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2. Lo stato
Lo stato moderno è un apparato centralizzato stabile, che ha il
monopolio della forza legittima in un determinato territorio, ed inoltre
è composto da un organizzazione amministrativa in cui opera una
burocrazia professionale.
Lo stato esercita quindi una sovranità sul territorio. La sovranità è
duplice inquanto è interna (lo stato è sovrano nel proprio territorio),
ed esterna (lo stato è indipendente daglia ltri stati). Si è discusso
inoltre su chi fosse veramente ad esercitare la sovranità sul territorio,
e tre teorie si sono distinte: la teoria della sovranità dello stato come
persona giuridica, la teoria della sovranità della nazione e la teoria
della sovranità popolare. Nella seconda metà del 900 si è diffusa
l'idea della sovranità del popolo come si evince dalla nostra
costituzione (art. 1 Cost) "la sovranità appartiene al popolo che la
esercita nelle forme e nei limiti della costituzione". Tuttavia la
sovranità popolare non ha più le caratteristiche dell'assolutezza, ma
viene inserita in un contesto di rappresentanza, di costituzioni rigide e
di organizzazioni internazionali.
Come detto oltre ad esercitare una sovranità sul territorio lo stato è
un organizzazione amministrativa in cui opera una burocrazia
professionale. Lo stato è quindi un apparato organizzato, l'unità
organizzativa di base è l'ufficio, alcuni uffici hanno competenze
specifiche e vengono chiamati organi, cioè uffici particolarmente
qualificati. Gli organi si dividono in rappresentativi (eletti dal popolo
ed: parlamento), e burocratici (soggetti che prestano la loro attività
allo stato, pur non eletti dal popolo). Si distinguono inoltre gli organi
attivi (deliberativi), consultivi (decisionali) e di controllo (verifica).
2. Rappresentanza politica
Con il termine rappresentanza si può indicare un agire per conto di
un altro, o un creare qualcosa in un determinato ambito che non c'è.
Nella seconda accezione del significato si preferisce utilizzare il
termine di rappresentazione, e proprio quest'ultima è conforme alla
rapresentanza politica odierna.
Nello stato di democrazia pluralista, si afferma il principio della
sovranità del popolo, che esige soddisfazione dei propri interessi
dallo stato. In un clima di suffragio universale gli interessi del popolo
sono molteplici e spesso in conflitto tra loro.
Il problema può essere risolto mettendo insieme i due aspetti della
rappresentanza politica ossia, rappresentanza come rapporto con gli
elettori, e rappresentanza come potere autonomo.
-Lo stato dei partiti. La prima soluzione per accoppiare i due aspetti di
rappresentanza è stata data dai partiti politici. Oggi preò sempre di
più si sente parlare di crisi dei partiti, con cui si intende la difficoltà dei
partiti sul versante del rapporto con la società. Mentre in passato i
partiri rispecchiavano la rappresentanza diretta di una classe sociale,
oggi questo è impossibile per via della difficoltà e complessità della
società. I partiti non riescono più quindi ad assicurare la completa
rappresentanza della società.
-Il rafforzamento del governo e investitura diretta del suo capo. I
fenomeni di crisi richiamati hanno portato a realizzare un equilibrio tra
le due componenti di rappresentanza politica che fa leva sul
rafforzamento del potere esecutivo del governo e sull'investitura
diretta a favore del popolo del capo di governo.
-democrazia diretta. Attraverso questo istituto si affida al popolo
l'esercizio di alcune funzioni di rappresentanza diretta: iniziativa
legislativa popolare, petizione, referendum.
4. La regola di maggioranza
La regola di maggioranza assume significati e principi diversi:
-Principio funzionale: la regola di maggioranza è lo strumento
mediante il quale gli organi collegiale (es: parlamento), possono
adottare una decisione.
-Principio rappresentativo: la regola di maggioranza è lo strumento
mediante il quale si scelgono tramite meccanismi elettorali le
maggioranze e le minoranze politiche.
-Principio di organizzazione politica.
Occorre distinguere tra gli stati a democrazia maggioritaria, e stati a
democrazia consociativa.
Nel primo caso esiste una contrapposizione tra i leader politici
durante le elezioni del corpo elettorale, che si manifesta anche dopo
sottoforma di funzione di opposizione per il leader sconfitto.
Nel secondo caso i leader dei principali partiti tendono a condividere
il controllo politico, i partiti pertanto competono in campagna
elettorale per proprio conto in modo da conquistare seggi
parlamentari, dopo le elezioni però i partiti tendono a collaborare
utilizzando ogniuno la propria forza politica.
Da sottolineare è anche l'esistenza di minoranze permanenti che la
costituzione italiana tutela:
-divieto di discriminazione in ragione dell'utilizzazione di una lingua
diversa (art. 3 cost).
-divieto di discriminazione in ragione della religione professata (artt 3-
7-8 cost).
-divieto di discriminazione in ragione all'appartenenza ad una o un'
altra razza (art 3 cost).
6. Unione Europea
L'unione europea è una struttura che nasce su tre pilasti, la CE
(comunità europea che ricomprende la CEE, CECA e EURATOM), la
PESC (politica estera di sicurezza comune) e la CGAI (cooperazione
di giustizia e affari interni).
La UE ha una struttra organizzativa che rispecchia l'elencazione
seguente:
Consiglio europeo: organo titolare di impulsi politici, ma privo di poteri
normativi.
Consiglio UE: organo titolare del potere di adottare atti normativi,
formato da un rappresentante per ogni stato.
Comitato: organo centrale dei processi di decisione, i membri durano
in carica per 5 anni e sono rappresentanti di ogni stato.
Parlamento europeo: composto da rappresentanti (732) di ogni stato,
che durano in carica per 5 anni, partecipa alle procedure di
codecisione e cooperazione.
Corte di giustizia: organo di giustizia chiamato ad assicurare il
rispetto del trattato.
Corte dei conti: organo di controllo contabile.
Comitato economico e sociale: organo consultivo nel campo
economico sociale.
Comitato delle regioni: organo consultivo delle collettività regionali e
locali.
III: LA COSTITUZIONE
Il termine costituzione è intriso di più significati, la costituzione può
essere intesa come gli elementi che caratterizzano un determinato
sistema politico. Assumendo questo punto di vista ogni società ha la
sua costituzione.
Un secondo significato è quella di costituzione come manifesto
politico e quindi come documento fondamentale di una società. La
terza accezione è intendere la costituzione come atto normativo.
Questa terza definizione di costituzione è quella che interessa aui
giuristi.
Le costituzioni possono essere flessibili o rigide.
Le costituzioni flessibili sono quelle costituzioni diffuse nell'ottocento
per concessione dei sovrani che possono essere modificate mediante
legge ordinaria.
Le costituzioni rigide invece sono tipiche del novecento e per essere
modificate hanno bisogno di particolari procedure aggravate, e di una
maggioranza elevata. Una costituzione per quanto rigida non può
essere immodificabile.
Necessario è a questo punto dare alcune definizioni in particolare di:
Disposizione: atto scritto del legislatore;
Norma giuridica: regola dell'agire;
Regola: norma giuridica di carattere circoscritto;
Principio: norma giuridica generale;
Interessi e valori: sono i motivi che spingono il legislatore.
La costituzione italiana entra in vigore l'1 gennaio del 1948. Essa è
composta da 139 articoli divisi in tre parti: i principi fondamentali, i
diritti e doveri dei cittadini e l'organizzazione della repubblica.
2. I sistemi elettorali
Nella legislazione elettorale confluiscono tre diversi elementi,
cittadinanza politica, legislazione elettorale di controllo e sistema
elettorale.
Per quanto riguarda il primo punto, l'art 48 cost detta che i cittadini
che hanno raggiunto la maggiore erà possono partecipare
all'elettorato attivo. Lo stesso articolo detta alcuni principi riguardanti
il diritto di voto, esso è personale, eguale, dovere civico, segreto e
libero. Dall'elettorato attivo si distingue quello passivo, necessaria è
la cittadinanza italiano, ma oltre alla maggiore età servono minimo
venticinque anni per essere eletti alla camera e minimo quaranta per
il senato. Esisto anche limiti di inelegibilità e di incompatibilità.
Il secondo aspetto riguarda la disciplina delle campagne elettorali
regolata dalla legge 28/2000 e il finanziamento della politica.
Il terzo punto, il sistema elettorale, riguarda il meccanismo in cui il
voto espresso si trasforma in seggi. Importante è distinguere un
sistema elettorale maggioritario da uno proporzionale. Il sistema
maggioritario è selettivo e l'accesso ai seggi è consentito solo a chi
ottiene la maggiornza dei voti. Il sistema proporzionale invece
assegna un numero di seggi in base al voto, garantendo così anche
le minoranze politiche.
Il sistema elettorale italiano è di tipo proporzionale e si caratterizza
per:
a) Lista bloccata;
b) Collegamenti di più liste;
c) Preventiva indicazione del capo di coalizione;
d) Clausola di sbarramento;
e) Premio di maggioranza.
2. Il governo
Il governo è un organo costituzionale complesso formato dal
presidente del consiglio e dai ministri che danno vita al consiglio dei
ministri.
Il governo si forma nel seguente modo:
1) il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio;
2) i ministri sono nominati dal presidente della repubblica su proposta
del presidente del consiglio;
3) i membri del governo fanno giuramento;
4) entro dieci giorni il governo deve ottenere la fiducia del
parlamento;
5) la fiducia è accordata mediante mozione motivata votata per
appello nominale.
La Costituzione prevede che il governo si comporti in modo unitario e
che i suoi componenti agiscano conformemente al suo indirizzo
politico.
Per garantire l'unità del governo e del suo indirizzo politico, la legge
400/1988, ha razionalizzato gli strumenti di garanzia di unità politica e
amministrativa del governo nel seguente modo:
-Concentrazione delle decisioni relative alla politica del governo al
consiglio dei ministri;
-Attribuzione al presidente del consiglio dei poteri di funzionamento
del consiglio dei ministri;
-Attribuzione al presidente del cosiglio dei poteri di coordinamento
delle attività dei ministri.
Agli organi governativi necessari (presidente del consiglio, ministri,
consiglio dei ministri), si aggiungono organi non necessari, essi sono:
-vicepresidente del consiglio dei ministri;
-consiglio di gabinetto;
-comitati interministeriali;
-ministri senza portafoglio;
-sottosegretari di stato;
-viceministri;
-commissari straordinari.
Vi sono alcuni settori dell'indirizzo politico che formano oggetto di
discipline politiche particolari e che concentrano nel governo il potere
decisionale esse sono:
-politica di bilancio finanziaria;
-politica estera;
-politica comunitaria;
-politica militare;
-politica informativa e di sicurezza.
Il ministero da una parte costituisce un organo di partecipazione al
potere politico, dall'altra parte costituisce un organo amministrativo.
Si distingue così la PA dal governo. Accanto al ministero si trovano
alcuni organi amministrativi denominati agenzie.
Il governo si circonda anche di organi ausiliari i quali sono:
-consiglio di stato;
-consiglio sull'economia e lavoro;
-corte dei conti.
La durata del governo è di 5 anni.
3. Il parlamento
La struttura dei parlamenti moderni prevede il bicameralismo (perfetto
o imperfetto) o il monocameralismo.
In Italia si è optati per un bicameralismo perfetto. La Costituzione
prevede dei casi in cui le camere si riuniscano in seduta comune nei
casi di elezione del presidente della repubblicam elezione di giudici
costituzionali, elezioni componente CSM, messa in stato d'accusa del
presidente della repubblica.
Ciascun ramo del parlamento ha un organizzazione interna
complessa in cui agiscono diversi organi: il presidente
dell'assemblea, l'ufficio di presidenza, le commissioni, i gruppi
parlamentari e il capo gruppo.
I presidenti dell'assembra rappresentano le due camere dei deputati
e del senato, ed hanno il compito di regolarne le attività.
Le commissioni parlamentari sono organi collegiali che assolvono
compiti specifici e possono essere temporanee, permanenti,
bicamerali, monocamerali.
I gruppi parlamentari hanno un ruolo fondamentale
nell'organizzazione di entrambe le camere, con essi si indicano le
unioni dei membri di ciascuna camera che si costituiscono come un
organizzazione stabile.
La durata in carica delle camere è di 5 anni, il parlamento è detentore
della funzione legislativa e di controllo nei confronti del governo.
5. Federalismo fiscale
Con tale termine si intende l'autonomia degli enti territoriali di
utilizzare le risorse finanziarie e richiedere tributi previsti da legge.
Il federalismo fiscale può comportare però una differenza tra i cittadini
italiani, mettendo a rischio l'unità del paese, pertanto è previsto un
fondo perequativo a favore dei territori con minore possibilità
economiche.
6. Forma di governo regionale
La legge elettorale 1/1999 ha dato avvio al mutamento della forma di
governo regionale, che dovrà essere definita dagli statuti delle
regioni. Siamo quindi in una situazione transitoria. A seguito della
riforma del 1999 il governo regionale si basa sulle figuere del
presidente della regione, eletto a suffraggio universale.
rappresentante della regione, dirigente della giunta regionale (organo
esecutivo della regione), promulgatore di leggi e regolamenti
regionali. Consiglio regionale, eletto dagli elettori regionali, titolare di
funzione legislativa e il potere di fare proposte alle camere. Il
consiglio regionale può provvedere allo scioglimento anticipato della
giunta e alle dimissioni del presidente mediante mozione di sfiducia.
In attesa del nuovo statuto si applica la legge del 1995 che prevede:
-Candidati alla presidenza regionale i capi liste;
-Preclamazione del presidente che ha avuto più voti;
-Il presidente fa parte del consiglio regionale;
-Entro dieci giorni il presidente nomina la giunta;
-Il consiglio può sfiduciare il presidente.
5. MInistro di giustizia
La Costituzione attribuisce al ministro della giustizia i poteri di:
1) curare l'organizzazione e il funzionamento della giustizia;
2) promuovere l'azione disciplinare di nanzi al CSM;
3) partecipare al procedimento di conferimento degli uffici diretti;
4) esercitare poteri di sorveglianza sugli uffici giudiziari.
4. La funzione dell'interpretazione
Attraverso un atto normativo, il legislatore esprime la propria volontà.
Gli enunciati normativi del legislatore vengono chiamati disposizioni,
che si distinguono dalle norme in quanto esse sono frutto
dell'interpretazione della disposizione.
Importante è distinguere tra interpretazione e applicazione, la prima
come detto esprime ciò che il legislatore vuole dalla sua disposizione,
la seconda indica che ad un comportamento X corrisponde un effetto
Y (sillogismo giudiziale).
Interpretare una disposizione non è sempre facile, in alcuni casi il
legislatore effettua una interpretazione autentica con la quale
chiarisce la sua volontà. Il legislatore non è comunque in ogni caso
interprete.
3. Decreti legislativi
Il decreto legislativo è l'atto con cui le camere possono attribuire al
governo l'esercizio del potere legilsativo, sotto ad alcuni limiti previsti:
la delega è conferita solo con legge formale, la delega può essere
conferita solo al governo, la delega deve contenere indicazioni
minime di tempo, principi e argomenti.
La formazione del decreto legislativo segue il procedimento secondo
cui: il ministro promuove il decreto, le camere deliberano e il
presidnete della repubblica emana il decreto. Esistono anche dei casi
di deleghe accessorie come quelle che autorizzano il governo ad
emanare testi unici.
4. Decreto legge
In casi straordinari e necessari il governo può emanare decreti legge,
i quali sono efficaci sin da subito appena pubblicati nella gazzetta
ufficiale, ma perdono efficacia se non approvati dalle camere entro 60
giorni dalla loro pubblicazione.
Il decreto legge è deliberato dal consiglio dei ministri, emanato dal
presidente della repubblica e pubblicato nella GU. Il giorno stesso
della pubblicazione esso viene presentato alle camere che dovranno
decidere entro 60 giorni se convertirlo in legge, se ciò non avviene il
decreto decade. Si è ricorso all'abuso del decreto legge ogni
qualvolta il governo lo ritenesse opportuno, cosi si è innescato un
circolo vizioso che la corte costituzionale con sentenza 360/1996 ha
fermato, decretando che il decreto legge può essere utilizzato in casi
di urgenza e di necessità e se non approvato, non può essere
riemanato.
7. Regolamenti parlamentari
Con i regolamenti parlamentari, le camere disciplinano la loro
organizzazione e il loro funzionamento. Esso è approvato a
maggioranza assoluta e pubblicato lo stesso giorno in GU,
nonostante i regolamenti per tradizione sono fonti secondarie, essi
sono equiparati alle leggi ordinarie.
8. Regolamenti dell'esecutivo
I regolamenti dell'esecutivo si dividono in governativi e ministeriali ed
occupano il posto di fonte secondaria.
Tra i governamenti regolativi troviamo: regolamenti di esecuzione,
attuazione, organizzazione, indipendenti ed un particolare i
regolamenti di delegificazione, che consento di raggirare l'ordine
gerarchico riuscendo tramite un regolamento ad abrogare leggi. I
regolamenti ministeriali non hanno bisogno di una classificazione.
X: LE FONTI DELLE AUTONOMIE
Sono fonti dell'ordinamento regionale: lo statuto, la leffe regionale e il
regolamento regionale.
1. Lo statuto
Si distinguono regioni a statuto speciale da regioni a statuto ordinario.
Le regioni a statuto speciale disciplinano oltre all'organizzazione il
loro potere autonomamente.
Le regioni a statuto ordinario invece trovano disciplina nel titolo V
della Costituzione ed in particolare nell' art. 117, dopo la riforma
1/1999, gli statuti delle regioni ordinarie hanno avuto maggior
importanza in quanto essi possono decidere la propria forma di
governo, concessa anche agli statuti speciali con legge 2/2001.
2. Leggi regionali
Le leggi regionali sono collocate tra le fonti primarie equiparate alle
leggi statali, in quanto previste dalla Costituzione. Ad esse si
aggiungono le leggi delle province di Trento e Bolzano.
Il procedimento di formazione delle leggi regionali si compone di:
iniziativa, approvazione in consiglio regionale e promulgazione del
presidente della regione con pubblicazione nel BUR.
L'art 117 stabilisce le competenze che si dividono lo stato e le regioni
nell'attività legislativa, dettando:
- un elenco in cui lo stato ha potestà legislativa esclusiva (es: affari
esteri, immigrazione e ordine pubblico, cittadinanza, giurisdizione
ecc...)
- un elenco in cui stato e regioni hanno potestà legislativa
concorrente (es: governo del territorio, protezione civile, sicurezza del
lavoro ecc...)
- una clausola residuale dove si detta che tutte le altre competenze
non ricomprese nei due elenchi spettano alle regioni.
3. Regolamenti regionali
Anche le regioni possono emanare regolamenti con le seguenti
caratteristiche:
-spetta agli statuti disciplinare i modi di esercizio della potestà
regolamentare
-è introdotto un principio di parallelismo tra funzione legislativa e
regolamentare
- i regolamenti sono fonti secondarie
2. La corte costituzionale
La corte costituzionale non può essere eletta su una struttura di
rappresentanza, in quanto essa deve essere indipendente e neutrale
rispetto a:
-Politica in genere;
-Le parti che la eleggono (5 parlamento, 5 presidente repubblica, 5
suprema magistratura ordinaria);
-Interessi politici e privati.
Per garanzia di maggior neutralità ai giudici è riservato un particolare
status che prevede:
-Trattamento economico elevato;
-Inamovibilità;
-Immunità;
-Autonomia finanziaria;
-Autodichia (competenze speciale per i ricorsi in materia di impiego
dei propri dipendenti).
I giudici della corte durano in carica 9 anni e alla scadenza del loro
mandato essi non vengono rinnovati insieme, ma gradualmente,
inoltre non è previsto il principio della prorogatio, a meno chè non si
tratti di rapporti d'accusa pendenti.
Alla corte per funzionare serve un quorum minimo di 11 giudici.
Il presidente della corte è eletto tra i membri della stessa, a scrutinio
segreto e a maggioranza assoluta (50% + 1 dei votanti), esso oltre a
svolgere rappresentanza esterna e amministrazione interna, designa
i giudici, presiede la camera di consiglio e vota per ultimo.
La corte può svolgere funzioni istruttorie per accertamento dei fatti,
essa può inoltre riunirsi in udienza pubblica o in camera di consiglio,
dove vengono approvate le decisioni e trasformate in sentenza e
pubblicate in GU.
Le decisioni della corte si dividono in sentenze e ordinanze, le prime
definiscono il processo, le seconde risolvono le questioni sorte
durante il processo.
4. Conflitti attribuzione
I conflitti di attribuzione sono lo strumento con cui un potere dello
stato può agire dinanzi alla corte per la difesa delle proprie
attribuzioni, lese da un altro potere dello stato.
Il potere non è altro che un ruolo attribuito agli organi dalla
Costituzione.
La differenza tra conflitto di attribuzione e conflitto di competenza sta
nel fatto che il primo sorge tra organi di potere differente, il secondo
tra organi dello stesso potere.
Oggetto del conflitto di attribuzione è l'usurpazione del potere, o
l'intralcio del suo esercizio. La parte lesa si rivolge mediante
ordinanza alla corte che dopo aver ritenuto il conflitto ammissibile
mediante ordinanza si esprime con sentenza.
7. Giustizia politica
Consiste nella messa in accusa del presidente della repubblica nei
casi di alto tradimento o attento alla Costituzione.
In questo caso si agisce mediante una duplice fase: riunione delle
camere in seduta comune per decretare o no la messa in accusa,
decisione della corte costituzionale.
4. Diritti individuali
Sono:
Libertà personale;
Libertà di domicilio;
Libertà di circolazione.
5. Diritti pubblici
Sono:
Libertà di riunione;
Libertà di associazione;
Libertà di religione e di coscienza;
Libertà manifestazione pensiero.
6. Diritti economici
Diritto sindacale;
Diritto di sciopero;
Diritto iniziativa economica.
7. Doveri Costituzionali
I doveri costituzionali sono sostanzialmente due:
dovere di difesa della patria (obbligo servizio militare);
dovere di pagare le tasse.