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IL PROGETTO FERROVIARIO

CAMERLATA-MENAGGIO-GRAVEDONA

BRUNO PORTA

A metà del secolo XIX si fa strada la diffusione di un nuovo mezzo di trasporto,


la ferrovia.
Como è interessata a tale nuovo mezzo, sia durante la presenza
dell’amministrazione austriaca, sia dopo quella del Regno d’Italia. E’ un fervore di
progetti, che interessano particolarmente la provincia di Como, importante per la
comunicazione con la Svizzera e con la Germania, attraverso lo Spluga, il Septimer, le
Alpi Lepontine e le Retiche. Mentre la Svizzera progetta il traforo del Gottardo, a
Como si studia una comunicazione ferroviaria che si svilupperà lungo la sponda
occidentale del lago per dirigersi allo Spluga.
L’amministrazione comunale di Como, sensibile a tali progetti sui trasporti
ferroviari, per non essere messa da parte, con lettera in data 27 agosto 1860, invita
tutti i comuni della sponda occidentale del lago, e fra questi il Comune di Menaggio, a
partecipare alle spese di allestimento di un progetto tecnico dal quale risultasse la
dimostrazione della possibilità e convenienza di appoggiare la ferrovia con partenza
da Camerlata (già funzionante il tronco con Milano dal 7 dicembre 1849). La riunione
veniva fissata per il 4 settembre alle ore 10 in Como nella sede comunale.
Il giorno 30 agosto 1860 nel comune di Menaggio, presente il sindaco Giovanni
Messa, gli assessori avv. Andrea Castelli e Giuseppe Fasoli e i supplenti Enrico
Messa, Luigi Bruni, segretario Alessandro Semenza, la giunta municipale approva la
spesa della realizzazione del progetto della ferrovia per la parte della competenza,
cioè per la parte che interessa il suo territorio.
La giunta municipale di Como con manifesto datato 28 ottobre 1860 riporta il
Decreto 25 ottobre 1860 n. 45643-1355 nel quale il Ministero dei lavori pubblici
autorizza l’ing. Luigi Tatti (1808-1881) a studiare la costruzione di una ferrovia che,
partendo dall’attuale tronco Milano-Camerlata, costeggi la sponda occidentale del
lago e arrivi ai piedi del monte Spluga, con la condizione che tale studio sia ultimato il
16 dicembre 1860.

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Il tracciato della progettata ferrovia sul territorio di Menaggio.

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Sezione altimetrica della progettata ferrovia a Menaggio.

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L’ing. Luigi Tatti presenta il suo elaborato il 12 aprile 1861. Prevede la partenza
dalla zona di Acquanegra (Albate-Camerlata) e arriva a Gravedona, per un totale di
km. 53,420. I dati tecnici: dalla località Acquanegra a Como è prevista una pendenza
del 10%, da Como a Gravedona massima pendenza della linea 5%; altezza sul lago
massima di mt. 82,09 in partenza, a un minimo di mt. 13,94. Le opere in galleria
sommano a km. 6,513 di lunghezza, suddivise in 27 passaggi. Numerose opere d’arte
per superare torrenti e vallette. Le stazioni previste sono dieci, fra le quali quella più
importante quella di Menaggio. Costo delle opere di scavo e edili con armamento,
escluso il materiale rotabile, lire 16.812.044,10 pari a 314.741,41 al chilometro.
Ecco la spesa per la compilazione del progetto: oneri ai 14 ingegneri
collaboratori lire 10.362,34; per pagamento canneggiatori giornalieri lire 3.013,58;
spese sostenute in campagna durante i rilievi lire 943,34; diverse per lavori di tavolo
lire 1.087,07; per vari oggetti nei lavori di campagna lire 146,15; spese di viaggio,
vitto , alloggio, lumi e servitù varie lire 500,00. In totale lire 16.054,58 di cui ricevuti
dall’Amministrazione comunale di Como in acconto lire 12.000, rimangono dopo il
21 aprile 1861 da pagare all’ing. Primo Tatti lire 4.054,58.
Non risulta dai nominativi degli ingegneri collaboratori del progetto che vi siano
stati dei comaschi.
Menaggio è interessata fra la sezione 474 e la successiva 503 con la galleria n.
16 verso Griante e la galleria n. 17 verso Nobiallo; il piazzale della stazione con
banchine e fabbricati per una lunghezza di mt. 377 fra la sezione 484 e 489 al
progressivo km. 37,090 da Acquanegra e progressivo km. 37,475, il fabbricato
principale sarebbe stato eretto fra la sezione 486 e successivo 487. La linea ferroviaria
è parallela per un tratto alla strada carreggiabile che porta a Castello, prima di entrare
in paese supera il valletto del Fontanin, poi all’uscita il torrente Senagra con un ponte,
alto 18 metri.
Nel 1860 una commissione governativa piemontese decideva in senso contrario
al progetto dell’ing. Tatti ed accordava la preferenza al passo Lucomagno, per
considerazioni tecniche e finanziarie.i

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Per la stesura della presente note è stato consultato l’Archivio comunale di Como.
Notizie su questo progetto si possono trovare in: Almanacco della Provincia di Como, anni 1860-1861; D. Severin,
Como e lo Spluga, Como 1970 ( a cura della Camera di Commercio).

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