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Attenzione: il ritmo di questa esposizione

potrebbe risultare alle volte temi trattati senza un


ordine preciso. Il lettore però , e alla stesura di
tutte queste informazioni, l'una a seguito
dell'altra, così da comporre un discorso coeso ed
incisivo. luce di quanto detto, il linguaggio in
alcuni passaggi potrebbe risultare molto
colloquiale, poco curato, o addirittura
approssimativo, proprio
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Se per l'Antico Testamento si parla di un discorso
di "invenzione" di false traduzioni, ignorando
completamente ciò che c'è scritto realmente per
"costruire" ed "introdurre" forzatamente nella
Bibbia, concetti elaborati dall'immaginazione di
persone tanto disoneste quanto ipocrite, al fine di
instaurare un sistema di potere; invece per il
Nuovo Testamento (anche se però pure qui c'è in
parte un problema di traduzioni un po' "ballerine",
ma "chiaramente" ballerine, in maniera evidente,
accomodate, diverse di versione in versione, cioè
non si tratta di "interpretazione"), per il Nuovo
Testamento non è un problema tanto di
traduzioni, ma c'è sopratutto un problema di
stabilire che cos'hanno inventato quando l'hanno
scritto. Perché il Nuovo Testamento, e in
particolare i 4 Vangeli, quelli che conosciamo noi
come "canonici", sono stati scritti dopo le Lettere
di Paolo, cioè quando Paolo ha iniziato a elaborare
la sua autonoma figura di quel Gesù, e i Vangeli
sono stati scritti per adattare la figura di "quel
Gesù" alle invenzioni di Paolo, e dunque gli autori
evangelici hanno scritto e rielaborato tutto sulla
vita di questa figura, rendendolo il Gesù Cristo
salvatore dell'umanità dalla morte e dal peccato
originale, sotto il condizionamento delle Lettere di
Paolo, per creare un nuovo sistema di controllo. È
da tener presente che appunto si parla di
parallelismi tra cristianesimo e mitraismo. La cosa
interessante è che i mitrei, cioè i luoghi di culto di
Mitra, che ufficialmente sarebbe una religione che
arriva dall'Oriente, in realtà si trovavano
soprattutto in Occidente, cioè l'archeologia ha
trovato i mitrei in Occidente. E dove nasceva un
mitreo, affianco nasceva normalmente una cellula
cristiana, come se si trattasse di esperimenti per
vedere quale funzionava meglio. Siccome il
cristianesimo dava la possibilità di salvezza anche
alle donne, cosa che il mitraismo non faceva, è
chiaro che il cristianesimo ha immediatamente
avuto a disposizione un numero di fedeli, e mille
volte superiore a quello del mitraismo, quindi è
funzionato meglio. Il peccato originale è un
concetto che incomincia con l'apostolo Paolo, che
era il vero fondatore del cristianesimo, che nella
Lettera ai Romani dice: che proprio per colpa di un
uomo nel mondo è entrato il peccato e la morte,
cioè Adamo, attraverso un altro uomo, cioè Gesù
Cristo, c'è la possibilità della liberazione. Quindi il
primo a elaborare l'idea di questo peccato
originale è Paolo, poi il grande definitivo
elaboratore dell'idea del peccato originale è
Agostino. Tra Genesi 3(il racconto della
disubbidienza, del presunto "peccato originale") e
Romani 5(che è la lettera appunto dalla quale
Paolo comincia a elaborare questa idea) dove
l'apostolo Paolo dice "che per mezzo di un uomo
la morte è entrata nel mondo", evidentemente
non c'è coincidenza, e anzi leggendo Paolo ci si
potrebbe chiedere addirittura dove la trova
quell'idea, perché nella Genesi non c'è. Nemmeno
nelle false traduzioni della successiva Chiesa
Dogmatica, questa cosa esiste nel racconto della
Genesi. Perciò il peccato originale è un'invenzione
di sana pianta di Paolo. Bisogna inoltre togliersi
dalla testa la falsa certezza che i Vangeli siano
stati scritti da Marco, Matteo, Luca e Giovanni,
nessuno sa chi li ha scritti, ci hanno messo mano
un sacco di persone, e i Vangeli che venivano letti
all'inizio(cioè altre versioni precedenti dei Vangeli
che noi non abbiamo), stralciavano alcuni passi,
per esempio, quando Gesù salva l'adultera che
doveva essere lapidata, e dice: "Chi è senza
peccato, scagli la prima pietra", cioè come dire:
"Magari voi ci siete andati assieme a lei, e adesso
la accusate", bene, questo passo qui per esempio
nei primi decenni non veniva letto perché i mariti
avevano timore che le mogli si aggrappassero a
quello per dire: "No, ma se le perdona lui (le
adultere)"... "allora si può fare". All'inizio si
predicavano alcune decine di cristianesimi diversi,
non c'era raccordo neppure sul nome "Gesù", non
c'era raccordo neppure sul nome; poi, è arrivato
Costantino che ha riunito a Nicea i rappresentanti
delle diverse decine di cristianesimi diversi che
venivano predicati, in totale disaccordo l'uno con
l'altro, e ha detto, parafrasando le sue parole:
"Adesso voi uscite di qui con una verità, UNA, fate
voi" (cioè: "non mi interessa quale verità, basta
che vi mettiate d'accordo una volta per tutte"), "le
altre(versioni), via tutte(le buttiamo via, le
dichiariamo eretiche, le facciamo fuori)". Quella
verità è venuta fuori con una votazione, per alzata
di mano... e mazzate, cioè, alla fine l'alzata di
mano, prima si picchiavano letteralmente a
bastonate gli uni contro gli altri, e non è uno
scherzo, la violenza fisica è successa veramente,
per discutere "amabilmente e amorevolmente". E
alla fine è venuta fuori quella verità che noi tutti
crediamo vera, cioè il cosiddetto credo Niceno-
Costantinopolitano, e se per caso loro avessero, lì,
a Nicea, per votazione votato un'altra verità, noi
crederemmo a quell'altra. Questi sono dati di
fatto. Questa è storia. E tra l'altro, il nome era
Giosuè, non Gesù, Gesù è un modo latinizzato per
distinguerlo da tutti i Giosuè del tempo, ma tutti
gli altri che si chiamavano come lui vengono
chiamati Giosuè, invece secondo la tradizione lui
invece lo dobbiamo chiamare Gesù, e invece no,
lui si chiamava in tutto e per tutto Giosuè, che era
il nome più diffuso in assoluto che ci fosse a quel
tempo, e non soltanto in quel momento lì, ma in
quei decenni, perché è un nome che significa che
"Yahweh viene a salvare", "Yahweh salva", e
quindi era un nome che veniva dato a tantissimi,
e lui era uno dei tanti. Tra l'altro, lui era "uno dei
tanti", ed era ritenuto tale anche da molti dei
cristiani dei primi tempi, tant'è che quando Celso,
che è uno dei grandi "eretici", nel senso che
appunto quando si è stabilita una verità chiunque
non dicesse quella verità lì, veniva considerato
eretico e le sue opere dovevano scomparire,
essere bruciate, Celso quando ci parla di questi
primi gruppi di cristiani, ci dice nel suo libro "Il
Discorso Vero", nel libro quinto; queste sono
letteralmente le parole di Celso così come sono
scritte: [parlando dei Cristiani] "Tralasciamo tutti i
punti in cui si potrebbe confutare quello che
chiamano il loro maestro, e consideriamolo pure
un autentico messaggero; ora, è stato lui il primo
e l'unico a venire quaggiù, o ne sono venuti in
precedenza altri? Se (i cristiani) intendono
affermare che è l'unico li si può cogliere in
flagrante menzogna e in contraddizione, essi
infatti affermano che ne sono venuti spesso anche
altri, persino in numero di sessanta o settanta alla
volta, e dicono anche che sulla sua stessa tomba
venne un altro messaggero, o secondo un'altra
versione ne vennero due, e risposero alle donne
che era risorto (che appunto lui non c'era più). Il
figlio di Dio a quanto pare non riuscì ad aprire da
solo la tomba, ma ebbe bisogno di un altro che
smuovesse la pietra, e un altro messaggero si
presentò al carpentiere per la gravidanza di Maria,
e un altro ancora per farli fuggire in Egitto. Quindi
Gesù è ben lungi dall'essere il solo di cui si narri
che è venuto a visitare il genere umano"; queste
parole Celso le scrive nel IIº secolo d.C. E uno dice
vabbè questo qui è un eretico, allora analizziamo
cosa dice invece Giustino Martire, uno dei padri
della chiesa e Santo. Giustino Martire scriveva
all'imperatore Antonino Pio per difendere i
cristiani e diceva in sostanza: "ma perché ve la
prendete tanto con noi?, quello che adoriamo noi
è uguale ai vostri"; qui siamo nelle Apologie, libri
20-22, parole letterali di Giustino Martire così
come sono scritte: "Ma voi sapete infatti di quanti
figli di Zeus parlino gli scrittori onorati da voi:
Ermete, il logos(esattamente come Cristo nel
Vangelo di Giovanni, che è definito anche lui "il
logos"), Asclepio, che guariva, Eracle, Dioniso. Ma
se poi qualcuno ci rimproverasse il fatto che egli
fu crocifisso, ma anche questo è comune ai figli di
Zeus annoverati prima. Se poi diciamo che è stato
generato da una vergine, ma anche questo sia per
voi un elemento comune con Perseo",
ricordiamoci, è un PADRE DELLA CHIESA a dire
questo, un SANTO. Cioè nei primi anni del
cristianesimo c'erano dei cristiani che dicevano
che Gesù non era che uno delle "decine" di
messaggeri che sono stati mandati; poi il tutto è
stato preso in mano dalla teologia monoteista e
da allora lui è diventato l'unico. E visto che si
parla della gravidanza di Maria, in alcuni testi
coevi ai Vangeli, ma di natura "extra-evangelica",
che noi non dobbiamo credere veri perché non
corrispondono alla dottrina e ai 4 canonici,
contenuti tutti nell'apocrifo protovangelo di
Giacomo, si parla dei sospetti che Giuseppe
aveva, non tanto su Maria, ma sul fatto che Maria
fosse stata ingannata da uno che si era
presentato per un altro. Ma di queste cose qui
ovviamente non si parla, perché non se ne deve
parlare. Ma chi potrebbe essere quest'uno che si è
fatto passare per un altro? Siccome a Maria si
presenta un Ghevrìel, e Ghevrìel non è il nome di
un individuo, di un cosiddetto "Gabriele", come le
falsità della chiesa romana hanno voluto far
intendere, ma bensì, indica una funzione, una
sorta di "grado gerarchico", e significa un
"Ghevèr" di un "El", cioè "uno che esercita il
potere per conto di un El", una "Potenza di un El";
quindi un Ghevrìel si incontra con Maria e lei
rimane incinta "senza conoscere uomo". Cioè
incontra uno, o che era veramente "uno che
esercitava il potere per conto di un El", o uno che
si è fatto passare per "uno che esercitava il potere
per conto di un El". E quando la incontra le dice,
in greco, così è scritto in lingua greca nei Vangeli:
"kaire kekaritomene" (χαίρε κεχαριτωμένη), cioè
"gioisci...", e viene tradotto "kekaritomene" come
"piena di grazia", ma kekaritomene è un
aggettivo, che deriva dal tempo verbale perfetto
mediopassivo del verbo "karitóo"(χαριτοω) che
significa "rendersi belli, graziosi, fisicamente".
Dunque non "piena di grazia Divina", ma di
"grazia", cioè di "bellezza", fisica, "di elementi che
fanno si che tu sia carina e che tu possa piacere",
parafrasando il significato letterale. E quindi quel
saluto potrebbe essere:"Gioisci, tu che ti sei fatta
bella, perché abbiamo scelto te per fare quello
che dobbiamo fare(un impianto, un'inseminazione
artificiale)", e il che renderebbe Gesù dunque,
"uno dei tanti" impianti che loro(gli Elohim) hanno
fatto nel corso dei secoli. E il racconto del
protovangelo di Giacomo continua dicendo che
Giuseppe, proprio dopo essere tornato dalla sua
campagna di lavori che era durata sei mesi,
avendo trovato la Madonna incinta, si infuria, si
arrabbia, perché. Primo; pensa che sia stata
ingannata da uno che si è fatto passare per un
altro, come abbiamo appena visto, e, cosa ancora
più importante. Secondo; pronuncia una frase che
è stupenda, citando i racconti scritti in Genesi, e
dice: "È successo a me, ciò che è successo ad
Adamo, che aveva la sua compagna, poi è
arrivato uno e gliel'ha sedotta; [...] che cosa dirò
al capo(colui) che me l'ha affidata?!, chi è stato a
farmi questo?", andando ancora di più a
confermare quanto false e campate per aria
possano risultare le "interpretazioni" e
"traduzioni" dei sapienti. Tant'è che nei racconti
extra-biblici(si capisce anche dalla Bibbia, ma un
pochettino meno), ma nei racconti extra-biblici
(testi ebraici al di fuori della Bibbia) c'è scritto che
Eva ha fatto sesso con uno degli Elohim, in alcuni
casi si dice addirittura che ha subito una violenza
sessuale, da un Elohim "rivale" degli Elohim
comandanti del Ghan Eden. Il che significa che al
tempo di Gesù, quando è stato scritto il Vangelo di
Giacomo, era normale dire e scrivere che Eva era
stata sedotta da un altro all'insaputa di Adamo. E
allo stesso modo, un "Gabriele" si presenta a
Maometto, un "Gabriele" si presenta alla madre di
Giovanni Battista, che è anziana, e dopo che lei è
visitata da questo Ghevrìel, anche lei rimane
incinta. Se si seguono gli studi del gesuita Jean
Daniélou, cardinale, accademico di Francia,
docente di teologia, in un suo libro che ha
dedicato tutto allo studio della figura di Gabriele
(il libro si intitola 'La teologia del giudaico-
cristianesimo'), lui scrive che Lo Spirito Santo è la
trasposizione cristiana della figura antico
testamentaria di Gabriele, quindi Lo Spirito Santo
è Gabriele. La Bibbia definisce Gabriele un "ish"
(quando Daniele viene visitato da "un" Gabriele
dice: "vidi arrivare un ish"), che significa
"individuo maschio", e il Vangelo ci dice che "Lo
Spirito ha coperto Maria", quindi, per la proprietà
transitiva, Gabriele ha coperto Maria. E quando si
parla di "impianti", o possibile "inseminazione
artificiale", si parla di un fenomeno di
concepimento da parte del seme di un "non-
umano", con una donna "umana", introdotto per
via diretta o indiretta. Alcune specificazioni su
Gabriel: quando un Gabriel si presenta a Daniele,
nelle Bibbie comuni di famiglia cristiana c'è
scritto: "arrivò volando leggermente"; ma in
ebraico c'è scritto: "arrivò camminando essente
affaticato di fatica", e tutti quanti possono
verificare benissimo il significato del verbo
"halak". Gabriele è quello che si dice in
grammatica ebraica lo stato costrutto di "Ghèver
di El", che contratto diventa poi "Ghèvri-El". Gesù
Cristo doveva ricoprire il ruolo del Mashiah
ebraico, cioè quello che doveva liberare il popolo
di Israele dal giogo straniero, perché questo era il
compito del Messia ebreo, il Messia cristiano è
invece tutta un'altra cosa, completamente
inventata: Gesù Cristo non si è mai interessato
della liberazione del mondo, quantomeno della
liberazione di tutta l'umanità dalla macchia di un
peccato originale che non trova fondamento, che
nemmeno esiste, infatti è proprio lui stesso ad
affermare più e più volte di essere venuto per le
"pecorelle di Israele", nei Vangeli, ed istruisce
giustamente i suoi seguaci a "predicare nelle case
di Israele", il tutto sempre e solo riguardante
Israele, gli altri non c'entrano nulla. E siccome si
doveva creare questa nuova forma di pensiero da
"vendere" nel mondo greco-romano, cioè nella
cultura ellenistica, bisognava attribuirgli intanto
una radice antica, perché se avessero predicato a
Roma, o come ha fatto Paolo ad Atene dove non
ha funzionato, quella figura lì non avrebbero
potuto venderla nel mondo greco-romano, quindi
hanno dovuto dargli una radice, ovviamente
siccome lui proveniva da quel paese lì di Canaan
(la Palestina), la radice hanno fatto in modo di
trovarla (inventandola), nell'Antico Testamento,
ma non c'è nell'Antico Testamento, perché l'Antico
Testamento parla del Messia politico che avrebbe
liberato Israele dal giogo degli stranieri, chiunque
esso fosse; ad esempio nell'Antico Testamento
Ciro il Grande è definito Mashiah, cioè "Messia",
perché ha dato loro la possibilità di tornare a
Gerusalemme dall'esilio di Babilonia, quindi
l'hanno detto "Ciro il Messia": questo per gli ebrei
era un "Messia". Il Messia cristiano invece è
un'invenzione teologica fatta sulla base del
pensiero ellenistico, in particolare del platonismo
e del neoplatonismo, cioè nel senso che se non
fossero esistiti il platonismo e il neoplatonismo il
cristianesimo non esisterebbe, tant'è che Paolo e i
suoi primi seguaci erano fortissimamente
contrastati da quelli che erano stati "con Gesù".
Noi siamo abituati a pensare a Pietro e Paolo
come due che andavano d'amore e d'accordo, ma
in realtà non erano d'accordo su niente, erano in
lotta su tutto ciò che riguardava la figura
dell'eventuale "maestro", dandolo per veramente
esistito, e allora perché la chiesa romana ha
messo assieme i "Santi" Pietro e Paolo? Perché
doveva sostituire le figure pagane dei Dioscuri,
Castore e Polluce, doveva sostituire Romolo e
Remo, cioè doveva sostituire delle coppie di
gemelli per darle al culto del popolo, perché il
popolo era abituato a quelle figure, allora si sono
inventati Pietro e Paolo d'amore e d'accordo, ma
loro non si potevano vedere, hanno letteralmente
messo assieme cane e gatto; perché Pietro aveva
un'idea giudaica di Gesù, cioè lui con i suoi
seguiva la predicazione rabbinica messianista di
Gesù che riguardava solo Israele, il mondo non
c'entrava niente, mentre Paolo aveva e ha
costruito invece un'idea ellenistica. Pietro sapeva
cosa aveva detto realmente Gesù, e sapeva che
Paolo si stava inventando tutto, tant'è che Paolo è
stato messo sotto processo per quello che stava
facendo, ma approfittando della cittadinanza
romana, i romani se lo sono portati via per
salvargli la vita, perché l'avrebbero ammazzato,
perché raccontava solo balle. Paolo ha rischiato la
vita lì dove c'era la gente che aveva visto Gesù,
perché le cose che lui si era inventato raccontate
invece a Roma dove nessuno l'aveva visto Gesù
Cristo, allora andavano benissimo. E sopratutto:
Paolo per chi lavorava? Magari per le alte caste
sacerdotali ebraiche, che come ci racconta
Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche, hanno
ceduto ai romani il tesoro del tempio, per
garantirsi a Roma una vita ricchissima e agiata.
Combinazione però (guarda caso): anche
Giuseppe Flavio è andato a Roma e ha avuto
dall'Imperatore Vespasiano una rendita esente
tasse di centomila sesterzi annui, più una villa in
cui vivere. Solo che Giuseppe Flavio,
appartenente alle alte caste sacerdotali, ci parla
(da vigliacco) delle altre famiglie che hanno
venduto il tesoro del tempio, della sua no,
ovviamente. Siccome gli alti sacerdoti avevano
capito che il Tempio di Gerusalemme, cioè il
tempio fisico, non si sarebbe più ricostruito, che
era finita, e dunque le grandi promesse erano
tutte morte, allora partirono con l'idea della
costruzione di un tempio interiore, per creare un
nuovo sistema di controllo, che si è dimostrato
efficacissimo. E se Paolo lavorasse per loro? Visto
che se lo sono portati a Roma per salvarlo, con
ogni probabilità, hanno messo in piedi un nuovo
sistema religioso di cui Paolo era l'esecutore, e
come succede spesso con gli esecutori e con i
collaborazionisti, quando non servono più, li si fa
fuori, quindi quando non era più utile per i loro
scopi, fu eliminato per via di una convergenza di
interessi quasi in congiunta dai romani e dai
sacerdoti ebrei. Sul titulus di Gesù Cristo c'è
scritto: Gesù Nazareno, Nazareno vuol dire
"zelota", cioè partigiano antiromano, era un titolo
settario; gruppi di estremisti violentissimi che
uccidevano in famiglia quelli che non la
pensavano come loro: "Non crediate che io sia
venuto a portare pace sulla terra, non sono
venuto a portare la pace, ma la spada; sono
venuto a separare l'uomo da suo padre, la figlia
da sua madre, la nuora dalla suocera, nemici
dell'uomo saranno quelli di casa sua" Matteo
10,34. Questi erano i discorsi che facevano gli
zeloti, gli zeloti erano la setta antiromana, che era
una setta di tagliagole, che uccideva in famiglia
chi non la pensava come loro. E Gesù viene
condannato per motivi politici, lo testimonia il
titulus sulla croce. Le ultime edizioni
dell'enciclopedia cattolica pubblicata negli Stati
Uniti riportano tranquillamente che l'unico dato
storico, cioè accertato, di tutto ciò che si dice
sulla figura del Cristo, è che Gesù è stato
processato e condannato per "sedizione", questo
è l'unico dato storico su cui si può fare ricerca, il
resto è fuffa. Dunque come potete vedere il
Messia ebreo aveva eccome dei significati
concreti, e lui e il cugino, Giovanni Battista,
avevano probabilmente questo compito, che da
quel punto di vista lì è fallito, ovviamente, perché
Giovanni Battista è stato decapitato, lui crocifisso,
anche se tirato giù vivo dalla croce, hanno fatto in
modo che non morisse e diciamo che almeno la
vita lì gliel'hanno salvata, però il progetto politico
è miseramente fallito. Lui ha cercato di
coinvolgere il popolo ma non ce l'ha fatta, perché
il popolo non gli è andato dietro, perché il popolo
amava un pochettino di più la tranquillità, e lui
come tutti gli altri zeloti creava dei casini, i casini
creavano le repressioni romane ecc. e quindi è
finita più o meno, PIÙ O MENO come sappiamo,
senza ovviamente il discorso della risurrezione. E
quindi Gesù era con ogni probabilità uno dei tanti
predicatori messianici del tempo, un rabbi, che si
era preparato come molti suoi colleghi alla scuola
farisaica di Rav Hillel, e leggendo attentamente la
sua predicazione se ne colgono proprio i contenuti
di quella scuola farisaica, erano due le grandi
scuole: Rav Hillel e Rav Shammai, e le sue
predicazioni le praticavano anche tutti i suoi
colleghi della scuola di Rav Hillel, quindi non
diceva nulla di diverso dagli altri, poi a noi è stato
presentato come uno che ha stravolto, ma non ha
stravolto nulla, diceva ciò che dicevano i suoi
colleghi. Compreso il discorso di quando Gesù
dice: "voi non siete fatti per il Sabato, ma il
Sabato per voi", una frase che secondo le opinioni
dei più mette in discussione tutta la dottrina
farisaica, in realtà non mette in discussione
proprio niente, lo dicevano tutti i suoi colleghi,
TUTTI, tutti della scuola di Rav Hillel, "non voi per
il sabato ma il sabato per voi", quindi anche lì era
uguale agli altri. Allora, lui era un predicatore
messianico, era stato indottrinato dalla sua setta
a credere, ad esserne convinto lui stesso, di
essere il messia davidico promesso da una delle
tante promesse non mantenute di Yahweh, cioè
quello che avrebbe liberato Israele dal giogo dei
potenti, rendendoli di nuovo indipendenti. Lui
viene condannato per motivi politici, perché
appunto si era dichiarato il nuovo re dei giudei
(cosa che molto probabilmente rientrava nella
missione che doveva ricoprire e nel suo stesso
indottrinamento, tramite la setta), e quando è
sulla croce ci ricordiamo tutti che gli viene
attribuita quella frase: "Elì, Elì lemà sabactàni?",
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
Questa è una frase che contiene un falso storico,
preciso; questa è una citazione del Salmo 22 che
non dice: "Elì, Elì lemà SABAC-tàni?", ma "Elì, Elì
lemà SABAH-tàni?". "sabah" vuol dire
"giustiziato", "sabac" vuol dire "abbandonato".
"sabach" è un termine solo aramaico, in ebraico
non esiste, cioè non esiste neppure la radice;
quindi Cristo sulla croce, convinto di essere il
Messia promesso, esprime tutta la sua rabbia
letteralmente bestemmiando, e dicendo: "Dio
mio, Dio mio, perché mi hai giustiziato?", cioè:
"non eravamo d'accordo così, io ero quel Messia
davidico che doveva vincere, invece qui sono
sconfitto". La teologia successiva ha sostituito
"sabah" con "sabac" e gli ha fatto dire: "Perché mi
hai abbandonato", cioè come dire: "Io sono
l'agnello sacrificale, sono cosciente del mio
compito... lamento un momento di solitudine", e
invece no. Il Salmo 22 è il salmo pronunciato da
un sacerdote che era stato ingiustamente
giustiziato, e lamentava questa ingiustizia, Gesù
cita il Salmo 22, che è stato trasformato da
"sabah" in "sabach". Tutta la teologia successiva a
partire dall'apostolo Paolo, i primi scritti sono i
suoi poi i Vangeli sono stati scritti adattandosi alla
sua dottrina, hanno costruito su questo rabbi
predicatore messianico la figura del Cristo figlio di
Dio che era la figura che poteva essere accettata
dal pensiero ellenistico greco-romano al quale
questi si rivolgevano, tant'è che loro scrivevano i
Vangeli in greco per lettori Greci, e hanno potuto
fare questa trasformazione da "sabah-tàni" a
"sabac-tàni", perché sapevano che nessuno si
sarebbe preoccupato di cogliere questa
incongruenza del Cristo che in croce parla metà in
ebraico metà in aramaico, cambiando proprio
quella parola che fa risultare "sbagliato" il
rimando e la citazione al Salmo 22. Luca 23,32: la
versione più diffusa del versetto recita: "insieme a
lui venivano condotti a morte anche due
delinquenti (malfattori)"; in versioni diverse
invece si trova anche: "insieme a lui venivano
condotti a morte anche altri due che erano
malfattori". Bene, le traduzioni sono sbagliate in
entrambi i casi, perché in greco non c'è scritto
questo, ma in greco c'è invece scritto: (έτεροι δυο
κακούργοι), "eteroi duo kakurgoi", che
significa :"ALTRI due malfattori", non "ANCHE",
altri due malfattori come lo era anche lui (Gesù).
Qual'è la conferma che questo passo tradotto
esattamente com'è scritto, ci dica un qualcosa di
vero? La conferma è che quando Giuda si fa dare
quell'insieme di gente per andarlo ad arrestare, i
romani gli danno una (σπείραν) "spéiran", che
significa una "coorte", cioè 600 soldati armati. Ora
pensateci, seicento soldati armati, SEICENTO, per
andare a catturare dieci/dodici figli dei fiori che
predicavano amore, che ti dicevano se ti danno
una sberla porgi l'altra guancia, 600 soldati armati
fino ai denti per andare a prendere un figlio dei
fiori, capite adesso?. E poi viene condannato sotto
il titolo di "Gesù Nazareno Re dei...", quindi lui
faceva chiaramente parte di questo gruppo di
ribelli che stava preparando l'insurrezione armata,
insurrezione che non gli era riuscita la settimana
prima quando lui rivoltando, rovesciando i banchi
dei cambiavalute, sperava di sollevare una rivolta
popolare ma gli è andata male, cioè il popolo non
gli è andato dietro, e quindi la settimana dopo
stavano cercando di farlo di nuovo, e l'hanno
bloccato con seicento uomini armati. Pensateci
ancora, 600 soldati contro tredici cosiddetti
"pacifisti", ridicolo. Quando ci viene raccontato nel
Vangelo di Giovanni che dopo la presunta
resurrezione gli undici erano riuniti, uno dice
vabbè erano undici perché mancava Giuda, e
invece no, Giovanni ci dice che erano undici
perché mancava Tommaso detto Didimo. Il fatto è
che detto "Didimo" significa "il gemello". Ora, se
noi per esempio conosciamo dieci, undici, dodici
persone, che hanno un capo carismatico
indiscusso, e in relazione a queste dieci, undici,
dodici persone, chi ce le presenta ci dice: "Vabbè
oltre a loro, ci sono poi queste donne qui che
sono: Anna, Maria, Francesca, Roberta..." quello
che volete, "e poi c'è lei che è la moglie", e non ci
viene detto di chi è la moglie; mi raccomando
ricordatevi che questo è solo un esempio per far
capire meglio, e dunque, non ci viene detto di che
è la moglie, che cos'è che ci viene in mente
immediatamente?, è la moglie di?, secondo le
leggi base della grammatica e della formulazione
di semplici concetti, ci viene subito da dire in
maniera chiarissima che lei è la moglie del capo,
non è vero?. Bene, adesso torniamo a noi:
Tommaso detto Didimo, il gemello, e non ci viene
detto di chi è il gemello... quindi si dà per
scontato che...?Perché Giuda lo bacia quella notte
lì?, per identificarlo, perché tu quando baci uno lo
abbracci e lo tieni, e quelli che lo devono
arrestare non possono sbagliare, perché altrimenti
c'era il rischio di sbagliare, perché aveva un
gemello. Capite che forse le cose stanno un po'
diversamente da quelle che ci sono raccontate? E
appunto proprio perché è un versetto che viene
citato spesso: "Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato
voi", c'è da sottolineare "gli uni gli altri" e il "voi",
cioè "tra di voi", il discorso vale solo "tra di voi", di
nuovo il mondo intero e l'umanità non c'entrano
un tubo, il discorso è relativo solo al suo gruppo, e
al suo gruppo interessava soltanto Israele.
Vangelo di Giovanni 17,9: [si rivolge al Dio Padre,
il cosiddetto "mandante"] "Io prego per loro, non
prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai
dato", cioè "io prego per noi, per il nostro gruppo,
ti raccomando loro, io non prego per il mondo",
più chiari di così non so se si possa essere. E a
riprova del fatto che stiamo parlando in tutto e
per tutto di una vera e propria "setta" di persone,
prendiamo in esame la vicenda di Anania e
Saffira. Atti degli Apostoli, Capitolo 5: "Un uomo di
nome Anania con sua moglie Saffira vendette il
suo podere, ma trattenne per sé una parte del
prezzo". Quindi questo ha venduto, e come era
ordinato qualche passo prima: (in Atti degli
Apostoli, Capitolo 4, 32-35) "tutti quanti (che)
possedevano campi o case li vendevano, e
portavano il ricavato delle vendite mettendolo ai
piedi degli apostoli", quindi il denaro veniva
gestito dai capi della setta, questo Anania se ne
trattiene un pezzettino. Pietro se ne accorge e gli
dice: ma "-'Come hai potuto pensare in cuor tuo
un'azione simile?, non hai mentito agli uomini ma
hai mentito allo Spirito-', all'udire queste parole
Anania cadde a terra morto". Gli è venuto un
infarto?, ictus?, ischemia?, è morto di paura?, per
il dispiacere?, o l'ha ucciso Pietro?, perché Pietro e
i capi che gestivano il denaro, non potevano
permettersi che qualcuno ragionasse con la sua
testa e gli ordini andavano eseguiti?, o l'ha fatto
morire Dio?, il che sarebbe peggio ancora. Subito
dopo, sua moglie in quel momento non c'era,
arriva Saffira; "dunque subito alcuni giovani si
mossero per avvolgerlo e portarlo a seppellire. Tre
ore dopo si presentò anche sua moglie senza
sapere ciò che era avvenuto, Pietro le domandò:
'Dimmi, è per tanto(e dice la somma di denaro)
che avete venduto il campo?', e lei rispose: 'Si,
per questo prezzo'. Pietro le disse: 'Perché vi siete
messi d'accordo per tentare lo Spirito? Quelli che
hanno portato a seppellire tuo marito, adesso
porteranno a seppellire anche te'-", e muore
anche lei, "e tutta la comunità ne ebbe
terrore"(altre versioni della traduzione riportano
invece: "un grande spavento si impadronì di tutti
quelli che stavano ascoltando"). Tutti e due morti
di infarto? Non si poteva sgarrare in quella setta lì,
non si DOVEVA sgarrare, nessuno poteva
permettersi di pensare con la sua testa, "il denaro
lo portate a noi". Ma questo non era il gruppo che
predicava il "perdonate settanta volte sette", cioè
perdonate all'infinito? Non avrebbe dovuto dire:
"Sì Anania senti, ti capisco, ti sei trattenuto un po'
del denaro, hai commesso un errore, per questa
volta ti perdoniamo, non farlo più". E invece no:
"Ti sei trattenuto un po' di denaro? Crepa". E che
Pietro abbia ucciso tutti e due c'è la conferma
storica, lo scrivono Porfirio e Girolamo, padri della
chiesa, Porfirio addirittura scrive in latino della
"severitas Petri necantis Ananiam", ovvero la
"severità", la durezza di Pietro nell'uccidere
Anania, nel momento in cui uccide Anania, mentre
Girolamo, che è quello che ha tradotto la Bibbia in
latino, nella sua lettera(epistola) 109, scrive
proprio che Pietro ha ucciso Anania e Saffira,
perché non hanno messo a disposizione tutto il
denaro per la comunità. In Luca 8 c'è scritto che
alla vita di quelli lì (cioè di quel gruppo),
provvedevano donne benestanti con i loro beni,
che stavano sempre con loro, letteralmente: "che
li seguivano e li servivano con i loro beni"; che
differenza c'è con i guru attuali che si fanno
mantenere dalle donne benestanti? Nei tre anni di
predicazione Gesù Cristo non ha fatto un'ora di
lavoro, e siccome non c'era il sussidio di
disoccupazione, se non lavoravi non mangiavi,
almenoché non facessi il mantenuto, ma lo dice la
Bibbia chi è che lo manteneva, lo dice il Vangelo,
basta leggerli. E allora poi si capisce che tutta una
serie di cose che ci vengono raccontate non
trovano riscontro nei testi, il "perdonate settanta
volte sette" dov'è che trova riscontro, visto che al
primo sgarro, pagavi con la vita?, tra l'altro,
sgarro sul denaro, guarda caso, non è che lo cose
siano cambiate di molto. Dal Vangelo di Marco, a
parlare è il figlio di Dio: "Mentre [Gesù] usciva per
mettersi in cammino, un giovane gli corse
incontro e gli domandò: 'Maestro, che cosa devo
fare per seguirti?'. Gesù gli disse: '[...] Segui i
comandamenti: non uccidere, non commettere
adulterio, non rubare, non testimoniare il falso,
non frodare, onora tuo padre e tua madre'. Egli
allora gli disse: 'Maestro, tutte queste cose le ho
osservate'. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, e
gli disse: 'Non basta, ti manca una cosa: vai,
vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri, e poi
seguimi'-" (Marco 10, 17-22). Cioè, "hai seguito
tutti i comandamenti?, non basta, ti manca una
cosa", quanti preti lo dicono a messa?, quanti
preti chiedono ai propri fedeli ogni finesettimana
se hanno venduto tutti i loro beni e gli hanno dati
ai poveri?, nessuno, e sapete perché?, perché se
cominciano a predicarlo in un minuto perdono
tutti i fedeli di tutto il mondo, eppure è scritto nei
Vangeli, e a dirlo è il loro Dio!, curioso non
trovate?, vuol dire che forse non credono così
tanto a quello che dicono, come vogliono farci
credere, o sbaglio?. Ma non è tutto. Chi erano i
cosiddetti "poveri" ai quali bisognava dare il
ricavato della vendita dei beni?, i poveri in realtà
sono loro, cioè gli ebioniti, e quindi quella frase lì
assume il significato di: "Vai, vendi tutto ciò che
hai e mettilo nella setta". Giovanni Battista
predica, sapete predicava e battezzava, ora, Gesù
Cristo come sapete non ha mai battezzato
nessuno, perché non c'era assolutamente bisogno
di battezzare nessuno, che se ci fosse stato
bisogno in tre anni qualcuno l'avrebbe pur
battezzato, era Giovanni Battista che faceva
sottoporre a questo rito le persone che gli si
presentavano, quindi dal punto di vista della
"salvezza e purificazione tramite il battesimo" del
Cristianesimo, non c'aveva nulla a che vedere,
Giovanni sottoponeva a questo rito solo quelli che
si presentavano da lui, e le persone che gli si
presentavano venivano, dice la traduzione, a
confessare i loro peccati. In realtà in greco c'è
scritto che questi qui erano (εξομολογούμενοι)
"exomologuménoi", che vuol dire che "gridavano
con enfasi", "mettevano in pubblico con una certa
enfasi" i loro peccati. Siccome Giovanni Battista
doveva liberare la via a Gesù Cristo e lui doveva a
sua volta ricoprire il ruolo del liberatore, nel
concetto messianico-giudaico, di Israele dal giogo
straniero, c'era bisogno di un esercito, cioè di
gente disposta a combattere. E quindi Giovanni
Battista stava reclutando dei combattenti, e
questi andavano a "confessare" ciò che avevano
fatto in pubblico, o meglio a "vantarsi" di ciò che
avevano fatto, per dimostrare a Giovanni Battista
di cosa erano capaci, per dare prova delle loro
abilità belliche, sperando così che Giovanni li
prendesse a far parte del suo esercito. E quindi
sorge spontanea da immaginarsi la scena, di
questi che si accalcavano intorno a Giovanni, e chi
diceva: "Io ne ho uccisi tre!", e Giovanni: "Vieni
con noi, le tue colpe con noi non contano più". E
ancora Giovanni: "Tu cos'hai fatto?", "Io ne ho
uccisi cinque", e Giovanni: "Sei dei nostri". E di
nuovo Giovanni: "E tu invece?", "Io ho incendiato
tre case dei collaborazionisti", e Giovanni, "Vieni
con noi, le tue colpe saranno scontate". Quindi
questi andavano con enfasi a raccontare in
pubblico le loro colpe, e lui probabilmente stava
reclutando un esercito di tagliagole, quelli che noi
poi conosciamo col nome di zeloti, cioè che erano
i partigiani antiromani, che erano chiamati
"zeloti", erano chiamati "galilei", erano chiamati
"barionà", sono tutti termini coi quali si indicavano
i partigiani antiromani, quelli che come ci
racconta Giuseppe Flavio, uccidevano all'interno
delle loro stesse famiglie quelli che non erano
d'accordo con loro, non si facevano scrupoli.
L'unzione era un rito di iniziazione quando si
entrava a far parte della setta, in questo caso
dell'esercito di combattenti, non un "battesimo".
Dopodiché quando anche Gesù predica e dice alla
fine quando arriverà il momento, e lui sperava di
riuscire ad arrivare a quel momento ma non ci è
riuscito, gli è andata male insomma, lui diceva
che ci sarà poi una distinzione, tra quelli che
stanno con me e quelli no. Quelli che non stanno
con me verranno gettati nel fuoco della Gehenna,
il che viene sempre visto come una visione
simbolica delle fiamme dell'inferno, in realtà no,
no; la Gehenna o Geenna o Gehinnon era un
avvallamento fuori dalle mura di Gerusalemme,
dove il fuoco bruciava continuamente, perché
buttavano i rifiuti e li bruciavano, era la discarica
di Gerusalemme, quindi Gesù dice: "Quelli che
non staranno con noi, li uccidiamo e li buttiamo
lì". E quando Giovanni Battista dice: "Voi scribi e
farisei razza di vipere, praticate la metanoia(cioè
il cambiamento di mentalità), perché la scura(la
malora) è già ai vostri piedi", cioè "se non vi
sporcate le mani con noi, noi vi ammazziamo",
ecco che cosa significa. E perciò, se era
effettivamente un rabbi giudeo, non poteva non
avere una compagna, quindi la doveva avere per
forza. Nei Vangeli apocrifi ci sarebbe quello della
Maddalena, e lì si dice che gli apostoli fossero
gelosi perché sembrerebbe che Gesù baciasse la
Maddalena. Poi lì c'è l'interpretazione che dice che
"baciare" voleva dire "trasmettere i segreti" e
quindi loro erano gelosi perché lui trasmetteva i
segreti, però in realtà questa è solo una
interpretazione, e questo va detto, perché
malgrado sia legittima per carità, ma nella lettera,
cioè nel testo vero e proprio non c'è scritto
questo, ma c'è scritto solo che lui baciava
Maddalena. Quindi poteva anche essere che gli
apostoli fossero gelosi semplicemente perché lui
dimostrava più interesse, cioè come una
preferenza in pratica, per l'apostolo Maria
Maddalena. Teniamo presente però che quando la
Maddalena gli fa la lavanda dei piedi, si scioglie i
capelli di fronte a lui, ora, nel mondo ebraico di
allora, adesso non è più così, una donna che si
fosse sciolta i capelli di fronte ad un estraneo
sarebbe stata lapidata sul posto, perché per la
cultura ebraica, soprattutto quella del passato, i
capelli di una donna sono la sua nudità. E quindi
lei li poteva sciogliere solo di fronte al marito, il
fratello, o i figli, quindi il fatto che lei li abbia
sciolti di fronte a Gesù e li abbia addirittura, come
dire, "utilizzati per", sarebbe una prova in più per
il fatto che lei fosse sua moglie, perché Gesù non
era né suo fratello, né suo figlio, il che lascia solo
aperta la possibilità che lui fosse il suo compagno.
E questa sarebbe la cosa più naturale tra l'altro,
sarebbe addirittura, come dire, "anti-storico",
pensare che un rabbi non avesse una compagna,
che non avesse moglie. Inoltre, Gesù è stato tirato
giù VIVO dalla croce; Vangelo di Pietro: a Gesù
danno da annusare quella famosa spugna, che
normalmente fa "riprendere" le persone, invece
lui immediatamente esala l'ultimo respiro. Morte
apparente. Morte precaria. Per tirarlo giù in fretta
prima che morisse "veramente", e per evitare di
fargli spezzare le ossa, perché altrimenti non lo
avrebbero più potuto salvare. Quindi lo tirano giù
vivo, lo mettono nel sepolcro; Vangelo di Pietro,
che noi non dobbiamo ASSOLUTAMENTE credere
vero: nel Vangelo di Pietro c'è scritto che nella
notte in cui è stato sepolto è arrivata una luce dal
cielo, sono scesi in due, hanno aperto il sepolcro,
sono entrati in due e sono usciti in tre, e il terzo
veniva sorretto perché non era in grado di
camminare da solo, e l'hanno portato via. Fine.

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