste due persone così
intellettuali cristiani dell’antichità, lo sforzo delle sette diverse, ma unite dall’affetto
ragazze fu ragguardevole e indefesso. A questa tenacia ha e dalla gratitudine. Il film è un
recentemente “ridato voce” la tenacia di un’altra donna, la importante riconoscimento al lavoro di
filologa italiana Marina Molin Pradel, quando ha cura, alla sua importanza nella
scoperto ventinove omelie inedite sui Salmi di Origene in costruzione dell’identità di ciascuno e
un codice greco di Monaco. Così, se il pensatore cristiano nella vita della famiglia, senza sdolcinate
continua a raggiungerci con i suoi scritti, lo si deve per elegie, ma fedele alle impennate brusche
ben due volte a mani di donna. ma vere della realtà. (lucetta scaraffia)
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Elisabetta, la parola autorevole

La santa del mese raccontata da Elisabetta Rasy
el 1995 un artista newyorkese

N di poco più di quarant’anni,

Bill Viola, considerato il
maestro di una nuova arte
che stava conquistando i
musei del mondo, la videoart, presentò
una serie di cinque opere intitolate Buried
Secrets, che gli garantirono, dopo l’affer-
Bill Viola,
«The Greeting» (1995)

mazione internazionale, successo e fama

anche in Italia. In particolare un’opera
Cosa racconta alla donna di oggi sorprendente: The Greeting. In essa tre fi- Tra le opere della
gure femminili in disinvolti abiti odierni scrittrice Elisabetta
Rasy ricordiamo La
La Madonna un po’ casual e un po’ etnici (lunghe gon-
ne, camicioni e scialli colorati) ridavano
vita a un’immagine dell’arte e della storia
lingua della nutrice
(Edizioni delle
donne, 1978); La
di Raffaello sacra che ha attraversato i secoli: la Visita-
zione. La fonte diretta era il bellissimo e
celebre dipinto che a questo soggetto ha
prima estasi
(Mondadori, 1985);
dedicato il più estroso dei manieristi, Ja- Il finale della
di ELISABETH LEV copo da Pontormo, nella Pieve di San Mi- battaglia (Feltrinelli,
chele a Corsignano, ma anche Giotto de- 1988); L’altra
rmonia, serenità e obbedienza sono ancora considerate do-

A gli Scrovegni non era lontano. amante (Garzanti,

ti nella donna moderna? Che sia a casa o al lavoro, la no- 1990); Mezzi di
stra epoca sembra spingere le donne verso l’auto-afferma- In questo video, Bill Viola svolge in
un’azione l’epifania dell’incontro tra Ma- trasporto (Garzanti,
zione e il multi-tasking attivo piuttosto che verso la contemplazio- 1993); Ritratti di
ne e la quiete. Non deve quindi sorprenderci se oggi le Madonne ria e sua cugina Elisabetta, di cui il pittore
cinquecentesco coglieva l’intensità dell’at- signora: tre storie di
di Raffaello Sanzio, un tempo desiderate per ogni casa o altare fine secolo (Rizzoli,
del Rinascimento, hanno perso il favore della gente, arrendendo- timo: in un tempo dilatato da un ralenti
che trasforma ogni movenza, gesto e 1995); Posillipo
si ai modelli di femminilità contemporanei. (Rizzoli, 1997;
Al di là delle mode at- sguardo in occasione di meditazione, sotto
gli occhi di una terza figura femminile — Premio Selezione
tuali, lo stile coinvolgente Campiello, Premio
di Raffaello costringe an- il testimone che incarna ognuno di noi —
due donne, una giovane e una più avanti Napoli); L’ombra
cora chi guarda le sue dunque figura dell’aiuto tra donne, della questo peculiare rapporto tra donne. Nel- della luna (Rizzoli,
opere a soffermarsi e a negli anni, si incontrano. La madre del
Battista, una figura fondamentale ma umi- solidarietà e dell’affidamento femminile, la densa iconografia della Visitazione, dai 1999; Premio
confrontarsi con la sua ma è anche colei che pensa (ha capito che Donna Città di
le e segreta di cui solo il Vangelo di Luca più antichi mosaici a Luca della Robbia,
intuizione che la Madre è stato Dio a concederle il dono della gra- Roma); Tra noi due
di Dio può insegnare ci narra, dopo aver attratto lo sguardo de- da Raffaello a Mantegna, si avverte la per-
gli artisti di ogni tempo torna dunque nel- vidanza), che decide (ha deciso di ritirarsi cezione del senso profondo di quella (Rizzoli, 2002;
lezioni preziose a tutte dal mondo) e che parla, e parla per an- Premio Flaiano);
le donne di ogni la tecnologia espressiva della più recente espansività rispettosa e affettuosa della più
modernità con lo stesso pathos colmo di nunciare la Salvezza. È la prima santa del- La scienza degli
tempo. anziana tra le due come espansione dello
significato. la parola autorevole femminile. E parlan- addii (Rizzoli,
Malgrado la Spirito e insieme della intelligenza femmi- 2005); L’estranea
Su di lei non ci sono molte notizie: Eli- do autorevolmente dà luogo alla parola di
morte prematura a Maria, che le risponde con la bellissima nile del mondo. Ma in ciò che ci racconta (Rizzoli, 2007);
37 anni nel 1520, sheba, moglie del sacerdote Zaccaria, era con trasporto e precisione Luca e che ha
parente della Madonna forse per parte preghiera del Magnificat. Non è solo un Memorie di una
Raffaello ha lascia- incontro, quello tra le due cugine, ma an- calamitato la sensibilità di tanta pittura at- lettrice notturna
materna. La città di Giuda dove avviene traverso i secoli c’è ancora qualcos’altro:
to una ricca eredità che un colloquio, un colloquio di fonda- (Rizzoli, 2009);
l’incontro è stata identificata dalla tradi-
di immagini mariane, mentale importanza. l’immagine, che diviene icona sacra, di un Figure della
zione in Ain Karim dove, su una monta-
che spaziano dalle Gli artisti lo hanno compreso, hanno inedito protagonismo femminile, nella sto- malinconia (Skira,
gna di fronte al paese, sorge il santuario
opere meditative do- compreso il significato sacro e umano di ria della Salvezza e nella storia umana. 2012).
della Visitazione. Ma l’essenziale di questa
mestiche alle gran-
santa carica di potenza e di mistero lo rac-
diose pale d’altare.
conta con poche parole Luca.
In esse, la sua atten-
Fin dalla prima pagina del suo Vangelo,
zione si concentrava
infatti, Elisabetta avanza verso il lettore
invariabilmente sulla
con la sua storia di donna comune e
bellezza interiore
straordinaria insieme. Veniamo a sapere
piuttosto che sulle
che essa e suo marito erano «giusti davan-
azioni esteriori. ti a Dio, osservavano tutte le le leggi e le
Maria ha dato a prescrizioni del Signore», ma subito ca-
Cristo la sua natura piamo anche che non erano felici, poiché
umana e lo ha portato «Elisabetta era sterile e tutti e due erano
nel mondo per l’uma- avanti negli anni». Di più: non solo Elisa-
nità. Pertanto, le Ma- betta non aveva avuto la gioia della ma-
donne devozionali più ternità, ma della sua sterilità si vergogna-
belle di Raffaello sono va. Anche Zaccaria doveva avere un cupo
poste in ambienti paesag-
gistici ameni: nella sua
Bella Giardiniera (oggi al Di quella gravidanza
Louvre), Maria è posta, in-
sieme ai bambini Cristo e elargita dal cielo
Giovanni, tra le dolci colline non vuole fare un vanto
del paesaggio toscano. Le figure, ma un’opportunità di raccoglimento
compatte e tuttavia voluminose,
dominano lo spazio, ma ai loro
piedi si estende una natura morta rovello dentro di sé, un tormento che gli
di foglie e piante. La testa e le oscurava il cuore se non crede all’angelo
spalle della Vergine sono incorniciate dal cielo blu e da delicate Gabriele che gli annunzia la futura pater-
nuvole, e la sua pelle risplende della luce celeste. Le colline ri- nità: io e mia moglie siamo vecchi, gli di-
specchiano la curva delle sue spalle, creando una linea perfetta. ce sfiduciato di fronte all’annuncio divino.
Il leggero movimento del suo velo e il rigonfiamento della veste Non possiamo non sentire il dolore uma-
servono a sottolineare la struttura della chiesa alla sua destra. no di questa replica, è la voce della vec-
Qui, e molte altre volte, Raffaello ha indicato Maria come porta- chiaia, l’età in cui a volte tutto sembra
le della grazia: Madre sia di Cristo, sia del suo corpo, la Chiesa. perduto. Per la sua sfiducia l’uomo divie-
Raffaello non era però legato unicamente alla natura. Era a ne muto, ma nel racconto evangelico, do-
sua agio anche nel trasportare Maria lontano dalla sfera terrena ve ogni cosa è manifestazione divina ma
nel regno dell’apparizione. La sua Madonna Sistina (ora nella Ge- insieme straordinariamente umana e a noi
mäldegalerie di Dresda), costituisce un’incursione in una nuova estremamente prossima, anche Elisabetta,
iconografia. Le tende scostate rivelano la Madonna con Bambino quando capisce di essere incinta, si chiude
che fluttua a mezz’aria sopra un parapetto. Nubi rigonfie sem- in un silenzio riservato pur sapendo rico-
brano sostenere i suoi piedi, mentre la luce rivela le sagome di noscere l’opera del Creatore: «Ecco cosa
cherubini tra la foschia che l’avvolge. Santa Barbara guarda in ha fatto per me il Signore nei giorni in cui
giù con indulgenza, verso due putti in posa ai piedi di Maria, si è degnato di togliere la mia vergogna
mentre Papa san Sisto richiama l’attenzione di Maria sulle nostre tra gli uomini». Di quella gravidanza elar-
suppliche. La Vergine, però, guarda verso chi osserva l’opera, se- gita dal Cielo non vuole fare un vanto ma
rena e rassicurante, offrendo speranza. La sua tranquilla grazia è un’opportunità di raccoglimento: Elisabet-
frutto dello studio instancabile e della meditazione dell’artista su ta si allontana per cinque mesi dagli occhi
Maria quale intercessore. del mondo. È stata più perspicace del ma-
rito nel riconoscere la grazia ricevuta, ma
Sebbene Raffaello sia conosciuto in modo particolare per aver
il suo comportamento è anche quello di
dipinto la serena calma della maternità di Maria, si è cimentato
una donna qualsiasi avanti negli anni, sag-
anche con i momenti più dolorosi della sua vita. Nella Deposizio-
gia abbastanza da non vantarsi e saper
ne, il ventitreenne pittore ha infranto una tradizione separando
coltivare in riservatezza la gioia.
Madre e Figlio, ponendoli ai lati opposti del dipinto. Tuttavia, È adesso, nel Vangelo di Luca, mentre
anche quando è distante da Gesù, Maria colma lo spazio con la l’anziana cugina è nascosta, che ha luogo
sua empatia. Mentre la testa di Cristo cade all’indietro senza vi- l’Annuncio a Maria. L’angelo per dissipa-
ta, Maria si accascia nel dolore, con la spalla in avanti, il collo re il suo stupore le racconta, quasi con
inclinato. Essi sono il riflesso l’una dell’altro attraverso la divisio- una confidenza affettuosa, della gravidan-
ne, creando un legame tanto stretto e intimo quanto lo è il con- za di Elisabetta. Maria subito si mette in
tatto fisico. viaggio per raggiungerla e avviene l’incon-
Con tutte le sue sperimentazioni nell’arte — ispirato dalle rela- tro tra le due nella casa dove la più anzia-
zioni dinamiche tra le figure di Leonardo o dalle torsioni sculto- na si è ritirata, la visita che noi chiamiamo
ree di Michelangelo — Raffaello non ha mai perso di vista il suo Visitazione e che nella Chiesa Orientale si
obiettivo particolare di rafforzare l’unione tra la Madre e suo è anche chiamata Aspasmos, saluto, come
Figlio. nel video di Bill Viola. Ed è qui, nell’in-
Come le rassicuranti preghiere del Rosario, le Madonne di contro tra le due, che la fisionomia della
Raffaello consentono a chi le osserva di meditare sulla gioia, la santità di Elisabetta si precisa, perché essa
tristezza o l’esaltazione, partecipando allo stesso tempo alla pro- ci viene incontro dalle pagine di Luca co-
fonda serenità dell’ancella del Signore. Forse, tra il portare a casa me santa del pensiero che si fa parola.
la spesa e l’accompagnare i bambini agli allenamenti di calcio, le Mentre il bambino che attende le salta in
donne d’oggi potrebbero ancora trarre beneficio dall’ideale senza grembo, lei parla a Maria con la celebre
tempo proposto da Raffaello. frase: «Benedetta tu fra le donne». Essa è