You are on page 1of 92

30/11/2017

SMART GRIDS PER LA


GENERAZIONE DISTRIBUITA
Prof.ssa Maria Dicorato

I SISTEMI DI ACCUMULO
Cap. 11- F.A. Farret, M. G. Simoes «INTEGRATION
OF ALTERNATIVE SOURCES OF ENERGY»
Wiley- Interscience 2006;

CENNI STORICI
 Lo stoccaggio di energia elettrica è stato a lungo
considerato una tecnologia critica.
 All’inizio del XX secolo, le batterie elettrochimiche
sono state usate per fornire potenza ai telefoni e
telegrafi, ed enormi, volani pesanti erano comuni in
generatori rotanti per attenuare le oscillazioni del
carico.
 I veicoli elettrici si sono diffusi rapidamente e le
batterie hanno notevolmente contribuito allo sviluppo
di applicazioni nel trasporto in quanto in grado di
immagazzinare energia per dare una ragionevole
autonomia di trasporto ai veicoli.
 Ancora prima delle batterie elettrochimiche, le dighe
sono state usate per immagazzinare energia
potenziale.

1
30/11/2017

GENERALITÀ
 Oggi, i sistemi di stoccaggio dell’energia svolgono
l’importante ruolo di unificare, distribuire e
aumentare le capacità di generazione di sistemi
basati su energia distribuita alternativa e
rinnovabile.
 Il sistema centralizzato di generazione,
trasmissione e distribuzione di energia elettrica è
abbastanza grande da non essere influenzato da
variazioni di carico residenziali e commerciali.

GENERALITÀ
 La Figura 11.1 illustra
una tipica curva di
carico con un picco
giornaliero di una
famiglia.
 La generazione
distribuita (GD) è
esposta alle
fluttuazioni dei singoli
carichi; essa non
sperimenta l’effetto
mediato visto nei
grandi generatori.

2
30/11/2017

GENERALITÀ
 Sistemi di stoccaggio dell’energia in grado di:
 appianare le fluttuazioni di carico,
 compensare le variazioni stagionali nelle fonti
rinnovabili
 reagire alle esigenze di qualità dell’alimentazione
durante i transitori veloci
 può così contribuire alle politiche efficienti di
gestione dell’energia e rendere più
economicamente vantaggiosi investimenti in
nuovi progetti.

I TIPI DI ACCUMULO
 Considerando unicamente sistemi di tipo “Power to Power” in cui
l’energia elettrica è convertita in altre forme di energia
immagazzinabile per poi essere restituita nuovamente sotto
forma di energia elettrica (conosciuti anche con il termine di
Electricity Energy Storage – EES), una classificazione dei sistemi
di accumulo può essere fatta in base alla forma in cui l’energia
elettrica viene immagazzinata:
 Mechanical Energy Storage in cui l’energia elettrica è immagazzinata
sotto forma di energia cinetica o potenziale usando processi meccanici
come pompaggio, compressione, espansione, accelerazione e
decelerazione.
 Electrical Energy Storage in cui l’energia elettrica è immagazzinata sotto
forma di energia potenziale elettrica usando appositi dispositivi utili a
creare un campo magnetico (potenziale magnetico) o un campo elettrico
(potenziale elettrostatico).
 Electrochemical Energy Storage in cui l’energia elettrica è immagazzinata
sotto forma di energia chimica usando reazioni elettrochimiche
reversibili, più specificatamente reazioni di ossidoriduzione (redox).

3
30/11/2017

COME SI CLASSIFICA L’ACCUMULO


 Le tecnologie di stoccaggio dell’energia sono classificate
secondo:
 l’energia
 il tempo
 la risposta transitoria necessaria per il loro funzionamento

 È conveniente definire la capacità di stoccaggio in termini


di tempo in cui la capacità energetica nominale può coprire
il carico a potenza nominale.
 La capacità di accumulo può essere classificata in:
 requisiti di densità di energia (per le esigenze a medio e lungo
termine)
 requisiti di densità di potenza (per esigenze di breve e brevissimo
termine).

COME SI CLASSIFICA L’ACCUMULO


 La Tabella 11.1
mostra come gli
obiettivi di accumulo
determinano le
funzionalità dei
sistemi di accumulo
stessi.

4
30/11/2017

VANTAGGI DELL’ACCUMULO
 L’accumulo di energia migliora GD in tre modi:
 stabilizza e permette alla GD di funzionare a una
uscita costante e stabile, nonostante le fluttuazioni di
carico e i necessari servizi di manutenzione
 fornisce l’energia per colmare le istantanee mancanze
di energia primaria (ad esempio sole, vento, e le fonti
di energia idroelettrica)
 consente alla GD (soprattutto non programmabile) di
operare senza soluzione di continuità come unità
dispacciabile.

LE FUNZIONI DELL’ACCUMULO
 Il sistema di accumulo di energia può essere
progettato per:
 rapidi smorzamenti dei picchi di domanda di energia
elettrica,
 contrastare disturbi di tensione temporanee,
 fornire alcuni secondi di ride-through, mentre i
generatori di backup si avviano in risposta ad una
mancanza di alimentazione, di riserva di energia per
un futuro aumento della domanda.
 Tali caratteristiche contribuiscono a strategie
differenti.

5
30/11/2017

LE STRATEGIE DELL’ACCUMULO
 I sistemi di accumulo a lungo termine installati sul lato
cliente di un misuratore possono determinare un risparmio
delle spese di richiesta di energia nella bolletta del cliente.
 Questi sistemi di accumulo si caricano durante i periodi non di
picco e si scaricano in base a una strategia di dispacciamento
che minimizza il picco di carico che viene fatturato
mensilmente.
 Un tale sistema può anche contribuire a far risparmiare
energia e migliorare il fattore di potenza.
 L’accumulo gestito da una utility può fornire il servizio di
spianamento dei picchi.

LE STRATEGIE DELL’ACCUMULO
 Le tecnologie di accumulo a breve termine possono fornire
una maggiore affidabilità al cliente fornendo un servizio
“ride-through” durante le interruzioni momentanee di
utilità o di transizione verso generazione di standby.
 L’accumulo può anche integrare una cella a combustibile o
un generatore a gasolio per fornire un servizio di
inseguimento del carico e di migliorare l’efficienza del
generatore (pieno carico rispetto carico parziale).
 Un impianto di accumulo di energia può funzionare in
parallelo con una unità generatrice per coprire picchi
temporanei di domanda superiori alla capacità di
produzione nominale.

6
30/11/2017

LE STRATEGIE DELL’ACCUMULO
 Un sistema di accumulo può anche fornire un supporto di
tensione attraverso meccanismi di controllo della potenza
reattiva in una microrete.
 Lo stoccaggio su piccola scala può fornire una riserva
rotante in modo che si possa diminuire la produzione in
modo controllato senza interrompere la connessione con la
rete.
 Su grande scala, i sistemi di stoccaggio permettono il
livellamento del carico o forniscono capacità di stoccaggio
con dispacciabilità controllata, in cui l’energia
immagazzinata viene rilasciata quando i prezzi sul mercato
spot raggiungono una certa soglia.

LE STRATEGIA DELL’ACCUMULO
 La Figura mostra le tecnologie
di accumulo organizzate in
categorie di ride-through,
qualità di potenza, e la gestione
dell’energia.
 Le applicazioni includono:
 batterie al piombo
 batterie avanzate
 volani a bassa e ad alta energia
 ultracondensatori
 sistemi di accumulo a
superconduttori magnetici
(SMES)
 pompaggio
 accumulo di energia ad aria
compressa (CAES)

7
30/11/2017

CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE DIVERSE


TECNOLOGIE
 Ci sono tre tecnologie (supercondensatori, volani e SMES) che, in virtù delle loro
caratteristiche si prestano esclusivamente ad applicazioni “in potenza”, ossia che
richiedono lo scambio di potenze anche elevate, ma per archi temporali ridotti.
 Altre tecnologie (pompaggio idroelettrico, CAES, batterie a circolazione di elettrolita
e batterie al sodio/zolfo) si prestano prevalentemente ad applicazioni “in energia”, che
prevedono invece lo scambio di potenze per periodi di tempo piuttosto lunghi
(nell’ordine delle ore).
 Le tecnologie in grado di erogare prestazioni “in energia” riescano anche a svolgere
funzionalità “in potenza” (le batterie al sodio/cloruro di nichel e soprattutto, al litio).

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Lo stoccaggio di energia per la GD può essere
confrontato con parametri che definiscono i
criteri di prestazione.
 Questi parametri sono
 capacità, energia specifica, densità energetica,
potenza specifica, efficienza, velocità di ricarica, auto-
scarica, durata, costo del capitale e costo di esercizio.

8
30/11/2017

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Capacità: la capacità di stoccaggio di energia
disponibile. L’unità di misura della capacità nel
SI è il joule, ma questa è un’unità molto piccola.
Di solito, si preferisce il Wh (cioè, l’energia
equivalente di un lavoro ad una potenza di 1W
per 1 ora che corrisponde a 3600 J).
 Energia specifica: l’energia elettrica
immagazzinata per unità di massa, in Wh/kg.
L’energia specifica è normalmente utilizzata
quando la capacità energetica necessaria di una
batteria in un certo sistema è nota; viene quindi
divisa per l’energia specifica per dare
un’approssimazione della massa della batteria.

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Potenza specifica: la quantità di potenza ottenuta
per chilogrammo di un sistema di accumulo in
W/kg. È un parametro molto sensibile perché
diversi sistemi di stoccaggio non possono
funzionare a questa potenza massima a lungo, in
quanto possono influenzare la durata o operare in
modo inefficiente.
 Densità di energia: una misura di energia
immagazzinata per volume in Wh/m3. Può essere
usato per dare una approssimazione del volume
di stoccaggio di energia per una data
applicazione.

9
30/11/2017

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Efficienza fisica: quanta energia viene
immagazzinata in un dato volume e massa. È
solitamente considerato in batterie per
applicazioni di trasporto, in cui si può accettare il
degrado di efficienza elettrica in cambio di una
buona efficienza fisica.
 Efficienza elettrica: la percentuale di potenza
disponibile per il prelievo. Si misura l’energia che
può essere convertita in lavoro. Un’unità con il
90% di efficienza restituisce 9 kWh di energia per
ogni 10 kWh messi nell’accumulo.

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Tasso di ricarica: la velocità con cui si carica il
sistema di accumulo. Un sistema di accumulo
potrebbe richiedere 10 ore per scaricarsi, ma 14
ore per la ricarica.
 Peso specifico: è un’unità adimensionale definita
come il rapporto tra la densità di un materiale e
la densità dell’acqua ad una temperatura
specificata. Esso può essere espresso come:
 SG=ρ/ρH2O
 dove SG è il peso specifico, ρ è la densità
dell’elettrolita e ρH2O la densità dell’acqua a 4°C
(perché la densità dell’acqua a questa temperatura è
massima).

10
30/11/2017

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Auto-scarica: indica in quanto tempo il sistema di
accumulo si scarica quando è inutilizzato. Questo
è di solito dovuto a perdite di corrente e
dissipazione del calore.
 Durata: la durata di una unità, che varia con la
tecnologia e l’intensità di utilizzo, ad esempio, le
batterie sono note per avere tempi di vita brevi
nelle applicazioni in cui vengono ripetutamente
caricate e scaricate completamente.
 Costo del capitale: il costo iniziale in dollari per
kW per la progettazione, definizione delle
specifiche, opere civili e l’installazione.

I PARAMETRI DEI SISTEMI DI ACCUMULO


 Costi operativi: i costi in dollari o euro per kWh
per il controllo periodico, combustibile,
manutenzione, sostituzione di parti (cuscinetti e
guarnizioni), ricalibrazione e così via.
 Ciclo di carica/scarica: il numero di volte che il
sistema di accumulo può essere caricato e
scaricato senza alterare in modo significativo la
sua capacità di accumulo.

11
30/11/2017

I PARAMETRI NOMINALI PER BATTERIE


PIOMBO-ACIDO

I PARAMETRI NOMINALI PER BATTERIE


PIOMBO-ACIDO

L’acronimo di ZEBRA (Zero Emission Battery Research


Activity) e sono batterie costituite da celle sodio- cloruro di
nickel funzionanti a temperature elevate

12
30/11/2017

IL CONFRONTO DI SISTEMI DI ACCUMULO


SU LARGA SCALA

CONFRONTO DEI COSTI DEI VARI SISTEMI


DI ACCUMULO

13
30/11/2017

GRADO DI MATURITÀ DELLE TECNOLOGIE


DI ACCUMULO
 Tecnologia “matura”: fa riferimento a
soluzioni tecnologiche che ad oggi
risultano disponibili
commercialmente;
 Tecnologia “in sviluppo”: si riferisce
a soluzione attualmente oggetto di
sperimentazioni “in field” (all’interno
di progetti pilota o altre applicazioni
“controllate” su scala ridotta), ma
che ad oggi non sono disponibili su
scala commerciale;
 Tecnologia “embrionale”: indica
soluzioni attualmente in fase di
ricerca o iniziale prototipazione.

ACCUMULO DI ENERGIA
MECCANICA
• Idroelettrico
• CAES
• Flywheel

14
30/11/2017

SISTEMI DI POMPAGGIODI
ENERGIA IDROELETTRICA

GENERALITÀ
 L’acqua gioca un ruolo importante nel clima globale. È
naturalmente sollevata nell’atmosfera e rilasciata a
scorrere verso la terra .
 Questo può essere usato per generare potenza.
 Il pompaggio di energia idroelettrica è la più antica forma
di stoccaggio di energia su larga scala.
 È stato in uso fin dall’inizio del ventesimo secolo.
 Infatti, fino al 1970, era l’unica opzione disponibile in
commercio per il grande accumulo di energia.
 Le centrali idroelettriche di pompaggio sono in attivo, e
nuovi impianti sono in fase di costruzione.

15
30/11/2017

GENERALITÀ
 Come indicato in Figura 11.16, i progetti di
pompaggio che differiscono dai tradizionali
progetti idroelettrici, nel senso che essi pompano
acqua da un serbatoio inferiore a uno superiore
quando la domanda di elettricità è bassa.

GENERALITÀ
 L’energia potenziale iniziale associata alla
prevalenza si trasforma in energia cinetica.
 Una parte di questa energia è associata con la
massa m’ che si muove ad una certa velocità.
 L’altra è la parte di pressione

 Ci sono perdite per attrito, turbolenza e


resistenza viscosa, e la turbina ha un’efficienza
intrinseca.
 Per la conversione finale di energia idroelettrica
in elettricità, si deve considerare l’efficienza del
generatore.

16
30/11/2017

GENERALITÀ
 L’efficienza complessiva dei sistemi idroelettrici di
pompaggio devono considerare il rapporto tra l’energia
fornita al consumatore e l’energia consumata durante il
pompaggio.
 L’energia utilizzata per pompare un V volume di acqua fino
ad un’altezza h con efficienza di pompaggio ηr è data
dall’equazione (11.21), e l’energia immessa in rete,
considerando l’efficienza di generazione ηg, è data dalla
equazione (11.22).

COME FUNZIONANO
 Durante il picco della domanda, l’acqua viene rilasciata dal
serbatoio superiore.
 L’acqua scende verso il basso attraverso condotte ad alta
pressione.
 Passa attraverso le turbine e, infine, staziona nel serbatoio
inferiore.
 Le turbine guidano i generatori di energia che generano
energia elettrica.
 Pertanto, quando si rilascia l’energia durante i picchi di
domanda, un sistema idroelettrico di pompaggio funziona
in modo simile ai sistemi idroelettrici tradizionali.
 Quando la produzione supera la domanda, l’acqua viene
pompata e conservata nel serbatoio superiore, di solito con
un surplus di mattina presto.

17
30/11/2017

CAPACITÀ DI ACCUMULO DEI SISTEMI DI


POMPAGGIO

 La quantità di elettricità che può essere


accumulata dipende da due fattori:
 la distanza netta verticale attraverso cui l’acqua
cade, chiamata prevalenza, H,
 la portata, Q (o il volume di acqua al secondo dal
serbatoio, e viceversa).
 Un comune falso presupposto è che la prevalenza
e il flusso siano sostituibili, ma in realtà
semplicemente aumentare il volume per secondo
non può compensare la mancanza di prevalenza.

CAPACITÀ DI ACCUMULO DEI SISTEMI DI


POMPAGGIO

 Di tutti i metodi di stoccaggio di energia su larga


scala, lo stoccaggio da idroelettrico di pompaggio
è il più efficace.
 È possibile immagazzinare la più grande capacità
di energia elettrica (oltre 2000 MW), e il periodo
di conservazione è tra i più lunghi.
 Un tipico impianto potrebbe accumulare l’energia
per più di sei mesi.

18
30/11/2017

CAPACITÀ DI ACCUMULO DEI SISTEMI DI


POMPAGGIO

 Un esempio è una caverna costruita dall’uomo


sotto le colline del Galles del Nord.
 Le sue sei enormi turbine di pompaggio possono
erogare 317 MW ciascuna, producendo insieme
fino a 1800MW movimentando un volume di 6
milioni di metri cubi di acqua e una prevalenza di
600 m.
 Queste pompe –turbine sono seconde nella taglia
ai dispositivi da 337 -MW installati presso
Tianhuanping in Cina, ma l’impianto del Galles
del Nord beneficia di 50m in più di prevalenza
rispetto all’impianto cinese.

CAPACITÀ DI ACCUMULO DEI SISTEMI DI


POMPAGGIO

 Il valore del sistema di stoccaggio idroelettrico è


esaltato dalla velocità di risposta dei generatori.
 Una di queste turbine può essere portata a piena
potenza in soli 10 secondi se la rotazione
inizialmente avviene in aria.
 Anche partendo da un arresto completo richiede
solo 1 minuto.
 A causa della velocità di risposta rapida, i sistemi
di stoccaggio idroelettrici a pompaggio sono
particolarmente utili come backup in caso di
cambiamenti improvvisi della domanda.

19
30/11/2017

VANTAGGI DEI SISTEMI DI POMPAGGIO


 In parte a causa delle loro grandi dimensioni e la relativa
semplicità nella progettazione, i sistemi idroelettrici di
pompaggio sono tra i più economici in termini di costi
operativi per unità di energia.
 Il costo per l’accumulo di energia in sistemi idroelettrici a
pompaggio può essere di un ordine di grandezza inferiore
rispetto ai sistemi di accumulo con superconduttori
magnetici.
 A differenza di dighe idroelettriche, i sistemi di pompaggio
hanno poco impatto sul paesaggio. Essi non producono
inquinamento o rifiuti.

SVANTAGGI DEI SISTEMI DI POMPAGGIO


 Il principale svantaggio è legato alla loro
dipendenza dalle formazioni geologiche uniche.
 Ci devono essere due grandi serbatoi e sufficiente
prevalenza perché la costruzione sia fattibile.
 Questo è non comune e spesso costringe a
posizionarli in luoghi remoti, come ad esempio in
montagna, dove la costruzione è difficile e la rete
elettrica non è presente o è troppo distante.

20
30/11/2017

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA


(CAES)

GENERALITÀ
 Introdotta nel 1870 per
immagazzinare nell’aria
compressa l’energia prodotta
da usare successivamente;
 Il CAES si può usare su
piccola e grande scala;
 Sono richiesti grandi volumi a
causa della bassa densità di
energia di accumulo

21
30/11/2017

GENERALITÀ
 I sistemi di accumulo di energia ad aria
compressa rappresentano una tecnologia di
accumulo matura di elevata potenza, per
applicazioni di livellamento del carico a lungo
termine.
 L’aria compressa è il mezzo che consente
all’energia elastica di essere inclusa nel gas.
 La legge dei gas perfetti si riferisce alla pressione
P, il volume V e temperatura T di un gas come
indicato da
 PV=ƞRT (11.23)
 dove ƞ è il numero di moli e R è la costante universale
dei gas.

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA




22
30/11/2017

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA


 Ipotizzando un volume iniziale di 1m3 ed una pressione di
2x105 Pa, se il gas è compresso a 0,4 m3 a temperatura
costante, la quantità di energia immagazzinata è 1,8 x 105 J,
che è una densità di energia molto più alta di quella di campi
magnetici o elettrici.
 Nei sistemi di accumulo ad aria compressa, l’aria viene
compressa e conservata sotto pressione.
 Il rilascio di aria pressurizzata è successivamente usato per
generare elettricità, se combinato con una turbina a gas
risulta essere più efficiente.

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA


 La Figura 11.17 mostra un tipico sistema CAES, in cui
l’aria viene utilizzata per comandare il compressore di una
turbina a gas.

23
30/11/2017

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA


 Questo sistema rende fino a 50-60% dell’energia totale
consumata dal sistema di turbina a gas.
 La parte più importante di un impianto CAES è il sistema
di stoccaggio ad aria compressa.
 Questo di solito è una caverna di roccia costruita dall’uomo,
una cavità salina, o roccia porosa creata da falde acquifere
o come risultato dell’estrazione di petrolio o di gas.
 Le falde acquifere, in particolare, possono essere
interessanti come un supporto per l’accumulo, perché l’aria
compressa è in grado di spostare l’acqua, permettendo la
creazione di un sistema di stoccaggio a pressione costante.

SISTEMI AD ARIA COMPRESSA REALIZZATI


 Il più grande impianto CAES è stato costruito a Huntorf,
Germania.
 Questo impianto ha una potenza nominale 290 MW ha
funzionato per 10 anni con il 90% di disponibilità e
un’affidabilità del 99%.
 Nonostante lo smantellamento di questo impianto, la
tecnologia CAES continua ad essere promossa, e la
compagnia Alabama Electric Co-operative ha realizzato un
progetto commerciale 110 MW a McIntosh, Alabama.
 L’impianto ha iniziato ad operare nel maggio 1991 e da
allora ha fornito la potenza durante i periodi di picco della
domanda.

24
30/11/2017

CAES MCINTOSH, ALABAMA


 È il primo al mondo ad utilizzare un recuperatore di
combustibile - efficiente, che riduce il consumo di
carburante del 25%.
 L’energia elettrica fuori - picco è utilizzata per comprimere
l’aria.
 Il consumo di energia elettrica durante la compressione è di
0,82 kWh della generazione nel picco di carico.
 L’impianto fornisce elettricità sufficiente per alimentare la
richiesta di 11.000 case per 26 ore.
 L’accumulo avviene in una caverna di sale, 1500 piedi
sottoterra, in grado di contenere 10 milioni di piedi cubi
d’aria.

COSTI DEL CAES


 I costi annuali di investimento per un sistema CAES sono stimati
tra $90 e 120 dollari per kW (cash flow uniforme), a seconda del
tipo di stoccaggio di aria.
 Con un tasso di sconto del 9% e un ciclo di vita di 10 anni, questi
corrispondono a investimenti iniziali necessari tra $580 e $770
per kW.
 Lo sviluppo di sistemi CAES su larga scala è limitata dalla
disponibilità di siti idonei. Pertanto, la ricerca attuale si
concentra sullo sviluppo di sistemi con serbatoi di stoccaggio
realizzati dall’uomo.
 Anche se in genere è l’aria ad alta pressione che aziona le turbine,
molto spesso l’aria viene miscelata con il gas naturale. Vengono
bruciati insieme nello stesso modo come in un impianto a turbina
convenzionale.
 In generale, le caverne di roccia sono circa il 60% più costose delle
caverne di sale. L’accumulo in falde acquifere è il metodo meno
costoso e quindi è usato.

25
30/11/2017

SISTEMI CASV
 L’altro approccio per stoccaggio di aria compressa viene
chiamata aria compressa accumulata in vasi (CASV).
 In un sistema CASV, l’aria viene immagazzinata in
serbatoi fabbricati ad alta pressione.
 Tuttavia, la tecnologia non è abbastanza avanzata per
consentire la fabbricazione di serbatoi ad alta pressione ad
un costo fattibile.

FLYWHEEL ENERGY STORAGE


SYSTEM (FESS)

26
30/11/2017

GENERALITÀ
 I volani si basano su un principio di fisica molto semplice.
 Essi immagazzinano energia in una massa rotante.
 Attraverso una macchina elettrica accoppiata, il sistema
può immagazzinare energia accelerando l’albero, e
recuperare la potenza rallentando lo stesso.
 Il sistema è formato principalmente da una massa avviata
in rotazione ad alta velocità da un motore elettrico.
 Nel caso in cui la fornitura elettrica venga meno la massa
continuerà a ruotare per inerzia generando energia
elettrica e in alcuni casi avviando direttamente il motore
del gruppo elettrogeno.

GENERALITÀ
 Quando è richiesta energia, il volano riduce la velocità di
rotazione;
 I FESS si ricaricano usando il motore per aumentare la
velocità di rotazione;
 I FESS sono efficaci per valori elevati di potenza, ma bassa
energia permettendo una continuità di alimentazione;
 I FESS rispondono ai segnali di rete istantaneamente,
inviando una regolazione di frequenza e un miglioramento
della qualità di potenza
 I FESS tradizionali sono fatti in acciaio e ruotano ad una
velocità max di 10.000 RPM
 I moderni flywheel sono fatti di fibra di carbonio, inseriti
una camera a vuoto e usano cuscinetti magnetici: in questo
caso si raggiungono 60.000 RPM

27
30/11/2017

SCHEMA TIPICO DI UN SISTEMA FLYWHEEL


 Un moderno sistema di
questo tipo è composto da
cinque componenti:
 un volano,
 un gruppo di cuscinetti,
 un motore/generatore
elettrico reversibile,
 un’unità elettronica di
potenza e una camera a
vuoto.
 In Figura è mostrata la
struttura semplificata di un
moderno impianto a volano.

COME FUNZIONA
 L’energia immagazzinata dipende dal momento d’inerzia
del rotore, I, che dipende dalla distribuzione della densità
di massa attorno all’asse di rotazione, ρ(x), e il raggio
geometrico del rotore, r.
 L’energia dipenderà dal momento d’inerzia e il quadrato
della velocità angolare del volano dell’albero:

 L’ordine di grandezza delle velocità di rotazione è tra le


migliaia e le decina di migliaia di giri al minuto (rpm). Per
ridurre al minimo le perdite per attrito, all’interno della
struttura viene creato il vuoto e in alcuni casi vengono
utilizzati cuscinetti a lievitazione magnetica.

28
30/11/2017

PRESTAZIONI AVANZATE DEI FLYWHEEL


 Anche se sembra che solo l’elevata velocità angolare e la rotazione
di grosse masse intorno all’asse consentirebbe un elevato
accumulo di energia, è importante valutare come ottenere la più
alta densità di energia data una forza materiale prescritta.
 La resistenza a trazione (cioè la massima sollecitazione che non
porta ad una deformazione permanente del materiale) dovrebbe
essere usata per definire la forma ottimale del volano.
 Il valore del fattore di forma K è una misura dell’efficienza con la
quale la geometria del volano utilizza la resistenza del materiale

PRESTAZIONI AVANZATE DEI FLYWHEEL


 Un’espressione generale di densità di massa uniforme per qualsiasi
materiale del volano è
 Em,max=K σmax/ρ (11.15)
 dove Em,max è la massima energia cinetica per unità di massa.
 Se il materiale è isotropo, la massima deformazione di trazione è
indipendente dalla direzione e può essere indicato con σmax.
 Calcolando le forze interne al volano e considerando un dato volano a
forma simmetrica attorno all’asse di rotazione, il fattore di forma
risultante K può essere calcolato come indicato nella Tabella 11.7.
 L’espressione (11.15) può essere interpretata come il massimo stress
accettabile σmax per una data densità di energia di accumulo massima
(cioè, non è dipendente dalla velocità di rotazione, e viene massimizzata
per materiali leggeri e progettati per elevate sollecitazioni).
 Per una data geometria, la densità di energia limitante (energia per unità
di massa) di un volano è proporzionale al rapporto tra resistenza del
materiale e densità (resistenza specifica).

29
30/11/2017

APPLICAZIONI
 A causa della loro risposta veloce rispetto all’accumulo
elettrochimico di energia, i sistemi a volano sono in grado
di sostenere un carico critico durante un’interruzione di
potenza dalla rete.
 I progressi nel campo dell’elettronica di potenza e dei
controllori digitali hanno permesso la realizzazione di
progetti di volano migliori al fine di fornire un’alternativa
economica al mercato per il miglioramento della qualità
della potenza.
 Nei sistemi tipici, un motore fornisce energia meccanica in
ingresso al volano e un generatore, accoppiato sullo stesso
albero, fornisce energia elettrica in uscita tramite un
convertitore elettronico.

APPLICAZIONI
 È anche possibile progettare un sistema elettronico con potenza
bidirezionale tramite una macchina in grado di funzionare da motore e da
generatore.
 La Figura mostra che volani possono essere utilizzati in applicazioni che
intersecano le aree di condensatori e batterie per potenze superiori a 80
kW in un arco di tempo di 1 a 100 secondi.
 Quindi i volani non possono immagazzinare energia per molto tempo, ma
l’energia immagazzinata può essere rilasciata in un tempi relativamente
brevi.
 Questo li rende adatti per gruppi di continuità e per le applicazioni del
veicolo elettrico.

30
30/11/2017

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 La capacità di accumulo di energia volani può essere
migliorata utilizzando il materiale opportuno e
aumentando il momento di inerzia, o facendolo girare a
velocità più elevate.
 Alcuni progetti utilizzano cilindri cavi per il rotore, che
consente alla massa di essere concentrata sul raggio
esterno del volano e migliora la capacità di stoccaggio con
un minore aumento di peso nel sistema di accumulo.
 I sistemi di accumulo a volano hanno capacità 0,5-500
kWh. Se si utilizzano dei cuscinetti magnetici, il volano ha
delle perdite inferiori allo 0,1 % dell’energia immagazzinata
per ora.

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 Sono state utilizzate due strategie per lo sviluppo
di volani per applicazioni di potenza:
 Una possibilità è quella di aumentare l’inerzia
utilizzando una massa di acciaio con un grande
raggio e velocità di rotazione fino a poche migliaia di
giri al minuto.
 Un motore standard e un azionamento elettronico di
potenza possono essere utilizzati come l’interfaccia di
conversione di potenza per questo tipo di volano.
 Per tali sistemi standard, la velocità di rotazione è
limitata a circa 10.000 rpm.

31
30/11/2017

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 Per disaccoppiare la diminuzione della velocità di
rotazione dalla frequenza elettrica stabile
necessaria per la rete, di solito si implementa un
sistema a velocità variabile controllato da un
azionamento di potenza con i raddrizzatori e
inverter elettronici, come indicato nella Figura

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 La seconda strategia di progettazione è produrre
volani con un rotore leggero che gira ad alta velocità
pari a 100.000 rpm.
 Questo approccio si traduce in dispositivi di accumulo
compatti e leggeri.
 Sono possibili progetti modulari, con un gran numero
di piccoli volani come alternativa a pochi grandi
volani.
 Tuttavia, le perdite a causa della resistenza dell’aria
e di rotazione comportano una significativa auto-
scarica, che influisce sull’energia di accumulo a lungo
termine.

32
30/11/2017

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 I volani ad alta velocità funzionano in recipienti sotto vuoto
per eliminare la resistenza dell’aria, ed i cuscinetti
magnetici devono resistere alla differenza di pressione tra
il recipiente e l’ambiente esterno.
 Si sta studiando la possibilità di utilizzare cuscinetti a
superconduttore magnetico per volani a velocità
estremamente elevate e forze magnetiche in grado di far
levitare il rotore ed eliminare le perdite per attrito.
 In questo caso sono spesso utilizzati macchine a magneti
permanenti.

STRATEGIE DI PROGETTAZIONE
 La figura 11.12 mostra l’uso
di un volano ad alta velocità
per un dispositivo di
ripristino della tensione
dinamica in cui un sistema
di controllo di energia
mantiene l’equilibrio
dell’albero mentre un
rivelatore di buche di
tensione inietta la tensione
correttiva in serie con il
sistema di alimentazione.

33
30/11/2017

VANTAGGI
 Elevata efficienza
 Elevata densità di potenza
 Bassa degradazione delle prestazioni (non ci sono
limiti sul numero di cicli di carica/scarica)
 Bassa manutenzione
 Non ci sono variazioni nei parametri interni
 Ricarica veloce
 Facile determinazione dello stato di carica
 Nessun impatto ambientale
 Permette la continuità del servizio
 Funziona in un range di temperatura ampio (-20°C a
40°C)

SVANTAGGI
 Elevati costi iniziali
 Scarica veloce
 Stress meccanici se usate in applicazioni mobili
 Necessità di elevata precisione nella progettazione e
realizzazione
 Necessità di infrastrutture meccaniche

34
30/11/2017

APPLICAZIONI
Impianto per la regolazione della frequenza da 20MW che
utilizza 200 volani da100 kW, 25 kWh ciascuno in USA

http://beaconpower.com

APPLICAZIONI
Esempio di flywheel per applicazioni UPS

www.power-thru.com

35
30/11/2017

APPLICAZIONI
Esempio di flywheel per applicazioni in generazioni ibride

www.power-thru.com

ACCUMULO DI ENERGIA
ELETTRICA
• Ultracondensatori
• Superconduttori magnetici

36
30/11/2017

ULTRACONDENSATORI

GENERALITÀ
 I condensatori ordinari sono in grado di immagazzinare
energia nel materiale dielettrico ad un valore di 1/2 CV2,
dove C è la sua capacità (Farad) e V (volt) è la tensione ai
suoi capi.
 La tensione massima di un condensatore regolare dipende
dalle caratteristiche di degradazione del materiale
dielettrico.
 La carica Q (coulomb) immagazzinata nel condensatore è
data da Q=CV.
 La capacità del dielettrico del condensatore dipende dalla
costante dielettrica (ε), e lo spessore (d) del materiale
dielettrico più la sua area geometrica:
 C= εA/d (11.10)

37
30/11/2017

ULTRACONDENSATORI
 Nel corso degli ultimi anni, sono stati sviluppati
condensatori elettrici a doppio strato con elevati
valori di capacità.
 Quei condensatori sono chiamati frequentemente
supercondensatori, ultracondensatori, o
condensatori elettrochimici.
 Un ultracondensatore è un dispositivo di
accumulo dell’energia elettrica che viene
costruito proprio come una batteria perché ha
due elettrodi immersi in un elettrolita con un
separatore tra loro.

ULTRACONDENSATORI
 Gli elettrodi sono fabbricati da materiale con superficie altamente
porosa che ha pori di diametro nell’ordine di nanometri.
 La carica è immagazzinata nei micropori in prossimità
dell’interfaccia tra il materiale solido dell’elettrodo e l’elettrolita.
 La carica e l’energia immagazzinata sono dati dalle stesse
espressioni di un condensatore ordinario, ma la capacità dipende
da fenomeni complessi che si verificano nei micropori
dell’elettrodo.

38
30/11/2017

ULTRACONDENSATORI DOPPIO STRATO


 Il condensatore contiene due elettrodi di particelle di
carbonio formate da un film di polimero conduttore.
 Una membrana di ioni conduttori separa i due elettrodi, e
un elettrolita di idrossido di potassio permea il
condensatore.
 I micropori delle particelle di carbonio danno origine ad
una superficie enorme e con valori estremamente elevati di
capacità, che i condensatori convenzionali non possono
raggiungere.
 L’energia viene immagazzinata nei condensatori a doppio
strato come separazione di carica nel doppio strato formato
all’interfaccia tra la superficie solida del materiale di
elettrodo e l’elettrolita liquido nei micropori degli elettrodi.

ULTRACONDENSATORI DOPPIO STRATO


 Gli ioni dislocati nel formare i doppi strati nei
pori sono trasferiti tra gli elettrodi per diffusione
attraverso l’elettrolita.
 Il separatore impedisce il contatto elettrico tra i
due elettrodi.
 È molto sottile, con elevata resistenza elettrica,
ma permeabile agli ioni, che consente il
trasferimento di carica ionica.
 Il polimero o i separatori di carta possono essere
utilizzati con elettroliti organici, e i separatori di
fibra ceramica o di vetro sono spesso utilizzati
con elettroliti acquosi.

39
30/11/2017

ULTRACONDENSATORI DOPPIO STRATO


 Queste cariche possono dare origine a lavoro
elettrico quando il loro flusso avviene tra due
elettrodi di potenziali diversi.
 Un materiale dielettrico interposto tra due
elettrodi immagazzina energia elettrostatica
accumulando cariche, ma ha un capacità molto
limitata di accumulo rispetto a quella delle
batterie.
 Le prestazioni dei condensatori elettrochimici
dipendono dalla capacità specifica (F/g o F/cm3)
del materiale dell’elettrodo e la conducibilità
ionica dell’elettrolita utilizzato nel dispositivo.

ULTRACONDENSATORI DOPPIO STRATO


 La capacità specifica di un particolare materiale
dell’elettrodo varia se il materiale viene utilizzato
nell’elettrodo positivo o negativo del dispositivo e se
l’elettrolita è acquoso o organico.
 La maggior parte dei materiali di carbonio presenta
capacità specifica: nell’intervallo 75-175 F/g per elettroliti
acquosi e da 40 a 100 F/g per elettroliti organici.
 Sebbene con elettroliti organici si realizza una capacità
specifica inferiore, essi hanno il vantaggio di una maggiore
tensione di funzionamento.
 Per cella con elettroliti acquosi, la tensione è circa 1 V, per
elettroliti organici, la tensione di cella è 3 - 3,5 V.

40
30/11/2017

ULTRACONDENSATORI AD ALTA ENERGIA


 L’elevato contenuto di energia degli
ultracondensatori si origina nell’elettrodo di
carbone attivo, che ha un’area superficiale
specifica estremamente elevata ed una distanza
estremamente ridotta (dell’ordine di pochi
nanometri) tra le cariche opposte del
condensatore.
 Poiché il dielettrico è estremamente sottile,
costituito esclusivamente della fase di confine tra
elettrodo ed elettrolita, sono possibili capacità
dell’ordine di poche migliaia di farad in un
volume molto piccolo.

ELECTRIC DOUBLE LAYER CAPACITOR-


EDLC
 Per aumentare la densità di energia, è stata progettata una
combinazione di una batteria e un condensatore.
 In esso, un elettrodo è per una batteria, e l’altro elettrodo è
un condensatore.
 Tale configurazione ibrida è chiamato Electric Double
Layer Capacitor-EDLC asimmetrico. I condensatori
asimmetrici tendono ad avere una maggiore capacità
poiché l’elettrodo batteria, fisicamente più piccolo
dell’elettrodo di carbonio, permette di avere più spazio a
disposizione.
 La maggior parte dei EDLC utilizza elettroliti acquosi, che
sono limitati dalla tensione di ebollizione dell’acqua.
 I condensatori più simmetrici utilizzano elettroliti organici
per realizzare tensioni nominali a 2,5-2,7 V.

41
30/11/2017

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI

 La densità di energia e di potenza degli


ultracondensatori rientra tra quelli di batterie e
condensatori convenzionali, come illustrato nella
Figura 11.6.

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI

 Hanno più energia di un condensatore ma meno


di una batteria e più potenza di una batteria, ma
meno di un condensatore.
 Diversamente che nelle batterie, la tensione di un
ultracondensatore varia linearmente con lo stato
di carica, come illustrato nella Figura 11.7.

42
30/11/2017

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI

 Gli ultra-condensatori possono essere utilizzati:


 Nelle comunicazioni wireless, sono utilizzati per la potenza di
impulso durante la trasmissione in telefoni GSM cellulari, nei
cercapersone a 1,5 - 2 vie, e altri dispositivi di comunicazione
dati.
 Nei computer portatili, in cui sono utilizzati per il hold-up e di
potere di impulso in terminali portatili di dati, assistenti
digitali personali, e tutti gli altri dispositivi portatili che
utilizzano microprocessori.
 Per applicazioni industriali come solenoide e valvola di
comando, serrature elettroniche, e gruppi di continuità.

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI
 Gli ultra-condensatori hanno diversi vantaggi rispetto alle
batterie.
 Essi tendono ad avere una maggiore durata perché
l’assenza di reazioni chimiche fa si che l’elettrodo sia
stabile e non ci sia usura.
 Gli ultra-condensatori tipicamente lavorano più di 100.000
cicli con un’efficienza energetica maggiore del 90 %.
 L’utilizzo di ultracondensatori per applicazioni
multimegawatt e trasmissione e distribuzione che
richiedono diverse ore di stoccaggio di energia per
l’abbassamento del picco e per il livellamento del carico non
è ancora fattibile.

43
30/11/2017

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI

 Essi sono attualmente


in grado di colmare la
potenza per i secondi in
un range di centinaia di
kW di potenza, e si sta
considerando il loro uso
per l’abbassamento del
picco residenziale (vedi
il sistema fotovoltaico
ibrido rappresentato
nella Figura 11.9).

LE APPLICAZIONI DEGLI
ULTRACONDENSATORI

 Gli ultra-condensatori sono stati fortemente presi


in considerazione per l’uso in associazione con
gruppi di continuità e celle a combustibile perché
rispondono più velocemente delle batterie e
hanno una maggiore densità di energia.
 Gli ultra-condensatori potrebbero fornire un più
lungo periodo di autonomia per un gruppo di
continuità e di far fronte a transitori più pesanti
rispetto alle celle a combustibile a causa della
loro lenta risposta agli sbalzi di corrente.

44
30/11/2017

SISTEMI DI ACCUMULO A
SUPERCONDUTTORI MAGNETICI
(SUPERCONDUCTING MAGNETIC
ENERGY STORAGE - SMES)

GENERALITÀ
 Il contenuto di energia in un campo
elettromagnetico è determinato dalla corrente
attraverso le N spire della bobina magnetica.
 Il prodotto NI si chiama forza magnetomotrice.

 Assumendo la forza elettromotrice nella bobina


come nell’equazione (11.16), l’energia viene data
dall’equazione (11.17).

45
30/11/2017

GENERALITÀ
 L’energia immagazzinata è data integrando
l’intensità del campo magnetico H sull’intero
volume in cui l’induzione B è significativa.
 Assumendo una relazione lineare tra H e B, la
densità di energia volumetrica può essere
ottenuta da tali equazioni come mostrato
nell’equazione (11.18).
 La densità di energia ottenuta in un campo
magnetico può essere definita dalle equazioni
(11.17) e (11.18).

GENERALITÀ
 Come esempio, tipici materiali ferromagnetici con B = 2T
sono approssimativamente 2 x 106 J/m3, che è un ordine di
grandezza maggiore del campo elettrostatico ma ancora
piccolo rispetto alle batterie elettrochimiche.
 Un induttore immagazzina energia proporzionale al valore
di induttanza e al quadrato della corrente, come indicato
dall’equazione (11.19).
 E(t)=1/2 Li(t)2 (11.19)
 Pertanto, sembra plausibile che si possano ottenere elevati
valori di densità di energia solo utilizzando mezzi come aria
o sottovuoto con corrente molto elevata, ma la resistenza
elettrica della bobina è un fattore limitante.

46
30/11/2017

I SUPERCONDUTTORI MAGNETICI
 Un superconduttore è un materiale la cui resistenza è zero
quando viene raffreddato ad una temperatura molto bassa,
nota come una temperatura criogenica.
 In un sistema di accumulo di energia a superconduttore
magnetico (SMES), un avvolgimento induttore con spira di
superconduttore, come niobio - titanio, viene utilizzato per
creare un campo magnetico dc.
 La capacità di trasporto di corrente del cavo dipende dalla
temperatura e dal campo magnetico locale.
 Un sistema criogenico mantiene la temperatura operativa
tale che la spira diventa un superconduttore.

LA TEMPERATURA CRITICA
 La temperatura critica è il punto in cui la
resistenza elettrica diminuisce drasticamente.
 Per tutti i superconduttori, questa è
normalmente 4 K usando elio liquido.
 Dopo il 1980, si sono resi disponibili nuovi
superconduttori in ceramica di ossido di rame.
 Essi devono solo essere refrigerati a circa 100 K,
utilizzando l’azoto liquido o speciali frigoriferi.
 Questi nuovi materiali sono classificati come
superconduttori ad alta temperatura.
 Superconduttori a bassa temperatura devono
essere raffreddati a circa -269°C (4 K).

47
30/11/2017

CAVO IN CONDOTTO
 Alcune ricerche hanno sviluppato il concetto del
conduttore cavo -in- condotto.
 In questo progetto, un cavo superconduttore è
posto all’interno di un condotto (o rivestimento)
riempito di elio.
 Il conduttore non è solo il percorso elettrico
principale, ma anche l’elemento di contenimento
dell’elio.
 Questa combinazione di funzioni consente una
maggiore flessibilità, con il potenziale di
semplificazione e costo inferiore.

CAPACITÀ DEI SISTEMI SMES


 Sistemi SMES sono generalmente in grado di
immagazzinare fino a circa 10 MW.
 Sono possibili capacità più elevate per più brevi intervalli
di tempo.
 Se una bobina di circa 150 a 500 m di raggio è in grado di
sopportare un carico di 5000 MWh, a 1000 MW, si prevede
che le SMES possano potenzialmente accumulare fino a
2000 MW.
 Un problema connesso con i sistemi SMES è il requisito di
compensazione per il campo di dispersione.
 Il campo diminuisce con l’inverso del cubo della distanza
dal centro della bobina, e ad 1 km di raggio potrebbe
mantenere ancora qualche millitesla.

48
30/11/2017

CAPACITÀ DEI SISTEMI SMES


 Per evitare interferenze sugli aerei, linee elettriche di
trasmissione, comunicazione, persone, e la migrazione degli
uccelli deve essere aggiunto un cerchio esterno (una bobina
di guardia) con un momento magnetico opposto al sistema
SMES.
 Un requisito speciale per i sistemi di SMES è un sistema di
protezione in grado di rilevare ed evitare spegnimenti (cioè
perdita di superconduttività) a causa dell’accoppiamento
termodinamico critico tra superconduttori e tubi di
raffreddamento che porta ad un rilascio di calore ohmico
che potrebbe causare danni irreversibili alla bobina di
superconduttore.

CAPACITÀ DEI SISTEMI SMES


 La Figura 11.13
mostra l’idea di base
del controllo della
carica e scarica di un
induttore
superconduttore per
sistemi monofase e
trifase.

49
30/11/2017

CAPACITÀ DEI SISTEMI SMES


 Nell’induttore si mantiene la corrente nella
stessa direzione.
 Quando l’energia viene immagazzinata, viene
applicata una tensione positiva alla bobina di
superconduttore, e, appena l’energia è rilasciata,
la tensione è invertita.
 Per tensione media zero, l’unica perdita è
l’energia necessaria per eseguire la refrigerazione
criogenica e attivare il circuito elettronico di
potenza.
 La topologia presentata nella Figura 11.13
richiede che il flusso di potenza sia bidirezionale
con la rete.

SVILUPPO DI SISTEMI SMES


 Il team di Accel Instruments
GmbH in Germania ha progettato
un sistema SMES da 2-MJ per
garantire la qualità di
alimentazione di un impianto di
laboratorio Dortmunder
Elektrizita und Wasserwerke.
 La Figura 11.14 mostra un
sistema SMES collegato tramite
un convertitore alle rete di
distribuzione e con collegamento
dc alla rete elettrica
dell’impianto.

50
30/11/2017

SVILUPPO DI SISTEMI SMES


 Il sistema è progettato per una potenza media di
200 kW.
 Il sistema SMES è avvolto in un superconduttore
di matrice mista di NbTi raffreddato con elio, con
un crio-raffreddamento a due stadi.
 Il sistema SMES ha un sofisticato sistema di
protezione contro lo spegnimento, e l’interfaccia
con il circuito in dc rende il sistema più flessibile
di un collegamento diretto alla rete.

SVILUPPO DI SISTEMI SMES


 Miglioramenti tecnici su
come controllare i sistemi
criogenici hanno permesso
alle SMES di penetrare il
mercato dei sistemi di potenza
in questi ultimi anni.
 American Superconductor ha
un sistema commerciale
chiamato D-SMES, che è un
dispositivo di trasmissione
flessibile AC (FACTS)
collegato in derivazione
progettato per aumentare la
stabilità della rete, migliorare
il trasferimento di potenza, e
aumentare l’affidabilità, come
illustrato nella Figura 11.15.

51
30/11/2017

D-MES
 Gli D-SMES iniettano potenza attiva e reattiva dinamica
rapidamente per compensare i disturbi sulla rete elettrica.
 Questo sistema inietta nel carico dell’impianto una
correzione di tensione in serie con la rete di utilità per il
miglioramento della qualità di potenza.
 Un sistema SMES ha:
 una veloce risposta alle caratteristiche della domanda
 alta efficienza di potenza,
 capacità di fornire supporto alla frequenza (riserva spinning)
durante la perdita di generazione, stabilità transitoria e dinamica
smorzando le oscillazioni della linea di trasmissione e supporto
dinamico di tensione.

L’ACCUMULO ELETTROCHIMICO

52
30/11/2017

GENERALITÀ
 Questa classe di dispositivi di accumulo raggruppa diversi
tipi di batterie secondarie o ricaricabili. La cella può
convertire energia elettrica in energia chimica e viceversa.
 Ogni cella della batteria presenta tre principali elementi:
 un elettrodo positivo, uno negativo ed un elettrolita.
 I due elettrodi sono composti da materiali che hanno
differenti proprietà elettrochimiche che inducono
spontaneamente reazioni di ossidoriduzione generando una
corrente elettrica quando la batteria viene inclusa in un
circuito chiuso per una fase di scarica.
 Le reazioni elettrochimiche sono reversibili, le batterie
possono essere ricaricate applicando agli elettrodi una fonte
di tensione esterna, e presentano tempi di risposta molto
rapidi, sia in fase di carica che in fase di scarica (da qualche
millisecondo fino a massimo un secondo).

GENERALITÀ
 Un sistema BESS (Battery Energy Storage System),
mostrato in Figura, è caratterizzato da un certo numero di
celle connesse in serie o parallelo ed è in grado di
immagazzinare energia e restituirla ad un valore di
tensione desiderato.

53
30/11/2017

GENERALITÀ
 Al fine di valutare ciclo di vita delle batterie, ci sono tre
fattori importanti che devono essere presi in
considerazione:
 profondità di scarica (Depth of discharge - DOD), che esprime la
quantità di energia stoccata che è utilizzata, ad esempio il 0%
DOD indica che la batteria è completamente carica mentre il
100% DOD indica che la batteria è scarica. Come regola generale,
ad un alto DOD corrisponde un ciclo di vita più breve.
 i tassi di scarica e ricarica,
 il funzionamento a temperatura ambiente.

GENERALITÀ
 Un metodo usuale per indicare i tassi di scarica e carica è il
“C-rate”, espresso come:
 I= M Cn
 I è la corrente di scarica (o carica) in ampere (A);
 C è la capacità nominale della batteria in amperora (Ah);
 n è il tempo, in ore, per raggiungere la capacità nominale e M è un
multiplo o frazione di C.
 Ad esempio, il tasso di scarica C/5 o 0,2 C per una batteria con
capacità nominale di 5 A h è di 1 A.
 Pertanto, il ciclo di vita della batteria sarà ridotto ogni
volta che è scaricata (o caricata) ad una velocità maggiore
rispetto al tasso nominale del produttore.
 Infine, i produttori comunemente relazionano il ciclo di vita
del sistema ad una data temperatura ambiente (20÷25 °C),
ma all’aumentare della temperatura di esercizio il ciclo di
vita della batteria si riduce.

54
30/11/2017

BATTERIE CON ELETTROLITA


LIQUIDO
• Piombo acido
• Nichel/cadmio
• Nichel/ioduri metallici

BATTERIE PIOMBO ACIDO

55
30/11/2017

GENERALITÀ
 La batteria al piombo è un dispositivo elettrochimico inventato da
Plante nel 1859. In essa, due elettrodi reagiscono con un
elettrolita in acido solforico.
 Durante la scarica, entrambi gli elettrodi vengono convertiti in
solfato di piombo, come descritto dalla seguente reazione di
carica-scarica:

 Quando la batteria è carica, all’anodo viene ripristinato il biossido


di piombo e al catodo il piombo metallico.
 Tuttavia, i cambiamenti irreversibili agli elettrodi limitano il
numero di cicli, e, dopo un paio di migliaia di cicli, può verificarsi
un guasto a seconda del progetto della batteria e la profondità di
scarica.

GENERALITÀ
 La batteria al piombo è il sistema di accumulo
più comune tuttavia, altre tecnologie possono
superare la batteria piombo- acido sulla base
della densità di energia e la durata:
 le batterie al nichel- cadmio sono comuni in
applicazioni che richiedono batterie sigillate in grado
di operare in qualsiasi posizione, con maggiore
densità di energia.
 Altre batterie avanzate, come il nichel- idruro-
metallico e diverse tecnologie al litio, sono ormai
disponibili e convenienti nel breve futuro per
applicazioni residenziali e commerciali.

56
30/11/2017

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
 La struttura base di una batteria al piombo-acido
ha un tensione di 2,12-2,15 V per singola cella.
 Le batterie sono collegate insieme in serie per
produrre stringhe da 12-, 24- o 48-V.
 Queste stringhe vengono poi collegate in parallelo
a costituire un gruppo di batterie.
 Il banco di batteria alimenta in DC un inverter,
che produce alimentazione AC che può essere
utilizzata per far funzionare vari dispositivi.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE
 Il livello di tensione e corrente del banco di
batterie sono determinati dall’ingresso
dell’inverter, dal tipo di batteria, e dall’energia di
accumulo richiesta.
 La batteria al piombo-acido è utilizzata in
automobili, carrelli elevatori, e gruppi di
continuità.
 Le celle della batteria hanno due serie di lastre di
piombo che sono rivestite con sostanze chimiche e
immerse in un elettrolita liquido.
 Quando la batteria funziona, l’acqua
nell’elettrolita evapora e deve essere rimpiazzata
con acqua distillata.

57
30/11/2017

BATTERIE SLA E VRLA


 Durante la metà degli anni 1970, sono state
sviluppate batterie al piombo con manutenzione
zero trasformando l’elettrolita liquido in
separatori umidi ed effettuando una chiusura
ermetica.
 Sono state aggiunte valvole di sicurezza per
consentire lo sfiato del gas durante la carica e
scarica.
 Due sono i sistemi a piombo-acido emersi: la
piccola batteria piombo- acido sigillata (SLA),
nota anche con il nome Celle Gel, e la grande
batteria piombo-acido regolata a valvola (VRLA).

BATTERIE VRLA
 Le batterie VRLA non richiedono acqua per preservare il
buon funzionamento dell’elettrolita o miscelare l’elettrolita
per evitare la stratificazione.
 La ricombinazione dell’ossigeno e le valvole dei VRLA
impediscono lo sfiato del gas di idrogeno e ossigeno e la
penetrazione di aria. Tuttavia, potrebbe essere necessario
sostituire questa batteria più spesso di una batteria piombo
- acido, questo può aumentare il costo del sistema.
 I principali vantaggi delle batterie VRLA sulle batteria
piombo-acido sono:
 (1) la drastica riduzione della manutenzione,
 (2) il ridotto ingombro e peso a causa della costruzione sigillata e
elettrolita immobilizzato, che permettono alle celle di batterie di
essere assemblate in meno spazio.

58
30/11/2017

BATTERIE VRLA
 Le batterie VRLA sono meno robuste delle
piombo-acido, più costose, e hanno una durata
più breve.
 Le batterie VRLA sono percepite come a
manutenzione nulla e sicure, e sono adoperate
come alimentatori di standby nel settore delle
telecomunicazioni e per l’alimentazione in
situazioni in cui non possono essere messe da
parte camere speciali per le batterie.

BATTERIE VRLA E SLA


 A differenza delle batterie al piombo-acido,
entrambe le batterie SLA e VRLA sono
progettate con un basso potenziale di
sovratensione per impedire loro di raggiungere,
durante la carica, il potenziale che genera gas.
 La carica in eccesso potrebbe causare saturazione
e l’esaurimento dell’acqua.
 Di conseguenza, queste batterie non possono mai
essere caricate al loro pieno potenziale.

59
30/11/2017

VANTAGGI E I LIMITI DELLE BATTERIE


PIOMBO-ACIDO

CICLI DI CARICA E SCARICA


 Le batterie utilizzate per avviare le automobili sono note
come le batterie a ciclo basso perché sono progettate per
fornire una grande quantità di corrente per un breve
periodo e per sopportare un lieve sovraccarico senza
perdere l’elettrolita.
 Esse non possono essere completamente scaricate.
 Se vengono ripetutamente scaricate per più del 20%, la
durata della batteria ne sarà compromessa.
 Batterie al piombo per autoveicoli non sono progettate per
la scarica profonda e bisognerebbe mantenerli sempre al
massimo della carica con tensione costante pari a 13,8 V
(per batterie auto di sei elementi).
 Queste batterie non sono indicate per i sistemi GD.

60
30/11/2017

BATTERIE A CICLO PROFONDO


 Le batterie a ciclo profondo sono progettate per
essere scaricate ripetutamente per più di 80%
della loro capacità, quindi sono una buona scelta
per i sistemi GD.
 Sebbene siano progettate per resistere a cicli
profondi, queste batterie hanno una vita più
lunga se i cicli sono meno profondi.

BATTERIE GEL CELL


 Nelle batterie Gel cell, l’elettrolita è sospeso in un materiale
gelatinoso in modo che non si rovesci anche se la batteria sta
funzionando da un lato.
 Le gel-cell sono spesso chiamate batterie ricombinanti perché
l’ossigeno sprigionato all’elettrodo positivo viene ricombinato con
l’idrogeno emesso all’elettrodo negativo per mantenere l’elettrolita
umido.
 Ciò significa che non deve essere aggiunta acqua distillata.

 Le batterie Glass Mat hanno una microfibra di vetro opaco


spugnoso molto poroso tra le piastre per assorbire l’elettrolita e
non hanno alcun liquido libero.
 Analogamente alle gel cell, sono sigillate e utilizzano effetti
ricombinanti del gas in modo che non perdano liquido durante
l’uso.

61
30/11/2017

IL FUNZIONAMENTO DELLA BATTERIA


PIOMBO-ACIDO
 Una batteria al piombo è costituita da un catodo in piombo e un anodo in
ossido di piombo (PbO2) immerso in una soluzione di acido solforico.
 La reazione di scarica all’anodo consiste nello scambio di ioni ossigeno
dall’anodo con ioni solfato di elettrolita.
 Al catodo, la scarica coinvolge gli ioni solfato dall’elettrolita che si
combinano con gli ioni di piombo per formare solfato di piombo.
 Due elettroni devono entrare nel terminale di anodo e due elettroni
devono lasciare il terminale di catodo tramite il circuito esterno per ogni
due ioni di solfato che lasciano l’elettrolita:
 questo corrisponde alla corrente fornita dalla batteria al circuito esterno.
 La rimozione di ioni solfato dalla soluzione riduce l’acidità dell’elettrolita.
 Nella reazione di carica una tensione esterna maggiore della tensione
prodotta dalle reazioni presso anodo e catodo è applicata attraverso i
terminali della batteria, la corrente fluirà nell’anodo piuttosto che fuori,
caricando quindi la batteria.
 I processi chimici sono poi invertiti, e gli ioni solfato sono liberati nella
soluzione, che aumenta la concentrazione di acido solforico nell’elettrolita.

LA TENSIONE LIMITE NELLA BATTERIA


PIOMBO-ACIDO
 Un limite di alta tensione (oltre 2,4 V per cella) produce
buone prestazioni della batteria, ma riduce la durata a
causa della corrosione di griglia sulla piastra positiva e la
corrosione è permanente.
 Una bassa tensione (meno di 2,4 V per cella) è sicura se
caricata ad una temperatura più alta ma è soggetta a
solfatazione sulla piastra negativa. Questo influisce sulle
prestazioni della batteria.
 È dunque importante evitare di scaricare completamente
una batteria al piombo - acido.
 Il punto di congelamento dell’elettrolita dipende dallo stato
di carica. Pertanto, le batterie cariche possono operare a
basse temperature, mentre batterie con basso stato di
carica dovranno operare in ambienti più caldi.

62
30/11/2017

REGOLATORE DI CARICA
 Un regolatore di carica è essenziale per
mantenere le batterie sotto i livelli ottimizzati.
 Il regolatore di carica arresta la carica quando
viene raggiunto un livello minimo prescritto di
carica e interrompe il collegamento alla sorgente
principale (ad esempio, un campo fotovoltaico)
quando la batteria è completamente carica.

CICLI DI CARICA E SCARICA


 A seconda della profondità di scarica e
temperatura operativa, una batteria piombo-
acido fornisce da 200 a 300 cicli di scarica -
carica.
 I motivi principali per un ciclo di vita
relativamente breve è la corrosione della piastra
dell’elettrodo positivo, la deplezione del materiale
attivo, e l’espansione delle piastre positive.
 Queste modifiche sono più evidenti a
temperature di esercizio più elevate.
 I cicli (carica /scarica) ripetuti non prevengono o
invertono la tendenza.

63
30/11/2017

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 La temperatura di funzionamento ottimale per una
batteria al piombo è di 25°C (77°F).
 Come linea guida, ogni aumento della temperatura di 8°C
(15°F) dimezzerà la durata della batteria.
 Una batteria VRLA, che sarebbe durata 10 anni a 25°C
(77°F) durerà cinque anni, se fatta funzionare a 33°C
(95°F).
 Teoricamente la stessa batteria potrebbe funzionare un po’
più di un anno, alla temperatura del deserto di 42°C
(107°F).
 Tra le moderne batterie ricaricabili, la famiglia di batterie
al piombo-acido ha la più bassa densità di energia, che la
rende inadatta per i dispositivi portatili che richiedono
dimensioni compatte. Inoltre, le prestazioni alle basse
temperature è scarsa.

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 La capacità di carica di una batteria è indicata
come C.
 Quindi, quando un carico è collegato a tale
batteria che si scarica in n ore, il tasso di scarica
è C / n.
 È estremamente difficile misurare con precisione
lo stato di carica di una batteria piombo- acido e
prevedere la capacità rimanente.

64
30/11/2017

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 Figura 11.3 mostra
come la tensione del
terminale dipende
dalla velocità di carica
o scarica e lo stato di
carica di una batteria
tipica piombo-acido.

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 In una batteria, il tasso al quale viene descritta
la corrente di uscita o di ingresso influisce
sull’energia totale disponibile della batteria.
 Per esempio, una batteria da 100 Ah a un tasso
di 20 ore significa che per oltre 20 ore, sono
disponibili 100 Ah (cioè, l’utente può aspettarsi di
assorbire fino a 5 A ogni ora per 20 ore).
 Se è imposta una scarica rapida, le effettive
ampere-ora saranno meno.

65
30/11/2017

E-METER
 Ci sono alcuni misuratori commerciali dello stato
di carica, chiamato E-meter.
 Essi campionano il tasso di scarica ogni pochi
minuti, ricalcolano il tempo rimanente prima che
la batteria si scarichi, e aggiorna e visualizza un
grafico a barre indicatore del combustibile.
 L’E-meter misura anche kilowattora e
informazioni storiche della batteria come numero
di cicli, scariche più profonde e la profondità
media di scarica.
 Se un E-meter non è disponibile, una misura
della tensione a circuito aperto approssima la
scarica della batteria.

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 La batteria al piombo sigillata ha un tasso di scarica di
cinque ore, o C/5.
 Alcune batterie hanno un tasso di scarica lento di 20 ore.
 Tempi di scarica più lunghi producono letture di capacità
elevate.
 La batteria al piombo ha buone prestazioni a correnti di
carico elevate.
 se la batteria è caricata ad un tasso di C/5, la carica completa
viene raggiunta ad una tensione terminale di 16 V.
 se la batteria è caricata ad un tasso di C/20, la batteria
raggiungerà piena carica ad una tensione terminale di 14,1 V.

66
30/11/2017

PARAMETRI E LIMITI OPERATIVI


 Se la corrente di carica viene azzerata, la
tensione del terminale scende al di sotto di 13 V.
 Come esempio, una batteria a sei celle ha le
seguenti caratteristiche di tensione impostate:
 Tensione Quiescente (circuito aperto): 12,6 V
 Tensione di fine scarica: 11,8 V
 Carica: 13,2-14,4 V
 Tensione di formazione di gas: 14,4 V
 Tensione fluttuante raccomandata per la
conservazione di carica: 13,2 V
 Dopo la carica, la tensione del terminale scende
rapidamente a 13,2 V e poi lentamente a 12,6 V.

MANUTENZIONE DELLA BATTERIA


 Ogni mese si deve effettuare un controllo di
routine di banchi di batterie per controllare il
livello dell’acqua e la corrosione dei terminali.
 Almeno due o tre volte l’anno, dovrà essere
valutato lo stato di carica. Quando la batteria si
scarica, viene prodotta più acqua. Le batterie
scariche hanno un minore peso specifico.
 Lo stato di carica, o la profondità di scarica, può
essere determinata misurando la tensione o il
peso specifico dell’acido con un idrometro.
 Questi parametri non supporteranno la
condizione della batteria, solo un test di carico
prolungato può farlo.

67
30/11/2017

MANUTENZIONE DELLA BATTERIA


 La tensione su una batteria completamente
carica è tipicamente 2,12-2,15 V per cella, o 12,7V
per una batteria da 12 V.
 Al 50 %, la lettura sarà 2,03 VpC (volt per cella), e
allo 0 % sarà 1,75 VpC o meno.
 Il peso specifico sarà circa 1,265 per una cella
completamente carica e 1,13 o meno per una cella
completamente scarica.
 Questo può variare. L’utente dovrebbe misurare
questo caricando completamente nuove batterie e
lasciandole stabilirsi per un po’ e prendendo poi
una misura di riferimento.

MANUTENZIONE DELLA BATTERIA


 Naturalmente, letture del densimetro non sono
possibili per le batterie sigillate, quindi per
valutare la profondità di scarica si effettuano solo
letture di tensione.
 Il personale addetto alla manutenzione dovrebbe
utilizzare solo acqua distillata per evitare di
aggiungere minerali che possono ridurre
l’efficienza della batteria, le batterie dovrebbero
essere portate ad una carica completa prima di
aggiungere acqua perché l’elettrolita si espande
quando lo stato di carica aumenta.

68
30/11/2017

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 Per dimensionare batterie al piombo per
applicazioni di GD, il progettista deve decidere se
il banco di batterie sarà utilizzato per la
compensazione transitoria della risposta della
sorgente o per operazioni autonome per
interruzione della sorgente.
 Nel primo caso, la batteria verrà utilizzata in
combinazione con motori diesel, microturbine, o celle
a combustibile e tipicamente collegata alla rete.
 Per il funzionamento autonomo, l’energia viene
immagazzinata da fonti rinnovabili ed usata per un
lungo periodo di tempo in cui la fonte principale non è
disponibile.

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 Se il sistema è connesso alla rete, la dimensione
della batteria può essere ridotta per gli utenti che
tipicamente non vendono energia alla rete.
 Essa deve essere aumentata se gli utenti vendono
potenza attraverso scambio sul posto.

69
30/11/2017

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 La tensione nominale di cella corrisponde alla
tensione di circuito aperto (Vcn) per uno stato di
carica al 100%, che è la tensione di
mantenimento consigliata della cella.
 La tensione di cella al completamento della
scarica viene indicata (FVpC), che dovrebbe essere
scelta la più elevata possibile, in genere entro 80
-90% di Vcn:
 FVpC=0,8 Vcn (11.1)

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 Si indica con Vbat la tensione del terminale della
batteria (consistente in una stringa serie di celle
Nc) dopo la scarica.
 Vbat è uguale alla tensione minima del bus in DC,
che è legata alla tensione minima alla quale un
inverter collegato al circuito dc può operare.
 Il numero di celle può essere selezionato dal
seguente rapporto, prendendo il valore intero
successivo:
 Nc=Vbat/FVpC (11.2)

70
30/11/2017

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 La decisione se la batteria deve essere
dimensionata per la compensazione transitoria o
funzionamento autonomo deve essere presa a
questo punto.
 Quando si seleziona una batteria per compensare
la fonte principale (ad esempio, celle a
combustibile o microturbina) per le variazioni di
domanda, la tipica risposta transitoria della
sorgente cella combustibile o microturbina deve
essere nota empiricamente e definita dalla
funzione matematica g(t), che parte da zero e
termina al valore unitario al tempo Tr,max.

DIMENSIONAMENTO DELLA BATTERIA PER GD


 Questa funzione rappresenta la risposta della
fonte ad un cambio di passo nella potenza, e di
solito si può approssimare sia con una rampa sia
con una funzione esponenziale.
 Poi il massimo prelievo di potenza dalla batteria
per compensare questo transitorio è
 Pb,max(t)=pfl g(t) (11.3)
 dove pfl è la potenza a pieno carico (kW). La capacità
massima di energia necessaria alla batteria può
essere determinata da

71
30/11/2017

BATTERIA NICHEL/CADMIO

BATTERIA NICHEL/CADMIO
 La batteria Ni-Cd è costituita da un elettrodo positivo di idrossido di
nichel ed un elettrodo negativo di idrossido di cadmio all’interno di un
elettrolita alcalino.
 Quando il sistema è in carica, l’idrossido di nichel è convertito in
ossidrossido di nichel nell’elettrodo negativo mentre l’idrossido di cadmio
nell’elettrodo positivo è convertito in cadmio metallico, reazioni reversibili
nel ciclo di scarica.
 Le batterie Ni-Cd rispetto alle batterie piombo-acido hanno maggiore
durata del ciclo di vita (1000÷1500 cicli a 80% DOD) e energia specifica
(55÷75 Wh/kg) .
 Tuttavia, esse mostrano anche svantaggi come la tossicità legata
all’utilizzo del cadmio e l’effetto memoria che si ha quando una batteria
gradualmente perde la sua capacità massima a causa di cicli di ricarica
effettuati prima che essa fosse completamente scarica.

72
30/11/2017

NICHEL IODURI METALLICI


 Le batterie nichel-idruri metallici sono una
recente alternativa alle precedenti, con migliori
performance e caratteristiche più rispettose per
l’ambiente in quanto il cadmio è rimosso dagli
elettrodi.
 Un altro vantaggio della batteria Ni-MH è la sua
maggiore densità di energia (oltre 80 Wh/kg).
 Esse presentano due inconvenienti in termini di
durevolezza: una riduzione del ciclo di vita (800-
1200 cicli @ 80% DOD) e un più alto tasso di
autoscarica (0,4-1,2 %/giorno) rispetto al Ni-Cd

BATTERIE A CIRCOLAZIONE
ELETTROLITICHE

73
30/11/2017

GENERALITÀ
 Il processo elettrochimico simile alle batterie convenzionali,
con ioni che passano dagli elettrodi negativi agli elettrodi
positivi durante i cicli di carica e scarica attraverso una
membrana selettiva.
 Tuttavia, invece di due elettrodi composti di materiali
elettroattivi e un elettrolita selettivo, le batterie a flusso
hanno serbatoi di soluzioni elettrolitiche liquide contenenti
ioni che reagiscono in uno stack di celle, aventi due elettrodi e
una membrana selettiva di ioni.
 Indipendenza tra potenza e capacità progettata di stoccaggio:
 la potenza dipende dalla zona attiva delle celle stack,
 la capacità di accumulo dipende dal volume di soluzione
elettrolitica stoccata in serbatoi esterni.

GENERALITÀ
 Bassa autoscarica, poiché non vi è quasi nessun contatto tra le
due specie chimiche tranne quando sono pompate nelle celle
stack.
 La fase di arresto avviene quando la essa non è in funzione: al
fine di ridurre le perdite di autoscarica, le pompe vengono
fermate e le due soluzioni elettrolitiche sono drenate dalle
celle stack.
 La fase di avviamento prevede una fase di aumento di velocità
delle pompe; le soluzioni vengono convogliate nelle celle stack
e le pompe arrivano alla loro velocità di regime.
 Il periodo di riempimento garantisce che tutte le celle siano
piene con le rispettive soluzioni elettrolitiche. Entrambe le
fasi di avvio e arresto durano circa 7 minuti.

74
30/11/2017

BATTERIE VANADIO REDOX (VRB)


 Si possono individuare diverse tipologie di batterie a circolazione di
elettrolica, tra cui quelle al Vanadio, al Vanadio/Bromo, al Polisolfuro di
Bromuro al Ferro/Cromo, allo Zinco/Bromo ed allo Zinco/Cerium.
 Le batterie Vanadio Redox VRB sono uno dei sistemi più maturi di
batterie a flusso.
 Queste immagazzinano energia utilizzando coppie redox al vanadio
(V2+/V3+ e V4+/V5+) in due serbatoi con soluzioni di acido solforico, vedi
schema in Figura.
 Il VRB sfrutta il vanadio in questi quattro stati di ossidazione cosicché la
batteria di flusso ha un solo elemento attivo sia nell’anodo che nel catodo.
Durante i cicli di carica/scarica, ioni H+ vengono scambiati attraverso la
membrana selettiva di ioni.

BATTERIE VANADIO REDOX (VRB)


 Le batterie VRB hanno risposte rapide (più veloce di 0,001 s) e può
funzionare per 10.000÷16.000 cicli.
 Queste batterie possono essere progettate per fornire potenza continua
(scarica durata di 24 ore).
 Anche se le batterie VRB tendono ad espandere il loro campo di
applicazione, ci sono alcune sfide tecniche che devono essere risolte, per
esempio la bassa stabilità dell’elettrolita e la solubilità che porta alla
bassa qualità della densità di energia.
 Il costo di gestione relativamente alto ha bisogno di essere ulteriormente
ridotto.
 Tali batterie presentano bassa densità di energia (10÷70 kWh/m3), una
moderata efficienza (60÷70%), un tasso molto basso di autoscarica
(0,1÷0,4% / giorno), un ciclo di vita molto lungo (diverse migliaia di cicli) e
la durata (10÷15 anni).
 Di solito la potenza varia da decine di kW a diversi MW con capacità di
stoccaggio che può raggiungere le 10 ore.

75
30/11/2017

BATTERIE AL LITIO

GENERALITÀ
 Le batterie al litio hanno rappresentato un importante step
nello sviluppo di batterie grazie a una migliore energia
specifica e ciclo di vita.
 I progetti di ricerca sono iniziati nel 1960-70 e hanno
portato al lancio sul mercato nel 1991 delle prime batterie
agli ioni di litio per le piccole applicazioni da parte di Sony.
 Venti anni più tardi, la produzione raggiunge i 2 miliardi di
unità all’anno per queste applicazioni.

76
30/11/2017

GENERALITÀ
 Le batterie Li-ion operano in un principio chiamato di
intercalazione, costituito dall’inserimento reversibile di un
atomo ospite in una struttura ospitante solida non
perturbabile.
 Nelle batterie agli ioni di litio, gli ioni sono trasportati tra i
due elettrodi, deintercalati da uno e reintercalati nell’altro,
come nello schema di Figura 8.
 Catodo:
 ossido di cobalto di litio (LCO)
 litio nichel manganese cobalto (NMC)
 alluminio nichel cobalto (NCA)
 litio manganese (LMO)

 Anodo:
 grafite, carbonio
 Titanato di litio (LTO)

APPLICAZIONI DELLE BATTERIE AL LITIO


 Le celle mirate ad un uso in energia più comunemente
diffuse sono le LCO/C e NCA/C, mentre le NMC/C sono
impiegate sia in applicazioni in potenza che in energia. Le
LMO e LTO si trovano di solito nelle celle per uso in
potenza con grafite come elettrodo negativo.
 Le batterie Li-ion presentano le seguenti caratteristiche:
 energia specifica alta nelle celle di energia 150-250 Wh/kg
(LCO/C, NMC/C, NCA/C), e media nelle celle di potenza 70-
110 Wh/kg (LMO/C, LFP/C);
 potenza specifica in un range tra 500-1000 W/kg per LCO/C,
NMC/C, NCA/C, 2000-4000 W/kg per LMO/C, LFP/C;
 Alta efficienza (85-90%);
 basso tasso di autoscarica (0,1-0,3%/giorno)
 una buona durata del ciclo di vita: 2000-3000 cicli a 80%
DOD, per le celle NMC/C, NCA/C, 3000-5000 cicli a 80 %
DOD, per le celle LFP/C, LMO/LTO.

77
30/11/2017

BATTERIE AD ALTA
TEMPERATURA
• Batterie sodio/zolfo
• Batterie sodio/nichel

GENERALITÀ
 Le batterie ad alta temperatura sono meno diffuse e
utilizzate solo in specifiche applicazioni, a causa della
maggiore complicazione di utilizzo dovuta al mantenimento
della temperatura.
 Le tecnologie più mature sono le batterie al Sodio zolfo
(NaS) e le batterie al Sodio-Cloruro di Nickel (Na-NiCl2);
 Le NaS lavorano ad una temperatura interna di 300°C,
questo calore è necessario per portare gli elettrodi allo stato
fuso e per aumentare la conducibilità dell’elettrolita,
risultano poco sensibili alle condizioni ambientali esterne.
 Queste batterie, rispetto agli accumulatori con elettrolita
liquido, presentano una energia specifica molto più elevata,
elevati rendimenti energetici, prestazioni indipendenti
dalla temperatura ambiente e una buona vita attesa.

78
30/11/2017

LE BATTERIE SODIO/ZOLFO

GENERALITÀ
 Queste batterie sono state sviluppate nel 1984, e ad oggi
risultano i sistemi di accumulo elettrochimico più
collaudato su scala dei MW.
 La capacità installata mondiale è cresciuta rapidamente da
10 MW nel 1998 a 305 MW nel 2008, raggiungendo 450
MW alla fine del 2014 [7,19].
 Le batterie NaS utilizzano zolfo fuso e sodio fuso come
materiali attivi negli elettrodi rispettivamente positivo e
negativo.

79
30/11/2017

GENERALITÀ
 Al fine di mantenere questi materiali allo stato liquido, la
batteria deve essere mantenuta a temperature elevate
(290-360 °C).
 L’elettrolita è costituito da ceramica solida beta-allumina,
che consente solo agli ioni positivi di sodio la migrazione tra
gli elettrodi.
 La reazione di scarica è esoterma, quindi, mentre il sistema
è in scarica, la combinazione di questo effetto con il
riscaldamento ohmico porta ad un aumento di temperatura
della batteria.
 Durante la carica, la reazione è endotermica e la
combinazione di questo effetto con il riscaldamento ohmico
conduce a una leggera diminuzione nella temperatura della
batteria.

GENERALITÀ
 Se la batteria dispone di un programma frequente di cicli di
scarica e carica, in considerazione del fatto che il processo di
scarica libera più calore di quello assorbito in carica, la
batteria può mantenere la sua temperatura quasi senza
perdite di auto-scarica (meno di 0,05%).
 Al fine di mantenere la batteria al di sopra di 290 °C durante
una lunga fase di standby, sono utilizzati riscaldatori elettrici
sul lato interno e inferiore della batteria, causando perdite di
autoscarica (fino al 20%/giorno).
 L’erogazione di potenza è a impulsi e consente alla batteria di
fornire energia elettrica a una potenza superiore alla potenza
nominale per periodi che vanno da secondi a ore, e inoltre più
breve è il periodo, maggiore è la potenza dell’impulso.
 Ad esempio, un dato modulo NaS può fornire il 500% della potenza
nominale per 30 s oppure 150% nel corso di 3 h.

80
30/11/2017

GENERALITÀ
 Le batterie NaS hanno una potenza nella gamma di decine di kW a
diversi MW con una capacità di stoccaggio di diverse ore (fino a 6÷8
ore), elevata energia specifica (150÷240 Wh/kg), alta efficienza
(75÷90%), un buon ciclo di vita (4500÷5000 cicli a 80% DOD) e la
durata (10÷15 anni).
 Sodio e zolfo sono materiali a basso costo e comuni, e quasi tutti i
materiali della batteria possono essere riciclati. Il sodio fuso, altamente
reattivo, solleva questioni di sicurezza in materia di infiammabilità perciò
è trattato come materiale pericoloso.
 Uno dei principali progetti con tecnologia NaS è stato sviluppato nel
2008 nel nord del Giappone da parte della Japan Wind Development
Company e prevede l’installazione di un sistema di accumulo al
sodio/zolfo fornito da NGK per una capacita di 34 MW (238MWh)
associato ad un parco eolico da 51 MW.
 Sono in sviluppo ulteriori installazioni che utilizzano questa
tecnologia, esempio è il caso di Terna che ha recentemente definito un
accordo con la stessa NGK per la fornitura di sistemi di accumulo per
un massimo di 70 MW (490 MWh) per applicazioni energy intensive.

BATTERIE SODIO/NICHEL

81
30/11/2017

LA TECNOLOGIA SODIO-CLORURI DI
NICHEL
 Queste batterie sono definite commercialmente «Sonick» o ZEBRA
(Zero Emission Battery Research Activity).
 Le batterie sodio-cloruro di nichel sono costituite da elettrodi con
materiali fusi.
 Il principale inconveniente operativo di Na-NiCl2 è che a partire
dalle condizioni di temperatura ambiente (materiali solidificati),
ci vogliono 12-15 h per portarsi a temperatura di esercizio, pari a
circa 260°C.
 Differenze con la tecnologia NaS,
 cloruro di nickel (NiCl2) o una miscela dello stesso e cloruro ferroso
(FeCl2) come materiale attivo dell’elettrodo positivo.
 in aggiunta a elettrolita di beta-allumina, presentano una soluzione
fusa di cloruri di sodio alluminato (NaAlCl4).
 Sono più sicure con l’elettrolita solido, in caso di guasto il sodio fuso
sarà il primo a reagire con il cloroalluminato sodio fuso, i due liquidi
fusi si trasformano in due materiali non pericolosi e l’alluminio, a
stato solido nel campo di temperatura operativa della batteria, crea
una barriera fisica per evitare ulteriori reazioni.

PARAMETRI CARATTERISTICI
 La tecnologia Sodio-Nichel è adatta a supportare attività di
Trasmissione e Distribuzione di energia, è modulare e si scarica
in 3 ore.
 Vita ciclica: 4.500 cicli con una profondità di scarica pari all’80%;
 Taglie tipiche in un range di potenza da decine di kW a qualche MW
con capacità di stoccaggio di diverse ore;
 Energia specifica: 94- 120 Wh/kg;
 Elevata efficienza: 86-90%;
 Vita utile: 10-15 anni.
 Sensibilità alle temperature esterne: da +60° a – 40° con performance
costante;
 Completamente ermetica;
 Unica tipologia di cella (2,58 Volt – 0,1 kWh) garantisce affidabilità
massima e flessibilità nella definizione del modulo batteria;
 Materiali completamente riciclabili e inerti e sicuri
 DOD dell’80%.

82
30/11/2017

FUNZIONAMENTO ELETTROCHIMICO
 I due elettrodi si trovano allo stato fuso e sono divisi da un
separatore di materiale ceramico, la beta-allumina, che consente
il passaggio ionico.
 Il catodo è costituito da cloruro di nichel, e si trova immerso in un
elettrolita liquido costituito da una soluzione di
tetracloroalluminato di sodio (rispetto al quale naturalmente
risulta insolubile) mentre, l’anodo è costituito da sodio.
 La cella deve essere portata ad una temperatura operativa di
circa 250 °C in modo che l’elettrolita secondario NaAlCl4
(tetracloroalluminato di Sodio) passi allo stato liquido e la beta-
allumina assuma una conformazione “porosa” che consenta il
passaggio ionico.
 Il sodio, che passa allo stato di ione-sodio per effetto del
differenziale elettrico generato dalla fase di carica, attraversa la
parete del separatore per depositarsi sulla faccia esterna. Il
processo inverso avviene durante la fase di scarica:

FUNZIONAMENTO ELETTROCHIMICO
 A differenza delle
tecnologie Piombo/Acido e
Litio, la cella SONICK non
necessita di un materiale
ricevente che accolga gli
ioni prodotti dalla
differenza di potenziale
elettrico, non è soggetta a
fenomeni di degrado del
materiale ricevente, con
vita utile più lunga.
 Non avendo elettrolita
liquido, non si verificano
fenomeni corrosivi che ne
determinano la cessazione
di funzionamento.

83
30/11/2017

LA CELLA
 La cella elementare ha una capacità di circa 0,1 kWh ed
una tensione a vuoto di 2,58 V.
 Le aziende fornitrici standardizzano questo componente in
un’unica taglia e l’utilizzano come componente base per
sviluppare moduli di batteria di capacità e tensioni diverse
semplicemente collegando le celle in serie o in parallelo.
 Adattando unicamente il controllore elettronico della
batteria alle specifiche esigenze applicative possono quindi
essere prodotte batterie che servono i tre diversi mondi
applicativi cui questa tecnologia è destinata
 la trazione elettrica,
 il back up di energia
 l’energy storage.

LA BATTERIA
 Il modulo batteria ha funzione di involucro delle celle e di
protezione termica, per le elevate temperature di funzionamento.
Si prevede la presenza di un riscaldatore elettrico che ha il
compito di gestire il raggiungimento ed il mantenimento della
temperatura operativa.
 Ad ogni modulo è associato un Battery Management System
(BMS), controllore elettronico delle funzioni della batteria.
 La modularità dell’architettura consente di svolgere attività su un
singolo modulo, mantenendo in funzionamento l’impianto, ovvero
di agire su una sola delle batterie presenti lasciando operative le
restanti nel medesimo sistema.
 Ogni batteria è inoltre immagazzinabile per un periodo indefinito
allo stato carico o scarico senza che questo abbia alcuna
ripercussione sulla durata di vita attesa dal momento in cui la si
mettesse in funzione.

84
30/11/2017

LA GESTIONE ELETTRONICA: IL BATTERY


MANAGEMENT SYSTEM-BMS
 Esso assume comunque funzioni di controllo (corto circuito di celle
singole, funzionamento dei riscaldatori, etc.) allo scopo di proteggere il
prodotto e garantire le sue prestazioni.
 Principali funzioni “operative” del BMS sono:
 La gestione del ciclo di riscaldamento della batteria ed il suo mantenimento in
temperatura di funzionamento;
 La regolazione delle fasi di carica;
 La gestione della comunicazione al gestore degli impianti attraverso gli indicatori
tipici dello stato di energia residua del sistema, lo stato termico,
allarmi/avvertimenti di varia natura, informazioni utili ad analisi statistiche, il
numero di celle in stato di allarme o di guasto, eventuali malfunzionamenti dei
riscaldatori, etc.;
 Il dialogo con l’inverter, eventualmente tramite hub centrale di raccolta delle
informazioni dai singoli BMS, in modo da garantire la corretta gestione delle fasi
di scarica e carica;
 La gestione della sicurezza del BMS stesso, ovvero circuiteria che garantisca il
funzionamento sicuro dell’accumulatore anche in presenza di guasti al BMS;

MODULO BATTERIA FIAMM


 Batteria con tensione pari a 620 V ed una capacità di 23,5 kWh, al
suo interno ha una stringa di 240 celle in serie:
 L’involucro della batteria contiene il pacco celle con riscaldatore elettrico
per l’avviamento della batteria alla temperatura di esercizio (circa 300 °C)
e il mantenimento di questa temperatura in fase operativa;
 La batteria può subire senza ripercussioni cicli di raffreddamento con
messa fuori servizio e riscaldamento per rimessa in servizio;
 Ad ogni batteria è associato un controllore elettronico delle funzioni della
batteria – BMS che gestisce la batteria, controlla la temperatura interna,
modula il riscaldatore, esegue controlli di routine sullo stato delle celle e
comunica i dati di batteria ad un’interfaccia esterna utilizzando diversi
standard di comunicazione ( Modbus – CanBus, ecc.);
 Nei sistemi multi batteria i BMS delle batterie fanno capo in una struttura
ramificata ad un sistema di gestione superiore chiamato MBS (Multi
Battery System) che gestisce da un unico nodo la comunicazione verso tutte
le batterie;
 Tramite il BMS è possibile verificare la presenza all’interno della batteria
di celle rotte. Una batteria mantiene il suo stato funzionale fino ad una
percentuale massima di celle rotte, permettendo di programmare lo
svolgimento di un service pianificato.

85
30/11/2017

IL RUOLO DEI SISTEMI DI


ACCUMULO NELLE RETI
ELETTRICHE

86
30/11/2017

LE FRNP E L’ACCUMULO
 Alcuni studi hanno mostrato come l’attuale rete elettrica di
distribuzione, possa accettare gli squilibri e le incertezze
introdotte dalla generazione da impianti alimentati a fonte
rinnovabile non programmabile (FRNP) se questi ultimi sono
integrati nell’attuale rete elettrica di distribuzione fino ad un
tetto massimo del 10% dell’attuale capacità elettrica installata. In
tal caso non sarebbero necessari ulteriori interventi tecnici ed
economici per una corretta integrazione tra i due sistemi.
 La sempre crescente integrazione su larga scala delle FRNP nel
prossimo futuro, causerà molti e frequenti mismatch tra domanda
e offerta di energia elettrica rendendo necessaria una maggiore
flessibilità della rete elettrica.
 L’accumulo di energia elettrica si presenta, invece, molto
promettente, in quanto può far fronte ai continui e frequenti
mismatch tra domanda e offerta immagazzinando energia
elettrica e cedendola nel momento del bisogno, rendendo l’intero
sistema elettrico più flessibile e performante.

SISTEMI DI ACCUMULO (SDA)


 I SdA sono tecnologia strategica per garantire i servizi
necessari alla stabilità e sicurezza del sistema elettrico e
massimizzare l’autoconsumo, ottimizzando l’integrazione nel
sistema elettrico della produzione delle FRNP e aprendo la strada
verso un sistema fortemente “decarbonizzato”.
 DIFFUSIONE DEI SdA: MOTIVAZIONI
 Crescente penetrazione della generazione da FRNP
 Priorità di dispacciamento associata a caratteristiche di variabilità e
scarsa prevedibilità
 Disturbi sulla rete: necessità di aumentare le riserve primarie, secondarie,
terziarie di regolazione
 Necessità di massimizzare sfruttamento rinnovabili
 Gli attori che possono essere interessati all’uso di SdA sono:
titolare di FRNP, Gestore Rete di Trasmissione, Gestore Rete di
Distribuzione, gestore di Microrete, Produttore/Consumatore
(Prosumer).

87
30/11/2017

LE CARATTERISTICHE DEGLI SDA


 Le funzionalità che possono essere fornite dai SdA si dividono:
 Prestazioni in potenza: sono caratterizzate dallo scambio di elevate potenze per tempi
brevi (qualche minuto, decine di minuti) e tempi di risposta molto rapidi (da frazioni di
secondo a qualche decina di secondi);
 Prestazioni in energia: sono caratterizzate da uno scambio di potenza relativamente
costante con autonomia di alcune ore.
 Le caratteristiche elettriche dei SdA richieste per le varie applicazioni.
 La potenza elettrica del SdA può variare da qualche kW nelle applicazioni
residenziali, a centinaia di MW nelle reti di trasmissione.
 La durata della scarica può variare da decine di ore per gli impianti “Energy
Intensive”, a frazioni di secondo per impianti destinati a migliorare la Power
Quality dei sistemi di utente.
 La velocità di risposta può pure variare molto, da minuti a frazioni di secondo,
in base ai requisiti dell’ applicazione.
 La tipologia di connessione può essere in alta, media e bassa tensione.
 La convenienza tecnico-economica di un SdA dipende dai costi-benefici
risultanti e dal ritorno dell’investimento: costi noti mentre ricavi
economici dipendenti dal tipo di operatore coinvolto nella decisione di
investimento

PRESTAZIONI IN ENERGIA
 Time-shift, che comportano uno spostamento di
energia nel tempo, dal periodo in cui il sistema di
accumulo è in carica a quello in cui esso scarica
l’energia precedentemente immagazzinata.
 Integrazione di impianti FRNP nella rete
elettrica di distribuzione e trasmissione
 Differimento degli investimenti di rete, poiché
hanno influenza sul comportamento di lungo
periodo del sistema;
 Sicurezza del sistema elettrico, poiché possono
fornire ulteriori risorse per la regolazione del
sistema.

88
30/11/2017

TIME SHIFT
 Arbitraggio del prezzo
dell’energia elettrica: si acquista
energia in tempi in cui il prezzo è
basso per immagazzinarla nel SdA e
successivo riutilizzo/vendita in tempi
in cui il prezzo è elevato.

 peak shaving: consente di livellare i picchi di consumo immagazzinando


energia nei periodi di basso fabbisogno (impianti in assetti meno efficienti)
e rilasciandola nei periodi di alto fabbisogno evitando il ricorso ad
impianti di punta di minore affidabilità e con maggiori costi variabili.

 In una micro rete, ad esempio, la funzione peak shaving dei SdA


consente di ridurre la potenza di dimensionamento dei generatori e
della rete di distribuzione, mantenendola più prossima alla potenza
media dei carichi, rispetto al picco.

INTEGRAZIONE DELLE FRNP


 Riduzione della congestione di rete:
 SdA limitano l’insorgenza di congestioni lungo le linee della rete di
distribuzione e di trasmissione dovute alle iniezioni di potenza delle
FRNP, in particolar modo quando gli impianti sono localizzati in aree
con collegamenti lunghi e/o deboli alla rete elettrica: essi assorbono
energia quando la produzione da FRNP supera la capacità di
accettazione della rete, per poi reimmetterla in rete quando i vincoli
tecnici risultano meno stringenti, ad esempio nelle ore di alto carico.
 Regolarità profilo di immissione:
 rendere prevedibile il profilo di immissione, compensando le
fluttuazioni della potenza generata, causate dall’intermittenza della
fonte, in modo da ottenere un profilo di immissione complessivo più
regolare e prevedibile.
 In Figura un esempio di connessione di un impianto attivo alla rete
BT con sistema di accumulo connesso sul lato AC del convertitore per
regolarizzare il profilo di immissione di potenza in rete.

 Regolazione profilo di scambio interfaccia AT/MT: (SdA distribuito)


 Per FRNP connesse alle reti di distribuzione, i SdA possono migliorare la
prevedibilità/dispacciabilità delle risorse di carico/generazione sottese alle reti, regolando il
profilo di scambio di una porzione di rete o di un’intera cabina primaria in modo da rispettare le
previsioni (ad esempio, a livello di interfaccia AT/MT ).
 Al distributore sarebbe dunque richiesto di coordinare opportunamente l’esercizio dell’accumulo
con la previsione del carico e della generazione sottesa alla propria rete e di provvedere alla
raccolta sistematica di informazioni circa la produzione (opportunamente classificate in base alla
fonte energetica) e il carico (ad esempio suddivise tra carico MT e BT).

89
30/11/2017

DIFFERIMENTO INVESTIMENTI DI RETE


 I SdA possono essere utilizzati per differire nel tempo (o evitare) gli
investimenti necessari per incrementare la capacità della rete (di
trasmissione e di distribuzione); ad esempio, in caso di reti esercite in
condizioni vicino al limite delle proprie capacità massime sia per eccesso
di carico, sia per eccesso di generazione.
 I SdA diffusi possono intendersi a supporto del miglior esercizio delle reti
di trasmissioni per massimizzarne lo sfruttamento evitando di dover
realizzare in modo tempestivo nuovi collegamenti che risulterebbero
utilizzati esclusivamente nelle condizioni di picco di produzione.
 Gli incrementi delle capacità degli elementi di rete possono essere
effettuati per quantità discrete: ad esempio, nel caso di periodi di
sovraccarico limitati, un investimento in un sistema di accumulo
relativamente piccolo, in grado di farvi fronte, potrebbe evitare più
rilevanti investimenti nell’espansione degli elementi di rete esistenti.
 Un servizio in grado di ridurre il livello medio di carico di determinati
elementi di rete può garantirne una maggior vita tecnica, differendo nel
tempo la necessità di nuovi investimenti per la relativa sostituzione.

SICUREZZA DEL SISTEMA ELETTRICO


 La procedura di riaccensione del sistema elettrico in caso di black-out
generalizzato richiede la disponibilità di centrali capaci di avviarsi
autonomamente in assenza di alimentazione della rete elettrica (capacità di
black-start).
 Le centrali con ripartenza autonoma vengono utilizzate per mettere in
tensione le direttrici di accensione, ossia quei collegamenti elettrici che
consentono a queste centrali di rialimentare un primo insieme di carichi e
determinate centrali di ripartenza non autonoma, consentendo loro di
ripartire a propria volta e regolando frequenza e tensione durante la rampa
di presa di carico di queste ultime.
 I sistemi di accumulo di grossa taglia possono essere utilizzati dal gestore di
rete di trasmissione, al pari delle centrali con ripartenza autonoma per
effettuare la riaccensione del sistema elettrico a seguito di un black-out in
quanto, oltre alla possibilità di avviarsi autonomamente in assenza di
alimentazione dalla rete elettrica, presentano anche tempi di risposta
immediati e la possibilità di effettuare la regolazione di frequenza e tensione.
 Allo stesso modo, i sistemi di accumulo possono essere integrati nei piani di
difesa del gestore di rete da attivarsi in caso di criticità sul sistema elettrico.

90
30/11/2017

PRESTAZIONI IN POTENZA
 Le prestazioni in potenza si riferiscono al
comportamento più rapido del sistema di
accumulo e dei relativi dispositivi di regolazione e
controllo, quali l’inverter e il sistema di
attuazione locale.
 Possono essere individuati:
 servizi utili per l’esercizio della rete
 servizi che influiscono sulla power quality.

SERVIZI DI RETE
 Risorse per la risoluzione delle congestioni in fase di programmazione: I
SdA possono essere utilizzati per la risoluzione delle congestioni in fase di
programmazione, effettuando modifiche dei propri programmi di carica e scarica attuati per
gli impianti FRNP a cui sono associati o relativi ad un generico utente del dispacciamento.
 Regolazione Primaria (frequenza), Secondaria e Terziaria (frequenza –
potenza): I SdA possono essere utilizzati per fornire capacità di regolazione primaria
garantendo la stabilità della frequenza. Quando i SdA non utilizzano componenti inerziali,
come ad esempio nel caso delle batterie elettrochimiche, il contributo alla regolazione
primaria di frequenza è determinato mediante l’imposizione di una risposta inerziale al
controllo dell’inverter, tramite caratteristiche virtuali di statismo di regolazione (droop
control).

91
30/11/2017

SERVIZI DI RETE
 Supporto alla tensione: I SdA possono mitigare l’impatto delle FRNP sui profili di
tensione lungo le linee, sfruttando la capacità dei convertitori statici di accoppiamento alla
rete di produrre e/o assorbire energia reattiva. Il controllo delle iniezioni reattive sulle reti
MT può essere inoltre impiegato per regolare il fattore di potenza all’interfaccia con la rete
di trasmissione. Un punto di forza di questa funzionalità è che può essere erogata in
contemporanea con gli altri servizi ancillari richiesti all’accumulo che interessano la
potenza attiva, senza incidere su di essi.
 Bilanciamento in tempo reale: Potendo immettere o prelevare energia dalla rete i
SdA rappresentano la risorsa più efficiente per il servizio di riserva, e inoltre i tempi di
risposta estremamente ridotti dei sistemi di accumulo li rendono potenzialmente integrabili
nel sistema di difesa, permettendo di migliorare la gestione di rete esistenti.

POWER QUALITY
 Oltre agli strumenti tradizionali a disposizione dei gestori di rete,
quali sistemi di automazione e protezione evoluti, i SdA installati
in opportuni punti della rete possono garantire agli utenti
un’alimentazione di qualità superiore rispetto a quella del resto
del sistema.
 In questo caso l’esercizio dell’accumulo deve essere coordinato con
i sistemi di automazione e protezione presenti in rete con
l’obiettivo di limitare il numero e la durata delle interruzione a
cui risultano soggetti gli utenti.
 In una condizione di guasto tipica, il sistema di protezione
interviene disalimentando gli utenti sottesi alla linea; i sistemi di
accumulo, se installati in una cabina secondaria o presso
l’impianto utente, potrebbero operare come Uninterruptible
Power Supply (UPS) evitando che gli utenti connessi alla rete
sottesa (rete BT, utente MT) siano coinvolti nell’interruzione (o
nella micro-interruzione), migliorando sia la continuità che sia la
qualità del servizio.

92

You might also like