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UNIDADE vil Leitura obrigatoria GREVI, “Nemo teneteur se deterege”, p. 39-59 i \ we STUDI DI DIRITTO PROCESSUALE PENALE RAOCOLTT DA GIOVANNI CONSO VITTORIO GREVI «NEMO TENETUR SE DETEGERE» INTERROGATORIO DELLIMPUTATO E DIRITTO AL SILENZIO NEL PROCESSO PENALE ITALIANO MILANO. DOTT, A, GIUFFRE EDITORE - 1972 38 «Nemo tenetur se detegere » ——_______“ Teme tenetar se desepere» non voler distinguere fra « imputato » e « delinquente » (69) — si era proposto di stroncare. In questa Ince risulta chiaro perché nell’art. 367 comma 2 del codice del 1930 sia stata omessa qualunque previ- sione di un avvertimento del gindice all’imputato circa la li una recusatio respondendi, ¢ sia stato sem- plicemente disposto che, «se l'imputato rifiuta di rispon- dere, ne 2 fatta menzione nel processo verbale, ¢ si procede oltre nell’istruzione ». I motivi addotti per giustificare 1a mne confermano, per altro verso, zionamento esercitato nuovi> (70). Nella Relazione al progetto preliminare del codice si ‘« obbligo fatto al gindice dal eodice del 1913 di imputato che egli poteva non rispondere » come di un cobbligo... dannoso e disdicevole », in quanto ri- Interesse che per se stesso contrasta della giustizia », ed a favorire un atteggia- iputato « contrario al diritto » (71). Su questo lie qui un riflesso dell 4 Bs 20; Savrono, voce are Aur. Rocco, Prefasione a MaN- fanuale. protic (TU) Retasione sul progetto pre in Lav. prep. cit, vol. 39 Svolgimento storico e precedenti normativi stesso piano dialettico si collocd, poi, la maggior parte della "« esagerazione » cui era pervenuto, in mate- tore del 1913 (73). x ‘aiiribuito al problema _dell’autodifesa dell’imputato, né, tanto meno, all’esigenza che quest ultimo, in sede drinter- rogatorio, fosse reso cosciente dei propri obblighi ¢ delle proprie facolta. : La questione fu liquidata sbrigativamente osservando come in capo al giudice non fosse configurabile aleun « do- vere di lealti e di obiettiviti » (74) tale da imporgli di far presente all/imputato Ia possibilith di astenersi dal rispon- dere (75), ed al eanone «nemo tenetur se detegere» si Muvaint, voce Interogstori, i Enc. it vol. XIX, Milno 1933. 40 « Nemo tenetur se detegere » TD __s Nemo teneturse detegere» fece richiamo al solo fine di giustificare, in termini di equiti, Ja dichiarata non punibiliti della condotta reticente del- Vimputato (76). Nella 2 desumibile dall’art. 367 comma 2° e dalla correlativa disposizione dell’art. 441 com- ma 2° (77) si colse — in armonia con gli orientamenti ideo- logici dell’epoca — V’indice di un « progresso naturale, ma costante » della nuova legislazione rispetto alla legislazione precedente, la quale risentiva — cosi si disse — di un «individualismo_ad_olteanza » caratteristico di_un «ciclo storico completamente superato » (73) fermazione appare ricca di significato, giac- ché dimostra come le norme in esame assumessero, obiettivo che traseendeva 'ambito rstreto della loro rativiti: il che & ben naturale, trattandosi di norme per definire la posizione processuale dell’i rivelavano, a ben vedere, come per il legislatore fa: Programma di un «giusto equilibrio tra le garanzie pro- cessuali destinate a salvaguardare gli interessi dello Stato nella sia funzione repressiva, e quelle spettanti all’impu- tato» (79), non potesse realizzarsi se non attraverso un deciso spostamento in senso antoritario dell’«asse » dei Cte. ancora, la Relasione sul progetio preliminae, machi, in dotting, Svolgimento storico e precedenti normatisi 4a prevalenza, in ogni caso, degli interessi collettivi, imper- rentualmente in contrasto dei sonati nello Stato, su quelli singoli. individai » (81). [La solusione accolta dal codice Reco inva, in pratica, 9y~ col ripristinare — almeno sul piano psicologico — V’antica“ soggezione dell’imputato di fronte all’autorita interrogan- domande rivoltegli ex artt. 367 comma 2° ¢ 441 comma 2° e.p.p. (83). . Sebbene non fosse mancata, sul piano teorico, qualche presa di posizione tend ente favorevole, in omagzio ai prineipi dello stato totalitario (84), all’imposi- dalle norme 7 city Pe 140 sy — 42 « Nemo tenetur se detegere » ere zone di un « obbligo di rispondere e di dire la veiti » (85) @ carico dell’imputato — non si dimenti mnsacrazione legislativa di un Wahr- heitspflicht des Beschuldigten (87): proposte nelle quali cexzano, Die Vernehmang des: An: rgenden Probleme, in Zoitshrile fr P. M3, 354, imemarumnen, Die Wahrheitspflickt der Pro- Lichte der Strafrechisreform, Sroce, Zur Svolgimento storico e precedenti normativi 43 —$___ SSE orice ¢ Precedenti normetisi 48 non fu difficile individuare «la conséguenza della conce- nazionalsocialista del processo » (88) — il silenzio ‘sal punto, dal codice, e la stessa formula legisla- se di rispondere inducevano ad escludere con cer- la configurabilita de inure condito di un obbligo del genere. La mancata comminatoria di sanzioni (e, soprat- tutto, di sanzioni penali) per reticente o menzognero dell’imputato (89) confermava, del resto, tale conclusione. rebbe potuto ravvisare, dere secondo verita 452. t, Linterrogotorio del impusto, in Anneli di dir. ¢ proc. ‘4 eni si rinvia anche per un rapide quadro delle dotirine “4 « Nemo tonetur se detegere » Svolgimento storico ¢ precedenti normativi 48 gere» (92) secondo la concesione restrittiva fatta propria dal legislatore del 1930 (93): concezione che risultava, dal Punto di vista dei rapporti fra interrogante ¢ interrogato, arretrata di quella eni s’era ispirato, al riguar- gislatore processuale penale del 1865. (2) na per Ie ragioni di cui s’é detto, la configu- cabitifa di un oblige gruridice di verity tiguardo all’ i elementi di una «prova PFesunzione » (96). * Senza arrivare all’inaccettabile conclusione di chi, pur | in tempi non lontanissimi, aveva equiparato il silemzio del- Timputato ad una tacita confessione (97), si osservava come la reticenza ¢ 1a menzogna — a parte i possibili riflessi negativi sul piano del diritto sostansiale (98) sero «mn che le impiega, con effetto di farlo apparire non eredibile, anche in rapporto alle affermazioni conformi a verith » (99), cosi da determinare, in ultima analisi, cun ridorsi delle probabilita di una decisione favorovole » (100). Come dire ‘categoria dell’ lo di ii dichiararohT aero» (95), volendost con ois significare xe il medesimo era bensi libero di tacere od anche di mentire dinanzi alle domande che gli venivano poste, col rischio, tuttavia, di fornire al giudice — attraverso la pro: Ant, Conviene considerare Vimputato come testimone in (100) Gusmams, Le pert, cit, p. 186 46 «Nemo tenetur se detegere » eee ere eee a discarico — avrebbe potnto menti di convincimento necessari per giungere ad una pro- Smuncia-di‘vondinna (IOI). SS —____ Ea eet de’ Conere di ver che per certi aspetti evo- “A cava V'idea di un onus probandi imposto all’imputato, po- ‘4 appatire sostenibile in un. sistema che — avendo re- spinto assurda» presunzione d’innocenza (102) — tion forniva pitt aleun criterio-guida al libero convineimento del gindice, e faceva semmai pensare, di fatto, ad una sorta di presunzione di colpevolezza,.fondata sugli indizi di reita necessari per di all’azione penale (103). Senonché, con Ventrata in vigore della Costituzione re- publican: ica veniva ad essere scossa nelle declogiche._La_proclamazione difesa (art. 24 comma 2 Chr. Autumn, Manucle, cit, p. 288, l quale osiervava come Lim- erfiuo con il suo ailensio, Svolgimento storico © precedenti normativi “1 processo, che non pud non influire sulla « metodologia del, = Vaccertamento penale » (105). fo Nel generale recupero dei valori democratici se- guite alla caduta del regime fascsta — c, in ispecie, nel uadro del nuove assetto dei rapporti fra Stato e cittadino, ispettoso della personaliti del singolo ¢ dei ond aa aut tea (10s) Non si dimentichi che a segnito della 1.4 agoeto 1955 con cul 2 stata date cpiena ed inter caecsione » nellerdinamento ita [iano alls ¢ Convenzione enropen per In aalragoarda dei dviui delf'aomo © dele ert fondamenai» rma « Roma i 4 novembre 259 — @ entrain 1 far parte del nostro sistema procesmale penale Ie norma conteante nel- La convensione europea, Convenzione europea dei di samo e riforma del processo pen 48 «Nemo tenetur se detegere » viva sensibilita per Ia problematica relativa alla posizione ‘| Processuale dell'imputato, ivi comprese Je questioni con-_ cernenti le forme ed ‘la_sua_autodifesa (106). Alla luce di tale orientamento, che poneva in risalto Ia igura dell'imputato come soggetto di garanzie difensi- an (107), venne affermandosi un’interpretazione che dalle Rorme ex artt. 367 comma 2° ¢ 441 comma 2” ©.p.-p. traeva argomento per riconoscere all’imputato il diritto di aste- ~ bersi_dal risponderealVinterrogatorio, e perfino ‘ourine pit recente v., con chiaresae, Berriat, Istitusio Cones en Milano 1966, p. 1 i, ¥. Bexavsa, Svolgimento storico e precedenti normativi 9 iure, nulla vietasse all’imputato di non rispondere, 0 di non rispondere veridicamente, all’autorits interrogante; ¢ da questa costatazione si @ pervenuti ad inquadrare siffa comportamenti dell’imputato — in quanto consentiti dalla legge allo scopo di evitare che il medesimo fosse costretto ad edere contra se ~~ nelVarea di eserelais “Gifesa (10), giungendo anai ad individuare nell’art, 24 + Pncota, in val. I, Milano fssinl, I! procesto penale, cit, =. illustrato articolo per artzolo, Analogamente, & esplica ione del dirito di difesa il comportamento dellimpatate che riGuti di rispon. dere, © neghi Ia propria responsabilit, Cass, 2 marzo 1955, Cellucci, in Glust. pen, 195 TL, p. 246, con nota di La testimonianza della parte civile (a che infra, eap. TE, nota 180) Degne di particolare rilievo appatono, all riguardo, le consideraziont 22 maggio 1959, conf II, «. 651 4, 6 lnvitarlo 4 rispondere, né comungue costringetlo ad agire cot propria volonti, memore delle nature © delle caratteristiche propt Vinterrogatorio, che @ mezzo di difesa e di informatione per Vi recente punt I, e. 317) 4. Ve Gare 50 «Nemo tenetur se detegere » comma 2° Cost. il « fondamento costitazionale della facolta di non fornire elementi in proprio danno » (111 Sarebbe inesatto pensare, tuttavia, che Pindirizzo in diseorso abbia raccolto unanimi consensi: non sono man- cate, infa ic sfumature, diverse voci con- tarie ad ammettere che il diritto di difesa dell’imputato Potesse estendersi fino a comprendere la facolta di tacere, o, addirittura, di mentire wwe, sonalmente oricatata, in eid confortata Salle prevaleats dotting, nel sero Ai itensre che esto incontri dendum — nei divi di contro Tamministrasione delle Mazioni che posiono fuorvia "ANTARANO, voce Interrogetorio 1959, p. 498; Frosau | Pree. pen, Sanrono, Manuale di roc. pen., Torino 1958, p. 452. Svolgimento storico ¢ precedenti normativi 51 ——__ Seen et preins nemesis SE 11. Non va dimenticato, soprattutto, come ancora non molti anni addietro si sia autorevolmente sostenuta Poppor- tunita dell’imposizione all’imputato di un « dovere testimo- niale », Si tratta della nota tesi carneluttiana (113) che, mo- vendo dalla concezione c.d. ottimistica della pena (114), escludeva ogni « sconvenienza morale » nei mezzi eoercitivi rivolti ad ottenere dall’imputato risposte conformi al vero, e considerava un « eccesso» che, nelle moderne legislazioni, la ricerea della veriti per mezzo dell’imputato» fosse affidata csolamente alla sua liberta » (115). Da un’angolazione del genere il principio espresso nella massima «nemo tenetur detegere turpitudinem suam > veniva ritenuto come ormai superato, in quanto apparte- mente ca una fase del pensiero, nella quale la pena era ancora concepita come un male anziché come un bene per chi Ia subisce » (116). Di qui la proposta di costitnire un obbligo di verita in capo all’imputato: obbligo che avrebbe «propriamente il valore di aiutarlo a vincere Ia sua rilut- tanza a quella narrazione veritiera, la quale a lui sembra, ma non é ¢ non pud mai essere in contrasto col suo reale:’” interesse » (117). , Inutile soffermarsi sull’inaccettabilita di un simile or- dine di idee, che discendeva da premesse etico-filosofiche evidentemente incompatibili con i principi del nostro di- (113) Cauneworns, L (1) “che, in partce 1945, pas Vy, Casnzurny, I problema della pena, Roma dirito contro il male, in Foro it. W946, vol. I, p. 168, p. 16s, sa «Nemo tenetur se detegere » 52 Nemo tenetur se detegere» guenze assai pericolose per Ia salvaguardia dell’inviolabi- lita della persona umana. Basti pensare che, facendo ap- pello alla funzione «medicinal» della pena ed al fine terapeuif ma del’imputato si sarebbe potuta _ Sure dieweo te cortina di_uita motivazione pro reo (I _ Proprio per queste ragioni la proposta del ripristino di un obbligo di verita dell’imputato non ebbe largo se- guito (121), ed incontrd, anzi, decise opposizioni presso fengano presenti, specialmente, comma 2 ¢ 27 comma 2 Co ‘una presunzione di colpevolessa a Svolgimento storico ¢ precedenti normativi 33 i attenti ad evitare preoocupanti ritorni, sia i e moderna, a metodi di impronta tipicamente inquisitoria (122). Essa va ricordata, comunque, a testimo- nianza della profonda suggestione ancor oggi esereitata da quello stesso schema filosofico-giuridico che durante i se- coli dell’inquisizione era servito a nel proceso, in nome della giustizia e del bene dell’imputato, le pitt gravi lesioni ai diritti dell’imputato medesimo. 12. Meno «preoccupante », da quest’ultimo punto di vista, ma egualmente pericolosa sul piano delle possi applicazioni pratiche, era: la tesi incline a costruire in capo all’imputato un onere di veriti. Pur nel nuovo clima politico-costituzionale si & continuato a sostenere, infatti, il diritto di non rispondere ». 54 «Nemo tenetur se detegere » $a ae se detegere» che il comportamento reticente o menzognero dell’imputato costituirebbe « esso stesso un risultato del mezzo di prova », come tale suscettibile di essere ut » alla stregua delle dell’esperienza, per la formazione del convincimento ‘o giudicante » (123); ¢ sulla medesima linea ci si ® spinti fino ad affermare che nel silenzio dell’imputato, ovvero nell’inverosimiglianza delle sue digressioni, nelle sue eventu zioni dovessero ra fede», ma addi lezaa » (124). Anche a non insistere sull’inconciliabilita di un'impo- stazione del genere con le istanze dell’odierna coscienza siuridica, ormai propensa (125) a riconoscere all'imputat un vero e proprio diritto a non collaborare con Tam 0 r foulti viziata nei suoi stessi presupposti. Ci si riferisce, in ispe- Je all’assunto secondo cui «normalmente chi 3 accusato jessendo innocente ha interesse a dare le pitt ampie dimo- strazioni della propria innocenza » (126), ed alle conse- Buenze che se ne vorrebbero desumere con ’affermare, in ts Senerale, che il rifiuto di rispondere all’interrogatorio e, @ fortiori, il rilascio di dichiarazioni menzognere denun. cerebbero una carenza di ragion ive da parte del- regole del’esperie formasione del convineimento dell'uficio. giudic Svolgimento storico e precedenti normativi 55 Vimputato, e fornirebbero, quindi, « preziosi elementi_ dij prova» (127) a suo carico. dimostra come dal contegno processuale dell’imputato — , im particolare, dal cilenzio (130) o dalla menzogna in sede di interrogatorio — non sia consentito ricavare argo- menti probatori univoci nel senso della sua colpevolez- za(131), troppo vari e, talora, imprevedibili essendo i motivi che possono produrre reasioni silfatte, par ir vol. I, p. 4385 cfr nello sesso senso, it, commentato articolo per articolo, vol. 56 «Nemo tenetur se detegere » Nemo tenetur se detege Svolgimento storico e precedenté normativi 37 innocenti (132), Se eid 2 vero, ci si onde impliciti in una tesi che, lasciando zionali e di valutazioni arbitrarie, ¢ dunque di il giudice libero di fondare il proprio convincimento di ate inigue (39. ° che su elementi desunti dal contegno pro- iputato, nei termini di cui s°& detto (133), sostanzialmente inique (134). effetti della reticenza o del mendacio del- pre nella prospettiva della tesi in discorso (135) mportamenti fossero ricondueibili all’ambi 133 comma 2” n, 1 e 3 ep. (sotto il profilo del «carattere del reo» e della «condotta susseguente al reato») quali sintomi di capaciti a delinquere del colpe- vole, e potessero quindi essere assunti dal gindice — nel- fr, ancora, G. Leowe, Tr ; Aopo aver aiferms it della 58 «Nemo tenetur se detegere » ——____SSimv tenetur se devegere» Vipotesi di sentenza di condanna — tra i fattori atti ad incidere in senso sfavorevole sul quantum della pena a norma dellart, 132 e.p. (136). Da notare — e la cireostanza non 2 senza signifi- cato (137) — che ad analoga conclusione si era altresi per- 6 alla concessione delle attenuanti ge ven’altime proposito non ha maneato di delinearai, in gi sprudenza — nel quadre dell’ ripomsse ou una premesse logica 8 quella da cui muovevano Svolgimento storico ¢ precedenti normativi 59 venuti nel quadro della tesi favorevole alla configurazione di un dovere tostimoniale in capo all’imputato, sottolinean- come un contegno processuale del tipo appena ipo- tizzato ben potesse cindurre il giudice ad avere nella mi- sura conereta della pena la mano pitt pesant Nella medesima direzione si era poi andati anche fino a proporre (139) de iure condendo che la « violazione del dovere testimoniale > da parte del’imputato fosse in- clusa nel novero delle circostanze aggravanti (140). 4 fawtoci del « dovere » di veriti delUimputato sottopeste ad interrogatorio: vale a dire, su una val concreta quel dovere at dal dititto obictivo » (Guamvant, Le parti, city pe sal panto eft. i quadro p. 16.

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