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Nella nascente società di massa anche la guerra fu una guerra di massa.

Sì a causa
della sua lunghezza, sia causa dell’estensione su cinque fronti terrestri e tutti
mari del mondo, essa mobilitò un numero di uomini quale mai si era visto nella
storia. In cinque anni andarono sotto le armi 70 milioni di uomini appartenenti a
18 nove paesi.
Per tutta la durata della guerra la vita di questa enorme massa di persone esclusi
marinaio un pugno di aviatori si svolse in trincea, ossia nella più semplice
telefono azioni difensive: un fossato scavato nel terreno per mettere i soldati al
riparo dal fuoco nemico. All’inizio le trincee erano state concepite come rifugio
provvisorio in attesa di sferrare l’attacco decisivo, ma con il passare dei mesi
esse divennero i quartieri permanenti dei reparti di prima linea.
Tutta la zona in cui gli immessi eserciti lotta Si fronteggiavano venne coperto da
una serie di fossati paralleli sempre più larghi che andavano da quelli sulla linea
del fuoco fino a quelli delle retrovie; erano potrà protetti da reticolati di filo
spinato e collegati tra loro per mezzo di camminamenti. In molti tratti del fronte,
le due trincee nemiche della prima linea mi stavano a poche centinaia di metri: le
sentinelle italiane potevano guardare negli occhi quelle austriache e sentire le
loro voci.
In trincea la vita scorreva con una moto Ivan sopportabile, interrotto solo dal
grido che tutti temevano, non certo a giorni alterni e dagli ufficiali dell’uno o
dell’altro schieramento: all’attacco. Questo grido è il segnale dell’assalto alla
baionetta, un rito tanto inutile quanto sanguinoso, ogni giorno centinaia di vite
umane. Gli assalti iniziavano di regola nelle prime ore del mattino e venivano
preceduti da un massiccio direttamente in artiglieria che avrebbe dovuto
scompigliare le trincee nemiche, ma che in genere riusciva solo a togliere il
vantaggio della sorpresa. Contemporaneamente, la fanteria doveva arrampicarsi lungo
le pareti del fossato, saliera l’ho scoperto e gettarsi contro le protezioni di
film nato nelle trincee nemiche, sotto il fuoco di sbarramento delle
mitragliatrici.
Quelli che non restavano impigliati tre fili spinaci e non venivano colpiti
dovevano ditta se ne fa infossati nemici e colpirmi difensori con la baionetta,
ingaggiando una lotta corpo a corpo. Si superavano gli avversari delle prime file,
dovevano subire il contrattacco delle seconde terze finire, che in genere
ricacciare le superstiti nella posizione di partenza. Così milioni di soldati
morirono giorno dopo giorno il corso di quattro o cinque lunghissimi anni.E
sofferenze della truppa. La trincea logorava il fisico e morale degli uomini. I
soldati di fanteria e gli ufficiali inferiori restavano in prima linea senza
ricevere il cambio per interminabili settimane. Vivevano in condizioni prima di
gene, senza potersi mai cambiare nel lavare. Erano esposti al caldo, al freddo,
alla pioggia, al vento e al bombardamento dell’artiglieria avversaria. Ufficiali
superiori di tutti gli eserciti colonnelli e generali austriaci, tedeschi,
francesi, italiani trattavano le truppe con arroganza, applicando alla vita
militare comportamento distaccato e pieno di disprezzo che nella vita civile
l’aristocrazia e l’alta borghesia riservavano operai e contadini. Negavano la
licenza chi ne aveva diritto; univano in soldato che aveva perso il berretto
durante l’assalto,
Si assegnavano vicendevolmente medaglie senza mai andare in prima linea.

I gas.
Dramma che si svolgeva nelle trincee Si tinse di ulteriore orrore quando la
Germania cominciò a usare il gas, prodotti grazie il primato nella chimica
raggiunto dei testi durante la seconda rivoluzione industriale. Vi erano in casa il
cloro quali e che accecavano poi vi era un altro gas ho chiamato il prete perché
fece strage degli abitanti della città di interesse in Belgio. La morte per il
prete era mostruosa perché questo gas asfissiante e gravemente urticante, cioè
brucia e distrugge la pelle portando alla morte. Centinaio di anziani donne bambine
vennero persero la vita a causa di questo gas.
Ogni soldato dove a cucinar si il rancio perché ciò rafforzava il molare e lo
spirito del gruppo doveva inoltre raccogliere la legna fuori dalle trincee
accendere il fuoco versare il contenuto delle scatolette in una pentola per avere
bacio caldo. Maniere feriti può ammalarsi non era una bella esperienza, anche se
verso la fine della guerra divenne la speranza perché era l’unico modo per essere
allontanati dalle trincee. Chiunque veniva ferito doveva aspettare la notte perché
barellieri venissero privar lo. Ben pochi addetti ai servizi sanitari aveva
ancoraggio di attraversare la terra di nessuno tra le due linee del fianco del
fuoco finché c’era rischio che qualcuno sparasse. Fu questo il motivo per cui
molti, che si sarebbero potuti salvare, morirono dissanguate. Ospedali erano
indietro nelle retrovie e nei primi due anni di guerra i feriti da ricoveri da
ricoverare venivano corrette su strade piene di buche. Solo dopo entrare il mio
servizio. Piccoli ospedali da campo furono poi sistemati abbastanza vicine alle
prime linee. Erano tende diviso in quattro donne chirurghi un intervento alla molti
feriti contraevano il tetano e non c’era modo di salvare inoltre c’era lo sta
Mattia psichica sconosciuta che derivava dal panico del motore per ciò che si era
visto che era compito era completamente disorientato so orgoglio ordini e a volte
paralizzato un altro nemico del fante in trincea occhi. Gli avevano tutti pensieri
essere capelli, ma spesso questi insetti non si limitavano procurare per il
profitto, bensì generavano il tifo, una malattia che quei tempi era quasi sempre
mortale.
Dopo anni di trincea i soldati di fanteria i più colpiti dalla durezza della
guerra, presentavano tutti quei sintomi che i generali usano definire: morale basso
delle tue. In molti 10 lo stato di choc era diventato una condizione permanente;
avevano in una totale indifferenza; ante reagivano agli ordini e, quando veniva
lanciato l’attacco, restavano fermi nelle trincee, sebbene la pena per questo
comportamento fosse la fucilazione. Altri te tentavano della diserzione, non tanto
per tornare tornare a casa dato che tornare indietro attraversando tutta la serie
delle proprie trincee poi delle retrovie era un’impresa impossibile, quanto
gettando via i fucili il fucile durante un assalto e rendendo ci al nemico… Una
volta fatti prigionieri, avrebbero passato il resto della guerra in un campo di
concentramento, in cui le condizioni non erano certo peggiori di quelle della vita
in trincea. Verso la fine della guerra molti riscontri riscorrere addirittura allo
Thomas mutilazioni con la speranza di essere informati e mandati a casa;; gli
ufficiali però mi scoprivano fa facilmente il punivano con la fucilazione. Questo
profondo disagio, che percorreva le trincee di tutto il continente, sfociò in molti
casi nel ammutinamento; verso la fine della guerra nell’esercito francese sia
ammutinarono in poche settimane interi reparti per un totale di 40.000 soldati; lo
stesso avvenne nella file austriache e tedesche.

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