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Esperimento 4 - Integratore

Matteo Italia

22 novembre 2010

1 L’integratore
1.1 Integratore invertente puro
L’integratore invertente puro è un circuito in grado di produrre come output
l’integrale (calcolato dall’accensione del circuito fino all’istante della misura)
del segnale dato in ingresso. Il suo schema è illustrato in figura 1.
Il comportamento di questo circuito, al solito, si deduce dall’analisi ai no-
di e alle maglie: considerando il nodo corrispondente all’ingresso invertente
dell’amplificatore, si ha

Ii − Ic = 0 → Ii = Ic

(si sono considerati i segni delle correnti come in figura, l’interruttore aperto
e l’opamp come ideale).
Ricordando la relazione I-V di condensatore e resistenza e uguagliandole,
si ha
Vi (t) − Vn d
Ii (t) = = C (Vn − Vo (t)) = Ic (t)
R dt
Sappiamo che Vn = Vp = 0 (è un nodo di massa virtuale), per cui

Vi (t) dVo (t)


= −C
R dt
Risolvendo
Z t Z t
Vi (t) 1
dVo (t) = − dt → dVo (t) = − Vi (t)dt
RC 0 0 RC

si ottiene infine: Z t
1
Vo (t) = − Vi (t)dt (1)
RC 0
Effettivamente il circuito è in questione è un amplificatore invertente con
un condensatore sostituito ad una delle due resistenze; possiamo recuperare
l’espressione dell’amplificazione dell’amplificatore invertente, estendendola

1
Ic
C
Vn
R −
Vi (t) Vp Vo (t)
Ii +

Figura 1: Schema dell’integratore invertente puro con interruttore di reset.

al caso attuale (come funzione di trasferimento) usando le impedenze invece


delle resistenze1 :
1
R1 Zc Cjω 1 1
Ainv = − → Tint (ω) = − =− =− =j (2)
R2 Zr R RCjω RCω
Questa funzione di trasferimento è molto semplice: è sempre completa-
mente immaginaria, dunque si ha uno sfasamento costante di π2 ; l’espressione
del guadagno in ampiezza è
1
|Tint (ω)| =
RCω
Passando ai dB, si ha
1
20 log = −20 log ωτ = −20 log τ − 20 log ω
RCω
(con τ = RC)
Si ha quindi una retta con pendenza di −20 dB per decade passante per
0 dB per ωτ = 1, come visibile in figura 2.
Il problema del circuito in questione è che esso integra ogni minima dif-
ferenza di potenziale che si trova tra i due input, compresa quella derivante
dal fatto che l’operazionale non ha una resistenza d’ingresso infinita. Per-
tanto in queste condizioni l’operazionale va rapidamente in saturazione; per
1
Tra l’altro anche procedendo in questa maniera si ritrova la (1): infatti
1 Vi (t)
Vo (t) = Tint (ω)Vi (t) = −
RC jω
e sappiamo che dividere un fasore per jω equivale ad integrare la grandezza che rappresenta
nel tempo.

2
Figura 2: Diagramma di Bode teorico di |T(ω)| dell’integratore invertente;
lo sfasamento è costante ( π2 ).

aggirare il problema si può aggiungere l’interruttore situato in alto in figu-


ra 1, che ha lo scopo di scaricare manualmente il condensatore (e dunque
“resettare” il circuito) quando l’operazionale va in saturazione.

1.2 Integratore invertente approssimato


Un altro modo per aggirare il problema della saturazione è mettere una
resistenza in parallelo al condensatore, come in figura 3.
L’impedenza corrispondente alla R1 dell’amplificatore invertente in que-
sto caso è data dal parallelo
1 Rs
Zs k ZC = 1 =
Rs + Cjω 1 + Rs Cjω

Inserendo questa espressione nella funzione di trasferimento dell’ampli-


ficatore invertente (come in (2)) si ha

ZCkRs Rs 1 Rs 1
Tapprox (ω) = − =− =− (3)
ZR R 1 + Rs Cjω R 1 + τ jω

(qui con τ = Rs C)
In questo caso l’integrazione dipende dal prodotto ωτ : se ωτ  1 (quin-
di se la frequenza è “grande”) l’addendo in j predomina a denominatore,
pertanto la funzione di trasferimento si approssima a quella dell’integratore

3
Rs

C
Vn
R −
Vi (t) Vp Vo (t)
+

Figura 3: Schema dell’integratore invertente approssimato.

puro, a meno di un fattore RRs , che a livello di diagramma di Bode si manife-


sta nello spostamento verticale del grafico di 20 log RRs dB. Anche in questo
caso lo sfasamento angolare tende a π2 .
Se invece ωτ  1 a denominatore predomina l’1, per cui il circuito si
limita ad amplificare il segnale di un fattore − RRs senza introdurre alcuno
sfasamento e senza integrare; questo fa sı̀ che l’offset costante in input (che
ha frequenza nulla) non venga integrato.
Per ωτ = 1 la funzione di trasferimento diventa
 
1 Rs 1
Tapprox ω = =−
τ R 1+j
Rs √1
pertanto si ha un guadagno pari a R 2 e uno sfasamento angolare di
3 π
4π (ossia, a meno del ribaltamento, − 4 ). Queste considerazioni sono sin-
tetizzate dai diagrammi di Bode teorici calcolati per questo circuito (figura
4).
In sintesi, per avere un comportamento di integratore con questo circuito
bisogna dare in input frequenze ben oltre il suo polo.

2 Esperimento
In questo esperimento sono stati costruiti un integratore invertente puro e
uno approssimato, e si è verificata la loro risposta ad onde di vario genere.
In tutti i casi è stato usato come amplificatore operazionale l’LM-741.
Per l’alimentazione dell’operazionale si è usata sempre una tensione duale
di ±17 V fornita da due alimentatori in serie; si è fissata la massa di tutto
il circuito al potenziale della connessione tra i due alimentatori.

4
Figura 4: Diagrammi di Bode per l’integratore invertente approssimato.
I dati su cui sono stati calcolati sono quelli dell’integratore approssimato
effettivamente costruito, riportati in tabella 2.

5
Figura 5: Integratore invertente puro con in input un’onda sinusoidale a
4 Hz; il segnale
R in uscita è cosinusoidale alla medesima frequenza (infatti
Vo (t) = − sin(t)dt = cos(t)).

2.1 Integratore puro


Per l’integratore puro si sono scelti i componenti in modo da avere una
costante di tempo τ nell’ordine dei decimi di secondo. I dati dell’integratore
effettivamente costruito sono riportati in tabella 1.

R (kΩ) C (nF) τ (s)


547.5 224 0.123

Tabella 1: Dati dell’integratore puro costruito.

Si è effettivamente riscontrata una deriva verso la saturazione dell’uscita


del circuito, pertanto si è reso necessario, come previsto, resettare periodi-
camente il circuito tramite l’interruttore. Per questo motivo non sono stati
acquisiti i dati riguardanti i diagrammi di Bode per questo circuito: effet-
tuare una misura precisa e continuare intanto a resettare il circuito sarebbe
stato complicato e avrebbe comunque prodotto risultati poco affidabili.
Gli screenshot acquisiti tramite l’oscilloscopio mostrano come effettiva-
mente l’integratore produca come segnale di uscita l’integrale del segnale in
ingresso cambiato di segno (vedi figure 5 e 6).

6
Figura 6: Integratore invertente puro con in input un’onda quadra a 4 Hz.
Il segnale in uscita è un’onda triangolare che è (anche intuitivamente)
l’integrale dell’onda quadra cambiato di segno.

2.2 Integratore invertente approssimato


Si è costruito anche un integratore invertente approssimato, con amplifica-
zione in continua desiderata Ac = −10 e polo a 1 kHz. I dati dell’integratore
effettivamente costruito sono riportati in tabella 2.

Rs (Ω) R (Ω) C (nF) τ (s) Ac fc teorica (Hz)


71942 7204 2.28 1.64e-04 -9.986 970.72

Tabella 2: Dati dell’integratore approssimato costruito.

Si è quindi proceduto ad effettuare le dovute misure di Vi e Vo per traccia-


re il diagramma di Bode del guadagno dell’integratore, ottenendo i risultati
in figura 7, che presentano un ottimo accordo con i dati teorici.
Usando i dati raccolti si è individuata l’effettiva frequenza di taglio (de-
terminata in base all’attenuazione del segnale) e lo sfasamento in tali con-
dizioni. I risultati ottenuti sono fc = 970 Hz e ∆φ = −44.73◦ (a meno del
ribaltamento), perfettamente in linea con la teoria.
Si è quindi provato a fornire al circuito onde quadre (con cui si vede fa-
cilmente se il circuito sta effettivamente integrando) con frequenza un ordine
di grandezza sotto il polo, al polo e un ordine di grandezza oltre il polo.

7
Figura 7: Diagramma di Bode del guadagno misurato per l’integratore in-
vertente approssimato. La linea tratteggiata rappresenta i dati teorici (in
ottimo accordo con quelli sperimentali).

Figura 8: Integratore invertente approssimato con in input un’onda quadra


a 100 Hz (un ordine di grandezza sotto fc ).

8
Figura 9: Integratore invertente approssimato con in input un’onda quadra
a 972.42 Hz (frequenza di taglio).

Figura 10: Integratore invertente approssimato con in input un’onda quadra


a 10 kHz (un ordine di grandezza sopra fc ); è evidente il comportamento di
integratore.

9
Si vede chiaramente come nel primo caso (figura 8) il circuito si com-
porta praticamente come un amplificatore invertente (si ha solo una leggera
stondatura ai cambi di verso della tensione dovuta al condensatore).
Nel secondo caso (figura 9) il comportamento è intermedio, l’output ten-
de a diventare un’onda triangolare (integrale dell’onda quadra), ma è ancora
piuttosto stondata (si vede l’effetto della carica graduale del condensatore
come nel caso del filtro passa-basso).
Nell’ultimo caso (figura 10) il circuito si comporta effettivamente come
integratore, producendo un’onda triangolare.

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