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> Been (1h, Sie Uff “Cy. Architettura, politica, arte e protagonisti delle grandi capitali del passato LA STORIA DEL MONDOIN,. 20 CITTA ‘Scopri un nuovo mode di esplorare il mondo con i viaggi studiati in esclusiva per i lettori di Focus Storia e realizzati in colaborazione con | viaggi di Maurizio Levi, tour operator speciaizzato in itinerari ad alto contenuto culturale, storico & antropologico. Preparati a partie con Focus Storia per un'esperienza unica alla scoperta del Messico e del Guatemala. I VIAGGI DI STORIA LA STORIA DEL MONDO IN 20 CITA [osa hanno in comune la Gerico delle origini, la colta Aten di Price faficoendata Venezia def mercani? La no scoroTines «aotica Roma del I secolo,Fordinara Pari del urbanista eee oa Haussmann ela Berlin divisa dalla Guerra fred? Longacre Square. Apparentemente non molto, se non la vicinanza aun corso d'acqua, parecchie ambizioniarchitetoniche e andite soluzioni difensive: dalle prime mura della Stora, edifice a Gerico, a die Mauer, il muro per cccellenza, che divideva Berlno. Il flo rosso che accomuna le protocieh alle moderne metropolé Yavercostituito un mondo asé, nel quale uuomini e donne si sono identificat in valori comuni che hanno _gencrato un senso di appartenenza a una cultura condivisa. Vedi il paradossale fenomeno Ostafie (nell artiolo su Berlno Est): nostalgia per un socialsmo, subito ¢ cxiato, ma dove valori come solidarete ‘welfare erano una certezza. Proprio oggi che guardiamo con terore alle capital europee e abbiamo escluso mez20 mondo dalla nostra wish list delle vacanze &confortante pensare che le metropoli del pasato abbiano superato invasion, guere civil ivoluzion e crac economic, per poi risollevarsi. Quindi, in aresa di tempi miglori, godetevi comodamente dda casa questo giro del mondo in 17 cite (lee alle imamancabili Gerusalemme, Mosca e Shanghai ciate nellintervista dllo storico Franco Cardin) che hanno segnato la nostra Storia Paola Panigas, redattore MS METROPOLI NELLA STORIA Le citta che hanno rappresentato al meglio il loro tempo. MMM) CAPITALI DELLA CULTURA I centri urbani ad alo tasso di genialica, BEG MEGALOPOLI D'EGITTO ‘Quando Alessandria era la capitale del regno di Cleopatra. LOMBELICO DEL MONDO Colorata e multietnica, ma anche sporca ¢ peticolosa. Duemila anni fa Roma era MHI SOTTO LE MURA DI GERICO si una vera e propria metropoli. Una delle pit antiche cited del mondo, resa celebre dalla Bibbia. UN POMERIGGIO ALLE TERME Un complesso che poteva ospitare fino SFIDA AL CIELO a tremila persone. Babilonia, capitale del pit grande regno ‘mesopotamico ¢culla di una cvilea alavanguardia, LA ROMA D'ORIENTE Nel 330 Costantino I mise Bisanzio: la chiam® la Nuova Roma, ma per tutti fu Costantinopoli OASLTRA TERRA E CIELO I giardini pensili di Babilonia. ISEGRETI DI ANGKOR Lacivilea Khmer che abitava queste terre cred i suoi templi sulla base di una combinarione tra buddismo e induismo: rnacque cosi, in Cambogia, la capita di un florido regno. CI VEDIAMO ALLAGORA Viaggio alla scoperta dell Atene di Price: la citti che ha inventato la democrazia ela filosofiae edilzia publica, Bi LA STORIA DEL MONDO IN 20 CITTA WEG IL TEMPIO NELLA GIUNGLA Realizzato nove seco fain ‘Cambogia dal re Suryavarman IL Per accelerare fu costruito partendo ‘contemporaneamente dai quattro lati. (SULLA VIA DELLA SETA Voluta da Tamerlano nel 1370, Samarcanda per due seco fu crocevia di commerci e sapere. WI UN CALIFFATO DA FAVOLA DallVIII secolo il vasto territorio della dinastia degli Abbasid aveva il suo cuore a Baghdad, la “cite della Pace”. SERENISSIMA POTENZA Richie spregiudicati, ma anche saggi « previdenti. Per pit di cingue secoli veneziani dominarono il Mediterranco. A CASA DEI PATRIZI VENEZIANI Le nozze di Cana, uno dei capolavori dellarte italiana, un campionario del lussoesibito in un banchetto veneziano, WMS L.A FIRENZE DELLE MERAVIGLIE ‘Come vivevano ¢ lavoravano gli artisti nella culla del Rinascimento italiano e il ruolo dellarte nella citth dei Medici. EH] 'UOVO DI BRUNELLESCHI Fu la prima archistar della Storia e con il suo genio diede il vial Rinascimento. WO MORTE IN PIAZZA Piazza della Signoria a Firenze: sede del consiglio cittadino, ma anche luogo deputato alle pubbliche esecuzioni WOH) LA CITTA DEI MERCANTI Amsterdam ¢il dominio dei mari Wid VITA TRA LUCIE OMBRE Rembrandt, il pittore olandese, ebbe una vita in chiaroscuro, costllata di tant success e grandi dolor ME LONDRA VITTORIANA Edifci pubblici, quarier residenziali «sovraffollate baraccopoli: la capitale inglese ela rivoluzione industriale (WH IL FASCINO DEL DANDY (Oscar Wilde lesteta amato da uomini e donne che sedusse i saloti londinesi ILLUSIONI DI FINE SE Splendorie lati oscuri della Belle Epoque: un‘epoca sfivillante che si concluse con la Grande guerra. SLO IIE LA PARIGI OTTIMISTA Lativoluzione urbanistica di Haussmann plasmo la cittd dandole il volto che ha ancora oggi EBD LA SECESSIONE A VIENNA Prima della Grande guerra la capitale imperiale divenne un laboratorio di idee che rivoluziond il pensiero occider LA TERRA PROMESSA New York per migliaia di emigranti cera un sogno che sinfranse nella miseria della Grande depressione. (EEE CORSA ALLULTIMO PIANO. I retroscena della gara per la costruzione dell edificio pit alto del mondo, nella New York del primo Novecento. ESI EMPIRE STATE BUILDING Fu costruto in 14 mesi, con la media record di 14 piani ogni 10 giorni Oggi un miglaio di aziende hanno sede alV'interno del gratracelo. EDI BERLINO EST Divisi da un Muro: la linea di separazione tra Este Ovest fu il simbolo di un’epoca che segn’ un’intera generazione cresciuta sotto il segno del socialismo. Ma come si viveva davvero in quegli anni? LETTURE BLOT LA STORIA DEL . MONDO, IN. 1 ANNO som ae: Be ten et ent eae aera i 4 ' ee Rak ak ee iy mye “ p L SCEGLI COME: : [@Gje Nee) BsUssHO NP WVlNy Ke) Si, mi abbono per’ anno. FOCUS STORIA COLLECTION (4 numeri) con lo conto del 28%. Paghero solo € 22,90 Spedisci il coupon a f; + €2,30 come contribu spese di spedizione, per un totale di €25,20 (WA indus) invece di € 31,60, PRESS-DI ABBONAMENTI SPA ‘i pagamento delfabenamento & presto in u'unicasaluzon /OCMP BRESCIA Peelipaamentcon cata ced o ere aaa. VIADALMAZIA 13 25126 BRESCIA(BS) Lmiei dati Opp iris amumere difax0307777235 ' Cognome iia ce oy Vaisul www.abbonamenti.it/collection Telefono Chiama il numero: 199111999" INTERVISTA Dalla GERUSALEMME delle origini alla Berlino della Guerra METROPOLI in dalla notte dei tempi l'evo- luzione dei grandi centri ur- bani ha accompagnato Ia sto- ria umana, associandosi di vol- ta in volta al sorgere di questa o quel- Ia civil. Nel corso dei millenni hanno ‘cosi preso forma alcune “cit simbolo” che, in determinati periodie in determi- nate aree geografiche, si sono affermate ‘come una sorta di eapitali mondial, in sgado di fato di rappresentare uniintera epoca, © meglio un incero “mondo” (a- temando peraltro momenti di grande splendore ad alti di inesorabile decl- no). Queste “cit mondo” si sono pas- pe ere ei! no al sorgere dele moderne metropoli, Tango di grand mend ¢consadeei ni social (presenti anche in mote citta antiche). Per eapire quali interconnes- sioni abbiano avuto i grandi centri ur- bani della Storia, quali momenti de sivi abbiano attraversato, quali eredita cultural abbiano lasciaro ¢ quale con- tributo abbiano dato allo sviluppo del- la nostra civil ci tivolgiamo alo stori- co Franco Cardin, che a molte dq) ste cittd ha dedicato specific agg spa- 2iando da Gerusalemme a Samarcanda eda Firenze a Istanbul Che ruolo hanno giocato in dallan- tichita i grandi centri urbani? «Unruclo importantissimo, in quanto illoro sviluppo ha coincio con quello di ‘ogni grande civil. Luoghi di incontro ‘edi confronto, dapprima commercialee poiculturalei primi grandi centri urba- ni sono stati di fato il terreno di coltura dalle primordial forme di organizzazio- ne stata, dela formazione di un sste- del vivereinsieme. La stes- lt deriva non a caso dal termine Fiero a sua olta a civis, “citadino”y ‘Quali furono le prime importanti cit- ‘thavedere la luce? «Una delle prime fu Gerico, in Paesti- na, lecui traccersalgono addivtcura al X millennio a.C. seguirono leita siriane . Restando in Italia, qual & stata invece Vimportanza di Firenze? La citt toscana ives un'importanza enorme soprattutto tra XIV e XV seco- Jo, ossiaal tempo dei Medici, allorchédi- venne la cull dell'Umanesimo e del Ri- I | U Ryn) Wy nascimento trasformandosi in una sorta ria dell arte e della cultura nel pas- saggio dal Medioevo alla moderita». A pproposito di modernita, come so- ‘no cambiate le grandi cita con la rivo- Iuzione industriale clo sviluppo tecno- lgico del XIX secolo? «Con Favvento dell'era industrial ei sclativo trasferimento di moltilavoratori dalle campagne alle citi siasistito allo sviluppo di grandi metropoli come Lon- dra, Parighe dll alta parte delf Oceano, New York, la “Grande Mela’ Luoghi icchi di contraddizioni socia- liedi relative diversith architertoniche, cosmopoliti, caotic efrenetici come in ppasato fu solamente la Roma del I seco- To, rimasta in fondo il modell dir mento di ogni metropoli Dall’Europa agli Sati Uniti, passan- do perleodierne porenzeasiatiche, ogni grande eraltro riuscita a mante- rere una propria originalita ¢ una pro- pria cultura». Inalcuni casi, come per esempio a Ge- susalemame, é perd capitato che culture ‘on valor di rferimento oppost si sia- ‘no contese una stessa cit... «in questi cas si sono spesso al- 2ati dei muri, come & accaduto in epo- ‘anche piit recente a Berlino, una de!- le principali cull della cultura moderna, capital della scienza, della tecnologia ¢ della civil industriale che nel Secon- do dopoguerra, dopo esser stata fatico- samente strappata al nazismo, fu con- tesa dalle grandi potenze vincirici: Sta- ti Uniti, Gran Bretagnae Francia da una parte, Unione Sovietica dalPaltra. Ta i 1961 el 1989 fu quindi tagliata a me~ 1 da una lunga barriera di cemento ar mato, divenendo il triste simbolo della Guerra fredda» ‘Yenendo al nuovo millennio, qua~ le metropoli é oggi degna del titolo di citti-mondo? er rispondere bisogna rivolgere lo sguardo a Oriente: quis per spirito co smopolita e modernita, ditei che il ti- tolo possa andare senza alcun dubbio a Shanghai, vivace megalopoli che & cespressione economia eculturale del Ia crescente potenza cinese e che, nello stesso tempo, ha un carattere occiden- tale: elementi che hanno fatto si che tia spodestando New York come centro de ali equilbri mondial. . FRANCO CARDINI Storicomediealta, espero di appotita Europa csianaeistam. Tai suo sg pifamos Lacrocata cif Gun ecaltatoe (ropa Dallecrodate aI mile annidpade ‘guere smb aleonzee assoc (tt. [Ml GEOGRAFIA DELLE IDEE £ Luomo GIUSTO al posto giusto. Non é un CASO se in \ certi LUOGHI c’ statauna |, cosi alta concentrazione di we benessere e GENIALITA: ecco le citta simbolo di questo FENOMENO INNOVATOR! Ades dala Stmund Freud, GstavKint (protagonist defondatad Leonard daVind, personaggiosimbolo elRinscmento italiano. LAPOGEO DELLA GRECIA Cresciuta economicamente dopo le Guerre persiane, Atene si impose come centro del mondo greco. Vi giunsero filosofi, artisti e avventurieri, attratti dal mecenatismo di Pericle PuaTone (a 348.6) PrmiiE(95-294.0) FudsapeodlSocatee uli politica tenes pe ole enfann walls e423. imacsod Aristotle (Ga PERCE sta ientto un medio perposter esa a democrazia Samia dence. ‘cou eRcHEcente _steietefece dela ict un centro ara. sue dtine metasche, fiche, police deste “ihe haiuenzato estno dalla flosoia ma anche del leratra) ident Dewocnio wee 3708.) ‘lost riginaro dela Trac sese diferart aantee, y) soroctE(@6 6A) ‘Autoe tragln tata, ‘GIO PERCE: rotsiend [atagediainuoducendo ‘ero attore” Con 01 SENOFOWTE(30355 4) Det ‘ape ata uate puryesatle ses de ‘es argoment. ‘Gao PERCE:s pu cons ae ‘era primo divdeatore. (en PERCH peru teotaatemia erento {padie deta aca. er sisaun _ LK ProTHcoRA asest1 Ac) eres) Nato in Trace, sopgtorn> ee ried pid vote ad Atere piece ‘Gamo PERCHE: el padre feasts chepones (ent PEROHE primo sites See ‘scopluralat‘utete aie Saesteat ik, seneflosaca seson0 monica. Twaie esesoanc anstorane(s038546) ‘Review tatmassnt ‘Conmediogrtavivevala strc deci susattit come una is= {EM PERCH: Lo Gre sone edveatice ‘mde Peponneo® ‘Gao PERGHE conse ‘enuto uncool fata inverted sata ‘moderna ‘ocopalte, umPmeCeas 07 Ac) SoceaTE 7039940) Tagedogiata face dt ‘Dhctev spss nefogrh Secale envales Sotode. ‘oni sofste con rumeo- ‘emo rent: grace Sacepal eam Sperimentaioevatteon ‘eq PERCH To Iedinamichepsclogce Fina aseoonc irroceaTe(se3774.c) rindpal sf ani Con neato reais sua [Adee rope tParerone. Meco ato aos contibuiavincerela_sopratuto permet featementat seo. EMoPERCE:dimomwoecenorak —_pesteidtenenel 2936. {Eindagine dalogo critco denne eden Feta, abi darter eseutore [EMIOPERCHE:volinoné amen, _—_elinduzone Econsier roma) sone "mode irerandotartsa pi ees Terandola dae nue dine. ‘elo dtetica, olitario, malinconico € un po" ‘matto, E questa immagine 10- mantica del genio, V'individuo molt pit avanti dei suoi con- temporane, che tende a isolarsi perché il mondo non lo capiscee lo capica do- pola sua morte. Uniimmaginerinforzata dalldea antica, e non del tutto superat, che un genio sia tale in dalla nascta, de- stinatario di un “dono divino”, come si dliceva ier, o di un patrimonio genetico ceccerionale, come si direbbe ogg. Ebbene, questa idea & destinataa tra ‘montare. Enon solo perché cut li stu- i sulla genialiti dimostrano che dietroa ‘ogni talento excezionale ci sono sempre anni eanni di impegno e una buona do- se di stacanovismo, Ma soprattuto per- che, Facendo un'analis storica del feno- meno, ci si accorge che le menti pit ge- niali non sono sparse qua eli nello spa- ioe nel tempo, come ci si aspetterebbe sesi trattasse di un fenomeno puramen- te casual (un “dono” piowuto dal cielo), ma sono concentrate in particolai luo- ¢ghi cin partcolari periodi. Insomma: se sivaa vedere chi bazzicava nell agori di “Atene nel V secolo a.C., perle vie di Fi renze nel Rinascimento, nei por olan- desi del Seicento, ne salori della Vienna finde sicleo ne caffe parigini degli Anni ruggenti e forse anche nelle startup del- [aSilicon Valley di qualche anno f, viene proprio da pensare che per diventare un genio sia importante, prima di tuto, o- varsinel posto giustoal momento giusto..» BT Fu un epoca di splendore culturale segnata da una floritura senza precedenti di “multiformi ingegni”, il cui segno distintivo fu senza dubbio il singolare eclettismo mucuuanceto (14751560) Dower. (136-1666) Scultore ptr archer e poets form nella botega del mastccio (201-108) Sct vise ear soprat- Ghandi Nel 1618andd a Fence, ‘toa renae ‘eta PERCE: con oper come t David ola Cappella Stina & ‘EMO PERCHErinovo la GENO PENCHE:superofane ‘uo deal artstipingrandiciserpre, piturerftando ec romana lasscacon un eco dl tempo no ‘Spresonse runes e inquete. ducendo igure plastehee “eal — — vas ames ee cc ed ieee aoe ar, isi a Sounannne aS magi ‘PIERO DELLA FRANCESCA, oo —— a (outa) FIRENZE eee —_ pend, GENIO PERCHE:brillo peril fran i GENIO PERCHE: mecenate e aa sade fore Srna aaa adipace ed equilibrio. sania er wna ene we saa eS Bef one tie tron ee smmmanmsare iis, Ft — ae natn au Cee toed: Nao a Son Sepolero (Arezzo, ne 1470 end eld francescano. Seeaeitmaibeds fete eect See — = fee {EMO PERGHE pi ving Con Leonardo frequents bottega det Voce. ‘aM PeRcHE onde Sete ee ats Un ESSERE SPECIALE. II fenome- senza fin dalla nascita. Un'idea ripre- pio fle Vite de’ pit ecellent itor, sul- no del genio affascina fin dall'antichi- sa nel Rinascimento, quando la fama e tar et architettri di Giorgio Vasari. Nel 1G. I Greci che diedero Pavvio al cul-Timmortlita si imposero come virti in Settecento, gli autori dell Encyclopédie to dei grandi uomini) lo chiamava-_contrapposizione allesaltzione medioe-_dedicarono sei pagine alla voce “genio”. no daimon e lo consideravano una sor- vale de umilti, Anni in cui siaffermava_ Confermando idea di un dono per po- ta di voce interioreispirata dagli di. 1__unnuowo genereletteario: abiograiadi_ chi. Perino Kant (1724-1804) afferma Romani lo chiamavano genius (da ge-_uominiillustriripreso dalle Vie parallde che il genio & una quali che non sitra- ro, generare) per sottolinearne la pre~ del greco Plutaco) ica massimo esem-_smette ma &concess dalla natura 2 Favorite dai commerci e dall'umanesimo di Erasmo da Rotterdam, le scienze e le arti olandesi divennero le pit: acclamate del mondo EMBeANDT (1606160) aoa Le vise gran comstuunnorcens pene (151695) ‘Astedam Fuscoperto siceat tanta ‘alpacrediChistaon oma amici Caresioe Hagens Pascal GEM PERCE S10 150 ‘GEO PERCH invent delaiuce eg ator =e nefannoun maesto unica ‘lane Satu fee Scopart sults esc ‘obdele prota. AvrOH VAN ezUWENHOEK Hiaveuaies fineness enim ae fn Oricoenaualisa vse ae Daltead Artem. {en PERCH 04 ‘GEMOPERCKE: verti und sono rut d una microscope sconrendo ‘ec unea Cnn Couto ebatee ‘assapete dace detandote bs dll mie ‘cao cote Erbil Scop anche ganipeapsebya Felobu os det sangue. lsuoldpit A far fiorire LOLANDA contribui LENERGIA a basso costo prodotta dai MULINI a vento canresio 196-650) Flosofoe matematiofran- ‘ese lav in lands dove pubblico so caso sal metodo. GENO PERCE: lsc de "ogtoegosun’ const deat primo pensatore ‘modema Dede vita anche Srazonalim Flosoa nacqueesiform® ad Amsterdam, Geno PERCE ccd e Tere ranonalistche dala Bbige tute efxme ‘dspam, seanando un tome al acon geen ‘eanticpandoiluminisme, GENI NON st NasCE. II primo a met- tere in discussione idea del dono divi- no fu Darwin. E dopo di lui diversi stu- anne ements men noes: tuna verithoffuscara dal mio dell" Specie sal genio'pon€ flat un do no clargito magicamente a pochissimi fortunati,sostencva o psicologo inglese ‘Michael Howe. Lanalisi delle biografie di personali- 18 eccezionali permise a Howe di indivi- ‘espaiasomercant ‘Ge PERE scsi ‘ENO PERCE mote sve ‘monumental on Alo persona plete rl de eee depo pert. panto ricasso(nee+973) man rarcvee976) Spagnal nel 1900siasera Nato aPhiadebhia,segu Ls BuRUEL (19001985) ‘Duchamp Pari Gul o- Spagnol.esrdaParigiconilcarto» bbe lat piinflvn- ‘nente deleubsma, cambio pe revaqgoUnchenaneou (1528). sopratuto sures. Semprelastodadelspatun.e GEMOPERGHE: surest, ¢ stato uno GEMDPERCHE oluiond setae. Aeipingrandivegiside secon Tate defor, toners sumENoN(19031989) _aNTOMIMARTAUD (189-1988) ‘mene marist (69 1950) ScrtorenatoaLieg sivastria Matos Masih nel1920, spiega Nigro. «La torre eil muro acui que- sta era collegatafurono costruitiascopo apparente- mente difensivo. Ma qui én enigma, perché non sia da chi quell’antichissima popolazione doves- se difendersis. Di certo, non dal popolo di Israel. Prororeuicione. Circa mila anni fa avvenne trvaltrasvolta importante: le case passarono da c= colar a rettangolai il che vuol dire che potevano ‘man mano essereaggiunte altre stanze, trasforman- do Pabitato in un centro artcolato. Erala prova di tuna societi che stava cambiando. Allo stesso periodo gli archeologi fanno risalire traltra grossa novita. A Gerico era praticato il cul to dei mort, il primo attestato nella Storia. Qui, infati, sono stati ritrovati scheletti sepoltiordina- tamente ma senza testa, mentre teschi con fattezre ‘modellate in argilla edettaglidecorati con conchi elie sono stati rinvenuti nelle case: evidentemen- {esi usava conservare rispettosamente le teste de- gli avi. La testimonianza pitt antica (uno di que- » 3 Situata 240 METRI sotto il livello del MARE, Gerico é il pitt “basso” sito ABITATO sulla Terra sticran sepolto in un reipiene di pitta apochi ma dalton) emer propio paca Tavera sivas pend che nel etl ied sii, quando si stablizarone Fagrcoltra, alle wamento e uso della ceramicae quando (nel IV millennio aC.) si svluppd ulteriormente lacie, fon sl trovano pil race di manifestanon eligi se. Pochiaspti regis! appaiono anche nel Ie I millennioa.C., quando la cia vise divers mo- menti di splendore diventando captale dei Cana nei, popaloimparentato con gi Hyksos che inva- sero Ege, Th cut questi passaggi Geico rest a “ie del- le muta” anche nelT Eta del bronzo ra 12700 ei 2350 aC raddoppid la cinta di fortfcazione; nel petiodo successivo (2000-1550 .C) queleprote- Zionifurono alzate, costriteeicotruite, si calco- le, una quindicina di volte vi apparveroe grand pore piche delle cir sitane e paletines ‘ nds Senza TemPL. Nonostante gli sea- vi condotti sui resi dell acropolienel- la necropoli di quel'epoca, di tempi non c@ invece alcuna traccia. E po- chissimo él materiale legato a cult Forse i templierano in zone dell'acropoli poi distrute? F una delle ipotes. In ogni caso, a quali dai sarebbero stati dedicat quei templi? Per ora le supposizioni indirizzano verso il ‘pantheon’ semitico: El, dio del cielo, e Baal, signore della cit La necropoli,insieme alle prove del culto degli antenati, ha tuttaviasvelato almeno un altro im. porrante segreto legato a Gerico, Nella tomba di tuna principessa un recente ritrovamento ha col- pito gli studiosi: un sigillo con geroglific egii, che ha permesso di scoprire il nome antico del: la cite. I suoi abicant a chiamavano Ruha, cio “Profumo”. Forse era il profumo dell'oasi, che aleggia ancora dopo 10mila anni. . Ald Bacc DIVINITAE PROTOCITTA ‘Ades statue Bala sec.a.C divin semi forse dort a Getic. Asiist, Geruialerme dnt fun manos del seco. RT UEC Peer) ( Peery erry Pperetsse peer peer catas psa ee eer Seen enn te ee en any Peers a teen een re Cee ea eee ee eee ee et eed erty Pianeta, p sono state trovatetracce di alla maggioredisponibil: eee Beeemcernety Seg esticazione pidantichecé ¢atal yk, —ebestiame. Per esempio, ‘oggiinTurchia. Anche qui, in Gina il sitodi Hemudu Pe PCa dovette aspettare un altro Pea en Ean aac) eee ety Peer errno eels ee oer aes eo ee eee aE ny LA CITTA DELRECORID Fra i quattro ei cinquemila anni fa Gerico toccd il suo apogeo: aveva doppie mura, un vasto abitato e oli. Ecco come doveva— ‘Ds primitive CAPANNE Creoailecase divennero ‘ediicin muratu ante quadrata, Ne 2 Lemuraeeanpale cease! eet en ea aan Sri Sees ry Co ‘ane fngo coer er permet z 2 2 = a BABILONIA, capitale del pitt grande regno mesopotamico e culla di una CIVILTA illuminata e » all'avanguardia, che culmino nella costruzione della TORRE DI BABELE SFIDA AL st, secondo la tradizione, nei sette colori delfarcobaleno, alta 90 met, la Tor re di Babele & esistta davvero, Svettava sul territorio di Babilonia, la citel-meraviglia del mondo antico che ste tanti grandi delfanti- chic dalPasiro Asubanipal al macedone Alesan- dro Magno. Sulle rive del fiume Eufrate, al centro di una Mesopotamia culla di tante civil, sorgeva- no meraviglie come la Porta di Ishtar (ogi rcostru- ita nel Museo Pergamo a Berlin), la Via delle pro- cesioni, i giardini pensii il palazzo real. E soprat- tutto il cuore relgioso della capitale il vasto com- plesso dedicato al dio citadino il potente Marduk. Proprio qui, aocanto a un grande tempio “casa ter- rena’ di Mardulk, siergeva la ziqqurat di Babilonia, chiamata Etemenanki. La torre era una sorta di sca- la che doveva servre alla divinich per scendere dal cielo. Ma per incontrare chi? Una era rane, «Fu la dinastia sumerica det- ta“di Ur3” acodificare il modell dele ziqqurat¢ a erigerne in tute le tomas fined mln = rio Liverani, docente di Storia de vicino orientean- tico alla Sapienza di Roma. A farle erigere, il “go- tha” dei sovrani mesopotamici, da Hammurabi a Nabucodonosor. Dietro a quei cantieri memorabil si agitavano i perenni confltt con inemici di Babilonia, gl Assi- ri, La costrunione della Torre di Babele fu dunque (anche) il simbolo del prevalee babilonese in quella Lec) DORGOGLIO Lacostrione dell St cre) eno Reais Tere at ee ener’ | romeo IELO lotta per la supremaria mesopotamica. «Credo che laziqqurat rsalga almeno ad Hammurabi, il grande sovrano che condusse Babiloniaalla sua prima epo- «adi splendore», conferma Claudio Saporett,assi- riologo eautore fral'altro di Le tor Babel. Ham. smurabi (XVII secolo a.C.) 2 ogg celebre peril suo codice di egg (trai primi al mondo) e peravere uni- ficato la regione centro-meridionale della Mesopota- mia. Ele sue “grandi opere” erano parte di una pre- cisastrategia, basata sulla riforma rligiosa: mettere alvvertice del pantheon mesopotamico proprio i dio Marduk. Fu quindi, probabilmente, lu‘ far costru- ire la ziqgurat ei rativo tempio, Ne@ certalarcheologa Maria Giovanna Biga. «La prima menzione della ziqqurat rsa allepoce di Hammurabis,afferma a studiosa,«Nell’eplogo del suo codice si cita un “tempi le euifondamenta sono solide come quelle di cdo terra’, che &appunto il s- gnificato del nome Etemenankis. Sritara prrorous. A porre ine quel primo im pero babilonese arrivarono, dalla lontana Anatolia (ettuale Turchi), gi Itt, Accaddeintomo al 1530 a.C.:saccheggiarono Babilonia esi porcarono via la statua del dio Marduk. Le peripeziedllidolo mei tarono in seguito un poema epico. Secondo il quale ogni volta che la statua veniva “rapita” dal suo tem- pio, significava che Assiri ed Elamiti (altri nemi i storici di Babilonia)avevano preso il sopravven to; quando Marduk rientrava nel suo tempio,allo- 1 Babilonia tomava asplendere conil suo potere. zB Per la COSTRUZIONE dei templi mesopotamici servivano migliaia di OPERAI e una SOCIETA ben organizzata Dalla sua cima, dunquc, la Torre di Babele vide ‘molt popoli awvicendarsia Babilonia. DalXV seco- Joa.C.i Cassi provenientidai mont oriental siin- sediarono a Babilonia impregnandosi della sua cul- turve restituendole importanza. Un secolo pit tard Incite ela tore furono sacchepgiate dal re di Assur, ‘Tukulti-Ninurta, Nd 1155a.C. ful volta degli Ela- ‘midi (originari dellodiemo lran). Finché arsivd Na- bbucodonosor I, intornoal 1100 2.C::i nemici di Ba- bilonia vennero confit, templirestaurati, Marduk tornda casa. Fu dire vero, una gloria di breve du- rata. Nel732aC. Babilonia ricadde soto il dominio asso. E il peggio doveva ancora venine. Oncoctio nasitonese. | Babilonesidecsero di ribellarsi e wecisro il fio del reassro Sennacherib. Tpocente sovrano la prese molto male, ad in fore ene 689 a.C.riconquist la cite “Come roa tempe- stacolpi Babilonia, come un uragan la travel... La cit le case, dalle fondamenta alle cime dei muri d= strusi, devastaie died alle fiamme. H muro di cinta, i empl degli dei la ziqgurat, di mationie tera, ras al 5 seca nel fume Neimeaze di qu cs see ‘nei canal lesuefondamenta riempiidacqua. Rei la se daraconepcompland pepe dao diluvio”. Cosi Sennacherib si vantava della sua cam- pagna di devastazione. «Quella diseruzione pud spie~ gare leincongruenze tra le descrizioni pit tarde della Torre di Babee ei restiarcheologi- ci pitt antchie, pega Saporeti. La rigqutat pitt antica era quadrata, aagradoni econ rampe. Erodo- to invece parla di una scala spirale (che ispird poi i dlipinti della corre bibli- a.nd). Sicome il mo- dello cicoidale (vedi pa- gine precedent eraassiro, [nuova tore, rcostrica nell VIIL-VI secolo aC. dai re asi Esathaddon Assurbanipal, porebbeave- re avuto un assetto clicoida- Je su base quadrata». Ma perché riostruie cid che si era distratto? Probabilmente perché azione di Sennacherib fu considerata sacri- lega dagl stesisuoidiscendenti. Runascrta & capura. Fu un alero te di Babilonia, il caldeo Nabucodonosor II (il Nabucco della Bibbiac del’ omonima opera di Verdi) a “fi ‘mare i nuovo tempio Etemenanki, Ancora una vol- ta, la torre risorta accompagnd il rinasceredellacitt. Babiloniaestese suo potere all Asia, all Anatolia al Mediterraneo e all Egitto. Poco dopo il 600 aC. Nabucodonosor arivé a Gerusalemme, ras al suo- loil Tempio di Salomone e fece deportare gli Ebrei in Mesopotamia. Fuallora che la nuova zigqurat fu completata, forse anche graieal lavoro dei deporta- ti, Efuallora che Babilonia conobbe il suo ultimo ‘momento di gloria. Cerano perd altre potenze alo rirvonte. I Persian in primis, ai quali Babilonia pa- 0 un prezzo altissimo: «'imperatore Serse dist se per ultima volta la riqqutar, reprimendo la ri- volta babilonese del 480 a.C.», conclude Saporet Quando, 150 anni dopo, Alessandro Magno siin- namord della cite al punto di conquistarla, Babi lonia era ancora una metropoli con pit di 200mila abitanti. Come altri prima di lui, Alessandro recht aia di operai per rimuovere le tonnellate di ma- ceric tentare di ricostuir la madre di tute ke sfide ingegneristiche. Mori prima disiuscire nellimpresa eedaallora della mitica torre rea solo un cumulo di fango veechio ormai di quasi 4mila anni. . Ald Bacci RAMPEDL RAPPRESENTANZA Larampascainata centrale colegaaal tempi ed era rservata aireacerdoveal, funsionar sar, LATORRE DI UR ‘Ades lapit Imponente wale Ziequratnote. La suacostionee ‘comincta crea tila annasulresidela td sumera di ogg atinorigine6metr, sutre pint. suoiest Sono seria icostrire lestrutr dele are equrt Inbassoa sii Harmurabre ‘Babin cea 3800 anni Lazigqurat cera ‘gi durantelsuoregna, UN MODELLO PER TUT IT ox. Le ziqqurat mesopotamiche (come la Torre di Babele) avevano tutte strutture simili tra loro: una serie di piattaforme sovrapposte, il cui scopo era permettere alle divinita di scendere sulla Terra ‘CROCEVIADI POPOL [acceSORSeRaTo YC | accesso RIseRVATO reg TNGRESSO I mesapotamiciterevano che a igquat Sepusimia. Heaney ‘osseladimora dela divin aU Nanna, : Totus tempi ied pore fe omar cctools ro benesset See eee ee rs Cem Pee eed eerie eed Pr oeaie ee aes eter end er Coes Peete papeinert: emer’ Preece Peet eet Career ere peered cere Pree prey erent pete tral poe ery ey fier etrs et storico dscusso, Percle reveal pee ees Breer apart) eet ey Efalte, capo dellafazione rd eer eee atari iscepolo prese Ppeneo tect vane teatro di Atene, perl gare tra drammaturghi. Peri Greci, questi spettacoli non erano solo un passa- tempo: liconsideravano una peciedi to, cheserviva, a raforzare lo spritocollettivo dela polis sliautoriinfati prendevano spunto dai miti edai raceontieoiciusandoli come metafora per Pata per portaresullascenai problemi che agitavano lapo- is lanciare messaggi politciea vole influenzare 'o- pinione pubblica.[ pit famosi ad Atene farono i tra ici Exchilo, Sofode ed Euripide eil commediografo Aristofane: maestri nella loro arte, con le loro opere riuscivano a scioglere anche i euot pit dui. Secon- do quanto racconta lo storico Plutarco, sarebbe sta toil primo coro dell letra di Euripides salvare Are- ne dalla distruzione, alla Fine della seconda guerra del Peloponneso (404 a.C). agressiva politica estera, cercando di espanderela Seen rent rer erie end ene Sener everett eee ay aren ran eee ia Loreen ot eee pierre I vincitori Sparcani si riftutarono infatti di cede- reall richieste dei Tebani,che volevano vedere rasa al suolo la polis avversara. II motivo? Quei soldatac- ci tutti d'un pezzo sierano commoss ascoltando il canto iniiale dela tragedia: non potevano neppure pensare di annientae la cite che aveva prodoto an tabelleza. Evidentemente quella di Pericle non era solo retorica. Come Faveva definita nel Epitafi per i caduti del primo anno della Guerra del Peloponnese, Atene ea davvero “la scuola dell Fllade”, un model- lo di politica democratica da imitare, ma anche un centro culturale di prin’ordine, eapace di richiama- reinteletcualie artist da ogni dove. “saperi nuovi” nari in Grecia fa la fine del VI e gl inizi del V secolo trovarono in Atene uno sta ondinario svluppo: la filosoia in particolare Finse- rman FACCIAMONE UNATRAGEDIA Asis, Ech Sofociee Eide inunquaéro ‘ttocenteso dings (1790-867. LASCUOLA DELLELLADE Sop iTetodt Dione cstatonel seco nips detficopotvemne utizto dips ‘and ator ge {ometschia Sebde sdtuipde gnamento di Socrate; la storia, con Erodoto di Ali- camasso ¢ Tucidide; Poratora politica egiudiziaria, sviluppatai per la necesst’ del cttadino di parlare in pubblico nel consiglioe nel assemblea on tibu- nales, dice Bearzot. influenza di questa cit sull'r- tee sulla cultura fu enorme, sia nel tempo che nel- lo spazio. «Filosofia, storiografia, recorca, teatro tra- gico e comico, ati figurative dell Atene classica so- ‘no un patrimonio che ha atraversato la storia della cultura, dall'antico al modemno, fino a nois, concha- dela docente ‘Non solo: nel coevo mondo greco,persino i nemi- ciambirono invano a imitamea granderza. Comeil politico tebano Epaminonda, che nel 364 2.C. pro- ‘mise metaforicamente ai suoiconcittadini di porta Nel IV secolo le rappresentazioni si svolgeneno nel!AGORA, il teatro fu costruito dopo il CROLLO delle gradinate del pubblico re sul Acropoli di Tebe i propilei (cio ingresso mo- ‘numentak) dell Acropoli ateniese.Al'epoca,infatti, nonostante a crisi politica seguita alla morte di Pei ce (429 aC) calla sconfittamilitare di Atene da par tedi Sparta lacittacaraad Arena manteneva ancora il proprio primato culturale. Circa mezzo secolo do- po, petd, non rusci a reggere una seconda morte ec- Cellente: quella del conquistatore macedone Alessan ddro Magno (323 a.C.). Finita nella sfera d influenza dei grandi regn ellenistic a sua liber scemi di pa- ri pass alla sua grandezza politica ealla sua impor- tanza culturale. Casilasplendida Atene di Peril f ape tasfomarsnllacocente delusion dl poe- 10 Pseudo Dicearco. ‘Maria Leonards Leone B33 HANNO FATT # a & # : : + f i H it : i I # ug B E § 3 & i A ae Q i u i u ea a SE HAI PERSO Re UM VAISU DAL 25 AGOSTO u O LA STORIA Caterina de’ Medici, Lenin, Elisabetta 1, Kennedy... Le biografie di grandi personaggi che hanno cambiato la storia, in una collezione a fumetti, tutti a colori e inediti, realizzata da autori internazionali e storici universitari HISTORICA BIOGRAFIE NEL 3° VOLUME, CATERINA DE’ MEDIC. la “regina madre” che, per trent’anni, eserciti una netta influenza sotto i regni dei tre figli. Una figura controversa, in un’ opera che esamina i suce: politici e gli errori di valutazione che portarono alla drammatica notte di San Bartolomeo. Un’esclusiva Mondadori Comics. Dal 14 luglio a soli Ogni mese in edicola, libreria e fumetteria. Ga PANORAMA GRUPPO 44 MONDADORI ALESSANDRIA, o> capitale del REGNO di Cleopatra, duemila anni fa era il CENTRO del mondo Kai So per RICCHEZZA, splendore, bie PN WOW ei ; FARO DICIVILTA eet) Pores Parry emer Pron PTO n DEGITTO Per le STRADE si sentivano parlare le LINGUE pitt diverse: EGIZIO, fenicio, ebraico... Ma LIDIOMA comune a tutti era il GRECO AI secolo a, C, era “le prima citté del mondo civil’: parola dello storico Diodoro Siculo, uno che se ne inten- deva,essendo trai pit grandi viaggia- {ori ed eruditi del tempo. Aveva forse 700mila abi tanti, strade carrozzabilie acqua corrente, palazi, terme e tempi rivestit di marmo; andava forte nei commerci ma anche nella cultura, abitata com’e- ada uno stuolo di scienriati artist, pensatori. Le ‘mode, i gustie buona parte di tutto cid che di bel- lo e sofisticato circolava per il Mediterraneo arti- vaava dali. Ma se pensate che si pari di Roma, sta- te pronti a ricredervi: a quell epoca la caput muen- di aveva ancora molt edict in legno e i suoi fast imperial erano di Ii da venir. No, ai tempi di Cleopatra gli occhi dei cacciato- +i di meraviglic erano ancora tutti puntati sull’o- pulenta eraffinata Alessandria d'Egito, polis greca sotto un cielo africano, la prima delle molt cit a.cui, nel 332 a. C, il defunto Alessandro Magno aveva voluto dare il suo nome. Una metropoli na- ta dallincrocio di due civil, cosi come la dinastia ormai declinante che vi regna: faraoni con sangue greco nelle vene, discendent di quel Tolomeo I So- tere che fu braccio destro di Alessandro e che otten- rela terra delle piramidi nella spartzione dellim- pero del grande macedone trai soi pts fidi gene- rali, Una schiatta di sovrani di lingua e cultura or- gogliosamente greche, ma di abitudini egizie negli aspett a loro pit convenienti, come la concezione assolutisticae gl attiburidivini del proprio potere. TetustnanTe. Per il mercante, 'avventurieto 0 il semplice viaggiatore che 2mila anni fa giunge- va dal mare, il “bighictto da visita” di Alessandria ra una vivida luce sulla linea dell’orizzonte, vi bile da qualcosa come 50 chilometri di distanza. [1 suo punto d'origine era un'isola non lontana dalla costa, chiamata Faro: un nome destinato a durare. Man mano che la terraferma si avvicinava, diveni- vano nett i contorni della corre quadrangolare che eliantichi consideravano una delle Sette meraviglie del mondo: 135 metr di altezza coperti di marmo eadomi di colonne di granito. Incima, un'enorme lanterna dove specchi di metallo concavo ampl cavano la luce di un fuoco costantementealimen- ‘ato, mediante un sistema di rampe, da legna res rosa. A collegare 'solae il fro alla costa, una di ga chiamata Eptastadio per via della sua lunghe- 2a (7 stadi,cio8 circa 1.100 metri)e che divideva (5) anche la baia circostante in due spazi per attrac- co delle navi il Gran Porto nella parte orientale e il Porto Eunostos (“Del buon ritorno a casa”) in quella occidentale. Adiacente alle banchine cera Vechatresis, un‘area duty-free dove le merci in tra sito non pagavano dato, il che favoriva le ativiea pitt congeniali ad Alessandria: la vendita, Vacqui- sto elo scambio. Mercanti, armatori e banchier erano 'éitcit- tadina, grazie anche al’ avanzato sistema valutario introdotto dai Greci nella pre-esistente economia di baratto degli Egii. «Da lie grandi navi “one- rare”, cio? mercantili,ripartivano cariche di gra- no, di schiav, ci merc di lusso verso cute le cited del Mediterraneo», spiega Fulvio De Salvia, docen- tedi Egitologia all’ Universiti di Bologna. «Ales- sandra si pud considerare un mix di quel che sono ogi New York, Parigie Londra: i gusti ele mode della Roma imperiale continucranno a formarsi li, e dali giungeranno gli animali esotici, i vini pre~ jati (addiritcura provvist di un sigilo di “deno- ‘Eintsioce commollan”) profil li ungosse, il vasellame in oro e argento, le pietre preziose, gli amu. Ad Alessandria nascet anche leurs in senso moderno: dalla cittiricchi romani iniz vano infatiil grand tour dell Egito» Metropottrant. Nella capitale tolemaica, bru- licante di vita, gli edifici si affacciavano su un sa- pientereticolo di vie spaziose, che il genio dell ar- chitetto Dinocrate di Rodi aveva incrociato ad an- golo retto per incanalare le fresche brezze marine. Aooriente della cite cera 'antico village egizio di Canopus, dove i ricchi alessandrini avevano leloro ville fuori porta, via Canopica si chiamava anche il corso principale, largo ben 60 metti, che seguen- do Passe est-ovesttagliava in duc la forma stretae lunga del’ abita La grande arteria costeggiava un po! tutti pu ti-chiave della citi: il Ginnasio, dove i giovani bbuona famiglia venivano educati ai saperi ma an- che allo sport; il quartiere di Rakhotis, abitato da- ali “indigeni” giz; quello real con la sua teoria egiardini e, non lontano, le glorie cultu- ral dell cit: la leggendaria Biblioteca e il Museo (inteso nel senso antico di “tempio delle Muse”, tuna sorta di universca) per secoliquartier generale dd quella schiera di sapienti —da Archimede a Eu clide, da Eratostene 2 Galeno ~ che fece di Alesan- ia la numero uno del mondo antico per la ma- » CENTRO DIRICERCA, Rcostusone ipoetica dina sla éelMousion "tempi dela Mus), comedichiamavale biblioteca fondata| sertoTolomeo| A sON Racks Rural) eee reer ‘ontenevalla pid grande raccolta Peers) antico. Lenotzie giunte fino anot parla Pe rape ee eter rete eres tec ee eee ene] filosofo Demetrio Falereo grazie alla Se Oey eee renee eee ety Pe ee ee eee eee erred Pee eee ee een eal approdatead Alessandria dilasciare una rere Pees ee erty perverse etd pee ers rial, ricavato da una varieta di canna Cer Cea valavorato e poi seccatoeinfine arroto Posie ec ete a Ceca Portman poets ere CY nar ‘ada Giulio Cesare durante Foccupa porn tae ene Ce ares en) eee Pe eee ed pee peared ee ec ‘radizione, furono usati come combust bile peri bagnitermalidi Alessandria PALAZZI REALL PORTO REALE La citta era divisa in tre GRANDI ZONE: le residenze reali GRECHE, il quartiere popolare EGIZIO e un vasto insediamento EBRAICO tematica, la geografia, la letteratura ela medicina. ‘Ovunque, in giro, un immenso ed eterogeneo viavai multietnico: viaggiator fenici, italici, noma- diarabi, persian, fticani, persino qualche indiano, Non mancano gl Ebrei, parecchi dei quai vivevano in un quartiere tutto loro; ma non si trattava i un ghetto, Minoranza influenteeintegrataal punto da saper parlare ormai solamente il greco, lingua nella quale tradusse anche la Bibbic (la Famosa versione “dei Setanta’) i igh di Sion trapiantatiad Alessan- dria godevano di moltiprvilegi normativie iscali in Vint di talenti che i rendevano car i sovrani: non quelli di mercantio banchier, come vuoleilvecchio Tuogo comune, ma di valent soldatinell'esercito ~ tutto mercenario dei Tolomei. E Acasa loro erano ormai citadi tun ruolo subordinato a quello dell’éize macedone. ‘Serarari an casa. I Tolomei non si presero nep- pure la briga di imparare a loro lingua; solo 'uli- ae ‘ma regina, Cleopatra VIL, fece eovezione alla rego- la, Ne resto del Egitto i matrimoni mist tra colo- ni greci e popolazione locale non erano poi cosira- 1, maad Alessandria e negli altri due grandi centri greci di Tolemaide e Naucrati questi sconvenien- tissimi connubi erano proibiti per legge. Inativi che volevano fare cartira studiavano nei ginnasi, parlavano greco e soprattutto vestivano all'ellenica, con tunica (bimation) ¢ mancello (i chitone), si arricciavano icapeli asciavano latra- dizionale tunica egizia di lino ai fellabin, i “conta- dele" che coltivavano le terre demaniali, e ai sacerdoti ‘Aggiungevano persino un nome ellenico al pro- prio, e cosi facendo questi quasi-greci dalla pel Te olivastra riuscivano spesso a piazzarsi nei gra- dini medio-bassi della corte e della complessa bu- rocrazia dei Tolomei. I ruoli di spicco, perd, era- no sempre per loro, gli ellenici, che erano anche TEMPIODIISIDE ' LA VECCHIA aa ALESSANDRIA agian aantia ‘Nlesanda cont suo quarter su base emia. BOULEVARD Reosruaone ipoeticad una elev principal PIAZZA AFFARI [ala Ducle Veneia cuore polio fansirio ela Sereisina, inn dipinto otocenteo. Latino, il veneto e ! YTALIANO (che allora era il FIORENTINO) storia, non cerano grandi differen tra rcchic pove- riedove persino al vescovo veniva negato il privilegio di abitar in centro. La basilica pit importante della citti, quella di San Marco, non erala sede vescovile, ‘mala cappella del doge. El tesoro diSan Marco non cera controllato dalla curia, come succedeva nel resto «Europa, ma direttament dallo Stato veneziano. An- che perché il vscovo di Venetia, il pariarca, non era rnominato dal papa, ma dalla repubblicastessa, Lu- nico simbolo religioso riconosciuto era quell di san Marco, evangelist le cui spoglie vennero trafugate dda Alessandria d'Egito e porrate a Venezia nell $28 Maquello che dava un valoreaggjuntoallacittaerala sua flo grazie alla quale nel gio di qualche secolo cttenne il dominio dell Adriatco ei giro daffar sul- le rotte del Mediterraneo Orientale comincid a cre scere. Le gale, tipiche imbarcazioni veneziane (vedi pagina squente), cariche diavorio, grano, sea, prof ‘mi, speze, veto schiav,facevano la spola taimer- catid Oriente ei resto d Europa Veneziant b'OntENTE. Ogni cittaing era libero dl trasferis in qualsias cit della repubblica o nelle colonic situate nei pttimportant centri commercial Oriente. Quando, nel 1082, Fimperatorebizantino Alessio I Comneno, in cambio del sostegno alle sue imprese militar, eoncesvea Venezia te banchine nel porto di Coscantinopol e treancoragginellinsenatu- adel Como d'Oro, oltre a privilegs fiscal, il nume- rodivenezianili resident raggiunse le 100mila unit: ‘anti quanti vivevano in Laguna, Ma il periodo d'oro dei rapport con F Oriente fa tail XV cil XVI sooo- lo, quando si consolidé la rete diplomatica. Le igu- re pit influent crano gliambasciatori della Serenissi- ma cei bail (dal latino baiudus“teggente"), governa- tori delle comunita mercantiiallestero. “Tra quest spicava il bailo di Costantinopoli, che aveva una corte privatae rsiedevain uno splendido palazzo sulla collina di Galata. Le visite diplomatiche avevano diverse motivarioni:dallascesaal trono diun sultano a un matrimonio di core, ma favvenimento pitt importante era incontrouffcale conil sultano, scandito da ritual che andavano dal oferta di cibo allo scambio didoni diplomatic. I pi rchiesterano gioiel,scarpe, stoi, veri di Murano e il parmigia- no eggiano (dettoallepoca“formaggio piacentino’), (CervEntt pa esrortazione. Nel 1480 fi chie- sta “in dono” persino la maestria del pittore Gentile Bellini, cuivennero commissonatiirtrati del sulta- no Maometto IL, Pit tari furono invitat sul Bosfo- roanche Leonardo da Vinci e Michelangelo (mai due non vi approderanno mai), atestimonianza di quan- ‘widue mondifossero in contatto tra loro. Nel 1551 sorseaCestantinopoi una scuol tute per de tranai (medio inguii!” veneran) che van- tavano un ruolo importante nelle tratative uficial. ‘Turns Lacuna. Atirati dalla posibiliti di com- ‘meri (elauti guadagni) si stabilirono a Venezia moti stranieri provenienti dai Balcani edall’Europa Cen trale, ma anche emissariinvat da calif esultani per trattare questioni politiche e commercial. In po- co tempo questo continuo passaggio di gentie cul ture diverse decret il dffondersi di una moda tut- ta particolare, ancora rintracciabile nell architett raorientaleggiante che domina la cit’ (il cosiddet- to gotico-veneziano), nel vestiario (caraterizato, nelle class pitt abbienti, da preziose sete) ¢ persino EO TUL LK] I Pao) Cee Pecan paper er a eres eras Deeg Ee rer Se yar ener eras ey Neen cae en plessa. eeneerty) eraser Questieleg poses ee oie Perera ari preree iced Speen eee arent ie ees Pee et ras? vergae La DECADENZA acceleré nel’600, quando i grandi IMPERI COLONIALI europei IMPOSERO Le loro regole nella cucina (i veneziani furono tai primi ad apprez zareil spore inconfondibile del caff,artivato dall A sabia a Costantinopoli a meti Cinquecento e poi csportato in Laguna). Inoltre gli ambasciatori oriental, che considerava- noglianimaliesotci uno status symbol, cominciaro- no portarlin cit, dalle loro tere, come prestigioso dono. Fu cosi che Venezia si popold di leoni, giraffe, clefant,rinocerontie pantere. A partite dal XVII se- colo, poi la presenza di diplomatic ricchi mercanti oriental i fecetalmente massicia che fu messo a lo- 1 disposizione un intero palazzo, poi detto Fondaco dei turchi (dallarabo fiendug,“casa-magazino”) do- ve soggiomavano e concludevano affari. I SEGRETO DEL suCCESSo. Venezia nei secoliera riuscia a piazzare i suoi uomini chiave nelle capital Oriente, ma asua volta era stata in grado di acco- afer etnie e culture da tutto il mondo: dai ‘ati musulmania una forte comunitaebraica (ospita- tadal 1516 nel Ghetto nuovo), passando per armeni, grec in seguito anche persian, trasformandos cos in quella che oggi definiremmo una cit multicultu- sale regolamentata da leg “illuminate” LeCIME deena eranocostite concanapa che Venezia imporava da aa, cdsarusasul Don, Detrolosperone HH era una 0nd pote deta PALMETA, perle rmanovre dionmaggioe iancoaggo. YF Gli scranieri che vivevano in cited per un lungo pe- riodo crano temutia pagarc ke tasse, ma al tempo stes- so potevano aspire allacittadinanza ea una posizio- nedi ilevo, Una delle carattristiche di Venezia, in- fat era proprio la mobilita sociale. ‘Affari enotzieprovenienti dalle corti dutta Euro- paed Orientes'incrociavano sempre qui. Lasua posi- zone seategica, stuata nel punto pit interno dell A- diatico, aveva fatto della Setenssima il croceva idea- lefia Occidente e Oriente, maanche fa Nord Europa Mediterraneo: infatile sue caratteristche “Risiche” cerano un effciente miscugio ta una cited mercantile del Nord Europa e un porto meridionale. Sea cid si aggfunge la tolleanza religiosa indotta dal senso per gliaffai, si capisce il segreto del suo success. Lastoria dll cit prosegu cos finché nuove rotte siaprirono dall Europa verso le Americhee altri con- tinenti, Fu cos che ini Tinesorabile dectino di Ve- nezia: perdendo il dominio dei mari sindebol pro grcsivamente, ma il colpo di graza artivo nel 1797 con invasione delle ruppe napoleoniche che spars via a repubblica pit “serena” del Mediterraneo, * Laue Brambilla {ALBEROdimaesra raat cia met Dal seconda meta det WVsecolod aggiunse unalberd pra. ANTENNA dunga ‘aot comelintera nave) sosteneva lavealtna ie‘ ‘tna tangle Unavotefamole ‘aleeranoriportate altasenaleperle ARTI EMESTIERL 1.Aristtaganoe lavorozanne ‘oro imporate aia dlc 2Ipeliciais forma inuna sevolaapposita deta alVarte 3 Tnteiallavoroin mapa dd ‘Dopo Firenze Venetia ala plaza principale ‘Unlibraioinuna ‘afiguation del ‘Soi tipogafo Aldo Manuze inroduse Importantiimovazion Inqueso store PONTE dipoppa servi peririposo daequpaasia. Settocopetacerano rmunzione do. (Gk ufciaie given pti alien stavano POPPA, protet dalle intempetieconun tendon clea ECR Re CMe MK | RSCuISSIUL Cree ore) era vento. Lunga dai 35 ai ee err | Pee eee Tear red ern Say oe) I PITTORACCONTO A CASA DEI PATRIZI VENEZIANI Le nozze di Cana di Paolo Veronese (1562-63) ¢ uno dei capolavori dell'arte italiana, ma anche un campionario del Lusso esibito in un sontuoso banchetto patrizio del tardo Rinascimento uNapoleone, dopo aver sconfitto la Serenissima nel I 1797, a portare in Francia Penorme tela (10 mecti Ai base per 7 di altezza) oggi conservata al Louvre di Parigi. Il quadro fu realizzato per i benedettini del monasteto veneziano, sull’sola di San Giorgio Maggiore. Extratuss0. Ilsoggetto&tratto dal Vangel di Giovanni c descveil non reco di Gosh uraate ws penta niaale Cana, in Galilea: la trasformazione in vino dell'acqua. Ve- ronese, perd, ambient il eurto in una ruilante festa del suo tempo. Bl risutato fu la “fotografia” di un pranzo lussuoso del Cinguecento: uno di quelli che allieeavano, al suono della musica da camera, la vita sociale delle pitt opulente familie patrzie della ceed lagunare. Cosi i monaci, che mangiavano insilenzio ascoltando la letura di passi delle Sacre Scritture meditando, alzando lo sguardo dalle loro tavolateammirava- no il usso che imperava fuori dalle mura del monastero. — * Edoardo Monti 1.L0$P050indossa una vests damatctascaloata secondo | -————____ tdetanidelamedsdeltempo, | {4 Acuninitstiindosano sbi ‘ccompagnata da nar che || ‘allt comel AFFETTANO. Sernadistinguereghuomini || Eilsegrodeileganivala dle csileate Serena elcatotamana 2. LeARCHITETTURE del tempo sleflacevaro alfa greca ‘romana secondo esempio dt ‘Andrea Pala (1508-1580, 5. Neppure sulle taal pit ‘che commensal ave proprio biechiee | SCTT rempianol alice, che poi 715) cheprogetéancelasalache organo achilorichiedeva, ‘spar latel. r ‘6.Lefamigh patric veneine 7.Unuomo mostra dela {1 maestro dcrimone lo 3.IraviCALICINVETROerano uno | | avevanospessoasenizioSCHIAV| | | FORCHETTAalyina perpeso SCALCO eal igri importante eiprodticiuso dela Venexia | | saace tartar rusiorecie Questa posta scondola delbancheto.Nesovtintendeva ‘anquecenesa Lafamadeveval | | circa Lispoteva acquire radon) sarebbe sata ‘uttelefs, dla sceadel mend (specie di quel Mure) st alleast press Rate, doves introdottaa Venez da Bisancio alfordine delle porate ecoordnava affeme presto in tutta Europa. ‘wovavan merc. rel Asecla. ilavoro del servo 12.Dala meth del Gnguecen ‘Trai MUSICIT| alent, Venexia venne uno de pinpal sarebberoriratiostssoVeronese | | 10.Noti anchetraipaia, 11teleganteservtorecheesamina |_| cetitakanperlaprodizione (inianco, ala viola da gamba, rmangiavana con ema. Un iio COPPIERE.Eraluiche | | eiTESSUTIdiaka qualita come Taian in 50 con Ivilone, Servtore detoTRINGANTE era | | spettaveconserareedegustare | | velutebrocat rapincpal anteato del corrabbsso)e addetoaltagldellacarein [vin da serve Mas orupava ‘mera desprtasione cer quello ‘Tatoretoconfalra vil orion daportareala boca anche diconrlaeacqua. damper ottomano. Lama) ITALIA ee es DELLE Come VIVEVANO e lavoravano gli artisti nella culla del RINASCIMENTO italiano: le BOTTEGHE, i rapporti fra “ragazzi” che si chiamavano LEONARDO 0 Botticelli, e il ruolo dellarte nella citta dei MEDICI Cdddéddddddyyyy, cuoRE DELLA CITTA AFIRENZE ke botteghe erano persino troppe: cerano pit INTAGLIATORI che MACELLAL E ta loro non si contavano le invidie evrotici, appassionatie passionali, par- ticolarmente sensibili, soggeti a colle a improwisae sbalzi d'umore, per lo pitt amanti della solitudine e del silen- 2io: anche nel Quattrocento fiorentino, un po! co- ‘me oggi, gli artistierano bollati come persone dal carattere eccenttico, capriccioso e stravagante. Ma ‘non immaginiamoli osannati proprietari di eleganti atelier, nésnob anfitrioni alla loro ultima personal: ali artist inascimental attvi a Firenze tail 1430 e il 1530 erano “operai del bello” e a loro bottega tuna specie di officina, in cut il lavoro si svolgeva or- ganizzato come in una piccola impresa familie, di- Viso tra apprendist, garzonic assstenti. Mantin asta. Non sipoteva scappare:chiungue volessecimentarsi con Parte doveva sporcarsi le ma- ni, Persino un genio come Leonardo da Vinci ave- va passatoalcuni anni chiuso in una bottegafioren- tina: quella, famosissima, di Andrea del Verrocchio. E non fu unica star a uscire dali: nel pit impor- ante atelier della Signoria dei Medici, nave scuola dei miglior arcs rinascimentali fiorentni, crebbe- +o infatilo scultore Giovanfrancesco Rustic pit- tori del calibro di Pietro Perugino, Domenico Gh landaio e, per un breve periodo, Sandro Botticelli, Cos aveva di speciale il aboratorio del Verrocchio? Soprattutto la polivalenza. Andrea aveva compiuto il suo apprendistato da un orafo e per questo posse- ddeva conoscenze tecniche sfrutabil sia nella pitura sia nella scultura. Basandosi sulla propria esperienza fece una selta precisa: mentre i sui colleghi cerca- vano di difendersi dalla concorrenza nel suo atelier abbraccidecetti- cura, scultura, oreficeria: a bortega del Ver- rocchio sfornava opereartistiche di qualsasi genere. Senon era impegnato su qualche cantire, ogni giorno il maestro lavorava cn i suo‘ apprendistfin- chéla luce lo permetteva,circondato da una mobilia che chiunque non fosse del mestiereavrebbe giui- cato quanto meno stravagante. Da una parte tao dilegno, con ifilitesia formare una griglia quadret- tata, che serviva a studiare la prospettva di oggetti e figure da disporre sul dipinto, da ualta gi stru- ‘menti per a fsione del bronzo, i materalinecessa- ria prepara i cartoni per gli affieschi, i pennellie le tempere. Spars qui li alcuni manichini, spesso 715) copert di drappi, per osservare i panneggeidiver- siatteggiamenti del corpo umano. Porte aPERTE. Imparare a usare questi attezi ¢ a muovers con scioltezza in un ambiente simile r- chiedeva una lunga preparazione. Secondo il pitto- re Cennino Cennini, autore del Libro dellarte, un rmanuale di pittura, liter formativo ideale durava 12 anni: durante i primi set il agazzo doveva apprende- rele basi dell'arte, ne successivi avcbbe dovuto col- laborare con il maestro, continuando a perfezionarsi fino ai 25 anni. Con la maggiore ct, infati, gli era concessoiscrivesiallacorporazione di mestiere edi- ventare un capobottega. Questa la teoria: in pratica, per, il petiodo diformazione poteva essere pitt bre- ve, come nel caso di Michelangelo Buonarroti, che :malsopportdilsuo apprendistato dal Ghislandaio di soli tre ani. «Chiunque, anche senza una prepara- 2ione specifica, poteva entrare a bortega: la decisio- ne veniva dal padre, di solito unarcigiano o un com- ‘merciant, per seguire una predisposizione del fglio con lasperanza i migliorame lacondirionesocia- les, spiega Leandro Ventura, che hainsegnato Teoria e Storia dela Produzione e della Committenza Ar- tistica all Universita Ca’ Foscari di Venezia. oll ma- ALLEPOCA DILORENZO Ecocome appatva Firenze ne pleno {el suo siluppo economico eats, rela Pant dela ‘tena mappa 11470 Fsm9 ‘ucessnoalariva poteredelMagnitico, JFIORENZA } stro offivaalloggio,vestiario ¢ un slaro al ragaz- 20, che in cambio si impegnava a essere obbediente, puntuale, rispettosoe volenteras0». ‘Zero TEORIA. Ma niente banchi e libri di storia dalfarte: Finsegnamento era esclusivamente prati- co. Gli apprendisti cominciavano imparando a im- pastare i pigmenti per ottenere i colori a trattare il fondo dela tavola da disegno, prima di usatla, con uno strato di gessoo stucco, a hucidare i manufatti in bronzo, Ma soprateuto si esercitavano anche nel tempo libero, copiando instancabilmentei disegni ¢ le opere del maestro ole culture classiche, Solo cost potevano passare alla fase successva: la realizzavi- ne, partendo dagl schizi preparatori del capobot- tega, di modeli a grandezza naturale da traserire sulla tavola, sul muro o sug arazzi prima di mette- remano ai penne. Spesso gi alliev pit brav fin vano anche per dipingere al posto del maestro: au- reole, panneggi e vest lci e ombre a cui poiil Ver rocchio dava soltanto il occo finale. Discerout & marsrnu. «Gli statuti delle corpo razioni imponevano un numero massimo diallivi, in genere sei, per evitare lo sfruttamento del lavoro giovaniles, sottolinea Ventura. In gener il rappor- to che sicreava tra l'apprendistaeil maestro, spesso scapolo esenza fig, era davvero forte:al punto che, > Nelle corporazioni ognuno aveva il proprio posto. Tranne gli artisti een) cnet ee Fa preety ero _ Peer neerinty ee Snen sepa capone one ee ere ratianello di congiunzione Pees es Lorenzo DE’ MEDICI manteneva i suoi artisti anche quando non lavoravano per lui, pagando dei SUSSIDI proprio come fece il Verrocchio, da adulti molti di loro prendevano il cognome non dal proprio padre rma dall'uomo che liaveva format in bottega. Cer to, gliscrezinon mancavano, soprattuto nel prover- biale caso in cui allievo avesse superato il maestro: secondo Giorgio Vasari (1511-1574), quando vide che nel Batesimo di Cristo angel dipinto da Leo- nardo era molto pia bello dele altre figure, “Andrea ‘mai pie mon vole taccar colori, sdegnatosi che un fan- ciullo ne sapese pedi lu. In realti all epoca del Battesimo sembra che Da Vinci non fosse pit apprendista, ma uno di quegli aris gitformati che gravtavano attorno alla bot tega per aiutat il Verrocchioin opere specifche, in sieme a ora, scltor di bronzo ¢ petra pittori au- ‘onomn, legati alu da varie forme di collaborszione. Nessuno perd si lamentava di questi che ogg defi- niemmo “lavori a progetto”: era evidente, in~ fatti, che leborteghe arte a Firenze fos ro gid troppe. Intorno al 1470 i nume- ro dei soli intaglatori superava quello esi grt te, esisteva escatenava quelle che il Vasari defin le “lingue malevo- le degli artist”, prontea spartare dei colleghi. Conmrrrenti in FILA. Bisogna dite che, come ogni legge economica insegna, tanta offerta era mo- tivata dall'enorme richiestafiorentina. Quadri, af fieschi, pale altar, vetrate,sculture picole e gran- di, cassoni decorati, aazicipini venivano ordinati da commitentisia pubblicsa privat. Da una parte il governo della Signoria, Arte della lana (la pote te corporazione dei lavoratori della lana) e la Cal mala (la icca corporarione dei commerciantie mer- canti) che finanziavano le grandi costruzioni cit dine, come il Duomo, il Battistroe il Palazzo del- la Signoria: dall'alta i membri delle classi ricehe e istruitee della borghesia che ne finanziavano le de- Che cosa li spingeva? La devozione, o meglio la convinzione che le spese destinate aedificareea de- corare chiese ¢ conventi fossero gradite a Di Ma anche una maleelata vanitl: un dificioo un affresco in cui com- pariva lo stemma di famiglia © il proprio ritratto davano al committente la garanzia di sssere ricordato anche do- pola mort. "Cupido pri di fama che di rob, simese in ‘anima di fare un edifizio che aséeatuttiisuoi in lala e fuori dese nome’, seisse Lo- renzo Strozzi di suo padre lippoil Vecchio, banchiere che dopo anni di sili fee ritornoa Firenze ediede il viaalla costruzio- ne dellimponente Palazzo Strozz, alla facia de vali Medici I pit facoltosi sentivano il mecenatismo come un dovere di classe ¢ consideravano 'investimento di denaro nelle pit grandiose imprese artistiche un im- portante prvilegio che rendeva grande a cit. Lo- renzo de’ Medici and® oltre, inviando i suoi miglio- ri artist allestero, come ambasciatori cultural di Firenze. Al potere dal 1469, il Magnifico fu davve- ro amante dell'ate, capace di apprezzame il valore estetio edi collezionasla per puro piacere personale. Oncociio n’autorE. Pittorie scultor, grazie al loro successo, cominciarono a prendere coscienza del proprio valore. Ea rivendicare nel loro lavoro i ruolo centrale del talento, effet di emancipazione delle arti figurative: prima conside- rate parte delle artes mechanicae medioevai, cio’ at- tivita prevalentemente pratiche, la pittur, la scul- ‘CAPOBOTTEGA ATTIVISSIMO Neltondo Pio Perugino(448- 1523, Pitorealievo elVeocehn fs asuavokatitolare ‘idueboteghe 2 FrenzeeaPerugia. ‘Ais vorazione {éellegnoinbrtga ‘arpentie escutort facevanopare dell stesacorpoatone, NELLA CASA FIORENTINA Per le vie della Firenze tra il Quattrocento e il Cinquecento iva un grande fermento grazie Si, bi uone C0) RISVEGLIO. GASTRONOMICO Silletavole dele esonepitaite AFFACCIATI SULLASTRADA Macel sart, Fabbri mail, ‘vendita cappalicerana solo dled del mest patatin et. Lebotteghe jincuse aqueledare eno Alveldella sada, STRADE BRULICANTI Pere strade non cicolavano solo veditor ambulan, rmaanche musics, izioni economiche ‘ALAVORO INCAMERA ‘Mute pianos tuovavaspeszols camerad lta. Perales ceraancheun ‘ura earchitettura entrarono nellorbita delle artes Uberales le materiein cui prevaleva la creazione in- telletuale», conclude Ventura. II nonno del Magni- fico, Cosimo de’ Medici, laveva gid capito mezzo se- colo prima: “Levcllenzedegh ingegni rar sono forme celeste non asni vetturini’,diceva. ‘Mai membri appartenentialle classi superior pro- prio non riuscivano a vederla cos, sopratturto quan- do erano i loro fil ascegliere quella “degradazione sociale”: era voluto, infat, intervento del Magni fico perche il padre di Michelangelo, un patio, si convincesse che scultore e scalpellino non erano la stessa cos an E forse per quella mancata accettazione patita da giovane, proprio il Buonarroti fu uno dei primia pretenderecon violenza, persino dal pontefice, quel- fa considerazione che dopo la meta cel Cinguecen: to gli artistiavrebbero finalmente ottenuto. Nono- stante, o proprio in vrei, del loro caratteraccio. * ‘Maria Leonards Leone Ba I ARCHITETTURA m = Fu la prima ARCHISTAR della Storia e con il suo GENIO diede il via al + RINASCIMENTO: E ecco come fu costruita a FIRENZE la Hai “cupola impossibile” 2 ane, melone e Trebbiano a 42 metti di al- tezza. IL7 agosto 1420, gli scalpelini e i muratori della chiesa di Santa Maria del fe, a Firenze, celebrarono cosi lo sto- rico momento: dopo mezzo secolo di progettie ri- pensamenti, stavano per cominciare la costruzione dallenorme cupola. Appollaiati sul tamburo ottago- nale su cui sarebbe sorta enorme copertura, pote vano vedere ai loro piedi,disseminati ovunque nel- la piazza antistant, parte dei materali che sarebbe- ro serviti: un centinaio di abeti di 6 metri ciascuno, il primo dei mille cari di piete previst e decine di travi in arenaria. BRUNELLESCHI Nessuno di loro sapeva in che modo avrebbero ti- rato su ultima parte del Duomo, laptilargaealta cupola mai costruita fino adallora. Nessuno,tran- ne il eapomastro Filippo Brunelleschi. Lui almeno tuna vaga idea ce Faveva. Peril resto era soli dire che “le pratica insegna quel che si ha a seguire” La sua fa una sfida alla statica, alle conoscenze tecni- che dell epoca, all'achitertura medioevale che gra~ zea lui spalancd la porta al Rinascimento; ai pre~ giudiz alle critichee alle rivalith personal dicom- rittenti ¢ colleghi E, anche se gli ci vollero ptt di 15anni, Parchitetto, scultore eorafo fiorentino ne usd vincitore. ce ty ee ad Ree ‘ Rect See eater etree La COSTRUZIONE della cupola fu una SFIDA alle conoscenze TECNICHE di allora. E fino allultimo Brunelleschi non RIVELO come intendesse REALIZZARLA It soGNo ot una vita. Era un'impresa in cui si era cimentato,almeno con la fantasia, fin da adole- scente, quando da casa sua poteva osservare il can- tiere della cattedrale, vicinissimo. La prima pietra del Duomo era stata posata nel 1296, 81 anni pri sma della sua nascita el fi to intere foreste per ricavare il legname delle ravi, aso al suolo un quartiere, due chiese e spostato le sepolture intorno al batistero di San Giovanni per far posto a quella che doveva diventare un simbolo economico, pit che reigioso, della grandezza di Fi rence», scrive Ross King, autore del saggio La cupo- adi Brunelleschi (Bur) La nuova cattedrale crebbe per pit di un seco- lo, con quel buco enorme sopra Valtare, come tuna vecchia rovina, Tutti erano concordi: la cu- pola era il maggiore ostacolo alla costruzione, un satin avevano abbateu- gigantesco rompicapo architettonico apparente- ‘mente senza risposta. In che modo si poteva rea- lizaare una struttura di oltre 44 metri di diametro, Ia cui curvaturasarebbe iniziata a 52-meti di alter za? La centina cio? Fintelaacura di legno impiega tain genere per sostenere archi volte durante a co- struzione, in questo caso sembrava davvero troppo grande, costosa e inadeguata In Gara. Nelfestate del 1418, quando ormai al Duomo non mancava altro che la cupola, il pro- bblema non poteva pit essere ignorato: Opera del Duomo, amministrata dai membri dell Are della Lana, la corporazione commerciale pit potente di Firenze, bandi un concorso per trovare la proposta migliore. Di tutti progetti presentati il pit ardito era sicuramente quello di Brunelleschi:il geniaocio toscano sosteneva infatt di poter fare a meno del- » OOK aaa kre neal yee) es nee ena ey eee ae Serres ee ene) Pneereret een ree eee abottega da un orafo. Qui a Dee) pea ener] 19g creando ee ny eer Peay ee SLANCIATA Unaprocesionein plaza del Duomo afienze(on la {acct original. LuLTIN SGUARDO Lamored Brunelschinun pit inlese <2 200:secandoit Vast igeniinfin

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